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Verso il Digital Twin dell’Alto Adriatico: Workshop a Ecomondo 2025

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UniTS, che coordina le attività dello Spoke 8 dell’Ecosistema dell’Innovazione iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, organizza nell’ambito della fiera Ecomondo 2025 a Rimini, il 5 novembre (dalle 10.30), un workshop focalizzato sul progetto e le collaborazioni pubblico-privato verso i digital twin del mare Adriatico (settentrionale).

“Dedicato allo sviluppo di tecnologie e soluzioni sostenibili per l’ambiente marino, la mobilità via mare e acque interne e la trasformazione digitale delle imprese del settore” – spiega il prof. Pierluigi Barbieri, Coordinatore di iNEST per Università degli Studi di Trieste – “il progetto ha come obiettivo strategico lo sviluppo di modelli e sistemi di acquisizione dati, software, ed interfacce per gli utilizzatori, necessari alla realizzazione del Digital Twin dell’Alto Adriatico, un modello digitale avanzato del sistema marino-costiero che consentirà di migliorare monitoraggio, pianificazione e gestione delle risorse e delle attività marittime, in linea con la missione europea Restore our Ocean and Waters”.

L’Università di Trieste ha messo a terra, tra il 2023 ed il 2024, bandi a cascata di Spoke 8 destinati a finanziare 24 progetti di ricerca e sviluppo industriale, erogando 5.559.535,95 euro (concessi a valere sui fondi NextGenerationEU del dispositivo ripresa e resilienza). Quarantaquattro imprese (30 del Triveneto e 14 del Mezzogiorno) e 9 enti di ricerca, hanno beneficiato di questo cofinanziamento, per progetti che hanno un valore complessivo pari a 7.790.800,90 €. Sei aziende sono inquadrate per fatturato e numero di dipendenti come “grandi imprese”. Le Università ed enti di ricerca coinvolti nei bandi a cascata sono 9, tutti del Mezzogiorno.

Le attività dello Spoke 8 si articolano in cinque aree tematiche: Biologia dell’idrosfera – nuovi sistemi per il biomonitoraggio e il ripristino degli habitat marini; Rischi chimico-fisici e impatti sull’idrosfera – tecnologie innovative per il controllo dei contaminanti e la gestione delle acque; Mobilità sostenibile via mare e acque interne – prototipi e sistemi di ricarica per la navigazione elettrica; Pianificazione marittima e territoriale integrata mare-terra – soluzioni smart per l’adattamento ai cambiamenti climatici; Digital Twin dell’Adriatico Settentrionale – modelli e infrastrutture digitali per la simulazione di scenari meteomarini e ambientali.

“Con questi progetti – conclude il prof. Pierluigi Barbieri – stiamo mettendo in rete imprese e centri di ricerca per promuovere innovazione, sostenibilità e competitività industriale, contribuendo allo sviluppo della Blue Economy nel Nord-Est e nel Paese. Nel workshop è previsto un confronto, mediato dal Polo Tecnologico Alto Adriatico, con la European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency, e con enti e aziende della costa adriatica - marchigiana e pugliese in particolare – nel think tank “The Blue Way”, per sviluppare conoscenza reciproca e delineare progettualità di innovazione guidata dalla ricerca e sviluppo territoriale.”

 

IL PROGRAMMA:

Workshop “l’Ecosistema dell’innovazione iNEST e collaborazioni pubblico-privato verso i digital twin del mare Adriatico (settentrionale)"

10:30 Introduzione:

Pierluigi Barbieri, coordinatore iNEST, Università di Trieste: “L’Ecosistema iNEST e la Research-driven innovation nella Blue Economy: dove siamo oggi”

Diego Santaliana, Polo Tecnologico Alto Adriatico – “Costruzione di relazioni tra enti di ricerca ed imprese presso l’Innovation Melting Pot-Urban Center di Trieste e messa a terra di progetti strategici”

Maria Cristina Pedicchio, presidente APRE, proposal KIC OneWater “Rendere concreta la Missione Oceani nella macroregione Adriatica”

Salvatore Dore, Trasferimento tecnologico e partecipazioni, Università di Trieste “Trasferimento tecnologico all’Università di Trieste e risposte alle sfide del sistema delle imprese”

 

10:50 Contributi dallo Spoke 8 dell’ecosistema dell’innovazione iNEST:

Stefano Querin OGS – Luca Manzoni UniTS – iNEST Spoke 8 Research Topic 5: “I contributi di Enti di ricerca ed aziende alla costituzione di digital twin dell’Adriatico settentrionale”

Ludovico Centis iNEST Spoke 8 Research Topic 4:” L’integrazione delle informazioni e la pianificazione nei sistemi costieri che cambiano”

11:10 Flash presentations: Risultati dei Bandi a Cascata e del bando CC2 Proof of Concept (Alessandra Citterio-DBA Group, Giuseppe Borruso-GEP Lab UniTS, vincitori BaC).

11:30 Giulia Carboni - Programme Coordination Manager for Sustainable Blue Economy at CINEA - European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency - “EU Key perspectives in sustainable innovation”

11:45 Tavola rotonda “Think Tank – The Blue Way. Clima, infrastrutture, ambiente: energie e progetti condivisi nello spazio Adriatico”: Barbieri (UniTS), Santaliana (PoloAA), Querin (OGS), Alberto Monachesi (Tipicità in Blue); Q&A.

12:30 Chiusura del workshop

Progetto “iNEST Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem”, ECS_00000043, parte del programma di ricerca dell’ecosistema dell’innovazione a valere sulle risorse del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR), M4C2 – Investimento 1.5 Creazione e rafforzamento di "Ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità”, Finanziato dall’Unione Europea, NextGenerationEU - CUP J43C22000320006.

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Nell’ambito delle attività dello Spoke 8 dell’Ecosistema dell’Innovazione iNEST
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Tre nuove Scuole di Specializzazione al via il 1° novembre

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Allergologi e immunologi clinici, anatomopatologi e chirurghi vascolari: saranno questi i profili dei futuri medici specialisti che l’Università di Trieste formerà attraverso tre nuove Scuole di Specializzazione, al via il 1° novembre.

Grazie a questo ulteriore ampliamento dell’offerta didattica, l’Ateneo triestino, attraverso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute (DSM), attiva quest’anno 32 Scuole di Specializzazione di area medica, il numero più alto di sempre, che accoglieranno fino a 254 nuovi specializzandi, grazie alle borse finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

I tre nuovi percorsi - Allergologia e immunologia clinica, Anatomia patologica e Chirurgia vascolare - si inseriscono in un trend di crescita consolidato che ha visto, nel corso dell’ultimo biennio, la nascita delle Scuole di Ematologia e di Microbiologia e Virologia (per non medici) e rappresentano un investimento mirato ad ampliare gli ambiti di specializzazione in settori cruciali per la salute dei cittadini e a rispondere alle esigenze del sistema sanitario.

Le Scuole di Specializzazione di area medica sono percorsi formativi post lauream, rivolti a laureati in Medicina e Chirurgia, la cui durata è di quattro o cinque anni (a seconda del corso), a cui si accede tramite concorso nazionale. Le specialità previste, solo per citarne alcune, vanno dalla chirurgia generale alla neurologia, dall’urologia alla ginecologia, dall’ortopedia alla medicina interna, fino alle cure palliative. Sono attivi e molto attrattivi, inoltre, anche i percorsi per formare cardiologi, dermatologi, gastroenterologi e pneumologi. 

Oltre alle Scuole di area medica, il Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute prevede anche un’offerta di area sanitaria e di area odontoiatrica. Nel primo caso, tre Scuole (Farmacologia e tossicologia clinica, Genetica medica e Microbiologia e virologia) presentano percorsi paralleli a quelli dell’area medica, ma riservati in questo caso a laureati magistrali in discipline di area biologica e farmaceutica. Presso l’Ateneo sono anche attive tutte le tre le Scuole di area odontoiatrica previste dall’ordinamento italiano, riservate ai laureati in Odontoiatria e protesi dentaria, che possono specializzarsi in chirurgia orale, odontoiatria pediatrica e in ortognatodonzia. 

L’ordinamento delle Scuole di specializzazione di area sanitaria e di area odontoiatrica sta attraversando una fase di revisione che prevede per la prima volta una limitata borsa di studio per gli iscritti, pur mantenendo la selezione a livello di Ateneo. I decreti attuativi sono in fase di definizione e consentiranno a breve l’avvio dei percorsi, che coinvolgeranno complessivamente altri 34 specializzandi. 

La stessa fase di revisione dell’ordinamento interessa anche Neuropsicologia: la 39esima Scuola dell’Università di Trieste - l’unica dell’area non medica e l’unica che afferisce al Dipartimento di Scienze della Vita - dovrebbe accogliere sei specializzandi. 

“La formazione degli specialisti - sostiene Luigi Murena, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di UniTS - è fondamentale per la sostenibilità del sistema sanitario e per rispondere alla domanda di salute dei cittadini. Il nostro Dipartimento è impegnato a sostenere l’ampliamento dell’offerta, che ha raggiunto il numero record di 38 Scuole, assicurando una formazione di qualità elevata e adempiendo a oneri organizzativi e amministrativi non banali. Le Scuole di Specializzazione ci consentono di formare giovani professionisti nell’ambito della salute che saranno protagonisti delle trasformazioni e delle grandi opportunità offerte dalle applicazioni delle nuove tecnologie e dai risultati della ricerca nella pratica clinica”.

Le nuove Scuole di Specializzazione nel dettaglio

Allergologia e Immunologia Clinica (direttore prof. Giacomo Emmi)       
La Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica è una novità assoluta per Trieste e per l’intera regione. Il percorso quadriennale offre una preparazione completa nell’immuno-allergologia pediatrica e dell’adulto, integrando attività cliniche in medicina interna, allergologia, immunologia e reumatologia, con una solida formazione laboratoristica. La Scuola risponde a un’esigenza assistenziale data la carenza di specialisti, mirando a formare professionisti con competenze aggiornate e trasversali. L’obiettivo è affrontare efficacemente le sfide diagnostiche e terapeutiche legate ad allergie, immunodeficienze, malattie autoimmuni e rare, promuovendo una rete formativa e assistenziale di eccellenza.

Chirurgia Vascolare (direttore prof. Sandro Lepidi)    
La Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare riapre a Trieste dopo 17 anni, offrendo una possibilità formativa unica in Friuli Venezia Giulia. Il percorso è dedicato ai giovani medici che desiderano specializzarsi nel trattamento delle patologie vascolari, sia arteriose che venose, dal punto di vista diagnostico, farmacologico e chirurgico. La formazione abbraccia sia la conoscenza della chirurgia tradizionale sia l'utilizzo delle sofisticate tecniche mini-invasive endovascolari. Gli specializzandi potranno usufruire di strutture all’avanguardia, come il nuovo Centro di Simulazione dell’Università e la sala operatoria “ibrida” di Chirurgia Vascolare, che permette interventi ad alta precisione. Gli specializzandi potranno usufruire di esperienze formative e di ricerca anche in collaborazione con centri di riferimento sia nazionali che internazionali.

Anatomia Patologica (direttore prof. Fabrizio Zanconati)     
La Scuola di Specializzazione in Anatomia Patologica torna a Trieste dopo essere stata gestita dal 2008 assieme all’Università di Udine, riprendendo una tradizione che risale ai primi anni '70. L'obiettivo è valorizzare le recenti innovazioni tecnologiche, in particolare la "Digital Pathology" con analisi computer-assistita dei preparati e la Diagnostica Molecolare Anatomopatologica applicata all'Oncologia. Tali tecnologie permetteranno di migliorare la selezione dei pazienti candidabili alle terapie personalizzate. Gli specializzandi potranno svolgere attività formative e di tesi nell’ambito oncologico, della citodiagnostica e degli screening. La scuola collaborerà con centri di eccellenza regionali e parteciperà a reti internazionali, come il Master europeo in Patologia Molecolare.

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UniTS formerà anche immunologi, anatomopatologi e chirurghi vascolari. Salgono a 38, numero record, le Scuole attivate dal DSM: potranno accogliere quasi 300 specializzandi
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Scuole di Specializzazione UniTS

Striscia di Gaza: in arrivo a UniTS uno studente palestinese

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È in arrivo a Trieste lo studente palestinese Ameer Alzerei, vincitore della Borsa di studio IUPALS - Italian Universities for Palestinian Students finanziata da UniTS.

La delegata della Rettrice per la Cooperazione allo Sviluppo Roberta Altin, dall’aeroporto di Milano dove ha accolto il ragazzo partito da Amman (Giordania), ha così commentato: “L’Università di Trieste vuole con questa iniziativa dimostrare il proprio sostegno agli studenti e alla popolazione palestinese che in questi mesi sta affrontando difficoltà estreme e inaccettabili. Sia le scuole che le università sono state distrutte e come rete universitaria italiana stiamo lavorando per sostenere  il diritto  allo studio dei giovani e delle giovani palestinesi”.

Il programma IUPALS è un’iniziativa ideata e promossa dalla CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane che consentirà di erogare 97 borse di studio distribuite tra 35 università italiane a studenti dei Territori Palestinesi affinché possano beneficiare di una formazione internazionale accedendo a programmi accademici in Italia.

La maggior parte dei ragazzi sono in arrivo in queste ore in Italia e stanno raggiungendo le diverse sedi universitarie che hanno offerto il loro appoggio.

Il progetto, condiviso con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell'Università e della Ricerca e il Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme, si è avvalso della collaborazione fondamentale anche della Guardia di Finanza, della Protezione Civile e del Meccanismo Europeo di Protezione Civile, del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, dell’Ambasciata d’Italia in Giordania, dell’Unità di Crisi della Farnesina, delle Scuole di Terrasanta e della Fondazione Giovanni Paolo II.

La possibilità di aprire un corridoio per studenti e studiosi da Gaza è stata una conquista difficile perché finora l’uscita dalla Striscia di Gaza era consentita solo per motivi sanitari o per ricongiungimento famigliare. L’arrivo di questo primo studente è stato coordinato dall’Unità di staff Cooperazione allo Sviluppo in sinergia con la delegata alla mobilità e relazioni internazionali, prof. ssa Elisabetta De Giorgi.

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È il vincitore della borsa di studio IUPALS finanziata dall’Università di Trieste
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Fibrosi epatica: UniTS presenta in Vietnam i risultati di un progetto di ricerca finanziato MAECI

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Il prof. Gabriele Grassi dell'Università di Trieste ha illustrato gli esiti conclusivi del progetto “Un nuovo approccio alla fibrosi epatica”, di cui è coordinatore scientifico per la parte italiana, nel corso di un congresso organizzato dalla University of Science di Ho Chi Minh City.

Il progetto, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) nell'ottica di consolidare le collaborazioni tra Italia e Vietnam, si è avvalso del contributo della prof.ssa Nhung Hai Truong, responsabile scientifica per la parte vietnamita.

La fibrosi epatica, oggetto di studio all'interno del progetto, è tra le principali emergenze di salute pubblica: oltre 800 milioni di persone nel mondo ne sono colpite e si registrano circa 2 milioni di decessi ogni anno. Ad oggi non esistono farmaci approvati. 

"Il contributo scientifico di UniTS - spiega Gabriele Grassi, docente di biochimica clinica al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute - si è concentrato sull'utilizzo di nuove molecole che mettono un freno all’attività di alcune cellule del fegato (le cosiddette cellule stellate), responsabili di avviare e alimentare la cicatrizzazione anomala del tessuto, cioè la fibrosi epatica”. 

Le molecole, sviluppate in collaborazione con il gruppo della prof.ssa Fulvia Felluga, docente di Chimica organica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche, hanno dimostrato di rallentare la crescita e di ridurre la tendenza alla fibrosi del fegato in queste cellule. Le verifiche sono state svolte in modelli di laboratorio che imitano la "consistenza" e la rigidità di un fegato fibrotico, in collaborazione con il prof. Mario Grassi (Dipartimento di Ingegneria e Architettura). 

I risultati ottenuti indicano una traiettoria concreta verso strategie terapeutiche innovative per una patologia ad alto impatto globale e confermano il ruolo dell’Università di Trieste nel promuovere ricerca interdisciplinare e partenariati internazionali orientati al trasferimento di conoscenza e al miglioramento delle prospettive terapeutiche.

Al termine della presentazione è stato firmato un Memorandum of Agreement tra la Faculty of Biology and Biotechnology della University of Science (Ho Chi Minh City) e il Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, con l’obiettivo di promuovere scambi di ricerca e didattica tra i due Atenei.

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Il prof. Gabriele Grassi (DSM) è stato coordinatore scientifico della parte italiana. Firmato un Memorandum tra UniTS e University of Science di Ho Chi Minh City
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Diritti umani e libertà nel dialogo tra le Corti sovranazionali e nazionali

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"La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo nel dialogo tra le Corti sovranazionali e nazionali" è stato il tema al centro della Conferenza inaugurale del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trieste per l'anno accademico 2025-2026. 

L'evento, che si è svolto nell'Aula Magna dell'Edificio A di Piazzale Europa, è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell'Interpretazione e della Traduzione (IUSLIT)  in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura (SSM), ha visto la partecipazione di ospiti di altissimo profilo scientifico e professionale.

Gli indirizzi di saluto sono stati portati dalla Magnifica Rettrice Donata Vianelli e dal Coordinatore del CdLM Nicola Muffato. La rettrice Vianelli ha ricordato gli eccellenti risultati di placement del corso, risultato secondo in Italia per tasso di occupazione dei laureati, secondo i recenti report ripresi dalla stampa nazionale su dati AlmaLaurea.

Il Giudice del Tribunale di Trieste e referente per la formazione della SSM, Gloria Carlesso, ha introdotto i lavori ricordando due importanti anniversari: i 25 anni dalla proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (Nizza, 2000) e i 75 anni dalla firma della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) a Roma nel 1950. Carlesso ha sottolineato la necessità di riflettere sul peso di parole come libertà e dignità, piantate come "seme" nel dopoguerra, e ha illustrato la compresenza dei tre sistemi di salvaguardia dei diritti fondamentali: la Costituzione italiana (Corte Costituzionale), la CEDU (Corte di Strasburgo), e la Carta dell'Unione europea (Corte di Giustizia).

A seguire, il Direttore del Dipartimento IUSLIT, Gian Paolo Dolso, ha rimarcato la natura complessa e interdisciplinare dei fenomeni giuridici. Dolso ha evidenziato l'importanza del livello sovranazionale, che si interseca con quello nazionale, citando l'articolo 117, comma 1, della Costituzione (modificato nel 2001) che vincola la potestà legislativa agli obblighi internazionali, inclusa la CEDU.

Il cuore della conferenza si è concentrato poi sugli interventi di tre ospiti illustri.

Raffaele Sabato, Giudice per l’Italia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha svolto la sua relazione su "Origine, interpretazione ed effettività delle norme CEDU". Sabato ha ripercorso la costituzione del Consiglio d’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l'obiettivo di sottoporre il rispetto dei valori fondamentali di umanità a supervisione internazionale. Il Giudice Sabato ha poi analizzato i meccanismi di applicazione della Convenzione, in particolare il principio di sussidiarietà, che impone l'esaurimento dei ricorsi interni prima di rivolgersi a Strasburgo. Ha discusso la dottrina dello "strumento vivente" (che evolve in base al consenso europeo), la dottrina dei "concetti autonomi" (per evitare la "truffa delle etichette" da parte degli Stati) e l'importanza del precedente (tipico del diritto anglosassone) nell'applicazione della CEDU. Ha infine fornito dati sulle pendenze della Corte, notando che l'Italia, pur essendo al settimo posto tra i maggiori "clienti" della Corte al settembre 2025, presenta violazioni ricorrenti in materia di protezione della proprietà (Art. 1, Protocollo 1) e mancata esecuzione delle sentenze definitive, come nei casi di dissesto comunale.

Pietro Franzina, professore ordinario di diritto internazionale all'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha trattato "I diritti dell’uomo nel processo di integrazione europea, tra la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea". Franzina ha ricostruito l'evoluzione storica dell'integrazione, partita senza riferimenti espliciti ai diritti fondamentali nei trattati originari. Ha evidenziato come la Corte di Giustizia sia stata la prima a intervenire, sviluppando i diritti fondamentali come principi generali del diritto comunitario basandosi sulle "tradizioni costituzionali comuni". Il professore ha chiarito che la Carta di Nizza (2000), sebbene oggi abbia lo stesso valore giuridico dei Trattati, si applica agli Stati membri solo quando attuano il diritto dell'Unione. Franzina ha toccato il tema del mancato completamento del programma di adesione dell'Unione alla CEDU, ancora in corso, e ha concluso con l'esempio concreto della Direttiva sulle SLAPPs (Strategic Lawsuits Against Public Participation) che mira a contrastare le azioni legali intimidatorie contro giornalisti e attivisti, difendendo la libertà d'espressione.

Infine, Nicola Lupo, professore ordinario di diritto costituzionale all'Università LUISS Guido Carli di Roma, ha analizzato "La Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la Costituzione italiana". Lupo ha invitato a non schiacciare il ruolo del legislatore, la cui attività è resa estremamente complessa dal quadro normativo internazionale e sovranazionale. Ha messo in guardia dal vedere il dialogo tra le Corti come una lotta, sostenendo che i rapporti si svolgono prevalentemente in chiave collaborativa, anche nei casi di contrasto noti (come il caso Taricco). Il professore ha lamentato la mancata ratifica da parte dell'Italia del Protocollo numero 16 della CEDU, che permetterebbe alle giurisdizioni superiori nazionali di rivolgere quesiti consultivi alla Corte di Strasburgo, una "opportunità persa". In chiusura, Lupo ha descritto la Costituzione italiana come una "Costituzione triangolare", costantemente evoluta e completata dall'interpretazione conforme al diritto dell'Unione e alla CEDU.

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Inaugurato in Aula Magna l'a.a. della LM di Giurisprudenza. Tra i relatori di prestigio della conferenza Raffaele Sabato, giudice CEDU
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Riuniti a Trieste gli studenti del Doppio Diploma tra UniTS e Université Paris Cité

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L’Università di Trieste ha ospitato la scorsa settimana un International workshop inserito nelle attività del programma di Doppio Diploma tra il corso di Laurea Magistrale in Genomica funzionale del Dipartimento di Scienze della Vita (DSV) e il Master de Génétique dell’Université Paris Cité.

L’iniziativa ha permesso alle studentesse e agli studenti dei due corsi di laurea consorziati di incontrarsi e frequentare assieme un intenso programma formativo.

Il doppio diploma universitario, noto anche come Double Degree, è un percorso di studi integrato tra un'università italiana e una o più università straniere che permette di conseguire contemporaneamente due titoli universitari rilasciati da entrambi gli Atenei.

Il Doppio Diploma in essere tra UniTS e Université Paris Cité, attivo da ormai 17 anni, prevede che gli studenti frequentino il primo semestre del secondo anno nella sede consorziata, mentre nel secondo semestre svolgano l’internato di ricerca presso la sede consorziata o in altri laboratori in Italia o all’estero. 

Da 7 anni, inoltre, il corso di Laurea Magistrale in Genomica funzionale ha avviato un Double Degree con l’Università di Rennes che amplia ulteriormente le opportunità di scambio. 

Il workshop ospitato da UniTS ha coinvolto circa 50 partecipanti, che comprendevano gli studenti dei corsi di laurea di Trieste e Parigi, a cui si sono aggiunti anche quelli di Rennes in mobilità e gli Erasmus provenienti dalla Polonia.

Il programma ha previsto seminari coordinati da ricercatrici e ricercatori dell’Università di Trieste, dell’Università di Udine, della SISSA e di altri istituti del territorio, nonché dai colleghi francesi che partecipano alle attività e svolgono delle visite presso i laboratori di ricerca presenti a Trieste.

Una parte del programma è stata dedicata alla Microscopia avanzata con la visita al CIMA – Consorzio Interdipartimentale di Microscopia Avanzata di UniTS. Un pomeriggio è stato infine riservato alla sessione poster, dove studentesse e studenti hanno presentato e discusso in modo informale le attività di ricerca svolte durante il loro percorso.

Il programma è sostenuto da un finanziamento triennale dell’Università Italo-Francese (UIF), con l’obiettivo di rafforzare la mobilità studentesca e promuovere una formazione integrata nei campi della Genomica e della Genetica.

«Questa iniziativa - spiega il prof. Guidalberto Manfioletti, coordinatore dei programmi di Doppio Diploma del DSV - rappresenta un’importante opportunità per gli studenti di arricchire il proprio percorso accademico attraverso esperienze di studio e ricerca all’estero e di approfondire le proprie competenze in maniera attiva, favorendo l’ingresso in percorsi di ricerca come il Dottorato e l’inserimento in un mercato del lavoro sia in ambito nazionale che internazionale».

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Workshop internazionale intensivo per gli studenti della LM in Genomica Funzionale e del Master de Génétique
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Lupus: spiegato il meccanismo che aumenta il rischio di trombosi

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Uno studio pubblicato su Arthritis & Rheumatology chiarisce con dati clinici, tissutali e di laboratorio perché nel lupus eritematoso sistemico (LES) il rischio di eventi cardiovascolari sia così elevato. La ricerca vede una collaborazione tra Giacomo Emmi, immunologo e docente di Medicina interna dell’Università di Trieste, con i gruppi di ricerca di Matteo Becatti, Claudia Fiorillo e Domenico Prisco dell’Università di Firenze.

Il LES è una malattia autoimmune sistemica che può colpire diversi organi. In Italia riguarda oltre 60 mila persone, soprattutto donne in età fertile. Per chi ne è affetto, il rischio di trombosi arteriosa e venosa può essere da due a dieci volte superiore rispetto alla popolazione generale. Non è solo questione di colesterolo o pressione, ma a pesare sarebbe l’infiammazione cronica della malattia. 

Al centro ci sarebbe lo stress ossidativo, cioè lo squilibrio tra sostanze ossidanti prodotte dalle nostre cellule e le difese antiossidanti che dovrebbero neutralizzarle. Nei pazienti con LES, in particolare, alcune cellule di difesa – i neutrofili – risultano più attive del normale e alimentano questo squilibrio. In un ambiente così “ossidante” cambia il comportamento del fibrinogeno, la proteina che fa da rete al coagulo: le fibre che si formano diventano più fitte e poco permeabili, e i coaguli risultano più difficili da sciogliere. È il passaggio che collega direttamente infiammazione e rischio trombotico.

Lo studio ha coinvolto 144 pazienti adulti con LES e 90 soggetti sani come controllo. Le analisi del sangue documentano lo stress ossidativo più alto nei pazienti e la correlazione con l’attività di malattia. Le osservazioni nei tessuti confermano il quadro: nelle biopsie renali di persone con nefrite lupica attiva (ovvero infiammazione dei reni) compaiono i segni dello stesso meccanismo proprio dove l’infiammazione è più intensa, a dimostrazione che non si tratta solo di un fenomeno circolante ma che il danno si manifesta anche a livello d’organo.

Per verificare che il legame fosse davvero causale, il gruppo ha riprodotto il fenomeno in laboratorio. Quando il fibrinogeno viene esposto a un ambiente ossidante, i coaguli diventano più compatti e resistenti; quando si aggiunge un antiossidante di riferimento, l’effetto scompare. La sequenza risulta così chiara: più infiammazione → più stress ossidativo → fibrinogeno alterato → coaguli più difficili da dissolvere.

“Questi risultati forniscono una comprensione più profonda del legame tra la malattia autoimmune e le complicanze cardiovascolari”, sostiene il prof. Giacomo Emmi, che insegna al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Ateneo triestino, è Direttore dell’UCO Medicina Clinica e Coordinatore Scientifico dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina. 

“Lo stress ossidativo – spiega Emmi - emerge come un nuovo potenziale bersaglio terapeutico. Accanto al controllo dei fattori di rischio tradizionali e dell'attività della malattia, future terapie potrebbero essere mirate a modulare questi circuiti ossidativi per proteggere in modo più efficace il cuore e i vasi sanguigni dei pazienti affetti da Lupus”. 

Riferimento: ROS‑induced modifications of fibrin clots connect immune responses to atherothrombosis in systemic lupus erythematosus, in Arthritis & Rheumatology. DOI: 10.1002/art.43371.

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Studio UniTS-UniFI coordinato da Giacomo Emmi (DSM): lo stress ossidativo è all’origine di un rischio da 2 a 10 volte superiore per chi soffre della patologia autoimmune
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Giornata mondiale della salute mentale: l’Università di Trieste aderisce alla campagna 2025

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Il 10 ottobre l’Università di Trieste aderisce alla Giornata mondiale della salute mentale, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla World Federation for Mental Health (WFMH). L’edizione 2025 richiama l’attenzione sulla salute mentale nelle emergenze umanitarie e, in particolare, sull’accesso ai servizi per le persone colpite da crisi e catastrofi.

Secondo i dati OMS più recenti, quasi una persona su sette nel mondo (circa 1,1 miliardi) convive con un disturbo mentale; ansia e depressione sono tra le diagnosi più diffuse. Nonostante l’esistenza di interventi efficaci di prevenzione e cura, molte persone non ricevono ancora un adeguato supporto e sperimentano stigma e discriminazioni. In questo contesto, l’Università di Trieste conferma il proprio impegno a favorire consapevolezza, accesso equo e prevenzione precoce.

Il contributo dell’Ateneo

In occasione della Giornata, giovedì 10 ottobre a Pordenone si svolgerà il Congresso regionale della Società Italiana di Psichiatria – Sezione Friuli Venezia Giulia (SIP) dedicato al rapporto tra disturbo psichico e dipendenze. L'Università di Trieste sarà rappresentata dal prof. Umberto Albert, professore associato di Psichiatria, Direttore della UCO Clinica Psichiatrica di ASUGI e presidente regionale SIP.

"La frequente comorbidità tra disturbi psichiatrici e dipendenze è di crescente rilevanza, in particolare tra i giovani",  spiega Albert, che insegna al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute. "l’esordio della patologia psichiatrica, la presentazione clinica e gli esiti dei trattamenti possono essere profondamente condizionati dall’uso di sostanze, incluse le nuove sostanze psicoattive. Per questo, i professionisti della salute mentale e delle dipendenze sono chiamati a modelli di presa in carico integrati e coordinati, a partire dal concetto di doppia diagnosi, superando così la tradizionale separazione fra percorsi e servizi".

 

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Attenzione alla vulnerabilità nelle emergenze umanitarie e all’accesso ai servizi per le persone colpite da catastrofi. UniTS in convegno a Pordenone affronta il rapporto tra disturbo psichico e dipendenze
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Sicurezza antincendio delle facciate fotovoltaiche: si conclude il progetto 3FiRES Italia - Cina

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Sono stati presentati all'Università di Trieste i risultati del progetto 3FiRES - Research on BIPV Photovoltaic Facades for Fire Spread Mechanisms, Structural Failures and Resilience Improvement Methodologies, che ha visto la partnership dell'Ateneo triestino e della University of Science and Technology of China (USTC).

3FiRES è uno dei dieci progetti di grande rilevanza selezionati all'interno del Programma Esecutivo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica tra Italia e Cina,  iniziativa bilaterale co‑finanziata dal MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal MOST – Ministry of Science and Technology of China.

La collaborazione, di durata biennale e con un finanziamento complessivo di 500 mila euro, è stata coordinata dalla prof.ssa Chiara Bedon (UniTS) e dal prof. Yu Wang (USTC).

Collocato nell’ambito “Green Energy and related research”, 3FiRES ha studiato – con metodi analitici, numerici ed esperimentali – il comportamento delle facciate fotovoltaiche integrate (BIPV, Building Integrated Photovoltaics) sottoposte ad azioni estreme e accidentali, in particolare l’incendio. Questi sistemi innovativi per la generazione elettrica contribuiscono in modo significativo alla sostenibilità delle costruzioni green e devono al contempo garantire prestazioni strutturali e architettoniche adeguate anche in condizioni limite.

Per l’Università di Trieste lo studio ha visto la collaborazione di un gruppo multidisciplinare del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA), che ha messo a sistema competenze di ingegneria civile, elettrica e architettura, grazie al coinvolgimento di Alessandro Massi Pavan, Vanni Lughi, Luca Cozzarini, Marco Fasan, Adriano Venudo e con la partecipazione di diversi giovani ricercatori.

L’attività ha compreso estese campagne sperimentali svolte nei laboratori del DIA a Trieste e, soprattutto, presso lo State Key Laboratory of Fire Science (USTC) a Hefei e il Fire Laboratory dello Slovenian National Building and Civil Engineering Institute (ZAG) a Logatec. I dati raccolti hanno consentito di sviluppare e affinare strategie di modellazione numerica ad elementi finiti. 

I risultati sono stati disseminati attraverso numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e presentazioni in conferenze di primo piano, oltre a due volumi editi da EUT – Trieste University Press. Un esito di particolare rilievo è il brevetto depositato presso la China National Intellectual Property Administration (CNIPA) e concesso nell’aprile 2025.

Il brevetto riguarda la prototipazione di un dispositivo e metodo di indagine sperimentale per l’analisi di vetri fotovoltaici integrati sottoposti a incendio, che permette di variare diversi parametri di prova. La proprietà intellettuale dell'opera è dei seguenti ricercatori: prof. Yu Wang, dott. Haonan Chen, dott. Dezhi Ran, dott. Wei Chu, prof. Chiara Bedon.

Alcune prime applicazioni e risultati dello studio alla base del brevetto sono stati pubblicati sull’International Journal of Thermal Sciences.

Abstract
Finanziato dal MAECI e dal Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese, lo studio ha visto la partecipazione dei ricercatori del DIA coordinati da Chiara Bedon. Tra gli output anche il deposito di un brevetto
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Laureati magistrali UniTS tra i più richiesti in Italia

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Frequentare la laurea magistrale all’Università di Trieste incide in modo molto positivo su occupabilità e prospettive carriera. Le elaborazioni dell’Osservatorio Talents Venture su dati AlmaLaurea 2024/2025, riportate da Il Sole 24 Ore, evidenziano che i laureati UniTS hanno tassi di ingresso nel mercato del lavoro che permettono all'Ateneo triestino di eccellere a livello nazionale. 

Questi risultati sono il frutto di un lavoro che unisce un’offerta formativa di secondo livello (magistrali biennali e a ciclo unico) in costante aggiornamento e attenta alle esigenze e alle evoluzioni del mondo produttivo a un placement capace di orientare e preparare studenti e neolaureati all'avvio della carriera lavorativa.

A contare, dunque, non è solo l’ambito di studio, ma anche l’ateneo in cui si consegue il titolo: per lo stesso corso le differenze tra università possono superare i 50–60 punti percentuali nel tasso di occupazione.

Cinque podi, quattro primi posti
Nei ranking per gruppo disciplinare UniTS ottiene il 1° posto nell’area Economico (LM biennale) con 96% di occupati, il 1° posto nel gruppo Medico‑sanitario e farmaceutico (Ciclo unico) con 95,6%, e il 1° posto in Architettura e Ingegneria Civile sia per le LM biennali sia per i Corsi a ciclo unico, in entrambi i casi con 100% (ex aequo nazionale). Completa il quadro il 2° posto nel gruppo Giuridico (Ciclo unico), con 78,8%, a ridosso della vetta.

Questi risultati coprono ambiti professionali importanti per lo sviluppo e l’innovazione: dalle aree tecnico‑ingegneristiche e medico‑sanitarie ai percorsi economici e giuridici.

Un ateneo orientato verso il mercato del lavoro
L’’Ateneo ha consolidato negli anni un sistema di placement strutturato, coordinato dal Career Service di Ateneo che organizza un evento come job@UniTS, il Career day che ogni anno ospita oltre 50 aziende e coinvolge circa 700 studenti e neolaureati, confermandosi un momento chiave di incontro tra domanda e offerta di lavoro. 

L'offerta di servizi rivolti agli studenti prevede inoltre laboratori di orientamento dedicati alla stesura del curriculum vitae, alla simulazione di colloqui di selezione e allo sviluppo delle soft skills, ma anche attraverso la promozione di tirocini curricolari e l’attivazione di tirocini post lauream, recruiting day di aziende leader di settore a livello internazionale, progetti occupazionali mirati e una rete Alumni in raccordo con imprese e istituzioni. 

L’obiettivo è ridurre i tempi di ingresso nel lavoro e consolidare relazioni stabili con il tessuto produttivo; i dati AlmaLaurea confermano, inoltre, retribuzioni superiori alla media nazionale, con una progressione positiva a cinque anni.

Imprenditorialità e cultura dell’innovazione
Accanto al placement, UniTS ha sviluppato un percorso di avvio all’imprenditorialità con l’Innovators Community Lab (ICLab), un percorso che unisce role‑modeling, mentoring, visite in azienda e project work per unire le competenze accademiche alla cultura d’impresa e offire ulteriori opportunità di sviluppo professionale agli studenti.

Un'offerta formativa in costante aggiornamento
Anche nell'anno accademico 2025/2026 l’offerta formativa di secondo livello UniTS si aggiorna in chiave internazionale e professionalizzante. Sono aperte le iscrizioni anche a tre nuove lauree magistrali — Psicologia Sociale e Cognitiva Applicata (profili non clinici, accesso all’abilitazione), Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (teleriabilitazione, IA, robotica, sostenibilità) e PoSIG – Joint Master’s in Political Science – Integration & Governance (in inglese, sede a Gorizia, joint degree) — insieme alla triennale Earth Sciences for Sustainable Development (in inglese, georisorse e rischio geologico).

Abstract
Occupazione a un anno dal titolo: il report di Talents Venture sul Sole 24 Ore incorona UniTS. Prima in Italia nelle aree Economica, Medica e Farmaceutica, di Architettura e di Ingegneria Civile; seconda nell'area di Giurisprudenza
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