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A UniTS studiati algoritmi informatici per combattere la malaria

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Fetenech Meskele Ganebo, Preside della Scuola di Informatica dell'Università Wolaita Sodo in Etiopia, è stata ospite di UniTS per tre mesi nell'ambito di una borsa di studio TWAS-SISSA-Lincei Research Cooperation Visits Programme

A UniTS, Ganebo ha lavorato in particolare con Sylvio Barbon Junior, responsabile del Machine Learning Lab del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA), sfruttando la potenza degli approcci di apprendimento automatico per sviluppare algoritmi capaci di prevedere la diffusione della malaria

Secondo il Rapporto Mondiale OMS sulla Malaria 2023, nel 2022 sono stati stimati 249 milioni di casi in 85 Paesi endemici, con 608.000 decessi. E l'Etiopia, come riporta l'OMS, è uno dei tre Paesi africani che ne hanno sofferto maggiormente, insieme a Nigeria e Uganda.

Nella regione ad alta trasmissione di malaria di Wolaita, un'area rurale densamente popolata nel sud dell'Etiopia, i dati sulla diffusione della malattia sono ancora raccolti manualmente. Il primo compito di Ganebo e del team triestino è stato quindi quello di digitalizzare i dati disponibili.

"I tre mesi di permanenza a UniTS sono stati sufficienti per ottenere buoni risultati", ha detto Ganebo "La collaborazione con il prof. Barbon Junior è promettente. Abbiamo l’ambizioso piano di automatizzare la raccolta dei dati sanitari nella città di Wolita Sodo e, in una fase successiva, in tutta l'Etiopia". 

L'automazione aumenterebbe efficienza, accuratezza e ampiezza dei dati utili, garantendo una migliore assistenza ai pazienti.

Una volta perfezionati, gli algoritmi serviranno a studiare l'effetto combinato di fattori di rischio come temperatura, altitudine, vettori della malaria e stato di salute della popolazione per fornire a operatori sanitari e responsabili politici strumenti predittivi più efficaci.

La tecnica servirà a creare in Etiopia un protocollo di sorveglianza regionale per supportare i sistemi sanitari nella gestione del controllo delle zanzare e nell'allocazione delle risorse.

Ganebo è anche vincitrice del Premio Spiga di Grano, conferito dall'associazione culturale Cinzia Vitale Onlus.

Il programma di visite di cooperazione alla ricerca TWAS-SISSA-Lincei sostiene i ricercatori all'inizio della carriera nei Paesi meno sviluppati identificati dalle Nazioni Unite su progetti che contribuiscono agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Offre opportunità di formazione e collaborazione presso le istituzioni scientifiche del Sistema di innovazione scientifica del Friuli-Venezia Giulia (Sis FVG) in Italia. È sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri italiano (MAECI) e dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

 

Nella foto: Prof. Eric Medvet, Prof.ssa Fetenech Meskele Ganebo e Prof. Sylvio Barbon Junior 

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Fetenech Meskele Ganebo, Preside della Scuola di Informatica dell'Università Wolaita Sodo - Etiopia è stata ospite al DIA
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Il progetto **Innovamare** è stato dichiarato "campione blu" dell'Unione Europea!

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A Lussemburgo, nell'ambito del vertice di consulenza e debito di rischio BEI (BEI Venture Debt & Advisory Summit), si è tenuta la presentazione dei vincitori del bando pubblico EU Blue Champions, tra cui il DIH Innovamare.

Commenta così Guido Bortoluzzi, coordinatore del progetto per UniTS: “Innovamare è stato un progetto di grandissimo successo che ha portato a delle ricadute concrete sul territorio, anzi nello spazio marino, che unisce l’Italia e la Croazia. La creazione di un Digital Innovation Hub localizzato a Sebenico in Croazia è solo l’elemento più evidente di un risultato più grande che consiste nella creazione di un gruppo di lavoro transnazionale che si sta rapidamente allargando oltre i confini Italo-Croati nella direzione dell’intera area balcanica e non solo. Siamo orgogliosi di aver portato un pezzo di UniTS in questo progetto e di dare il nostro piccolo contributo al suo consolidamento nel prossimo futuro.“

EU Blue Champions è un'iniziativa della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti (BEI) che seleziona 20 aziende, progetti e iniziative innovativi che la Commissione europea e la BEI ritengono possano contribuire al meglio allo sviluppo dell'economia blu nell'Unione. I progetti selezionati riceveranno i servizi di consulenza della BEI per la definizione dei modelli di finanziamento dei progetti, lo sviluppo di modelli aziendali e la creazione di partenariati a livello europeo. Ogni progetto dovrà dimostrare di poter contribuire fortemente alla missione dell'UE Renew our oceans and waters (Rinnovare i nostri oceani e le nostre acque) e raggiungere tre obiettivi: 

  • il ripristino degli ecosistemi marini e d'acqua dolce;
  • l'eliminazione dell'inquinamento;
  • la decarbonizzazione dell'economia blu.

Gli elementi chiave del progetto Innovamare comprendono lo sviluppo e la costruzione di infrastrutture, in particolare il Centro di competenza per le tecnologie marine di Sebenico e il Parco tecnologico per le tecnologie marine dell'Università di Zara. 

Per le infrastrutture citate sono previsti l'acquisto di attrezzature tecnologiche innovative, la creazione di sedi adibite ai vari test, lo sviluppo e la prototipazione di tecnologie marine. Una parte fondamentale del progetto comprende, inoltre, la sensibilizzazione sugli impatti dell'economia blu e sulla necessità di una trasformazione digitale e verde (che sarà realizzata in collaborazione con l'E1 Blue Acceleration Festival), le dimostrazioni di pulizia con tecnologie subacquee innovative e il ripristino dell'ecosistema marino con i sommozzatori nell'ambito del programma E1 Blue Impact e l'impiego di 20 ricercatori.

Il Digital Innovation HUB Innovamare mira a diventare un luogo centrale per il trasferimento tecnologico, rafforzando la cooperazione e unendo le parti interessate a livello transfrontaliero e transnazionale (provenienti dal settore pubblico e privato, nonché dalla ricerca scientifica per lo sviluppo, la sperimentazione e la convalida di tecnologie marine) alla missione per la sostenibilità del Mare Adriatico. I principali fondatori e membri del DIH sono 6 grandi organizzazioni scientifiche e di ricerca, 7 tra istituzioni di supporto e autorità locali e regionali e 4 aziende provenienti da Italia e Croazia. All'interno del suo ecosistema, il DIH è costantemente impegnato a garantire finanziamenti, generare entrate per ulteriori investimenti e sviluppare soluzioni tecnologiche per la trasformazione digitale e verde dell’economia blu.

Il Digital Innovation Hub Innovamare ha presentato il progetto nell'ambito del bando pubblico EU Blue Champions. Il successo ottenuto è solo una conferma che tutto ciò che viene fatto all'interno del DIH ha un futuro e gode del supporto delle istituzioni, che ci aiuteranno a raggiungere la nostra missione, ovvero un’economia blu sostenibile.

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Nasce a Sebenico il Digital Innovation Hub
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Presentata la Casa dei Cluster

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L’Università di Trieste, con la collaborazione del Polo Tecnologico Alto Adriatico, ha presentato la Casa dei Cluster: iniziativa che vuole creare un luogo di aggregazione dei cluster d'impresa, promuovendo e facilitando la collaborazione tra pubblico e privato.

Coinvolti funzionari regionali, cluster manager e rappresentanti dei dipartimenti universitari con l’obiettivo di sviluppare sinergie tra ricerca e impresa.

Pierluigi Barbieri, referente Spoke 8 del progetto PNRR iNEST, ha incasellato la "Casa dei Cluster" nel contesto del progetto Lab Village iNEST per lo sviluppo di un Melting Pot dell’innovazione negli spazi dell’Urban Center di Trieste.

L’impegno di UniTS si concretizza con il lancio di una call for ideas, annunciata dal responsabile del C-Lab Salvatore Dore, che intende selezionare e finanziare progetti di ricerca innovativi accompagnandoli nel delicato passaggio dal mondo accademico a quello imprenditoriale.

Ad aprire la presentazione Franco Scolari, direttore del Polo Tecnologico Alto Adriatico, che ha sottolineato la necessità di un'interconnessione sempre più solida tra ricerca e impresa, ipotizzando il passaggio di parte dei ricercatori PNRR alle aziende, proposta che potrebbe trovare concretezza in iNEST 2.

Ketty Segatti, Direttore centrale per particolari funzioni alla Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia di Regione FVG, ha introdotto l’intervento dei rappresentanti dei cluster d’impresa, che hanno manifestato la volontà e la necessità di disporre di un luogo di riferimento comune: il cluster manager di Scienze della Vita Stefano De Monte, Michela Pivetta per il Cluster Metalmeccanica, l’AD Francesco Contin di ICT Digitale DITEDI e il direttore della Fondazione Agrifood & Bioeconomy Pierpaolo Rovere, il direttore del Cluster Arredo e Sistemi Casa Carlo Piemonte

A chiudere i lavori, l’intervento di Giorgio Adami, direttore del Servizio Sviluppo Economico Locale.

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L'iniziativa si colloca nel progetto Lab Village di iNEST
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Sfide ambientali del futuro: nasce “gECO Podcast” su Open Spotify

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Sciacallo a chi?”, è questo il titolo del primo episodio del nuovo podcast “gECO”, l’iniziativa sviluppata all’interno del corso di laurea magistrale in Ecologia e Sostenebilità dei Cambiamenti Globali dell’Università degli Studi di Trieste e realizzata interamente dagli studenti, con la supervisione scientifica dei docenti del Dipartimento di Scienze della Vita e del corso di studi. Un podcast realizzato da giovani ecologi e pensato per avvicinare i più giovani e gli adulti alla natura e alla scoperta dell’ambiente che ci circonda. Con ospite Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia Animale, la prima puntata è disponibile gratuitamente sulla piattaforma di streaming online Spotify e affronta il tema del ritorno dei grandi carnivori in Italia e del rapporto spesso conflittuale tra questi e l’uomo.

gECO nasce dalla volontà, sentita prima di tutto dagli studenti, di approfondire i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, cercando al contempo di divulgare una corretta informazione per supportare azioni che, partendo dal singolo, possano trasformarsi in esempi virtuosi dell’intera società. Ecco perchè nel corso dei vari episodi, gECO ospiterà anche rubriche tematiche e presenterà semplici pillole di sostenibilità, proponendo al pubblico di ascoltatori suggerimenti utili per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e agire coscientemente per garantire un futuro più sostenibile alle nuove generazioni.

Questa iniziativa rappresenta una delle attività formative integrative che il corso di laurea magistrale in Ecologia e Sostenibilità dei Cambiamenti Globali propone ai propri studenti, e che intende promuovere l’acquisizione di soft skills e di capacità comunicative utili a facilitarne ulteriormente l’introduzione nel mondo del lavoro. 

gECO Podcast avrà una cadenza quindicinale e la durata degli episodi sarà di circa 30 minuti. Tutti gli episodi saranno disponibili su OPEN SPOTIFY 

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RICHIESTE INFO

gECO: podcast scritto e prodotto dagli studenti di Ecologia e Sostenibilità dei Cambiamenti Globali dell’Università degli Studi di Trieste. Speaker del podcast: Gaia Butini e Lorenzo Ferdinando Campaner. In redazione: Federica Montenero, Giulia Cecco, Gaia Foltran, Davide Stocco, Irene Cecchia, Matilde Capitani, Guido Romagnoli, Maddalena D’Antiga, Allegra Polato, Martina Gasparut, Natalie Vargiu, Anna Vincenti, Gaia Butini, Paolo Meroi e Lorenzo Ferdinando Campaner. Supervisione del suono e post-produzione: Paolo Meroi. Sigla di Maddalena D’Antiga. Grafica e copertina di Martina Gasparut. Docenti del comitato scientifico per la verifica e supporto ai contenuti: Alessio Mortelliti, Chiara Manfrin, Giovanni Carrosio, Matteo Carzedda, Fabio Del Missier, Fabio Candotto Carniel e Francesco Petruzzellis. Responsabile accademico di progetto Giovanni Bacaro

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Il primo episodio "Sciacallo a chi?" è già disponibile
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Medaglia della Società Chimica Italiana al ricercatore UniTs Giacomo Filippini

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E' stata assegnata a Giacomo Filippini, ricercatore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste,  la prestigiosa medaglia "Giacomo Ciamician" della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno ad un giovane ricercatore under 40 che si sia già distinto a livello nazionale per ricerche di notevole originalità e interesse, anche applicativo, nel campo della Chimica Organica. Giacomo Filippini si è occupato della progettazione e sviluppo di innovative trasformazioni (foto)catalitiche rivolte alla sintesi di molecole organiche di interesse negli ambiti della ricerca fondamentale e applicata.

La medaglia “Giacomo Ciamician” sarà consegnata giovedì 29 Agosto 2024 durante il “XXVIII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana” a Milano, dove Filippini presenterà le parti più significative del suo lavoro di ricerca.

Giacomo Filippini si laurea con lode in Chimica Industriale nel 2013 all'Università degli Studi di Bologna con una tesi sperimentale riguardante la sintesi di nuovi atropoisomeri enantiomericamente arricchiti. Nello stesso anno è ammesso al dottorato in Chimica presso l’ICIQ di Tarragona (Spagna) dove si occupa, sotto la supervisione del Prof. Paolo Melchiorre, dello sviluppo di nuove trasformazioni foto-organocatalitiche enantioselettive. Nel 2017 ottiene il titolo di dottore di ricerca e si unisce al gruppo del Prof. Maurizio Prato, all’Università degli Studi di Trieste, in qualità di assegnista, dove lavora allo sviluppo di nuovi sistemi nano-catalitici a base di carbonio. Nell’aprile 2021 risulta vincitore di un concorso RTDa in Chimica Organica, nell’ambito del progetto ERC “eDOTS” (responsabile Maurizio Prato) nel “Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche” di UniTS. Prende poi servizio come RTDb, presso il medesimo dipartimento, ad ottobre 2023. 

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Il premio viene conferito per studi in Chimica Organica
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MARE SOPRA: docufilm e dibattito sul futuro delle coste

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S’intitola “2100. There’s no time to waste” ed è un docufilm che, attraverso i contributi di scienziati ed esperti, fa il punto sugli effetti dei cambiamenti climatici sugli ambienti e sulle risorse naturali in 26 siti emersi e sommersi delle coste siciliane, cercando di immaginare come sarà la situazione nel 2100, l’anno che la scienza usa per simulare scenari ambientali futuri attraverso la proiezione dei dati raccolti finora. 

Sarà quest’opera, già premiata in diversi festival - prodotta nel 2021 da Fabrizio Antonioli, associato all'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del CNR (CNR-IGAG), e Thalassia Giaccone, della Stazione Zoologica Anton Dohrn, e sceneggiata da Martina Camatta - a dare l’avvio ufficiale, il 9 maggio alle 18 al Teatro Miela, al progetto di divulgazione “MARE SOPRA”, ideato dall’Università degli Studi di Trieste e realizzato, con la collaborazione di diversi partner, grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza, in particolare i più giovani, sull’aumento del livello del mare causato dal riscaldamento globale e sulle conseguenze già visibili sulle nostre coste. 

Il docufilm sarà seguito, alle 19, dalla tavola rotonda “Impatto dell’innalzamento del livello del mare sulle coste del Friuli Venezia Giulia”. Moderata da Franco Foresta Martin, già redattore scientifico e ambientale del Corriere della Sera e consulente Rai (Quark e Geo&Geo), avrà come protagonisti alcuni tra i maggiori esperti di cambiamenti climatici e biologia marina: Fabrizio Antonioli geomorfologo costiero del CNR-IGAG, specializzato nello studio delle variazioni del livello del mare, il glaciologo Renato R. Colucci, del CNR-ISP, il fisico Fabio Raicich, del CNR-ISMAR, la microbiologa marina Francesca Malfatti (UniTS), il fisico del clima e premio Nobel Filippo Giorgi (ICTP), Giorgio Fontolan di UniTS, docente di Sedimentologia e dinamica costiera UniTS, e il docente di Paleontologia Carlo Corradini (UniTS).

Nei prossimi decenni il livello del mare salirà drammaticamente, modificando la geografia delle nostre coste e danneggiando le strutture sul litorale. Dal 1880 è già salito di oltre 20 centimetri e si prevede che possa raggiungere i 30 cm entro il 2050. Avvisaglie di quella che potrà essere la situazione ne abbiamo già avute: l’ultima è la forte mareggiata che nel novembre scorso ha colpito il litorale orientale del Golfo di Trieste, da Muggia a Lignano, provocando ingenti danni alle infrastrutture costiere. La concomitanza tra il livello alto del mare e i venti provenienti dai quadranti meridionali ha accumulato acqua nel Golfo, determinando una situazione esplosiva, che in futuro potrebbe ripetersi con più intensità e frequenza.

Con il progetto divulgativo “MARE SOPRA”, ideato da Stefano Furlani, professore associato di geomorfologia dell’Università di Trieste, si punta a sensibilizzare la popolazione sul problema dell’innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici. “Con i suoi quasi 100 chilometri di costa, il Friuli Venezia Giulia è particolarmente vulnerabile all’innalzamento del livello del mare, con rischi di erosione costiera e inondazioni che minacciano le comunità e le infrastrutture - osserva Furlani - L’aumento del livello del mare potrebbe compromettere gli ambienti costieri, ma anche molte delle attività che gravitano su quelle aree, come la pesca, il turismo. Perciò è fondamentale aumentare la consapevolezza della cittadinanza e soprattutto delle giovani generazioni. Gli sforzi per proporre interventi di adattamento o mitigazione sono essenziali per affrontare questo problema proteggendo le persone, l’ambiente e l’economia locale dalle sue conseguenze. MARE SOPRA intende muoversi in questa direzione, proponendo incontri con esperti, proiezioni di documentari, esperienze pratiche con studenti e cittadini e la creazione di un virtual tour: uno strumento coinvolgente e accessibile per esplorare luoghi e ambienti in modo realistico e dettagliato, quasi come se si fosse sul posto”.

Si tratta di un progetto interdisciplinare, che coinvolgerà geomorfologi, sociologi e biologi di tre dipartimenti universitari (Matematica, Informatica e Geoscienze; Scienze Politiche e Sociali; Scienze della Vita), ma anche la cittadinanza, le scuole e le associazioni attraverso il modello della Citizen science: saranno gli alunni delle scuole e e i cittadini a partecipare attivamente, dopo essere stati adeguatamente formati, alle misurazioni delle quote d’innalzamento marino. 

Entreranno in gioco anche le nuove tecnologie digitali, con la realizzazione di un “virtual tour” che consentirà al pubblico di navigare e immergersi virtualmente lungo la fascia costiera del Friuli Venezia Giulia. Grazie a video aerei sferici a 360 gradi acquisiti da drone e tramite immersioni subacquee sopra e sotto la superficie marina, verrà creato, da Muggia a Lignano, un viaggio ad altissima risoluzione lungo la fascia costiera della regione: attraverso una decina di hotspot cliccabili lungo la mappa del percorso (tra cui Muggia, Trieste, Duino Aurisina, Monfalcone, Staranzano, Grado, Marano Lagunare e Lignano) si potranno visionare contenuti audio, video, immagini, testi di approfondimenti e collegamenti web per immergersi a 360° sopra e sotto il livello del mare.

Il “virtual tour”, che verrà testato direttamente dal pubblico nel corso di un evento ad hoc, sarà fruibile da pc, dispositivi mobili e attraverso visori di Virtual Reality, come Oculus Meta 2-3 e potrà essere utilizzato anche dai musei scientifici che collaborano al progetto per le loro attività divulgative. Nasce dall’esperienza del progetto Geoswim, partito nel 2012 quando Furlani ha nuotato e fatto rilievi in solitaria lungo tutte le coste dell’Istria. Il progetto, che ha poi coinvolto biologi, archeologi e geologi di tutt’Italia, ha portato - con l’utilizzo di un barchino dotato di Gps, di una serie di sonde per misurare la profondità, la salinità e la temperatura dell’acqua e di fotocamere in time-lapse e videocamere a 360° poste sopra e sotto il livello del mare - alla mappatura di centinaia di km di coste mediterranee, con la raccolta di dati relativi alla loro conformazione morfologica e al livello del mare del presente e del passato, oltre che ai parametri fisici e chimici come temperatura e conducibilità. Quest'estate la mappatura verrà portata avanti dai ricercatori e docenti di UniTS coinvolti nel progetto, che completeranno le attività di rilevamento già avviate sulle coste, in kayak e a nuoto. 

Nel corso di MARE SOPRA saranno proposti alcuni incontri informativi nei comuni di Grado, Muggia e Trieste, gli stessi interessati anche dalle attività di formazione e misurazione, teoriche e pratiche, condotte da giovani ricercatori e dottorandi di UniTS. A conclusione di queste attività le principali località costiere verranno contrassegnate con due linee: la linea gialla segnerà dove arriverà il mare nel 2050, quella rossa il suo livello nel 2100. L’utilità del progetto verrà infine misurata tramite dei questionari, che saranno sottoposti ai partecipanti alle varie attività per valutare l’efficacia delle azioni di “apprendimento sociale”. 

Mare Sopra, coordinato dall’Università degli Studi di Trieste e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, si avvale della collaborazione dell’Area Marina Protetta di Miramare, del Comune di Muggia, dell’Associazione Marevivo - Delegazione Fvg, dell’Istituto comprensivo Marco Polo di Grado, del Liceo Scientifico Galilei Galilei di Trieste

 

 

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Focus su cambiamenti climatici e innalzamento del livello del mare
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Inquinamento acustico sottomarino: parte BluEcho

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Parte il progetto di ricerca BluEcho: si occuperà dell'inquinamento acustico sottomarino e valuterà il livello di rumore generato da navi e parchi eolici in diversi bacini marini (Mare Adriatico, Mare del Nord, Mar Baltico). Il progetto si basa sulle linee guida per la definizione dei valori soglia dell’UE relativi al rumore continuo prodotto dall’uomo in acqua e intende ampliare il lavoro svolto da precedenti progetti europei (JOMOPANS, AQUO, SONIC, JONAS, QUIETSEAS). Adottando un approccio multidisciplinare, BluEcho si concentra sull'interazione tra sorgente, mezzo e ricevitore piuttosto che su soluzioni unidirezionali. 

Verrà sviluppato un nuovo approccio specifico per la modellazione numerica delle eliche e delle turbine eoliche e delle mappe acustiche su larga scala. In primo luogo, la metodologia sviluppata sarà utilizzata per valutare accuratamente lo stato attuale di salute del mare. In seguito i ricercatori si concentreranno sulla predizione di nuovi scenari in cui saranno adottate misure di mitigazione. Sarà valutata anche l'efficacia e la fattibilità economica delle misure di mitigazione (tra cui la procedura di slow down o re-routing in aree a rischio o i cosiddetti quiet periods) e sarà proposta l'implementazione di nuove aree protette. La valutazione costi-benefici sarà effettuata tenendo conto delle esigenze delle parti interessate, sia nel traffico navale che nei parchi eolici. 

Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Trieste (Dipartimenti DIA e DEAMS), coinvolge anche l’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale; Chalmers University of Technology - Goteborg, Svezia; Institute of Marine Research - Bergen, Norvegia; Alfred - Wegener Insitute - Bremerhaven, Germania.

 

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Il progetto è coordinato da UniTS
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Delegazione della Somalia a UniTS

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Una delegazione composta da rappresentanti delle principali realtà accademiche, politiche e culturali somale è stata accolta dal Prorettore vicario UniTS Valter Sergo, dalla Delegata del Rettore per la Cooperazione allo sviluppo Ilaria Micheli e da Giuseppe Borruso, docente del Dipartimento DEAMS. 

L'incontro nasce con l'obiettivo di migliorare i rapporti tra i due Paesi, anche alla luce di una forte presenza somala in Friuli Venezia Giulia fin dagli anni ’70.

L'Università di Trieste vanta una lunga collaborazione con l'Università Nazionale Somala - UNS, grazie alla partecipazione attiva, in cordata con altri Atenei italiani, a un programma bilaterale Italia - Somalia nella cui cornice AICS (agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) ha finora finanziato 5 progetti (UNS 1-5) destinati al rafforzamento istituzionale e accademico dell'Università Nazionale Somala.

L'Università di Trieste è stata coinvolta, in particolare, nei progetti UNS2 e UNS3, i più significativi della serie, dal punto di vista del trasferimento di conoscenze e della formazione alla ricerca.

Nel corso di queste due fasi, tra il 2018 e il 2022, il DEAMS ha ospitato per tre mesi parte della delegazione presente nel corso della visita a UniTS, ovvero il prof. Hassan Osman Ga'al, attuale Rettore di UNS (allora direttore della facoltà somala di Economia) e dato a quattro studenti somali, due dei quali sono oggi ricercatori attivi presso UNS, la possibilità di frequentare e concludere il Corso di Laurea Magistrale in Economia dei Settori Produttivi e dei Mercati Internazionali.

Attualmente è in corso il progetto UNS5 coordinato dal Politecnico di Milano, che vede sempre UNITS tra i partner attivi.

Nel corso della visita la delegazione ha anche incontrato docenti e ricercatori del DEAMS già coinvolti nel progetto UNS e interessati al tema della cooperazione con l'università somala. 

Questi i nomi dei componenti della delegazione:

1. Ahmed Faghi Elmi, Presidente della Comunità somala

2. Abdullahi Omar Abshir, Vicepresidente del Parlamento della Repubblica Federale Somala

3. Nura Mustaf Mukhtar Guudow, Viceministro dell’Educazione, della Cultura e dell’Istruzione Superiore della Repubblica Federale Somala

4. Hassan Osman Gacal, Rettore Università Nazionale Somala

5. Ibrahim Gure Mohamed, Direttore del Dipartimento della Diaspora Somala del Ministero degli Affari Esteri

6. Ismail Yusuf Osman, Presidente dell’Accademia di Scienze, Cultura e Arte Somala

7. Khalid Mao Abdulkadir, Docente dell’Università Nazionale Somala

8. Salim Alio Ibro, Deputato somalo

9. Aues Scek, Membro del consiglio di amministrazione della Banca centrale della Somalia

10. Edna Moallim Abdulkadir, Associazione AMEB Mother & Child Care

11. Bashir Osman Ahmed, Comunità somala

12. Dahir Ali, Comunità somala

13. Bashir Abdulle, Comunità somala

14. Lorenzo Dugulin, Comunità somala

15. Ahmed Mohamed, giornalista somalo

16. Mohamed Roberto degli Espositi, giornalista somala

 Presente anche il giornalista RAI Paolo di Giannantonio

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Presenti rappresentanti delle principali realtà accademiche, politiche e culturali somale
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Il Dipartimento di Fisica UniTS alla Columbia University di New York

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Il workshop "Scienza e tecnologia quantistica: dove siamo, dove siamo diretti" e l’evento pubblico "Vivere in un mondo quantistico" sono organizzati il 18 e 19 aprile all’Accademia italiana della Columbia University di New York dal Dipartimento di Fisica UniTS.

Organizzati in occasione del Centenario dell’Università di Trieste, gli eventi testimoniano l’eccellenza raggiunta dall’ateneo giuliano nello studio di uno dei settori della scienza attualmente più strategici.

Curati dai proff. Angelo Bassi, Fabio Benatti, Alberto Morgante (Former Fellow e attuale membro del Comitato Esecutivo dell'Accademia Italiana, Columbia University), Francesco Scazza e Andrea Trombettoni, i due eventi propongono gli interventi di alcuni dei maggiori esperti di tematiche quantistiche.

In particolare, il workshop aperto alla comunità accademica presenterà lo stato dell'arte e le direzioni future della ricerca nel campo della scienza e delle tecnologie quantistiche 

La tavola rotonda aperta a tutti, invece, esplorerà le implicazioni scientifiche, filosofiche e sociali della fisica e delle tecnologie quantistiche proponendo le riflessioni di Katiuscia Cassemiro, Chief Editor of PRX Quantum - American Physical Society (APS Physics), Anna Grassellino, Director of the SQMS (Superconducting Quantum Materials and Systems) Center at Fermilab, Philip Kim, Professor of Physics and of Applied Physics, Harvard University e Robert Konik, Chair of the Condensed Matter Physics and Materials Science Division, Brookhaven National Laboratory. Modera Robert Henderson, giornalista del The Wall Street Journal.

Sponsor dei due incontri, oltre all’Università di Trieste, anche The Italian Academy for Advanced Studies in America, National Institute of Nuclear Physics (INFN), National Research Council (CNR).

L'Accademia d'Italia della Columbia University è un centro di ricerca di primo piano a livello mondiale nel campo delle scienze umane e scientifiche, fondato nel 1991 sulla base di un accordo tra Columbia University e la Repubblica Italiana. Il suo impegno principale è promuovere studi interdisciplinari innovativi. Presidente onorario è il Presidente della Repubblica Italiana. 

 

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Workshop e tavola rotonda con alcuni dei maggiori esperti mondiali
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BeSENSHome: Sensori applicati ad ambienti sensibili. Spazi inclusivi dove è normale essere speciali

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Giunto a conclusione il progetto Interreg Italia-Austria SENSHOME, l’Università degli Studi di Trieste ha ottenuto un nuovo finanziamento dall’Unione Europea per proseguire gli studi iniziati, rafforzare le capacità di ricerca e innovazione e sviluppare l’introduzione di tecnologie avanzate, di know-how e di buone pratiche sul tema dell’architettura per persone con disabilità cognitive.

E’ questo infatti l’obiettivo specifico del nuovo progetto Interreg Italia-Austria BeSENSHome: Sensori applicati ad ambienti sensibili. Spazi inclusivi dove è normale essere speciali.

Nell’ambito del progetto BeSENSHome verranno appositamente implementati sistemi innovativi avanzati e reti di sensori smart atti a garantire il comfort ambientale all'interno di residenze, centri diurni, luoghi di lavoro e strutture che ospitano persone con disabilità neurocognitive. Per raggiungere questo obiettivo innovativo, è necessario che tali sistemi consentano una accurata personalizzazione basata sui bisogni degli occupanti, definendo una strategia che ponga gli individui al centro e il controllo dell'ambiente costruito. Grazie all'intelligenza artificiale accoppiata alla rete di sensori, l'ambiente sarà in grado di apprendere le preferenze o i requisiti dell'occupante, identificandone le condizioni di stress, regolando le condizioni ambientali e avvertendo eventuali assistenti nel caso sia necessario il loro intervento, prima che si presentino eventuali condizioni potenzialmente pericolose. L’inserimento di tale rete di sensori negli arredi di diversi ambienti sarà curato architettonicamente nei minimi dettagli per garantirne l’integrazione ottimale in contesti esistenti. Per raggiungere questi obiettivi e rendere il sistema il più possibile utile e facile da usare, nel corso del progetto sarà adottato un approccio di ricerca e di progettazione partecipativo.

Le potenzialità del sistema sviluppato saranno quindi messe alla prova, applicando le tecnologie in modo discreto e non visibile in ambienti in cui le persone neurodivergenti e i loro familiari/caregiver necessitano di un supporto rispetto a tutti i tipi di problemi che si trovino ad affrontare nella vita quotidiana.

Questo supporto sarà potenziato dallo studio di soluzioni architettoniche per gli spazi: la scelta adeguata dei materiali per gli arredi e i rivestimenti, l'ingresso della luce e i dispositivi di oscuramento della luce faciliteranno la vista, la tattilità e il comfort all'interno dei vari ambienti. Gli spazi scelti saranno indagati anche dal punto di vista acustico, visivo e termoigrometrico sia per ottimizzare il funzionamento dei sensori ambientali sia per studiarne l'adeguato posizionamento al fine di garantire la privacy, aumentare l'autonomia abitativa, riadattare gli ambienti di vita quotidiana per renderli più inclusivi e sicuri.

Responsabile scientifico UNITS è Giuseppina Scavuzzo, Professoressa associata in Composizione architettonica e urbana, Coordinatrice del Corso di Studi in Architettura del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste.

Tra i partner di progetto: Libera Università di Bolzano (lead partner), Università degli Studi di Trieste, Kärnten University of Applied Sciences, Eureka system s.r.l., Fondazione Progettoautismo FVG onlus, MCI Management Center Innsbruck GmbH.

 BeSENSHome   

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