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UniTS ha ospitato "Destinazione Public Engagement #6", l'evento annuale promosso da APEnet

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Generare sviluppo sociale, culturale ed economico, anche attraverso il contrasto delle diseguaglianze e la valorizzazione del patrimonio culturale.

È questo l’obiettivo ribadito da APEnet, l’Associazione a cui partecipano 57 università ed enti di ricerca italiani per promuovere e sviluppare l’impegno pubblico e l’impatto sociale delle azioni conseguenti alle attività di ricerca, nel corso dell’evento Destinazione Public Engagement #6, ospitato quest’anno dall’Università di Trieste.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di 130 rappresentanti degli enti associati, ha offerto un ampio confronto sulle strategie con cui le comunità scientifica e universitaria possano contribuire a uno sviluppo inclusivo del Paese.

Giulia Carluccio, Presidente di APEnet e Prorettrice vicaria dell’Università di Torino, ha sottolineato come Destinazione Public Engagement “rappresenti un percorso che vede le università e gli enti di ricerca sempre più impegnati in uno sviluppo sostenibile e inclusivo del Paese attraverso l'ascolto, la valorizzazione delle conoscenze e la collaborazione con le comunità”.

Caterina Falbo, Delegata per la Terza Missione dell’Università di Trieste, ha portato l’esempio dell’Ateneo giuliano, impegnato da tempo nella promozione di attività di Public Engagement che rafforzano il dialogo con il territorio e promuovono il benessere della comunità. “Nel Parco di San Giovanni, che fu il luogo della rivoluzione basagliana – spiega Falbo - promuoviamo collaborazioni con alcune cooperative sociali per promuovere l'inclusione lavorativa di persone nell’area delle fragilità e realizziamo iniziative di divulgazione scientifica e culturale. UniTS, inoltre, lavora in sinergia con altri enti e istituzioni per rafforzare la ricerca sul tema della transizione energetica e della produzione di idrogeno verde”.

Nel corso della due giorni gli ospiti hanno delineato proposte, evidenziato opportunità e suggerito possibili percorsi per la crescita e il riconoscimento del Public Engagement, tra impegno pubblico e sociale e valorizzazione delle conoscenze.

Il riconoscimento delle attività di Public Engagement nelle carriere è emerso come uno degli strumenti chiave per valorizzare l’impegno di docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti in progetti ad alto impatto sociale. L’obiettivo è quindi strategico anche nel confronto con il Ministero e con l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca ANVUR.

Il Direttore di ANVUR Daniele Livon, intervenuto all’evento, ha definito il rapporto tra l’Agenzia e APEnet di proficua collaborazione e dialogo, soprattutto nei momenti di valutazione della valorizzazione delle conoscenze, in cui il Public Engagement ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale.

Con gli interventi di Laura Nota, Presidente della Società Italiana di Orientamento e docente dell’Università di Padova, e Lelio Iapadre, Partner del Forum Disuguaglianze Diversità, che ha presentato il progetto OCSE ITA.CON, il focus è stato posto sull’urgenza di restituire agli atenei il ruolo di promotori di collaborazioni per la realizzazione di obiettivi di giustizia sociale e ambientale.

Non sono mancate riflessioni sull’importanza della Convenzione di Faro come strumento di democrazia culturale, grazie anche alla partecipazione di Francesc Pla Castelltort (Unità Cultura e Patrimonio culturale del Consiglio d’Europa), e sul ruolo dei Musei, che negli interventi di Irene Baldriga (Sapienza Università di Roma) e Paola Rodari (SISSA MediaLab) sono stati descritti come mediatori e luoghi di narrazioni culturali condivise, spazi di confronto autentico tra società e scienza, spazi sicuri per affrontare questioni complesse.

In conclusione, Pier Andrea Serra, vicepresidente dell’Associazione e Prorettore dell’Università di Sassari, ha presentato i dati del Barometro APEnet, che svolge un’attività di monitoraggio dello stato dell’arte del Public Engagement negli Atenei e negli Enti di ricerca italiani.

 

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130 delegati di 57 Università e Enti di Ricerca hanno parlato delle priorità dell'impatto pubblico e sociale della ricerca
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Porte Aperte Primaverili: oltre 4.000 i ragazzi iscritti

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Sono 4.025 i ragazzi delle scuole superiori che si sono iscritti alle presentazioni dei corsi di primo livello (triennali e magistrali a ciclo unico) in occasione di Porte Aperte Primaverili del 21 marzo.

Dopo il benvenuto del Rettore, Roberto Di Lenarda, e del Delegato all’Orientamento Lucio Torelli, hanno preso il via le presentazioni dell’offerta formativa a cura dell’Ufficio Orientamento di Ateneo.

Porte Aperte è un appuntamento irrinunciabile per gli studenti che vogliono entrare a far parte della comunità studentesca dell’ateneo e gioca un ruolo fondamentale nell’ottima attrattività UniTS, assieme alla consistente implementazione dell’offerta formativa degli ultimi anni.

Grazie all’attivazione di più di 20 nuovi corsi di studio di cui 6 in lingua inglese, oggi l’Università di Trieste è una delle università italiane con la crescita più rapida in termini di iscrizioni, anche internazionali.

Gli immatricolati sono cresciuti di più del 30% rispetto al 2019/2020 (un dato sei volte maggiore rispetto alla crescita media delle università pubbliche italiane). 

Nell’anno accademico in corso gli immatricolati sono poco meno di 6000: in pochi anni uniTS è passata dal sesto al terzo posto tra le università del Triveneto. Gli studenti iscritti nei corsi di primo e secondo livello superano i 17.500, nel post-lauream sono quasi 2.000, tra cui 560 dottorandi di ricerca, massimo storico per il nostro Ateneo. La percentuale di iscritti provenienti da fuori regione e dall’estero, pari al 40% nei corsi di primo e secondo livello e al 60% in quelli di terzo livello, conferma un’attrattività che rende concreto l’obiettivo di raggiungere a breve i 20.000 studenti.
 

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L’Ateneo conferma la sua attrattività
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Amiloidosi cardiaca: nuove prospettive da uno studio internazionale guidato da UniTS

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Uno studio internazionale, coordinato dall’Università di Trieste, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, e dal National Amyloidosis Centre di Londra, può rivoluzionare le prospettive del trattamento precoce dell’amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CA), una malattia del cuore rara e progressiva, causata dall’accumulo anomalo di una proteina – la transtiretina – che si deposita nei tessuti cardiaci compromettendone la struttura e la funzione. 

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista JAMA Cardiology e presentata al Congresso della Società Americana di Cardiologia (AHA), ha analizzato per la prima volta i pazienti con infiltrazione cardiaca di amiloide da transtiretina (ATTR), ma ancora privi di segni e sintomi di scompenso cardiaco. Usando una tecnica di imaging avanzata i ricercatori hanno dimostrato che i pazienti con forme moderate o gravi di infiltrazione cardiaca (grado 2 e 3 scintigrafico) hanno mostrato segni tipici di una cardiomiopatia amiloidotica, con anomalie evidenti sia nell’ecocardiogramma che nei biomarcatori sierici. La malattia è progredita più rapidamente in questi pazienti, con oltre il 50% che ha sviluppato segni e sintomi di scompenso cardiaco con necessità di terapia diuretica entro 3 anni dalla diagnosi.

Aldostefano Porcari, assegnista di ricerca all’Università di Trieste e primo autore della pubblicazione, spiega “Le attuali linee guida europee e americane prevedono il trattamento con il farmaco tafamidis solo per chi ha già sviluppato uno scompenso cardiaco conclamato. Tuttavia, il nostro studio suggerisce che anche i pazienti ancora asintomatici, ma con infiltrazione cardiaca avanzata, potrebbero beneficiare di un trattamento precoce, per rallentare o potenzialmente arrestare la progressione di malattia. Questo risultato apre la strada a una possibile revisione delle raccomandazioni terapeutiche, con l’obiettivo di intervenire prima della comparsa dei sintomi”.

Questo studio rappresenta un punto di partenza fondamentale per le future ricerche sull’amiloidosi cardiaca. I risultati suggeriscono che, nelle fasi iniziali della malattia, i depositi di amiloide potrebbero legarsi in modo meno rigido alla matrice extracellulare del cuore, cioè alla rete di proteine che fornisce supporto strutturale ai tessuti cardiaci. Questo fenomeno potrebbe rendere i depositi amiloidotici più suscettibili a eventuali trattamenti. Con lo sviluppo di nuove terapie mirate alla rimozione dell’amiloide, queste informazioni saranno preziose per migliorare l’efficacia delle cure, permettendo di intervenire in modo più mirato nelle prime fasi della malattia.

LA MALATTIA
Con il termine amiloidosi si definisce un gruppo di patologie caratterizzate dall’accumulo anomalo e dannoso in sede extracellulare della sostanza proteica amiloide. Le amiloidosi sono patologie multisistemiche: uno degli organi maggiormente coinvolti è il cuore. Con il termine generico “amiloidosi cardiaca” si definisce, quindi, la patologia cardiaca associata alle amiloidosi. Queste colpiscono prevalentemente i soggetti di sesso maschile, di età superiore ai 60 anni; tra i fattori di rischio: disordini che interessano le plasmacellule, malattie croniche, mutazioni genetiche. Ad oggi, il trattamento prevede farmaci specifici a seconda della forma di amiloidosi individuata e mira all’eliminazione o alla stabilizzazione della fonte della proteina amiloidogenica.

Fino a pochi anni fa, questa condizione veniva diagnosticata solo in stadi avanzati, quando il cuore era già gravemente compromesso. Oggi, grazie ai progressi nella diagnostica non invasiva, è possibile individuare la malattia in fase precoce, aprendo nuove possibilità di intervento. Nonostante tassi di mortalità simili tra i diversi gruppi, il rischio di morte per cause cardiovascolari nei pazienti con grado 2 e 3 è risultato essere circa cinque volte superiore rispetto a quello osservato nei pazienti con grado 1, nei quali le morti erano più frequentemente dovute a cause non cardiache.

Fondamentale l’uso di una tecnica di imaging avanzata, la scintigrafia con tracciante osseo, combinata con tomografia a emissione di fotoni singoli (SPECT) tomografia computerizzata (CT), per identificare la presenza di amiloidosi cardiaca ATTR in pazienti asintomatici e studiare l’evoluzione della malattia in questa popolazione.

IL TEAM
Il team dell’Università di Trieste e dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina che ha guidato lo studio è composto dal Aldostefano Porcari, assegnista di ricerca e primo autore della pubblicazione, da Gianfranco Sinagra, docente del Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste e direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare dell’Ospedale di Cattinara e da Valentina Allegro, specializzanda dell’ateneo giuliano.

Al progetto di ricerca hanno partecipato un totale di dodici centri cardiologici internazionali di riferimento

Il dott. Porcari è stato invitato a presentare i risultai della ricerca nella sessione dedicata al prestigioso “Samuel A. Levine Early Career Clinical Investigator Award”, riconoscimento riservato ai giovani ricercatori che contribuiscono significativamente alla cardiologia clinica.

Lo studio in questo ambito proseguirà con il coinvolgimento nel team di ricercatori dell’Università di Trieste di Rossana Bussani, docente di Anatomia Patologica ed esperta nella valutazione istologica dei depositi di amiloide cardiaci ed extra-cardiaci, e di Gabriele Stocco, professore associato di Farmacologia, che ha promosso insieme a Gianfranco Sinagra l’acquisizione dello spettrometro di massa a Trieste per la caratterizzazione avanzata dei depositi di amiloide. Grazie a queste iniziative, l’ateneo triestino punta a delineare nuove strategie diagnostiche e terapeutiche, con l’obiettivo di intervenire sempre più precocemente e in modo mirato nella gestione dell’amiloidosi cardiaca.

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Studio completo pubblicato su Jama Cardiology

Clinical Phenotype and Prognosis of Asymptomatic Patients With Transthyretin Cardiac Amyloid Infiltration

Aldostefano Porcari, MD1,2,3Yousuf Razvi, MBChB, BSc1Francesco Cappelli, MD, PhD4,5; et al

  1. National Amyloidosis Centre, Division of Medicine, University College London, Royal Free Hospital, London, United Kingdom
  2. Center for Diagnosis and Treatment of Cardiomyopathies, Cardiovascular Department, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano-Isontina, University of Trieste, Trieste, Italy
  3. European Reference Network for Rare, Low Prevalence and Complex Diseases of the Heart, ERN GUARD-Heart, Trieste, Italy
  4. Cardiomyopathy Unit, Careggi University Hospital, University of Florence, Florence, Italy
  5. Tuscan Regional Amyloidosis Centre, Careggi University Hospital, Florence, Italy

 

 

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Aldostefano Porcari primo autore dell'articolo pubblicato su Jama Cardiology. Nel team di ricerca anche Gianfranco Sinagra e la specializzanda Valentina Allegro
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Giornata Mondiale dell’Acqua: nel 2025 è dedicata alla conservazione dei ghiacciai

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Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’acqua: il tema individuato quest'anno dalle Nazioni Unite è “La conservazione dei ghiacciai”. 

Un tema urgente da anni e strettamente legato ai cambiamenti climatici in atto.

Abbiamo chiesto un commento al glaciologo Renato R. Colucci, docente a contratto di glaciologia all'Università di Trieste e Primo Ricercatore all'Istituto di Scienze Polari del CNR.

“In questo periodo dell'anno i ghiacciai alpini si trovano ancora nella loro fase di accumulo. Fino a tutto il mese di aprile, e per buona parte di maggio, continueranno a fare scorte di neve. La neve invernale è materiale prezioso che, qualora l'estate 2025 non riservasse lunghi periodi di caldo estremo ma condizioni più miti e normali, si trasformeranno poi nel "ghiaccio di scorta" da distribuire ai settori più avanzati dei ghiacciai negli anni successivi – afferma Colucci - Ma il mese di marzo è invece mese importante di bilanci per le aree polari, ed in particolare per l'estensione del ghiaccio marino. In Antartide ad inizio marzo l'estate è in declino ed ogni anno si raggiunge l'estensione minima di ghiaccio marino. Al contrario, a metà marzo di ogni anno è l'Artico ad iniziare ad uscire dall'inverno e registra la massima estensione di superficie marina ghiacciata. Dai dati (NSIDC) forniti in questi giorni in Antartide si è raggiunta la seconda estensione minima più bassa da quando esistano i dati satellitari (anni '70) con 1.98 milioni di km quadrati (quarto anno consecutivo inferiore ai 2 milioni di km quadrati, media 2.4). Dato ancora più negativo dall'Artico che registra la massima estensione di mare ghiacciato più bassa da quando esistono dati satellitari. L'estensione attuale è pari a poco più di 14 milioni di km quadrati contro una media di quasi 16 milioni di km quadrati”.
 

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Dati preoccupanti dal National Snow and Ice Data Center della NASA: il commento del glaciologo Renato R. Colucci
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Università Svelate: il 20 marzo si celebra la Giornata Nazionale delle Università

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Il 20 marzo 2025 si celebra la seconda edizione di “Università Svelate”, la Giornata Nazionale delle Università promossa dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca

Tema dell'edizione 2025, realizzata  con il contributo di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), è il rapporto tra Università e Amministrazioni Comunali, una collaborazione tesa alla costruzione di un ambiente dinamico e innovativo dove conoscenza, creatività e partecipazione possono trovare massima espressione. L’obiettivo della collaborazione è offrire a studentesse e studenti universitari le condizioni ideali per vivere al meglio la loro esperienza integrando studio, socialità, cultura e svago all’interno delle città universitarie.

In occasione di questa giornata, UniTS vuole evidenziare la collaborazione con il Comune di Trieste, consolidata attraverso numerose iniziative realizzate congiuntamente nel corso dell’anno passato:

  • La mostra “1924-2024. Un secolo di storia dell'Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti” è stata ospitata al Castello di San Giusto dal 15 marzo al 10 novembre 2024
  • Il festival MOVIEUNITS ha proposto, tra marzo e giugno 2024, una serie di cineforum in collaborazione con i dipartimenti universitari che hanno arricchito l'offerta culturale cittadina
  • Il 23 luglio 2024, in collaborazione con il Teatro Lirico Giuseppe Verdi e nell'ambito di “Trieste Estate”, si è tenuto il Concerto del Centenario UniTS che ha celebrato i cento anni dell'università con una serata musicale di prestigio 
  • La Corsa dei Castelli, il 20 ottobre 2024, ha visto una partecipazione entusiasta della comunità accademica e cittadina che ha rafforzato il senso di appartenenza e collaborazione tra università e territorio. 

Sono state organizzate congiuntamente anche numerose attività di divulgazione scientifica: 

  • Le selezioni regionali per il Talent Show internazionale FameLab, il 31 marzo 2024
  • Il Festival Trieste Next, dal 27 al 29 settembre 2024
  • La Notte Europea dei Ricercatori SHARPER, il 27 settembre 2024 
  • Il Bloomsday, celebrato dal 14 al 16 giugno 2024, seguito dalla Trieste Joyce School dal 30 giugno al 5 luglio 2024, per la valorizzazione culturale della figura dello scrittore irlandese 

La collaborazione UniTS – Comune prosegue ovviamente anche nel 2025 con:

  • La selezione regionale di FameLab, che si terrà in Sala Luttazzi il 4 aprile
  • Il Festival Trieste Next, dal 25 al 27 settembre
  • La Notte dei Ricercatori, il 25 settembre
  • Il Bloomsday, nella settimana del 16 giugno, e la Trieste Joyce School dal 29 giugno al 4 luglio.
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Il tema 2025 è il rapporto con le Amministrazioni Comunali
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Matricole meritevoli 2023-24: ecco i premiati

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Nel corso della cerimonia di inaugurazione del 101° anno accademico, il Rettore Roberto Di Lenarda e il Presidente di Fondazione CRTrieste Massimo Paniccia hanno premiato le matricole meritevoli 2023-24.

Ciascuna di loro ha ricevuto un contributo di 1.500 Euro, sostenuto da Fondazione CRTrieste.

"Conferire un riconoscimento alle migliori matricole significa valorizzare il merito, incentivare l’eccellenza e promuovere un ambiente accademico che stimoli l’impegno e la crescita personale", ha affermato nell’occasione Massimo Paniccia.

Questi i ragazzi premiati con i relativi Corsi di Laurea e Dipartimento:

Simone Barbon (Ingegneria civile e ambientale - DIA), Reka Cikalese (Comunicazione interlinguistica applicata – IUSLIT), Erasmo Ferrara (Economia internazionale e mercati finanziari – DEAMS), Giulia Fignon (Intelligenza artificiale e data analytics – MIGe), Jacopo Qualizza (Scienze politiche e dell’amministrazione – DiSPeS), Antonio Santini (Discipline storiche e filosofiche – DiSU), Noemi Sartor (Fisioterapia – DSM), Luna Sorgente Scemama (Scienze e tecniche Psicologiche – DSV), Giulio Ticli (Fisica – DF), Maria Toso (Chimica e tecnologie farmaceutiche – DSCF).

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La consegna dei premi si è svolta durante la cerimonia di inaugurazione del 101° anno accademico
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UniTS inaugura il suo 101° anno accademico

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Rivivi la cerimonia sul canale YouTube di Ateneo

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Sei anni intensi in cui l’intera comunità dell’Università di Trieste ha lavorato per rendere l’ateneo più solido, efficiente e attrattivo. Allo scadere del suo mandato, il Rettore Roberto Di Lenarda consegna UniTS al suo 101° anno di vita durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024-25.  

Oltre a sottolineare gli snodi fondamentali del suo rettorato, il prof. Di Lenarda ha voluto ribadire la sua posizione su due temi di stretta attualità: il via libera alla riforma che sposta alla fine del primo semestre il test d’ingresso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria, e la crescita delle università telematiche.

“La significativa e, a mio parere, patologica crescita degli atenei online, sostenuta anche dal punto di vista legislativo, rappresenta una sfida in termini di competitività e di modelli educativi alternativi ma anche di etica della formazione, delegata a fondi di investimento spesso stranieri che hanno come unico scopo il guadagno – ha sottolineato il Rettore - il problema non è lo strumento didattico in sé, quanto le modalità di erogazione, le finalità e gli obiettivi”.

Altrettando forte la presa di posizione sulla legge delega presentata come abolizione dei test per Medicina.

“Premesso che le leggi vanno sempre rispettate, non posso esimermi dal denunciare la più profonda contrarietà alla modifica delle modalità di accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, e in Odontoiatria e protesi dentaria – ha continuato - si tratta di un provvedimento pericoloso, inattuabile, causa di ricadute negative su molti altri corsi di laurea e che parte da premesse scorrette: non mancano, infatti, medici ma attrattività del Sistema Sanitario Regionale. Il numero programmato rimarrà anche con questa riforma e non è concepibile pensare di costruire una graduatoria nazionale sulla base dei voti acquisiti negli esami del primo semestre”.  

 In occasione della cerimonia di inaugurazione, le autorità invitate a parlare hanno voluto lasciare un messaggio di augurio all’Ateneo.

“Il legame tra Generali e l'Università di Trieste è storico e alimentato da importanti collaborazioni – ha affermato Andrea Sironi, Presidente di Assicurazioni Generali - la condivisione della conoscenza e la costruzione di nuove competenze rappresentano un fondamentale cardine di sviluppo per la persona e un asset sempre più prezioso per la comunità, testimoniando la vitalità del tessuto sociale in cui prendono forma. In un contesto globale estremamente complesso e competitivo, la costruzione di progetti comuni tra aziende ed istituti di formazione può costruire un importante elemento di vantaggio per affrontare e vincere le importanti sfide del nostro tempo. L'inaugurazione dell'anno accademico, che conclude le celebrazioni per il Centenario dell'Università di Trieste, è un momento molto importante non solo perché celebra l'istituto universitario e il valore dell'alto percorso di formazione dell'individuo, ma anche perché costituisce un momento di dialogo con le istituzioni cittadine, gli attori privati e la comunità”.

“L’Amministrazione regionale continuerà ad investire nel sapere, nella ricerca e nella formazione, consapevole che lo sviluppo della nostra comunità passa attraverso la conoscenza e l’innovazione - ha continuato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - nel triennio 2022-2024, il finanziamento complessivo destinato al sistema universitario regionale ha superato gli 80 milioni di euro. Risorse significative per sostenere la didattica, la ricerca, l’innovazione tecnologica, il diritto allo studio, l’innovazione tecnologica, l’ammodernamento delle infrastrutture e la capacità di attrarre talenti. Regione e Università di Trieste sono unite in un’alleanza strategica che darà ancora risultati importanti in settori oggi sempre cruciali come la comunicazione quantistica, l’idrogeno verde, le scienze della vita, l’economia del mare, i distretti del commercio e il sistema sanitario”.

“La qualità di vita di un luogo è determinata da tanti elementi che si compongono in modo complesso: la presenza di aziende e quindi opportunità di lavoro, lo scambio del sapere, momenti culturali e di arricchimento personale, processi di innovazione e propensione del sistema all’innovazione – ha sottolineato la vicesindaco di Trieste Serena Tonel - la nostra Amministrazione comunale lavora quotidianamente per mantenere ed elevare sempre di più questa qualità di vita, a beneficio non solo dei cittadini ma anche delle migliaia di studenti universitari che la città la frequentano e la vivono. Penso al sistema dei trasporti pubblici, all’offerta culturale, alla possibilità di avviare, insediare e consolidare iniziative economiche e la vita professionale dopo gli studi. Stiamo lavorando, insieme alle altre istituzioni sul territorio, con l’Università ma anche con la Regione FVG, ad una sinergia sempre maggiore tra ricerca e applicazione tecnologica, e di questo voglio ringraziare il Presidente Fedriga per gli investimenti pubblici che sta garantendo e le politiche messe in campo, per aumentare l’attrattività del territorio per aziende e lavoratori altamente qualificati. Tutto ciò costituisce un sistema che vogliamo sempre più integrato e vincente. Questo Ateneo ha saputo guardare con orgoglio al passato e con determinazione al futuro, ampliando la propria offerta formativa e accogliendo un numero sempre crescente di studenti, investendo nella qualità della didattica e della ricerca. La città di Trieste e la sua Amministrazione è orgogliosa dell'Università, di un’istituzione che ha saputo distinguersi nel panorama dell’alta formazione e della ricerca scientifica in Italia e nel mondo”.

Questi i passaggi fondamentali del discorso del Rettore, Roberto Di Lenarda.

Il Bilancio di sei anni di Rettorato (2019-2025)

“Il punto di partenza fondamentale di questa governance è stato il miglioramento delle performance didattiche e dell’offerta formativa – ha spiegato il prof. Di Lenarda - grazie all’attivazione di più di 20 nuovi corsi di studio, oggi l’Università di Trieste è uno degli atenei italiani in crescita più rapida in termini di iscrizioni, anche internazionali”.

Gli immatricolati sono cresciuti di più del 30% rispetto al 2019/20 (dato sei volte maggiore rispetto alla crescita media delle università pubbliche italiane). La percentuale di iscritti da fuori Regione e dall’estero, pari al 40% nei corsi di primo e secondo livello e al 60% in quelli di terzo livello, conferma un’attrattività che rende concreto l’obiettivo di raggiungere a breve i 20.000 studenti. La Commissione di Valutazione della Ricerca di Ateneo, poi, nella sua ultima relazione ha evidenziato, rispetto a 5 anni fa, un aumento del 40% del peso medio degli output per ricercatore. 

La responsabilità sociale e i tempi storici

Il Rettore ha ricordato il periodo della pandemia da Covid-19, durante la quale UniTS si è distinta per la forte opposizione ad approcci antiscientifici, per aver mantenuto una non scontata didattica in presenza soprattutto per gli studenti dei primi anni e per l’impegno a supporto della salute pubblica. 

“Solo pochi mesi dopo, il 13 luglio 2020 – ha aggiunto - abbiamo sottoscritto la preintesa per la restituzione alla comunità slovena del Narodni Dom. Il 28 marzo 2022, la partecipazione del Presidente Mattarella all’inaugurazione dell’anno accademico è stato un momento epocale non solo per l’Università e la città di Trieste ma, più in generale, per le relazioni Italia - Slovenia. Alla nostra Università è stato riconosciuto il ruolo di promotore di questo processo, punto di raccordo e di alta mediazione”. 

Nell’aprile 2024, la cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa al Presidente Mattarella e al già Presidente sloveno Borut Pahor ha suggellato nel modo più alto questo percorso.

Azioni fondamentali e investimenti strategici

Sulla comunità UniTS si è investito moltissimo, sia con nuovi reclutamenti che con progressioni di carriera: i docenti sono aumentati di 75 unità in cinque anni e nei prossimi mesi sono programmate altre 56 prese di servizio. Analogo investimento è stato fatto sul personale tecnico amministrativo, cresciuto di 95 professionisti, a cui se ne aggiungeranno altri 55 nel 2025.  

“Siamo molto orgogliosi, inoltre, di aver lanciato il piano straordinario di reclutamento di docenti ordinari di genere femminile che permetterà di assumere, entro l’anno, 10 nuove professoresse del grado più alto, una per dipartimento”, ha aggiunto il prof. Di Lenarda.

Da ricordare anche il piano da 6 milioni di euro per l'aggiornamento e il potenziamento della strumentazione scientifica e gli interventi per rendere gli spazi dell’ateneo più moderni e accoglienti.

Le prospettive per il futuro: crescita, innovazione e sostenibilità

“Un progetto che ci vedrà, spero, protagonisti è la riqualificazione di Porto Vecchio, grande opportunità di rilancio per Trieste in termini di attrattività internazionale – ha continuato il Rettore - aspetto cui contribuirà in modo decisivo anche il nuovo Campus di Cattinara, un investimento di oltre 50 milioni di euro da parte della Regione Friuli Venezia Giulia che porterà la nostra Università a nuove vette in ambito sanitario e scientifico”. 

A chiusura del suo intervento, il prof. Di Lenarda ha voluto ringraziare, oltre tutta la comunità UniTS e i suoi più stretti collaboratori, anche il Comune di Trieste e la Regione FVG che, sotto la guida del Presidente Massimiliano Fedriga e con l’impegno dell'Assessore all’Università Alessia Rosolen, hanno sempre supportato l’Ateneo con tempestività, generosità e visione strategica. Un grazie particolare anche alla Fondazione CRTrieste che ha sostenuto il costo dei premi alle dieci matricole più meritevoli, conferiti in occasione della cerimonia di inaugurazione.

Sono intervenuti alla cerimonia anche la Presidente del Consiglio degli Studenti Anna Colussi e la rappresentante del Personale Tecnico Amministrativo Francesca Tardio. 

La Prolusione è stata tenuta da Andrea Nardini, Ordinario di Fisiologia Vegetale del Dipartimento di Scienze della Vita, sul tema “Alcune lezioni dagli alberi sui rischi del cambiamento climatico”. 

Il coro e orchestra di Units ha eseguito l’inno dell’Università di Trieste “Sorprendi la sorte” e il “Gaudeamus igitur”.

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Il bilancio del Rettore, Roberto Di Lenarda
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Progetto STUDIO DUE - GONGO 2025: Gorizia e Nova Gorica caso – studio nazionale di architettura

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È stato ufficialmente presentato STUDIO DUE - GONGO 2025, un progetto didattico interateneo che coinvolge studenti e docenti di UniTS, Politecnico di Milano, Federico II di Napoli e Università di Salerno

Sabato 15 marzo 2025, il Conference Center della sede di Gorizia di UniTS in via Alviano ospiterà oltre 200 studenti e una quindicina di docenti e assistenti per una giornata di studi dedicata alla progettazione architettonica e alla trasformazione urbanistica delle aree transfrontaliere di Gorizia e Nova Gorica. L’evento, aperto a tutti gli interessati, va ad arricchire il palinsesto di appuntamenti pensati dall’ateneo per GO! 2025 - Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura.

Lanciato nel 2023 dai docenti del Corso di Laurea in Architettura di UniTS Thomas Bisiani e Adriano Venudo, Elvio Manganaro del Politecnico di Milano e Alberto Calderoni dell'Università Federico II di Napoli, il progetto si è ampliato coinvolgendo anche altri Laboratori di Composizione 2 del Politecnico di Milano con Giacomo Ortalli, Aleksa Korolija e Luca Cardani, e l'Università di Salerno con Felice De Silva.

Il prof. Adriano Venudo ha spiegato l'obiettivo del progetto: “Gorizia, insieme a Nova Gorica e al confine, ha delle caratteristiche specifiche che la rendono unica. Questa giornata di studio e di confronto ci consentirà di conoscere la visione di chi proviene da fuori. Realizzeremo anche una pubblicazione per raccogliere gli esiti”.

“Si tratta di un progetto che intreccia la materia urbana con l’università, in cui crediamo molto. I nostri corsi universitari sono un’eccellenza straordinaria, che intendiamo valorizzare al massimo”, ha dichiarato il vicesindaco di Gorizia, Chiara Gatta

L'assessore comunale a GO! 2025, Patrizia Artico, ha aggiunto: “Il nostro confine, per la sua storia e le sue peculiarità, è motivo di fortissimo interesse anche dal punto di vista urbanistico. Il fatto che vengano a studiarlo da prestigiose università ne è la conferma”.

Dopo aver lavorato sul centro storico di Napoli nel primo anno del progetto, gli studenti ora si concentreranno sulla stazione Transalpina di Nova Gorica e sulle aree urbane transfrontaliere tra Italia e Slovenia. 

Nel corso della giornata, il prof. Paolo Nicoloso dell'Università di Trieste terrà una lezione dal titolo “Gorizia. 1900-1950”, seguita dall’intervento dell’architetto Nejc Koradin su “Nova Gorica. Nascita di una città”. Successivamente, i partecipanti prenderanno parte a una passeggiata esplorativa alla scoperta dei luoghi oggetto di studio.

Programma STUDIO DUE - GONGO 2025

UniTS x GO! 2025

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Il 15 marzo oltre 200 studenti e docenti di UniTS, Politecnico di Milano, Federico II di Napoli e Università di Salerno si confronteranno sulla trasformazione urbanistica del confine italo-sloveno
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Nasce ASTREO, il nuovo team studentesco di UniTS dedicato all’aerospazio

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Una realtà giovane, dinamica e intraprendente, ma già capace di dimostrare un'ottima organizzazione: è ASTREO, il nuovo team UniTS che unisce studenti accomunati dalla passione per l’aerospazio. La loro missione? Lavorare insieme e mettersi in gioco con colleghi di altre università italiane e internazionali per studiare soluzioni all'avanguardia per il settore.  

Si tratta del terzo team studentesco attivo all’interno dell’Ateneo, che si affianca ad Audace Sailing Team e a UniTS Racing Team. 

Costituito al Dipartimento di Ingegneria e Architettura, ASTREO conta quasi 30 membri provenienti da cinque diversi Dipartimenti UniTS.  Responsabile scientifico del progetto è Stefano Seriani, docente di Robotica ed esperto nello sviluppo di satelliti, con esperienza in collaborazioni con ESA (European Space Agency) e NASA.  

Il team conta su una struttura organizzativa chiara ed efficiente a cui si affianca una suddivisione operativa in specifici ambiti chiave: Design, Elettronica, Prestazioni Scientifiche, Divulgazione, Finanza & Legale e Software.  

Tra i primi progetti in agenda, la realizzazione di un detector di detriti spaziali in orbita bassa terrestre, una risposta alle preoccupazioni evidenziate dai report annuali ESA che segnalano l’aumento del traffico spaziale e il crescente rischio di collisioni tra satelliti e detriti. Per garantire sostenibilità nelle loro ricerche e per rendere la sperimentazione più accessibile, il team si propone di utilizzare tecnologie innovative e modulari, puntando sull'adozione dello standard CubeSat, piccoli satelliti utilizzati per scopi scientifici e sperimentali, e sull'impiego della stampa 3D per la prototipazione. 

Dal 3 al 7 marzo 2025, inoltre, il team ha avuto l’opportunità di confrontarsi per la prima volta in un contesto internazionale partecipando a un workshop organizzato da ESA dopo essersi aggiudicato un bando di selezione. Durante il workshop, i partecipanti hanno lavorato alla progettazione di un CubeSat sulla base dei requisiti definiti dagli esperti ESA. 

 

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Si tratta del terzo team attivo all’Università di Trieste
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Sindrome di Rett: l’Università di Trieste coordinerà la prima sperimentazione al mondo della Mirtazapina

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L’Agenzia italiana del farmaco - AIFA, ricevuto il parere positivo del comitato etico nazionale per gli studi pediatrici, ha dato il disco verde alla prima sperimentazione clinica a livello mondiale del farmaco Mirtazapina nella Sindrome di Rett, denominata MirtaRett.

La sperimentazione, coordinata dall’Università degli Studi di Trieste, si svolgerà nei principali ospedali italiani di riferimento per le pazienti affette dalla Sindrome di Rett ed è interamente sostenuta da sovvenzioni senza scopo di lucro, in particolare dal progetto no profit “Angelini for future” di Angelini Pharma SpA, assieme alle Fondazione Canali Onlus, Ico Falck Onlus e Amadei e Setti Onlus. Il management della sperimentazione è gestito dal Consorzio per Valutazioni Biologiche e Farmacologiche (CVBF), un’organizzazione non profit che fornisce servizi per la ricerca clinica in Italia. 

Per l’inizio effettivo della sperimentazione ci vorranno circa 2 mesi duranti i quali UniTS, centro coordinatore, assieme ai 4 centri clinici di Milano, Genova, Siena e Messina, metteranno a punto la macchina organizzativa per il reclutamento e poi il trattamento delle pazienti.

Si tratta esclusivamente di pazienti donne, in quanto la sindrome di Rett è una malattia genetica che colpisce 1:10.000 bambine e costituisce la seconda causa al mondo di disabilità intellettiva negli individui di sesso femminile (Petriti et al. Systematic Reviews, 2023)

La sperimentazione coinvolgerà in totale 54 pazienti di età compresa tra 5 e 40 anni, suddivisi in tre gruppi di 18 di diverse fasce d’età (5-10, 11-17 e 18-40 anni).

La sindrome di Rett è una malattia di origine genetica subdola che prende origine da mutazioni causali e non prevedibili del gene MECP2 nelle cellule riproduttive (spermatozoi o ovociti) di genitori del tutto sani. Si manifesta nel secondo anno di vita quando le bambine iniziano a parlare e a camminare, portando a una rapida regressione della parola e all’incapacità di compiere movimenti volontari con le mani. Negli anni successivi, le bambine sviluppano crisi epilettiche e difficoltà respiratorie che rappresentano la principale causa di decesso anche se molte pazienti possono raggiungere l’età adulta, seppur con gravi debilitazioni fisiche e mentali. 

Esperimenti di ripristino del gene mutato condotti in modelli animali hanno dimostrato che la malattia può essere completamente reversibile ma ad oggi non esiste ancora una cura definitiva. 

Il progetto è iniziato nel 2009, grazie a finanziamenti di Telethon, Fondazione San Paolo, Fondazione Casali, Beneficentia Stiftung e delle associazioni dei genitori AIRETT Onlus e ProRett Ricerca Onlus. In 15 anni di studi svolti nel laboratorio diretto dal prof. Enrico Tongiorgi al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste sono state raccolte numerose evidenze sperimentali dell’efficacia di Mirtazapina nel recupero di alcuni sintomi. Ulteriori prove in favore del farmaco sono state poi raccolte grazie a un’indagine retrospettiva in collaborazione con il Centro di riferimento Rett dell’Ospedale Le Scotte di Siena dove il farmaco era stato somministrato come cura standard per ansia, comportamenti ripetitivi e disturbi del sonno per un periodo da 1 a 5 anni in 40 pazienti Rett adulte. Oltre agli effetti benefici su ansia e sonno, propri del farmaco, lo studio ha riscontrato anche un effetto protettivo sulla progressione della sindrome di Rett con miglioramenti in alcuni sintomi tipici tra cui autolesionismo, irritabilità, difficoltà motorie e perdita di capacità di comunicazione. 

Al momento ancora nessuno ha potuto sperimentare gli effetti di questo farmaco nelle bambine affette da sindrome di Rett - ha dichiarato il prof. Tongiorgi - Riteniamo dunque necessario procedere con una sperimentazione clinica rigorosa come quella proposta nel progetto MirtaRett. Ci siamo prefissi di mantenere questo progetto interamente in Italia, coinvolgendo i principali centri clinici di riferimento. La sperimentazione verificherà l’efficacia del farmaco sui sintomi generali e in particolare sulle abilità motorie, come l’uso della mano, sulle capacità di comunicare e sui disturbi psichici. Monitoreremo inoltre la qualità del sonno e i parametri vitali della respirazione e del cuore, grazie ad una nuova T-shirt intelligente di fabbricazione italiana che è stata da noi testata permettendoci di fare delle scoperte importanti sui difetti di respirazione in queste bambine.” 

Lo studio prevede anche il monitoraggio del grado di stress dei caregivers e la rilevazione di biomarcatori presenti nel sangue, come i fattori neurotrofici, utili per valutare gli effetti del farmaco sulla ripresa dello sviluppo e la plasticità del sistema nervoso.

Ogni sperimentazione clinica ha dei costi elevati, ma grazie alla natura no profit del progetto, è stato possibile ridurli notevolmente e, grazie alla generosità dei donatori, si potrà anche dotare gli ospedali di Messina, Milano e Siena della strumentazione per condurre l’actigrafia e si potranno acquistare 54 smart T-shirt.

Centri e ricercatori coinvolti nella sperimentazione

Coordinatore- Prof. Enrico TONGIORGI, Dipartimento Scienze della Vita, Università di Trieste.

Partner 1 – Prof.ssa Maria Paola CANEVINI, dott.ssa Ilaria VIGANÓ, ASST Ospedale Santi Paolo Carlo - Via di Rudinì 8; Milano; e Prof.ssa Aglaia VIGNOLI (MD) Università Statale di Milano, Milano.

Partner 2 – Prof. Lino NOBILI, dott.ssa Giulia PRATO – Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e scienze materno-infantili (DINOGMI), Università di Genova, Genova.  - Unità di Neuropsichiatria Infantile, IRCCS, Istituto Giannina Gaslini, Genova.

Partner 3 – Dott. Salvatore GROSSO, Dott. Claudio DE FELICE – Centro di Ricerca e Sperimentazione Sindrome di Rett – Unità Pediatrica/Neuropediatrica, DAI Materno Infantile – Policlinico “S. M. alle Scotte”, Siena.

Partner 4 – Prof.ssa Gabriella DI ROSA, dott. Antonio NICOTERA - Dipartimento di Patologia Umana dell'Adulto e dell'Età Evolutiva "Gaetano Barresi", Policlinico Universitario "G. Martino, Università di Messina, Messina.

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Il 28 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Malattie Rare
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