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FVG Digitale 2025: cresce il settore ICT, ma l’internazionalizzazione resta la sfida

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Il comparto digitale del Friuli Venezia Giulia continua a espandersi e a cambiare pelle. Lo fotografa il Report FVG Digitale 2025 – La dimensione internazionale delle imprese digitali del Friuli Venezia Giulia, presentato da DITEDI – Distretto Industriale delle Tecnologie Digitali con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con i partner scientifici Università di Trieste, Università di Udine e Area Science Park.

Il report – giunto alla quinta edizione – propone l’analisi annuale sullo stato dell’arte e sulle prospettive delle imprese ICT regionali, dedicando l’approfondimento 2025 a un tema strategico: la dimensione internazionale del settore, tra opportunità di crescita e nodi strutturali ancora da sciogliere.

I numeri chiave del digitale in regione

Nel 2025 le imprese ICT attive in Friuli Venezia Giulia sono 2.281 e gli insediamenti complessivi raggiungono quota 3.127, con una crescita +8% rispetto al 2024. Software e servizi restano il cuore dell’ecosistema (oltre il 95% del settore), mentre la componente hardware – pur su valori assoluti più contenuti – è quella che registra la dinamica più marcata in termini di numerosità.

Sul piano territoriale, Udine si conferma il principale polo del digitale regionale, seguita da Pordenone, che mantiene un profilo rilevante anche grazie al legame con manifattura avanzata e automazione. Trieste consolida una posizione strategica, sostenuta dal suo sistema di ricerca e dalla specializzazione in ambiti come data science e tecnologie avanzate. Più contenuto il polo di Gorizia, con potenzialità legate allo sviluppo delle attività transfrontaliere connesse a GO!2025.

L’analisi segnala inoltre un andamento economico positivo ma non privo di pressioni: i ricavi crescono, ma i margini risultano più compressi, con costi operativi e investimenti in aumento. Anche sul fronte dell’innovazione emerge una traiettoria in evoluzione, con segnali di crescita che indicano un potenziale ancora in consolidamento.

Internazionalizzazione: il divario e le traiettorie possibili

Il focus 2025 evidenzia come l’internazionalizzazione rappresenti una traiettoria di sviluppo ancora ampiamente inespressa per il comparto ICT: solo una quota limitata di imprese mostra una presenza continuativa sui mercati esteri.

Durante l’evento di presentazione, Guido Bortoluzzi, docente di Innovation Management and Entrepreneurship all’Università di Trieste e Prorettore ai rapporti con le imprese e il territorio, ha moderato la tavola rotonda con imprenditori e manager del settore, con la partecipazione di Alfa Sistemi, Beantech, EMC Gems, Esteco, MOLO17 e Video Systems.

Riprendendo i contenuti emersi nel confronto – dedicato all’internazionalizzazione – Bortoluzzi ha sottolineato come il settore IT presenti una dinamica “a due velocità”: fortemente globale a monte, sul fronte delle piattaforme e delle tecnologie abilitanti (prevalentemente statunitensi), e molto più locale a valle, nel mercato dei provider e dei system integrator, spesso concentrati sulla customizzazione di soluzioni sviluppate da grandi player. La tavola rotonda, ha osservato, ha però confermato che esistono modelli concreti di apertura internazionale: da imprese con prodotti e business model molto verticali – che nascono già con una proiezione globale – fino all’internazionalizzazione “piggyback”, quando il fornitore segue l’espansione all’estero dei propri clienti (ad esempio aprendo una sede vicino a un nuovo stabilimento). Nel complesso, ha concluso, la propensione internazionale del comparto resta moderata sul mercato, ma più spinta sul versante di fornitori e piattaforme.

Tra gli ospiti della tavola rotonda anche Carlo Poloni, CEO di Esteco. Per il primo spin-off accademico dell'Università di Trieste “l’internazionalizzazione rappresenta una necessità e un modo di essere”. “Il nostro mercato – ha spiegato Poloni - è da sempre stato quello di chi sviluppa prodotti industriali sofisticati indipendentemente da dove questo avvenga. Pur mantenendo il nucleo centrale dello sviluppo a Trieste il supporto ai clienti è da sempre globale”.

Il report completo è disponibile su fvgdigitale.ditedi.it

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Guido Bortoluzzi (DEAMS): «Nel digitale l’internazionalizzazione viaggia su due piani: filiera globale a monte, mercato spesso locale a valle. Ma esistono modelli concreti per aprirsi ai mercati esteri»
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Sindrome di Rett: iniziata la somministrazione di Mirtazapina alla prima paziente

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Dopo 15 anni di ricerca, di cui tre dedicati alla raccolta di finanziamenti no profit, il progetto MirtaRett coordinato da Enrico Tongiorgi (Dipartimento Scienze della Vita di UniTS), entra finalmente nella pratica clinica con la somministrazione della prima terapia a una piccola paziente dell’Ospedale Gaslini di Genova.

A febbraio 2025 l’Agenzia italiana del farmaco - AIFA, ricevuto il parere positivo del comitato etico nazionale per gli studi pediatrici, aveva dato il disco verde alla prima sperimentazione a livello mondiale del farmaco Mirtazapina nella Sindrome di Rett, una grave patologia neurologica che colpisce quasi esclusivamente le bambine.

Lo studio clinico, coordinato dall’Università di Trieste, si estenderà nella sua prima fase a 15 piccole pazienti e si svolgerà nei principali ospedali italiani di riferimento per la Sindrome di Rett. La sperimentazione è interamente sostenuta da sovvenzioni senza scopo di lucro.

Oltre alla sperimentazione farmacologica, il progetto (sostenuto dal contributo incondizionato di Angelini Pharma SpA, Fondazione Canali Onlus, Fondazione Ico Falck e della Fondazione Ente Filantropico del terso settore Amadei e Setti) prevede anche il monitoraggio continuo dei parametri vitali delle pazienti, come respirazione, frequenza cardiaca e ossigenazione del sangue. A questo scopo vengono utilizzate T-shirt intelligenti, già distribuite agli ospedali di Genova, Siena, Messina e Milano. Originariamente sviluppate per il monitoraggio degli sportivi, queste magliette sono realizzate in cotone intrecciato con nanofibre capaci di rilevare i deboli segnali elettrici del corpo umano e vengono confezionate su misura per ciascuna paziente dall’azienda italiana AccYouRate Group.

Cos’è la Mirtazapina?

La mirtazapina è un farmaco già disponibile in commercio, quindi più facilmente accessibile e sostenibile. Per agevolarne l’assunzione, è stata individuata un’azienda europea in grado di produrlo in formulazione liquida, una soluzione poco diffusa poiché a livello globale il farmaco è normalmente commercializzato in compresse. «Il nostro laboratorio, presso il Dipartimento di Scienze della Vita all’Università di Trieste, è stato il primo al mondo a dimostrare che la mirtazapina, pur essendo un antidepressivo, agisce su meccanismi più ampi e può migliorare respirazione, controllo motorio, qualità del sonno e comunicazione sociale nelle pazienti con sindrome di Rett», spiega Tongiorgi.

L’accesso alla sperimentazione è aperto a nuove pazienti

In Friuli Venezia Giulia si stima la presenza di tre o quattro bambine affette dalla sindrome che al momento non sono incluse nello studio, ma le prospettive restano incoraggianti. «Ci auguriamo che anche le strutture sanitarie della regione possano aderire alla sperimentazione», sottolinea Tongiorgi.

Per garantire la validità scientifica dello studio, è necessario raggiungere un totale di 54 pazienti di età compresa tra i 5 e i 40 anni, suddivise nelle fasce 5-10, 11-17 e 18-40 anni. Attualmente ne è stato reclutato circa un terzo, pertanto la ricerca di nuove partecipanti è ancora aperta.

 

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Al Gaslini di Genova il via al progetto MirtaRett, prima sperimentazione al mondo su un farmaco contro questa grave patologia neurologica. Lo studio è coordinato da Enrico Tongiorgi di UniTS
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Contrasto a discriminazione, promozione delle pari opportunità e del benessere nei luoghi di studio e lavoro: conferiti i Premi CUG

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Si è tenuta la cerimonia di conferimento dei premi alle migliori tesi di laurea e dottorato promossi dal CUG sui temi del contrasto a ogni forma di discriminazione, la promozione delle pari opportunità e del benessere nei luoghi di studio e di lavoro.

Il premio per la migliore tesi di laurea triennale è andato a Michela Predonzani con l'elaborato su “Lo sport inclusivo come intervento complementare all'interno dei progetti riabilitativi rivolti a soggetti con disabilità intellettiva”.

Il premio per le due migliori tesi di laurea magistrale è stato vinto da Jessica Baldassi per la tesi “La certificazione di genere: il caso di studio Irisiacqua” e da Chiara Granato per l’elaborato “Una scuola elastica: lo spazio che crea inclusione”.

Costanza Ziani vince invece il premio per la migliore tesi di Dottorato di ricerca dal titolo “Dal benessere organizzativo all'organizzazione del benessere nella pubblica amministrazione”.

La varietà dei temi trattati nelle tesi e la numerosità degli elaborati pervenuti, dimostrano come la sensibilità per queste tematiche sia cresciuta notevolmente e la strategicità della strada intrapresa dal CUG e dall’Ateneo in termini di azioni di informazione e formazione.

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Il Comitato Unico di Garanzia premia le migliori tesi di laurea su questi temi
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Dall’emergenza sanitaria alla mobilità internazionale: premiati i migliori progetti imprenditoriali dell'ICL

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Dall’emergenza sanitaria alla sostenibilità degli acquisti quotidiani, dal supporto agli studenti fuorisede al benessere degli animali domestici, fino alla mobilità formativa internazionale: sono i temi dei cinque progetti imprenditoriali premiati alla finale dell’Innovators Community Lab 2025 (ICL), che si è svolta nella Sala Cappella dell’ex Ospedale Militare di via Fabio Severo.

L’evento ha concluso la prima edizione dell’ICL, evoluzione dell’esperienza del Contamination Lab dell’Università di Trieste.

Nel corso della finale sono stati presentati i 20 progetti finalisti sviluppati durante questa edizione del percorso formativo. Le cinque borse di studio da 5mila euro per i migliori progetti imprenditoriali sono stati attribuiti a ResQ di Francesco Sulli, studente di Fisica, che intende realizzare una valigetta smart di primo soccorso per aziende, scuole e spazi pubblici; SiVale di Valentina Malijevic, studentessa di Giurisprudenza, delinea un supermercato sostenibile plastic-free basato su contenitori riutilizzabili e tracciabili; inU di Jovana Obradovic, studentessa di Psicologia, è invece una piattaforma digitale che accompagna gli studenti nella scelta universitaria e nella vita da fuorisede in Friuli Venezia Giulia; Aura di Asja Feruglio, PhD in Design for Made in Italy – in collaborazione con Siminozar Bahram, studentessa in Business Management – prevede una soluzione avanzata per la riduzione degli odori nei cani che unisce metodo scientifico e design; Kansje di Chiara Doga’, studentessa di Filosofia, crea un’app raccoglie e rende accessibili opportunità di formazione e mobilità internazionale per i giovani.

Sono stati inoltre assegnati a Francesco Sulli e Valentina Maljevic, quali migliori studenti del corso, i due viaggi di formazione che li porteranno a visitare ecosistemi internazionali dell’innovazione. L’insieme dei progetti e dei profili premiati conferma il carattere eterogeneo, multidisciplinare e cosmopolita che ha arricchito la classe ICL, in cui lo scambio di esperienze e di idee ha coinvolto studenti e studentesse di corsi di studio e livelli diversi – dalla Fisica alla Giurisprudenza, dalla Psicologia al Design, al Business Management e alla Filosofia – e di provenienze diverse.

La finale ha inoltre ospitato la tavola rotonda “Formare per innovare: il driver dell’imprenditività giovanile”, che ha messo a confronto università, istituzioni e mondo produttivo sul ruolo della formazione come motore dell’innovazione. Nel dibattito, moderato dal giornalista Paolo Pichierri, la rettrice Donata Vianelli ha sottolineato l’importanza di creare occasioni strutturate di dialogo tra giovani impegnati in percorsi universitari diversi, indicando come fondamentale la contaminazione di competenze e punti di vista per accompagnare il passaggio dall’idea al progetto imprenditoriale ed evidenziando la necessità di un’apertura a contesti e reti internazionali. Alla tavola rotonda hanno partecipato inoltre Francesca Ros, Presidente Confindustria Giovani Alto Adriatico, e Giacomo Andolfato, Presidente Confindustria Giovani Udine.

Erik Vesselli, delegato al Trasferimento Tecnologico di UniTS, ha precisato che «l’Innovators Community Lab racchiude le tre missioni dell’università: formazione, ricerca e impegno sociale. Il trasferimento tecnologico diventa concreto quando i risultati della ricerca entrano nei territori, nelle imprese, nelle istituzioni, anche attraverso la nascita di nuove start up. Questo è possibile solo lavorando fianco a fianco, in un percorso di contaminazione tra docenti, ricercatori, studentesse, studenti ed esponenti del tessuto imprenditoriale».

Il percorso formativo dell’Innovators Community Lab, nella sua nuova struttura che riconosce 6 crediti formativi a chi lo completa, in questa edizione ha ulteriormente intensificato le occasioni di role modeling, offrendo esempi, esperienze e contatti utili per comprendere da vicino le dinamiche dell’innovazione, dell’impresa e del lavoro attraverso il confronto diretto con i protagonisti del sistema produttivo. Accanto alle attività seminariali e di networking, gli ICLabbers hanno visitato la sede del Gruppo Marcegaglia, dove hanno incontrato i vertici aziendali e si sono recati a Casa Marcegaglia, il museo d’impresa che racconta la storia, i valori e la visione di una grande realtà industriale.

Nel corso della serata è stato presentato anche il bando ICL 2025/2026 per la nuova edizione del percorso, con candidature aperte fino al 12 gennaio 2026. Tutte le informazioni e il testo del bando sono disponibili sul portale di Ateneo.

 

I progetti premiati (schede di approfondimento)

Francesco Sulli, studente di Fisica – “ResQ”          
ResQ è una valigetta smart di primo soccorso pensata per rivoluzionare la gestione delle emergenze in azienda, a scuola e negli spazi pubblici.
Combina materiale sanitario certificato con sensori integrati e un’interfaccia digitale che guida passo-passo anche chi non ha formazione sanitaria.
Tramite l’app ResQ Connect monitora lo stato del kit, le scadenze dei materiali e lo storico degli interventi, semplificando il lavoro di RSPP e responsabili della sicurezza.
Il progetto prevede una famiglia di prodotti (Lite, Standard, Pro, Extreme) per contesti che vanno dall’ambito domestico ai cantieri e agli scenari outdoor più estremi.

Valentina Malijevic, studentessa di Giurisprudenza – “SiVale”       
SiVale, un supermercato sostenibile        
Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio provengono dal carrello della spesa. Il riciclo migliora, ma non basta: il vero problema sta nel modello del monouso.
SiVale nasce per cambiare questo sistema, proponendosi come supermercato di nuova generazione. Qui i prodotti sono venduti sfusi e alla spina, offrendo gratuitamente l’uso di contenitori riutilizzabili dotati di tecnologia RFID che ne consente la tracciabilità. La presenza delle reverse vending machine permette di ritirare i contenitori usati, rimetterli in circolazione e allo stesso tempo ricompensare il cliente.
La spesa così non produce più scarti, ma diventa un gesto di innovazione e di responsabilità verso l’ambiente. SiVale dimostra che un modello circolare, plastic-free e tecnologicamente avanzato può diventare normale, desiderabile e adattabile su larga scala.

Jovana Obradovic, studentessa di Psicologia – “inU”      
inU è una piattaforma digitale indipendente che accompagna gli studenti nella scelta universitaria e nella vita da fuorisede nel Friuli Venezia Giulia.
inU integra in un unico ecosistema recensioni autentiche dei corsi, supporto peer-to-peer, informazioni territoriali dettagliate e una partnership strutturata con il Centro di Orientamento Regionale (COR) per offrire supporto professionale gratuito.
Con un modello freemium e una strategia B2B con partner locali, inU mira a diventare il punto di riferimento regionale per l’orientamento universitario consapevole e vicino agli studenti, contribuendo a ridurre il dropout universitario e valorizzare il territorio.

Asja Feruglio, PhD in Design for Made in Italy – “Aura”          
progetto sviluppato con Siminozar Bahram, studentessa in Business Management
Aura è un progetto di ricerca che sviluppa una soluzione avanzata per la riduzione degli odori nei cani, garantendo efficacia, sicurezza cutanea e biocompatibilità.
Unendo metodo scientifico e design, offre un prodotto pensato per migliorare l’igiene quotidiana e il benessere dell’animale. La sua essenza non è solo una fragranza: è la rappresentazione del legame tra cane ed essere umano, un design che traduce quella relazione in un valore emotivo e identitario.

Chiara Doga’, studentessa di Filosofia – “Kansje”  
Kansje – che in olandese significa “piccola opportunità” – è un’app pensata per giovani che desiderano vivere esperienze di formazione o mobilità all’estero, anche con risorse economiche o di tempo limitate.  
Molte opportunità gratuite, perché finanziate dall’UE o perché community-based, restano poco conosciute e difficili da trovare: Kansje è il primo database unificato che le rende accessibili grazie a un sistema di matchmaking intelligente, capace di individuare le esperienze più adatte a ciascun utente.  
L’app offre anche consulenze personalizzate prima e dopo la partenza, un percorso educativo e formativo per prepararsi al viaggio e un forum dedicato per confrontarsi con altri giovani.

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La finale dell'Innovators Community Lab ha assegnato 5 borse di studio da 5mila euro e due viaggi di formazione. Aperto fino al 12 gennaio 2026 il bando per la prossima edizione
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Homecoming 2025: i successi degli Alumni UniTS per ispirare gli studenti di oggi, professionisti di domani

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Si è svolto all'ex Ospedale Militare Homecoming - Storie di successo UniTS e Aperitivo con gli Alumni, l’evento organizzato dal Career Service dell’Università degli Studi di Trieste per ispirare nuovi iscritti e studenti già avviati nel loro percorso universitario e per favorire lo scambio reciproco, rinsaldando un legame tra chi oggi frequenta l’Università e chi, pur avendo terminato gli studi, non l’ha abbandonata. 

GLI OSPITI E LA SERATA - Quattro Alumni UniTS - oggi affermati professionisti in diversi settori - Andrea Cozzi (responsabile per le Nuove Iniziative Esplorative e Direttore Generale di Eni in Libano),  Chiara Pacella (lead del team di Language Management e del Localization Quality Program di Meta), Silvia Toffolutti (Global Diversity and Inclusion and Wellbeing Lead di Chiesi) e Diego Scapolan (Project Manager di Allianz) hanno condiviso i loro diversi percorsi, dalla divulgazione online all’impiego in aziende multinazionali, in altrettante storie diverse, accomunate dallo stesso punto di partenza: l’Università degli Studi di Trieste. 

L’evento si è tenuto all’Ex Ospedale Militare di Trieste, lo storico comprensorio di via Fabio Severo che da settembre ospita anche la nuova Casa dello Studente, frutto di una convenzione stipulata tra l’Università di Trieste e ARDiS. 

“L’Università di Trieste è all’interno di un ecosistema unico della conoscenza, in un territorio dove sono presenti importanti centri di ricerca. È un’università che ti mette alla prova, che ti insegna anche ad accettare il fallimento e a rialzarti. Anche io ho dovuto ripetere degli esami, in un caso mi sono ‘accomodata’ da sola. Nella mia carriera universitaria i fallimenti sono stati momenti di crescita” ha sottolineato la Magnifica Rettrice prof.ssa Donata Vianelli nel suo intervento di apertura, rimarcando come i racconti di chi è passato da quelle stesse aule universitarie possano aiutare chi le frequenta oggi nell’affrontare un passaggio non privo di sfide, nel contesto di un mercato del lavoro in cui sempre meno sono i percorsi netti e predefiniti e sempre di più le carriere da costruire con visione e coraggio. Ai presenti la Rettrice ha rivolto un invito diretto: «Scegliete, all’università e nel lavoro, percorsi che vi appassionano».

La prima parte della serata, “Storie di successo UniTS”, ospitata nella Sala Cappella, ha visto i cinque Alumni raccontare alla platea di studenti iscritti a UniTS – ma anche ricercatori, docenti e personale amministrativo dell’Ateneo – il proprio personale, spesso originale, percorso, che li ha portati dalla laurea alla costruzione di una solida carriera.

GLI ALUMNI – Andrea Cozzi, che con la sua laurea in Scienze geologiche è arrivato a essere oggi responsabile per le Nuove Iniziative Esplorative e Direttore Generale di Eni in Libano, ha raccontato come da un percorso inizialmente indirizzato verso l’insegnamento accademico si sia riconvertito alla ricerca del petrolio. Dell’esperienza universitaria ha ricordato il grande spirito di collaborazione e la vicinanza tra studenti, elementi che lo hanno accompagnato anche nelle successive sfide professionali in contesti internazionali complessi.

Del passaggio dalla dimensione universitaria locale al lavoro in una grande realtà internazionale come Meta ha parlato, invece, Chiara Pacella, in videocollegamento da Dublino: laureata in Interpretazione e traduzione, oggi Pacella è Lead del team di Language Management e del Localization Quality Program dell’azienda e agli studenti ha raccomandato di cogliere tutte le opportunità internazionali, a partire dall’Erasmus, per confrontarsi con altri contesti e ampliare le proprie prospettive. Il suo lavoro riguarda in particolare l’adattamento culturale dei prodotti digitali, integrando competenze linguistiche e strumenti tecnologici in un modello ibrido tra contributo umano e nuove tecnologie. Della formazione a Trieste ha sottolineato le «basi molto solide e di alto livello», pienamente confrontabili con quelle sperimentate in altri contesti, pur all’interno di un percorso impegnativo e “severo”.

Si occupa, invece, di risorse umane Silvia Toffolutti che, con in tasca una laurea in Filosofia, si è perfezionata con un master in Organizzazione e Gestione del Personale all’Università Bocconi di Milano e oggi, nel Gruppo Chiesi, è Global Diversity and Inclusion and Wellbeing Lead. Nel suo intervento ha illustrato progetti dedicati alla diversità e all’inclusione, con particolare attenzione alla parità di genere e all’inclusione delle persone con disabilità, soffermandosi anche sul monitoraggio dei gap salariali quando riconducibili a questioni di genere, sulle politiche aziendali legate alla genitorialità e sulla promozione della leadership femminile. Dalla Filosofia ha detto di aver portato nel lavoro l’approccio dialettico, la curiosità e il desiderio di mettere in discussione i punti di vista consolidati, qualità fondamentali per innovare anche all’interno delle organizzazioni.

A completare il gruppo di Alumni coinvolti è stato Diego Scapolan, oggi Project Manager presso Allianz, laureato in Economia aziendale & Consulenza amministrativa e professionale. Scapolan ha consigliato agli studenti di non lasciarsi spaventare dalle sfide, ma di abbracciarle con entusiasmo e «un pizzico di incoscienza», e di coltivare una mentalità di apprendimento continuo, oggi quanto mai indispensabile per essere sempre al passo con le esigenze di una società in rapido cambiamento e, quindi, con il mercato del lavoro. Ha richiamato il ruolo del talent management per comprendere le competenze che saranno richieste in futuro e ha invitato a «mirare alle stelle ma puntare alla luna», senza però dimenticare gli affetti e le passioni – come lo sport – che non dovrebbero essere sacrificati al lavoro. Anche lui ha suggerito di sfruttare esperienze come l’Erasmus per vedere cosa c’è al di fuori e confrontarsi con altre realtà.

La conoscenza e lo scambio è proseguito in coda al talk con un aperitivo di networking dove studenti e Phd hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con docenti e Alumni, in un contesto rilassato che ha contribuito a rafforzare il senso di appartenenza a una comunità che UniTS vuole valorizzare. Una rete da cui possono generarsi opportunità e collaborazioni, nello spirito del progetto Alumni. All’evento hanno preso parte anche i Mentors: professionisti con almeno cinque anni di esperienza lavorativa in diversi ambiti, laureati all’Università di Trieste, aderenti all’iniziativa Mentors4UniTS, grazie alla quale l’Ateneo supporta studentesse e studenti - magistrali o iscritti al penultimo o ultimo anno di un corso magistrale a ciclo unico - a realizzare un percorso di crescita. Il confronto con i mentors li aiuta a focalizzare i loro obiettivi professionali e a valorizzare le loro attitudini: dopo alcuni incontri già svolti online, domani, giovedì 11 dicembre 2025, i mentors incontreranno di persona gli studenti loro assegnati.

L’EVENTO IN BREVE – Homecoming - Storie di successo UniTS è un appuntamento annuale che oggi giunge alla sua 7° edizione, dedicato agli studenti: quelli di oggi, attualmente iscritti all’Università degli Studi di Trieste, e quelli di ieri, gli Alumni che portano la loro esperienza attraverso dei talk ispiratori, favorendo l’incontro e il dialogo. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di raccontare storie di successo di laureati dell’Ateneo triestino che, grazie alle competenze acquisite durante il loro percorso universitario, hanno costruito carriere significative in ambiti professionali diversi, contribuendo a rafforzare la reputazione e il prestigio dell’Università, che nella classifica Censis delle Università italiane 2025-26 ha guadagnato due posizioni, raggiungendo così il 5° posto tra gli atenei di medie dimensioni (tra 10.000 e 20.000 iscritti); questo risultato - che si accompagna all’aumento di oltre il 13% delle nuove immatricolazioni ai corsi di laurea triennali e a ciclo unico rispetto allo scorso anno - è dovuto, tra i vari fattori, all’occupabilità dei laureati e alla qualità delle strutture, che appuntamenti come Homecoming - Storie di successo UniTS e Aperitivo con Alumni vogliono contribuire a far conoscere.

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Quattro ex studenti hanno portato la loro esperienza per supportare i giovani nel delicato passaggio dall’Università al mondo del lavoro
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Metalmeccanica FVG, contributo UniTS nel report dell'Osservatorio COMET: crescita e resilienza in uno scenario complesso

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Il settore della metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia torna a crescere e mostra segnali di resilienza in uno scenario ancora complesso. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio della Metalmeccanica FVG, promosso dal Cluster COMET in collaborazione con Area Science Park, Intesa Sanpaolo e le Università di Trieste e Udine. L’analisi evidenzia per il 2025 una crescita dello 0,9% del comparto, in netta controtendenza rispetto al resto della manifattura regionale, che registra un calo dell’1,4%

L’Osservatorio, cui l’Università di Trieste partecipa come partner scientifico attraverso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche (DEAMS), offre una fotografia dettagliata di un settore che da solo rappresenta circa il 43% della manifattura regionale. Il report presentato a fine 2025 certifica un’inversione di tendenza dopo due anni di leggere flessioni, mostrando come le imprese metalmeccaniche del FVG stiano reagendo con determinazione alla complessità dei mercati internazionali.

L’analisi economico-finanziaria restituisce un quadro articolato: tra il 2021 e il 2024 il fatturato complessivo del comparto è cresciuto di circa l’8,7%, in linea con l’andamento nazionale, ma il confronto tra 2024 e 2023 registra una contrazione del 4,1% in regione, più marcata rispetto alla media italiana. La redditività (Ebitda margin) scende all’10,8% avvicinandosi ai valori nazionali, mentre la solidità patrimoniale è in miglioramento, con un incremento della quota di patrimonio netto sul passivo.

Il report mette inoltre in luce una crescente polarizzazione del tessuto produttivo: le micro e piccole imprese risultano più esposte alle difficoltà di mercato, mentre le medie e grandi aziende, più orientate all’export e dotate di una governance giovane, mostrano performance migliori. Un elemento distintivo del comparto metalmeccanico rispetto al resto della manifattura regionale è la maggiore propensione all’innovazione: oltre un terzo delle aziende presenta segnali concreti in questo ambito, tra brevetti, partecipazione a progetti europei e collaborazioni con startup e centri di ricerca.

In questo quadro, il ruolo dell’Università di Trieste è quello di affiancare il sistema produttivo nella lettura delle tendenze e dei rischi emergenti. Il DEAMS contribuisce alla progettazione e all’interpretazione dei dati dell’Osservatorio, integrando l’analisi quantitativa con strumenti di indagine qualitativa, come gli instant poll sulle aspettative e sulle strategie delle imprese rispetto a fattori economici, geopolitici, sociali e tecnologici.

“I dati 2025 confermano un elemento chiave: le imprese della metalmeccanica regionale stanno reagendo con determinazione alla complessità dello scenario internazionale – commenta il professor Guido Bortoluzzi, docente di Innovation Management e di Entrepreneurship all’Università di Trieste –. Le strategie di diversificazione dei mercati mostrano segnali concreti di efficacia e, nonostante le incertezze geopolitiche e i nuovi dazi, il settore ha saputo navigare la tempesta meglio del resto del comparto manifatturiero”.

Bortoluzzi richiama però l’attenzione sulle sfide che si stanno aprendo: “Non possiamo ignorare la crescente polarizzazione del nostro tessuto produttivo: la forbice tra chi corre, trainato da export, certificazioni e una governance giovane, e chi fatica, si sta allargando. Il tempo delle decisioni basate solo sull’intuito è finito. Il futuro richiede alle nostre imprese un cambio di paradigma fondato sull’agilità strategica, sulla lucidità dei dati e sulla capacità di captare i segnali deboli del cambiamento”.

Per spiegare questo passaggio, il prof. Bortoluzzi ricorre a una metafora marinara: “Servono dei ‘radar’ per intercettare i nuovi macrotrend emergenti, siano essi tecnologici, economici o sociali. Sono necessarie ‘reti’ di connessione interna per condividere rapidamente le informazioni e prendere decisioni in modo più rapido del passato. Infine, le aziende devono imparare a gettare i loro ‘ami’: o diversificando l’attività in più settori per pescare in superficie, oppure specializzandosi verticalmente nel proprio core business per pescare più in profondità e rimanere competitive in un mondo dove la competizione si è allargata. Abbiamo imparato a navigare in mari tempestosi, ora dobbiamo alzare lo sguardo e prepararci al futuro con continuità, visione e coraggio”.

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Per il prof. Guido Bortoluzzi (DEAMS) «il tempo delle decisioni basate solo sull’intuito è finito: alle imprese servono dati chiari, agilità strategica e radar per cogliere i segnali del cambiamento»
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Giornata Mondiale dei diritti umani

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Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, provvisoriamente riunita a Parigi, adottava la Dichiarazione universale dei diritti umani, che negli anni a seguire avrebbe ispirato la formazione di numerose e più specifiche norme internazionali. La tutela dei diritti umani cessava di essere quindi una competenza esclusiva dei singoli Stati e si trasformava in un valore collettivo della Comunità internazionale.

Oggi è ancora così? Quale eredità ci ha lasciato la Dichiarazione universale? I diritti umani continuano a essere un valore collettivo da salvaguardare, nonostante le continue crisi che il mondo sta vivendo sotto i nostri occhi?

La tutela dei diritti umani continua a essere un valore collettivo della Comunità internazionale. Però, è necessario riflettere su cosa gli Stati effettivamente fanno per attuare i diritti umani. E su cosa facciamo noi, dato che gli Stati si compongono di comunità umane.

Giuseppe Pascale, docente di Diritto internazionale, spiega: “La Dichiarazione universale del 1948 ci ha lasciato un'eredità importantissima: l'universalità dei diritti umani, che dovrebbero essere goduti sempre e ovunque, senza discriminazioni e distinzioni di alcun tipo. Non dovremmo disperdere questa eredità, ritornando alla politica militarista e di potere che condusse, nel secolo scorso, a due guerre mondiali. Va salvaguardato il senso di umanità. Che mondo sarebbe altrimenti?”

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UniTS si colora di blu
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Studenti e matricole meritevoli: assegnati i Premi FUST e Fondazione CRTrieste

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In occasione della Cerimonia di inaugurazione del 102° Anno Accademico UniTS sono stati conferiti premi a studenti meritevoli.

Premio della Fondazione Università degli Studi di Trieste (FUST)

La Fondazione gestisce i lasciti dei benefattori, in particolare quelli derivanti dalle Fondazioni Aldo Duca (Area Medica), Guido Morpurgo Tagliabue (Area Filosofia) e Marcello Urban e Maria Ehrl (Area Ingegneria).

La FUST eroga premi dell’importo medio di 2.500 € a studenti dei Corsi di laurea Triennale e Magistrale UniTS particolarmente meritevoli. 

Quest’anno sono stati assegnati in totale 3 contributi all’area di ingegneria (con una speciale menzione per l’eccellenza del percorso di studio), 3 premi all’area medica, 2 premi all’area di filosofia e un premio ciascuna alle aree economica, giuridica e di scienze della vita.

Questi gli studenti e le studentesse che hanno ricevuto il premio consegnato dalla Rettrice prof.ssa Donata Vianelli e dal prof. Paolo Rosato, rispettivamente Presidente e Vicepresidente FUST:

 

Giorgio Cutrera, Jacopo Mosetti 

Dipartimento di Ingegneria e Architettura, corsi di Laurea Magistrale in Ingegneria

Alessandro Giampaoli

Dipartimento di Ingegneria e Architettura, corso di Laurea Magistrale in Ingegneria navale

Giovanna Maria Galuppo, Carmelo Occhipinti

Dipartimento di Ingegneria e Architettura, menzione di merito – senza assegno - per l’encomiabile percorso di studio e l’eccellenza degli esami di profitto

Rossella Albani 

Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche "Bruno De Finetti", corsi di Laurea Magistrale In Economia, Ambiente e Sviluppo e Scienze Statistiche e Attuariali

Diana Di Pietro 

Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione, corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza 

Giada Martin, Michelle Domenighini

Dipartimento di Studi Umanistici, corso di Laurea Magistrale in Filosofia 

Alice Mastrangelo

Dipartimento di Scienze della Vita, Corso di laurea in Neuroscience

Jerome Jerusalem Daysa

Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, corso di Laurea in Infermieristica 

Francesca Cherubini 

Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, corso di Laurea Triennale nelle Professioni Sanitarie 

Francesca Paro 

Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia

 

Premio alle matricole meritevoli 2024 – ’25 – Fondazione CRTrieste

Il contributo di 1.550 Euro, sostenuto da Fondazione CRTrieste per valorizzare il merito, incentivare l’eccellenza e promuovere un ambiente accademico che stimoli l’impegno e la crescita personale, è stato consegnato dalla Rettrice e dal prof. Francesco Peroni, vicepresidente del Consiglio di amministrazione di Fondazione CRTrieste a:

Francesco Bertolini, Dipartimento di Scienze della Vita

Alessandro Deganutti, Dipartimento di Fisica

Sabrina De Pra, Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche

Annachiara Franchi, Dipartimento di Studi Umanistici

Leonardo Mattiuzzo, Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute

Gaia Millo, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Elisa Rossi, Dipartimento di Ingegneria e Architettura

Gabriele Tancik, Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze

Chiara Zorn, Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione

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La consegna dei premi si è svolta nel corso della Cerimonia di inaugurazione del 102° anno accademico
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La prima Rettrice dell’Università di Trieste, Donata Vianelli, inaugura il 102° Anno Accademico dell’Ateneo

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“Fare Università” in un contesto politico, sociale ed economico incerto. È la sfida che la Rettrice Donata Vianelli lancia in occasione della sua prima Cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2025/26, il 102° dell’Università di Trieste.

Visione, strategia e pragmatismo saranno i principi guida dei prossimi sei anni di rettorato, un approccio capace di affrontare con lucidità l’incertezza del futuro – ha esordito la Rettrice - la nostra energia più grande è l’orgoglio di appartenere a questo ateneo, orgoglio ricambiato da un territorio che ci riconosce presenza essenziale per il suo sviluppo culturale, sociale ed economico”.

Il valore del rapporto con il territorio e il contesto internazionale è stato testimoniato con forza dalla presenza alla cerimonia dell’Ambasciatrice d’Italia in Francia Emanuela D’Alessandro, a cui è stata affidata la Lectio magistralis “Italia, Francia, Europa: diplomazia in azione”.

È un grandissimo onore essere qui a Trieste, una città che, come ho potuto apprezzare negli anni che ho trascorso da Ambasciatrice d’Italia a Zagabria, porta impressa nella propria identità la vocazione al dialogo e all’apertura internazionale, “città-frontiera” per eccellenza, crocevia di popoli, culture e commerci, punto d’incontro tra diverse anime dell’Europa e del Mediterraneo, tra Nord e Sud, tra Est e Ovest – ha sottolineato l’Ambasciatrice - una città che si candida a fungere da snodo fondamentale dell’India-Middle East-Europe Economic Corridor, il Corridoio IMEC, concepito per collegare logisticamente India, Paesi del Golfo, Egitto, Israele e Mediterraneo, sul quale proprio qui a Trieste il nostro Ministero prevede di organizzare un grande evento l’anno prossimo”.

I temi – chiave del percorso rettorale di Vianelli saranno non solo internazionalizzazione, ma anche digitalizzazione, sostenibilità ed edilizia universitaria, tenendo ricerca e rapporto con gli studenti al centro.

Internazionalizzazione e rapporto con il territorio

La decisa ripresa della mobilità studentesca e l’ampliamento delle collaborazioni scientifiche internazionali lanciano segnali positivi: la strategia futura sarà orientata a investire in cooperazione intesa non solo come sostegno, ma anche come leva per la ricerca e la didattica, promuovendo reti internazionali e contribuendo alla diffusione di una cultura di pace e giustizia sociale.

Tra le azioni già in atto, da ricordare l’ospitalità offerta a studiosi di Paesi a rischio, i progetti di supporto ai migranti sul territorio locale, gli interventi in Africa dedicati all’educazione STEM, il supporto alla diffusione in quelle zone della chirurgia mininvasiva sostenibile e ai temi dei cambiamenti climatici, dei conflitti e delle migrazioni. Sono stati inaugurati inoltre nuovi progetti di cooperazione in Tanzania, Etiopia e Rwanda. L’Ateneo si sta infine attivando per accogliere nuovi studenti palestinesi.  

Per quanto riguarda il rapporto con il territorio, UniTS inaugurerà una nuova fase puntando a un dialogo più attivo e sistematico con imprese, enti e istituzioni. Pur rimanendo una Research University, l’Ateneo riconosce che la ricerca più avanzata nasce dall’incontro tra competenze accademiche e bisogni reali, e che la conoscenza prodotta deve tradursi in valore per la comunità. Investirà sul trasferimento tecnologico, rafforzando la sua presenza nei luoghi in cui si costruisce lo sviluppo, attraverso accordi quadro, convenzioni strategiche, progetti congiunti e promuovendo iniziative con impatto concreto sul territorio. 

Digitalizzazione

Intelligenza artificiale e Data Science sono state consolidate sia nell’offerta formativa che in un’attività scientifica di alto profilo riconosciuta a livello internazionale. Guardando al futuro, l’Ateneo intende rafforzare ulteriormente il proprio impegno nella diffusione della cultura digitale, del dato, dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza, promuovendo percorsi formativi e iniziative di educazione rivolti non solo alla comunità universitaria, ma anche al contesto sociale ed economico. 

Da subito abbiamo dato forte sostegno alla costituzione di Agorai Innovation Hub, un ecosistema formato da realtà d’eccellenza per promuovere lo sviluppo di start-up, l’attrazione di talenti e una progettualità innovativa nel campo dell’Intelligenza Artificiale”, ha ricordato Vianelli.

Sostenibilità

Nell’anno accademico appena avviato, l’Ateneo vanterà i primi laureati del Corso di Laurea Magistrale in “Engineering for the Energy Transition”, che valorizza anni di ricerca avanzata nel settore energetico in un percorso multidisciplinare pensato per rispondere alle priorità europee e nazionali della transizione verde. Un altro esempio significativo di investimento in sostenibilità è il nuovo Laboratorio ELISA, coordinato dal Centro Ciamician e dedicato alle tecnologie per lo stoccaggio dell’energia: un’infrastruttura che integra sei Dipartimenti e rafforza la capacità UniTS di contribuire a un futuro energetico sostenibile.

Edilizia universitaria

La struttura policentrica dei campus dell’Ateneo a Trieste (da Piazzale Europa a Città Vecchia passando per San Giovanni, Porto Vecchio e i futuri ampliamenti a Cattinara), a Gorizia, Pordenone e Portogruaro, pone delle sfide a cui si è già iniziato a rispondere con azioni di razionalizzazione, riorganizzazione, accorpamento e decongestionamento. Parallelamente avanzano progetti strategici, grandi cantieri e interventi di restauro, riqualificazione e refitting, condotti anche con l’importante contributo di Fondazione CRTrieste.

Ricerca

UniTS sta proseguendo in modo importante negli investimenti e nel rinnovo delle infrastrutture di ricerca, condizione essenziale per mantenere la sua capacità competitiva e di attrarre ricercatori di alto livello. Da segnalare i due nuovi spettrometri per la Risonanza Magnetica Nucleare, acquistati con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, e il ruolo di sostegno economico su questo tema di Fondazione CRTrieste, Fondazione Beneficentia Stiftung e le Fondazioni Benefiche Alberto e Kathleen Casali. Nel prossimo futuro l’Ateneo valorizzerà le chiamate dirette di docenti di chiara fama, tra cui alcuni vincitori di prestigiosi bandi ERC e FIS, e la partecipazione a bandi competitivi internazionali. 

Didattica innovativa

Il costante aumento delle immatricolazioni trova ragione anche nell’offerta formativa in costante aggiornamento. Nel 2026 UniTS offrirà un nuovo corso dedicato alla Didattica della Matematica e della Fisica, per la formazione dei futuri insegnanti. Saranno inoltre lanciati i primi corsi online aperti e massivi, inseriti in un catalogo digitale, ampliando così le forme di apprendimento e le opportunità di aggiornamento per laureati e professionisti. 

Tra le sfide future spicca l’impegno nell’innovazione della didattica. Si tratta di una sfida culturale che risponderà al cambiamento generazionale degli studenti, ai loro stili cognitivi e alle loro aspettative, coniugando le potenzialità offerte dalla digitalizzazione con le nuove tecnologie e l’AI: una sfida che richiederà ai docenti di rivedere schemi, modelli e pratiche tradizionali.

Anche l’Ambasciatrice D’Alessandro ha voluto rivolgere alla comunità studentesca un augurio per il nuovo anno accademico, ricordando al contempo il suo ruolo istituzionale in un luogo simbolo di collaborazione: “Il nostro compito di diplomatici in Francia è in definitiva questo: non solo promuovere l’interesse dell’Italia nelle sue molteplici declinazioni, ma anche mantenere viva l’armonia tra due dei Paesi più importanti al mondo, renderla un motore dell’Europa e dell’Occidente e, così facendo, contribuire a offrire ai giovani – a partire da quelli che studiano in questo Ateneo, ai quali auguro dal profondo del cuore, così come a tutti voi docenti, un eccellente anno accademico – un orizzonte di pace, di libertà e di opportunità condivise”.

Hanno partecipato alla cerimonia il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e il Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il Presidente del Consiglio degli Studenti, Morgan Baliviera e il Rappresentante del Personale Tecnico-Amministrativo, Salvatore Dore. La prolusione è stata affidata a Renata Longo, Ordinaria di Fisica per le Scienze della Vita, l’Ambiente e i Beni Culturali del Dipartimento di Fisica, “Oltre il grigio: i colori dei raggi X”. 

Nel corso della cerimonia sono stati anche assegnati i premi a studenti e matricole meritevoli, grazie ai contributi della Fondazione Università degli Studi di Trieste (FUST) e della Fondazione CRTrieste.

Esecuzioni vocali e strumentali a cura di Coro e Orchestra dell’Università degli Studi di Trieste, direttore M. Riccardo Cossi.

Discorso Rettrice

Discorso Rappresentante degli studenti

Discorso Rappresentante del Personale tecnico amministrativo  

Discorso dell’Ambasciatrice D’Alessandro 

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Ospite d’eccezione della cerimonia l’Ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro
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UniTS lancia la sfida per un turismo senza barriere

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Nella settimana in cui si celebra la Giornata Internazionale delle persone con Disabilità (3 dicembre) UniTS diffonde i risultati dell’Hackathon “Inclusive Tourism for Everyone”, promosso nell’ambito del progetto europeo SITE – Shaping Inclusive Tourist Experiences finanziato dal Programma Interreg Italia–Croazia 2021–2027.

Il progetto SITE è coordinato da Lorenzo Castelli, associato in Ricerca Operativa al Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA) dell’Università di Trieste, in collaborazione con il gruppo di ricerca Trieste Inclusion and Accessibility Lab (TrIAL), referente Ilaria Garofolo, ordinaria di Architettura Tecnica allo stesso Dipartimento.

Scopo di SITE è aumentare l'attrattività delle destinazioni dell'area del programma durante tutto l'anno, diffondendo una cultura transfrontaliera dell’Universal Design nell’ecosistema turistico, così da ridurre le barriere architettoniche, sensoriali e comunicative che limitano l’accesso alle persone con disabilità e ad altri gruppi con esigenze specifiche, come famiglie e anziani.

L’Hackathon, moderato da Caterina Vidulli, fondatrice di Central Marketing Intelligence e Communication Manager del progetto SITE, è stato organizzato da UniTS Trieste insieme ai partner italiani e croati del progetto, con la compartecipazione del Comune di Trieste, Promoturismo FVG, CRIBA FVG, INU – Istituto Nazionale Urbanistica e dell’associazione Start-Up Turismo. 

Sono stati coinvolti 34 studenti universitari provenienti da Italia, Croazia e Slovenia, attivi in percorsi formativi eterogenei: architettura, urbanistica, lingue, management del turismo, scienze sociali e informatica. Tra i mentor che hanno supportato e guidato i lavori ci sono stati esperti in accessibilità ambientale, linguaggio facile, marketing del turismo, sociologi, referenti della associazione Oltre Quella Sedia.

Nel corso delle due giornate, ai partecipanti è stato chiesto di sviluppare idee e soluzioni innovative capaci di integrare i principi dell’Universal Design, con l’obiettivo di progettare esperienze turistiche realmente accoglienti, fruibili e piacevoli per tutti: persone con disabilità, famiglie, anziani e visitatori con competenze linguistiche limitate. I gruppi multidisciplinari hanno collaborato in un clima di forte creatività e problem-solving, mettendo in dialogo competenze tecniche, progettuali e sociali.

Un momento particolarmente significativo è stata la visita guidata lungo un itinerario cittadino, condotta da PromoTurismo FVG con la partecipazione di CRIBA FVG e della associazione Oltre Quella Sedia. L’esperienza ha permesso ai team di osservare direttamente il contesto urbano triestino e di individuare alcune delle principali criticità sperimentate dai turisti negli spostamenti in città. «La visita ha offerto ai partecipanti uno sguardo concreto sulle difficoltà che molti visitatori incontrano quotidianamente. È da qui che può nascere un turismo davvero attento e inclusivo», afferma Paola Pascoli, referente di CRIBA FVG.

I progetti vincitori

1° posto – “PathMate”

Il progetto PathMate — dall’unione di “path” (percorso, viaggio) e “mate” (amico, compagno) — propone un’app che accompagna l’utente adattandosi alle sue esigenze e rafforzando la sua autonomia. PathMate semplifica la pianificazione degli spostamenti, offre una navigazione chiara e multicanale e fornisce informazioni utili su caratteristiche dei percorsi e accessi, come pendenza e tipologia di superficie. Team: Iftekhar Anwar (Computer Science, Politecnico di Torino), Arsenii Prostakov (Lingue, Univ. Federico II Napoli), Anastasija Ristova (Urbanistica, Univ. di Lubiana), Lucija Oštarić (Management del Turismo, Fiume), Alessia Gaia Russo (Design della Comunicazione, Politecnico di Milano).

2° posto – “APO – All Paths Open”. 

Un sistema di partecipazione che collega turisti con disabilità o esigenze specifiche ai residenti che condividono la stessa condizione, con l’obiettivo di costruire una comunità sicura, informata, sensibile e coinvolta. Team: Patricia Ivančić (Scienze sociali, Univ. di Fiume), Eleonora Lazarova (Urbanistica, Univ. di Lubiana), Jana Krivošić (Management del Turismo, Fiume), Alessandra Airaudo (Digital Marketing, Unicusano).

3° posto – “TourAble”

Un’app pensata per rendere il turismo realmente accessibile grazie a un design inclusivo, intuitivo e adattivo. TourAble incoraggia la consapevolezza dei cittadini sui temi dell’accessibilità e offre percorsi senza barriere, attività per famiglie e informazioni dedicate a persone con disabilità visive e cognitive. Team: Daniyar Yegeubay (Computer Science, Federico II Napoli), Ester Calenda Casarin (Lingue, Ca’ Foscari), Pia Ržen (Architettura, Univ. di Lubiana), Korina Zorić (Management del Turismo, Fiume), Marianna Capriotti (Management del Turismo, Univ. di Perugia).

«Partecipare all’Hackathon Inclusive Tourism for Everyone del progetto SITE – Interreg ITA CRO 2021-27 è stato un momento prezioso, sia dal punto di vista professionale che umano. Vedere così tanti giovani del mondo del turismo lavorare con competenza, curiosità e senso di responsabilità verso un futuro più accessibile è stato profondamente motivante», dichiara Annalisa Noacco di Willeasy, tra i membri della giuria. «Come Willeasy abbiamo accolto con entusiasmo l’invito dell’Associazione Startup Turismo, che ringrazio sinceramente per aver valorizzato il ruolo dell’accessibilità all’interno del percorso. In questa occasione ho avuto l’onore di rappresentare l’Associazione, in qualità di associata e delegata alle tematiche del turismo accessibile, contribuendo a portare la voce di chi ogni giorno lavora per un settore più inclusivo. Consegnare i premi ai team vincitori è stato un gesto simbolico ma significativo: il dialogo tra chi oggi opera per rendere il mondo più inclusivo e chi domani potrà trasformare questa visione in nuovi standard è la vera forza di un settore che sta evolvendo. L’impegno e la sensibilità dimostrati dai partecipanti confermano che innovazione e attenzione alle persone non sono binari paralleli, ma la stessa direzione. È questa l’energia che serve per costruire un turismo capace di accogliere, comprendere e includere davvero tutti».

La giuria era composta inoltre dalle docenti Ilaria Garofolo (DIA, Università di Trieste) e Jelena Durkin Badurina (FTHM, Università di Fiume); Roberta Gigli, referente del Forum Of Adriatic And Ionian Cities; Erika Kosic, referente della Regione Friuli Venezia Giulia in qualità di Segreteriato Congiunto del programma Italia-Slovenia.

Gli altri progetti

Gli altri progetti presentati hanno proposto soluzioni diversificate ma unite da un’unica visione inclusiva: dalla creazione di moduli temporanei universalmente accessibili, confortevoli, gratuiti e dotati di schermi informativi (progetto “Your Pod Stop”), allo sviluppo di un protocollo di certificazione per servizi attenti alle diversità (progetto “Inclusive Tourism”). Sono stati inoltre presentati un’app pensata per mettere in contatto turisti e residenti con esigenze simili (progetto “Help”) e una piattaforma di viaggio inclusiva che, grazie a contenuti verificati tramite intelligenza artificiale e dati reali dai social media, genera mappe personalizzate (progetto “AllWays”).

Oltre ai premi in denaro destinati ai tre migliori progetti (4.000 € al primo, 2.000 € al secondo e 1.000 € al terzo classificato), finanziati dall’associazione Start-Up Turismo, i vincitori avranno accesso a sessioni di mentorship con l’associazione e con i partner del progetto SITE, e saranno invitati alla conferenza internazionale conclusiva del progetto, che si terrà a Opatija (Croazia).

L’Hackathon si è concluso con la consapevolezza condivisa che progettare un turismo più inclusivo significa contribuire allo sviluppo di comunità più aperte, accoglienti e sostenibili.

Abstract
Nell’ambito del progetto europeo SITE – Shaping Inclusive Tourist Experiences, premiate le migliori idee per un turismo più accessibile
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