Lezioni AIRCampus: al via il 25 ottobre Read more about Lezioni AIRCampus: al via il 25 ottobre Immagine aircampus.jpg Data notizia Fri, 20/10/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia UniTS entra a far parte di AIRCampus, il progetto dedicato agli studenti universitari per far conoscere ai ragazzi la realtà di AIRC e diffondere consapevolezza del problema “cancro”. Nell’anno accademico 2023/24 l’ateneo organizza 8 lezioni su temi collegati all’attività della Fondazione e, allo stesso tempo, interessanti per gli studenti di vari corsi di studio. Le lezioni sono suddivise in due semestri e saranno ospitate in Corsi di laurea con almeno 40 studenti. Ogni incontro dura circa 2 ore durante le quali prenderanno parola sia l’esperto AIRC (ricercatori, manager, esperti di nonprofit, testimonial), sia il docente UniTS. Un’opportunità unica per gli studenti che potranno approfondire temi in linea con i piani di studio, ascoltando le testimonianze di professionisti con esempi concreti e un approccio alla materia multidisciplinare. I corsi di laurea coinvolti in AIRCampus sono: Medicina e Chirurgia; Odontoiatria e Protesi Dentaria; Economia e gestione aziendale; Fisica; Genomica Funzionale; Scienze della Formazione Primaria; Scientific Computing e le Lauree Magistrali in Ingegneria biomedica e Ingegneria dei materiali. Queste le prime quattro lezioni previste: 25 ottobre ore 15 Aula Venezian | Piazzale Europa 1, Trieste Fake news scientifiche e libertà di manifestazione del pensiero Con Michela Vuga, giornalista scientifica, Paolo Giangaspero UNITS, Gabriele Giacomini UNIUD, Magda Fanzutti UNITS Ospita il docente Mauro Barberis - Studenti: Giurisprudenza/Filosofia del diritto 26 ottobre ore 13.30 Aula 1A | Via Alfonso Valerio 12/2, Trieste Fisiologia e patologia del tumore al seno: da una visione macroscopica ai … microRNA Con Marilena Iorio, ricercatrice AIRC Ospita la docente Vanessa Nicolin - Studenti: Medicina e chirurgia e Odontoiatria/Anatomia umana 8 novembre ore 9 Aula T_A | Via Valerio 4/1, Trieste Le sfide per comunicare scienza e salute sui social network: l’esperienza di Fondazione AIRC Con Asia Moretti, digital content specialist AIRC Ospita la docente Patrizia De Luca - Studenti: Economia e gestione aziendale/Marketing 27 novembre ore 11 Aula da definire Viroterapia oncolitica come vaccinazione agnostica per il glioblastoma Con Paolo Malatesta, ricercatore AIRC Ospitano i docenti Tatiana Da Ros, Sabrina Pricl, Federico Berti, Stephanie Federico – Studenti: Farmacia, CTF, Chimica, Ingegneria biomedica, Ingegneria di processo e dei materiali/Chimica farmaceutica, Chimica bio-organica, Biologia molecolare Calendario lezioni & eventi - AIRC Campus Mostra nel diario Off
Il futuro della logistica in Italia: importante convegno sulla multimodalità all’Università di Trieste Read more about Il futuro della logistica in Italia: importante convegno sulla multimodalità all’Università di Trieste Immagine logistica_quaderno_31_img.jpeg Data notizia Fri, 20/10/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Il futuro della logistica in italia: Sostenibilità, efficienza e innovazione al centro dell'agenda del Freight Leaders Council Importante convegno sulla multimodalità si è svolto il 19 ottobre all’Università di Trieste Una logistica efficace e sostenibile è fondamentale per migliorare la competitività del sistema produttivo italiano, in cui le esportazioni rappresentano il 30% del PIL. Pertanto, diventa cruciale non solo recuperarne l'efficienza, ma farlo seguendo percorsi di sostenibilità e resilienza. In questo contesto, il "Quaderno numero 31" dell’associazione Freight Leaders Council (FLC), “Multimodalità: più efficienza, meno costi, maggiore velocità di consegna”, presentato ieri pomeriggio nel corso del convegno che si è tenuto presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche del Linguaggio, dell’ Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, propone un approccio innovativo, basato sul concetto di "seamless freight transport system", che coinvolge tutte le componenti dell'ecosistema logistico, andando oltre il semplice trasporto di merci o il mezzo di trasporto. “L’esempio virtuoso del Porto di Trieste, già oggi primo porto ferroviario d’Italia e che mira a raggiungere entro pochi anni una capacità di 25.000 treni/anno, dimostra come l’intermodalità possa rappresentare un modello competitivo che può e deve essere replicato su scala nazionale – ha commentato Massimo Campailla, Professore di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’ Università di Trieste –. Inoltre il luogo comune secondo cui le maggiori resistenze al riequilibrio modale sarebbero da imputare alle imprese autotrasporto potrebbe rivelarsi infondato: la oramai cronica carenza di autisti e le difficili condizioni in cui spesso questi si trovano ad operare lasciano sperare che il trasporto stradale di merci possa trovare conveniente ricercare un punto di equilibrio sinergico con l’intermodalità ferro/gomma.” Al convegno, aperto dai saluti del Direttore IUSLIT dell’Università di Trieste, Gian Paolo Dolso, hanno partecipato, oltre al prof. Massimo Campailla e a Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council: Alessandro Albertini, Presidente ANAMA - Zeno D’Agostino, Presidente ESPO - Sabrina De Filippis, AD Mercitalia Logistics - Armando de Girolamo, Presidente Assoferr - Alberto Milotti, Vice-Presidente Europlatform - Umberto Ruggerone, Presidente Assologistica - Nicola Zaccheo, Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Lo studio evidenzia che il trasporto su strada rappresenta l'87,8% del totale del trasporto merci terrestre in Italia, ma ciò comporta un significativo impatto ambientale. Per ridurre le emissioni di CO2 e affrontare questa sfida, sono necessari cambiamenti sostanziali. Le politiche europee di shift modale, promuovendo il trasferimento delle merci su ferrovia e mare, possono contribuire significativamente a questa trasformazione. Tuttavia, è essenziale riflettere sulla tempistica e l'efficacia delle politiche europee per la decarbonizzazione del settore, concentrandosi su azioni concrete come l'aumento della capacità delle infrastrutture esistenti e la promozione dell'intermodalità. Inoltre, migliorare l'integrazione tra le diverse modalità di trasporto, utilizzando strumenti informatici e di intelligenza artificiale, può contribuire al riequilibrio modale e alla riduzione delle emissioni di CO2. La sostenibilità ambientale è una priorità, promossa in Italia da incentivi come Marebonus e Ferrobonus, ma è necessario un approccio più focalizzato e migliorato per massimizzare i risultati positivi. È possibile scaricare il Quaderno 31 all’indirizzo https://www.freightleaders.org/i-quaderni/ L’innovazione, la sostenibilità e l’efficienza nella logistica sono stati anche i temi al centro della visita, organizzata per i soci del Freight Leaders Council (FLC), al Porto di Trieste, all’Innovation Hub di BAT e all’Interporto di Trieste: questo svolge un ruolo chiave nella promozione della multimodalità e della sostenibilità della logistica nazionale e internazionale e funge da gateway per i flussi commerciali tra l'Europa centrale, l'Europa orientale e il Mediterraneo. La visita ha permesso di apprezzare da vicino le infrastrutture e le soluzioni logistiche innovative offerte dalla struttura. Il convegno è stato organizzato da Freight Leaders Council e Università degli studi di Trieste, con la partecipazione di Trieste Trasporti SpA. Mostra nel diario Off
Roman Vuerich, dottorando UniTS, vince premio Fondazione Eni Read more about Roman Vuerich, dottorando UniTS, vince premio Fondazione Eni Immagine progetto_senza_titolo_22.jpg Data notizia Mon, 23/10/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Roman Vuerich, dottorando in biomedicina molecolare a UniTS, ha vinto un prestigioso premio di ricerca per l'innovazione nel campo delle malattie infettive. Il Comitato per la Salute della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), istituto di ricerca internazionale leader nello studio dello sviluppo sostenibile e della governance globale, ha premiato il lavoro di Roman sulla salvaguardia della salute in relazione alle attività industriali nel settore energetico. "La mia candidatura comprendeva diversi temi incentrati sulla sostenibilità ambientale, la salute, la prevenzione delle malattie e l'energia" spiega Roman, che è affiliato all'ICGEB e all'Università di Trieste, "mi sono candidato con il tema Next-generation air purification with K-air Laser: una tecnologia laser innovativa per la gestione delle malattie infettive emergenti e la salvaguardia dalle future pandemie". Mostra nel diario Off
Premio Adolfo Parmaliana 2023 a Matteo Bisetto per la miglior tesi di dottorato Read more about Premio Adolfo Parmaliana 2023 a Matteo Bisetto per la miglior tesi di dottorato Immagine bisetto_matteo_img.jpeg Data notizia Wed, 25/10/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Il Direttivo del Gruppo Interdivisionale di Catalisi (GIC) della Società Chimica Italiana (SCI) ha assegnato al dottor Matteo Bisetto il Premio Adolfo Parmaliana 2023 per la migliore tesi di dottorato (cicli XXXIV e XXXV) sulla tematica "Catalisi per lo sviluppo sostenibile". Il dr. Bisetto ha conseguito il dottorato di ricerca in Nanotecnologie sotto la supervisione dei professori Paolo Fornasiero e Tiziano Montini del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste. La tesi è incentrata sullo sviluppo di catalizzatori nanostrutturati a base di nanoparticelle di ossido di rame, studiandone gli effetti della forma sulla riduzione elettrochimica dell’anidride carbonica. Di grande importanza è stata la collaborazione internazionale con il gruppo del professor A. Naldoni del RCPTM di Olomouc (Repubblica Ceca), dove Bisetto ha svolto un periodo di ricerca durante il dottorato. Il Premio Adolfo Parmaliana sarà consegnato mercoledì 8 novembre 2023 durante l’evento “Catalisi: ieri, oggi e domani” a Venezia, dove Matteo Bisetto presenterà le parti più significative del suo lavoro di tesi. Abstract Tesi sulla tematica "Catalisi per lo sviluppo sostenibile" Mostra nel diario Off
Robotica marina: i risultati del progetto MARBLE Read more about Robotica marina: i risultati del progetto MARBLE Immagine marble_foto.png Data notizia Thu, 26/10/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Il progetto “MARBLE – Maritime Robotics in Blue Economy” finanziato dall’Interreg Adrion e iniziato a gennaio 2023, si è concluso ponendo solide basi per la nascita del primo Joint Master sulla robotica marina nel settore della Blue Economy. Coordinato dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste, MARBLE ha tra i suoi partner anche l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS. Il progetto ha permesso di realizzare uno scambio di best practices e mobilità tra i partner. Da segnalare in particolare due workshop internazionali e multidisciplinari che hanno visto la partecipazione di più di 100 studenti appartenenti a 6 Paesi diversi. Il primo è la “Marble – Training week” svoltasi a maggio a Trieste e “Marble Hackaton” in Bosnia Erzegovina. La squadra composta dai due studenti triestini del Master di II livello in Robotica, Davide Vidmar e Ionut Alexandru Pascariu, è risultata finalista. L’ambiziosa sfida proposta dai ragazzi riguardava la realizzazione di un classificatore binario attraverso l’utilizzo di tecniche di computer vision e AI, al fine di individuare la presenza di larve di ostriche all'interno di un campione d'acqua e ricavarne al contempo il numero di esemplari. L’acquisizione di tali dati permette di valutare la miglior posizione per il posizionamento di alcune strutture sottomarine in grado di ospitare le larve nella loro fase di metamorfosi da plancton a conchiglie. Il progetto sarà presentato nell’ambito delle iniziative collegate al progetto PNRR ecosistema dell’innovazione INEST. I risultati del loro ambizioso progetto sono stati presentati al workshop finale di MARBLE “Breaking the Surface (BtS)”, appena concluso a Kumbor (Montenegro). I partner del progetto, che vede come lead partner la Facoltà di Ingegneria Elettrica e Informatica dell'Università di Zagabria, si sono riuniti a Kumbor per discutere dei risultati e dei futuri sviluppi di MARBLE. La città di Trieste è stata rappresentata dall’Università degli Studi di Trieste con la partecipazione della prof.ssa Maria Cristina Pedicchio, dall'OGS, grazie all'intervento di Miro Gagic sulle proprietà oceanografiche e circolazione nel Mar Adriatico e dal Maritime Technology Cluster FVG. Presenti anche gli altri partner: Digital innovation hub (DIH) Agrifood Croatia, National Technical University di Atene, l'Università del Montenegro e la Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Sarajevo. Mostra nel diario Off
Il San Giusto d'oro 2023 a UniTS Read more about Il San Giusto d'oro 2023 a UniTS Immagine facciata_units.jpg Data notizia Fri, 03/11/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Il San Giusto d’oro 2023 va all’Università degli studi di Trieste. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg che organizza il premio – nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 57.a edizione – con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste. “In questi tempi bui tragicamente segnati da quella che Papa Francesco ha chiamato ‘la terza guerra mondiale a pezzi’ - spiega Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg -, siamo sempre più convinti che l’unica speranza di futuro, di progresso, di pacifica convivenza fra i popoli possa venire dalla conoscenza, dalla cultura, dallo studio. Per questo il sindacato regionale dei giornalisti ha deciso di assegnare il premio all’ateneo triestino, nell’anno accademico del suo centenario, che cadrà nel 2024. Il forte aumento degli iscritti di quest’anno, la crescita di studenti stranieri, l’ampliamento costante dell’offerta didattica e i bilanci sani sono il segno di una realtà sana e in costante sviluppo”. Mostra nel diario Off
Studiosi in zone di conflitto: UniTS protagonista con la Rete SAR Read more about Studiosi in zone di conflitto: UniTS protagonista con la Rete SAR Immagine def_sar.png Data notizia Tue, 07/11/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia L’Università di Trieste ha ospitato nei giorni scorsi la riunione del Direttivo e l’Assemblea Generale della Rete SAR Italia. La Rete internazionale Scholars at Risk (SAR), che riunisce Università di tutto il mondo, ha lo scopo di tutelare i diritti fondamentali di studenti e studiosi “a rischio”, di garantirne la partecipazione alla vita universitaria, di promuovere la libertà accademica e di proteggerli in Paesi dove la loro attività è severamente compromessa. L'Università di Trieste ha contribuito fortemente alla creazione della sezione italiana di SAR ed ha curato i contenuti e la stesura finale del Vademecum sull’Accoglienza, strumento rivolto alle Università italiane per fornire le indicazioni di base legate all’arrivo degli studiosi a rischio, sia in termini di opportunità internazionali, di procedure amministrative per ottenere visti, permessi di soggiorno e assicurazioni, sia per l’attività di mentoring, strategica per l’integrazione degli studiosi nelle comunità accademiche. Il passaggio di consegne dal precedente Direttivo, rimasto in carica 4 anni e del quale l’Università di Trieste è stata componente attivo, si è svolto nella sede del Dipartimento di Studi Umanistici di UniTS. L’ultimo atto del Direttivo uscente è stato l’attivazione di un ciclo di quattro seminari rivolto a tutte le Università italiane che si svolgerà tra novembre e dicembre di quest’anno. Si tratta di un percorso di formazione online per diffondere nella comunità universitaria del nostro Paese la conoscenza delle attività e delle strategie di SAR a partire dal Vademecum sull’Accoglienza. Saranno inoltre fornite indicazioni di carattere normativo, organizzativo e di mentoring e sarà promossa l’applicazione delle metodologie e delle procedure più adatte per l’attuazione concreta dell’accoglienza. Agli incontri sui temi che riguardano “La libertà accademica e la protezione di studiosi/e a rischio”, “Mobilità e Procedure di visto in situazioni emergenziali”, “Transizione e Riconoscimento dei titoli di studio” e di “Mentoring e Inclusione” si sono iscritte oltre 500 persone da 40 atenei e dal CNR. L’Università di Trieste, con referenti la Prof.ssa Roberta Altin e la dott.ssa Carla Savastano, ha avuto un ruolo centrale nella costruzione dei contenuti del percorso, nell’individuazione dei relatori, nella stesura del programma in stretta collaborazione con le Università di Verona e Trento. Alcuni dati. Le recenti crisi in Afghanistan e Ucraina hanno portato a un significativo aumento della presenza di studiosi a rischio nelle Università italiane. Tra gennaio 2021 e dicembre 2022 (ultimi dati disponibili) sono state attivate circa 92 posizioni temporanee in 16 Università italiane, in favore di studiosi provenienti da 9 Paesi. I dati 2021/2022 sugli studiosi a rischio indicano che tramite la rete SAR sono stati ospitati negli Atenei italiani 54 ucraini, 15 afghani, 10 russi, 5 turchi, 3 yemeniti, 2 siriani, 1 etiope, 1 bielorusso, 1 iraniano. Grazie alla sua partecipazione alla rete SAR, nel periodo 2021/22 l’Università di Trieste ha ospitato una studiosa turca, che ha potuto continuare la sua attività di ricerca sulle migrazioni transnazionali e sugli studi sulle aree di confine conducendo un lavoro di indagine anche nel nostro territorio di confine attraversato dalla rotta balcanica. Mostra nel diario Off
Missione spaziale Euclid: ecco le prime 5 foto a colori del cosmo Read more about Missione spaziale Euclid: ecco le prime 5 foto a colori del cosmo Immagine progetto_senza_titolo_24.jpg Data notizia Wed, 08/11/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia La missione spaziale Euclid di ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha rivelato le sue prime immagini a colori del cosmo. Mai prima d'ora un telescopio è stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una porzione di cielo così ampia e di guardare così lontano nell'Universo. Le cinque immagini illustrano il pieno potenziale di Euclid e dimostrano che il telescopio è pronto a creare la più estesa mappa 3D dell'Universo mai realizzata. Ciò che rende speciale la visione di Euclid del cosmo è la sua capacità di creare immagini visibili e a infrarossi straordinariamente nitide su un'enorme porzione di cielo in un solo “scatto”. L’Università degli Studi di Trieste ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici che sono il cuore della missione Euclid: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP). “Le spettacolari immagini inviate dimostrano le altissime prestazioni degli strumenti di Euclid", commenta Anna Gregorio di UniTS, coordinatore degli strumenti. "Euclid è attualmente in fase di calibrazione, necessaria per ottimizzare tutti i parametri della missione e renderla pronta ai sei anni di osservazioni previsti”. Euclid ha un compito difficile: indagare su come la materia e l'energia oscura abbiano reso il nostro Universo come appare oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità "oscure": non sappiamo ancora cosa siano di preciso perché la loro presenza causa solo cambiamenti molto sottili nell'aspetto e nei movimenti delle cose visibili. Per rivelare la loro influenza sull'Universo visibile, nei prossimi sei anni Euclid osserverà le forme, le distanze e i moti di miliardi di galassie fino a 10 miliardi di anni luce. In questo modo creerà la più grande mappa cosmica in 3D mai realizzata. Euclid è una delle missioni più ambiziose mai realizzate da ESA e vede coinvolte numerose realtà scientifiche locali, italiane e internazionali. L’Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Trieste (INAF-OATs), la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e l’Università degli Studi di Trieste sono fortemente coinvolti nella missione: sono infatti protagonisti sia per lo sviluppo degli algoritmi di analisi, sia nell’interpretazione dei dati, oltre ad avere la responsabilità delle operazioni degli strumenti a bordo del satellite. VEDI LE IMMAGINI Abstract UniTS ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP) Mostra nel diario Off
Paleoclima: studio UniTS conferma le Alpi "hot spot" dei cambiamenti climatici Read more about Paleoclima: studio UniTS conferma le Alpi "hot spot" dei cambiamenti climatici Immagine ghiacciaio_engadina_img.jpg Data notizia Thu, 09/11/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Paleoclima: uno studio dell’Università di Trieste sull’ultima glaciazione conferma le Alpi hot-spot dei cambiamenti climatici Uno studio condotto dall’Università degli studi di Trieste e pubblicato sulla rivista Climate of the Past apre nuove prospettive sull’uso dei modelli climatici Il riscaldamento globale sulle Alpi procede a velocità quasi doppia rispetto alla media globale: un processo dalle conseguenze molto impattanti che trova un precedente in senso opposto nell’ultima glaciazione. Lo studio condotto dall’Università degli studi di Trieste appena pubblicato sulla rivista internazionale “Climate of the Past” dal titolo “Atmosphere–cryosphere interactions during the last phase of the Last Glacial Maximum in the European Alps” ha stimato come tra 26mila e 21mila anni fa il clima delle Alpi abbia registrato valori di raffreddamento quasi doppi rispetto alla scala globale. L’equazione utilizzata per ricostruire il paleoclima – ossia, il clima di periodi geologici e storici precedenti lo sviluppo degli strumenti di misura delle componenti climatiche e del tempo atmosferico – in questa zona funziona anche in direzione opposta e offre utili indicazioni rispetto al futuro. Condotto da Costanza Del Gobbo, titolare del corso "Global and Regional Climate Change" all’Università degli studi di Trieste e assegnista di ricerca all’Istituto di Scienze Polari del CNR, lo studio ha richiesto 4 anni di lavoro, è stato finanziato dall’International Centre for Theoretical Physics ed è stato supervisionato dal Premio Nobel Filippo Giorgi (ICTP), da Renato R. Colucci, ricercatore all’ISP-CNR e docente di Glaciologia all’Università degli studi di Trieste e da Giovanni Monegato, ricercatore all'Istituto di Geoscienze del CNR. Durante l'Ultimo Massimo Glaciale (LGM) avvenuto sulle Alpi tra 26mila e 21mila anni fa, i ghiacciai si spinsero nelle pianure pedemontane e sono ancora oggi identificabili grazie alle grandi morene frontali ben conservate, ad esempio quelle del Tagliamento a Nord di Udine, del Garda a nord di Verona o nel comprensorio Ivrea-Verbano in Piemonte. I ghiacciai sono fortemente controllati dalla temperatura e dalle precipitazioni e quindi sono eccellenti indicatori del cambiamento climatico. In questo lavoro è stato utilizzato un modello climatico regionale (RCM) sviluppato dall’ICTP innestato nel modello paleoclimatico del Max Planck Institute (Germania), che ha permesso di studiare alcuni dei processi fisici che hanno sostenuto i ghiacciai alpini 21mila anni fa. In particolare, il lavoro ha potuto ricostruire la linea di equilibrio glaciale (ELA) durante l'LGM, confrontandola con quella dei livelli preindustriali, ossia all’inizio del 1800. I risultati di questo lavoro sono riusciti, per la prima volta, a trovare ottima coerenza con le evidenze geomorfologiche e geologiche sul terreno, dove invece i modelli precedenti avevano grossi errori in diversi settori alpini a causa di errate stime legate alle precipitazioni. I risultati mostrano come il clima delle Alpi fosse mediamente 6.8°C più freddo rispetto ai livelli preindustriali (quindi circa 9°C più freddo rispetto ad oggi) e in particolare nei settori orientali. Le precipitazioni annuali erano più scarse di circa il 15%. La stagione a subire le variazioni più significative fu l’estate con una diminuzione di 7.3°C rispetto ai livelli preindustriali, ossia quasi 10°C in meno rispetto alle estati attuali. Queste condizioni permettevano ricorrenti nevicate attorno ai 1000 metri di quota in piena estate, e a volte anche a quote inferiori, mentre le pianure del Nord Italia erano coperte di neve da novembre a maggio. La distribuzione delle precipitazioni era molto diversa rispetto ad oggi, con l’estate come stagione più piovosa (in particolare sul settore alpino settentrionale), mentre l’inverno era verosimilmente molto freddo e secco a causa dell’influenza di una vasta area di alta pressione estesa dalla Scandinavia, dove aveva sede una calotta glaciale simile a quella della Groenlandia attuale, alla Siberia. Solo sul settore meridionale delle Alpi le precipitazioni erano frequenti anche nel corso dell’inverno, prevalentemente a carattere nevoso fino in pianura. Questo studio ha aperto nuove prospettive sull'uso dei modelli climatici regionali per lo studio dei climi passati, in quanto tali modelli possono offrire un dettaglio spaziale che ci permette di capire meglio gli indicatori climatici rilevati sul campo soprattutto in aree, come quella Alpina, caratterizzate da morfologie molto complesse. Nell'mmagine in alto a destra, i Ghiacciai dell'Engadina in Svizzera che richiamano il paesaggio che avevano tutte le Alpi al picco dell'ultimo massimo glaciale quando le lingue glaciali più avanzate si spingevano fino sulle aree pedemontane di pianura (Foto Renato R. Colucci). Abstract Studio pubblicato sulla rivista "Climate of the Past" Mostra nel diario Off
UniTS a Palermo per Destinazione Public Engagement #5 Read more about UniTS a Palermo per Destinazione Public Engagement #5 Immagine progetto_senza_titolo_25.jpg Data notizia Fri, 10/11/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia L’Università di Trieste ha partecipato il 9 e 10 novembre ai lavori di “Destinazione Public Engagement #5”, l’evento annuale dell’Associazione Rete degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement – APEnet che si è svolto presso l'ateneo di Palermo. La due giorni è stata dedicata all’analisi, al monitoraggio, alla valorizzazione e all’implementazione di progetti e attività per il coinvolgimento della società nel mondo della ricerca. UniTS figura tra i soci fondatori di APEnet e collabora attivamente ai gruppi di lavoro coordinati dall’Associazione che periodicamente si riunisce per ridefinire e attualizzare il vasto tema del Public Engagement, alla ricerca di nuove strategie per produrre benessere collettivo attraverso didattica e ricerca. L'evento, organizzato da APEnet in collaborazione con l’Università di Palermo, ha rappresentato l'occasione per condividere esperienze e buone pratiche attivate su tutto il territorio nazionale. La rapida evoluzione del modello e degli approcci del Public Engagement, i contesti organizzativi e di diffusione, gli strumenti di monitoraggio e i percorsi di formazione sono alcuni dei temi discussi nella tappa siciliana, a partire da quanto già avviato da APEnet in questi anni e con lo sguardo rivolto al futuro. Sulla scia delle esperienze maturate nel contesto internazionale, anche in Italia il mondo della ricerca si sta configurando sempre più come incubatore di progetti di co-creazione e diffusione dei risultati. In questo contesto il ruolo di APEnet è quello di una rete capace di misurarsi con l’eterogeneità delle iniziative di Public Engagement, delineandone la definizione e i contorni, per misurare i benefici di questa attività per la società e per il mondo della ricerca. Nata nel 2018, la Rete APEnet si è da subito proposta come spazio di confronto, studio e progettazione in collaborazione con i diversi attori nazionali e internazionali del sistema ricerca e delle istituzioni scientifiche in Italia. Nell’Aprile del 2022 si è trasformata in Associazione grazie al contributo di 41 Soci fondatori tra Università, Politecnici, Scuole Superiori ed Enti di Ricerca con l’obiettivo di consolidare il ruolo che Atenei ed Enti di Ricerca rivestono nel definire e dare forma concreta al Public Engagement come insieme di valori e azioni istituzionali diretti a generare crescita sociale, culturale ed economica. La rete oggi è costituita da 49 Soci. La registrazione dell'evento è disponibile sul canale youtube dell’associazione APEnet. Abstract L’Università di Trieste all'evento annuale dell’Associazione “Rete degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement – APEnet” dedicato al legame tra scienza, ricerca e società Mostra nel diario Off