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Stelutis Alpinis: in Friuli-Venezia Giulia l'astrofisica rilancia il territorio

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Si avvicina alla conclusione il progetto “Stelutis Alpinis. Il Cosmo dalle montagne della Carnia”, un’iniziativa promossa dall’Università di Trieste per unire la divulgazione scientifica alla valorizzazione del territorio montano. Fino al 19 ottobre, l’iniziativa proporrà attività per le scuole e una conferenza pubblica presso l’osservatorio di Zuglio (Udine), chiudendo una fase ricca di eventi e successi.

Il progetto ha coinvolto attivamente la comunità locale e ha ottenuto un’ampia partecipazione, dimostrando come la scienza possa contribuire a rilanciare il territorio, sia a livello culturale che turistico. Affiancato al festival “Luci Celesti/Radici Terrestri”, ha offerto un programma variegato, con installazioni artistiche, spettacoli e percorsi di orienteering stellare che hanno arricchito l’esperienza dei visitatori.

Nella settimana dal 14 al 18 ottobre, le scuole del territorio saranno al centro delle attività. Le classi IV e V dell'Istituto comprensivo “Linussio – Matiz” di Arta Terme e Paluzza parteciperanno alla creazione di un “Almanacco della Nuova Scuola Astrofisica Poetica”, sotto la guida degli artisti del Collettivo L'Amalgama, con un contributo speciale del poeta Bruno Tognolini.

Il progetto culminerà sabato 19 ottobre con una conferenza dal professore di astrofisica all’Università di Trieste e responsabile scientifico del progetto, prof. Alexandro Saro, seguita da un'osservazione astronomica aperta al pubblico.

"Stelutis Alpinis" è stato realizzato grazie al supporto dell'Università di Trieste, con il Dipartimento di Fisica come capofila, nell'ambito del bando per l'Impegno Pubblico e Sociale – Terza Missione.

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UniTS, con il Dipartimento di Fisica, è capofila del progetto
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Eleonora Masiero vince il Best 2023 International Scientific Paper di SIDREA

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L'articolo “The potential of histories as a form of counter-accounting”, pubblicato nel 2023 da Eleonora Masiero, Docente e Ricercatore di Economia Aziendale a UniTS, e da Riccardo Stacchezzini e Alessandro Lai, Professori Ordinari all’Università di Verona, ha vinto il prestigioso premio “Best 2023 International Scientific Paper” conferito dalla Società Italiana dei Docenti di Ragioneria e di Economia Aziendale, SIDREA.

Questo studio esplora l'attività di rendicontazione alternativa, prodotta dal direttore e contabile di un brefotrofio, nel tardo 19° secolo, al fine di sfidare e minare i discorsi dominanti ed evidenziarne le fragilità. Lo studio contribuisce, quindi, alla ricerca critica sulla contabilità rivelando il potenziale dell'indagine genealogica come strumento alternativo e significativo per analizzare e mettere in discussione le assunzioni prevalenti, facendo luce sulle fondamenta storiche e discorsive delle questioni controverse.

Leggi il paper 

 

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Il premio è conferito della Società Italiana dei Docenti di Ragioneria e di Economia Aziendale
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Glioblastoma: Scoperto il Meccanismo che Favorisce la Moltiplicazione delle Cellule Tumorali

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Un team di ricerca internazionale, a cui ha preso parte anche l’Università di Trieste, ha scoperto un meccanismo che potrebbe aprire nuove strade per il trattamento del glioblastoma, un tumore cerebrale particolarmente aggressivo. Lo studio, condotto in collaborazione tra SISSAIOM-CNRUniversità di TriesteOspedale Universitario di UdineUniversità di Udine e GlioGuard S.r.l. e recentemente pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Research, ha messo in luce l’importanza dei flussi di ioni cloruro nella proliferazione delle cellule tumorali.

Nello specifico, la ricerca ha individuato che i cosiddetti “canali del cloro dipendenti dal calcio” sono coinvolti nella regolazione dei flussi di ioni cloruro dentro e fuori la cellula tumorale. Questi canali, agendo come “cancelli”, influenzano direttamente la divisione delle cellule tumorali, favorendo la loro proliferazione. Utilizzando sostanze specifiche per bloccare questi flussi, i ricercatori sono riusciti a fermare la replicazione delle cellule tumorali coltivate in laboratorio, identificando così un potenziale bersaglio per future terapie.

All'interno di questo progetto, il gruppo guidato dalla Prof.ssa Fabrizia Cesca del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste ha studiato l'effetto di inibitori specifici dei canali del cloro, come l’acido niflumico e il carbenossolone, sulla replicazione delle cellule tumorali. Grazie agli esperimenti condotti, è stato dimostrato che queste sostanze sono in grado di rallentare significativamente la divisione cellulare, un risultato che apre la strada a nuove possibilità terapeutiche per il trattamento del glioblastoma.

L’esito della ricerca suggerisce quindi che le correnti ioniche potrebbero essere un bersaglio efficace per lo sviluppo di farmaci innovativi contro il glioblastoma. Tuttavia, data la complessità e l'eterogeneità di questo tipo di tumore, saranno necessari ulteriori studi per verificare l’efficacia di tali terapie nei pazienti.

L'articolo completo è disponibile sul sito AACR Journals al seguente link.

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Studio pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Research
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Le capacità musicali hanno radice biologica: studio su Biology Letters

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I ricercatori del Dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, hanno scoperto che la preferenza delle specie animali, umane e non umane, per i suoni consonanti sarebbe in parte determinata fisiologicamente. L’ipotesi all’origine dello studio, condotto su centotrenta pulcini implumi, è che gli elementi costitutivi delle capacità musicali – di umani e animali – abbiano una radice biologica, condivisa tra specie anche filogeneticamente distanti, e non dipendano già solo dalla cultura e dall’esperienza musicale.

“Ricerche precedenti dell’Università degli Studi di Trieste già avevano condotto alla scoperta della preferenza dei pulcini, come di altre specie, per i cosiddetti intervalli musicali consonanti. Questi ultimi, infatti, sono quelli che più assomigliano al suono prodotto dagli esseri viventi, mentre quelli dissonanti richiamano la minor armonia dei suoni ambientali” spiega Andrea Ravignani, professore ordinario di psicologia generale al Dipartimento di Neuroscienze umane della Sapienza Università di Roma. “Allora non se ne conoscevano le ragioni; oggi, invece, sappiamo – grazie a studi condotti insieme, Università degli Studi di Trieste e Sapienza Università di Roma – che gli intervalli consonanti vengono prodotti in segnali sociali di tipo acustico”.

La ricerca è stata condotta su centotrenta pulcini implumi; una volta schiusi, i pulcini – che non necessitano di alcuna cura parentale, né per sviluppare il repertorio vocale né per deambulare – sono stati allevati per quattro giorni, a coppie, in gabbie rettangolari a temperatura ambiente controllata. 

Per ogni pulcino sono stati registrati in arene insonorizzate i seguenti richiami: di contatto emesso dal pulcino quando prova disagio perché, ad esempio, separato dalla chioccia, di covata emesso in situazioni piacevoli e di cibo emesso quando il pulcino identifica una fonte di cibo redditizia. Questi richiami fanno parte di un complesso codice vocale che i pulcini sviluppano dalla schiusa all’età adulta per comunicare i loro bisogni agli altri conspecifici e per esprimere la natura positiva o negativa di una situazione che stanno vivendo. 

I ricercatori hanno stimolato la produzione di ciascun tipo di richiamo da parte dei pulcini ricreando gradualmente la situazione naturale associata a ciascuno di essi. In particolare, hanno registrato: i richiami di contatto, lasciando soli i pulcini nell’arena vuota dopo averli separati dal compagno di allevamento e dall’oggetto per l’imprinting; i richiami di covata, inserendo un oggetto per l’imprinting al centro dell’arena dopo l’isolamento iniziale; i richiami di cibo, posizionando un piatto di cibo al centro dell’arena dopo aver rimosso l’oggetto per l’imprinting.

Analizzati i picchi minimi e massimi delle frequenze fondamentali e calcolatone il rapporto, lo studio ha rivelato una prevalenza di consonanza perfetta in tutti i tipi di richiamo, a conferma dell’idea che i suoni consonanti siano intrinsecamente presenti nella comunicazione animale. Le sole dissonanze registrate sono state rinvenute in situazioni di particolare distress, quali ad esempio contesti d’isolamento.

“Questa ricerca potrebbe aprire ad applicazioni promettenti: un pulcino che emette un suono con una certa frequenza verosimilmente sta indicando un certo tipo di situazione e oggi sappiamo che i richiami più armonici sono quelli emessi nelle situazioni più piacevoli” spiega Cinzia Chiandetti, professore associato di psicobiologia al Dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste. “A seconda della dominanza di consonanze o dissonanze, potremo arrivare a comprendere lo status emotivo dell’animale associato al contesto in cui si trova: non siamo poi così lontani dal poter immaginare dispositivi in grado di registrare i richiami e restituire il livello di comfort o stress dell’animale che ci troviamo di fronte, anche dei polli che, come direbbe lo scrittore Andrew Lawler, sono gli uccelli che hanno alimentato la civiltà” conclude l’esperta.

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Studio completo pubblicato su Biology Letters

Chicks produce consonant, sometimes jazzy, sounds

Gianmarco Maldarelli1,2, Andrea Dissegna1, Andrea Ravignani3,4,5 and Cinzia Chiandetti1

1Department of Life Sciences, University of Trieste, Trieste, Italy

2Department of Biopsychology, Institute of Cognitive Neuroscience, Faculty of Psychology, Ruhr-Universitat

Bochum, Bochum, Germany

3Comparative Bioacoustics Group, Max Planck Institute for Psycholinguistics, Nijmegen, The Netherlands

4Center for Music in the Brain, Aarhus University, Aarhus, Denmark

5Department of Human Neurosciences, Sapienza University of Rome, Rome, Italy

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Coordinato da UniTS, coinvolge anche La Sapienza di Roma
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Nuovi indizi sui buchi neri nell'universo: una scoperta che coinvolge UniTS

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Recenti osservazioni realizzate con l’ausilio dell’Hubble Space Telescope hanno rivelato un numero sorprendentemente elevato di buchi neri nell’universo primordiale. Questa ricerca, guidata dal professor Matthew Hayes dell'Università di Stoccolma e pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, ha coinvolto anche il dottorando di ricerca Vieri Cammelli dell’Università di Trieste.

L'Hubble Space Telescope (HST) è un telescopio spaziale lanciato nel 1990 da NASA ed ESA, che continua a fornire immagini straordinarie del cosmo. Una delle sue osservazioni più iconiche, nonché una delle più profonde mai raccolte nello spettro della luce visibile, è stata l'Hubble Ultra Deep Field (HUDF), un’immagine dell’universo che mostra galassie formatesi non molto tempo dopo il Big Bang.

A distanza di 12 anni, il team di ricercatori ha nuovamente osservato questa stessa area dell’universo per identificare i cosiddetti nuclei galattici attivi, segnali della presenza di buchi neri in accrescimento. Utilizzando le variazioni di luminosità delle galassie sono stati scoperti numerosi buchi neri ospitati al loro interno, molti dei quali formati durante le prime fasi di vita dell'universo.

La scoperta si allinea con i risultati ottenuti dal James Webb Space Telescope (JWST), un nuovo strumento che continua a spingere i limiti delle osservazioni astronomiche. JWST, lanciato nel 2021, è in grado di osservare oggetti ancora più lontani e fornire nuove informazioni sulla nascita e la crescita dei buchi neri.

Vieri Cammelli, dottorando all'Università di Trieste e cofinanziato dall’Università Chalmers di Göteborg, ha avuto un ruolo fondamentale nell’analisi dei dati: la sua ricerca, che sarà parte integrante della sua tesi di dottorato, rappresenta un contributo significativo alla comprensione di come i buchi neri supermassicci si siano formati nelle prime fasi dell’evoluzione cosmica.

Per approfondire i risultati della ricerca, è possibile leggere Glimmers in the Cosmic Dawn: A Census of the Youngest Supermassive Black Holes by Photometric Variability su The Astrophysical Journal Letters.

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Il dottorando Vieri Cammelli si è occupato dell'analisi dei dati
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EU TalentOn 2024: il dottorando Simone Kresevic vince la categoria "Prevenzione e Cura del Cancro"

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Simone Kresevic, dottorando del gruppo di Ingegneria Biomedica al Dipartimento di Ingegneria e Architettura, ha ottenuto due prestigiosi riconoscimenti all’EU TalentOn 2024, svoltosi a Katowice (Polonia). Il suo progetto "Breath for Life" non solo ha conquistato il primo posto nella categoria "Prevenzione e Cura del Cancro" ma si è ulteriormente distinto aggiudicandosi il Gran Premio finale tra tutte le categorie del concorso.

Il progetto propone un dispositivo innovativo per la diagnosi precoce del cancro tramite un sistema basato su sensoristica innovativa e analisi basata su Intelligenza Artificiale. Il progetto si è distinto in termini di creatività scientifica, fattibilità e impatto pratico. 

L'EU TalentOn è una competizione promossa dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon Europe che coinvolge giovani ricercatori tra i 21 e i 35 anni da tutta Europa. Su oltre 1200 candidature, sono stati selezionati 108 partecipanti, divisi in team interdisciplinari per sviluppare soluzioni innovative legate alle cinque Missioni Europee: adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione e cura del cancro, ripristino degli oceani e delle acque, città intelligenti a emissioni zero e gestione sostenibile del suolo. 

Nel nostro ateneo è stato selezionato anche il dottorando in Ingegneria Biomedica Francesco Bassi.

https://eutalenton2024.eu/

https://research-and-innovation.ec.europa.eu/news/all-research-and-innovation-news/discover-winners-eu-contest-young-scientists-and-eu-talenton-2024-09-13_en

 

Foto - Simone Kresevic insieme alle due colleghe del team durante la preparazione del progetto 

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Selezionato anche il dottorando in Ingegneria Biomedica Francesco Bassi
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Conferito il Premio Wolfgang Metzger a Tiziano Agostini

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Tiziano Agostini, docente di Psicologia generale al Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste, ha ricevuto il prestigioso Premio Wolfgang Metzger nel corso della cerimonia d’inaugurazione della 23rd Scientific Conference of the Society for Gestalt Theory and its Applications (GTA), tenutasi all’Università di Milano Bicocca. Il riconoscimento gli è stato conferito per il libro “Showing Time: Continuous Pictorial Narrative and the Adam and Eve Story - In Memory of Alberto Argenton”, di cui è coautore.

Il premio, intitolato allo psicologo tedesco Wolfgang Metzger, viene assegnato a coloro che hanno contribuito in maniera significativa alla ricerca e all’applicazione della Teoria della Gestalt. La Gestalt è un approccio interdisciplinare che vede l'essere umano come un sistema aperto, in costante interazione con il suo ambiente. Si focalizza su come percepiamo l'insieme di un'esperienza o fenomeno, piuttosto che sulle sue singole parti, evidenziando l'importanza delle strutture percettive globali. In poche parole, ciò che percepiamo non è una somma di elementi, ma semplicemente una sintesi della realtà

Per il professor Agostini questo premio rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche un importante risultato per il dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste. È la seconda volta che il Premio Metzger viene assegnato a un docente dell’ateneo triestino: il primo a riceverlo fu Gaetano Kanizsa, fondatore del Laboratorio di Psicologia Sperimentale di Trieste, insieme a Riccardo Luccio nel 1987.

Con la premiazione di Tiziano Agostini l’Università di Trieste conferma il suo ruolo di spicco nel panorama accademico internazionale, proseguendo la tradizione di eccellenza nella ricerca sulla psicologia della percezione e dell’esperienza.

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Il predecessore fu Gaetano Kanizsa nel 1987
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Antibiotico resistenza: sviluppata molecola promettente

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Uno studio internazionale coordinato dal Centro Interdisciplinare di Nanoscienze di Marsiglia, con la collaborazione di enti e centri di ricerca d’eccellenza, tra cui il Laboratorio di biologia e nanotecnologia del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste, ha sintetizzato un nuovo composto antibatterico, che promette di essere un ottimo candidato per la lotta all’antibiotico resistenza, un problema crescente di salute pubblica globale, che ancora oggi causa milioni di morti in tutto il mondo.

“La principale minaccia è rappresentata dal gruppo dei batteri eskape – comprensivo dei generi Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa e Enterobacter species – perché particolarmente virulenti e resistenti agli antibiotici introdotti con le terapie” spiega Sabrina Pricl, tra i ricercatori dello studio e professore associato di ingegneria chimica presso il dipartimento di Ingegneria e Architettura all’Università degli Studi di Trieste. “Di qui, dunque, l’esigenza di sviluppare nuovi agenti antibatterici che, da un lato, siano in grado di uccidere i batteri, dall’altro non siano tossici per gli organismi che li assumono e, soprattutto, non inducano la comparsa di ulteriori resistenze farmacologiche”.

La molecola sintetizzata dai ricercatori – un dendrimero anfifilico, chiamato AD1b – si è dimostrata altamente efficiente contro tutti i batteri Gram-negativi, inclusi ceppi resistenti ai farmaci come Escherichia coli e Acinetobacter baumannii.

Il composto interagisce con il batterio con un innovativo meccanismo d’azione: si lega, infatti, ai fosfolipidi della membrana batterica, come il fosfatidilglicerolo e la cardiolipina, causando la distruzione della membrana stessa e il conseguente collasso del metabolismo cellulare, portando alla morte del batterio, senza danneggiare le cellule sane – anche in vivo – e minimizzando il rischio di sviluppare nuove resistenze, un problema che diversamente affligge gli antibiotici tradizionali. 

Nei test preclinici, la molecola ha dimostrato una forte attività antibatterica oltre che una grande sicurezza, con una bassissima tossicità e nessun effetto emolitico – risultati poi confermati nei test condotti in vivo. Dopo trenta giorni di esposizione al composto, inoltre, non si è riscontrato alcun tipo di resistenza; al contrario, si è osservato un drastico abbattimento della carica batterica negli animali infetti.

“Questa molecola potrebbe aprire la strada a terapie più sicure e mirate e dare così un impulso al trattamento delle infezioni resistenti: insieme alla sua efficacia, infatti, la capacità di non indurre resistenza la pone in pole position per essere sviluppata ulteriormente a livello clinico traslazionale” spiega la professoressa Sabrina Pricl.

I ricercatori dell'Università degli Studi di Trieste hanno lavorato alla progettazione della molecola AD1 e preso parte allo studio computazionale, impiegando simulazioni di dinamica molecolare per studiare l’interazione tra AD1b e la membrana batterica, applicando metodologie avanzate supportate dalle risorse di supercalcolo del CINECA. 

Il progetto di ricerca è stato finanziato con fondi PNRR e ha potuto vantare il supporto di ICSC, il Centro Nazionale di Ricerca in High-Performance Computing, Big Data e Quantum Computing.

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UniTS coinvolta con il DIA nello studio pubblicato su Science Advances
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Proprietà intellettuale e valorizzazione dei risultati della ricerca

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Nell’ambito delle attività del SiS FVG, il Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia che coordina 17 enti di ricerca e innovazione regionali, Area Science Park in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste promuove per il secondo anno un ciclo di seminari sui temi della proprietà intellettuale e della valorizzazione dei risultati della ricerca, avvalendosi dell’esperienza di relatori esperti in aspetti tecnici e legali del gruppo GLP.

L’iniziativa, nata per diffondere la conoscenza della proprietà intellettuale a studenti, docenti e ricercatori dell’Ateneo, è aperta a tutti gli interessati

I seminari si svolgeranno presso il CLab UniTS, in via F. Severo 40 (Ex Ospedale Militare), a Trieste.

La partecipazione ai seminari è gratuita, previa iscrizione al seguente link   

PROGRAMMA:

  • Modulo 1 – Panoramica sui diritti di Proprietà Intellettuale - Focus brevetti

26 settembre 2024 dalle ore 15:00 alle ore 18:00

Relatore: Stefano Ligi

  • Modulo 2 – Nuova disciplina invenzioni in ambito accademico (art.65 C.P.I.)

09 ottobre 2024 dalle ore 16:00 alle ore 18:00

Relatore: Lorenzo Fabro

  • Modulo 3 – NDA e Licensing

14 ottobre 2024 dalle ore 16:00 alle ore 18:00

Relatore: Avv. Erika Poletti

  • Modulo 4 - Copyright e Creative Commons

13 novembre 2024 dalle ore 17.00 alle ore 19.00

Relatore: Avv. Carmela Barilà

Per informazioni:  clab@units.it 

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Ciclo di seminari al CLab
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Cairo Vecchia: al via CoREng per monitorare il rischio sismico

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Avviato il nuovo progetto di Grande Rilevanza Maeci “CoReng - Conservation of the Religions Complex in Old Cairo through the integration of geosciences and earthquake engineering”.

Il progetto bilaterale di collaborazione scientifica e tecnologica Italia-Egitto, coordinato da Chiara Bedon, coinvolge Units con ricercatori e docenti del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (Dia) e quello di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGe).

Il tema di CoReng rientra nelle "New Technologies applied to Cultural and Natural Heritage".

L’obiettivo è sviluppare nuove metodologie per il monitoraggio, la valutazione della vulnerabilità, pericolosità e rischio sismico degli edifici monumentali del Complesso delle Religioni a Cairo Vecchia. Si tratta di attività altamente specialistiche e multidisciplinari, che dimostrano la forte sinergia tra i vari ambiti dell'Ingegneria civile e le geoscienze. 

Per il Dia, oltre a Chiara Bedon, sono coinvolti Marco Fasan, Raul Berto, Alessio Bortot, Stefano Bozza, Alessandro Mazelli (dottorando) e Franco Vaccari (con borsa di ricerca CoReng). Per il MIGe collabora al progetto Fabio Romanelli.

Le attività congiunte saranno svolte in cooperazione con i colleghi del National Research Institute of Astronomy and Geophysics (NRIAG) del Cairo, coordinati da Hesham Mossa.

CoReng è uno dei 4 progetti (su oltre 100 candidature) selezionati per il nuovo Programma Esecutivo 2024-2026, e prevede un finanziamento di 200 mila euro.

 

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Coordina il progetto Maeci la prof.ssa Chiara Bedon (Dia)
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