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Missione oceanografica INSIDE: anche UniTS a bordo della Gaia blu

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C’è anche l’Università di Trieste nella missione oceanografica INSIDE (Unravelling the lithosphere-asthenosphere System of the Tyrrhenian back arc basin through geological, petrological and geophysical data, integration and geodynamic modelling), la campagna coordinata dal CNR che riunisce un’équipe internazionale a bordo della nave da ricerca Gaia Blu con l’obiettivo di migliorare le conoscenze dei fondali marini del Tirreno e delle strutture geologiche sottostanti. 

Tra le attività più rilevanti figurano la misurazione del flusso di calore terrestre e l’applicazione di tecniche avanzate di imaging sismico. Queste ultime consentono di ottenere immagini ad alta risoluzione della batimetria e del sottosuolo marino, grazie alle quali è possibile individuare faglie attive, depositi sedimentari recenti e deformazioni ancora in corso. Le misure di flusso di calore, invece, permettono di quantificare il calore che dal mantello terrestre risale verso il fondale marino: un parametro decisivo per valutare lo stato termico e l’attività tettonica del bacino.

I nuovi dati acquisiti, inediti nella loro precisione, potranno offrire nuove chiavi di lettura sulla termodinamica della regione tirrenica e le sue correlazioni con i fenomeni sismici e vulcanici.

A bordo della Gaia Blu ci sono la prof.ssa Magdala Tesauro, docente di Geofisica della Terra solida, e l’assegnista di ricerca dott.ssa Racine Abigail Basant, entrambe del Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze. Il gruppo triestino contribuisce alla scelta dei punti di acquisizione dei dati, alla loro raccolta ed analisi di laboratorio. 

«L’interpretazione di questi risultati – sottolinea la prof.ssa Tesauro – permetterà di stimare le proprietà fisiche della crosta e del mantello superiore del bacino tirrenico, centrando uno degli obiettivi principali del progetto».

La missione INSIDE è coordinata dalla dott.ssa Maria Filomena Loreto dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) e vede la partecipazione, oltre a UniTS, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova (DISTAV), della sezione Roma2 “Geomagnetismo, Aeronomia e Geofisica Ambientale” dell’INGV e dell’Université de la Sorbonne (UPMC, Parigi).

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Nel progetto del CNR per migliorare le conoscenze dei fondali marini del Tirreno, il gruppo di Magdala Tesauro (MIGe) contribuisce alla definizione dei punti di acquisizione dei dati, alla loro raccolta ed analisi
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Dalla realtà virtuale all’active room: nuovi protocolli transfrontalieri per la riabilitazione post-ictus

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Sono stati presentati a Trieste i risultati del progetto di ricerca clinica transfrontaliero X-BRAIN.net – Network per la cooperazione transfrontaliera finalizzata alla riabilitazione del paziente post-ictus con tecnologie innovative, finanziato dal Programma Interreg Italia–Slovenija con un budget complessivo di 750 mila euro.

Coordinato dal Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, il progetto ha visto la partecipazione del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria, della Clinica Neurologica dell’Ospedale di Cattinara dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina e dell’Unità di Neurologia dell’Ospedale Generale di Isola.

Obiettivo del progetto è rendere più efficace la riabilitazione post-ictus, una sfida cruciale per la sanità di oggi, attivando fin dai primi giorni un protocollo mirato e potenziato dall’impiego di tecnologie innovative. «L’approccio multimodale – spiega il professor Gianni Biolo dell’Università di Trieste, coordinatore del progetto – ha combinato integrazione nutrizionale, allenamento cognitivo tramite realtà virtuale e attività pre-abilitative per garantire il mantenimento della massa muscolare, della forza e di modulare i processi di riorganizzazione del sistema nervoso centrale tipici dell’immobilità, favorendo un recupero più rapido al termine del periodo di inattività».

La fase sperimentale è stata condotta su volontari sani, con età media di 68 anni, sottoposti a dieci giorni di allettamento. «Dal punto di vista nutrizionale – prosegue Biolo - siamo intervenuti con un potenziamento dell’apporto proteico, passando da 0,8 a 1,4 grammi per chilogrammo di peso al giorno, e introducendo l’assunzione quotidiana di 3,5 grammi dell’aminoacido leucina che sono in grado di garantire il mantenimento della massa muscolare».

«Attraverso ambienti immersivi e multisensoriali – illustra il dottor Luka Šlosar del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria – i volontari hanno svolto un allenamento mentale che ha preservato il flusso di informazioni neuromuscolari e modulato i processi di riorganizzazione del sistema nervoso centrale. In questo modo è stato possibile favorire il mantenimento della forza muscolare e accelerare i tempi di recupero».

«L’ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello mondiale – sottolinea il professor Paolo Manganotti, direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale di Cattinara – con conseguenze che incidono profondamente sulla vita quotidiana. Intervenire fin dai primi giorni con programmi riabilitativi mirati è fondamentale per recuperare funzioni compromesse e migliorare la qualità della vita. Grazie al progetto abbiamo potuto allestire un’active room interamente dedicata alla fase acuta, dotata di dispositivi di realtà virtuale che consentono esercizi sicuri, stimolanti e personalizzati. L’aspetto immersivo e interattivo aumenta la motivazione del paziente e la costanza, elementi decisivi per il successo del recupero».

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Presentati i risultati di X-BRAIN.net, progetto transfrontaliero Interreg Italia-Slovenija guidato da UniTS. Tra i partner ASUGI, Centro di Ricerche di Capodistria e Ospedale Generale di Isola
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Un sensore portatile per scovare inquinanti chimici nell’acqua: nel team anche UniTS

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Un sensore portatile, economico e capace di rilevare in pochi minuti la presenza di sostanze chimiche inquinanti (PFAS) nelle acque. È il risultato di uno studio coordinato da Marcello Berto dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con Pierangelo Metrangolo del Politecnico di Milano e Lucia Pasquato dell’Università di Trieste. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista Advanced Functional Materials e si inserisce nel progetto PRIN-Nifty finanziato dal MUR.

I PFAS, sostanze alchiliche poli e perfluorurate, sono composti chimici usati in numerosi prodotti di consumo, dalle padelle antiaderenti ai tessuti impermeabili. Resistenti alla degradazione, si accumulano nei tessuti viventi e si diffondono nell’ambiente – acqua, suolo e aria – anche per grandi distanze, tanto da essere oggi tra gli inquinanti più insidiosi per la salute.

Il sensore sviluppato dai tre atenei risponde a questa esigenza: si basa su un transistor organico a modulazione di elettrolita, in grado di distinguere diversi tipi di PFAS grazie a uno speciale rivestimento molecolare progettato dal gruppo di ricercatori UniTS.

«Il cuore del sensore – spiega Lucia Pasquato, docente di Chimica organica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche – è un elettrodo d’oro rivestito da un monostrato auto-assemblato misto (SAM), formato da due tipi di molecole. Il nostro gruppo lavora da oltre 15 anni su questi rivestimenti, in particolare su quelli che contengono molecole fluorurate, e abbiamo sviluppato le competenze per progettarli in modo da renderli stabili, riproducibili ed efficaci. In questo caso si trattava di creare un SAM che portasse l’acqua da analizzare a contatto con l’elettrodo e che allo stesso tempo fosse in grado di interagire con i PFAS. Per farlo abbiamo combinato due componenti: tioli fluorurati, che grazie alle interazioni fluoro-fluoro favoriscono il riconoscimento dei contaminanti, e tioli idrofilici, che migliorano la bagnabilità della superficie. Questa combinazione, insieme alle competenze dei gruppi di UniMoRe e PoliMi, ha permesso di arrivare a un sensore portatile, economico e molto performante». 

L’articolo completo su Advanced Functional Materials

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Il gruppo di ricerca di Lucia Pasquato (DSCF) ha progettato il rivestimento molecolare che rende selettivo il nuovo dispositivo
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Digitalizzazione del patrimonio culturale dell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale: progetto finanziato dalla Regione FVG

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Valorizzare e conservare la sezione documentaria del Lascito Antonio Fonda Savio, custodito presso l’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale: è questo l’obiettivo del progetto DIGILAFS – Digitalizzazione del Lascito Antonio Fonda Savio, promosso dal Sistema Bibliotecario di Ateneo e Polo Museale dell’Università degli Studi di Trieste.

DIGILAFS rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito del bando regionale per “Interventi a favore degli operatori culturali volti a promuovere l’uso di soluzioni ICT e realtà aumentata” a valere su fondi PR FESR 2021 – 2027

Il finanziamento ammesso di 63.440 Euro, ad intera copertura delle spese, permetterà la realizzazione delle attività progettuali, partite lo scorso 1° luglio, per i prossimi 24 mesi, nel corso dei quali verrà acquistato uno scanner planetario professionale e saranno avviate le procedure di digitalizzazione dei documenti.

La sezione documentaria del Lascito Antonio Fonda Savio è costituita da documenti personali e materiali eterogenei di particolare rilevanza, fra questi si segnalano un corpus di lettere di Pietro Nobile (414 esemplari), documenti storiografici relativi alle guerre mondiali, documenti di famiglia, dischi, cartoline, fotografie e 313 documenti antichi (pergamene, bolle papali, proclami).

La grande varietà del fondo, l’interesse storico del materiale in esso contenuto e la condizione di estrema fragilità della maggior parte dei documenti a supporto cartaceo, rendono fondamentale procedere con la digitalizzazione e la successiva valorizzazione in rete, al fine di darne evidenza e renderlo fruibile ai potenziali interessati.

Il progetto ha come obiettivo a lungo termine il completamento della digitalizzazione dei beni culturali conservati nell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale e a breve termine la scansione di almeno il 40% della sezione documentaria del Lascito Fonda Savio, per renderlo accessibile al pubblico tramite il portale regionale e il portale del Sistema Museale di Ateneo.

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Servizio Bibliotecario e SmaTs promuovono la conservazione e valorizzazione del Lascito Antonio Fonda Savio
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DIGILAFS

A Silvia Palmisano l’EAES Research Grant 2025

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È stato assegnato alla prof.ssa Silvia Palmisano, docente di Chirurgia generale all’Università di Trieste, e al suo team l’EAES Research Grant, riconoscimento internazionale conferito dall’Associazione Europea di Chirurgia Endoscopica (EAES) per il progetto Teaching Rectal Surgery through Artificial Intelligence Navigation – TRAIN Study.

Lo studio, che coinvolge un network internazionale di esperti, punta a migliorare la formazione in chirurgia del retto attraverso l’integrazione di sistemi di navigazione basati su intelligenza artificiale.

Fondata nel 1990, l’EAES è una delle principali organizzazioni internazionali nel campo della chirurgia endoscopica e delle tecniche interventistiche correlate, attiva nella promozione di attività di formazione, ricerca e sviluppo, oltre che nell’organizzazione di congressi scientifici di alto livello. 

Il grant, del valore complessivo di 30.000 euro assegnato annualmente a due o tre progetti accuratamente selezionati, sostiene attività di ricerca clinica e traslazionale per promuovere una chirurgia mininvasiva sicura e di alta qualità.

Per la prof.ssa Palmisano, che è anche dirigente medico della struttura complessa di Clinica Chirurgica dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, il conferimento del grant "valorizza il lavoro di squadra e la collaborazione internazionale".

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Finanziato dall’Associazione Europea di Chirurgia Endoscopica un progetto di formazione chirurgica che applica l’AI
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Professioni sanitarie: pubblicato il bando con la novità di Igiene dentale a Pordenone

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L’Università di Trieste attiva, a partire dall’anno accademico 2025/26, un secondo corso di laurea in Igiene dentale nella sede di Pordenone, affiancando quello già presente a Trieste: la pubblicazione del bando di ammissione alle lauree delle professioni sanitarie conferma quanto anticipato nelle scorse settimane sulle novità dell’offerta formativa.

I posti complessivi per Igiene dentale (CLID) passano così da 30 dello scorso anno a 50, suddivisi equamente tra Trieste e Pordenone. Si amplia in questo modo la presenza dell’Ateneo a Pordenone, dopo l’avvio del corso di laurea in Dietistica lo scorso anno.

Le graduatorie per Igiene dentale nelle sedi di Trieste e Pordenone saranno distinte: i candidati potranno anche indicare entrambe le sedi ed eventualmente accedere alla seconda scelta tramite scorrimento.

Per l’a.a. 2025/26 UniTS ha programmato complessivamente la formazione di 460 futuri professionisti sanitari, attraverso l'attivazione di dieci corsi di laurea di primo livello: Assistenza sanitaria (40 posti, sede di Gorizia), Dietistica (30 posti, sede di Pordenone), Fisioterapia (40 posti, Trieste), Igiene dentale con 25 posti a Trieste e 25 a Pordenone, Infermieristica (200 posti, Trieste), Logopedia (30 posti, Trieste), Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (20 posti, sede di Gorizia) e Tecniche della riabilitazione psichiatrica (30 posti, Trieste).

Tra i corsi di laurea interateneo con l’Università di Udine, attivati ad anni alterni nei due atenei, quest’anno ritorna a Trieste la laurea in Ostetricia, con 20 posti disponibili, in crescita di quattro unità rispetto al precedente bando UniTS del 2023. Saranno invece attivati a UniUD i corsi di Tecniche di laboratorio biomedico e di Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia, entrambi con 40 posti disponibili.

Inoltre, le nuove norme che regolano l’accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria prevedono riserve fino al 20% dei posti programmati nei corsi affini delle professioni sanitarie, destinate a chi non risulterà in posizione utile nella graduatoria di merito al termine del semestre filtro. All'Università di Trieste saranno, quindi, disponibili fino a 40 ulteriori immatricolazioni in Infermieristica, 8 in Assistenza sanitaria e 4 in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.

Le domande di ammissione devono essere presentate esclusivamente online entro le ore 13 del 28 agosto, secondo le modalità indicate nel bando ufficiale. Ogni candidato può indicare fino a tre diversi corsi di laurea, per i quali concorrerà all’inserimento in graduatoria.

La prova di ammissione, unica per tutti i corsi di laurea, si svolgerà lunedì 8 settembre 2025 a Trieste, nel campus di piazzale Europa (edifici H3 e C1), con inizio alle ore 11 e operazioni di identificazione a partire dalle 8.30. La prova, della durata di cento minuti, consisterà in sessanta quesiti a risposta multipla, articolati tra competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi, ragionamento logico e problemi, biologia, chimica, fisica e matematica.

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460 i posti disponibili, più eventuali 52 per idonei che non passeranno il semestre filtro di Medicina. Igiene dentale si sdoppia, passando da 30 a 50 posti. Domande entro il 28 agosto
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Maurizio Prato nominato Professore Emerito dal Ministero dell'Università e della Ricerca

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Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha conferito a Maurizio Prato il prestigioso titolo di Professore Emerito.
Il decreto, firmato dalla Ministra Anna Maria Bernini il 5 agosto 2025, riconosce la straordinaria carriera accademica e scientifica del docente, già professore ordinario di Chimica Organica presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste.

Per il prof. Prato è il coronamento di un percorso ricco di successi e riconoscimenti, iniziato nel 1983 all’Università di Padova e proseguito dal 1992 nell’Ateneo triestino, prima come docente di seconda fascia e, dal 2000, come professore ordinario, fino alla sopraggiunta quiescenza nel 2023.

Accademico dei Lincei e Ikerbasque Research Professor presso il CIC biomaGUNE di San Sebastián (Spagna), Maurizio Prato ha dato contributi fondamentali e interdisciplinari nel campo delle nanoscienze, in particolare nella progettazione e sintesi di nanostrutture di carbonio per applicazioni in bio-nanotecnologia e nella conversione e immagazzinamento dell’energia solare. 

La sua attività di ricerca ha stabilito nuovi punti di riferimento per la comunità scientifica, introducendo protocolli sintetici e metodi analitici innovativi, controllati e riproducibili per la funzionalizzazione e il design delle nanostrutture di carbonio, estesi negli ultimi anni anche al grafene e ai carbon dots. I suoi contributi hanno significativamente avanzato la comprensione e il controllo della chimica delle nanostrutture di carbonio, rendendole elementi chiave per applicazioni tecnologicamente rilevanti.

Il prof. Prato ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui la prestigiosa Medaglia Raffaele Piria conferita nel 2024 dalla Società Chimica Italiana, riservata a studiosi che abbiano onorato la Chimica Organica italiana e ne rappresentino la continuità nelle più insigni tradizioni. Ha inoltre ottenuto importanti finanziamenti per la ricerca, tra cui due ERC Advanced Grants, nel 2008 e nel 2020, è stato nominato Socio dell'Accademia dei Lincei nel 2010, Membro dell'Accademia Europea delle Scienze nel 2013, dell'Academia Europaea nel 2015, dell'Accademia Veneta di Scienze, Lettere e Arti nel 2018, della National Academy of Inventors (USA) nel 2021 e della Accademia Reale delle Scienze di Spagna nel 2022. È professore onorario presso la Xi'an Jiaotong University, Xi'an, Cina.

Nel corso degli anni, il prof. Prato ha formato una vera e propria scuola: nel suo gruppo di ricerca presso l’Università di Trieste si sono formati oltre 230 tra studenti, dottorandi, post-doc e visiting professors, molti dei quali provenienti dall’estero. Numerosi ex membri del suo gruppo hanno intrapreso carriere scientifiche di successo, ricoprendo oggi ruoli di prestigio in università e centri di ricerca di altissimo profilo, a testimonianza della sua capacità di ispirare e guidare giovani scienziati verso percorsi innovativi e inesplorati.

L’intensa attività di ricerca lo ha portato a pubblicare oltre 800 articoli su riviste internazionali ad alto impatto, per un totale di oltre 82.000 citazioni e un h-index di 132 (Scopus). Ha svolto attività di ricerca presso la Texas Tech University, Lubbock, USA (1980), University College, Dublino, Irlanda (1983), Yale University, New Haven, USA (1986-87), University of California, Santa Barbara, USA (1991-92). È stato professeur invité presso i Dipartimenti di Chimica dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi nel 2001, presso l'Università di Namur, Belgio, nel 2010, presso l'Università di Strasburgo nel 2014 e presso l'Università di Mons (Belgio) nel 2018. 

Maurizio Prato ha offerto il suo contributo alla comunità dell’Università di Trieste anche ricoprendo ruoli istituzionali di rilievo: è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, guidandone la fusione con il Dipartimento di Chimica nel 2010, vice Preside della Facoltà di Farmacia dal 2002 al 2013, Coordinatore del Dottorato in Scienze Farmaceutiche per due trienni e vice Coordinatore del Dottorato in Scienze Chimiche per altri due trienni.

Chimico e scienziato di altissimo livello, Maurizio Prato è riconosciuto internazionalmente per i suoi contributi scientifici, ma anche per la sua umanità e simpatia. Il conferimento ministeriale del titolo di Professore Emerito è il meritato riconoscimento a una carriera straordinaria, che ha contribuito in modo significativo a rafforzare il prestigio del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche e della nostra Università, sia in ambito nazionale che internazionale.

La Rettrice Donata Vianelli si congratula con il prof. Prato per l’importante riconoscimento, esprimendo a nome dell’intera comunità accademica gratitudine per il contributo dato al prestigio scientifico, all’internazionalizzazione e, più in generale, alla crescita dell’Università di Trieste.

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Già docente UniTS di Chimica Organica e Accademico dei Lincei, Prato corona una carriera straordinaria tra ricerca di frontiera e prestigiosi riconoscimenti internazionali
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UniTS ricorda Pio Nodari

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Il 10 agosto è mancato Pio Nodari, già professore ordinario di Geografia Economico-Politica e Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Trieste dal 2000 al 2003.

Il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche "Bruno de Finetti" (DEAMS) lo ricorda per la sua attività accademica svolta con grande passione e dedizione e per il suo impegno politico che ne fece un protagonista della vita civica e politica di Trieste.

L’attività didattica del prof. Nodari è stata rivolta soprattutto a corsi di laurea e di dottorato di ricerca della Facoltà di Economia.

La produzione scientifica ha riguardato prevalentemente lo studio dei fenomeni migratori, ma si è anche indirizzata su un ampio spettro di temi e ambiti disciplinari come la pianificazione territoriale, lo sviluppo economico e turistico in una prospettiva sostenibile, le dinamiche economiche e politiche nell’area del confine nord-orientale d’Italia e nei Balcani, i processi di organizzazione territoriale politico-economica dell’Unione Europea, lo studio e lo sviluppo della cartografia e dei Sistemi Informativi Geografici applicati alle decisioni economiche e alla pianificazione territoriale. Su questi temi, da ricordare anche la promozione del centro di eccellenza interdipartimentale in telegeomatica “GeoNetLab”.

È stato per anni a capo del Gruppo di lavoro AGeI – Associazione dei Geografi Accademici Italiani – sull’immigrazione straniera in Italia, coordinando di fatto la ricerca nazionale interuniversitaria sul tema, potendo tra l’altro fruire in più anni dei finanziamenti PRIN, riservati a i progetti di rilevante interesse nazionale, e CNR.

Fu un instancabile promotore di iniziative volte al potenziamento dell’attività di ricerca con un’attenzione speciale al coinvolgimento e alla valorizzazione dei giovani studiosi emergenti. In quest’ottica, oltre ad aver creato il Laboratorio di Geografia economico-politica, ancora attivo presso il DEAMS, fu tra i fondatori del Centro Studi Economico-Politici “Ezio Vanoni” di Trieste e del Centro Studi Turistici “Giorgio Valussi” di Gorizia.

È stato Maestro di più di una generazione di “allievi”, molti dei quali hanno via via raggiunto una posizione accademica come docenti dell’Università di Trieste e di altri atenei.

Pio Nodari è stato inoltre organizzatore di molti seminari, incontri e convegni nazionali e internazionali, tra i quali vanno ricordati i Colloqui italo-romeni, e i numerosi eventi realizzati in occasione dei progetti Interreg Italia-Slovenia.

Il suo impegno e la considerazione di cui godeva nella Comunità dei geografi accademici italiani è testimoniata anche dal fatto che per molti anni ricoprì il ruolo di Componente eletto del Consiglio Direttivo dell’A.Ge.I.

Coloro che hanno collaborato con lui lo ricordano con stima, affetto e gratitudine.

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Il preside della Facoltà di Economia (2000-2003) e insigne geografo è mancato il 10 agosto. Fu tra i protagonisti della vita politica triestina e regionale degli anni '80
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Collezioni storiche e cambiamenti climatici: UniTS coinvolta in una ricerca innovativa nella laguna di Venezia

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Il Dipartimento di Scienze della Vita (DSV) dell’Università di Trieste è partner di un progetto che utilizza tecnologie all’avanguardia per ricostruire l’evoluzione ambientale della laguna di Venezia attraverso l’analisi di macroalghe storiche e contemporanee. 

Coordinata dal professor Stefano Loppi dell’Università di Siena, l’iniziativa applica per la prima volta in Italia una nuova strumentazione a raggi X ad alta precisione, recentemente acquisita con fondi PNRR dall’Ateneo senese, che consente di rilevare il contenuto di metalli nei campioni senza danneggiarli.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Trieste è formato dai professori Annalisa Falace (Botanica ambientale e applicata) e Stefano Martellos (Botanica sistematica), con la collaborazione delle dottorande Alessandra Metalli e Linda Seggi (corso di dottorato in Ambiente e Vita). 

L’attività del team UniTS si concentra su tre fronti: la raccolta in campo delle macroalghe attualmente presenti nella laguna, svolta nel mese di giugno, la messa a disposizione di competenze specialistiche nella tassonomia e biologia delle alghe e la valorizzazione scientifica delle collezioni museali, in particolare quelle storiche.

Oggetto di studio saranno infatti oltre 200 campioni d’alga risalenti agli anni ’30, custoditi nell’algario Vatova-Schiffner del Museo di Storia Naturale di Venezia sotto la cura della dottoressa Raffaella Trabucco, che verranno confrontati con esemplari attuali raccolti dal gruppo di ricerca triestino.

“È la prima volta in Italia che questa tecnologia viene applicata a campioni d’erbario di macroalghe”, sottolinea il professor Stefano Martellos. “Le analisi sono completamente non invasive e consentono di preservare collezioni museali uniche e irripetibili, ampliandone le potenzialità di ricerca”.

“Le macroalghe sono ottimi bioindicatori – aggiunge Martellos – e analizzarne la composizione chimica su un arco temporale di quasi un secolo ci permette di ricostruire con precisione l’impatto dell’attività umana sull’ecosistema lagunare, fornendo dati preziosi per una gestione ambientale più consapevole”.

“Le potenzialità sono enormi – commenta il professor Loppi, coordinatore del progetto –. Possiamo riscrivere la storia ambientale dei nostri territori, rendendo accessibile un patrimonio scientifico finora poco esplorato”.

Il progetto si concluderà entro l’anno e i risultati saranno presentati in due importanti appuntamenti scientifici internazionali: la XI International Plant Science Conference e la 3rd Conference of the International Association for Biomonitoring of Environmental Pollution.

 

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Falace e Martellos (DSV) partecipano a uno studio interdisciplinare che, grazie a una tecnologia innovativa, analizza le macroalghe per ricostruire un secolo di cambiamenti ambientali
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Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

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L’8 agosto l’Università di Trieste, nel celebrare la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo istituita in memoria dei 136 lavoratori italiani periti nel 1956 in Belgio nella miniera di carbone di Marcinelle, ricorda queste vittime assieme ai tanti altri emigrati italiani deceduti sul lavoro.

Questa ricorrenza richiama ad una riflessione sulla centralità che al lavoro ha voluto assegnare la nostra Costituzione, sin dall’articolo 1, riconoscendone il ruolo di fondamento della nostra Repubblica e richiedendo che a tutti i lavoratori e le lavoratrici debbano sempre essere assicurati, in ogni contesto, il rispetto della dignità e la tutela della sicurezza.

“Proprio il sacrificio dei nostri emigranti di ieri ci invita, se non vogliamo che la memoria sia solo un esercizio retorico, a non chiudere gli occhi davanti alle tante situazioni di sfruttamento e violazioni dei diritti di cui sono vittime i migranti di oggi – commenta Roberta Nunin, Prorettrice UniTS al Personale, Relazioni sindacali e Pari opportunità -  sempre valido appare, infatti, il monito dello scrittore elvetico Max Frisch che, a metà degli anni Sessanta del Novecento, guardando alla condizione degli immigrati italiani in Svizzera, scriveva “Cercavamo braccia, sono arrivati uomini”, evidenziando così il paradosso di sistemi socioeconomici che, se da un lato non possono rinunciare alla manodopera immigrata, dall’altro cercano di sottrarsi al dovere di progettare i necessari processi di accoglienza e integrazione. Una prospettiva purtroppo ancora attuale e che chiede, proprio per onorare la memoria di tanti nostri connazionali periti cercando una vita migliore lontano dal proprio Paese, di continuare, come comunità scientifica, a dedicare attenzione ai fenomeni migratori, agli obiettivi di coesione sociale e agli strumenti per perseguirli”.

 

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UniTS celebra l’8 agosto
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