Capodanno in Antartide per due docenti UniTS Read more about Capodanno in Antartide per due docenti UniTS Immagine Antartide (6).jpg Data notizia Thu, 02/01/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Ricerca Destinatari canale Ricerca Testo notizia Due docenti del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, il genetista Alberto Pallavicini e lo zoologo marino Piero Giulio Giulianini, hanno trascorso un Natale e un Capodanno decisamente alternativi alla Stazione antartica Mario Zucchelli.Ovviamente non si tratta di un’originale vacanza sulla neve, ma di una missione che i due docenti UniTS stanno conducendo nell’ambito del progetto DIMANT, finanziato dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), con l’obiettivo di studiare i meccanismi immunitari delle specie marine del Mare di Ross.Pallavicini e Giulianini hanno raggiunto la base scientifica italiana lo scorso 20 dicembre, dopo una sosta prolungata in Nuova Zelanda dovuta alle avverse condizioni meteorologiche che non consentivano un approdo sicuro sul continente antartico. Le attività programmate della missione seguono un ritmo abbastanza serrato e anche il primo giorno dell’anno nuovo i due ricercatori hanno svolto un’uscita in mare per la raccolta di campioni da analizzare.Il progetto DIMANT, infatti, mira a comprendere come spugne, anemoni, molluschi bivalvi e pesci, organismi che svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema antartico, rispondano alle crescenti minacce ambientali. Il gruppo di ricerca sta isolando e analizzando gli immunociti – cellule responsabili delle risposte immunitarie – per comprenderne la reattività a temperature sottozero e a patogeni emergenti. Infatti, la crescente presenza umana in Antartide, dovuta a molteplici attività come turismo, ricerca scientifica e pesca, sta intensificando il rischio di introduzione di nuovi patogeni, oltre ad amplificare gli effetti dell’aumento delle temperature globali. Questo scenario rappresenta una sfida completamente nuova per la fauna marina locale, che deve adattarsi rapidamente a un ambiente sempre più mutevole.I campioni biologici raccolti saranno successivamente sottoposti a indagini citologiche e genetiche avanzate per identificare le molecole e i recettori coinvolti nelle difese immunitarie. I risultati potranno offrire strumenti preziosi per monitorare e prevedere l’impatto dei cambiamenti climatici e delle nuove patologie sull’ecosistema marino antartico.Alberto Pallavicini e Piero Giulianini hanno davanti ancora quattro settimane di lavoro tra ghiacci, pinguini e uccelli polari prima di concludere la missione.Le missioni italiane in Antartide sono condotte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la parte scientifica, dall’ENEA per la logistica e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione della nave rompighiaccio Laura Bassi.La missione legata al progetto DIMANT fa parte della 40ª spedizione italiana in Antartide, che in questi mesi sta coinvolgendo complessivamente circa 240 tra ricercatori e tecnici, impegnati in diversi progetti interdisciplinari. Gli studi spaziano dalla biologia marina alla climatologia, fino alla ricerca sui sistemi glaciali e sui cambiamenti climatici globali. Le attività si svolgono, oltre che alla Stazione Mario Zucchelli che attualmente ospita i due docenti dell’Università di Trieste, alla stazione Concordia e a bordo della Laura Bassi. Abstract Alberto Pallavicini e Piero Giulianini sono in missione alla Stazione Zucchelli nell’ambito del progetto DIMANT Mostra nel diario Off Fotogallery
Piscine di acqua di mare o piscine di acqua dolce per il trattamento di malattie della pelle e condizioni reumatiche? Read more about Piscine di acqua di mare o piscine di acqua dolce per il trattamento di malattie della pelle e condizioni reumatiche? Immagine Talassoterapia.jpg Data notizia Tue, 24/12/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Territorio e società Testo notizia Uno studio condotto dal Prof. Luca Cegolon, docente dell’Università di Trieste e ricercatore presso ASUGI, in collaborazione con il Prof. Giuseppe Mastrangelo dell’Università di Padova, ha approfondito i benefici delle piscine con acqua di mare rispetto a quelle tradizionali per il trattamento di malattie della pelle e condizioni reumatiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Water, evidenzia come l’acqua salata possa rappresentare un’importante risorsa terapeutica.L'acqua salata è utilizzata da secoli per alleviare vari disturbi, e oggi il suo uso è alla base di trattamenti come la talassoterapia, che sfrutta l'interazione controllata con ambienti marini, incluso il sole. Questo tipo di terapia è particolarmente indicato per chi soffre di psoriasi, dermatite atopica o condizioni reumatiche come la fibromialgia.La combinazione di esposizione all’acqua di mare e alla luce solare – una componente chiave della talassoterapia – è particolarmente efficace nel ridurre i sintomi di malattie infiammatorie croniche della pelle, come la psoriasi e la dermatite atopica, oltre che di condizioni reumatiche come la fibromialgia e la spondilite anchilosante.Per chi soffre di psoriasi, i benefici derivanti dall’immersione in acqua di mare, combinata con l’esposizione al sole, possono durare fino a tre mesi. Studi sperimentali hanno dimostrato che trattamenti di sei settimane con acqua salata e raggi UVB sono più efficaci rispetto all’uso di sola acqua dolce o alla semplice esposizione ai raggi UV.Infine, un importante trial clinico, che ha coinvolto oltre 1200 pazienti in 102 cliniche dermatologiche, ha confermato che i bagni di acqua salata seguiti da UVB offrono risultati comparabili alle terapie consolidate, come i bagni PUVA, tradizionalmente utilizzati per trattare la psoriasi. Abstract Lo studio, condotto da UniTS in collaborazione con ASUGI e Università di Padova, ha evidenziato come l’acqua salata possa rappresentare un’importante risorsa terapeutica Mostra nel diario Off
Osservatorio delle filiere marittime FVG: il ruolo del DEAMS di UniTS Read more about Osservatorio delle filiere marittime FVG: il ruolo del DEAMS di UniTS Immagine Osservatorio_Marino.png Data notizia Mon, 16/12/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Territorio e società Testo notizia Il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche (DEAMS) ha collaborato con Mare FVG nella pubblicazione del primo report “OSSERVATORIO DELLE FILIERE MARITTIME FVG - Innovazione, sostenibilità e competenze”.Il Rapporto consente di analizzare il posizionamento del settore marittimo regionale – composto da 1350 aziende – nel contesto italiano, europeo e internazionale, evidenziando la distribuzione delle imprese nelle filiere marittime del valore dei singoli prodotti e servizi, e l’orientamento nell’innovazione e verso la sostenibilità.L’analisi condotta dal DEAMS ha incluso la progettazione di uno strumento di auto-valutazione della sostenibilità basato sui criteri ESG (Environmental, Social, Governance) e l’elaborazione di nove interviste, realizzate in collaborazione con Mare FVG, a imprese del settore. Le interviste hanno approfondito temi cruciali come le sfide tecnologiche e di mercato, l’evoluzione delle competenze e i percorsi di sostenibilità già avviati.I risultati dell’indagine rivelano che un quarto delle aziende del campione è già attivo nel campo della sostenibilità, distinguendosi per certificazioni, investimenti, sviluppo di competenze professionali e monitoraggio della catena del valore. Oltre il 40% ha intrapreso un percorso verso lo sviluppo sostenibile, mentre circa il 30% deve ancora attrezzarsi per affrontare le sfide ESG.Un aspetto cruciale riguarda le competenze interne: tre quarti delle imprese non hanno ancora formalizzato una figura dedicata alla sostenibilità, un elemento che sarà strategico nei prossimi anni per affrontare la crescente attenzione su questi temi. Infine, quasi il 70% delle imprese ha adottato pratiche di sostenibilità rivolte ai dipendenti, sottolineando il ruolo cruciale delle risorse umane nei processi aziendali e confermando attrazione e retention come priorità strategiche per il futuro. Le interviste, condotte sia con PMI che con grandi aziende, confermano la rilevanza delle tematiche ambientali e dell’attenzione alle persone, evidenziando la necessità di un approccio integrato per affrontare le sfide del settore.Il Rapporto, realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, è frutto della collaborazione tra mareFVG, Area Science Park e DEAMS – Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Trieste. A supporto di questo studio, sono stati utilizzati i dati della piattaforma M.IND (Maritime Industry, di mareFVG), raccolti anche grazie al contributo iniziale del sistema camerale e dell’associazionismo datoriale regionale, della piattaforma Innovation intelligence FVG di Area Science Park e dalle banche dati di ModeFinance. Abstract Il report rivela che il 40% delle imprese del settore ha avviato un percorso di sviluppo sostenibile Mostra nel diario Off
Event Horizon Telescope: osservato un raro brillamento gamma da M87, coinvolta anche UniTS Read more about Event Horizon Telescope: osservato un raro brillamento gamma da M87, coinvolta anche UniTS Immagine Screenshot 2024-12-13 091112.png Data notizia Fri, 13/12/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Studenti Internazionali - Degree Seeker Testo notizia La collaborazione scientifica internazionale Event Horizon Telescope (EHT), di cui fa parte anche un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, ha osservato e studiato a diverse lunghezze d’onda uno spettacolare brillamento (“flare”) proveniente dal potente getto relativistico del buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier 87 (M87*) soggetto della prima “foto” di un buco nero. Lo studio, coordinato dal gruppo EHT-MWL e in collaborazione con istituzioni come INAF, INFN e ASI, è stato accettato per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Astronomy & Astrophysics.L’evento è stato documentato durante la seconda campagna di osservazione di EHT nell’aprile 2018, coinvolgendo oltre 25 telescopi terrestri e spaziali e raccogliendo dati a diverse lunghezze d’onda. Per la prima volta dal 2010 è stato rilevato un brillamento gamma ad altissime energie, fino a migliaia di miliardi di elettronvolt, durato circa tre giorni. “Siamo stati fortunati a rilevare un brillamento di raggi gamma da M87* durante la campagna multi-lunghezza d’onda dell’Event Horizon Telescope. Le osservazioni ci offriranno ulteriori approfondimenti e un'incredibile opportunità per investigare la fisica attorno al buco nero supermassiccio M87*, spiegando la connessione tra il disco di accrescimento e il getto emesso, nonché l’origine e i meccanismi responsabili dell’emissione di fotoni di raggi gamma”, commenta Giacomo Principe, autore principale dell’articolo, ricercatore UniTS e associato INAF e INFN.Il getto relativistico, esteso su dimensioni che superano di milioni di volte quelle dell’orizzonte degli eventi del buco nero, è stato osservato con telescopi di punta come Fermi-LAT, MAGIC e H.E.S.S. Francesco Longo, responsabile del gruppo di Astrofisica Gamma per l’Università e l’INFN di Trieste, afferma: “Le osservazioni effettuate simultaneamente su diverse lunghezze d’onda sono fondamentali per l’astrofisica contemporanea. La disponibilità di uno strumento come Fermi-LAT, capace di monitorare continuamente il cielo in banda gamma, è fondamentale per individuare fenomeni rari, come il flare gamma proveniente da M87. Inoltre, gli strumenti gamma da Terra, capaci di osservare il cielo alle energie più elevate, consentono di studiare con maggiore sensibilità il meccanismo di emissione delle sorgenti gamma”.I dati pubblicati nell’articolo mostrano anche una variazione significativa nell’angolo di posizione dell’asimmetria dell’anello (il cosiddetto “orizzonte degli eventi” del buco nero), contribuendo a risolvere interrogativi scientifici come l’origine dei raggi cosmici e la formazione dei getti relativistici. Principe conclude: “Queste osservazioni possono far luce su alcuni principali quesiti dell’astrofisica tuttora ancora irrisolti: come vengono originati i potenti getti relativistici che vengono osservati in alcune galassie? Dove vengono accelerate le particelle responsabili dell’emissione dei raggi gamma? Quale fenomeno le accelera fino a energie del TeV (migliaia di miliardi di elettronvolt)? Qual è l’origine dei raggi cosmici?”Lo studio completo è disponibile qui : “Broadband Multi-wavelength Properties of M87 during the 2018 EHT Campaign including a Very High Energy Flaring Episode” Abstract Lo studio, coordinato dal gruppo EHT-MWL e in collaborazione con INAF, INFN e ASI, contribuirà a risolvere interrogativi come l’origine dei raggi cosmici Mostra nel diario Off
Scoperti segni di comportamento intenzionale nella tarma della farina Read more about Scoperti segni di comportamento intenzionale nella tarma della farina Immagine Chiandetti_Tarma.png Data notizia Thu, 12/12/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Futuri studenti Studenti iscritti Post lauream Studenti Internazionali - Degree Seeker Testo notizia Un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, in collaborazione con il CIMeC (Centro Interdipartimentale Mente – Cervello) dell’Università di Trento, ha individuato segni di comportamento intenzionale nella larva di insetto, tradizionalmente ritenuta guidata esclusivamente da riflessi agli stimoli esterni. I risultati dello studio, pubblicato su Scientific Reports (Nature Group), pongono interessanti interrogativi circa i criteri di attribuzione dell’intenzionalità alle diverse specie animali, quanto lontano ci si possa spingere – filogeneticamente e a livello di complessità del sistema neurale – e fin dove si possano ravvisare forme di volontarietà.I ricercatori, in particolare, hanno studiato larve di coleottero Tenebrio molitor: conosciuto anche come tarma della farina, è il primo insetto a essere stato ufficialmente approvato per la commercializzazione in Europa come fonte proteica alternativa, accessibile, sostenibile e vantaggiosa rispetto a quelle tradizionali, come la carne e il pesce.Cinzia Chiandetti, professore associato di neuroscienze cognitive presso il Dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste e responsabile del Laboratorio di Cognizione Animale: “Come indicano i risultati, questi animali possiedono un livello di capacità cognitive superiore a quello intuito e ipotizzato in precedenza; pur non implicando che tutto il comportamento della larva sia intenzionale, ne sottolineano la complessità della vita mentale. Rivelano, cioè, che queste larve di insetto – tradizionalmente considerate automi, creature cioè che non sarebbero in grado di compiere azioni volontarie, ma che si limiterebbero a rispondere agli stimoli esterni attraverso i riflessi – sono capaci di processi decisionali articolati, sono in grado di valutare diverse opzioni, di ponderare costi e benefici e scegliere quale azione compiere, dimostrando flessibilità per raggiungere i risultati desiderati. Forti di una sensibilità cambiata e aumentata nel pubblico generalista rispetto a temi quali inquinamento e impatto ambientale degli allevamenti intensivi, anti-specismo, sfruttamento degli animali, ci auguriamo che questa scoperta possa contribuire a influenzare atteggiamenti virtuosi negli esseri umani”.In un labirinto 3D a Y, stampato appositamente per l’animale (come da figura), il gruppo di ricerca ha addestrato le larve di coleottero Tenebrio molitor a preferire un braccio all’altro per avere accesso al cibo, osservando la loro capacità di imparare e, dunque, di dirigersi verso il lato associato alla ricompensa. Nella seconda fase dello studio, i ricercatori hanno applicato il cosiddetto “paradigma della svalutazione del rinforzo”: in un ambiente diverso, hanno cioè accoppiato al cibo uno stimolo avverso, inasprendolo con l’aggiunta di limone. In un terzo e ultimo stadio, le larve sono state nuovamente testate nel labirinto a Y, per valutare la loro disponibilità a scegliere il ramo target in cui avevano ricevuto la ricompensa alimentare durante l’addestramento iniziale. Quello che è emerso è che, dopo la svalutazione della ricompensa, le larve hanno ridotto significativamente le visite al ramo bersaglio: si sono, cioè, formate una rappresentazione mentale della relazione azione-conseguenza, dimostrando un controllo flessibile delle azioni per ottenere risultati desiderati ed evitarne di spiacevoli.***************************Studio completo pubblicato su Scientific ReportsGoal-directed behavior in Tenebrio molitor larvae Abstract Un gruppo di ricercatori UniTS, in collaborazione con l’Università di Trento, ha individuato segni di comportamento intenzionale nella larva di insetto, aprendo interessanti interrogativi circa i criteri di attribuzione dell’intenzionalità alle diverse specie animali Mostra nel diario Off
Primo PHD Innovation Award: i vincitori Read more about Primo PHD Innovation Award: i vincitori Immagine Progetto senza titolo (13).png Data notizia Mon, 02/12/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Studiare Destinatari target Post lauream Territorio e società Testo notizia Sono cinque di Dottori di Ricerca UniTS premiati con 3.000 euro ciascuno all’edizione inaugurale di PHD Innovation Award, il premio pensato per celebrare, nell’anno del Centenario, il merito, l’innovazione e la creatività dei giovani scienziati.Si tratta di:Francesco Armillotta, Corso di Dottorato in Fisica, con una tesi dal titolo “Mono and Bi-metallic Tetra Pyridyl Porphyrin Monolayers from Uhv to Near – Ambient Conditions”, relatore Erik Vesselli;Beatrice Bartolomei, Corsi di Dottorato in Nanotecnologie, con una tesi su “Carbon Nanodots: from Purification Strategies to Multifunctional Materials”, relatore Maurizio Prato e coordinatore Alberto Morgante;Luca Grisetti, Corso di Dottorato in Biomedicina Molecolare, con una tesi dal titolo “The role of Aurora Kinase A in the Development of Hepatocellular Carcinoma and in the Regulation of Programmed Death – Ligand 1”, relatori Claudio Tiribelli e Devis Pascut, coordinatore Germana Meroni;Silvia Mauri, Corso di Dottorato in Nanontecnologie, con tesi su “Operando Soft X – Ray Absorption Spectroscopy Applications for the Investigation of Surface Reactivity of Heterogeneous Catalysts for Methanol Valorization”, relatore Piero Torelli, coordinatore Alberto Mogante;ePaola Tesolin, Corso di Dottorato in Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo, con una tesi su “Phenotypic High Throughput Screening Highlights Promising Molecules for the Treatment of SLC7A8 Dependent Age – Related Hearing LO”, relatori Paolo Gasparini e Giorgia Girotto, coordinatore Paolo Gasparini.Riguardo il bando del primo PHD Innovation Award, da sottolineare l’eccezionale risposta dei candidati: su 220 aventi diritto, ben 95 studenti hanno presentato domanda (56% donne) dimostrando fiducia nell’eccellenza del proprio lavoro. La cerimonia di premiazione è stata preceduta dai saluti del Rettore Roberto Di Lenarda, del Direttore della Scuola di Dottorato UniTS Alessandro Baraldi e dagli interventi dei tre commissari esterni del premio: Maurizio Manzin, Ordinario dell’Università di Trento, con un intervento sul tema “Innovazione e tecnoscienza nell’era del post-pensiero”, Silvia Gross, Ordinario dell’Università di Padova con “La chimica tra passato, presente e futuro: uno strumento versatile per la transizione verde” e Anna Cereseto, Ordinario dell’Università di Trento su “La rivoluzione dell’editing genomico nelle scienze della vita: dalle terapie avanzate al nuovo agrifood”.“Negli ultimi anni, UniTS ha dimostrato un impegno costante nel rafforzare la formazione di terzo livello. Dal 2019/2020 abbiamo aumentato significativamente il numero di borse di studio finanziate direttamente dall’Ateneo, raggiungendo quasi 200 posti nell’ultimo bando per i 13 corsi di dottorato di ricerca – ha sottolineato il prof. Baraldi - Non solo abbiamo incrementato il numero di posti disponibili, ma abbiamo anche registrato un aumento del grado di attrattività dei nostri corsi. Quest’anno, per il 40° ciclo di dottorato, le domande di iscrizione hanno superato le mille unità, segnando un incremento del 21% rispetto all’anno precedente e del 53% rispetto a due anni fa”. Nella foto: Il prof. Alessandro Baraldi con i tre vincitori presenti alla premiazione Abstract La prima edizione premia cinque Dottori di Ricerca con tesi di eccellenza Mostra nel diario Off Fotogallery
Scoperto l'uso rituale di sostanze psicotrope nell'antico Egitto Read more about Scoperto l'uso rituale di sostanze psicotrope nell'antico Egitto Immagine Screenshot 2024-11-26 105806.png Data notizia Tue, 26/11/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Studiare Ricerca Destinatari target Futuri studenti Studenti iscritti Post lauream Studenti Internazionali - Degree Seeker Testo notizia Per la prima volta sono state scoperte prove dirette dell’uso di sostanze psicotrope nei rituali dell’antico Egitto tolemaico: i ricercatori hanno, infatti, svelato dettagli invisibili a occhio nudo all’interno di un vaso rituale risalente a oltre 2.000 anni fa. Lo studio, coordinato da Enrico Greco, professore di chimica dell’ambiente e dei beni culturali presso l’Università di Trieste, con la collaborazione fra il Tampa Museum of Art e la University of South Florida, l’Università di Milano ed Elettra Sincrotrone Trieste, è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports (Nature Group) e supportato dal Consorzio Europeo di Infrastrutture di Ricerca CERIC-ERIC. Basato su prove scientifiche dirette, lo studio rappresenta il primo esempio documentato dell’uso intenzionale di psichedelici nei rituali egizi per indurre visioni oniriche, stati meditativi e comunicazione con il divino e dimostra una conoscenza sofisticata degli antichi egizi delle risorse naturali e dei loro effetti sulla mente umana. Sebbene, infatti, in passato fossero state avanzate ipotesi basate su iconografia e testi, questa ricerca fornisce una prova fisica concreta. I risultati, inoltre, collegano queste pratiche a tradizioni più ampie del Mediterraneo e del Vicino Oriente, suggerendo scambi culturali che hanno influenzato il sapere rituale e medico delle antiche civiltà.Enrico Greco, professore di chimica dell’ambiente e dei beni culturali presso l’Università di Trieste e coordinatore dello studio, sottolinea: “Questa scoperta è stata possibile solo grazie a un approccio altamente multidisciplinare:combinando tecniche scientifiche all’avanguardia con l’analisi culturale, linguistica e storica, abbiamo ottenuto informazioni che l’archeologia tradizionale da sola non avrebbe potuto fornire. Questo sottolinea la forza della collaborazione interdisciplinare nel risolvere i misteri dell’antichità.”La ricerca è stata realizzata con tecniche scientifiche avanzate: proteomica, metabolomica, spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier accoppiata alla luce di sincrotrone (SR µ-FTIR) e metabarcoding del DNA vegetale. Chiaramaria Stani, ricercatrice CERIC-ERIC presso la linea SISSI di Elettra Sincrotrone Trieste, sottolinea: “Queste analisi hanno permesso di identificare il contenuto cerimoniale del vaso, nonostante le tracce residue fossero minime, ma ben conservate nelle porosità della ceramica”.Il vaso è decorato con la testa del dio egizio Bes, una divinità grottesca, ma dalla natura benevola, spesso utilizzata come amuleto protettivo della casa. Lo studio ha permesso di attribuire alla divinità anche un ruolo mistico, legato a stati alterati di coscienza e a rituali divinatori. Esistono circa altri dodici vasi raffiguranti il dio Bes. Nel miscuglio analizzato sono state rilevate tracce di Peganum harmala (ruta siriana), Nymphaea nouchali var. caerulea (ninfea azzurra) e una pianta del genere Cleome, tutte note per le loro proprietà psicotrope o medicinali. Tali sostanze erano combinate con liquidi fermentati o altri ingredienti come miele o pappa reale. Inoltre, l’analisi ha rivelato la presenza di fluidi umani, come sangue e proteine delle mucose, suggerendo che il vaso fosse utilizzato in rituali simbolici e trasformativi, probabilmente legati alla fertilità femminile, attraverso il raggiungimento di stati alterati di coscienza. ***************************Studio pubblicato su Scientific ReportsMultianalytical investigation reveals psychotropic substances in a ptolemaic Egyptian vase Davide Tanasi1, Branko F. van Oppen de Ruiter2, Fiorella Florian3, Radmila Pavlovic4,5, Luca Maria Chiesa4, Igor Fochi6, Chiaramaria Stani7, Lisa Vaccari8, Dale Chaput9, Giorgio Samorini10, Alberto Pallavicini3, Sabrina Semeraro11, Anastasia Serena Gaetano11, Sabina Licen11, Pierluigi Barbieri11 & Enrico Greco11 Department of History, University of South Florida, 4202 E Fowler Ave, Tampa, FL, 33620, USTampa Museum of Art, 120 W Gasparilla Plaza, Tampa, FL, 33602, USDepartment of Life Sciences, University of Trieste, via Licio Giorgieri 5, Trieste, 34127, ItalyDepartment of Veterinary Medicine and Animal Science, University of Milan, via dell’Università 6, Lodi, 26900, ItalyProMeFa, San Raffaele Scientific Institute, via dell’Olgettina 60, Milan, 20132, ItalyThermo Fisher Scientific S.p.A., Rodano, Milan, 20090, ItalyCERIC-ERIC, S. S. 14 - km 163,5 in AREA Science Park, Basovizza, Trieste, 34149, ItalyElettra-Sincrotrone Trieste S.C.p.A., S.S. 14 - km 163,5 in AREA Science Park, Basovizza, Trieste, 34149, ItalyDepartment Molecular Biosciences, University of South Florida, Tampa, FL, 33620, USAIndependent Researcher, Bologna, ItalyDepartment of Chemical and Pharmaceutical Sciences, University of Trieste, via Licio Giorgieri 1, Trieste, 34127, Italy Abstract La scoperta ridefinisce la comprensione della spiritualità dell’antico Egitto e sottolinea l’importanza di approcci innovativi e multidisciplinari nella scienza archeologica Mostra nel diario Off Periodo di permanenza in Magazine Thu, 28/11/2024 - 12:00 - Thu, 19/12/2024 - 12:00
UniTS guida il progetto MODERN: al via nuove tecnologie per la sismologia applicata Read more about UniTS guida il progetto MODERN: al via nuove tecnologie per la sismologia applicata Immagine KickOff_Progetto_FISA.jpg Data notizia Fri, 22/11/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Enti e aziende Testo notizia Si è tenuto il Kick-Off del progetto MODERN (“Advanced SeisMic InterferOmetry MethoDs and TechnologiEs for EngineeRiNg Seismology”), finanziato dal Fondo italiano per le scienze applicate (FISA) e coordinato dal professor Stefano Parolai del Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGE) dell’Università di Trieste.MODERN mira a colmare il divario tra ricerca scientifica e applicazione pratica nel campo dell’interferometria sismica, sviluppando strumenti innovativi e tecnologie di analisi in tempo reale per i professionisti del settore, le piccole e medie imprese e l’industria. Tra gli obiettivi principali vi sono il miglioramento degli approcci esistenti, con particolare attenzione alla valutazione dell’impatto dei terremoti quasi in tempo reale e al monitoraggio di edifici e infrastrutture, e la realizzazione di dispositivi ad hoc per l’implementazione di soluzioni più accessibili e pratiche.Il progetto coinvolge una rete di partner di eccellenza, tra cui l’Università di Catania, l’Universitàdi Napoli Federico II, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IMAA) e le aziende Ad.eL s.r.l. e TME s.r.l. Abstract L’iniziativa, finanziata dal Fondo italiano per le scienze applicate (FISA), è coordinata dal professor Stefano Parolai del Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGE) Mostra nel diario Off
Intrappolare singoli atomi metallici nella rete del grafene: studio UniTS su Science Advance Read more about Intrappolare singoli atomi metallici nella rete del grafene: studio UniTS su Science Advance Immagine Img_Grafene.jpg Data notizia Mon, 11/11/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Studiare Ricerca Destinatari target Futuri studenti Studenti iscritti Post lauream Testo notizia Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances, presenta un metodo semplice e innovativo per realizzare nuovi materiali che associano le straordinarie proprietà manifestate da singoli atomi metallici con la robustezza, flessibilità e versatilità del grafene.Il grafene è un materiale costituito da una rete bidimensionale di carbonio scoperto nel 2004 che ha avuto un enorme impatto sulla comunità scientifica, portando già nel 2010 all’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica ai suoi scopritori.Il metodo proposto consiste nel depositare in modo controllato atomi metallici, come il cobalto, durante la formazione dello strato di grafene su una superficie di nichel. Alcuni di questi atomi vengono incorporati nella rete di carbonio del grafene, creando un materiale con proprietà eccezionali di robustezza, reattività e stabilità anche in condizioni critiche.Il nuovo materiale può essere staccato dal substrato mantenendo la sua struttura originale ed è quindi potenzialmente utilizzabile in applicazioni nell’ambito della catalisi, della spintronica e dei dispositivi elettronici.Il lavoro presentato è frutto di una collaborazione internazionale tra ricercatori del CNR - Istituto Officina dei Materiali, dell’Università di Trieste, dell’Università Milano Bicocca e dell’Università di Vienna.Afferma Giovanni Comelli, UniTS: “L’apporto di competenze diverse e complementari è stato decisivo per dimostrare l’efficacia di questo approccio, semplice e potente al tempo stesso.”Cristina Africh (CNR-IOM): “È un risultato ancora preliminare, ma già molto promettente, frutto di un’idea originale nata nel nostro laboratorio che all’inizio sembrava irrealizzabile.”Cristiana Di Valentin (Università Di Milano Bicocca): “Abbiamo applicato questo metodo per intrappolare atomi di nichel e cobalto, ma i nostri calcoli dicono che l’uso si potrà estendere ad altri metalli per applicazioni diverse.”Conclude Jani Kotakoski (Università di Vienna): “Abbiamo dimostrato che questo materiale sopravvive anche a condizioni critiche, inclusi gli ambienti elettrochimici utilizzati per le applicazioni in celle a combustibile e batterie.”Articolo pubblicato articoloV. Chesnyak, D. Perilli, M. Panighel, A. Namar, A. Markevich, T. An Bui, A. Ugolotti, A. Farooq, M. Stredansky, C. Kofler, C. Cepek, G. Comelli, J. Kotakoski, C. Di Valentin, C. Africh. Scalable bottom-up synthesis of Co-Ni–doped graphene. Science Advances vol, issue (2024). DOI: https://doi.org/10.1126/sciadv.ado8956 Abstract Frutto della collaborazione con CNR-IOM, Università di Milano – Bicocca e Università di Vienna Mostra nel diario Off
Premi Lincei: Stefano Borgani riceve il riconoscimento per i suoi studi di Cosmologia Read more about Premi Lincei: Stefano Borgani riceve il riconoscimento per i suoi studi di Cosmologia Immagine Immagine WhatsApp 2024-11-08 ore 12.30.04_571f744d.jpg Data notizia Fri, 08/11/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Studenti iscritti Post lauream Studenti Internazionali - Degree Seeker Territorio e società Testo notizia Il prof. Stefano Borgani, docente di Cosmologia a UniTS e associato all'INAF con incarico di ricerca, ha ricevuto il prestigioso Premio Internazionale “Prof. Luigi Tartufari” dell’Accademia dei Lincei.Il riconoscimento è conferito a studiosi di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali che si sono distinti con ricerche innovative e attività rilevanti. Questa la motivazione: “La sua ricerca in ambito cosmologico spazia dallo studio della struttura su grande scala dell'Universo per vincolare modelli di Materia Oscura ed Energia Oscura, alla descrizione della formazione ed evoluzione di strutture cosmiche tramite l'utilizzo di simulazioni numeriche basate su metodologie di High Performance Computing. I suoi studi sull'applicazione cosmologica degli ammassi di galassie sono stati tra i primi in assoluto ad evidenziare il ruolo di tali oggetti per la cosmologia di precisione e, allo stesso tempo, hanno evidenziato per la prima volta la necessità di comprendere a fondo le proprietà fisiche degli ammassi di galassie al fine di poter sfruttare appieno le loro potenzialità per le applicazioni cosmologiche”.«Stiamo vivendo l’età dell’oro della cosmologia. La quantità e la qualità dei dati che stiamo avendo, in primis dal telescopio spaziale Euclid di ESA, promettono di rivoluzionare la nostra comprensione dell’Universo. Domande sulla natura dell'energia e della materia oscura, e sulle leggi fisiche che descrivono la nascita e l’evoluzione dell’universo, potrebbero finalmente trovare una risposta. La comunità italiana, grazie alla partecipazione di INAF e di vari Istituti ed Università, sta svolgendo un ruolo di primo piano all’interno del Consorzio Euclid. A Trieste in particolare si è creata una stretta collaborazione tra ricercatori del nostro Ateneo, di INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste e SISSA, proprio sull’analisi dei dati Euclid e loro interpretazione attraverso simulazioni basate su calcolo ad alte prestazioni – ha affermato Borgani - sono molto onorato di ricevere questo premio da un’istituzione così prestigiosa come l’Accademia dei Lincei. Mi piace pensare che questo sia un riconoscimento non solo per il sottoscritto, ma anche per i miei stretti collaboratori, coi quali ho condiviso tante avventure di ricerca, nonché per i giovani ricercatori che ho seguito nel corso degli anni e che hanno arricchito la mia vita scientifica.» Abstract Il premio è conferito a studiosi di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali che si sono distinti con ricerche innovative e attività rilevanti Mostra nel diario Off