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Lupus: spiegato il meccanismo che aumenta il rischio di trombosi

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Uno studio pubblicato su Arthritis & Rheumatology chiarisce con dati clinici, tissutali e di laboratorio perché nel lupus eritematoso sistemico (LES) il rischio di eventi cardiovascolari sia così elevato. La ricerca vede una collaborazione tra Giacomo Emmi, immunologo e docente di Medicina interna dell’Università di Trieste, con i gruppi di ricerca di Matteo Becatti, Claudia Fiorillo e Domenico Prisco dell’Università di Firenze.

Il LES è una malattia autoimmune sistemica che può colpire diversi organi. In Italia riguarda oltre 60 mila persone, soprattutto donne in età fertile. Per chi ne è affetto, il rischio di trombosi arteriosa e venosa può essere da due a dieci volte superiore rispetto alla popolazione generale. Non è solo questione di colesterolo o pressione, ma a pesare sarebbe l’infiammazione cronica della malattia. 

Al centro ci sarebbe lo stress ossidativo, cioè lo squilibrio tra sostanze ossidanti prodotte dalle nostre cellule e le difese antiossidanti che dovrebbero neutralizzarle. Nei pazienti con LES, in particolare, alcune cellule di difesa – i neutrofili – risultano più attive del normale e alimentano questo squilibrio. In un ambiente così “ossidante” cambia il comportamento del fibrinogeno, la proteina che fa da rete al coagulo: le fibre che si formano diventano più fitte e poco permeabili, e i coaguli risultano più difficili da sciogliere. È il passaggio che collega direttamente infiammazione e rischio trombotico.

Lo studio ha coinvolto 144 pazienti adulti con LES e 90 soggetti sani come controllo. Le analisi del sangue documentano lo stress ossidativo più alto nei pazienti e la correlazione con l’attività di malattia. Le osservazioni nei tessuti confermano il quadro: nelle biopsie renali di persone con nefrite lupica attiva (ovvero infiammazione dei reni) compaiono i segni dello stesso meccanismo proprio dove l’infiammazione è più intensa, a dimostrazione che non si tratta solo di un fenomeno circolante ma che il danno si manifesta anche a livello d’organo.

Per verificare che il legame fosse davvero causale, il gruppo ha riprodotto il fenomeno in laboratorio. Quando il fibrinogeno viene esposto a un ambiente ossidante, i coaguli diventano più compatti e resistenti; quando si aggiunge un antiossidante di riferimento, l’effetto scompare. La sequenza risulta così chiara: più infiammazione → più stress ossidativo → fibrinogeno alterato → coaguli più difficili da dissolvere.

“Questi risultati forniscono una comprensione più profonda del legame tra la malattia autoimmune e le complicanze cardiovascolari”, sostiene il prof. Giacomo Emmi, che insegna al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Ateneo triestino, è Direttore dell’UCO Medicina Clinica e Coordinatore Scientifico dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina. 

“Lo stress ossidativo – spiega Emmi - emerge come un nuovo potenziale bersaglio terapeutico. Accanto al controllo dei fattori di rischio tradizionali e dell'attività della malattia, future terapie potrebbero essere mirate a modulare questi circuiti ossidativi per proteggere in modo più efficace il cuore e i vasi sanguigni dei pazienti affetti da Lupus”. 

Riferimento: ROS‑induced modifications of fibrin clots connect immune responses to atherothrombosis in systemic lupus erythematosus, in Arthritis & Rheumatology. DOI: 10.1002/art.43371.

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Studio UniTS-UniFI coordinato da Giacomo Emmi (DSM): lo stress ossidativo è all’origine di un rischio da 2 a 10 volte superiore per chi soffre della patologia autoimmune
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Giornata mondiale della salute mentale: l’Università di Trieste aderisce alla campagna 2025

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Il 10 ottobre l’Università di Trieste aderisce alla Giornata mondiale della salute mentale, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla World Federation for Mental Health (WFMH). L’edizione 2025 richiama l’attenzione sulla salute mentale nelle emergenze umanitarie e, in particolare, sull’accesso ai servizi per le persone colpite da crisi e catastrofi.

Secondo i dati OMS più recenti, quasi una persona su sette nel mondo (circa 1,1 miliardi) convive con un disturbo mentale; ansia e depressione sono tra le diagnosi più diffuse. Nonostante l’esistenza di interventi efficaci di prevenzione e cura, molte persone non ricevono ancora un adeguato supporto e sperimentano stigma e discriminazioni. In questo contesto, l’Università di Trieste conferma il proprio impegno a favorire consapevolezza, accesso equo e prevenzione precoce.

Il contributo dell’Ateneo

In occasione della Giornata, giovedì 10 ottobre a Pordenone si svolgerà il Congresso regionale della Società Italiana di Psichiatria – Sezione Friuli Venezia Giulia (SIP) dedicato al rapporto tra disturbo psichico e dipendenze. L'Università di Trieste sarà rappresentata dal prof. Umberto Albert, professore associato di Psichiatria, Direttore della UCO Clinica Psichiatrica di ASUGI e presidente regionale SIP.

"La frequente comorbidità tra disturbi psichiatrici e dipendenze è di crescente rilevanza, in particolare tra i giovani",  spiega Albert, che insegna al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute. "l’esordio della patologia psichiatrica, la presentazione clinica e gli esiti dei trattamenti possono essere profondamente condizionati dall’uso di sostanze, incluse le nuove sostanze psicoattive. Per questo, i professionisti della salute mentale e delle dipendenze sono chiamati a modelli di presa in carico integrati e coordinati, a partire dal concetto di doppia diagnosi, superando così la tradizionale separazione fra percorsi e servizi".

 

Abstract
Attenzione alla vulnerabilità nelle emergenze umanitarie e all’accesso ai servizi per le persone colpite da catastrofi. UniTS in convegno a Pordenone affronta il rapporto tra disturbo psichico e dipendenze
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Sicurezza antincendio delle facciate fotovoltaiche: si conclude il progetto 3FiRES Italia - Cina

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Sono stati presentati all'Università di Trieste i risultati del progetto 3FiRES - Research on BIPV Photovoltaic Facades for Fire Spread Mechanisms, Structural Failures and Resilience Improvement Methodologies, che ha visto la partnership dell'Ateneo triestino e della University of Science and Technology of China (USTC).

3FiRES è uno dei dieci progetti di grande rilevanza selezionati all'interno del Programma Esecutivo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica tra Italia e Cina,  iniziativa bilaterale co‑finanziata dal MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal MOST – Ministry of Science and Technology of China.

La collaborazione, di durata biennale e con un finanziamento complessivo di 500 mila euro, è stata coordinata dalla prof.ssa Chiara Bedon (UniTS) e dal prof. Yu Wang (USTC).

Collocato nell’ambito “Green Energy and related research”, 3FiRES ha studiato – con metodi analitici, numerici ed esperimentali – il comportamento delle facciate fotovoltaiche integrate (BIPV, Building Integrated Photovoltaics) sottoposte ad azioni estreme e accidentali, in particolare l’incendio. Questi sistemi innovativi per la generazione elettrica contribuiscono in modo significativo alla sostenibilità delle costruzioni green e devono al contempo garantire prestazioni strutturali e architettoniche adeguate anche in condizioni limite.

Per l’Università di Trieste lo studio ha visto la collaborazione di un gruppo multidisciplinare del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA), che ha messo a sistema competenze di ingegneria civile, elettrica e architettura, grazie al coinvolgimento di Alessandro Massi Pavan, Vanni Lughi, Luca Cozzarini, Marco Fasan, Adriano Venudo e con la partecipazione di diversi giovani ricercatori.

L’attività ha compreso estese campagne sperimentali svolte nei laboratori del DIA a Trieste e, soprattutto, presso lo State Key Laboratory of Fire Science (USTC) a Hefei e il Fire Laboratory dello Slovenian National Building and Civil Engineering Institute (ZAG) a Logatec. I dati raccolti hanno consentito di sviluppare e affinare strategie di modellazione numerica ad elementi finiti. 

I risultati sono stati disseminati attraverso numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e presentazioni in conferenze di primo piano, oltre a due volumi editi da EUT – Trieste University Press. Un esito di particolare rilievo è il brevetto depositato presso la China National Intellectual Property Administration (CNIPA) e concesso nell’aprile 2025.

Il brevetto riguarda la prototipazione di un dispositivo e metodo di indagine sperimentale per l’analisi di vetri fotovoltaici integrati sottoposti a incendio, che permette di variare diversi parametri di prova. La proprietà intellettuale dell'opera è dei seguenti ricercatori: prof. Yu Wang, dott. Haonan Chen, dott. Dezhi Ran, dott. Wei Chu, prof. Chiara Bedon.

Alcune prime applicazioni e risultati dello studio alla base del brevetto sono stati pubblicati sull’International Journal of Thermal Sciences.

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Finanziato dal MAECI e dal Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese, lo studio ha visto la partecipazione dei ricercatori del DIA coordinati da Chiara Bedon. Tra gli output anche il deposito di un brevetto
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Laureati magistrali UniTS tra i più richiesti in Italia

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Frequentare la laurea magistrale all’Università di Trieste incide in modo molto positivo su occupabilità e prospettive carriera. Le elaborazioni dell’Osservatorio Talents Venture su dati AlmaLaurea 2024/2025, riportate da Il Sole 24 Ore, evidenziano che i laureati UniTS hanno tassi di ingresso nel mercato del lavoro che permettono all'Ateneo triestino di eccellere a livello nazionale. 

Questi risultati sono il frutto di un lavoro che unisce un’offerta formativa di secondo livello (magistrali biennali e a ciclo unico) in costante aggiornamento e attenta alle esigenze e alle evoluzioni del mondo produttivo a un placement capace di orientare e preparare studenti e neolaureati all'avvio della carriera lavorativa.

A contare, dunque, non è solo l’ambito di studio, ma anche l’ateneo in cui si consegue il titolo: per lo stesso corso le differenze tra università possono superare i 50–60 punti percentuali nel tasso di occupazione.

Cinque podi, quattro primi posti
Nei ranking per gruppo disciplinare UniTS ottiene il 1° posto nell’area Economico (LM biennale) con 96% di occupati, il 1° posto nel gruppo Medico‑sanitario e farmaceutico (Ciclo unico) con 95,6%, e il 1° posto in Architettura e Ingegneria Civile sia per le LM biennali sia per i Corsi a ciclo unico, in entrambi i casi con 100% (ex aequo nazionale). Completa il quadro il 2° posto nel gruppo Giuridico (Ciclo unico), con 78,8%, a ridosso della vetta.

Questi risultati coprono ambiti professionali importanti per lo sviluppo e l’innovazione: dalle aree tecnico‑ingegneristiche e medico‑sanitarie ai percorsi economici e giuridici.

Un ateneo orientato verso il mercato del lavoro
L’’Ateneo ha consolidato negli anni un sistema di placement strutturato, coordinato dal Career Service di Ateneo che organizza un evento come job@UniTS, il Career day che ogni anno ospita oltre 50 aziende e coinvolge circa 700 studenti e neolaureati, confermandosi un momento chiave di incontro tra domanda e offerta di lavoro. 

L'offerta di servizi rivolti agli studenti prevede inoltre laboratori di orientamento dedicati alla stesura del curriculum vitae, alla simulazione di colloqui di selezione e allo sviluppo delle soft skills, ma anche attraverso la promozione di tirocini curricolari e l’attivazione di tirocini post lauream, recruiting day di aziende leader di settore a livello internazionale, progetti occupazionali mirati e una rete Alumni in raccordo con imprese e istituzioni. 

L’obiettivo è ridurre i tempi di ingresso nel lavoro e consolidare relazioni stabili con il tessuto produttivo; i dati AlmaLaurea confermano, inoltre, retribuzioni superiori alla media nazionale, con una progressione positiva a cinque anni.

Imprenditorialità e cultura dell’innovazione
Accanto al placement, UniTS ha sviluppato un percorso di avvio all’imprenditorialità con l’Innovators Community Lab (ICLab), un percorso che unisce role‑modeling, mentoring, visite in azienda e project work per unire le competenze accademiche alla cultura d’impresa e offire ulteriori opportunità di sviluppo professionale agli studenti.

Un'offerta formativa in costante aggiornamento
Anche nell'anno accademico 2025/2026 l’offerta formativa di secondo livello UniTS si aggiorna in chiave internazionale e professionalizzante. Sono aperte le iscrizioni anche a tre nuove lauree magistrali — Psicologia Sociale e Cognitiva Applicata (profili non clinici, accesso all’abilitazione), Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (teleriabilitazione, IA, robotica, sostenibilità) e PoSIG – Joint Master’s in Political Science – Integration & Governance (in inglese, sede a Gorizia, joint degree) — insieme alla triennale Earth Sciences for Sustainable Development (in inglese, georisorse e rischio geologico).

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Occupazione a un anno dal titolo: il report di Talents Venture sul Sole 24 Ore incorona UniTS. Prima in Italia nelle aree Economica, Medica e Farmaceutica, di Architettura e di Ingegneria Civile; seconda nell'area di Giurisprudenza
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UniTS appoggia la dichiarazione CoPER per la crisi umanitaria a Gaza

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UniTS desidera fare sua la posizione di CoPER - Consulta dei Presidenti degli enti pubblici di ricerca, che in una nota “condivide i sentimenti di orrore, dolore, indignazione, angoscia per la drammatica crisi umanitaria che la popolazione palestinese sta subendo a causa delle azioni militari intraprese dal Governo israeliano nel territorio della Striscia di Gaza. La brutale azione terroristica messa in atto da Hamas il 7 ottobre 2023 non può in alcun modo giustificare ciò che viene inflitto ai civili palestinesi, vittime di continui attacchi, bombardamenti e carestia.

Condanna le azioni che hanno causato e continuano a causare migliaia di vittime civili, di cui moltissimi bambini e bambine. Condanna, inoltre, gli impedimenti all’accesso agli aiuti, in piena violazione del diritto umanitario internazionale, e la distruzione di infrastrutture civili essenziali. Una tragedia per la quale la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato il rischio di violazione della Convenzione sul genocidio, tesi confermata da una commissione speciale delle Nazione Unite che ha concluso che le pratiche di guerra di Israele a Gaza “presentano elementi caratteristici del genocidio”.

UniTS vuole inoltre ricordare in questi drammatici giorni che il suo agire si ispira al rispetto dei principi costituzionali, con specifico riferimento all’Art. 11 della Costituzione, che afferma che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»; all’Art. 33, che sancisce che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento», con ciò affermando con forza il valore di libertà della ricerca; ai valori sanciti nel proprio Statuto e nel proprio Codice Etico. 

La comunità UniTS raccoglie e fa propri l’apprensione e il turbamento dell’intera comunità universitaria italiana rispetto a tutte le guerre in corso nel mondo, con particolare riferimento alla crisi in corso a Gaza, manifestando il proprio dolore per le enormi sofferenze provocate alle popolazioni civili coinvolte. 

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La Consulta dei Presidenti degli enti pubblici di ricerca esprime dolore, indignazione e angoscia per la drammatica crisi umanitaria che la popolazione palestinese sta subendo
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Realizzato a Trieste il primo cristallo bidimensionale di ossido di boro

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Una ricerca svolta congiuntamente dal CNR - Istituto Officina dei Materiali (CNR-IOM), dalle Università di Trieste e Innsbruck e da Elettra Sincrotrone Trieste ha sintetizzato una nuova forma cristallina di triossido di diboro, integralmente composta da unità strutturali finora osservate solo nella sua forma vetrosa, cioè disordinata. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, conferma sperimentalmente l’esistenza di questa struttura, finora prevista solo teoricamente, e apre l’esplorazione di futuri utilizzi applicativi di questo nuovo materiale.

L’ossido di boro è comunemente utilizzato come componente fondamentale per la fabbricazione di vetri super resistenti come il pyrex e degli smalti. In particolare, l'aggiunta di triossido di diboro migliora significativamente la capacità del vetro di resistere agli shock termici e alle reazioni chimiche, rendendolo ideale per le applicazioni più impegnative.

Il processo di vetrificazione dell’ossido di boro è però ancora poco conosciuto, e anzi presenta delle anomalie non riscontrate negli altri ossidi, come ad esempio la silica, che esistono sia in forma di cristallo che in forma amorfa.

“La differenza principale tra cristallo e vetro è la presenza nel primo di una disposizione ordinata degli atomi, assente invece nel secondo” spiega Alessandro Sala, ricercatore del CNR-IOM che ha ideato il progetto. “Entrambi i sistemi sono normalmente costituiti da una stessa unità strutturale fatta da pochi atomi, che viene ripetuta nello spazio. Nei cristalli tale “mattoncino” si ripete periodicamente con ordine geometrico, mentre nel vetro si ripete in modo disordinato. Il boro fa eccezione a questa regola: sappiamo che la fase vetrosa presenta un’unità elementare, chiamata borossina, fatta da un anello di tre atomi di boro e tre di ossigeno, che però finora non era stata osservata in una fase cristallina. Noi siamo riusciti per la prima volta a ottenere una fase cristallina bidimensionale composta esclusivamente dai “mattoncini” presenti nella fase vetrosa”.

Il gruppo scientifico internazionale che ha realizzato questa ricerca è stato in grado non solo di elaborare la “ricetta” per ottenere questo materiale, usando il platino come base su cui formarlo, ma anche di caratterizzarne in dettaglio le principali proprietà fisiche. Maria Peressi, professore ordinario dell’Università di Trieste, commenta: “Le nostre simulazioni numeriche indicano che questo materiale, poroso per costruzione, è costituito da una maglia di atomi di boro e ossigeno estremamente flessibile, al punto da essere il materiale con spessore monoatomico più elastico mai riportato – dieci volte più del grafene! Questa peculiare caratteristica è dovuta al fatto che i “mattoncini” rigidi (gli anelli di borossina) da cui è costituito sono legati tra loro da un atomo di ossigeno che funge da cardine, attorno al quale possono ruotare sul piano. Prove sperimentali e risultati delle simulazioni numeriche indicano inoltre che questo materiale interagisce assai debolmente con la base di platino su cui viene prodotto, suggerendo la possibilità di utilizzare metodi convenzionali per separarlo da essa al fine di impiegarlo in dispositivi innovativi.”

“Le misure complementari realizzate a Trieste e a Innsbruck utilizzando la microscopia a scansione a effetto tunnel”, prosegue Laerte Patera, professore dell’Università di Innsbruck, “hanno consentito di osservare la struttura cristallina del materiale bidimensionale fino ai suoi componenti più fondamentali. Con la risoluzione spaziale raggiunta siamo ora in grado di valutare la posizione di ogni atomo all’interno della maglia bidimensionale. Questo risultato assume grande valore in prospettiva futura: saremo finalmente capaci di osservare dal vero come gli atomi si riarrangiano nel passaggio del materiale dalla forma cristallina alla forma disordinata caratteristica del vetro”

Andrea Locatelli, responsabile della linea di luce Nanospectroscopy del sincrotrone triestino Elettra, conclude: “L’impiego della luce di sincrotrone è stato fondamentale per determinare con precisione l’abbondanza relativa degli elementi costituenti, l’assenza di contaminanti e la cristallinità del nuovo materiale prodotto. Già ora siamo in grado di realizzare cristalli omogenei di questo materiale grandi decine di micron quadrati. La complementarità delle tecniche sperimentali e delle simulazioni teoriche impiegate in questo studio è risultata decisiva per la riuscita dell’intero progetto scientifico. Le peculiari caratteristiche di questo nuovo materiale - un semiconduttore a larga banda proibita, estremamente flessibile e poroso - stimolano l’esplorazione di un suo possibile impiego in applicazioni relative a settori molto diversi, dall’elettronica, alla catalisi, alle tecnologie quantistiche”.

Infine, è motivo di grande soddisfazione il fatto che i primi autori di questo importante lavoro, Teresa Zio e Marco Dirindin, siano due dottorandi dell’Università di Trieste, con curriculum sperimentale la prima e teorico il secondo, che così coronano in modo brillante un percorso di eccellenza di alta formazione e di introduzione alla ricerca.

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Una ricerca UniTS, CNR-IOM, Università di Innsbruck e da Elettra Sincrotrone ha sintetizzato una nuova forma cristallina di triossido di diboro. Lo studio, pubblicato su Science, conferma sperimentalmente l’esistenza di questa struttura.
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Striscia di Gaza: in arrivo a UniTS uno studente palestinese

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È in arrivo a Trieste lo studente palestinese Ameer Alzerei, vincitore della Borsa di studio IUPALS - Italian Universities for Palestinian Students finanziata da UniTS.

La delegata della Rettrice per la Cooperazione allo Sviluppo Roberta Altin, dall’aeroporto di Milano dove ha accolto il ragazzo partito da Amman (Giordania), ha così commentato: “L’Università di Trieste vuole con questa iniziativa dimostrare il proprio sostegno agli studenti e alla popolazione palestinese che in questi mesi sta affrontando difficoltà estreme e inaccettabili. Sia le scuole che le università sono state distrutte e come rete universitaria italiana stiamo lavorando per sostenere  il diritto  allo studio dei giovani e delle giovani palestinesi”.

Il programma IUPALS è un’iniziativa ideata e promossa dalla CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane che consentirà di erogare 97 borse di studio distribuite tra 35 università italiane a studenti dei Territori Palestinesi affinché possano beneficiare di una formazione internazionale accedendo a programmi accademici in Italia.

La maggior parte dei ragazzi sono in arrivo in queste ore in Italia e stanno raggiungendo le diverse sedi universitarie che hanno offerto il loro appoggio.

Il progetto, condiviso con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell'Università e della Ricerca e il Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme, si è avvalso della collaborazione fondamentale anche della Guardia di Finanza, della Protezione Civile e del Meccanismo Europeo di Protezione Civile, del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, dell’Ambasciata d’Italia in Giordania, dell’Unità di Crisi della Farnesina, delle Scuole di Terrasanta e della Fondazione Giovanni Paolo II.

La possibilità di aprire un corridoio per studenti e studiosi da Gaza è stata una conquista difficile perché finora l’uscita dalla Striscia di Gaza era consentita solo per motivi sanitari o per ricongiungimento famigliare. L’arrivo di questo primo studente è stato coordinato dall’Unità di staff Cooperazione allo Sviluppo in sinergia con la delegata alla mobilità e relazioni internazionali, prof. ssa Elisabetta De Giorgi.

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È il vincitore della borsa di studio IUPALS finanziata dall’Università di Trieste
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È iniziata la tre giorni di Trieste Next 2025: UniTS in piazza con 18 incontri e 10 spazi interattivi

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È partita oggi, venerdì 26 settembre, la XIV edizione di Trieste Next, dedicata al tema “La vita dentro. Dialoghi tra scienza e tecnologie”. L’Università di Trieste è protagonista del festival con un programma pensato per il grande pubblico: da oggi a domenica 28 settembre sono previsti 18 incontri a cura dell’Ateneo (sei oggi, nove sabato e tre domenica), con oltre cinquanta relatrici e relatori coinvolti, e lo stand UniTS in Piazza Unità con dieci spazi interattivi e un punto informativo “UniDiversitas”

Due le serate speciali di richiamo internazionale: David Quammen, questa sera al Teatro Verdi, e Brian K. Kobilka, Nobel 2012, domani sera sullo stesso palco.

Nel panel inaugurale, la rettrice Donata Vianelli, al suo primo Trieste Next come massima autorità dell’Ateneo, ha riaffermato la centralità di un approccio sistemico e aperto: «L’innovazione non nasce dal singolo, nasce dal sistema: università, istituzioni e imprese che lavorano insieme, in reti aperte, con multidisciplinarità e apertura nazionale e internazionale. È così che la ricerca smette di essere autoreferenziale e si traduce in soluzioni per il territorio e per la società».

Il programma della prima giornata prevede incontri dedicati alla città in transizione e al turismo che include, per proseguire con un focus sulla fusione nucleare e sulla sicurezza nella ricerca; in serata sono in programma lo spettacolo “Storie dentro” e l’incontro con David Quammen al Teatro Verdi. 

Domani, sabato 27 settembre, il programma attraversa l’intelligenza artificiale generativa e la trasparenza degli algoritmi, l’energia tra miti e realtà, il dialogo tra medicina tradizionale africana e ricerca, la microscopia avanzata (All-Micro), il “piatto ambientale” (un tavolo interdisciplinare che, a partire dagli avanzi di una cena, mette insieme statistica, economia, psicologia, viticoltura e Slow Food per bilanciare gusto, sostenibilità e salute), i ghiacci e la vita tra scienza e alpinismo, fino alla robotica spaziale, con la serata speciale di Brian K. Kobilka al Verdi. 

Domenica 28 settembre chiuderanno la rassegna gli incontri su giustizia di comunità, neuroscienze e musica, e turismo dell’“aver cura”.

Lo stand UniTS in Piazza Unità propone una rassegna che restituisce la varietà dell’offerta: dal viaggio nello spazio con ASTREO alla quantistica; dalla salute – con focus su dolore cronico e riabilitazione digitale – alla giustizia riparativa; dal diritto comparato alle scienze del mare e alle geoscienze; dalla “Rogue AI” (per distinguere l’intelligenza artificiale generativa sicura da quella ingannevole), alla chimica dei materiali del futuro; fino al merito e alla comunità con il Collegio Fonda, con l’aggiunta del punto informativo UniDiversitas.

In questa prospettiva, Trieste Next è per l’Università di Trieste l’habitat ideale per tradurre in pratica questa impostazione: «Trieste Next è la nostra palestra ideale: tre giorni di dialogo e confronto per analizzare i problemi da prospettive diverse e costruire soluzioni condivise. Un festival della ricerca che è anche un crocevia multiculturale e multidisciplinare, dove ciascun attore porta una parte essenziale per migliorare la vita delle persone e il nostro futuro», ha concluso la rettrice Vianelli.

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La rettrice Vianelli ha inaugurato il suo primo Festival della Ricerca scientifica: «L’innovazione non nasce dal singolo, ma dal sistema: università, istituzioni e imprese che lavorano insieme, in reti aperte, con multidisciplinarità e apertura nazionale e internazionale»
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Federico Rosei eletto Foreign member dell'Australian Academy of Technology and Engineering

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Federico Rosei, docente di Chimica Industriale al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste, recentemente eletto Membro dell’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia, è stato nominato Foreign member dell'Australian Academy of Technology and Engineering - ATSE.

L'elezione del prof. Rosei riconosce il suo contributo pionieristico nel campo dei nanomateriali e la sua leadership internazionale in ricerca, innovazione e formazione di giovani. La Classe ATSE del 2025 riunisce 35 scienziati e ingegneri di spicco, che rappresentano l'avanguardia del progresso tecnologico e delle scienze applicate a livello mondiale. Tra questi, Federico Rosei è l’unico Membro Straniero.

Questo riconoscimento da parte dell’Accademia Australiana di Scienze Tecnologiche e Ingegneria sottolinea ulteriormente i successi del prof. Rosei come scienziato di spicco di fama mondiale.

L'Australian Academy of Technology and Engineering ( ATSE ) è un'accademia indipendente nata a Melbourne che riunisce oltre 900 tra i principali ingegneri, tecnologi e scienziati australiani.

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Il docente del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche di UniTS è l'unico membro straniero ATSE
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Minerva al buio la notte del 22 settembre per condannare i conflitti in corso

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UniTS spegne le luci della sua facciata nella notte del 22 settembre per condannare con forza tutte le guerre in corso.

Nel vedere minacciato il ruolo delle Università come costruttrici di pace e ponti di collaborazione tra popoli, l’ateneo vuole ricordare l’importanza strategica della libera condivisione della conoscenza per migliorare le relazioni internazionali e affrontare problemi di interesse comune.

La statua della Minerva a lato dello scalone monumentale di Piazzale Europa, simbolo del Sapere, stanotte oscurata, vuole non solo sottolineare questo timore ma anche esprimere cordoglio per le vittime dei conflitti in atto.

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UniTS ribadisce il ruolo delle Università come costruttrici di pace
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