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Coppa Aurea: il "da Vinci" di Treviso alza il trofeo in Piazzale Europa

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Anche quest’anno l’Aula Magna dell’Università di Trieste ha ospitato le selezioni della XVIII edizione della Coppa Aurea, gara di matematica a squadre che mette a confronto gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia.

Sono stati oltre duecento i partecipanti in rappresentanza di 24 istituti del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, provenienti dalle province di Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone, Treviso, Venezia e Padova, a sfidarsi all’interno della manifestazione organizzata dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze di UniTS.

A sollevare la coppa in Piazzale Europa è stato il liceo Leonardo da Vinci di Treviso, con la squadra “I 7 del Leone”; piazza d’onore, invece, per il liceo Galilei, che dopo sette anni ha riportato sul podio una scuola del Friuli Venezia Giulia, grazie al team “I Piani Complessi”. 

Al terzo posto il liceo Ippolito Nievo di Padova con “Gente poco seria”, mentre fuori dal podio è comunque dolce il quarto posto dell’ISIS Malignani di Udine che conquista l’ultimo biglietto utile per le finali nazionali in programma a Cesenatico nel mese di maggio.

Le eliminatorie si sono svolte contemporaneamente in 37 sedi in tutta Italia, per un totale di 4788 studenti impegnati nella risoluzione di 21 quesiti. 

La “Coppa Aurea” è un’iniziativa volta ad avvicinare gli studenti alla matematica in modo ludico e divertente. Il gioco di squadra richiesto è un invito ai partecipanti alla razionale organizzazione nella divisione dei compiti, ma soprattutto alla collaborazione e al rispetto degli altri.

Il trofeo triestino, invece, sarà rimesso in palio nella prossima edizione e sarà conquistato definitivamente dall’Istituto che riuscirà a imporsi per tre volte. L’attuale albo d’oro vede in testa il liceo Ippolito Nievo di Padova con due successi, seguono con una vittoria a testa il da Vinci di Treviso e il Levi di Montebelluna.

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Oltre 200 studenti delle superiori di Veneto e FVG si sono sfidati nella gara di matematica organizzata dal MIGe. 2° posto per il liceo Galilei di Trieste
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Diplomazia scientifica: UniTS e MAECI rafforzano la collaborazione

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Nel corso degli ultimi quindici anni, la scienza e la ricerca si stanno affermando all'interno del complesso ambito delle relazioni internazionali come attori fondamentali per il dialogo e la cooperazione globale. 

Anche se ci sembra difficile intendere gli scienziati e ricercatori come nuovi ambasciatori, la diplomazia scientifica è uno strumento sempre più prezioso, capace di costruire prospettive di crescita per i Paesi in via di sviluppo e di creare le condizioni per affrontare le grandi sfide del nostro tempo che richiedono collaborazione tra Paesi.

Questa innovativa interazione tra politica estera e ricerca scientifica include, infatti, attività come la promozione della cooperazione scientifica internazionale, l’attrazione di ricercatori nelle università e nei centri di ricerca, la costruzione di infrastrutture scientifiche condivise e la consulenza tecnica per l’elaborazione di politiche pubbliche.

L’Università di Trieste ha consolidato negli ultimi anni il proprio impegno nel campo della diplomazia scientifica, sviluppando un percorso strutturato che ha coinvolto accademici, diplomatici e rappresentanti di reti e iniziative di cooperazione internazionale. 

Un passaggio significativo di questo percorso è stato il tavolo tecnico organizzato lo scorso 7 marzo dall'Ateneo giuliano, che ha visto la partecipazione del dott. Giuseppe Pastorelli, Vice Direttore Generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

"La scienza unisce: guarda alla risoluzione di problemi e conferisce reputazione internazionale, ma soprattutto rafforza le relazioni tra Paesi e permette la condivisione e l’avanzamento delle conoscenze”, ha spiegato Pastorelli nel corso del suo intervento all'Università di Trieste. 

Per l’alto dirigente della Farnesina Trieste è un caso esemplare di diplomazia scientifica: “È sede del principale sistema scientifico internazionale presente in Italia e, quindi è un pilastro fondamentale della nostra diplomazia della crescita. Il Polo di Trieste rappresenta per il Sud del mondo una via d'accesso all'innovazione e alla ricerca d’avanguardia e consente all'Italia di fornire un contributo allo sviluppo e una rete influente nelle relazioni con in Sud globale”.

L’incontro - svoltosi alla presenza del Prorettore Valter Sergo e coordinato dalla prof.ssa Ilaria Micheli, Delegata del Rettore per la cooperazione allo sviluppo, e dal prof. Simone Arnaldi - ha rappresentato una tappa di un percorso avviato dall'Ateneo giuliano nel maggio 2024, con un primo workshop dedicato alla diplomazia scientifica. A questo evento hanno partecipato accademici, diplomatici e referenti di progetti legati allo sviluppo sostenibile, al supporto dei refugee scholars, alla formazione, al trasferimento della conoscenza e alla cooperazione internazionale. 

A partire da questo primo confronto è stata elaborata la prima versione di un background document, successivamente condivisa con la comunità accademica per raccogliere integrazioni e osservazioni. Il percorso è proseguito con un ulteriore momento di confronto, il 16 settembre 2024, con un Tavolo tecnico con il prof. Pierre-Bruno Ruffini, economista francese e co-presidente della European Union Science Diplomacy Alliance. In questa occasione, il documento è stato consolidato e nuovamente discusso prima di essere sottoposto alla governance dell’Ateneo nella sua versione definitiva.

Il Tavolo tecnico del 7 marzo ha quindi tirato le somme del percorso di sviluppo delle attività di diplomazia scientifica avvenute all'interno del sessennio di governance dell’Ateneo che va concludendosi. L’incontro ha consentito di presentare il lavoro svolto dall'Università di Trieste in questi mesi, che traccia delle linee guida per futuri accordi di ricerca in contesti internazionali, e ha permesso un costruttivo e formativo confronto con le istituzioni nazionali e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

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Giuseppe Pastorelli, Vice Direttore Generale per la promozione del sistema Paese: "Trieste caso esemplare"
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Progetto "Mare Sopra", al via le misurazioni: vedremo il futuro delle nostre coste

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Prenderà il via venerdì 7 marzo una nuova fase del progetto di divulgazione scientifica "MARE SOPRA - quale futuro per le coste del Friuli Venezia Giulia?", ideato e coordinato dall’Università di Trieste e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

L'iniziativa, che ha l'obiettivo aumentare la conoscenza del fenomeno dell'innalzamento del livello del mare e del conseguente impatto sui sistemi costieri, ha in programma una serie di attività di sensibilizzazione che vedranno coinvolti studenti e cittadini in operazioni di misurazione. 

Venerdì, ad esempio, sarà il turno del porticciolo di Grignano, in cui gli studenti del Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Trieste avranno modo di cimentarsi con osservazioni e misure sul terreno. A seguire, per tutta la primavera, altri gruppi di cittadini e studenti effettueranno delle misurazioni delle quote d’innalzamento marino a Muggia, Lignano e Grado.

Il progetto si ispira al modello della citizen science, dove studenti, cittadini, rappresentanti di associazioni e, più in generale, persone non esperte, partecipano attivamente alla ricerca, dopo essere stati adeguatamente formati.

«Nei prossimi decenni - spiega Stefano Furlani, professore associato di geomorfologia dell’Università di Trieste - il livello del mare salirà drammaticamente, modificando la geografia delle nostre coste e danneggiando le strutture sul litorale della Regione. Dal 1880 è già salito di oltre 20 centimetri e si prevede che possa raggiungere i 30 cm entro il 2050»

Avvisaglie di quella che potrà essere la situazione ne abbiamo già avute: l’ultima è la forte mareggiata che nel novembre del 2023 ha colpito il litorale orientale del Golfo di Trieste, da Muggia a Lignano, provocando ingenti danni alle infrastrutture costiere.

«Con "MARE SOPRA" - prosegue Furlani - si punta quindi a sensibilizzare la popolazione sul problema dell’innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici, proponendo incontri con esperti, proiezioni di documentari, esperienze pratiche con studenti e cittadini e la creazione di un virtual tour: uno strumento coinvolgente e accessibile per esplorare luoghi e ambienti in modo realistico e dettagliato, quasi come se si fosse sul posto».

A conclusione di queste attività le principali località costiere verranno contrassegnate con due linee: la linea gialla segnerà dove arriverà il mare nel 2050, quella rossa il suo livello nel 2100

Al progetto, fortemente interdisciplinare, partecipano geomorfologi, sociologi e biologi di tre dipartimenti universitari (Matematica, Informatica e Geoscienze; Scienze Politiche e Sociali; Scienze della Vita), oltre che la cittadinanza, le scuole e le associazioni.

Il progetto “MARE SOPRA”, primo tra i progetti di divulgazione scientifica finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 2024, si avvale della collaborazione dell’Area Marina Protetta di Miramare, del Comune di Muggia, dell’Associazione Marevivo - Delegazione Fvg, dell’Istituto comprensivo Marco Polo di Grado, del Liceo Scientifico Galilei Galilei di Trieste e di altri istituti locali. 

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L'iniziativa UniTS di divulgazione scientifica di UniTS, finanziata dalla Regione FVG, coinvolge in questa fase le scuole e i cittadini
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Torna il Festival della Psicologia in Friuli Venezia Giulia, UniTS è partner

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Ritorna in Friuli Venezia Giulia il Festival della Psicologia: la quinta edizione della rassegna, organizzata da Psicoattività APS e di cui l'Università di Trieste è partner, si svolgerà dal 7 marzo all’11 aprile 2025, con un programma itinerante, articolato in sei incontri a ingresso libero.

L'edizione 2025 della manifestazione, dal titolo “Intelligenze. Dall’intelligenza naturale all’intelligenza artificiale”, approfondirà, attraverso l’intervento di esperti, i nuovi ambiti di ricerca e applicazione della psicologia al centro della riflessione attuale, ovvero quelli connessi allo studio della mente e dell’intelligenza umana.

Si parlerà di intelligenza naturale e intelligenza artificiale; di pensiero creativo e del rapporto tra creatività e scienza, e tra musica e IA; degli ultimi sviluppi della robotica e dei risvolti etici derivanti dal suo utilizzo; e, ancora, si indagherà il funzionamento dei moderni strumenti di intelligenza artificiale, tra cui il più noto e diffuso Chat-GPT, per comprenderne a fondo i rischi e le opportunità d’uso; per concludere con un viaggio nel mondo dell’intelligenza animale.

Anche quest’anno la direzione scientifica del Festival è affidata a Claudio Tonzar, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università di Urbino e Presidente di Psicoattività, con il supporto di Tiziano Agostini, docente di Psicologia Generale all’Università di Trieste.

Confermata anche la formula itinerante del Festival che quest'anno farà tappa a Gradisca d’Isonzo, Tavagnacco, Palmanova, Cormons e, in particolare, nelle sedi UniTS di Trieste e Gorizia.

È in programma la partecipazione di ospiti di rilievo internazionale come Dario Floreano, professore ordinario e direttore del Laboratorio di sistemi intelligenti della Scuola politecnica federale di Losanna - EPFL (Svizzera), autore di contributi pionieristici nei campi della robotica evolutiva, della robotica aerea e della soft robotics, che interverrà venerdì 28 marzo nell'Aula Magna (Edificio A) dell'Università di Trieste.

Al termine dell'appuntamento si svolgerà la cerimonia di conferimento del Terzo Premio per ricerche innovative in ambito psicologico, promosso dall’Associazione Psicoattività e dedicato a psicologi e ricercatori under 36. Il concorso vuole premiare lavori di ricerca pubblicati, tesi di laurea magistrale o di dottorato di ricerca, con il fine di valorizzare la cultura psicologica nel territorio del Friuli Venezia Giulia.

Per gli studenti del Corso di Laurea in Psicologia che parteciperanno agli incontri è previsto il riconoscimento di crediti formativi (maggiori informazioni sul sito del Festival). 


GLI APPUNTAMENTI IN BREVE

Venerdì 7 marzo, ore 18.00, a Gradisca d’Isonzo, Sala Bergamas (via Bergamas, 3) - “Insegnare a pensare: l’intelligenza artificiale è un nemico o un alleato?”, con Alessandro Antonietti, professore ordinario di Psicologia Generale e Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano).

Venerdì 14 marzo, ore 18.00, a Gorizia, Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (via d’Alviano, 18) - “Creatività e scienza: un breve viaggio nello studio del pensiero creativo”, con Sergio Agnoli, professore associato di Psicologia Generale e direttore del Laboratorio di dinamiche della creatività presso il Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli studi di Trieste.

Venerdì 21 marzo, ore 18.00, a Tavagnacco, Teatro Immersivo “P. Maurensig” (Via Mazzini 1, loc. Feletto Umberto) - “Musica e Intelligenza artificiale: nuovi strumenti per la musica di domani con Walter Coppola, psicologo, cultore della materia (Università degli studi di Trieste), in collaborazione con Davide Coppola, compositore, direttore d’orchestra, pianista.

Venerdì 28 marzo, ore 18.00, a Trieste, Aula Magna dell’Università degli studi di Trieste (Edificio A, Rettorato - piazza Europa Unita, 1) - “Intelligenze: il ruolo della psicologia tra Intelligenza artificiale, robotica ed etica”, con Dario Floreano, professore ordinario e direttore del Laboratorio di sistemi intelligenti, Scuola politecnica federale di Losanna - EPFL (Svizzera); e Giuseppe Riva, Professore Ordinario di Psicologia della Comunicazione all'Università Cattolica di Milano e Direttore dell’Humane Technology Lab.

A seguire, alle 19.30: Cerimonia di conferimento del III° Premio per ricerche innovative in ambito psicologico e presentazione del lavoro del/della vincitore/vincitrice.

Venerdì 4 aprile, ore 18.00, a Palmanova, Teatro Gustavo Modena (via Dante, 16) - “Abilità cognitive umane e Intelligenza artificiale generativa: limiti e opportunità”, con Giuseppe Sartori, Professore Emerito di Neuropsicologia Forense e Neuroscienze Forensi, Università degli studi di Padova. 

Venerdì 11 aprile, ore 18.00, a Cormons, Teatro Comunale (via Nazario Sauro, 17) - “Intelligenze animali: tra genialità e ingenuità nel mondo naturale”, con Cinzia Chiandetti, professoressa associata di Psicobiologia e psicologia fisiologica, Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli studi di Trieste.

 

Il Festival gode del sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ed è reso possibile grazie alla collaborazione dei comuni di Gorizia, Cormons, Gradisca d’Isonzo, Palmanova e Tavagnacco, con la partnership dell’Università degli studi di Trieste e della SASS di Nova Gorica.

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La quinta edizione della rassegna è dedicata al tema “Intelligenze. Dall’intelligenza naturale all’intelligenza artificiale”. Dal 7 marzo all’11 aprile sei incontri itineranti sul territorio regionale
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Firmato l'accordo tra UniTS e la Somali National University

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È stato rinnovato il rapporto di collaborazione tra l’Università di Trieste e la Somali National University (SNU), con la firma di un Memorandum of Understanding (MoU) che impegna le due istituzioni accademiche fino al 2031 a proseguire nello sviluppo di attività di cooperazione.

Ad apporre le firme sui termini dell’accordo sono stati iI prof. Valter Sergo, Prorettore Vicario di UniTS, e il prof. Hassan Osman Ga’al, Rettore dell’Ateneo di Mogadiscio. 

I due Atenei sono da diversi anni coinvolti in un ampio progetto bilaterale Italia – Somalia che ha l’obiettivo di supportare la crescita dell’Università Nazionale Somala, contribuendo alla formazione di docenti e ricercatori. 

Nell’ambito di tale progetto, lo stesso prof. Ga’al, allora preside della Facoltà di Economia dell’ateneo somalo, è stato visiting professor presso l’Università di Trieste e successivamente alcuni studenti provenienti da Mogadiscio hanno frequentato un corso di laurea magistrale presso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche di UniTS. 

Di quegli studenti, due oggi sono ricercatori presso l’Università Nazionale Somala e collaborano attivamente sul fronte della ricerca e del consolidamento dei rapporti di cooperazione. 

Il MoU siglato in questi giorni intende favorire la cooperazione culturale, scientifica e formativa a vantaggio degli studenti, del personale docente e di ricerca e dello staff tecnico e amministrativo di entrambe le università. I campi di applicazione dell’accordo si soffermano in particolare sullo sviluppo e sulla condivisione di buone pratiche, che tengono conto di un legame culturale storico fra Somalia e Italia. 

La cooperazione con gli atenei italiani è, infatti, particolarmente preziosa per Mogadiscio che punta a uno sviluppo dell’apparato giuridico-amministrativo e del settore della formazione.

Tuttora nel Paese africano l’amministrazione, la giustizia, la scuola e l’università risentono molto dell’influenza italiana, di cui hanno assorbito le procedure, aspetti organizzativi e di una terminologia settoriale in lingua italiana.

All’interno del Memorandum of Understanding, la collaborazione tra UniTS e SNU coinvolgerà le aree disciplinari della lingua e della letteratura italiana, della comparazione dei sistemi giuridici, politici e di regolamentazione, dell’economia e dell’ambiente, in particolare per quanto riguarda i modelli di crescita sostenibile. Saranno coinvolti anche i settori delle relazioni internazionali e della cooperazione allo sviluppo, oltre che della cooperazione istituzionale, senza trascurare il consolidamento delle discipline scientifiche di base, come la fisica.

La firma del MoU è stata preceduta venerdì 28 febbraio da un evento pubblico molto partecipato, la tavola rotonda “Quo Vadis Somalia?”. Durante l’incontro, il rettore Hassan Osman Ga’al ha discusso del futuro della Somalia e delle relazioni con l’Italia assieme ai professori Ilaria Micheli (IUSLIT), Federico Battera (DiSPeS), Giuseppe Borruso (DEAMS) e Federico Donelli (DiSPeS) e con la moderazione delle dottorande Sara Cosatti e Beatrice Marchesini

Nell’ambito delle attività di cooperazione internazionale con la Somalia ha preso avvio, inoltre, il progetto "Cambiamento climatico, conflitti e migrazioni: il corridoio etiope somalo e le possibili ricadute dello sviluppo infrastrutturale", coordinato dal prof. Federico Donelli, docente di Relazioni Internazionali al Dipartimento di Scienze Politiche e SocialiIl progetto è stato cofinanziato dall'Ateneo con un importo di 15.000 euro, nell'ambito del Bando per progetti di cooperazione internazionale dei Dipartimenti - Anno 2025.

Tra gli obiettivi del progetto lo sviluppo di un monitoraggio della situazione politico-istituzionale del Corno d’Africa, in grado di fornire indicazioni alle ONG italiane ed europee attive per favorire la stabilità macroeconomica, aumentare le capacità della società civile di promuovere comportamenti socio-economici sostenibili, sviluppare la consapevolezza del pubblico italiano sull’impatto del cambiamento climatico nei confronti del fenomeno dei flussi migratori. 

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L'accordo coinvolgerà le aree disciplinari della lingua e della letteratura italiana, della comparazione dei sistemi giuridici, politici e di regolamentazione, dell’economia e dell’ambiente, con attenzione alla crescita sostenibile
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“La vita dentro. Dialoghi tra scienze e tecnologie”. Annunciato il titolo di Trieste Next 2025

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Sono già iniziati i preparativi per Trieste Next - Festival della Ricerca Scientifica, la cui quattordicesima edizione si svolgerà da venerdì 26 a domenica 28 settembre 2025. 

L’edizione 2025 del Festival – promossa anche quest’anno da Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste, Gruppo NEM Nord Est Multimedia, ilNordest, Il Piccolo – sarà intitolata “La Vita Dentro. Dialoghi tra scienze e tecnologie”.

“Sin dalla prima edizione, Trieste Next ha scelto di affrontare temi chiave del dibattito scientifico e culturale, dall'alimentazione all'acqua, dall'energia al rapporto tra uomo e tecnologia fino al tema della sostenibilità – affermano i promotori - La quattordicesima edizione sarà un momento per esplorare l’agenda scientifica dei prossimi anni e per proporre riflessioni di ampio respiro sulle nuove frontiere della ricerca e dell’innovazione, nonché sui limiti etici – ma non solo – che guidano il dibattito nella comunità scientifica. Come sempre, è atteso a Trieste un parterre di grandi ospiti ed esponenti delle discipline STEM, ma anche di scienze umane e sociali”. 

Dopo il grandissimo successo dell’edizione 2024, i promotori confermano l’obiettivo di tornare a parlare di scienza e innovazione a Trieste e di crescere ulteriormente con incontri, talk e dibattiti che animeranno la città durante la tre giorni e che si potranno seguire, come sempre, anche in live streaming.

E come nelle ultime due edizioni, anche quest’anno Trieste Next manterrà la sua veste internazionale affiancando al ricco programma in lingua italiana un palinsesto di incontri in lingua inglese e con partner scientifici di rilievo internazionale. “Anche quest’anno siamo pronti ad accogliere in città i ricercatori provenienti da tutta Europa, che si uniranno alle centinaia di dottorandi e studenti che puntualmente arrivano, da tutta Italia, a Trieste per partecipare al Festival”, concludono i promotori. 

Verrà assegnato, inoltre, per il terzo anno, il premio letterario “Premio Trieste Next. Science Book of the Year” dedicato ai maestri della divulgazione scientifica e vinto l’anno scorso da Piero Martin con “Storie di errori memorabili” (Laterza).

In programma a Trieste Next, quindi, tre giorni di conferenze, seminari e laboratori, con oltre 100 eventi in cartellone e 300 relatori. Dal 26 al 28 settembre, non mancheranno anche gli spazi espositivi in piazza Unità d’Italia e le attività dedicate alle scuole. 

Per aggiornamenti e dettagli, il punto di riferimento è il sito https://www.triestenext.it/ 

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La XIV edizione del Festival della ricerca scientifica si svolgerà dal 26 al 28 settembre. In definizione oltre 100 eventi e 300 relatori
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Dichiarazione di Transform4Europe per il terzo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina

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Tre anni fa, la Russia ha iniziato la sua guerra su larga scala contro l'Ucraina, in palese violazione del diritto internazionale. 

Tra gli innumerevoli atti di aggressione e le loro conseguenze c'è lo spostamento dell'Università Statale di Mariupol (MSU), una delle università che formano l'alleanza Transform4Europe. 

I nostri amici e partner della MSU dimostrano, a costi e rischi personali, un'eccezionale resilienza, forza e coraggio nel sostenere e difendere i valori europei e il nostro comune spirito di trasformazione europea.

 Transform4Europe è al fianco dei nostri amici e colleghi dell'Università Statale di Mariupol.

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Gli atenei dell'alleanza si stringono al fianco dell'Università di Mariupol, in difesa dei valori e del comune spirito di trasformazione europea
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Gli specializzandi UniTS di Medicina Legale tra i protagonisti dell'American Academy of Forensic Sciences

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La Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università di Trieste ha partecipato per il quarto anno consecutivo al più importante evento di patologia forense del mondo, il congresso internazionale dell’American Academy of Forensic Sciences, che si è svolto a Baltimora (Maryland) dal 17 al 22 febbraio 2025

Questa edizione, dedicata all’innovazione tecnologica in medicina legale, intitolata “Technology: a tool for transformation or tirrany?” ha visto la partecipazione di un team di giovani medici formati da UniTS, costituito da Davide Radaelli, Monica Concato, Stefano Di Maria e Filippo Bolzan, che sono stati impegnati in quattro presentazioni orali e due poster. 

I nostri neospecialisti e specializzandi - spiega il prof. Stefano D’Errico, docente di Medicina Legale al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di UniTS e direttore della struttura complessa di Medicina Legale dell’ASUGI - hanno presentato i traguardi raggiunti in un anno di lavoro molto impegnativo sul campo e i frutti di consolidate collaborazioni scientifiche con altre realtà universitarie italiane e straniere” . 

Gli interventi degli specializzandi hanno fatto riferimento alla casistica forense collezionata dalla Medicina Legale triestina e declinano una metodologia rigorosa che va dalla scena del crimine al laboratorio di ricerca, passando per il tavolo autoptico. I lavori presentati dal team triestino sono stati selezionati tra migliaia di proposte provenienti da tutto il mondo. 

La grande novità proposta quest’anno è la prestigiosa collaborazione con il gabinetto interregionale della Polizia Scientifica di Padova, che ha messo a disposizione la propria competenza e le proprie risorse nella ricostruzione e nell’interpretazione di uno scenario suicidiario complesso, attraverso tecniche di animazione virtuale tridimensionale. Particolare interesse hanno sollevato gli studi che la Scuola di medicina legale di UniTS sta portando avanti nello studio di marcatori di autofagia nelle lesioni traumatiche cranio-encefaliche e di profili di lipidomica nelle morti cardiache improvvise coronariche.

“Come recita il titolo del congresso internazionale, anche la medicina legale è una disciplina che guarda al futuro e all’innovazione tecnologica – precisa il prof. Stefano D’Errico - e il coinvolgimento di professionalità mediche e non mediche testimonia il valore della multidisciplinarietà nella ricerca di evidenze di qualità da mettere a servizio dell’amministrazione della giustizia”. 

Tra i lavori dell’istituto di Medicina Legale di Trieste selezionati dal board scientifico dell’American Academy of Forensic Sciences figura anche il progetto di un registro balcanico per le morti cardiache improvvise in età giovanile che prende spunto dall’iniziativa, unica in Italia, del registro regionale del Friuli Venezia Giulia e che vede coinvolti oltre a UniTS anche le Università di Belgrado, Skopije, Atene, Ankara e Lubiana. 

Il progetto, coordinato dalle strutture di medicina legale e di cardiologia dell’ASUGI, è stato infatti avviato a partire dal recente congresso internazionale sul tema, svoltosi proprio a Trieste nell’ottobre 2024. “In questo modo - prosegue il prof. D’Errico - intendiamo dare continuità all’attività svolta su tutto il territorio regionale, ma anche esplorare il ruolo dell’etnia nella patogenesi della morte cardiaca improvvisa”. Trieste è capofila di questo progetto alla luce dell’esperienza acquisita, grazie all’impegno di tutti i colleghi che in tutte le province contribuiscono ad alimentare il registro e, naturalmente della Regione FVG che, a partire dal 2021, ha promosso e continua a sostenere il registro regionale delle morti cardiache improvvise in età giovanile. 

“Una spinta decisiva, in questo senso, - conclude D’Errico - sarà rappresentata dall’allestimento in seno alla SC di medicina legale di un laboratorio di tossicologia forense che, auspico, potrà al più presto rispondere alle crescenti richieste dei cittadini e delle autorità locali impegnate nella tutela della salute e dei diritti della collettività”.

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Al principale evento mondiale di patologia forense, i giovani medici sono stati relatori di quattro presentazioni e due poster. Tra i lavori selezionati anche un progetto internazionale che vede coinvolta la Cardiologia
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Antropologia, storia, architettura: una settimana dedicata al patrimonio culturale comune europeo

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L’Università di Trieste ha ospitato, nell’ambito delle attività dell’alleanza internazionale Transform4Europe, una settimana di formazione dedicata al patrimonio culturale comune europeo, che ha visto la partecipazione di una quarantina di studenti in rappresentanza di nove università aderenti al progetto.

La T4EU Common European Heritage Week, svoltasi da lunedì 24 a venerdì 28 febbraio, ha voluto celebrare il patrimonio culturale delle aree di frontiera e la sua capacità di ispirare un dialogo rinnovato e multiculturale attraverso le nuove generazioni. 

Il programma della settimana ha incluso workshop e visite sul campo riservate ai partecipanti, ma anche tre giornate (martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio) dedicate alla conferenza internazionale "Transborder Heritage: A Multidisciplinary Approach", in cui si sono svolti seminari rivolti a tutta la comunità universitaria e tre talk pomeridiani - in lingua inglese con traduzione in italiano - aperti anche alla cittadinanza. 

L’antropologia, la storia e l’architettura sono i tre campi del sapere da cui sono partiti gli approfondimenti delle complesse relazioni tra confini e patrimonio culturale per affrontare temi come identità, memorie, eredità culturale nelle regioni di frontiera con gli interventi di tre esperti internazionali: Alessandro Monsutti (antropologo, Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra), Borut Klabjan (storico, Science and Research Centre di Koper/Capodistria) e Neža Čebron Lipovec (studiosa di conservazione del patrimonio architettonico, Università Primorska di Koper/Capodistria).

I talk, concepiti per stimolare il pensiero critico e la creatività, hanno trattato temi come la mobilità culturale, le sfide della memoria collettiva e le opportunità di integrazione offerta da un patrimonio che va ben oltre la semplice eredità storica.

Gli studenti partecipanti all’iniziativa, che provengono dalle università di nove diversi paesi europei - Saarland University (Germania), Estonian Academy of Arts (Estonia), Universidade Católica Portuguesa (Portogallo), University of Primorska (Slovenia), Jean Monnet University (Francia), University of Silesia in Katowice (Polonia), Sofia University St. Kliment Ohridski (Bulgaria), Vytautas Magnus University in Kaunas (Lituania) e Università di Trieste – hanno concluso l’esperienza formativa venerdì 28 febbraio con un’iniziativa che rende omaggio allo spirito di GO2025, in cui il capoluogo isontino e Nova Gorica sono nuovamente unite nel ruolo di Capitale Europea della Cultura. 

Gli studenti hanno percorso la storia del confine italo-sloveno tra Gorizia e Nova Gorica e visitato tre esposizioni altamente significative, come il Museo del Confine, che contestualizza la divisione storica tra Est e Ovest nell’Europa post-bellica, il Museo del Contrabbando, in cui sono evidenti gli scambi informali transfrontalieri che hanno caratterizzato la vita locale e il Museo del Permesso Speciale (“Lasciapassare/Propustnica”), che testimonia il rigore della burocrazia e l’impatto delle restrizioni di movimento.
 

PROGRAMMA APERTO ALLA CITTADINANZA

25 Febbraio ore 17 - Sala Tessitori, Regione FVG, pz. Oberdan 5
Homo Sapiens, Homo Itinerans - Prof. Alessandro Monsutti
La migrazione è divenuta oggi un tema caldo sia nel dibattito mediatico che politico, suscitando opinioni pubbliche fortemente polarizzate. Verranno analizzate diverse dimensioni per sfatare alcune narrazioni dominanti: la lunga storia della mobilità umana; la transizione dagli imperi coloniali agli Stati nazionali; le crescenti disuguaglianze economiche e le disparità demografiche; la persistenza e frammentazione dei conflitti. Il migrante, e in particolare il rifugiato, potrebbe essere la figura politica del nostro tempo, un simbolo delle relazioni internazionali e intra-nazionali che caratterizzano il mondo odierno.

Alessandro Monsutti insegna al Dipartimento di Antropologia e Sociologia del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra. È stato Research Fellow presso l’Università di Yale (2008-2010), beneficiario della MacArthur Foundation (2004-2006), Visiting Professor presso l’Università di Vienna (2012, 2021) e Arizona State University (2014), e Scholar-in-Residence presso l’Institut für die Wissenschaften vom Menschen di Vienna (2020). Ha collaborato come consulente per diverse organizzazioni internazionali e non governative, come l’UNHCR, e ha condotto ampie ricerche sul campo in Afghanistan, Pakistan, Iran e, più recentemente, nei paesi occidentali tra rifugiati e migranti afghani. È autore e curatore di numerosi libri, tra cui "War and Migration: Social Networks and Economic Strategies of the Hazaras of Afghanistan" (2005) e "Homo Itinerans: Towards a Global Ethnography of Afghanistan" (2020).
 

26 febbraio ore 17 - Aula Magna, IUSLIT, Via Filzi 14
Cuius Regio Eius Natio. Building Memories, Shaping Histories, Negotiating Identifications - Prof. Borut Klabjan
L’area dell’attuale confine italo-sloveno ha subito numerosi cambiamenti di regime durante il XX secolo. Questo non è qualcosa di particolarmente nuovo o peculiare di quest’area; tuttavia, il flusso continuo di Stati, popolazioni e amministrazioni ha plasmato non solo le linee di confine, ma anche i cuori e le menti delle persone comuni. L’impatto su queste popolazioni locali non è solo una questione di storia regionale, ma rappresenta un laboratorio per il passato, il presente e il futuro dell’Europa.

Borut Klabjan è docente di Storia, specializzato in storia politica e sociale dell’Europa Centrale e Sudorientale nel XIX e XX secolo. Attualmente è Principal Investigator dell’ERC Advanced Grant "Cold War Europe beyond Borders", che propone una storia transnazionale delle pratiche transfrontaliere nell’area Alpi-Adriatica dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, con sede presso il Science and Research Centre di Koper, Slovenia. È stato Fellow presso l’Università Humboldt di Berlino, l’Institute for Southeast European Studies di Regensburg, l’EUI a Firenze e la LMU di Monaco. Il suo ultimo volume curato, "Borderlands of Memory. Adriatic and Central European Perspectives", è stato pubblicato da Peter Lang Oxford, mentre il suo ultimo libro "The fire that embraced Europe. The story of the Narodni dom in Trieste 1920-2020" è stato pubblicato in sloveno (2021) e in italiano (2023).
 

27 febbraio ore 17 - Aula Magna, IUSLIT, Via Filzi 14
Mirrorings and entanglements in the urban spaces along contested borders - Prof.ssa Neža Čebron Lipovec
I confini possono essere muri e recinzioni di filo spinato, ma possono anche rappresentare ponti. In entrambi i casi sono elementi progettati e costruiti. I confini possono apparire come “linee fantasma” sulla mappa, spazi fluidi, eppure possono fungere da punto di riscontro, stabilendo dialoghi visivi anche tra elementi dell’ambiente costruito. Nella regione dell’Alto Adriatico molti edifici "parlano", raccontando turbolenze storiche, aspirazioni e appropriazioni. A volte dialogano tra loro, altre volte si urlano oltre il confine, ignorandosi reciprocamente. In altre situazioni, questi dialoghi si fondono negli strati di un unico edificio, diventando palinsesti in attesa di essere svelati, scoperti e nuovamente ascoltati. L’intervento analizzerà alcuni di questi siti, cercando di “ascoltarli” per capire l’interazione tra architettura e memoria, e come l’uomo interagisce con essi nel tentativo di conservarli.

Neža Čebron Lipovec è esperta in studi sul patrimonio architettonico e la sua conservazione, operante presso il Dipartimento e l’Istituto di Archeologia e Patrimonio della Facoltà di Lettere dell’Università di Primorska (Slovenia). I suoi ambiti di ricerca includono la storia e la conservazione architettonica del secondo dopoguerra e gli studi critici sul patrimonio edilizio. Collabora in numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali ed è membro della cattedra UNESCO sull’interpretazione e l’educazione per il patrimonio integrato presso l’Università di Primorska, oltre ad essere membro del Management Board del New European Bauhaus Academy Pioneer Hub for Sustainable Built Environments with Renewable Materials (NEBAP Hub).


PROGRAMMA RIVOLTO ALLA COMUNITA' UNITS

25 febbraio: Anthropology and Identities between Borders

26 febbraio: History and Memories in Border Areas

27 febbraio: Architecture and Transborder Spaces


PROGRAMMA COMPLETO

Abstract
All'iniziativa di T4EU, dal 24 al 28 febbraio, hanno partecipato studenti provenienti da università di nove diversi paesi europei. Il programma ha incluso panel aperti alla comunità universitaria e tre talk rivolti alla cittadinanza
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UniTS aderisce a “M'illumino di Meno 2025”

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L'Università di Trieste partecipa anche quest'anno a M'illumino di Meno, la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, che si celebra il 16 febbraio. Per ribadire il proprio impegno, l’illuminazione della facciata esterna dell’Edificio A (Piazzale Europa 1) sarà ridotta di intensità a partire dal tramonto di venerdì 14 fino all’alba di lunedì 17.

L'iniziativa, promossa da Caterpillar e Rai Radio2 dal 2005, ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del Parlamento italiano nel 2022 ed è diventata un'occasione per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e dell'uso responsabile delle risorse su tutto il territorio nazionale.

La XXI edizione pone l’attenzione sull'impatto ambientale del fast fashion, un settore che negli ultimi anni è stato al centro di un crescente dibattito per il suo elevato consumo di risorse e per la produzione massiccia di rifiuti tessili. In risposta a queste problematiche, stanno emergendo numerose alternative sostenibili, come lo scambio di abiti (swap parties), l’upcycling e il mercato dell'usato.

“Il ruolo del consumatore è cruciale in questo cambiamento – commenta Chiara Marinelli, dottoranda di ricerca in Economia Circolare al DEAMS – Giornate come 'M'illumino di Meno' sono fondamentali per sensibilizzare il pubblico riguardo l'impatto del fast fashion e le alternative sostenibili. Non basta solo parlarne, bisogna agire. Il consumatore deve essere consapevole che le sue scelte quotidiane hanno un impatto diretto sul nostro ambiente e che, per cambiare le cose, occorre un impegno da parte di tutti”

Importanti passi in avanti si stanno registrando nell’affrontare le problematiche legate a sostenibilità, impatto ambientale e trasparenza delle informazioni. Da un lato, le istituzioni stanno promuovendo iniziative legislative per regolare e incentivare pratiche più sostenibili. Dall'altro, il panorama tecnologico continua a sviluppare nuove soluzioni che potrebbero rivoluzionare il modo in cui produciamo, consumiamo e ricicliamo i prodotti tessili.

A livello normativo, l'Unione Europea sta portando avanti la sua strategia sul tessile, introducendo un ‘passaporto europeo’ per ogni articolo di abbigliamento, con l’obiettivo di garantire maggior trasparenza riguardo alla provenienza e alla sostenibilità dei capi e favorendo scelte di consumo più consapevoli. Nel contesto delle innovazioni tecnologiche, sempre più aziende stanno sviluppando soluzioni molto promettenti. Un esempio è Bio Fashion Tech, una startup con cui ho avuto il piacere di collaborare, che ha creato una tecnologia biomeccanica in grado di dissolvere i polimeri degli indumenti, trasformandoli in zuccheri utilizzabili in altri settori industriali, come quello farmaceutico”, conclude Marinelli. 

Nell’ambito di questa giornata, UniTS ricorda l’importanza di progetti locali come Sartoria Lister, cooperativa sociale che, dal 2009, si dedica al recupero e alla trasformazione di capi di abbigliamento e materiali dismessi, trasformandoli in accessori unici, come borse e zaini. Sartoria Lister ha collaborato con UniTS partendo da un’idea semplice: cosa fare degli striscioni in pvc che l’ateneo ha stampato in occasione delle varie edizioni della  Notte dei Ricercatori e Trieste Next, depositati nei magazzini in attesa di smaltimento? Nasce così la linea di borse Mis-Mas, tutti pezzi unici e sostenibili. Le borse si possono acquistare nel Museo Nazionale dell’Antartide, nel Parco di San Giovanni, al n. 21 di via Weiss, vicino alla chiesa.

Abstract
L’edizione di quest’anno pone l’attenzione sull’impatto ambientale del fast fashion
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