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Formazione internazionale sulle emergenze per gli specializzandi in Pediatria

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Affrontare emergenze pediatriche come aritmie e arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, gravi traumi addominali e spinali, ma anche come gestire con efficacia il team sanitario. Sono questi i temi al centro di un’attività formativa di altissimo valore scientifico e respiro internazionale, promossa dall’Università di Trieste e dall’IRCCS Burlo Garofolo e dedicata alla gestione avanzata delle urgenze in età pediatrica. Vi hanno preso parte circa 60 specializzandi della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Ateneo giuliano e una quindicina di professionisti sanitari dell’Istituto.

A guidare l’iniziativa, due esperti di fama mondiale, per la prima volta a Trieste: il professor Marc Berg della Stanford University, specialista in simulazioni pediatriche e membro autorevole dell’American Heart Association, e il professor Brent Barber dell’Università dell’Arizona, esperto in cardiologia pediatrica e neonatale. Entrambi vantano una consolidata esperienza clinica nelle emergenze e figurano tra gli autori delle linee guida internazionali per la rianimazione pediatrica.

L’evento, ideato e coordinato dalla dott.ssa Stefania Norbedo, medico del Pronto Soccorso pediatrico del Burlo e docente di simulazione presso la Scuola di Specializzazione dell’Università di Trieste, si è aperto mercoledì 7 maggio con un seminario introduttivo nella sede del Burlo, durante il quale i due docenti statunitensi hanno presentato e discusso scenari clinici critici.

Oggi e domani sono invece in programma le esercitazioni pratiche al Centro di Simulazione Medica e Addestramento Avanzato (CSMAA) dell’Università di Trieste, una delle strutture più avanzate in Europa nel campo della simulazione in medicina, ospitata all’interno del polo didattico dell’Ospedale di Cattinara. Qui gli specializzandi si stanno confrontando con scenari ad alta fedeltà, gestendo in tempo reale situazioni cliniche complesse come shock cardiogeno, traumi maggiori, intossicazioni e insufficienza respiratoria, grazie all’impiego di manichini in grado di riprodurre in modo estremamente realistico le condizioni fisiologiche e cliniche di pazienti pediatrici.

Le simulazioni si svolgono in “modalità in cieco”, con esercitazioni ad alta intensità "a sorpresa", scelte tra diversi scenari preparati in aula, a cui seguono momenti di debriefing condotti dai due docenti statunitensi, insieme alla dott.ssa Norbedo.

“Nei Paesi sviluppati come l’Italia – osserva il prof. Egidio Barbi, direttore della Clinica Pediatrica dell’IRCCS Burlo Garofolo, docente di Pediatria e direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Trieste – le vere emergenze-urgenze in pediatria sono eventi piuttosto rari. Per questo, la simulazione riveste un ruolo fondamentale nel garantire una preparazione completa ai futuri pediatri, che potrebbero trovarsi un domani a fronteggiare situazioni simili nella realtà”.

“La simulazione è un elemento prezioso e ormai imprescindibile nella formazione medica e sanitaria di alto livello – sottolinea la prof.ssa Aneta Aleksova, direttrice del CSMAA e docente di Cardiologia all’Università di Trieste – perché consente di acquisire esperienza e di correggere gli errori in un ambiente sicuro e controllato. La presenza di due ospiti del calibro di Berg e Barber conferma che il CSMAA dell’Università di Trieste è in grado di ospitare esercitazioni ai massimi livelli, secondo standard internazionali”.

I professori Marc Berg e Brent Barber hanno espresso parole di elogio sia per la preparazione degli specializzandi e del personale coinvolto, sia per il Centro di Simulazione, paragonabile ai centri di eccellenza internazionali.

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Due docenti tra i massimi esperti mondiali stanno conducendo esercitazioni rivolte a 60 specializzandi. UniTS si conferma eccellenza internazionale nella simulazione medica
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Donata Vianelli è la prima Rettrice dell’Università di Trieste

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Donata Vianelli sarà la prima Rettrice dell’Università di Trieste!

Economista, nata a Vicenza, professoressa ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese, con 552 voti ha superato già al primo turno la soglia della maggioranza assoluta, fissata a 505.
La seconda candidata, Ilaria Garofolo, ha ottenuto 341 voti.

Vianelli è attualmente Direttrice del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche ed è stata delegata del Rettore per l’Orientamento e il Job Placement dal 2013 al 2019.

L’affluenza al voto, che ha raggiunto l’89,20%, ha registrato un incremento del 10% rispetto alle elezioni del 2019, segno dell’ampia partecipazione e del coinvolgimento della comunità accademica.

“Desidero porgere le più sincere congratulazioni alla nuova Rettrice, prof.ssa Vianelli, la prima nella storia dell’Università di Trieste, a cui dal I° agosto 2025 lascerò il testimone – commenta il Rettore uscente Roberto Di Lenarda – lasciamo un Ateneo in salute, dinamico ed efficiente, che saprà sostenere la nuova governance nelle sfide che ci aspettano nei prossimi sei anni. L’altissima affluenza al voto è ulteriore testimonianza della solidità della nostra comunità che nel corso degli anni ha saputo rinnovarsi, rendersi coesa e partecipe della crescita della nostra Università. Un sentito ringraziamento alla sfidante, prof.ssa Garofolo, per la sua disponibilità a partecipare a questo percorso fortemente democratico e partecipato”.

Tutte le informazioni sulla consultazione elettorale: https://amm.units.it/elezioni/ele-53036

 

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Entrerà in carica il 1° agosto 2025
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UniTS inaugura il nuovo hub multiservizio di “Giustizia di Comunità”

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L’Università di Trieste ha inaugurato l’hub sperimentale multiservizio di “Giustizia di Comunità”: un progetto innovativo che unisce università, istituzioni, enti del Terzo Settore e cittadinanza per promuovere l’inclusione sociale e la giustizia riparativa.

L’iniziativa nasce da un accordo tra l’Università degli Studi di Trieste e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il sostegno del Ministero della Giustizia – Cassa delle Ammende. L’hub sarà ospitato nei locali dell’ex Casa del Marinaio in via Principe di Montfort 3 e rappresenta un importante punto di raccordo tra il mondo dell’esecuzione penale e la comunità.

Il centro sarà il fulcro operativo dei progetti “Ripar(t)iamo” e “INclusione, CONfronto, TRAttamento”, co-finanziati dalla Regione e finalizzati a favorire il reinserimento socio-lavorativo di persone sottoposte a misure penali, offrire supporto concreto alle vittime di reato e promuovere percorsi di giustizia riparativa e mediazione penale. Queste azioni si pongono in linea con i principi della Riforma Cartabia (D.lgs. 150/2022), che valorizza la giustizia riparativa come strumento di reintegrazione, riconciliazione e responsabilizzazione.

Il nuovo hub sarà aperto almeno tre giorni a settimana, garantendo attività di accoglienza, assistenza e formazione rivolte a persone in misura penale, vittime di reato e operatori del settore. Al suo interno, opereranno in sinergia enti pubblici, organizzazioni del Terzo Settore e personale accademico, con l’obiettivo di offrire risposte integrate e di rafforzare il legame tra istituzioni e cittadini.

Durante l’inaugurazione sono intervenuti il Magnifico Rettore, prof. Roberto Di Lenarda, l’Assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità, il prof. Giovanni Grandi, docente di Filosofia Morale di UniTS, e la dott.ssa Gianna Zamaro, Direttore della Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

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Nei locali universitari di via Montfort un nuovo centro sperimentale per promuovere il reinserimento sociale, il supporto alle vittime e la giustizia riparativa
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UniTS inaugura il nuovo Laboratorio Isotopi Stabili “Antonio Longinelli”

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L’Università degli Studi di Trieste ha inaugurato il nuovo Laboratorio Isotopi Stabili “Antonio Longinelli”, dedicato all’analisi degli isotopi stabili e alle loro applicazioni in ambito ambientale, geologico e interdisciplinare. Situato al piano seminterrato della Palazzina “O” del Campus di San Giovanni, in Via Weiss 6, il laboratorio fa capo al Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGe) ed è coordinato dal prof. Stefano Covelli, con il dott. Daniele Karlicek come tecnico di riferimento.

La nuova infrastruttura scientifica è dotata di uno Spettrometro di Massa (IR MS) di ultima generazione, strumento che consente l’analisi degli isotopi stabili di idrogeno, carbonio, azoto e ossigeno in campioni solidi, liquidi e gassosi. L’acquisto della strumentazione è stato possibile grazie al Bando straordinario per il finanziamento dell’acquisto di attrezzature scientifiche da 4 milioni di Euro, finanziato dall’ateneo  nel 2022. Alla proposta hanno contribuito docenti dei Dipartimenti MIGe, DSV e DSCF, riuniti in una collaborazione interdisciplinare.  

Gli isotopi stabili – atomi dello stesso elemento che si differenziano per il numero di neutroni e quindi per la massa – sono strumenti preziosi per studiare una vasta gamma di fenomeni naturali. Nell’ambito delle Scienze della Terra, ad esempio, gli isotopi stabili dell’ossigeno e del carbonio vengono utilizzati per ricostruire le temperature e i cambiamenti climatici del passato, analizzando rocce, sedimenti e ghiacci. Quelli dell’idrogeno e dell’ossigeno, invece, aiutano a studiare l’origine e il percorso delle acque sotterranee e superficiali, fornendo indicazioni preziose sui cicli dell’acqua e sulle interazioni tra acqua e suolo. Gli isotopi possono essere impiegati anche per individuare le fonti di inquinamento e monitorare i processi di degradazione delle sostanze inquinanti. Nell’ambito delle Scienze Ambientali, l’analisi degli isotopi del carbonio e dell’azoto permette di comprendere meglio il funzionamento degli ecosistemi, le fonti di nutrienti e i meccanismi di crescita delle piante. In archeologia, lo studio degli isotopi nei resti umani e animali consente di ottenere informazioni su dieta, spostamenti e contesti culturali antichi. Infine, gli isotopi si rivelano utilissimi anche per verificare l’origine e l’autenticità di prodotti agroalimentari come vino e olio extravergine di oliva, contribuendo a identificare eventuali frodi, sofisticazioni o adulterazioni.

Il laboratorio è intitolato alla memoria del prof. Antonio Longinelli, pioniere della geochimica isotopica italiana e professore ordinario all’Università di Trieste dal 1983 al 1998. Figura di riferimento nel panorama scientifico internazionale, Longinelli fondò laboratori di geochimica isotopica a Pisa, Palermo, Trieste e Parma. La sua vasta produzione scientifica ha spaziato dalla paleoclimatologia all’idrogeologia, dall’oceanografia all’ambiente e alla biomedicina. Membro dell’Accademia Europea e dell’Accademia dei Lincei, viene oggi ricordato non solo per il valore dei suoi studi, ma anche per la sua carismatica umanità e per l’impatto duraturo sulla comunità scientifica. 

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La nuova infrastruttura sarà dotata di uno Spettrometro di Massa (IR MS) di ultima generazione, acquisito grazie al Bando straordinario per il rinnovo delle attrezzature scientifiche dell’ateneo
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Nuovo farmaco contro il Parkinson: firmato accordo UniTS - Performance Medical Technology (Pmt)

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E’ stato firmato nel Palazzo della Regione l'accordo di collaborazione tra l'azienda statunitense Performance Medical Technology (Pmt) e l'Università di Trieste, che coinvolge anche la Direzione centrale Salute dell'Amministrazione regionale

“L’accordo prevede il coinvolgimento di tre Dipartimenti dell’Università di Trieste (Scienze della Vita; Scienze Chimiche e Farmaceutiche; Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute) per condurre ricerche, analisi e studi clinici pilota per la creazione di un nuovo farmaco contro il Parkinson – ha spiegato il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda – le attività scientifiche condotte nell’ateneo, in collaborazione con l’azienda PMT (Performance Medical Technologies) costituiranno la base per la domanda NDA (new drug approval) per poterlo commercializzare. Siamo all’inizio di una sfida scientifica stimolante e di grande impatto sociale che condurremo con le competenze e le strutture di eccellenza di cui disponiamo”.

Il documento apre la strada al percorso di insediamento in regione dell'impresa PMT, con sede a Charlottesville (Virginia), specializzata nello sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per le malattie neurodegenerative (in particolare il morbo di Parkinson in fase iniziale), e darà avvio a una serie di attività congiunte nel campo della ricerca medica. 

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Nel progetto è coinvolta anche la Direzione centrale Salute della Regione FVG
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Presentata la Banca Dati Nomismata: oltre 210mila dati numismatici da oggi accessibili a tutti

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Un viaggio tra secoli di storia bizantina prende forma in digitale: l’Università di Trieste ha presentato ufficialmente la Banca Dati Nomismata, progetto di ricerca d’eccellenza che rappresenta un significativo passo avanti nelle Digital Humanities

Il database, che attualmente raccoglie più di 210mila dati relativi a circa 5mila siti, rappresenta la prima grande operazione sistematica di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine coniate tra il 498 e il 1453, all’interno e all’esterno dei confini dell’Impero.

Nato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Dipartimento di Studi Umanistici, dell’Ufficio Relazioni Internazionali UniTS e del PRIN 2022, il progetto è frutto della collaborazione di numerosi studiosi e ricercatori di fama internazionale: tra questi Cécile Morrisson, Vivien Prigent, Gheorghia Alexopoulou, Vujadin Ivanišević, Ermanno Arslan, Stefan Krmnicek, Alessia Rovelli, Erika Trbojević, Stoyan Mihaylov, Nikolaus Schindel, Luca Zavagno, Andrea Gariboldi, Giulio Carraro, Cristiano Rossetti e Kateryna Sorochan.

Fondamentale anche il contributo informatico di Giorgio Donato, Jordan Piščanc e Davide Franch, così come l’ideazione comunicativa curata da Pamela Theodotou e Giulia Basso.

Durante l’incontro è stata inoltre annunciata una nuova e prestigiosa donazione: Giorgio Conetti, Professore Emerito dell’Università dell’Insubria e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste (1984-1992), ha donato all’Ateneo la sua collezione di monete della Serbia medievale, dell’Impero Latino e degli stati balcanici dell’Ottocento, arricchendo così ulteriormente il patrimonio numismatico disponibile per la ricerca e la divulgazione.

Alla Banca Dati si affiancherà  anche una sezione dedicata allo studio dei sigilli bizantini provenienti da scavi archeologici, in collaborazione con il Centro di ricerca sull’arte bizantina e post-bizantina dell’Accademia di Atene, rappresentato da Olga Karagiorgou.

La banca dati, incardinata nel Sistema Museale di Ateneo (SMATS), sarà accessibile online all’indirizzo www.smats.units.it, che ne garantirà la conservazione, la gestione, l’aggiornamento continuo e la valorizzazione attraverso future implementazioni, anche grazie all’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale.

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Un progetto internazionale di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine e una preziosa donazione numismatica arricchiscono il Sistema Museale dell’Università di Trieste
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Servizi idrici e rifiuti: UniTS e UniUD partner di AUSIR e dei gestori dei servizi del FVG

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L’Università di Trieste ha sottoscritto, insieme all’Università di Udine, una nuova Convenzione Quadro con AUSIR – Autorità Unica per i Servizi Idrici e Rifiuti del Friuli Venezia Giulia e i principali gestori dei servizi idrici e ambientali del territorio regionale. Accanto ad AUSIR, hanno aderito: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso – Kraški vodovod, CAFC, HydroGEA, Irisacqua, Livenza Tagliamento Acque, A&T 2000, Ambiente Servizi, GEA – Gestioni Ecologiche e Ambientali, Isontina Ambiente, MTF e NET.

Il documento, siglato quest’oggi da tutti partner nella Sala Predonzani del Palazzo della Regione alla presenza del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, rinnova e amplia la precedente intesa siglata nel 2019, consolidando la volontà condivisa di collaborare sui temi della sostenibilità e dell’innovazione applicata alla gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti. 

La nuova Convenzione mira a promuovere progetti di ricerca applicata, iniziative congiunte di alta formazione, la partecipazione a bandi competitivi, oltre alla valorizzazione di dati, esperienze e infrastrutture tecniche condivise.

L’Università di Trieste partecipa con un forte impegno interdisciplinare, rappresentata dal prof. Paolo Bevilacqua (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e dal prof. Fabio Barbone (Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute), referenti scientifici per l’Ateneo. L’accordo sostiene tra l’altro l’attività dei master interateneo già avviati con la collaborazione dei gestori pubblici, tra cui quello in “Tecnologia e Management del Ciclo Idrico Integrato” e quello in “Economia Circolare e ciclo integrato dei Rifiuti”. “

“La Convenzione – ha spiegato Roberto Di Lenarda, Rettore dell’Università di Trieste - rappresenta un’opportunità concreta per attivare nuove ricerche multidisciplinari capaci di affrontare, in chiave innovativa, le sfide della gestione sostenibile delle risorse idriche e ambientali. Gli ambiti di collaborazione spaziano dallo studio dei sistemi acquiferi e delle infrastrutture di rete alla gestione dei reflui e dei fanghi, dall’analisi economica e normativa dei servizi pubblici alla valorizzazione dei rifiuti in ottica di economia circolare. Centrale è anche l’impegno nella comunicazione e nella formazione, considerate leve strategiche per promuovere consapevolezza e cambiamento sia a livello tecnico che sociale”.

 

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Firmato un accordo per rafforzare la collaborazione su ricerca, innovazione e formazione nei settori dell’acqua e dell’economia circolare
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Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale

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Un evento di fusione glaciale senza precedenti, risalente al Periodo Caldo Medievale, ha lasciato tracce sorprendenti su un ghiacciaio della Terra Vittoria settentrionale, in Antartide. A rivelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Communications Earth and Environment con il titolo A warming pulse in the Antarctic continent changed the landscape during the Middle Ages, che ricostruisce per la prima volta gli effetti di un repentino riscaldamento climatico avvenuto tra 900 e 989 anni fa, in grado di modificare profondamente il paesaggio antartico.

Lo studio, coordinato da Emanuele Forte (Università di Trieste) e da Mauro Guglielmin (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici), insieme a Maurizio Azzaro (Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR-ISP, Nicoletta Cannone e Alessandro Longhi (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici) e Ilaria Santin (ETH di Zurigo), documenta un fenomeno mai osservato prima: un’intensa erosione fluviale e il trasporto di sedimenti sulla superficie del ghiacciaio, originati da un deflusso d’acqua di fusione che arrivò a scavare un canale lungo almeno 4 chilometri. 

Lo studio, infatti, mostra come l’acqua abbia generato un’impronta indelebile sul ghiacciaio, lasciando una discontinuità nella stratigrafia e accumulando sedimenti in un deposito gradato, chiara indicazione di un progressivo rallentamento del flusso d’acqua. A differenza degli attuali fenomeni di fusione osservati nell'Antartide orientale e sulla banchisa di Nansen, l'evento medievale rappresenta un caso eccezionale, avvenuto durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale perché lo stesso ghiacciaio attualmente è permanentemente innevato e non presenta alcun segno di fusione superficiale, sottolineando ulteriormente l'unicità e l'importanza di quanto rilevato.

Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla stabilità dei ghiacciai antartici e mette in luce come anche brevi episodi di riscaldamento climatico, non sempre rintracciabili attraverso i tradizionali metodi di analisi paleoclimatica, possano provocare profonde e durature trasformazioni del paesaggio glaciale. I risultati evidenziano la sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici improvvisi e suggeriscono il potenziale impatto di fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico anche nel prossimo futuro.

Lo studio è stato svolto nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e attuato dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi.

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Uno studio internazionale, coordinato da UniTS e Università dell’Insubria con il contributo di CNR-ISP e ETH Zurigo, ha rivelato per la prima volta un evento climatico estremo risalente al Periodo Caldo Medioevale
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Rendere l'idrogeno verde più efficiente: progetto UniTS finanziato dalla Regione FVG

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Rendere l’idrogeno verde una fonte di energia più efficiente, sicura e accessibile: è questo l’obiettivo del progetto E4H2 – Efficiency for Hydrogen, promosso dall’Università di Trieste in collaborazione con l'Università di Udine,  che rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito dell’Avviso regionale dedicato al sostegno, alla creazione e all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca nel settore dell’idrogeno rinnovabile.

Il progetto UniTS, grazie a un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell'Amministrazione regionale, prevede la creazione di una rete di quattro laboratori distribuiti sul territorio regionale, ciascuno dedicato a un punto strategico della filiera dell’idrogeno: dalla produzione allo stoccaggio, fino all’utilizzo finale. 

I ricercatori lavoreranno per migliorare l’efficienza e la durata degli elettrolizzatori, dispositivi che permettono di ottenere idrogeno “verde” separando l’acqua nei suoi elementi, idrogeno e ossigeno, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili. Saranno testati nuovi sistemi di accumulo, tra cui serbatoi criogenici, contenitori speciali capaci di conservare l’idrogeno allo stato liquido a temperature estremamente basse (fino a -252°C), e soluzioni ad alta pressione, progettate per ridurre le dispersioni di energia durante lo stoccaggio e il trasporto.

Ampio spazio sarà dedicato anche allo sviluppo di celle a combustibile più performanti e resistenti nel tempo, che trasformano l’idrogeno in elettricità senza emissioni inquinanti, e allo studio di protocolli operativi in grado di aumentare l’efficienza dell’intero processo. Un altro obiettivo chiave sarà la sicurezza: la rete permetterà infatti di analizzare criticità e proporre soluzioni per un impiego dell’idrogeno sempre più affidabile.

"L’infrastruttura - spiega Rodolfo Taccani, docente di Macchine dell'Università di Trieste e referente scientifico del progetto - consentirà di testare dispositivi a diversi livelli, dai singoli componenti a impianti pilota, affiancando la ricerca sperimentale a modelli avanzati di simulazione, anche basati su intelligenza artificiale. I dati raccolti saranno utilizzati per migliorare la manutenzione, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità degli impianti.

E4H2 rappresenta così un importante tassello nella costruzione di una filiera regionale dell’idrogeno verde, capace di inserirsi nella più ampia cornice transfrontaliera della North Adriatic Hydrogen Valley e di connettere università, centri di ricerca e imprese, a sostegno della transizione energetica e della decarbonizzazione".

Nella cornice complessiva dei finanziamenti regionali alle infrastrutture di ricerca sull'idrogeno rinnovabile, l'Università di Trieste partecipa in qualità di partner anche ad altri tre progetti: i gruppi di lavoro coinvolti sono guidati dallo stesso Rodolfo Taccani (Dipartimento di Ingegneria e Architettura), da Alessandro Baraldi (Dipartimento di Fisica) e da Lorenzo Bonini (Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze) per un ammontare complessivo di 3,5 milioni di euro sugli 11 complessivamente stanziati dall'amministrazione regionale, che fanno dell'Ateneo giuliano l'ente di ricerca del Friuli Venezia Giulia maggiormente impegnato in questo ambito della transizione energetica.

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Importante sostegno economico per il progetto di ricerca coordinato da Rodolfo Taccani (DIA). UniTS ente di ricerca del FVG più finanziato dai bandi regionali per la ricerca sull'idrogeno
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Andra Bucci, sopravissuta all'Olocausto, incontra a UniTS i ragazzi delle scuole superiori di Firenze

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110 ragazzi delle scuole superiori di Firenze hanno incontrato nell’Aula Magna UniTS Andra Bucci.

Andra e la sorella Tatiana furono deportate ad Auschwitz quando avevano solo 4 e 6 anni: per onorare il loro prezioso impegno nel portare testimonianza dell’Olocausto, l’Università di Trieste conferì loro nel 2020 la Laurea Honoris Causa in Diplomazia e Cooperazione Internazionale.

L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto "Dall'Italia ad Auschwitz. I luoghi della storia e delle memorie come strumento di formazione", organizzato dalla Regione Toscana in occasione dell'80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Il viaggio studio ha anche, tra le sue principali finalità, la conoscenza e l'approfondimento della storia di alcuni luoghi di memoria significativi tra cui la Risiera di San Sabba.

 



 

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L’incontro fa parte di un progetto di Regione Toscana per celebrare l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo
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