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Progettati a UniTS tessuti artificiali che mimano movimenti e funzioni biochimiche degli organismi viventi

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Il gruppo di ricerca del prof. Pierangelo Gobbo del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste ha compiuto un entusiasmante passo avanti nella creazione di tessuti artificiali che rispondono alla luce e che hanno battezzato "prototessuti fotonastici".

Questo lavoro affronta una sfida centrale nella biologia sintetica, la disciplina a cavallo tra ingegneria e biologia nata per costruire sistemi biologici artificiali combinando chimica, biotecnologia e ingegneria: creare tessuti artificiali che non solo imitino la struttura dei sistemi viventi, ma integrino anche movimento e funzioni biochimiche. Il gruppo di ricerca UniTS ha creato una potente piattaforma per la progettazione di materiali che appunto non si limitano ad esistere passivamente, ma reagiscono e si adattano attivamente all’ambiente.

Le potenziali applicazioni incideranno sensibilmente sulle tecniche di somministrazione programmata di farmaci, nel settore dei materiali bioispirati e nella soft robotica, che utilizza materiali morbidi e flessibili per creare robot in grado di piegarsi, deformarsi e adattarsi all'ambiente circostante.

In dettaglio i ricercatori, ispirandosi al modo in cui i tessuti reali convertono l'energia in movimento e funzioni, hanno progettato materiali sintetici simili a tessuti che possono contrarsi e spegnere la loro reattività interna quando vengono esposti alla luce.

Il segreto di questi prototessuti dinamici risiede nella combinazione di due elementi: nanoparticelle d'oro che convertono la luce in calore e una “proto-cortex” polimerica sensibile alle variazioni termiche. Analogamente alla cortex delle cellule viventi, questa altro non è che uno strato polimerico che ricopre l’interno della membrana protocellulare e conferisce alla protocellula una maggiore resistenza meccanica. Quando vengono irradiate, le nanoparticelle d'oro generano calore e innescano la contrazione della proto-cortex. Questo fa sì che le singole protocellule che compongono il materiale si contraggano proprio come un piccolo muscolo. Quando la luce viene spenta, la struttura si rilassa prontamente.

Oltre al movimento, hanno dimostrato che queste contrazioni possono regolare il metabolismo enzimatico del tessuto, bloccando o consentendo l'accesso a piccole molecole di substrato. In altre parole, l'intensità della luce può essere utilizzata per provocare contrazioni reversibili che possono modulare un processo biochimico ospitato all'interno del materiale.

Il lavoro, ora pubblicato su Advanced Materials, https://advanced.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/adma.202502830 è stato sviluppato in collaborazione con i professori Piero Pavan e Silvia Todros (Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Padova; Tissue Engineering Lab, Fondazione Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza).

La ricerca è stata sostenuta dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC Starting Grant PROTOMAT, 101039578), dall'Unione Europea Next Generation EU (progetto PRIN PNRR 3D-L- INKED, P2022BLNCS; progetto PRIN SAMBA 2022285HC5_002; progetto PNRR “Metabolic and cardiovascular diseases ‘CN00000041) e dal progetto Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowship ’SAPTiMeC” (101023978).

Nella foto: flessione del prototessuto fotonastico a forma di stella marina a sei braccia dopo l'esposizione alla luce (stato rilassato con luce spenta – stato contratto con luce accesa)

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Studio pubblicato sulla rivista scientifica Advanced Materials
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Formazione internazionale sulle emergenze per gli specializzandi in Pediatria

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Affrontare emergenze pediatriche come aritmie e arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, gravi traumi addominali e spinali, ma anche come gestire con efficacia il team sanitario. Sono questi i temi al centro di un’attività formativa di altissimo valore scientifico e respiro internazionale, promossa dall’Università di Trieste e dall’IRCCS Burlo Garofolo e dedicata alla gestione avanzata delle urgenze in età pediatrica. Vi hanno preso parte circa 60 specializzandi della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Ateneo giuliano e una quindicina di professionisti sanitari dell’Istituto.

A guidare l’iniziativa, due esperti di fama mondiale, per la prima volta a Trieste: il professor Marc Berg della Stanford University, specialista in simulazioni pediatriche e membro autorevole dell’American Heart Association, e il professor Brent Barber dell’Università dell’Arizona, esperto in cardiologia pediatrica e neonatale. Entrambi vantano una consolidata esperienza clinica nelle emergenze e figurano tra gli autori delle linee guida internazionali per la rianimazione pediatrica.

L’evento, ideato e coordinato dalla dott.ssa Stefania Norbedo, medico del Pronto Soccorso pediatrico del Burlo e docente di simulazione presso la Scuola di Specializzazione dell’Università di Trieste, si è aperto mercoledì 7 maggio con un seminario introduttivo nella sede del Burlo, durante il quale i due docenti statunitensi hanno presentato e discusso scenari clinici critici.

Oggi e domani sono invece in programma le esercitazioni pratiche al Centro di Simulazione Medica e Addestramento Avanzato (CSMAA) dell’Università di Trieste, una delle strutture più avanzate in Europa nel campo della simulazione in medicina, ospitata all’interno del polo didattico dell’Ospedale di Cattinara. Qui gli specializzandi si stanno confrontando con scenari ad alta fedeltà, gestendo in tempo reale situazioni cliniche complesse come shock cardiogeno, traumi maggiori, intossicazioni e insufficienza respiratoria, grazie all’impiego di manichini in grado di riprodurre in modo estremamente realistico le condizioni fisiologiche e cliniche di pazienti pediatrici.

Le simulazioni si svolgono in “modalità in cieco”, con esercitazioni ad alta intensità "a sorpresa", scelte tra diversi scenari preparati in aula, a cui seguono momenti di debriefing condotti dai due docenti statunitensi, insieme alla dott.ssa Norbedo.

“Nei Paesi sviluppati come l’Italia – osserva il prof. Egidio Barbi, direttore della Clinica Pediatrica dell’IRCCS Burlo Garofolo, docente di Pediatria e direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Trieste – le vere emergenze-urgenze in pediatria sono eventi piuttosto rari. Per questo, la simulazione riveste un ruolo fondamentale nel garantire una preparazione completa ai futuri pediatri, che potrebbero trovarsi un domani a fronteggiare situazioni simili nella realtà”.

“La simulazione è un elemento prezioso e ormai imprescindibile nella formazione medica e sanitaria di alto livello – sottolinea la prof.ssa Aneta Aleksova, direttrice del CSMAA e docente di Cardiologia all’Università di Trieste – perché consente di acquisire esperienza e di correggere gli errori in un ambiente sicuro e controllato. La presenza di due ospiti del calibro di Berg e Barber conferma che il CSMAA dell’Università di Trieste è in grado di ospitare esercitazioni ai massimi livelli, secondo standard internazionali”.

I professori Marc Berg e Brent Barber hanno espresso parole di elogio sia per la preparazione degli specializzandi e del personale coinvolto, sia per il Centro di Simulazione, paragonabile ai centri di eccellenza internazionali.

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Due docenti tra i massimi esperti mondiali stanno conducendo esercitazioni rivolte a 60 specializzandi. UniTS si conferma eccellenza internazionale nella simulazione medica
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Rose Libri Musica Vino: torna la rassegna culturale nel roseto del Parco di San Giovanni

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Al via la XIV edizione di "Rose Libri Musica Vino", la rassegna culturale organizzata dalla cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone e dall’Università di Trieste. Dal 9 maggio e per tutti i venerdì del mese, il roseto del Parco di San Giovanni – premiato nel 2015 con il Certificato di Eccellenza dalla World Federation of Rose Societies – ospiterà incontri, passeggiate, conversazioni attorno a libri, degustazioni di vino e spettacoli musicali. 

Al centro di questa quattordicesima edizione, la rassegna propone una riflessione sul tema “Che genere di potere?”, interrogandosi su come riconoscere e promuovere forme di potere alternative a quelle basate sulla sopraffazione, la violenza e il dominio. A guidare la riflessione è l’eredità di Franco Basaglia, che nel 1979 ricordava come il vero cambiamento non consista nel vincere, ma nel convincere: «Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare». A distanza di quasi cinquant’anni, questa visione continua ad animare lo spirito della rassegna, che si propone come spazio in cui coltivare l’idea che l’impossibile può diventare possibile, che i muri si possono abbattere, i cancelli aprire, le utopie immaginare e persino realizzare, e che il capitale più importante di una comunità siano le persone.

Accanto a questa visione, si fa strada anche una consapevolezza amara: nuovi muri si stanno alzando, nuove esclusioni si affermano, i diritti sembrano regredire e le memorie collettive si affievoliscono. Il potere che avanza non è quello evocato da Martin Luther King, capace di cambiare la realtà, ma piuttosto un potere che sottomette, inganna, bullizza, annienta. Eppure, come ricordava Italo Calvino, esiste un antidoto: «Cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

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La XIV edizione, promossa da UniTS e dalla cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone, prenderà il via venerdì 9 maggio. L’edizione di quest’anno esplorerà il tema del “potere”
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Al confine tra pelle e cuore: le emozioni della scienza nella lotta contro il cancro

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In occasione di GO!2025 – Capitale Europea della Cultura, l’ICGEB – Centro Internazionale per l’Ingegneria Genetica e le Biotecnologie presenta "Al confine tra pelle e cuore: le emozioni della scienza nella lotta contro il cancro", un ciclo di cinque spettacoli teatrali in programma tra maggio e ottobre 2025 a Trieste, Udine, Gorizia e Nova Gorica. L’iniziativa è finanziata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Partner del progetto è anche l’Università di Trieste con la partecipazione di Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare in UniTS e responsabile del Laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’ICGEB. Insieme al prof. Domenico Prattichizzo dell'Università di Siena e dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Zacchigna porta in scena un racconto scientifico e personale, ispirato a una sfida di ricerca innovativa: sviluppare nuove terapie antitumorali ispirate al cuore, un organo raramente colpito dal cancro, grazie all’uso di robot indossabili che ne mimano il battito.

Il progetto intreccia scienza, narrazione e teatro per avvicinare il pubblico al mondo della ricerca biomedica attraverso un linguaggio accessibile, emotivo e coinvolgente. Sul palco, i ricercatori ripercorrono le tappe della loro avventura scientifica: ipotesi, ostacoli, intuizioni, fallimenti e progressi, raccontati in prima persona e senza l’ausilio di slide. Lo spettacolo sarà proposto in italiano, con sottotitoli in sloveno e traduzione nella lingua dei segni, per garantire la massima accessibilità.

I testi e la sceneggiatura sono firmati da Alessandra Cotoloni e Sarita Massai, con la partecipazione di Davide Costabile, Giuseppe Di Mauro, Maryen Vasanthakumar e Alberto Villani.

Calendario degli appuntamenti

  • 10 maggio 2025 – Trieste, ore 15:00
    Festival Scienza e Virgola (SISSA) – Teatro Miela
    (evento per le scuole)
  • 11 maggio 2025 – Udine, ore 16:00
    Festival Vicino/Lontano – Chiesa di San Francesco
    (con interpreti dei segni)
  • 27 settembre 2025 – Trieste
    Trieste Next – Teatro Miela
    (con interpreti dei segni)
  • 24 ottobre 2025 – Nova Gorica, ore 18:00
    Università di Nova Gorica – Palazzo Lanthieri
    (in italiano con sottotitoli in inglese)
  • 24 ottobre 2025 – Gorizia, ore 11:00
    Università di Trieste – Polo di Gorizia – Aula Magna
    (evento per le scuole)
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UniTS è partner dell’iniziativa promossa da ICGEB, che in occasione di GO!2025, porta in scena cinque spettacoli teatrali a Trieste, Udine, Gorizia, e Nova Gorica
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Federico Rosei vince il Nano Energy Award 2025

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Un prestigioso riconoscimento internazionale per Federico Rosei, professore ordinario di Chimica Industriale al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste, tra i vincitori del Nano Energy Award 2025. Si tratta di uno dei più importanti premi internazionali nel settore della nanoenergia, assegnato ogni due anni nel corso della International Conference on Nanoenergy and Nanosystems (NENS). La cerimonia ufficiale si terrà il 30 giugno 2025 a Pechino, dove il professor Rosei sarà anche protagonista di una plenary lecture.

Il premio è stato conferito per il suo contributo pionieristico allo studio di nanomateriali innovativi, come i materiali multiferroici e i quantum dots. In particolare, il professor Rosei ha analizzato le relazioni tra struttura e proprietà di questi materiali, impiegandoli come elementi costitutivi in dispositivi per la conversione dell'energia su scala nanometrica, tra cui celle fotovoltaiche, celle fotoelettrochimiche per la produzione di idrogeno e finestre solari. Le sue ricerche aprono nuove prospettive per lo sviluppo di tecnologie solari avanzate e di dispositivi elettronici innovativi.

Nel corso della sua carriera, Federico Rosei ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Tra i più recenti, si ricordano il Nanotechnology Recognition Award 2024 dell’American Vacuum Society (AVS), la nomina a Fellow della Materials Research Society, il Fellowship Award 2024 della Canadian Association of Physicists (CAP) e l’elezione a Foreign member della Royal Flemish Academy of Belgium for Science.

La sua attività scientifica si concentra sulle tecnologie energetiche di nuova generazione a base di nanomateriali, con un’attenzione particolare alla fabbricazione, alla caratterizzazione e all’applicazione di materiali inorganici, organici e biocompatibili. Il professor Rosei è inoltre riconosciuto a livello internazionale per il suo impegno nella formazione di giovani ricercatori e per la promozione dell’eccellenza scientifica su scala globale.

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Il docente del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche di UniTS premiato per i suoi studi sui nanomateriali e le tecnologie energetiche del futuro
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Riconoscere e gestire i rischi alimentari: sette casi realistici per una formazione interdisciplinare a Gorizia

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Una sagra di paese, un pranzo in famiglia, un ristorante giapponese, una festa all’oratorio, il chiosco di un’adunata degli alpini, un ritrovo tra tifoserie, un agriturismo. In quanti modi possiamo incorrere, senza saperlo, in un’infezione alimentare?

A partire da questi sette scenari realistici si è sviluppato un laboratorio didattico che ha coinvolto una sessantina di studenti e studentesse dei corsi di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico, Assistenza Sanitaria e Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università di Trieste, quest'ultimi due attivati con l'Università di Udine. L’attività si è svolta presso il Polo universitario di Gorizia e ha proposto un approccio interdisciplinare alla gestione delle tossinfezioni alimentari.

Infezioni spesso sottovalutate, le tossinfezioni sono causate dall’ingestione di alimenti contaminati da virus, batteri o parassiti e possono provocare sintomi anche gravi. Tra le possibili cause ci sono la conservazione impropria degli alimenti, manipolazioni scorrette, le contaminazioni ambientali, ma anche la crescita della ristorazione collettiva e dei flussi globali di cibo.

L’attività formativa ha previsto una prima fase preparatoria tramite la visione di tre video introduttivi, uno per ciascuna area professionale, seguiti da approfondimenti guidati dai tutor dei corsi, dalla costituzione dei gruppi di lavoro e dall’assegnazione dei casi. Ogni scenario era corredato da materiali didattici e fotografie, con integrazioni rilasciate gradualmente per simulare l’evoluzione di un’indagine su casi sospetti.

Nel pomeriggio si sono svolte esercitazioni pratiche che hanno previsto, tra le altre attività, l’uso di microscopi per la lettura di vetrini, piastre per la semina colturale, strumenti per la rilevazione di contaminazioni simulate, preparazione di campioni da confezioni reali di carne macinata e simulazioni telefoniche per la raccolta di dati epidemiologici. Ogni studente ha avuto modo di osservare e comprendere il lavoro di ciascuno dei tre profili di professionisti sanitari, per cogliere meglio l’interconnessione tra le competenze.

Il laboratorio ha evidenziato la complementarità del tecnico di laboratorio biomedico, responsabile dell’analisi dei campioni biologici, dell’assistente sanitario, impegnato nella prevenzione e promozione della salute pubblica, e del tecnico della prevenzione, attivo nei controlli sui luoghi di produzione, trasformazione e somministrazione degli alimenti.

Grazie alla varietà delle attività proposte e all’integrazione delle competenze, la giornata formativa ha permesso di consolidare le conoscenze teoriche, valorizzare il lavoro di squadra e sperimentare in modo concreto le responsabilità condivise nella tutela della salute collettiva.

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L'iniziativa ha coinvolto una sessantina di studenti di tre corsi di laurea della professioni sanitarie
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European Surgical Association: Nicolò de Manzini conclude a Ginevra la presidenza

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Dal 2 al 3 maggio si svolge a Ginevra il 31° Congresso annuale dell’European Surgical Association (ESA). L’appuntamento segna la conclusione del mandato biennale alla presidenza del professor Nicolò de Manzini, Direttore della Clinica Chirurgica dell’Università di Trieste e già Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute.

Fondata nel 1993, l’European Surgical Association riunisce alcune delle figure più autorevoli della chirurgia europea e mondiale. L’associazione ha l’obiettivo di promuovere l’eccellenza scientifica, diffondere i risultati della ricerca e favorire il dialogo interdisciplinare attraverso il proprio congresso annuale e una selezione rigorosa dei contenuti.

La conclusione del mandato di de Manzini coincide con un bilancio ampiamente positivo: l’associazione ha continuato a distinguersi per l’elevato livello scientifico delle attività promosse, tra cui la presentazione di 45 lavori scientifici selezionati da équipe chirurgiche di prestigio, discussi nel corso dell’attività congressuale e destinati alla pubblicazione su una delle riviste più autorevoli del settore.

Tra le iniziative più significative promosse quest’anno da de Manzini, inoltre, c’è l’apertura della Società anche a giovani chirurghi, con la creazione della cosiddetta “Next Generation ESA”, pensata per accompagnare e valorizzare i futuri protagonisti della ricerca chirurgica internazionale.

Internazionalizzazione, collaborazione multidisciplinare e apertura ai giovani chirurghi hanno caratterizzato questa fase di vita dell’ESA, che per la quarta volta in trent’anni è stata guidata da un chirurgo italiano, a conferma del riconoscimento di cui gode la scuola chirurgica italiana nel panorama scientifico europeo. 

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Al 31° Congresso dell’ESA si conclude il mandato del Direttore della Clinica Chirurgica di UniTS. Tra le novità, l’ingresso della “Next Generation ESA” che coinvolge giovani chirurghi destinati a guidare la ricerca internazionale
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UniTS inaugura il nuovo hub multiservizio di “Giustizia di Comunità”

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L’Università di Trieste ha inaugurato l’hub sperimentale multiservizio di “Giustizia di Comunità”: un progetto innovativo che unisce università, istituzioni, enti del Terzo Settore e cittadinanza per promuovere l’inclusione sociale e la giustizia riparativa.

L’iniziativa nasce da un accordo tra l’Università degli Studi di Trieste e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il sostegno del Ministero della Giustizia – Cassa delle Ammende. L’hub sarà ospitato nei locali dell’ex Casa del Marinaio in via Principe di Montfort 3 e rappresenta un importante punto di raccordo tra il mondo dell’esecuzione penale e la comunità.

Il centro sarà il fulcro operativo dei progetti “Ripar(t)iamo” e “INclusione, CONfronto, TRAttamento”, co-finanziati dalla Regione e finalizzati a favorire il reinserimento socio-lavorativo di persone sottoposte a misure penali, offrire supporto concreto alle vittime di reato e promuovere percorsi di giustizia riparativa e mediazione penale. Queste azioni si pongono in linea con i principi della Riforma Cartabia (D.lgs. 150/2022), che valorizza la giustizia riparativa come strumento di reintegrazione, riconciliazione e responsabilizzazione.

Il nuovo hub sarà aperto almeno tre giorni a settimana, garantendo attività di accoglienza, assistenza e formazione rivolte a persone in misura penale, vittime di reato e operatori del settore. Al suo interno, opereranno in sinergia enti pubblici, organizzazioni del Terzo Settore e personale accademico, con l’obiettivo di offrire risposte integrate e di rafforzare il legame tra istituzioni e cittadini.

Durante l’inaugurazione sono intervenuti il Magnifico Rettore, prof. Roberto Di Lenarda, l’Assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità, il prof. Giovanni Grandi, docente di Filosofia Morale di UniTS, e la dott.ssa Gianna Zamaro, Direttore della Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

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Nei locali universitari di via Montfort un nuovo centro sperimentale per promuovere il reinserimento sociale, il supporto alle vittime e la giustizia riparativa
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Servizi idrici e rifiuti: UniTS e UniUD partner di AUSIR e dei gestori dei servizi del FVG

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L’Università di Trieste ha sottoscritto, insieme all’Università di Udine, una nuova Convenzione Quadro con AUSIR – Autorità Unica per i Servizi Idrici e Rifiuti del Friuli Venezia Giulia e i principali gestori dei servizi idrici e ambientali del territorio regionale. Accanto ad AUSIR, hanno aderito: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso – Kraški vodovod, CAFC, HydroGEA, Irisacqua, Livenza Tagliamento Acque, A&T 2000, Ambiente Servizi, GEA – Gestioni Ecologiche e Ambientali, Isontina Ambiente, MTF e NET.

Il documento, siglato quest’oggi da tutti partner nella Sala Predonzani del Palazzo della Regione alla presenza del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, rinnova e amplia la precedente intesa siglata nel 2019, consolidando la volontà condivisa di collaborare sui temi della sostenibilità e dell’innovazione applicata alla gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti. 

La nuova Convenzione mira a promuovere progetti di ricerca applicata, iniziative congiunte di alta formazione, la partecipazione a bandi competitivi, oltre alla valorizzazione di dati, esperienze e infrastrutture tecniche condivise.

L’Università di Trieste partecipa con un forte impegno interdisciplinare, rappresentata dal prof. Paolo Bevilacqua (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e dal prof. Fabio Barbone (Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute), referenti scientifici per l’Ateneo. L’accordo sostiene tra l’altro l’attività dei master interateneo già avviati con la collaborazione dei gestori pubblici, tra cui quello in “Tecnologia e Management del Ciclo Idrico Integrato” e quello in “Economia Circolare e ciclo integrato dei Rifiuti”. “

“La Convenzione – ha spiegato Roberto Di Lenarda, Rettore dell’Università di Trieste - rappresenta un’opportunità concreta per attivare nuove ricerche multidisciplinari capaci di affrontare, in chiave innovativa, le sfide della gestione sostenibile delle risorse idriche e ambientali. Gli ambiti di collaborazione spaziano dallo studio dei sistemi acquiferi e delle infrastrutture di rete alla gestione dei reflui e dei fanghi, dall’analisi economica e normativa dei servizi pubblici alla valorizzazione dei rifiuti in ottica di economia circolare. Centrale è anche l’impegno nella comunicazione e nella formazione, considerate leve strategiche per promuovere consapevolezza e cambiamento sia a livello tecnico che sociale”.

 

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Firmato un accordo per rafforzare la collaborazione su ricerca, innovazione e formazione nei settori dell’acqua e dell’economia circolare
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Rendere l'idrogeno verde più efficiente: progetto UniTS finanziato dalla Regione FVG

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Rendere l’idrogeno verde una fonte di energia più efficiente, sicura e accessibile: è questo l’obiettivo del progetto E4H2 – Efficiency for Hydrogen, promosso dall’Università di Trieste in collaborazione con l'Università di Udine,  che rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito dell’Avviso regionale dedicato al sostegno, alla creazione e all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca nel settore dell’idrogeno rinnovabile.

Il progetto UniTS, grazie a un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell'Amministrazione regionale, prevede la creazione di una rete di quattro laboratori distribuiti sul territorio regionale, ciascuno dedicato a un punto strategico della filiera dell’idrogeno: dalla produzione allo stoccaggio, fino all’utilizzo finale. 

I ricercatori lavoreranno per migliorare l’efficienza e la durata degli elettrolizzatori, dispositivi che permettono di ottenere idrogeno “verde” separando l’acqua nei suoi elementi, idrogeno e ossigeno, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili. Saranno testati nuovi sistemi di accumulo, tra cui serbatoi criogenici, contenitori speciali capaci di conservare l’idrogeno allo stato liquido a temperature estremamente basse (fino a -252°C), e soluzioni ad alta pressione, progettate per ridurre le dispersioni di energia durante lo stoccaggio e il trasporto.

Ampio spazio sarà dedicato anche allo sviluppo di celle a combustibile più performanti e resistenti nel tempo, che trasformano l’idrogeno in elettricità senza emissioni inquinanti, e allo studio di protocolli operativi in grado di aumentare l’efficienza dell’intero processo. Un altro obiettivo chiave sarà la sicurezza: la rete permetterà infatti di analizzare criticità e proporre soluzioni per un impiego dell’idrogeno sempre più affidabile.

"L’infrastruttura - spiega Rodolfo Taccani, docente di Macchine dell'Università di Trieste e referente scientifico del progetto - consentirà di testare dispositivi a diversi livelli, dai singoli componenti a impianti pilota, affiancando la ricerca sperimentale a modelli avanzati di simulazione, anche basati su intelligenza artificiale. I dati raccolti saranno utilizzati per migliorare la manutenzione, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità degli impianti.

E4H2 rappresenta così un importante tassello nella costruzione di una filiera regionale dell’idrogeno verde, capace di inserirsi nella più ampia cornice transfrontaliera della North Adriatic Hydrogen Valley e di connettere università, centri di ricerca e imprese, a sostegno della transizione energetica e della decarbonizzazione".

Nella cornice complessiva dei finanziamenti regionali alle infrastrutture di ricerca sull'idrogeno rinnovabile, l'Università di Trieste partecipa in qualità di partner anche ad altri tre progetti: i gruppi di lavoro coinvolti sono guidati dallo stesso Rodolfo Taccani (Dipartimento di Ingegneria e Architettura), da Alessandro Baraldi (Dipartimento di Fisica) e da Lorenzo Bonini (Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze) per un ammontare complessivo di 3,5 milioni di euro sugli 11 complessivamente stanziati dall'amministrazione regionale, che fanno dell'Ateneo giuliano l'ente di ricerca del Friuli Venezia Giulia maggiormente impegnato in questo ambito della transizione energetica.

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Importante sostegno economico per il progetto di ricerca coordinato da Rodolfo Taccani (DIA). UniTS ente di ricerca del FVG più finanziato dai bandi regionali per la ricerca sull'idrogeno
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