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Generali e Università di Trieste presentano la cattedra in IA Responsabile e Sostenibile

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Generali e l’Università degli Studi di Trieste hanno presentato l’istituzione di una cattedra dedicata all’Intelligenza Artificiale Responsabile e Sostenibile a partire dall’anno accademico 2025/2026. 

L’annuncio è stato dato nel corso di un evento presso l’Università di Trieste, alla presenza del Magnifico Rettore, Roberto Di Lenarda, del Presidente di Generali, Andrea Sironi, del CFO del Gruppo Generali e Presidente del Mib, Cristiano Borean, e della Prof.ssa Teresa Scantamburlo, vincitrice del bando di concorso, moderati dal Prof. Luca Bortolussi, Professore Ordinario di Informatica presso UniTS. 

L’accordo prevede da parte di Generali la copertura per 15 anni degli oneri per un ricercatore e del successivo inquadramento nel ruolo di professore universitario nel settore scientifico-disciplinare INFO-01/A – Informatica, reclutato all’esito della procedura selettiva indetta dall’Università. 

Dopo la costituzione, insieme ad altre realtà scientifiche del Friuli Venezia Giulia, del Data Science & Artificial Intelligence Institute con l’obiettivo di svolgere ricerche di livello mondiale e favorire il trasferimento di conoscenze nell’ambito del machine learning e dell'intelligenza artificiale (iniziativa che ha dato vita alla figura del Business Translator), Generali intende contribuire a fornire nuovi strumenti di ricerca e formazione per comprendere e affrontare le implicazioni sociali ed etiche connesse allo sviluppo e all'implementazione delle tecnologie AI. 

Per questo motivo, in partnership con l’ateneo giuliano e in occasione dell’importante anniversario, Generali sosterrà la nuova cattedra che andrà ad arricchire l’offerta formativa dell’Ateneo, oltre a sviluppare insieme all’Academy del Gruppo le proprie competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale responsabile, affidabile e sostenibile, contribuendo quindi alla progettazione e realizzazione di corsi dedicati, finalizzati a formare laureati con competenze in linea con le esigenze del mondo del lavoro ed attrezzati alle nuove sfide, tecnologiche ed etiche. 

Il Presidente di Generali, Andrea Sironi, ha affermato: “L’ecosistema scientifico di Trieste è un patrimonio di talento e di conoscenza che Generali sostiene e che, nella speciale occasione dei cento anni dell’Università di Trieste, si arricchisce con una collaborazione pluriennale per una nuova cattedra. L’obiettivo è quello di investire nei giovani e nell’innovazione, affrontando uno dei temi più stimolanti e trasformativi della contemporaneità, l’Intelligenza Artificiale, creando un dialogo sempre più stretto tra mondo accademico e mondo del lavoro”. 

Il Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, Roberto Di Lenarda, ha affermato: “La mission dell’Università è custodire e far fiorire l’intelligenza umana, l’AI avrà il compito di amplificarla. Per questi motivi l’Università di Trieste negli ultimi anni ha prioritariamente investito su questi temi. Grazie all’ulteriore, fondamentale investimento che Generali ha deciso di fare a favore delle nuove generazioni, la nostra offerta formativa si arricchirà di un nuovo insegnamento in un ambito delicato e strategico, in linea con le esigenze emergenti di un settore in grande e rapida evoluzione”. 

Teresa Scantamburlo ha lavorato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università di Bristol (UK) e l’European Centre for Living Technology. La sua ricerca si concentra sull’impatto etico e sociale dell'intelligenza artificiale (IA) e le tecnologie basate sui dati. Ha contribuito al piloting delle linee guida etiche europee per un'IA affidabile e attualmente è membro del working group per l'elaborazione del codice di condotta per l'IA ad uso generale dell’AI Office della Comunità Europea. A febbraio 2025 è risultata vincitrice della nuova cattedra Generali sull'IA responsabile presso l’Università degli Studi di Trieste.

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L'insegnamento è pensato per comprendere e affrontare le implicazioni sociali ed etiche connesse allo sviluppo dell'IA
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Presentata la mostra GO!2025 Urban Center

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E’ stata presentata al Comune di Gorizia la mostra GO!2025 Urban Center che raccoglie gli esiti delle attività di studio, ricerca e progetto sviluppati all’interno di RRR Lab (Laboratorio di Progettazione Integrata dell’Architettura e del Costruito di UNITS) negli ultimi 2 anni accademici sul tema delle Capitali Europee della Cultura, con un focus sul caso studio Gorizia – Nova Gorica 2025.

La mostra, visitabile dal 31 marzo al 9 maggio 2025 nel Salone d’atrio del Conference Center, nel Polo Universitario di Gorizia di Via Alviano 18, sarà inaugurata ufficialmente l’8 aprile alle 17. Seguirà la presentazione del volume “Il corpo della città. Telo Mesta” nel corso di una tavola rotonda di approfondimento sulle tematiche della riqualificazione architettonica e urbana con i rappresentanti di vari enti territoriali, docenti dell’Università di Trieste e altri discussant.

Le attività hanno coinvolto una cinquantina di studenti e una decina di docenti e ricercatori UniTS.

L’esposizione propone le tappe salienti di due anni di progettualità che ha interessato diversi temi e luoghi di progetto, scale di lavoro e ambiti disciplinari scanditi da attività seminariali, workshop, giornate studio e progetti architettonici, urbani e paesaggistici per le due città parte di un unico sistema urbano transfrontaliero. Gorizia e Nova Gorica in questi anni si sono preparate al grande evento Capitale della Cultura 2025, ed ora che siamo nel vivo la riflessione si sposta sul “dopo”.  “L’ante” e il “post” hanno animato le riflessioni alla base di tutti i progetti che la mostra racconta cercando di sottolineare, rispetto a diverse dimensioni, il ruolo del tempo del progetto.

Il tempo, la processualità, il ragionamento per fasi e la dinamica di trasformazione, intese come biodinamiche evolutive, sono stati la materia prima degli esiti progettuali che troviamo raccontati nel percorso espositivo: l’effimero come vettore per la trasformazione del presente, e la traccia come matrice per pensare ex post, hanno alimentato sia il laboratorio 2023-24, intitolato “Gorizia / Nova-Gorica Felix”, sia il laboratorio 2024-25, intitolato “L’ephemere est eternel”.

 

Mostra GO!2025 Urban Center

A cura di Thomas Bisiani, Michela Lupieri, Adriano Venudo

Comitato scientifico: Thomas Bisiani, Alessio Bortot, Luigi Di Dato, Michela Lupieri, Giulia Piccinin, Sonia Prestamburgo, Adriano Venudo.

Studi e progetti del Collettivo Colgo e del Collettivo VAGO.

Per prenotare una visita e per informazioni, contattare tbisiani@units.it o avenudo@units.it 

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Raccoglie le attività di RRR Lab di Architettura su Gorizia – Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025
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Euclid: un nuovo sguardo sull'Universo

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Un’anteprima straordinaria di ciò che ci riserva l’Universo profondo. La missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha svelato i primi dati scientifici ottenuti dalle osservazioni dei campi profondi, regioni di cielo estremamente lontane.

Il progetto vede coinvolti diversi docenti UniTS del Dipartimento di Fisica (Stefano Borgani, Matteo Costanzi, Marisa Girardi, Anna Gregorio, Pierluigi Monaco, Alexandro Saro), nonché postdoc e dottorandi (Lucie Baumont, Yousry Elkhashab, Roberto Ingrao, Marius Lepinzan) con responsabilita` che vanno dalla coordinazione dell'Instrument Operation Team alla partecipazione all'Euclid Consortium Publication Group - Science, passando per un importante coinvolgimento negli Science Working Groups di Galaxy Clustering e Clusters of Galaxies e nello Science Ground Segment. Tali attività, svolte anche in stretta collaborazione con ricercatori di INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste e della SISSA, fanno di Trieste uno dei punti focali del Consorzio Euclid. 

Il telescopio spaziale, in questa fase, ha coperto una vasta area del cielo in tre mosaici di immagini. I risultati ottenuti dalle osservazioni forniscono uno spunto unico per comprendere meglio la struttura su larga scala dell’Universo e la formazione delle galassie nel tempo.

In un lasso temporale paragonabile a una sola settimana di osservazioni, il telescopio è riuscito a rilevare più di 26 milioni di galassie, molte delle quali si trovano a distanze impressionanti, fino a 10,5 miliardi di anni luce dalla Terra. Tra queste, sono più di 380.000 le galassie che sono già state classificate dal telescopio, basandosi sulla visione dettagliata della loro morfologia grazie all’utilizzo combinato di intelligenza artificiale e citizen science, che ha permesso di analizzare enormi quantità di dati in modo rapido ed efficiente. Un simile approccio ha permesso anche l’individuazione di 500 oggetti candidati come lenti gravitazionali.

I dati rilasciati includono anche numerosi ammassi di galassie, nuclei galattici attivi e fenomeni transitori che sono fattori chiave per capire le forze invisibili che modellano il cosmo.

Queste prime immagini mostrano chiaramente come galassie di diverse forme e dimensioni si intrecciano raggruppandosi in filamenti giganteschi che formano una “rete cosmica”, ossia la vasta struttura che collega le galassie e gli ammassi galattici attraverso fili di materia visibile e invisibile, fornendo indizi fondamentali su come l’Universo si è evoluto nel tempo.

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Il telescopio spaziale europeo ha rilasciato nuove immagini che daranno un contributo senza precedenti all’esplorazione della materia e dell’energia oscura
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Giornata Mondiale del Teatro 2025

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Il 27 marzo si celebra la 63ª Giornata Mondiale del Teatro, un’iniziativa istituita nel 1961 su proposta del drammaturgo finlandese Arvi Kivimaa nel corso del IX Congresso dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI).

La prima Giornata Mondiale si svolse il 27 marzo 1962 a Parigi, con l’inaugurazione della stagione del Teatro delle Nazioni e da allora si celebra in un centinaio di Paesi del mondo nei Centri Nazionali dell’ITI.

Ogni anno la ricorrenza si caratterizza per un messaggio sul teatro e sulla pace che un’importante personalità del mondo dello spettacolo rivolge alla comunità internazionale. 

Nel corso degli anni tra i testimonial che si sono succeduti, anche artisti italiani del calibro di Luchino Visconti (1973) e Dario Fo (2013) sono stati autori del messaggio della Giornata, mentre più di recente sono stati protagonisti l’attrice egiziana Samiha Ayoub (2023) e il drammaturgo norvegese Jon Fosse che lo scorso anno, con la riflessione L’arte è Pace, ha sottolineato i valori più profondi del teatro, intimamente legati al valore universale dell’arte quale mezzo di esaltazione e promozione della Pace.

Quest’anno, il messaggio è stato affidato all’attore, drammaturgo, regista e pedagogo greco Theodoros Terzopoulos, che riflette sulla capacità del teatro di «sentire il grido di aiuto che i nostri tempi stanno lanciando in un mondo di cittadini impoveriti, rinchiusi in celle di realtà virtuale, trincerate nella loro soffocante privacy».

La domanda che ci poniamo in questa ricorrenza non è tanto se il teatro, forma d’arte che attraversa ormai tre millenni di storia dell’umanità, possa risolvere questioni e problematiche di vasta portata ma, soprattutto, se il palcoscenico e la narrazione teatrale possano ancora oggi indurre la società a riflettere in modo costruttivo sulle proprie debolezze e sui propri errori.

«La capacità del teatro di incidere sulla comunità è stata ampiamente dimostrata dalla storia e dal fatto che esso è sempre stato guardato con sospetto dal potere», spiega Paolo Quazzolo, Professore associato di Storia del Teatro di UniTS.

«Il suo essere spettacolo “dal vivo”, il magnetismo dell’attore che si esibisce dinnanzi al pubblico senza filtri o barriere, le suggestioni profonde che provoca la scena, hanno spesso indotto la censura a imbavagliare il teatro, peraltro senza successo.

La forza del teatro - prosegue il docente del Dipartimento di Studi Umanistici - non è mai venuta meno, anche all’interno di una società che, dopo secoli di lente trasformazioni, ha conosciuto un rapidissimo sviluppo tecnologico. Il cinema prima, la televisione poi, i nuovi media e oggi internet, hanno costituito insidiosi concorrenti per il teatro: eppure esso è sempre sopravvissuto, mantenendo intatta tutta la sua forza persuasiva.

Nel 2020, con la pandemia, i teatri furono i primi a bloccare la loro attività: gli organizzatori, nel tentativo di sopravvivere, ricorsero a mezzi alternativi, spesso trasferendo l’attività artistica su internet, a tal punto che, terminata l’emergenza, si temette che il pubblico non sarebbe più ritornato a popolare le sale teatrali. Non è stato così: gli spettatori, non appena possibile, sono tornati numerosi a teatro, dimostrando, ancora una volta, la forza culturale, sociale e politica che questo mezzo di espressione artistica possiede e sempre continuerà a possedere».

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Celebriamo la forma di espressione artistica che si rigenera in ogni epoca e sopravvive alla rivoluzione tecnologica e ai nuovi mezzi di comunicazione. Il commento di Paolo Quazzolo
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Coppa Aurea: il "da Vinci" di Treviso alza il trofeo in Piazzale Europa

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Anche quest’anno l’Aula Magna dell’Università di Trieste ha ospitato le selezioni della XVIII edizione della Coppa Aurea, gara di matematica a squadre che mette a confronto gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia.

Sono stati oltre duecento i partecipanti in rappresentanza di 24 istituti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, provenienti dalle province di Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone, Treviso, Venezia e Padova, a sfidarsi all’interno della manifestazione organizzata dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze di UniTS.

A sollevare la coppa in Piazzale Europa è stato il liceo Leonardo da Vinci di Treviso, con la squadra “I 7 del Leone”; piazza d’onore, invece, per il liceo Galilei, che dopo sette anni ha riportato sul podio una scuola del Friuli Venezia Giulia, grazie al team “I Piani Complessi”. 

Al terzo posto il liceo Ippolito Nievo di Padova con “Gente poco seria”, mentre fuori dal podio è comunque dolce il quarto posto dell’ISIS Malignani di Udine che conquista l’ultimo biglietto utile per le finali nazionali in programma a Cesenatico nel mese di maggio.

Le eliminatorie si sono svolte contemporaneamente in 37 sedi in tutta Italia, per un totale di 4788 studenti impegnati nella risoluzione di 21 quesiti. 

La “Coppa Aurea” è un’iniziativa volta ad avvicinare gli studenti alla matematica in modo ludico e divertente. Il gioco di squadra richiesto è un invito ai partecipanti alla razionale organizzazione nella divisione dei compiti, ma soprattutto alla collaborazione e al rispetto degli altri.

Il trofeo triestino, invece, sarà rimesso in palio nella prossima edizione e sarà conquistato definitivamente dall’Istituto che riuscirà a imporsi per tre volte. L’attuale albo d’oro vede in testa il liceo Ippolito Nievo di Padova con due successi, seguono con una vittoria a testa il da Vinci di Treviso e il Levi di Montebelluna.

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Oltre 200 studenti delle superiori di Veneto e FVG si sono sfidati nella gara di matematica organizzata dal MIGe. 2° posto per il liceo Galilei di Trieste
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Gli specializzandi UniTS di Medicina Legale tra i protagonisti dell'American Academy of Forensic Sciences

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La Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università di Trieste ha partecipato per il quarto anno consecutivo al più importante evento di patologia forense del mondo, il congresso internazionale dell’American Academy of Forensic Sciences, che si è svolto a Baltimora (Maryland) dal 17 al 22 febbraio 2025

Questa edizione, dedicata all’innovazione tecnologica in medicina legale, intitolata “Technology: a tool for transformation or tirrany?” ha visto la partecipazione di un team di giovani medici formati da UniTS, costituito da Davide Radaelli, Monica Concato, Stefano Di Maria e Filippo Bolzan, che sono stati impegnati in quattro presentazioni orali e due poster. 

I nostri neospecialisti e specializzandi - spiega il prof. Stefano D’Errico, docente di Medicina Legale al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di UniTS e direttore della struttura complessa di Medicina Legale dell’ASUGI - hanno presentato i traguardi raggiunti in un anno di lavoro molto impegnativo sul campo e i frutti di consolidate collaborazioni scientifiche con altre realtà universitarie italiane e straniere” . 

Gli interventi degli specializzandi hanno fatto riferimento alla casistica forense collezionata dalla Medicina Legale triestina e declinano una metodologia rigorosa che va dalla scena del crimine al laboratorio di ricerca, passando per il tavolo autoptico. I lavori presentati dal team triestino sono stati selezionati tra migliaia di proposte provenienti da tutto il mondo. 

La grande novità proposta quest’anno è la prestigiosa collaborazione con il gabinetto interregionale della Polizia Scientifica di Padova, che ha messo a disposizione la propria competenza e le proprie risorse nella ricostruzione e nell’interpretazione di uno scenario suicidiario complesso, attraverso tecniche di animazione virtuale tridimensionale. Particolare interesse hanno sollevato gli studi che la Scuola di medicina legale di UniTS sta portando avanti nello studio di marcatori di autofagia nelle lesioni traumatiche cranio-encefaliche e di profili di lipidomica nelle morti cardiache improvvise coronariche.

“Come recita il titolo del congresso internazionale, anche la medicina legale è una disciplina che guarda al futuro e all’innovazione tecnologica – precisa il prof. Stefano D’Errico - e il coinvolgimento di professionalità mediche e non mediche testimonia il valore della multidisciplinarietà nella ricerca di evidenze di qualità da mettere a servizio dell’amministrazione della giustizia”. 

Tra i lavori dell’istituto di Medicina Legale di Trieste selezionati dal board scientifico dell’American Academy of Forensic Sciences figura anche il progetto di un registro balcanico per le morti cardiache improvvise in età giovanile che prende spunto dall’iniziativa, unica in Italia, del registro regionale del Friuli Venezia Giulia e che vede coinvolti oltre a UniTS anche le Università di Belgrado, Skopije, Atene, Ankara e Lubiana. 

Il progetto, coordinato dalle strutture di medicina legale e di cardiologia dell’ASUGI, è stato infatti avviato a partire dal recente congresso internazionale sul tema, svoltosi proprio a Trieste nell’ottobre 2024. “In questo modo - prosegue il prof. D’Errico - intendiamo dare continuità all’attività svolta su tutto il territorio regionale, ma anche esplorare il ruolo dell’etnia nella patogenesi della morte cardiaca improvvisa”. Trieste è capofila di questo progetto alla luce dell’esperienza acquisita, grazie all’impegno di tutti i colleghi che in tutte le province contribuiscono ad alimentare il registro e, naturalmente della Regione FVG che, a partire dal 2021, ha promosso e continua a sostenere il registro regionale delle morti cardiache improvvise in età giovanile. 

“Una spinta decisiva, in questo senso, - conclude D’Errico - sarà rappresentata dall’allestimento in seno alla SC di medicina legale di un laboratorio di tossicologia forense che, auspico, potrà al più presto rispondere alle crescenti richieste dei cittadini e delle autorità locali impegnate nella tutela della salute e dei diritti della collettività”.

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Al principale evento mondiale di patologia forense, i giovani medici sono stati relatori di quattro presentazioni e due poster. Tra i lavori selezionati anche un progetto internazionale che vede coinvolta la Cardiologia
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Antropologia, storia, architettura: una settimana dedicata al patrimonio culturale comune europeo

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L’Università di Trieste ha ospitato, nell’ambito delle attività dell’alleanza internazionale Transform4Europe, una settimana di formazione dedicata al patrimonio culturale comune europeo, che ha visto la partecipazione di una quarantina di studenti in rappresentanza di nove università aderenti al progetto.

La T4EU Common European Heritage Week, svoltasi da lunedì 24 a venerdì 28 febbraio, ha voluto celebrare il patrimonio culturale delle aree di frontiera e la sua capacità di ispirare un dialogo rinnovato e multiculturale attraverso le nuove generazioni. 

Il programma della settimana ha incluso workshop e visite sul campo riservate ai partecipanti, ma anche tre giornate (martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio) dedicate alla conferenza internazionale "Transborder Heritage: A Multidisciplinary Approach", in cui si sono svolti seminari rivolti a tutta la comunità universitaria e tre talk pomeridiani - in lingua inglese con traduzione in italiano - aperti anche alla cittadinanza. 

L’antropologia, la storia e l’architettura sono i tre campi del sapere da cui sono partiti gli approfondimenti delle complesse relazioni tra confini e patrimonio culturale per affrontare temi come identità, memorie, eredità culturale nelle regioni di frontiera con gli interventi di tre esperti internazionali: Alessandro Monsutti (antropologo, Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra), Borut Klabjan (storico, Science and Research Centre di Koper/Capodistria) e Neža Čebron Lipovec (studiosa di conservazione del patrimonio architettonico, Università Primorska di Koper/Capodistria).

I talk, concepiti per stimolare il pensiero critico e la creatività, hanno trattato temi come la mobilità culturale, le sfide della memoria collettiva e le opportunità di integrazione offerta da un patrimonio che va ben oltre la semplice eredità storica.

Gli studenti partecipanti all’iniziativa, che provengono dalle università di nove diversi paesi europei - Saarland University (Germania), Estonian Academy of Arts (Estonia), Universidade Católica Portuguesa (Portogallo), University of Primorska (Slovenia), Jean Monnet University (Francia), University of Silesia in Katowice (Polonia), Sofia University St. Kliment Ohridski (Bulgaria), Vytautas Magnus University in Kaunas (Lituania) e Università di Trieste – hanno concluso l’esperienza formativa venerdì 28 febbraio con un’iniziativa che rende omaggio allo spirito di GO2025, in cui il capoluogo isontino e Nova Gorica sono nuovamente unite nel ruolo di Capitale Europea della Cultura. 

Gli studenti hanno percorso la storia del confine italo-sloveno tra Gorizia e Nova Gorica e visitato tre esposizioni altamente significative, come il Museo del Confine, che contestualizza la divisione storica tra Est e Ovest nell’Europa post-bellica, il Museo del Contrabbando, in cui sono evidenti gli scambi informali transfrontalieri che hanno caratterizzato la vita locale e il Museo del Permesso Speciale (“Lasciapassare/Propustnica”), che testimonia il rigore della burocrazia e l’impatto delle restrizioni di movimento.
 

PROGRAMMA APERTO ALLA CITTADINANZA

25 Febbraio ore 17 - Sala Tessitori, Regione FVG, pz. Oberdan 5
Homo Sapiens, Homo Itinerans - Prof. Alessandro Monsutti
La migrazione è divenuta oggi un tema caldo sia nel dibattito mediatico che politico, suscitando opinioni pubbliche fortemente polarizzate. Verranno analizzate diverse dimensioni per sfatare alcune narrazioni dominanti: la lunga storia della mobilità umana; la transizione dagli imperi coloniali agli Stati nazionali; le crescenti disuguaglianze economiche e le disparità demografiche; la persistenza e frammentazione dei conflitti. Il migrante, e in particolare il rifugiato, potrebbe essere la figura politica del nostro tempo, un simbolo delle relazioni internazionali e intra-nazionali che caratterizzano il mondo odierno.

Alessandro Monsutti insegna al Dipartimento di Antropologia e Sociologia del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra. È stato Research Fellow presso l’Università di Yale (2008-2010), beneficiario della MacArthur Foundation (2004-2006), Visiting Professor presso l’Università di Vienna (2012, 2021) e Arizona State University (2014), e Scholar-in-Residence presso l’Institut für die Wissenschaften vom Menschen di Vienna (2020). Ha collaborato come consulente per diverse organizzazioni internazionali e non governative, come l’UNHCR, e ha condotto ampie ricerche sul campo in Afghanistan, Pakistan, Iran e, più recentemente, nei paesi occidentali tra rifugiati e migranti afghani. È autore e curatore di numerosi libri, tra cui "War and Migration: Social Networks and Economic Strategies of the Hazaras of Afghanistan" (2005) e "Homo Itinerans: Towards a Global Ethnography of Afghanistan" (2020).
 

26 febbraio ore 17 - Aula Magna, IUSLIT, Via Filzi 14
Cuius Regio Eius Natio. Building Memories, Shaping Histories, Negotiating Identifications - Prof. Borut Klabjan
L’area dell’attuale confine italo-sloveno ha subito numerosi cambiamenti di regime durante il XX secolo. Questo non è qualcosa di particolarmente nuovo o peculiare di quest’area; tuttavia, il flusso continuo di Stati, popolazioni e amministrazioni ha plasmato non solo le linee di confine, ma anche i cuori e le menti delle persone comuni. L’impatto su queste popolazioni locali non è solo una questione di storia regionale, ma rappresenta un laboratorio per il passato, il presente e il futuro dell’Europa.

Borut Klabjan è docente di Storia, specializzato in storia politica e sociale dell’Europa Centrale e Sudorientale nel XIX e XX secolo. Attualmente è Principal Investigator dell’ERC Advanced Grant "Cold War Europe beyond Borders", che propone una storia transnazionale delle pratiche transfrontaliere nell’area Alpi-Adriatica dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, con sede presso il Science and Research Centre di Koper, Slovenia. È stato Fellow presso l’Università Humboldt di Berlino, l’Institute for Southeast European Studies di Regensburg, l’EUI a Firenze e la LMU di Monaco. Il suo ultimo volume curato, "Borderlands of Memory. Adriatic and Central European Perspectives", è stato pubblicato da Peter Lang Oxford, mentre il suo ultimo libro "The fire that embraced Europe. The story of the Narodni dom in Trieste 1920-2020" è stato pubblicato in sloveno (2021) e in italiano (2023).
 

27 febbraio ore 17 - Aula Magna, IUSLIT, Via Filzi 14
Mirrorings and entanglements in the urban spaces along contested borders - Prof.ssa Neža Čebron Lipovec
I confini possono essere muri e recinzioni di filo spinato, ma possono anche rappresentare ponti. In entrambi i casi sono elementi progettati e costruiti. I confini possono apparire come “linee fantasma” sulla mappa, spazi fluidi, eppure possono fungere da punto di riscontro, stabilendo dialoghi visivi anche tra elementi dell’ambiente costruito. Nella regione dell’Alto Adriatico molti edifici "parlano", raccontando turbolenze storiche, aspirazioni e appropriazioni. A volte dialogano tra loro, altre volte si urlano oltre il confine, ignorandosi reciprocamente. In altre situazioni, questi dialoghi si fondono negli strati di un unico edificio, diventando palinsesti in attesa di essere svelati, scoperti e nuovamente ascoltati. L’intervento analizzerà alcuni di questi siti, cercando di “ascoltarli” per capire l’interazione tra architettura e memoria, e come l’uomo interagisce con essi nel tentativo di conservarli.

Neža Čebron Lipovec è esperta in studi sul patrimonio architettonico e la sua conservazione, operante presso il Dipartimento e l’Istituto di Archeologia e Patrimonio della Facoltà di Lettere dell’Università di Primorska (Slovenia). I suoi ambiti di ricerca includono la storia e la conservazione architettonica del secondo dopoguerra e gli studi critici sul patrimonio edilizio. Collabora in numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali ed è membro della cattedra UNESCO sull’interpretazione e l’educazione per il patrimonio integrato presso l’Università di Primorska, oltre ad essere membro del Management Board del New European Bauhaus Academy Pioneer Hub for Sustainable Built Environments with Renewable Materials (NEBAP Hub).


PROGRAMMA RIVOLTO ALLA COMUNITA' UNITS

25 febbraio: Anthropology and Identities between Borders

26 febbraio: History and Memories in Border Areas

27 febbraio: Architecture and Transborder Spaces


PROGRAMMA COMPLETO

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All'iniziativa di T4EU, dal 24 al 28 febbraio, hanno partecipato studenti provenienti da università di nove diversi paesi europei. Il programma ha incluso panel aperti alla comunità universitaria e tre talk rivolti alla cittadinanza
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Ultimi giorni per visitare la mostra dedicata al Centenario UniTS

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Ultimi giorni per visitare la mostra “1924-2024. Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti”. L’esposizione dedicata al Centenario dell’Ateneo triestino e ospitata nei magnifici spazi del Bastione Fiorito al Castello di San Giusto si concluderà infatti domenica 10 novembre.

L’allestimento, realizzato dall’Università degli Studi di Trieste con il supporto del Sistema museale di Ateneo (smaTs) e in coorganizzazione con il Comune di Trieste e con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha riscosso finora un grande successo facendo registrare quasi 15mila visitatori.          

La realizzazione della mostra, uno degli eventi principali del programma con cui l’Ateneo triestino ha celebrato i cent’anni dalla fondazione, rappresenta l’espressione perfetta della sinergia tra enti del territorio che UniTS ha fortemente cercato nel corso di quest’anno dedicato a raccontare la propria storia e a condividere una visione di futuro.

È stata anche un’occasione per l’Ateneo di incontrare la cittadinanza in un luogo simbolico della città come il Castello di San Giusto, che è patrimonio comune.

Il percorso espositivo ha permesso inoltre all’Università di Trieste di sperimentare un fruttuoso dialogo con il mondo della cultura cittadino, regionale e non solo, svelando il proprio patrimonio documentale, storico, architettonico e artistico.

Per chi non l’avesse ancora visitata, la mostra si sviluppa in quattro parti distinte, in cui si bilanciano fonti storiche e rimandi estetici.

La sezione storica, a cura di Tullia Catalan e Lorenzo Ielen, ripercorre la storia dei cento anni dell’Ateneo triestino attraverso una selezione di immagini, documenti e video tratti dall’Archivio Storico dell’Università e da numerosi archivi pubblici e privati, locali e regionali. La sezione racconta il percorso che ha portato l’Ateneo all’apertura internazionale, specialmente nell’ambito della ricerca e delle discipline tecnico-scientifiche.

La sezione architettonica, a cura di Paolo Nicoloso e Marko Pogacnik, è incentrata sulla progettazione nel 1938 del corpo centrale dell’ateneo, edificio con spiccati rimandi simbolici. Illustrata attraverso i disegni tecnici dell’epoca e alcune immagini, la sezione restituisce tutta la complessità e la ricchezza delle soluzioni studiate dai progettisti.

La sezione dedicata all’audiovisivo, a cura di Massimiliano Spanu e Daniele Terzoli, vede spiccare il film ritrovato Pagine d’Università, realizzato nel 1956 da Anna Gruber, attrice e regista, sceneggiatrice e scrittrice triestina di fama internazionale. La pellicola è stata rinvenuta nella Biblioteca Civica A. Hortis - Archivio Diplomatico e Fondi Archivistici. Gli altri filmati visibili nella mostra sono tratti dall’Archivio Storico Istituto Luce e da La Cineteca del Friuli – Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia. Le ricerche archivistiche sono state effettuate con la collaborazione del centro ricerche La Cappella Underground.

La sezione artistica, a cura di Massimo Degrassi e Lorenzo Michelli, include una selezione di opere – oggi conservate nella Pinacoteca del Rettorato – presentate nel 1953 all’interno dell’Esposizione Nazionale di pittura italiana contemporanea che fu allestita presso l’Università di Trieste. La parte finale del percorso espositivo propone, infine, una selezione delle opere donate all’Ateneo da trentacinque, tra artisti e collezionisti, in occasione di questo Centenario.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17. La visita è inclusa nel biglietto di ingresso al Castello di San Giusto (intero 6 euro; ridotto 4 euro).

In occasione del finissage domenica 10 novembre sarà possibile partecipare a una visita guidata a partecipazione libera alle ore 11.

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Finissage domenica 10 novembre con una visita guidata a partecipazione libera alle ore 11. In 15mila hanno già visitato l'allestimento al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto
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Emesso dal MIMIT il francobollo dedicato al Centenario UniTS

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Il “francobollo del Centenario” dell’Università degli Studi di Trieste, inserito da Poste italiane nella serie tematica “le Eccellenze del sapere”, è stato emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Del valore ordinario di 1.25€, il bollo riproduce su uno sfondo con i colori istituzionali del centenario UniTS una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, con un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo alle cui spalle sorge, come un sole, il numero “100”. 

Assieme a quello di Trieste, anche gli atenei di Napoli “Federico II” e quello di Firenze, che festeggiano rispettivamente gli 800 e i 100 dalla loro fondazione, hanno celebrato con un’emissione filatelica il loro importante traguardo.

“Queste piccole opere d’arte vogliono celebrare il mondo universitario, delle scienze e della formazione – ha commentato il Rettore UniTS Roberto Di Lenardail simbolo raffigurato nel nostro francobollo rimanda a una nuova alba della conoscenza e rende omaggio al grande lavoro di sintesi culturale di un territorio complesso come quello giuliano portato avanti dal nostro ateneo. Un percorso culminato nell’anno del nostro Centenario con il conferimento della Laurea honoris causa al Presidente della Repubblica Mattarella e a Borut Pahor, già Presidente della Repubblica di Slovenia”.

L’emissione filatelica vuole essere quindi un omaggio e un ringraziamento per l’attività e l’opera di formazione e ricerca svolta dai tre Atenei, la cui storia va di pari passo con quella del nostro Paese e si intreccia con il destino di milioni di studenti. 

Oggi, più che mai, dobbiamo valorizzare chi siamo e da dove proveniamo – ha dichiarato il ministro Urso -. Gli italiani sono riconosciuti a livello globale come grandi produttori di cultura per l’umanità: un differenziale che rende competitivo il nostro Made in Italy. Conoscenza, studio e scienza sono fondamentali, il contributo fornito dai nostri atenei e dai centri di ricerca”.

C’è un legame tra il valore simbolico del francobollo e il valore reale delle Università. E questo legame è essere insieme testimonianza del passato e al tempo stesso anche anticipatori del futuro, di come immaginiamo il futuro”, ha dichiarato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Ma non solo, così come l'alta formazione, il francobollo è simbolo di connessione tra persone. Ha un valore unico. Ha un fascino unico, che è quello di raccontare storie, commemorare e celebrare anniversari e personalità. Ha una dimensione storica, culturale e artistica”, ha concluso Bernini.

Alla cerimonia di annullo filatelico, che sancisce l’entrata in circolo dei tre nuovi francobolli celebrativi, hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e il sottosegretario di Stato con delega alla filatelia, Fausta Bergamotto. Presenti anche i Magnifici Rettori delle tre Università protagoniste: Roberto Di Lenarda per l’Università di Trieste, Alessandra Petrucci per l’Università di Firenze, e Matteo Lorito per l’Università Federico II di Napoli. In sala anche i rappresentanti di Poste Italiane e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico.

Tiratura: duecentocinquantamilaventi esemplari per ciascun francobollo   

Bozzetti: Università degli Studi di Trieste, Paola Russo; Università degli Studi di Napoli “Federico II” e Università degli Studi di Firenze, Maria Carmela Perrini.

L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile allo sportello filatelico dell’ufficio postale di Roma V.R. per tutti i francobolli.

l francobolli e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili negli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.

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La cerimonia a Roma alla presenza dei ministri Urso e Bernini
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UniTS ha ospitato "Destinazione Public Engagement #6", l'evento annuale promosso da APEnet

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Generare sviluppo sociale, culturale ed economico, anche attraverso il contrasto delle diseguaglianze e la valorizzazione del patrimonio culturale.

È questo l’obiettivo ribadito da APEnet, l’Associazione a cui partecipano 57 università ed enti di ricerca italiani per promuovere e sviluppare l’impegno pubblico e l’impatto sociale delle azioni conseguenti alle attività di ricerca, nel corso dell’evento Destinazione Public Engagement #6, ospitato quest’anno dall’Università di Trieste.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di 130 rappresentanti degli enti associati, ha offerto un ampio confronto sulle strategie con cui le comunità scientifica e universitaria possano contribuire a uno sviluppo inclusivo del Paese.

Giulia Carluccio, Presidente di APEnet e Prorettrice vicaria dell’Università di Torino, ha sottolineato come Destinazione Public Engagement “rappresenti un percorso che vede le università e gli enti di ricerca sempre più impegnati in uno sviluppo sostenibile e inclusivo del Paese attraverso l'ascolto, la valorizzazione delle conoscenze e la collaborazione con le comunità”.

Caterina Falbo, Delegata per la Terza Missione dell’Università di Trieste, ha portato l’esempio dell’Ateneo giuliano, impegnato da tempo nella promozione di attività di Public Engagement che rafforzano il dialogo con il territorio e promuovono il benessere della comunità. “Nel Parco di San Giovanni, che fu il luogo della rivoluzione basagliana – spiega Falbo - promuoviamo collaborazioni con alcune cooperative sociali per promuovere l'inclusione lavorativa di persone nell’area delle fragilità e realizziamo iniziative di divulgazione scientifica e culturale. UniTS, inoltre, lavora in sinergia con altri enti e istituzioni per rafforzare la ricerca sul tema della transizione energetica e della produzione di idrogeno verde”.

Nel corso della due giorni gli ospiti hanno delineato proposte, evidenziato opportunità e suggerito possibili percorsi per la crescita e il riconoscimento del Public Engagement, tra impegno pubblico e sociale e valorizzazione delle conoscenze.

Il riconoscimento delle attività di Public Engagement nelle carriere è emerso come uno degli strumenti chiave per valorizzare l’impegno di docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti in progetti ad alto impatto sociale. L’obiettivo è quindi strategico anche nel confronto con il Ministero e con l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca ANVUR.

Il Direttore di ANVUR Daniele Livon, intervenuto all’evento, ha definito il rapporto tra l’Agenzia e APEnet di proficua collaborazione e dialogo, soprattutto nei momenti di valutazione della valorizzazione delle conoscenze, in cui il Public Engagement ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale.

Con gli interventi di Laura Nota, Presidente della Società Italiana di Orientamento e docente dell’Università di Padova, e Lelio Iapadre, Partner del Forum Disuguaglianze Diversità, che ha presentato il progetto OCSE ITA.CON, il focus è stato posto sull’urgenza di restituire agli atenei il ruolo di promotori di collaborazioni per la realizzazione di obiettivi di giustizia sociale e ambientale.

Non sono mancate riflessioni sull’importanza della Convenzione di Faro come strumento di democrazia culturale, grazie anche alla partecipazione di Francesc Pla Castelltort (Unità Cultura e Patrimonio culturale del Consiglio d’Europa), e sul ruolo dei Musei, che negli interventi di Irene Baldriga (Sapienza Università di Roma) e Paola Rodari (SISSA MediaLab) sono stati descritti come mediatori e luoghi di narrazioni culturali condivise, spazi di confronto autentico tra società e scienza, spazi sicuri per affrontare questioni complesse.

In conclusione, Pier Andrea Serra, vicepresidente dell’Associazione e Prorettore dell’Università di Sassari, ha presentato i dati del Barometro APEnet, che svolge un’attività di monitoraggio dello stato dell’arte del Public Engagement negli Atenei e negli Enti di ricerca italiani.

 

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130 delegati di 57 Università e Enti di Ricerca hanno parlato delle priorità dell'impatto pubblico e sociale della ricerca
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