UniTS tra gli atenei di eccellenza in Italia: l’ANVUR conferma la prima fascia Read more about UniTS tra gli atenei di eccellenza in Italia: l’ANVUR conferma la prima fascia Immagine Titolo (61).jpg Data notizia Mon, 22/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia L’Università di Trieste si avvia alla conclusione dell’anno con un risultato che la conferma nella ristretta eccellenza degli atenei italiani: è stata collocata nella fascia più alta dell’accreditamento periodico, con un giudizio di sede “pienamente soddisfacente” dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR).Nelle valutazioni fino ad oggi disponibili, il giudizio massimo è stato assegnato dall’ANVUR solo ad altri quattro atenei italiani su 33 esaminati, ovvero Pavia, Unimore, Politecnico di Torino e Bocconi.«È con grande orgoglio che condivido questo esito: UniTS viene collocata nella fascia più alta di valutazione. È un giudizio terzo e oggettivo che guarda al complesso delle nostre attività: didattica, ricerca, impegno pubblico e sociale, attività assistenziale in ambito sanitario, risorse e servizi. È il riconoscimento della qualità di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutta la comunità universitaria», sottolinea la rettrice Donata Vianelli.Nel rapporto finale dell’Agenzia, l’Università di Trieste ottiene la valutazione top nell’86,7% dei punti di attenzione (20 su 23), rispetto a un massimo del 78,3% (18 su 23), finora registrato dagli altri atenei collocati nella medesima fascia di giudizio. Che cos’è l’accreditamento periodicoL’accreditamento periodico è la verifica con cui ANVUR valuta, a intervalli regolari, la qualità complessiva di un Ateneo: non solo i risultati, ma anche processi, procedure e organizzazione che sostengono le attività di formazione, ricerca e terza missione/impatto sociale, insieme alla gestione delle risorse e ai servizi.I punti di forza riconosciutiNel Rapporto e nelle buone prassi richiamate nel percorso di accreditamento emergono, in particolare, alcuni elementi distintivi. Tra i più significativi spicca l’internazionalizzazione, a partire dalla rilevante quota di studenti provenienti da Paesi esteri (8% degli iscritti totali nei corsi di laurea e laurea magistrale nell’a.a. 2024/25, percentuale tra le più alte in Italia) per proseguire con l’offerta didattica che propone percorsi di doppio titolo e titoli congiunti attraverso accordi con università europee. La valutazione valorizza inoltre il coinvolgimento attivo di studentesse e studenti nei processi decisionali e nel sistema di assicurazione della qualità, insieme al contributo riconosciuto del personale tecnico-amministrativo.Accanto a questi aspetti, viene evidenziato l’impegno nell’innovazione didattica, anche attraverso il Teaching and Learning Centre (TLC) e il potenziamento delle dotazioni tecnologiche nelle aule. Sul versante della ricerca, UniTS ha introdotto un sostegno dedicato all’avvio dell’attività dei ricercatori neoassunti: uno starting grant di 10mila euro per chi non dispone di fondi propri.Il percorso di valutazione La valutazione si è svolta attraverso un’analisi documentale e una fase di visita in loco condotta da una Commissione di Esperti per la Valutazione (CEV) nominata da ANVUR e composta da docenti e studenti. I corsi di laurea e i dottorati di ricerca sono stati inizialmente esaminati a distanza dal 5 al 7 maggio 2025; la Commissione è poi stata in Ateneo dal 20 al 23 maggio 2025 per estendere le proprie valutazioni.Sono stati sottoposti a valutazione l’Ateneo nel suo complesso, un campione di 3 dipartimenti (Matematica, Informatica e Geoscienze; Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute; Studi Umanistici),10 corsi di studio di primo e secondo livello (Economia Internazionale e Mercati Finanziari, Fisica, Geologia, Lingue e Letterature Straniere, Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, Farmacia, Diplomazia e Cooperazione Internazionale – LM, Computer Engineering – LM, Neuroscienze – LM) e 3 corsi di dottorato (Medicina personalizzata e terapie innovative, Scienze della terra, fluidodinamica e matematica. Interazioni e metodiche, Studi storici, filosofici e politico-sociali).Un percorso di continuità nell’eccellenzaLa rettrice Vianelli ha evidenziato l’aspetto corale di questo brillante risultato e rivolto un ringraziamento particolare al rettore emerito Roberto Di Lenarda, sotto cui si è svolta la valutazione, alla sua governance, «in primis al prof. Gianpiero Adami», e all’Unità di Staff Qualità e Supporto Strategico, che hanno supportato l’Ateneo in questa fase.«Il giudizio di eccellenza – osserva la rettrice Vianelli - certifica la solidità dei processi con cui UniTS programma, realizza e migliora nel tempo le proprie attività istituzionali: un risultato che rafforza la capacità dell’Università di Trieste di essere un punto di riferimento per la formazione di studentesse e studenti che hanno in Italia i più alti tassi di occupazione, per la ricerca che sta portando risultati di eccellenza internazionale, e per l’impatto sociale, attraverso un dialogo costante con tutti gli attori del territorio, in particolare aziende, imprese, enti e istituzioni. Inoltre, il successo nei bandi europei è garanzia di continua innovazione delle nostre infrastrutture.Siamo molto soddisfatti per il giudizio ANVUR – conclude Vianelli, che guida l’Ateneo triestino dallo scorso 1° agosto -, in tempi di Olimpiadi mi sento di dire che abbiamo vinto la nostra medaglia d’oro». Abstract L’accreditamento periodico assegna il massimo risultato al giudizio di sede, assegnato finora solo a 4 atenei su 33. UniTS prima a ottenere il giudizio massimo nell’86,7% dei punti di attenzione. La rettrice Vianelli: “Grande risultato corale. È come vincere una medaglia d'oro" Mostra nel diario On Periodo di permanenza in Magazine Mon, 22/12/2025 - 12:00 - Sat, 31/01/2026 - 12:00
Sindrome di Rett: iniziata la somministrazione di Mirtazapina alla prima paziente Read more about Sindrome di Rett: iniziata la somministrazione di Mirtazapina alla prima paziente Immagine Progetto senza titolo (76).png Data notizia Fri, 19/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Enti e aziende Territorio e società Testo notizia Dopo 15 anni di ricerca, di cui tre dedicati alla raccolta di finanziamenti no profit, il progetto MirtaRett coordinato da Enrico Tongiorgi (Dipartimento Scienze della Vita di UniTS), entra finalmente nella pratica clinica con la somministrazione della prima terapia a una piccola paziente dell’Ospedale Gaslini di Genova.A febbraio 2025 l’Agenzia italiana del farmaco - AIFA, ricevuto il parere positivo del comitato etico nazionale per gli studi pediatrici, aveva dato il disco verde alla prima sperimentazione a livello mondiale del farmaco Mirtazapina nella Sindrome di Rett, una grave patologia neurologica che colpisce quasi esclusivamente le bambine.Lo studio clinico, coordinato dall’Università di Trieste, si estenderà nella sua prima fase a 15 piccole pazienti e si svolgerà nei principali ospedali italiani di riferimento per la Sindrome di Rett. La sperimentazione è interamente sostenuta da sovvenzioni senza scopo di lucro.Oltre alla sperimentazione farmacologica, il progetto (sostenuto dal contributo incondizionato di Angelini Pharma SpA, Fondazione Canali Onlus, Fondazione Ico Falck e della Fondazione Ente Filantropico del terso settore Amadei e Setti) prevede anche il monitoraggio continuo dei parametri vitali delle pazienti, come respirazione, frequenza cardiaca e ossigenazione del sangue. A questo scopo vengono utilizzate T-shirt intelligenti, già distribuite agli ospedali di Genova, Siena, Messina e Milano. Originariamente sviluppate per il monitoraggio degli sportivi, queste magliette sono realizzate in cotone intrecciato con nanofibre capaci di rilevare i deboli segnali elettrici del corpo umano e vengono confezionate su misura per ciascuna paziente dall’azienda italiana AccYouRate Group.Cos’è la Mirtazapina?La mirtazapina è un farmaco già disponibile in commercio, quindi più facilmente accessibile e sostenibile. Per agevolarne l’assunzione, è stata individuata un’azienda europea in grado di produrlo in formulazione liquida, una soluzione poco diffusa poiché a livello globale il farmaco è normalmente commercializzato in compresse. «Il nostro laboratorio, presso il Dipartimento di Scienze della Vita all’Università di Trieste, è stato il primo al mondo a dimostrare che la mirtazapina, pur essendo un antidepressivo, agisce su meccanismi più ampi e può migliorare respirazione, controllo motorio, qualità del sonno e comunicazione sociale nelle pazienti con sindrome di Rett», spiega Tongiorgi.L’accesso alla sperimentazione è aperto a nuove pazientiIn Friuli Venezia Giulia si stima la presenza di tre o quattro bambine affette dalla sindrome che al momento non sono incluse nello studio, ma le prospettive restano incoraggianti. «Ci auguriamo che anche le strutture sanitarie della regione possano aderire alla sperimentazione», sottolinea Tongiorgi.Per garantire la validità scientifica dello studio, è necessario raggiungere un totale di 54 pazienti di età compresa tra i 5 e i 40 anni, suddivise nelle fasce 5-10, 11-17 e 18-40 anni. Attualmente ne è stato reclutato circa un terzo, pertanto la ricerca di nuove partecipanti è ancora aperta. Abstract Al Gaslini di Genova il via al progetto MirtaRett, prima sperimentazione al mondo su un farmaco contro questa grave patologia neurologica. Lo studio è coordinato da Enrico Tongiorgi di UniTS Mostra nel diario Off
Contrasto a discriminazione, promozione delle pari opportunità e del benessere nei luoghi di studio e lavoro: conferiti i Premi CUG Read more about Contrasto a discriminazione, promozione delle pari opportunità e del benessere nei luoghi di studio e lavoro: conferiti i Premi CUG Immagine WhatsApp Image 2025-12-19 at 11.19.47.jpeg Data notizia Fri, 19/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Destinatari target Studenti iscritti Testo notizia Si è tenuta la cerimonia di conferimento dei premi alle migliori tesi di laurea e dottorato promossi dal CUG sui temi del contrasto a ogni forma di discriminazione, la promozione delle pari opportunità e del benessere nei luoghi di studio e di lavoro.Il premio per la migliore tesi di laurea triennale è andato a Michela Predonzani con l'elaborato su “Lo sport inclusivo come intervento complementare all'interno dei progetti riabilitativi rivolti a soggetti con disabilità intellettiva”.Il premio per le due migliori tesi di laurea magistrale è stato vinto da Jessica Baldassi per la tesi “La certificazione di genere: il caso di studio Irisiacqua” e da Chiara Granato per l’elaborato “Una scuola elastica: lo spazio che crea inclusione”.Costanza Ziani vince invece il premio per la migliore tesi di Dottorato di ricerca dal titolo “Dal benessere organizzativo all'organizzazione del benessere nella pubblica amministrazione”.La varietà dei temi trattati nelle tesi e la numerosità degli elaborati pervenuti, dimostrano come la sensibilità per queste tematiche sia cresciuta notevolmente e la strategicità della strada intrapresa dal CUG e dall’Ateneo in termini di azioni di informazione e formazione. Abstract Il Comitato Unico di Garanzia premia le migliori tesi di laurea su questi temi Mostra nel diario Off
Dall’emergenza sanitaria alla mobilità internazionale: premiati i migliori progetti imprenditoriali dell'ICL Read more about Dall’emergenza sanitaria alla mobilità internazionale: premiati i migliori progetti imprenditoriali dell'ICL Immagine ICL-FINALE-web2.jpg Data notizia Wed, 10/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Studiare Destinatari target Studenti iscritti Enti e aziende Testo notizia Dall’emergenza sanitaria alla sostenibilità degli acquisti quotidiani, dal supporto agli studenti fuorisede al benessere degli animali domestici, fino alla mobilità formativa internazionale: sono i temi dei cinque progetti imprenditoriali premiati alla finale dell’Innovators Community Lab 2025 (ICL), che si è svolta nella Sala Cappella dell’ex Ospedale Militare di via Fabio Severo.L’evento ha concluso la prima edizione dell’ICL, evoluzione dell’esperienza del Contamination Lab dell’Università di Trieste.Nel corso della finale sono stati presentati i 20 progetti finalisti sviluppati durante questa edizione del percorso formativo. Le cinque borse di studio da 5mila euro per i migliori progetti imprenditoriali sono stati attribuiti a ResQ di Francesco Sulli, studente di Fisica, che intende realizzare una valigetta smart di primo soccorso per aziende, scuole e spazi pubblici; SiVale di Valentina Malijevic, studentessa di Giurisprudenza, delinea un supermercato sostenibile plastic-free basato su contenitori riutilizzabili e tracciabili; inU di Jovana Obradovic, studentessa di Psicologia, è invece una piattaforma digitale che accompagna gli studenti nella scelta universitaria e nella vita da fuorisede in Friuli Venezia Giulia; Aura di Asja Feruglio, PhD in Design for Made in Italy – in collaborazione con Siminozar Bahram, studentessa in Business Management – prevede una soluzione avanzata per la riduzione degli odori nei cani che unisce metodo scientifico e design; Kansje di Chiara Doga’, studentessa di Filosofia, crea un’app raccoglie e rende accessibili opportunità di formazione e mobilità internazionale per i giovani.Sono stati inoltre assegnati a Francesco Sulli e Valentina Maljevic, quali migliori studenti del corso, i due viaggi di formazione che li porteranno a visitare ecosistemi internazionali dell’innovazione. L’insieme dei progetti e dei profili premiati conferma il carattere eterogeneo, multidisciplinare e cosmopolita che ha arricchito la classe ICL, in cui lo scambio di esperienze e di idee ha coinvolto studenti e studentesse di corsi di studio e livelli diversi – dalla Fisica alla Giurisprudenza, dalla Psicologia al Design, al Business Management e alla Filosofia – e di provenienze diverse.La finale ha inoltre ospitato la tavola rotonda “Formare per innovare: il driver dell’imprenditività giovanile”, che ha messo a confronto università, istituzioni e mondo produttivo sul ruolo della formazione come motore dell’innovazione. Nel dibattito, moderato dal giornalista Paolo Pichierri, la rettrice Donata Vianelli ha sottolineato l’importanza di creare occasioni strutturate di dialogo tra giovani impegnati in percorsi universitari diversi, indicando come fondamentale la contaminazione di competenze e punti di vista per accompagnare il passaggio dall’idea al progetto imprenditoriale ed evidenziando la necessità di un’apertura a contesti e reti internazionali. Alla tavola rotonda hanno partecipato inoltre Francesca Ros, Presidente Confindustria Giovani Alto Adriatico, e Giacomo Andolfato, Presidente Confindustria Giovani Udine.Erik Vesselli, delegato al Trasferimento Tecnologico di UniTS, ha precisato che «l’Innovators Community Lab racchiude le tre missioni dell’università: formazione, ricerca e impegno sociale. Il trasferimento tecnologico diventa concreto quando i risultati della ricerca entrano nei territori, nelle imprese, nelle istituzioni, anche attraverso la nascita di nuove start up. Questo è possibile solo lavorando fianco a fianco, in un percorso di contaminazione tra docenti, ricercatori, studentesse, studenti ed esponenti del tessuto imprenditoriale».Il percorso formativo dell’Innovators Community Lab, nella sua nuova struttura che riconosce 6 crediti formativi a chi lo completa, in questa edizione ha ulteriormente intensificato le occasioni di role modeling, offrendo esempi, esperienze e contatti utili per comprendere da vicino le dinamiche dell’innovazione, dell’impresa e del lavoro attraverso il confronto diretto con i protagonisti del sistema produttivo. Accanto alle attività seminariali e di networking, gli ICLabbers hanno visitato la sede del Gruppo Marcegaglia, dove hanno incontrato i vertici aziendali e si sono recati a Casa Marcegaglia, il museo d’impresa che racconta la storia, i valori e la visione di una grande realtà industriale.Nel corso della serata è stato presentato anche il bando ICL 2025/2026 per la nuova edizione del percorso, con candidature aperte fino al 12 gennaio 2026. Tutte le informazioni e il testo del bando sono disponibili sul portale di Ateneo. I progetti premiati (schede di approfondimento)Francesco Sulli, studente di Fisica – “ResQ” ResQ è una valigetta smart di primo soccorso pensata per rivoluzionare la gestione delle emergenze in azienda, a scuola e negli spazi pubblici.Combina materiale sanitario certificato con sensori integrati e un’interfaccia digitale che guida passo-passo anche chi non ha formazione sanitaria.Tramite l’app ResQ Connect monitora lo stato del kit, le scadenze dei materiali e lo storico degli interventi, semplificando il lavoro di RSPP e responsabili della sicurezza.Il progetto prevede una famiglia di prodotti (Lite, Standard, Pro, Extreme) per contesti che vanno dall’ambito domestico ai cantieri e agli scenari outdoor più estremi.Valentina Malijevic, studentessa di Giurisprudenza – “SiVale” SiVale, un supermercato sostenibile Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio provengono dal carrello della spesa. Il riciclo migliora, ma non basta: il vero problema sta nel modello del monouso.SiVale nasce per cambiare questo sistema, proponendosi come supermercato di nuova generazione. Qui i prodotti sono venduti sfusi e alla spina, offrendo gratuitamente l’uso di contenitori riutilizzabili dotati di tecnologia RFID che ne consente la tracciabilità. La presenza delle reverse vending machine permette di ritirare i contenitori usati, rimetterli in circolazione e allo stesso tempo ricompensare il cliente.La spesa così non produce più scarti, ma diventa un gesto di innovazione e di responsabilità verso l’ambiente. SiVale dimostra che un modello circolare, plastic-free e tecnologicamente avanzato può diventare normale, desiderabile e adattabile su larga scala.Jovana Obradovic, studentessa di Psicologia – “inU” inU è una piattaforma digitale indipendente che accompagna gli studenti nella scelta universitaria e nella vita da fuorisede nel Friuli Venezia Giulia.inU integra in un unico ecosistema recensioni autentiche dei corsi, supporto peer-to-peer, informazioni territoriali dettagliate e una partnership strutturata con il Centro di Orientamento Regionale (COR) per offrire supporto professionale gratuito.Con un modello freemium e una strategia B2B con partner locali, inU mira a diventare il punto di riferimento regionale per l’orientamento universitario consapevole e vicino agli studenti, contribuendo a ridurre il dropout universitario e valorizzare il territorio.Asja Feruglio, PhD in Design for Made in Italy – “Aura” progetto sviluppato con Siminozar Bahram, studentessa in Business ManagementAura è un progetto di ricerca che sviluppa una soluzione avanzata per la riduzione degli odori nei cani, garantendo efficacia, sicurezza cutanea e biocompatibilità.Unendo metodo scientifico e design, offre un prodotto pensato per migliorare l’igiene quotidiana e il benessere dell’animale. La sua essenza non è solo una fragranza: è la rappresentazione del legame tra cane ed essere umano, un design che traduce quella relazione in un valore emotivo e identitario.Chiara Doga’, studentessa di Filosofia – “Kansje” Kansje – che in olandese significa “piccola opportunità” – è un’app pensata per giovani che desiderano vivere esperienze di formazione o mobilità all’estero, anche con risorse economiche o di tempo limitate. Molte opportunità gratuite, perché finanziate dall’UE o perché community-based, restano poco conosciute e difficili da trovare: Kansje è il primo database unificato che le rende accessibili grazie a un sistema di matchmaking intelligente, capace di individuare le esperienze più adatte a ciascun utente. L’app offre anche consulenze personalizzate prima e dopo la partenza, un percorso educativo e formativo per prepararsi al viaggio e un forum dedicato per confrontarsi con altri giovani. Abstract La finale dell'Innovators Community Lab ha assegnato 5 borse di studio da 5mila euro e due viaggi di formazione. Aperto fino al 12 gennaio 2026 il bando per la prossima edizione Mostra nel diario Off
Un assistente di Intelligenza Artificiale Generativa per la gestione clinica dell’epatite C Read more about Un assistente di Intelligenza Artificiale Generativa per la gestione clinica dell’epatite C Immagine Titolo (31).jpg Data notizia Tue, 16/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia Un’intelligenza artificiale che traduce le linee guida internazionali per il trattamento dell’epatite C in risposte cliniche chiare e coerenti con gli standard più aggiornati: è il focus di uno studio internazionale guidato da Mauro Giuffrè, ricercatore dell’Università di Trieste (Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute) e della Yale University School of Medicine, validato dagli stessi autori delle linee guida europee per il trattamento della patologia.L’epatite C è un’infezione causata dal virus HCV (Hepatitis C Virus), che colpisce il fegato e può evolvere in forme croniche con gravi complicanze, come cirrosi e carcinoma epatocellulare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 58 milioni di persone nel mondo convivono con l’infezione cronica e ogni anno si registrano oltre 1,5 milioni di nuovi casi. L'OMS ha fissato l'obiettivo ambizioso di eliminare l'epatite C come minaccia per la salute pubblica entro il 2030, puntando a ridurre le nuove infezioni del 90% e i decessi del 65%. Lo sviluppo di strumenti innovativi basati sull’intelligenza artificiale, come quello presentato nello studio dell’Università di Trieste, svolge un ruolo fondamentale nel perseguimento di questi obiettivi: migliorare l’aderenza alle linee guida terapeutiche e facilitare l’accesso a cure appropriate anche in contesti con risorse limitate sono passi concreti che possono contribuire al raggiungimento dei target globali.Miglioramenti significativi nell’accuratezza clinicaIl team ha sviluppato e testato due approcci innovativi per specializzare GPT-4 nella gestione dell'HCV: da un lato un sistema di recupero di informazioni (retrieval-augmented generation, RAG) che integra in tempo reale le linee guida europee - testati in due varianti (RAG-Top1, che recupera il singolo paragrafo più rilevante, e RAG-Top10, che recupera i dieci paragrafi più pertinenti) - dall'altro un addestramento specifico (supervised fine-tuning, SFT) del modello linguistico sui contenuti delle stesse linee guida. I risultati hanno superato ogni aspettativa: rispetto al 36,6% del modello base GPT-4 il modello RAG-Top10 ha raggiunto un'accuratezza del 91,7% nelle valutazioni degli esperti, RAG-Top1 l'81,7% e il modello SFT il 71,7%, raggiungendo quindi miglioramenti significativi rispetto al modello standard.Un sistema di validazione inedito che comprende gli estensori delle linee guida e gli esperti cliniciA rendere particolarmente rilevante questo studio è la metodologia di validazione applicata, inedita finora nella letteratura scientifica di settore. Sono stati reclutati due gruppi distinti di valutatori. Il primo gruppo era composto da quattro epatologi esperti, selezionati tra gli autori principali e i presidenti delle linee guida HCV della European Association for the Study of the Liver (EASL), ovvero i maggiori esperti europei nel trattamento dell’epatite C e gli estensori delle linee guida internazionali. A questi si è aggiunto un secondo gruppo di epatologi di un centro di riferimento terziario (Humanitas Hospital, Rozzano), garantendo una doppia prospettiva di valutazione tra teorici delle linee guida e clinici sul campo. Questo approccio ha permesso di ottenere quella che gli stessi ricercatori definiscono "una valutazione che si avvicina al gold standard nella definizione dell'accuratezza degli output".Verso l'integrazione responsabile dell'AI in medicinaI risultati aprono prospettive concrete per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel supporto alle decisioni cliniche. "Sia RAG che SFT - spiegano gli autori - migliorano significativamente le prestazioni dei Modelli Linguistici di grandi dimensioni (LLM) nella gestione dell'epatitie C attraverso le linee guida, migliorando non solo l'accuratezza e la chiarezza delle risposte, ma anche la selezione dei regimi terapeutici negli scenari clinici". Lo studio rappresenta un passo significativo verso quello che gli autori definiscono "l'integrazione sicura dell’Intelligenza Artificiale Generativa nella pratica clinica", confermando il potenziale di modelli linguistici specializzati e validati da esperti come strumenti concreti di supporto decisionale in medicina, particolarmente preziosi in contesti ad alta complessità come la gestione delle malattie epatiche croniche.La ricerca, presentata nell’articolo From Guidelines to Real-Time Conversation: Expert-Validated Retrieval-Augmented and Fine-Tuned GPT-4 for Hepatitis C Management, pubblicato su Liver International, si è avvalsa del contributo di Nicola Pugliese e Alessio Aghemo (Humanitas University), dei bioingegneri dell’Ateneo triestino Simone Kresevic e Milos Ajcevic (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e di un network internazionale di epatologi e specialisti di intelligenza artificiale, tra cui Dennis L. Shung (Yale), Francesco Negro (University Hospitals of Geneva), Massimo Puoti (ASST GOM Niguarda; Università di Milano Bicocca), Xavier Forns (Hospital Clínic Barcelona; IDIBAPS; CIBERehd) e Jean-Michel Pawlotsky (UPEC/INSERM; AP-HP Paul Brousse, Parigi). Abstract Allo studio coordinato da Mauro Giuffrè (DSM) hanno collaborato anche Simone Kresevic e Milos Ajcevic (DIA). Il modello RAG-Top10 fornisce risposte aderenti alle linee guida internazionali con un'accuratezza del 91,7% Mostra nel diario Off Fotogallery
Allergia al Nickel: pubblicato studio UniTS – ASUGI Read more about Allergia al Nickel: pubblicato studio UniTS – ASUGI Immagine foto nickel.jpeg Data notizia Wed, 17/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Studiare Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Testo notizia Appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Contact Dermatitis (Wiley) uno studio multicentrico dell’Università di Trieste condotto dai Proff. Luca Cegolon (UCO di Igiene e Medicina Preventiva di ASUGI) e Francesca Larese Filon (UCO di Medicina del Lavoro) sull’allergia da contatto al nickel solfato 5% in 31.948 pazienti sottoposti a patch test in Triveneto dal 1997 al 2023.Il nickel è la causa più frequente di allergia da contatto, un’ ipersensibilità che si può sviluppare dopo ripetute e prolungate esposizioni cutanee ad allergeni.Nel 1994, la direttiva europea UE 94/27/CE ha disposto la restrizione dell’ uso del nichel in bigiotteria ed altri prodotti da consumo che possono entrare a contatto con la cute umana.Sebbene grazie a questo provvedimento si sia osservata una progressiva riduzione della sensibilizzazione al nichel in Europa, il beneficio si è riscontrato soprattutto nelle generazioni più giovani. I più anziani, invece, sensibilizzati prima dell’entrata in vigore della direttiva, contribuiscono alla prevalenza di allergia da contatto al nickel a livello globale.In dettaglio, la distribuzione geografica della sensibilizzazione al nichel è eterogenea e tende ad essere superiore nei Paesi dell’area mediterranea rispetto a quelli del Nord Europa, probabilmente a causa di un'applicazione tardiva e meno rigorosa della direttiva europea.Al di fuori dell’ Unione Europea, nello specifico in Nord America e Giappone, continua a registrarsi una prevalenza di sensibilizzazione al nichel superiore ed in aumento nel corso degli anni, a causa della mancanza di normative restrittive in materia.Lo studio dell’Università di Trieste sottolinea che la prevalenza di sensibilizzazione al nichel era del 26,1% durante il periodo di studio (1997-2023), seguiva un trend temporale in progressiva riduzione ed era significativamente inferiore nei maschi. Il trend rivelava inoltre un andamento ad U invertita rispetto all'anno di nascita tra le donne, passando dal 35,70% in quelle nate tra il 1955 e il 1964 al 46,24% in quelle nate tra il 1965 e il 1974, per ridursi al 41,36% tra le nate negli anni 1975-1984.L'andamento a U invertita delle reazioni positive ai patch test per anno di nascita riflette un’esposizione e sensibilizzazione al nichel in donne di età compresa tra 20 e 50 anni, prima dell'entrata in vigore della direttiva europea.Per quanto riguarda l’attività lavorativa svolta dalle persone sottoposte all’indagine, si è riscontrata una prevalenza di reazioni positive al patch test significativamente superiore tra i commercianti, mentre era inferiore tra pensionati e casalinghe. Una maggiore prevalenza di reazioni positive tra i commercianti potrebbe riflettere un'esposizione prolungata in professioni che implicano manipolazione di monete, mentre un’ immunosenescenza legata all’ età potrebbe spiegare la minore prevalenza di sensibilizzazione in pensionati e casalinghe.Sebbene in riduzione nel corso degli anni, la prevalenza di reazioni positive al nichel si è confermata comunque superiore rispetto a quella dei paesi nord-europei, probabilmente per un'applicazione tardiva e meno rigorosa della suddetta direttiva europea. Altri fattori che possono contribuire alla maggiore prevalenza di sensibilizzazione nei paesi dell’ area mediterranea rispetto a quelli del Nord Europa includono trend sociali che hanno spinto le donne italiane ad utilizzare precocemente prodotti di bigiotteria contenenti nickel e temperature ambientali più elevate che facilitano rilascio e penetrazione di allergeni nella cute umana da prodotti contenenti nichel. Abstract Luca Cegolon e Francesca Larese Filon hanno condotto uno studio cha ha coinvolto circa 32.000 pazienti del Triveneto tra il 1997 e il 2023 Documenti allegati Document Graphical Abstract Mostra nel diario Off
Homecoming 2025: i successi degli Alumni UniTS per ispirare gli studenti di oggi, professionisti di domani Read more about Homecoming 2025: i successi degli Alumni UniTS per ispirare gli studenti di oggi, professionisti di domani Immagine WhatsApp Image 2025-12-11 at 13.04.11.jpeg Data notizia Thu, 11/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Enti e aziende Territorio e società Testo notizia Si è svolto all'ex Ospedale Militare Homecoming - Storie di successo UniTS e Aperitivo con gli Alumni, l’evento organizzato dal Career Service dell’Università degli Studi di Trieste per ispirare nuovi iscritti e studenti già avviati nel loro percorso universitario e per favorire lo scambio reciproco, rinsaldando un legame tra chi oggi frequenta l’Università e chi, pur avendo terminato gli studi, non l’ha abbandonata. GLI OSPITI E LA SERATA - Quattro Alumni UniTS - oggi affermati professionisti in diversi settori - Andrea Cozzi (responsabile per le Nuove Iniziative Esplorative e Direttore Generale di Eni in Libano), Chiara Pacella (lead del team di Language Management e del Localization Quality Program di Meta), Silvia Toffolutti (Global Diversity and Inclusion and Wellbeing Lead di Chiesi) e Diego Scapolan (Project Manager di Allianz) hanno condiviso i loro diversi percorsi, dalla divulgazione online all’impiego in aziende multinazionali, in altrettante storie diverse, accomunate dallo stesso punto di partenza: l’Università degli Studi di Trieste. L’evento si è tenuto all’Ex Ospedale Militare di Trieste, lo storico comprensorio di via Fabio Severo che da settembre ospita anche la nuova Casa dello Studente, frutto di una convenzione stipulata tra l’Università di Trieste e ARDiS. “L’Università di Trieste è all’interno di un ecosistema unico della conoscenza, in un territorio dove sono presenti importanti centri di ricerca. È un’università che ti mette alla prova, che ti insegna anche ad accettare il fallimento e a rialzarti. Anche io ho dovuto ripetere degli esami, in un caso mi sono ‘accomodata’ da sola. Nella mia carriera universitaria i fallimenti sono stati momenti di crescita” ha sottolineato la Magnifica Rettrice prof.ssa Donata Vianelli nel suo intervento di apertura, rimarcando come i racconti di chi è passato da quelle stesse aule universitarie possano aiutare chi le frequenta oggi nell’affrontare un passaggio non privo di sfide, nel contesto di un mercato del lavoro in cui sempre meno sono i percorsi netti e predefiniti e sempre di più le carriere da costruire con visione e coraggio. Ai presenti la Rettrice ha rivolto un invito diretto: «Scegliete, all’università e nel lavoro, percorsi che vi appassionano».La prima parte della serata, “Storie di successo UniTS”, ospitata nella Sala Cappella, ha visto i cinque Alumni raccontare alla platea di studenti iscritti a UniTS – ma anche ricercatori, docenti e personale amministrativo dell’Ateneo – il proprio personale, spesso originale, percorso, che li ha portati dalla laurea alla costruzione di una solida carriera.GLI ALUMNI – Andrea Cozzi, che con la sua laurea in Scienze geologiche è arrivato a essere oggi responsabile per le Nuove Iniziative Esplorative e Direttore Generale di Eni in Libano, ha raccontato come da un percorso inizialmente indirizzato verso l’insegnamento accademico si sia riconvertito alla ricerca del petrolio. Dell’esperienza universitaria ha ricordato il grande spirito di collaborazione e la vicinanza tra studenti, elementi che lo hanno accompagnato anche nelle successive sfide professionali in contesti internazionali complessi.Del passaggio dalla dimensione universitaria locale al lavoro in una grande realtà internazionale come Meta ha parlato, invece, Chiara Pacella, in videocollegamento da Dublino: laureata in Interpretazione e traduzione, oggi Pacella è Lead del team di Language Management e del Localization Quality Program dell’azienda e agli studenti ha raccomandato di cogliere tutte le opportunità internazionali, a partire dall’Erasmus, per confrontarsi con altri contesti e ampliare le proprie prospettive. Il suo lavoro riguarda in particolare l’adattamento culturale dei prodotti digitali, integrando competenze linguistiche e strumenti tecnologici in un modello ibrido tra contributo umano e nuove tecnologie. Della formazione a Trieste ha sottolineato le «basi molto solide e di alto livello», pienamente confrontabili con quelle sperimentate in altri contesti, pur all’interno di un percorso impegnativo e “severo”.Si occupa, invece, di risorse umane Silvia Toffolutti che, con in tasca una laurea in Filosofia, si è perfezionata con un master in Organizzazione e Gestione del Personale all’Università Bocconi di Milano e oggi, nel Gruppo Chiesi, è Global Diversity and Inclusion and Wellbeing Lead. Nel suo intervento ha illustrato progetti dedicati alla diversità e all’inclusione, con particolare attenzione alla parità di genere e all’inclusione delle persone con disabilità, soffermandosi anche sul monitoraggio dei gap salariali quando riconducibili a questioni di genere, sulle politiche aziendali legate alla genitorialità e sulla promozione della leadership femminile. Dalla Filosofia ha detto di aver portato nel lavoro l’approccio dialettico, la curiosità e il desiderio di mettere in discussione i punti di vista consolidati, qualità fondamentali per innovare anche all’interno delle organizzazioni.A completare il gruppo di Alumni coinvolti è stato Diego Scapolan, oggi Project Manager presso Allianz, laureato in Economia aziendale & Consulenza amministrativa e professionale. Scapolan ha consigliato agli studenti di non lasciarsi spaventare dalle sfide, ma di abbracciarle con entusiasmo e «un pizzico di incoscienza», e di coltivare una mentalità di apprendimento continuo, oggi quanto mai indispensabile per essere sempre al passo con le esigenze di una società in rapido cambiamento e, quindi, con il mercato del lavoro. Ha richiamato il ruolo del talent management per comprendere le competenze che saranno richieste in futuro e ha invitato a «mirare alle stelle ma puntare alla luna», senza però dimenticare gli affetti e le passioni – come lo sport – che non dovrebbero essere sacrificati al lavoro. Anche lui ha suggerito di sfruttare esperienze come l’Erasmus per vedere cosa c’è al di fuori e confrontarsi con altre realtà.La conoscenza e lo scambio è proseguito in coda al talk con un aperitivo di networking dove studenti e Phd hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con docenti e Alumni, in un contesto rilassato che ha contribuito a rafforzare il senso di appartenenza a una comunità che UniTS vuole valorizzare. Una rete da cui possono generarsi opportunità e collaborazioni, nello spirito del progetto Alumni. All’evento hanno preso parte anche i Mentors: professionisti con almeno cinque anni di esperienza lavorativa in diversi ambiti, laureati all’Università di Trieste, aderenti all’iniziativa Mentors4UniTS, grazie alla quale l’Ateneo supporta studentesse e studenti - magistrali o iscritti al penultimo o ultimo anno di un corso magistrale a ciclo unico - a realizzare un percorso di crescita. Il confronto con i mentors li aiuta a focalizzare i loro obiettivi professionali e a valorizzare le loro attitudini: dopo alcuni incontri già svolti online, domani, giovedì 11 dicembre 2025, i mentors incontreranno di persona gli studenti loro assegnati.L’EVENTO IN BREVE – Homecoming - Storie di successo UniTS è un appuntamento annuale che oggi giunge alla sua 7° edizione, dedicato agli studenti: quelli di oggi, attualmente iscritti all’Università degli Studi di Trieste, e quelli di ieri, gli Alumni che portano la loro esperienza attraverso dei talk ispiratori, favorendo l’incontro e il dialogo. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di raccontare storie di successo di laureati dell’Ateneo triestino che, grazie alle competenze acquisite durante il loro percorso universitario, hanno costruito carriere significative in ambiti professionali diversi, contribuendo a rafforzare la reputazione e il prestigio dell’Università, che nella classifica Censis delle Università italiane 2025-26 ha guadagnato due posizioni, raggiungendo così il 5° posto tra gli atenei di medie dimensioni (tra 10.000 e 20.000 iscritti); questo risultato - che si accompagna all’aumento di oltre il 13% delle nuove immatricolazioni ai corsi di laurea triennali e a ciclo unico rispetto allo scorso anno - è dovuto, tra i vari fattori, all’occupabilità dei laureati e alla qualità delle strutture, che appuntamenti come Homecoming - Storie di successo UniTS e Aperitivo con Alumni vogliono contribuire a far conoscere. Abstract Quattro ex studenti hanno portato la loro esperienza per supportare i giovani nel delicato passaggio dall’Università al mondo del lavoro Mostra nel diario Off
Guardando dentro un vortice quantistico Read more about Guardando dentro un vortice quantistico Immagine scazza_foto.png Data notizia Fri, 12/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Territorio e società Testo notizia Uno studio internazionale pubblicato su Nature Communications, coordinato dall’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze, ha studiato la dinamica dei vortici in superfluidi fortemente interagenti, individuandone i meccanismi fondamentali.Alla ricerca hanno partecipato, assieme al team sperimentale di Giacomo Roati di CNR INO anche il docente di Fisica della materia UniTS Francesco Scazza, e gli atenei di Firenze, Bologna, la Warsaw University of Technology e l’Università tedesca di Augusta. I “vortici” indagati sono piccoli mulinelli di fluido che ruotano attorno a un asse, all'interno di un gas di atomi di litio raffreddato a temperature estremamente basse, appena 10 miliardesimi di grado sopra lo zero assoluto. In queste condizioni, la materia entra in uno stato chiamato superfluido, in cui la viscosità scompare e il fluido scorre senza attrito. Il comportamento superfluido degli atomi ultrafreddi è analogo a quello dei superconduttori, dove la corrente elettrica può circolare senza resistenza, permettendo il trasporto di corrente senza perdita di energia. In entrambi i sistemi, la dinamica dei vortici ha un ruolo fondamentale poiché può aprire un canale per la dissipazione dell’energia.Spiega Giacomo Roati, dirigente di ricerca Cnr-Ino presso il LENS e responsabile del gruppo di ricerca: "L’utilizzo di gas atomici ultrafreddi ci ha permesso di studiare questo fenomeno in modo estremamente controllato, all’interno di vere e proprie ’simulazioni quantistiche’. La dinamica dei vortici nel caso studiato condivide similitudini con quella nei superconduttori ad alta temperatura, un campo ancora oggetto di studio. Comprendere il loro moto è essenziale per valutare gli effetti dissipativi e per progettare nuovi sistemi superconduttivi ad alta efficienza, nei quali tali effetti possano essere minimizzati in modo mirato, aprendo la strada a tecnologie quantistiche all’avanguardia”. Abstract UniTS coinvolta in uno studio pubblicato su Nature Communications coordinato da CNR INO che apre nuove strade per lo sviluppo di superconduttori ad alta efficienza Mostra nel diario Off
Scoperto in una medusa un apparato digerente articolato, come in organismi più complessi Read more about Scoperto in una medusa un apparato digerente articolato, come in organismi più complessi Immagine Titolo (30).jpg Data notizia Mon, 15/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia Un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Università degli studi di Trieste e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, ha scoperto nella medusa Cotylorhiza tuberculata (comunemente nota come “medusa uovo fritto” o con il nome improprio di “cassiopea mediterranea”) un apparato digerente articolato, simile a quello di organismi più sofisticati, rivelando un’anatomia interna sorprendentemente complessa che rivoluziona l’idea delle meduse come animali “semplici”.I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PLOS One.Tra i partner dello studio anche Elettra-Sincrotrone Trieste S.C.p.A., l’Università degli Studi di Milano, lo Slovenian National Building and Civil Engineering Institute di Ljubljana, l’Università di Primorska e l’Aquarium di Pirano.Massimo Avian, professore associato presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste e Gregorio Motta, post-doc, commentano: “Per analizzare la struttura anatomica della medusa, ovviando alle difficoltà legate alla fragilità e all’opacità dei tessuti, abbiamo utilizzato una tecnica all’avanguardia, iniettando nel sistema gastrovascolare dell’invertebrato una resina che, una volta indurita, ha permesso di ottenere una copia perfetta e tridimensionale di tutti i canali interni. Il calco così ottenuto è stato poi analizzato con una microtomografia ai raggi X”.La tecnica utilizzata dai ricercatori ha permesso di scoprire veri e propri canali che si diramano nelle braccia orali della medusa, ognuno dei quali presenta una strozzatura centrale, che lo ripartisce funzionalmente in due semi-canali. Gli esperimenti di anatomia funzionale, svolti iniettando coloranti atossici nello stomaco di meduse vive per osservare i flussi interni, hanno inoltre evidenziato che in questi canali esiste una circolazione a doppio senso. L’acqua di mare, ricca di prede, viene inizialmente “ingerita” dalle aperture più interne delle braccia. Dopo essere giunta alla cavità dello stomaco tramite il semi-canale più interno, finita la digestione, scende per il secondo semi-canale (esterno), per poi essere espulsa dalle aperture più periferiche e distali delle braccia orali, espansioni simili a grossi tentacoli che si osservano sotto l’ombrello.Valentina Tirelli, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS tra le autrici dello studio, dichiara: “Si è sempre pensato che nelle meduse la stessa apertura fungesse sia da bocca che da ano. Questo studio dimostra invece che anche nella Cotylorhiza tuberculata esiste una specializzazione, con pori dedicati all’ingresso del cibo e altri all’espulsione dei prodotti di scarto, a formare un sistema che assomiglia a un tubo digerente ‘continuo’ (through-gut), tipico di animali più evoluti. Un sistema simile era già stato individuato da alcuni dei coautori di questo lavoro anche in un’altra medusa, la Rhizostoma pulmo. Essendo queste due specie filogeneticamente distanti, ipotizziamo che questo meccanismo digestivo complesso potrebbe essere molto più diffuso tra le meduse di quanto si possa immaginare”.La ricerca ha permesso di approfondire lo studio della biologia di una creatura comune nei nostri mari, dimostrando grazie a tecniche di osservazione moderne che l’evoluzione può produrre soluzioni complesse in modo indipendente e inaspettato, anche in organismi spesso considerati erroneamente primitivi.***************************Studio completo pubblicato su PLOS OneNew advances in jellyfish anatomy: the benefits of endocasts and X-ray microtomography in the investigation of the gastrovascular system of Cotylorhiza tuberculata (Scyphozoa; Rhizostomeae; Cepheidae)Gregorio Motta1,2*, Marco Voltolini3, Lucia Mancini4, Diego Dreossi5, Francesco Brun6, Valentina Tirelli7,8, Lorenzo Peter Castelletto1, Manja Rogelja9, Antonio Terlizzi1,8, Massimo Avian1Department of Life Sciences, University of Trieste, Trieste, ItalyDepartment of Integrative Marine Ecology, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli, ItalyDepartment of Earth Science Ardito Desio, University of Milano, Milano, ItalySlovenian National Building and Civil Engineering Institute, Ljubljana, SloveniaElettra-Sincrotrone Trieste S.C.p.A., Basovizza, Trieste, ItalyDepartment of Engineering and Architecture, University of Trieste, Trieste, ItalyNational Institute of Oceanography and Applied Geophysics, Trieste, ItalyNational Biodiversity Future Center (NBFC), National Biodiversity Future Center, Palermo, ItalyUniversity of Primorska, Aquarium Piran, Piran, Slovenia Abstract Lo studio UniTS (Massimo Avian e Gregorio Motta) e OGS, che ha effettuato la scoperta sulla medusa Cotylorhiza tuberculata, è pubblicato da Plos One Mostra nel diario Off
Risonanza Magnetica Nucleare: inaugurato un nuovo laboratorio a UniTS Read more about Risonanza Magnetica Nucleare: inaugurato un nuovo laboratorio a UniTS Immagine Progetto senza titolo (74).png Data notizia Wed, 10/12/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Testo notizia È stato inaugurato il laboratorio di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche (DSCF), unico in regione per la potenza delle apparecchiature. Il laboratorio è dotato di due spettrometri di ultima generazione da 600 MHz e 400 MHz per un valore complessivo di più di un milione di euro. La spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR), conosciuta soprattutto per le applicazioni diagnostiche in medicina, ha origine in ambito chimico dove rappresenta uno strumento di indagine estremamente potente: consente di determinare la struttura delle molecole in soluzione, dalle più semplici alle più grandi e complesse come le proteine.Per questo motivo, l’NMR è una tecnica fondamentale nello sviluppo di numerose linee di ricerca in chimica e biologia.A UniTS l’NMR viene impiegata sia per la caratterizzazione molecolare di base di diversi sistemi, che spaziano dai catalizzatori per la produzione di polimeri innovativi a farmaci e molecole biologicamente attive, sia per studi avanzati sulla funzionalità e sulle interazioni in sistemi complessi e nanosistemi. Negli ultimi anni, la ricerca si è orientata sempre più verso la chimica sostenibile e lo sviluppo di energie e materiali alternativi, ambiti nei quali l’NMR riveste un ruolo cruciale.Il Laboratorio NMR rappresenta anche una risorsa didattica strategica e viene utilizzato per attività teoriche e pratiche nei corsi di studio in Chimica, Farmacia e CTF, contribuendo alla formazione di laureati altamente qualificati.L’investimento si inserisce nel programma di potenziamento della strumentazione scientifica avviato nel 2022 con un Bando straordinario per l’acquisto di attrezzature all’avanguardia che ha già consentito l’acquisizione di apparecchiature per oltre 4 milioni di euro. Abstract Due spettrometri di ultima generazione da 600 e 400MHz daranno impulso a ricerca e didattica Mostra nel diario On Periodo di permanenza in Magazine Thu, 18/12/2025 - 12:00 - Sat, 31/01/2026 - 12:00 Fotogallery