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Moduli Formativi Estivi: al via la sessione conclusiva dal 1 al 5 settembre

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Sono quasi 500 i ragazzi di terza e quarta superiore che si sono iscritti alla seconda sessione dei Moduli Formativi Estivi (https://portale.units.it/it/studiare/orientarsi/moduli-formativi) che, dal 1° al 5 settembre, affolleranno le aule UniTS.

La maggior parte provengono da Istituti del Friuli-Venezia Giulia ma anche da Aosta, Belluno, Cremona, Bergamo, Mantova, Pavia, Pordenone, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, Alessandria, Cosenza e Roma. 

La sessione è stata inaugurata dalla Delegata della Rettrice per le progettualità di Orientamento, prof.ssa Elisabetta Madriz, con una breve introduzione ai Moduli Formativi estivi cui è seguita una veloce presentazione del Collegio Luciano Fonda.

E proprio nella sede del Collegio, nell’ex Ospedale Militare in via Fabio Severo 40, si terrà il 3 settembre la serata con apericena e talk su clima, energia e convivialità dedicata ai partecipanti iscritti all’evento

La parola è poi passata allo staff dell’Orientamento di UniTS che ha coordinato le testimonianze degli studenti orientatori per una efficace testimonianza tra pari valorizzando i diversi percorsi di vita che non sempre sono lineari ma proprio per questo richiedono attenzione e profonda conoscenza di sé per valorizzare efficacemente i propri talenti e le proprie passioni. 

Condividere esperienze di scelta e percorsi di vita universitaria ha consentito di offrire utili spunti di riflessione per un momento di orientamento importante a supporto dei futuri studenti.  

Le sessioni in programma fino al 5 settembre sono 12 e saranno gestite dai docenti dell’Ateneo nelle aree formative di Studi Umanistici, Ingegneria, Scienze della Terra, Fisica, Chimica, Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Giurisprudenza, Matematica, Intelligenza Artificiale e Data Science, Statistica e Biologia. 

I Moduli Formativi Estivi sono un progetto di Orientamento Attivo giunto quest'anno alla sua undicesima edizione e rivolto agli studenti delle classi terze e quarte superiori per aiutarli a verificare i propri interessi facendo un'esperienza intensiva di vita universitaria in un ambito a propria scelta con l'obiettivo di supportarli nella scelta consapevole del percorso formativo da intraprendere.   

Alla prima sessione di Luglio hanno aderito complessivamente 702 studenti che si sono iscritti a uno dei 17 Moduli offerti nelle aree formative dell'Architettura, Professioni Sanitarie, Economia e Management, Ingegneria, Matematica e Scienze della Terra, Studi Umanistici, Odontoiatria e Protesi Dentaria, Scienze Politiche, Internazionali e Diplomatiche. 

Il numero complessivo degli iscritti del 2025 segnala quindi una crescita costante degli studenti iscritti a questa importante iniziativa di orientamento con 1.190 iscritti rispetto ai 1.075 del 2024 a testimonianza della forte attrattività e riconosciuta efficacia dell’esperienza orientativa di UniTS. 

Tutte le info: https://portale.units.it/it/studiare/orientarsi/moduli-formativi

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In crescita il numero di futuri studenti che vogliono conoscere UniTS
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Internazionalizzazione UniTS: poste le basi per future collaborazioni con i maggiori Atenei del Perù

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Le attività di internazionalizzazione di UniTS hanno uno sguardo globale e prevedono scambi, collaborazioni e progettualità congiunte con diverse aree del mondo. Tra queste, un'attenzione particolare è rivolta all'America del Sud, con cui l'Ateneo ha già siglato diversi accordi internazionali. In questo contesto si colloca la missione di Angelo Venchiarutti, docente di Diritto privato, a cui nel mese di agosto in Perù è stato conferito il titolo di Avvocato onorario dal Colegio de los Advocados de Lima Sur (Lima) e dal Colegio de los Advocados de Junin (Huancayo).

Le attività di divulgazione scientifica che il prof. Venchiarutti ha svolto nel Paese sudamericano nel corso del mese di agosto hanno portato a stringere rapporti di collaborazione futura con le maggiori università del Perù, Università di Lima  - Universidad Nacional Mayor de San Marcos e l’Universidad Autónoma del Perú, entrambe interessate a siglare convenzioni di collaborazione con l’Università di Trieste.

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Angelo Venchiarutti riceve il titolo di Avvocato onorario nel Paese sudamericano
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Dal profondo dell'Oceano Atlantico i segnali di rischio sismico per l'Europa

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Per la prima volta un gruppo di ricercatori europei guidato dall’Università di Lisbona, con la partecipazione dell’Università di Trieste, ha identificato in un’area nell’Oceano Atlantico un caso di “affondamento” di un pezzo di placca, la parte inferiore della litosfera, lo strato più esterno della Terra.

Questo fenomeno geologico, noto come “delaminazione della litosfera” e all’origine di molti eventi sismici, finora era stato documentato solo nei continenti.
La scoperta, pubblicata su Nature Geoscience, apre quindi nuove prospettive sulla previsione del rischio sismico in Europa.

Grazie a sofisticate tecniche di tomografia sismica, tecnica che impiega le onde sismiche dei terremoti per capire la struttura della Terra a profondità elevate, i ricercatori hanno rilevato un’anomalia ad alta velocità fino a 250 km di profondità sotto la Piana Abissale di Horseshoe, nella regione a sud-ovest della Penisola Iberica, tra le placche africana ed eurasiatica, un’area nota per la sua intensa attività sismica, teatro di terremoti storici come quello di Lisbona del 1755 (M8.5 – 8.7) e quello di San Vincenzo del 1969 (M7.9).

In questa regione, pur mancando segni e deformazioni superficiali evidenti di paesaggi contorti o montagne sottomarine, una porzione di litosfera oceanica starebbe affondando nel mantello terrestre, creando nuove faglie. 
Questo fenomeno, favorito dalla presenza di una spessa zona serpentinizzata, che agisce da strato debole, potrebbe spiegare l’origine di terremoti storici di grande magnitudo.

Chiara Civiero, geofisica e ricercatrice presso il Dipartimento di matematica, informatica e geoscienze dell’Università di Trieste, coautrice dello studio e responsabile delle analisi tomografiche, sottolinea: “Questa scoperta apre nuove strade per comprendere l’evoluzione delle primissime fasi di subduzione oceanica con importanti implicazioni per la tettonica a placche. Se anche aree senza evidenti faglie superficiali, come la Piana Abissale di Horseshoe, possono essere soggette a forti terremoti, emerge la necessità di rivedere i modelli di pericolosità sismica per includere processi profondi e strutture non mappabili con metodi tradizionali”.

Insieme alla subduzione della litosfera oceanica, processo per cui una placca può scorrere sotto un’altra se lungo il margine di contatto avviene compressione, la delaminazione della litosfera continentale costituisce il principale meccanismo attraverso cui la superficie terrestre viene riciclata nel mantello. Le placche tettoniche, ossia le zolle di litosfera rigide– la parte esterna più rigida del pianeta Terra –, sono infatti costantemente in marcia al rallentatore, con alcuni bordi che si separano e altri che si scontrano. 

I modelli numerici elaborati dai ricercatori suggeriscono che la delaminazione potrebbe evolvere in una vera e propria zona di subduzione, contribuendo così a una riorganizzazione tettonica dell’Atlantico. Questo processo potrebbe portare alla formazione di un nuovo sistema di subduzione che si collegherebbe all’Arco di Gibilterra, con implicazioni a lungo termine per la chiusura dell’Oceano Atlantico.

***

Studio pubblicato su Nature Geoscience

Seismic evidence for oceanic plate delamination offshore Southwest Iberia

João C. Duarte*1,2, Nicolas Riel3, Chiara Civiero4, Sónia Silva1, Filipe M. Rosas1, Wouter P. Schellart5, Jaime Almeida6,7, Pedro Terrinha8, António Ribeiro1

  1. IDL - Instituto Dom Luiz, Faculdade de Ciências, Universidade de Lisboa, Campo Grande, 1749-016, Lisboa, Portugal
  2. UNIARQ, Centro de Arqueologia da Universidade de Lisboa, 1600-214, Lisboa, Portugal
  3. Institute of Geosciences, Johannes Gutenberg University, Mainz, J.-J.-Becher-Weg 21, D-55128 Mainz, Germany
  4. Department of Mathematics, Informatics and Geosciences, University of Trieste, Trieste, Italy
  5. Department of Earth Sciences, Vrije Universiteit Amsterdam, Amsterdam, Netherlands
  6. SEGAL, Departamento de Informática (UBI), Rua Marquês d’Ávila e Bolama, Covilhã, 6201-0012, Portugal
  7. IDL - Instituto Dom Luiz, Universidade da Beira Interior, Covilhã, 6201-0012, Portugal
  8. Instituto Português do Mar e da Atmosfera (IPMA), Lisboa, Portugal

 

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Su Nature Geoscience uno studio internazionale con la partecipazione di UniTS , ha rivelato un caso di “affondamento” di una porzione di mantello litosferico mai osservato prima in un oceano
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Let’s change! Il clima sta cambiando: al via dal 3 settembre eventi aperti a tutti

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A partire dal 3 settembre 2025 incontri, film e laboratori per discutere di mobilità sostenibile, transizione energetica, progettazione di ambienti urbani più confortevoli, inclusivi e resilienti, riqualificazione del patrimonio edilizio, ridisegno dell’affaccio sul mare di Trieste e riconfigurazione di spazi aperti e paesaggi a prova di acqua e di calore.

Sono i temi di Let’s change! Il clima sta cambiando. Parliamone, un progetto di Impegno Pubblico e Sociale – Terza Missione del Dipartimento di Ingegneria e Architettura di UniTS, co-finanziato dall’ateneo, che vuole offrire una discussione aperta su studi e riflessioni dei ricercatori scientifici. 

Negli ultimi decenni, a Trieste, gli effetti dei cambiamenti climatici si sono fatti sempre più tangibili. Impatti negativi su ecosistemi terrestri e marini ed eventi meteorologici estremi come allagamenti e ondate di calore stanno causando danni sempre più significativi al territorio, a infrastrutture e attrezzature di interesse collettivo, ad attività economiche e alla salute. In questa prospettiva, condividere la conoscenza scientifica sulla transizione in atto, promuovere iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione di amministrazioni e società civile sono atti sempre più urgenti per trovarsi preparati ad affrontare le sfide presenti e future.

Let’s change! si rivolge a tutti, con un’attenzione particolare ai giovani: dagli studenti delle scuole a quelli universitari. Tutte le attività sono gratuite e hanno carattere multidisciplinare per discutere di ciascun tema da diverse prospettive, con un linguaggio chiaro e accessibile.

Tutte le info su letschange.dia.units.it   

Il progetto, che si svilupperà fino ai primi mesi del 2026 secondo un calendario che sarà progressivamente aggiornato sul sito, modulerà le proprie attività anche in risposta agli interessi di cittadine e cittadini che vorranno compilare il questionario su https://dsvunits.qualtrics.com/jfe/form/SV_3rZXOENS4Xh8dAG 

Let’s change! sarà accompagnato dalla pubblicazione di quaderni, scaricabili gratuitamente dal sito, dove sarà riportata una sintesi delle attività sviluppate dal progetto e dei risultati emersi dalla compilazione dei questionari. Una memoria utile ad alimentare ulteriori occasioni di incontro e dibattito sul futuro che vorremmo, tra Università e città.

 

PROGRAMMA INCONTRI

03 settembre 2025, ore 18:00
Caffè San Marco, Trieste
Trump, bus elettrici e trasporti alternativi 
Relatori: Alois Bonifacio e Andrea Mio
Moderatrice: Simona Regina

Sembrerà strano, ma gli squilibri geopolitici internazionali hanno a che fare con il fatto che i nuovi bus elettrici a Trieste sono di fabbricazione cinese, e più in generale con la transizione energetica. Il centro della questione ruota attorno a un gruppo di materie prime, come le “terre rare” o il “litio”, che tutti noi usiamo quotidianamente, spesso a nostra insaputa. Forse allora è meglio muoversi usando altri mezzi innovativi come l'ovovia? Anche in questo caso, però, è necessario che si rispettino alcune condizioni per evitare gravi ripercussioni. L’incontro vuole essere un modo per informarsi, con leggerezza, su questioni che riguardano tutti noi e il nostro futuro.

23 settembre 2025, ore 18:00
Bar libreria Knulp, Trieste
La città che ci soffoca e ci sommerge
Relatori: Eleonora Ceschin, Paola Cigalotto e Cristiano Cozzolino
Moderatore: Fabio Del Missier

Come in molte altre città del mondo, anche a Trieste negli ultimi decenni gli impatti dei cambiamenti climatici si sono fatti sempre più tangibili. Eventi estremi stanno causando danni rilevanti agli spazi urbani e alla salute di cittadine e cittadini, alle infrastrutture e alle attrezzature collettive, alle attività economiche. Tra gli effetti più sensibili vi sono quelli indotti da aumento delle temperature e allagamenti. Per adattarsi a questi cambiamenti e garantire condizioni di benessere, serve più verde in città. Parleremo insieme delle tante soluzioni possibili per trasformare Trieste in una città più bella, confortevole e vivibile.

17 ottobre 2025, ore 18:00
Stazione Rogers, Trieste
La transizione energetica: quale il ruolo della tecnologia?
Relatori: Alessandro Massi Pavan e Carlo Antonio Stival
Moderatore: Giovanni Carrosio

Il nuovo millennio è caratterizzato da una transizione energetica che vede la graduale sostituzione delle fonti fossili di energia con quelle rinnovabili. La crescita esponenziale a livello globale delle fonti rinnovabili è legata a numerosi fattori tra i quali la limitatezza delle fonti fossili, lo sforzo per il contenimento delle emissioni di gas serra e la necessità di ridurre i costi del sistema energetico. Durante l’incontro verranno presentati gli scenari globali assieme alle tecnologie in grado di abilitare la transizione tra cui: il ruolo del fotovoltaico, dello stoccaggio dell’energia, della mobilità elettrica, delle comunità di energia rinnovabile e del risparmio energetico

06 novembre 2025, ore 18:00
Caffè San Marco, Trieste
Non solo edilizia: abitare in modo diverso aiuta a ridurre gli impatti sul clima?
Relatori: Marco Manzan, Chiara Bedon e Ronelly De Souza

Quali sono gli impatti ambientali del consumo quotidiano di energia nelle nostre abitazioni? E quali sono gli impatti più generali legati ai nostri stili di vita e ai modi con cui ci muoviamo? 
Obiettivo dell’incontro è di aumentare la consapevolezza su questi aspetti, strettamente connessi alle scelte individuali, e di offrire alcuni spunti pratici su possibili abitudini a più basso impatto ambientale.

PROIEZIONI FILM

21 ottobre 2025, ore 21
Cinema Ariston, Trieste
Snowpiercer
Regia di Bong Joon-ho, con Chris Evans, Song Kang-ho, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton,  Jamie Bell. Corea del sud, USA, Francia, 2013
Introducono: Elena Marchigiani (DIA), Daniela Terzoli (Cappella Underground)

2031. In un mondo decimato da una nuova era glaciale, causata da esperimenti falliti per fermare il riscaldamento globale, un gruppo di sopravvissuti rimane in vita all'interno di un treno, lo "Snowpiercer", che continua a spostarsi intorno alla Terra e si procura l'energia necessaria attraverso un apparente motore perpetuo. Il treno è un microcosmo di società umana diviso in classi sociali: i più poveri vivono nelle ultime carrozze, dove si nutrono esclusivamente di barrette "proteiche" che vengono loro date; i più ricchi nei vagoni anteriori. La convivenza tra loro sfocia inevitabilmente in lotte e rivoluzioni.

18 novembre 2025, ore 21
Cinema Ariston, Trieste
2040 – Salviamo il pianeta!
Regia di Damon Gameau, con Damon Gameau, Eva Lazzaro, Zoë Gameau, Davini Malcolm, Paul Hawken. USA, 2019. 
Introducono: Elena Marchigiani (DIA), Daniela Terzoli (Cappella Underground)

Che speranze di vita e che futuro avrà il nostro pianeta? Immaginando un futuro migliore per la figlia - che nel 2040 avrà 21 anni - il regista australiano Damon Gameau viaggia alla scoperta delle zone del mondo in cui uomini e donne si impegnano ogni giorno per fare fronte attivamente ai cambiamenti climatici.

LABORATORI DIDATTICI (scuole secondarie di secondo grado) organizzati in collaborazione con Immaginario Scientifico

Le date saranno definite a settembre - indicativamente tra ottobre 2025 e gennaio 2026

Costruiamo smart&green?
Chiara Bedon e Marco Fasan
Laboratorio
Il settore delle costruzioni è caratterizzato da un sempre maggiore uso di tecnologia e
strumenti avanzati, da cui l'ingegnere civile trae supporto per la progettazione, la
manutenzione, il monitoraggio, la diagnostica, in un contesto che è in continua
innovazione. Il laboratorio vuole avvicinare i più giovani agli ambiti disciplinari
dell’Ingegneria Civile, portandoli a conoscere materiali, modelli e strumenti di impiego
comune, anche con dimostrazioni pratiche.

La transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili
Alessandro Massi Pavan
Laboratorio

Il nuovo millennio vede una transizione energetica con la sostituzione delle fonti fossili
con quelle rinnovabili. La crescita delle rinnovabili è dovuta a fattori come la scarsità
delle fonti fossili, la riduzione delle emissioni di gas serra e la necessità di abbassare i
costi energetici. Il laboratorio descrive una delle possibili filiere energetiche utili per la
transizione, includendo la produzione di energia solare, il suo stoccaggio tramite
idrogeno e la riconversione in energia elettrica con una cella a combustibile. L'attività
tratta anche altre tecnologie abilitanti per gestire la natura intermittente delle rinnovabili.

Giocare con il clima?
Sergio Pratali Maffei
Discussion Game

L’attività consiste in una serie di laboratori che prevedono l’impiego della metodologia LEGO SERIOUS PLAY, condotti da un facilitatore certificato. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti i partecipanti in un ragionamento sviluppato “con le mani”, e quindi accessibile a tutti, sui possibili scenari futuri derivanti dai cambiamenti climatici e sulla definizione di possibili azioni, materializzate in un “testo/paesaggio” nel quale i modelli individuali prodotti entreranno in relazione tra loro.

PARTECIPAZIONE A TRIESTE NEXT  

26 settembre 2025, ore 9:00
Trieste Next, attività dedicate alle scuole
Nell’acqua, al caldo. Città in transizione
Relatori: Fabio Del Missier, Federico Roman e Eleonora Ceschin
Moderatore: Raoul Kirchmayr

A Trieste, come in molte città, i cambiamenti meteo-climatici stanno generando impatti tangibili su spazi, salute pubblica, attività economiche e infrastrutture. Eventi estremi, come l'aumento delle temperature e piogge intense, mettono a rischio la vivibilità dell’ambiente urbano. Il seminario illustra i legami tra salute psico-fisica e cambiamenti in atto, proponendo soluzioni per rendere le città più resilienti. L’intento è di comunicare quanto sia urgente l’assunzione di un atteggiamento consapevole e responsabile verso la transizione delle città in ambienti adattivi. 
 

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In sedi diverse a Trieste incontri, film e laboratori per ragazzi delle superiori
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Aperte le iscrizioni ai Master UniTS, sette le novità

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Sono aperte le iscrizioni 2025/2026 ai 25 Master attivati dall'Università di Trieste, con 11 percorsi di primo livello e 14 di secondo livello. L’offerta, promossa da otto Dipartimenti, affronta in modo trasversale temi dell’area medica, economico-manageriale, giuridica, socio-politica e della formazione, con un forte accento sull’interdisciplinarità e sulla sostenibilità.

Quest’anno sono sette i Master di nuova istituzione, che arricchiscono il panorama formativo con percorsi innovativi e fortemente orientati alla professionalizzazione.

LE NOVITA' 

Diritto del lavoro per la gestione del personale e la consulenza del lavoro (I livello)
Un percorso che integra il diritto del lavoro con competenze penali, tributarie, europee e aziendali. L’obiettivo è formare figure in grado di supportare la gestione delle risorse umane nelle transizioni digitali, ambientali e sociali. Il programma si articola in cinque moduli che spaziano dai fondamenti giuridici ai focus interdisciplinari, con seminari pratici condotti da professionisti del settore e una lectio magistralis conclusiva. Unisce rigore teorico, applicazioni pratiche e una prospettiva interdisciplinare.

Bioetica e cure palliative pediatriche (I livello)
Il master affronta le dimensioni cliniche, etiche e relazionali dell’assistenza ai bambini con patologie croniche inguaribili. Integra bioetica clinica e competenze palliative, sviluppando capacità decisionali e comunicative centrate sulla dignità del minore e della famiglia. Propone un approccio che valorizza l’interprofessionalità e promuove una cultura delle cure palliative pediatriche come parte essenziale dell’assistenza, in linea con i principi di umanizzazione della medicina e responsabilità professionale.

Intermodalità nei sistemi portuali (II livello)
Un master che combina competenze tecniche sul trasporto ferroviario e intermodale con conoscenze economiche per l’analisi dei costi e la previsione di scenari, e giuridiche per la corretta impostazione dei flussi nel rispetto delle normative fiscali e doganali. La dimensione statistica e digitale è parte integrante del percorso, con particolare attenzione all’uso dei dati e agli indicatori di performance. Forma professionisti capaci di affrontare le nuove sfide della logistica portuale e dell’intermodalità internazionale.

Chirurgia robotica (II livello)
Percorso avanzato destinato a medici interessati alla chirurgia robot-assistita pelvica e renale. Prevede una progressione dalle competenze di base, acquisite su modelli animati e inanimati, fino a un livello ultraspecialistico in sala operatoria. È un master itinerante e internazionale, con esperienze in tre centri di chirurgia robotica, di cui uno in Slovenia, offrendo così ai partecipanti un confronto diretto con diverse realtà e ampliando gli orizzonti professionali.

Medicina estetica (II livello)
Il master forma specialisti capaci di integrare le conoscenze di chirurgia plastica e dermatologia con le più moderne tecniche non invasive e non chirurgiche. L’utilizzo di filler, tossina botulinica e laser viene inserito nella pratica clinica dello specialista mediante un uso responsabile e informato, con l’obiettivo di rispondere alle crescenti richieste di medicina estetica. Un percorso che unisce aggiornamento scientifico, consapevolezza etica e preparazione tecnica.

CONVENZIONI ISTITUZIONALI E ACCORDI SPECIALI 

All’interno delle nuove attivazioni si collocano due percorsi realizzati nell’ambito della convenzione sottoscritta con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Presa in carico e accompagnamento sociale – PiCAS (I livello)
Rivolto ad assistenti sociali, educatori e psicologi, rafforza le competenze delle équipe multidisciplinari impegnate negli Ambiti Territoriali Sociali. Si concentra sulla presa in carico integrata di persone e famiglie in condizioni di vulnerabilità o povertà, con strumenti operativi e valutativi aggiornati. Il percorso promuove la co-costruzione degli interventi, la progettazione sociale basata su evidenze e l’approccio partecipativo “side by side”, in coerenza con il Piano Nazionale Inclusione e i LEPS.

Pianificazione, gestione e valutazione dei servizi sociali (II livello)
Un percorso avanzato per sviluppare competenze di pianificazione, programmazione, attuazione e monitoraggio del sistema integrato di interventi e servizi sociali. In linea con il Piano Nazionale Inclusione e i LEPS, promuove approcci critici e sistemici alle politiche sociali, sostenendo co-programmazione, co-progettazione e governance partecipata. I partecipanti acquisiranno strumenti operativi e teorici per costruire reti territoriali inclusive e sostenibili, in grado di rispondere ai bisogni complessi delle comunità.

Entrambi i Master sono in fase di approvazione da parte del Ministero, pertanto le relative procedure di iscrizione non sono ancora attive. I dettagli verranno specificati appena possibile.

Per informazioni relative al corso Presa in carico e accompagnamento sociale – PiCAS (I livello): master.mlps1@units.it, per Pianificazione, gestione e valutazione dei servizi sociali (II livello): master.mlps2@units.it

Infine, nell’ambito degli accordi speciali, è confermata la quarta edizione di un percorso consolidato, realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia:

Diritto e Management del Terzo Settore – DMTS (II livello)
Il master si rivolge a quanti hanno conseguito una laurea magistrale. Il percorso - proposto dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali - offre una formazione completa e multidisciplinare, che prepara professionisti in grado di guidare tali realtà attraverso le sfide normative, gestionali e di raccolta fondi.  Il programma combina teoria e pratica, consentendo inoltre agli studenti di realizzare esperienze formative concrete tramite project work e tirocini. La partnership con la Regione FVG garantisce un forte legame con il territorio, promuovendo la creazione di reti collaborative e di innovazione sociale. I partecipanti avranno modo di sviluppare competenze in governance, leadership, gestione delle risorse e comunicazione, con un focus sull’impatto sociale e sulla sostenibilità. 

 

COME ISCRIVERSI 

Le domande devono essere presentate online tramite il portale Esse3. Per conoscere scadenze, modalità e requisiti è possibile consultare il bando ufficiale.

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Online il bando d'iscrizione
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Dalla realtà virtuale all’active room: nuovi protocolli transfrontalieri per la riabilitazione post-ictus

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Sono stati presentati a Trieste i risultati del progetto di ricerca clinica transfrontaliero X-BRAIN.net – Network per la cooperazione transfrontaliera finalizzata alla riabilitazione del paziente post-ictus con tecnologie innovative, finanziato dal Programma Interreg Italia–Slovenija con un budget complessivo di 750 mila euro.

Coordinato dal Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, il progetto ha visto la partecipazione del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria, della Clinica Neurologica dell’Ospedale di Cattinara dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina e dell’Unità di Neurologia dell’Ospedale Generale di Isola.

Obiettivo del progetto è rendere più efficace la riabilitazione post-ictus, una sfida cruciale per la sanità di oggi, attivando fin dai primi giorni un protocollo mirato e potenziato dall’impiego di tecnologie innovative. «L’approccio multimodale – spiega il professor Gianni Biolo dell’Università di Trieste, coordinatore del progetto – ha combinato integrazione nutrizionale, allenamento cognitivo tramite realtà virtuale e attività pre-abilitative per garantire il mantenimento della massa muscolare, della forza e di modulare i processi di riorganizzazione del sistema nervoso centrale tipici dell’immobilità, favorendo un recupero più rapido al termine del periodo di inattività».

La fase sperimentale è stata condotta su volontari sani, con età media di 68 anni, sottoposti a dieci giorni di allettamento. «Dal punto di vista nutrizionale – prosegue Biolo - siamo intervenuti con un potenziamento dell’apporto proteico, passando da 0,8 a 1,4 grammi per chilogrammo di peso al giorno, e introducendo l’assunzione quotidiana di 3,5 grammi dell’aminoacido leucina che sono in grado di garantire il mantenimento della massa muscolare».

«Attraverso ambienti immersivi e multisensoriali – illustra il dottor Luka Šlosar del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria – i volontari hanno svolto un allenamento mentale che ha preservato il flusso di informazioni neuromuscolari e modulato i processi di riorganizzazione del sistema nervoso centrale. In questo modo è stato possibile favorire il mantenimento della forza muscolare e accelerare i tempi di recupero».

«L’ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello mondiale – sottolinea il professor Paolo Manganotti, direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale di Cattinara – con conseguenze che incidono profondamente sulla vita quotidiana. Intervenire fin dai primi giorni con programmi riabilitativi mirati è fondamentale per recuperare funzioni compromesse e migliorare la qualità della vita. Grazie al progetto abbiamo potuto allestire un’active room interamente dedicata alla fase acuta, dotata di dispositivi di realtà virtuale che consentono esercizi sicuri, stimolanti e personalizzati. L’aspetto immersivo e interattivo aumenta la motivazione del paziente e la costanza, elementi decisivi per il successo del recupero».

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Presentati i risultati di X-BRAIN.net, progetto transfrontaliero Interreg Italia-Slovenija guidato da UniTS. Tra i partner ASUGI, Centro di Ricerche di Capodistria e Ospedale Generale di Isola
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Un sensore portatile per scovare inquinanti chimici nell’acqua: nel team anche UniTS

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Un sensore portatile, economico e capace di rilevare in pochi minuti la presenza di sostanze chimiche inquinanti (PFAS) nelle acque. È il risultato di uno studio coordinato da Marcello Berto dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con Pierangelo Metrangolo del Politecnico di Milano e Lucia Pasquato dell’Università di Trieste. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista Advanced Functional Materials e si inserisce nel progetto PRIN-Nifty finanziato dal MUR.

I PFAS, sostanze alchiliche poli e perfluorurate, sono composti chimici usati in numerosi prodotti di consumo, dalle padelle antiaderenti ai tessuti impermeabili. Resistenti alla degradazione, si accumulano nei tessuti viventi e si diffondono nell’ambiente – acqua, suolo e aria – anche per grandi distanze, tanto da essere oggi tra gli inquinanti più insidiosi per la salute.

Il sensore sviluppato dai tre atenei risponde a questa esigenza: si basa su un transistor organico a modulazione di elettrolita, in grado di distinguere diversi tipi di PFAS grazie a uno speciale rivestimento molecolare progettato dal gruppo di ricercatori UniTS.

«Il cuore del sensore – spiega Lucia Pasquato, docente di Chimica organica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche – è un elettrodo d’oro rivestito da un monostrato auto-assemblato misto (SAM), formato da due tipi di molecole. Il nostro gruppo lavora da oltre 15 anni su questi rivestimenti, in particolare su quelli che contengono molecole fluorurate, e abbiamo sviluppato le competenze per progettarli in modo da renderli stabili, riproducibili ed efficaci. In questo caso si trattava di creare un SAM che portasse l’acqua da analizzare a contatto con l’elettrodo e che allo stesso tempo fosse in grado di interagire con i PFAS. Per farlo abbiamo combinato due componenti: tioli fluorurati, che grazie alle interazioni fluoro-fluoro favoriscono il riconoscimento dei contaminanti, e tioli idrofilici, che migliorano la bagnabilità della superficie. Questa combinazione, insieme alle competenze dei gruppi di UniMoRe e PoliMi, ha permesso di arrivare a un sensore portatile, economico e molto performante». 

L’articolo completo su Advanced Functional Materials

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Il gruppo di ricerca di Lucia Pasquato (DSCF) ha progettato il rivestimento molecolare che rende selettivo il nuovo dispositivo
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Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

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L’8 agosto l’Università di Trieste, nel celebrare la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo istituita in memoria dei 136 lavoratori italiani periti nel 1956 in Belgio nella miniera di carbone di Marcinelle, ricorda queste vittime assieme ai tanti altri emigrati italiani deceduti sul lavoro.

Questa ricorrenza richiama ad una riflessione sulla centralità che al lavoro ha voluto assegnare la nostra Costituzione, sin dall’articolo 1, riconoscendone il ruolo di fondamento della nostra Repubblica e richiedendo che a tutti i lavoratori e le lavoratrici debbano sempre essere assicurati, in ogni contesto, il rispetto della dignità e la tutela della sicurezza.

“Proprio il sacrificio dei nostri emigranti di ieri ci invita, se non vogliamo che la memoria sia solo un esercizio retorico, a non chiudere gli occhi davanti alle tante situazioni di sfruttamento e violazioni dei diritti di cui sono vittime i migranti di oggi – commenta Roberta Nunin, Prorettrice UniTS al Personale, Relazioni sindacali e Pari opportunità -  sempre valido appare, infatti, il monito dello scrittore elvetico Max Frisch che, a metà degli anni Sessanta del Novecento, guardando alla condizione degli immigrati italiani in Svizzera, scriveva “Cercavamo braccia, sono arrivati uomini”, evidenziando così il paradosso di sistemi socioeconomici che, se da un lato non possono rinunciare alla manodopera immigrata, dall’altro cercano di sottrarsi al dovere di progettare i necessari processi di accoglienza e integrazione. Una prospettiva purtroppo ancora attuale e che chiede, proprio per onorare la memoria di tanti nostri connazionali periti cercando una vita migliore lontano dal proprio Paese, di continuare, come comunità scientifica, a dedicare attenzione ai fenomeni migratori, agli obiettivi di coesione sociale e agli strumenti per perseguirli”.

 

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UniTS celebra l’8 agosto
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RESOLVE: un nuovo approccio per svelare le origini delle mutazioni nel cancro grazie alla sinergia Informatica - Medicina

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Affinare la nostra comprensione sui meccanismi evolutivi dei diversi tipi di cancro per raggiungere diagnosi e terapie sempre più mirate. E’ l’obiettivo del nuovo metodo RESOLVE, basato sullo studio delle “firme mutazionali”, cioè schemi ricorrenti di mutazioni nel DNA che raccontano la storia dei danni subiti dalle cellule tumorali e aiutano a identificarne origine e meccanismi di sviluppo.

Lo studio presenta un nuovo strumento computazionale per analizzare i meccanismi mutazionali alla base del cancro. Applicando questo metodo a circa 20.000 genomi tumorali adulti e pediatrici, i ricercatori sono riusciti a identificare in modo accurato un numero ristretto di firme mutazionali dominanti, associate sia a meccanismi biologici noti (come invecchiamento, esposizione al fumo o difetti nella riparazione del DNA) sia a prognosi cliniche differenti.

“Il problema di identificare i processi che generano mutazioni nel DNA è fondamentale per capire cosa danneggia il genoma e può accelerare la trasformazione tumorale. Gli strumenti che creiamo nei nostri laboratori sono in grado di estrarre questi segnali grazie alle tecniche di machine learning. Questa area di ricerca ci vede coinvolti direttamente con diversi progetti, come questo in collaborazione con Milano-Bicocca ed altri che coordiniamo nel nostro gruppo”, afferma Giulio Caravagna, docente di Informatica di UniTS coinvolto nello studio.

L'analisi delle firme mutazionali è una pratica consolidata nella genomica del cancro ma presenta diverse sfide. Rispetto ai metodi esistenti, RESOLVE (Robust EStimation Of mutationaL signatures Via rEgularization) permette una rilevazione più precisa delle firme mutazionali, una stima più affidabile della loro rilevanza nei singoli pazienti e la possibilità di distinguere i tumori in sottotipi molecolari, con ricadute promettenti per la medicina personalizzata.

Questo metodo innovativo, illustrato nell’articolo “Comprehensive analysis of mutational processes across 20 000 adult and pediatric tumors ” pubblicato sulla rivista Nucleic Acids Research, è stato sviluppato da un gruppo multidisciplinare dell’Università di Milano-Bicocca, coordinato da Daniele Ramazzotti (Dipartimento di Medicina e Chirurgia e Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori). Al progetto hanno partecipato anche i ricercatori del Dipartimento di Informatica Marco Antoniotti e Alex Graudenzi, del Dipartimento di Medicina Rocco Piazza e Luca Mologni, e Giulio Caravagna dell’Università di Trieste. Il team comprende inoltre Matteo Villa, Federica Malighetti, Luca De Sano, Alberto Maria Villa, Nicoletta Cordani e Andrea Aroldi.

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Giulio Caravagna di UniTS coinvolto nello studio pubblicato su Nucleic Acids Research
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Invecchiamento del cervello? Dipende dal rallentamento nella sintesi delle proteine cerebrali

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L’invecchiamento cerebrale si manifesta principalmente nella diminuzione delle capacità mnemoniche, nella riduzione nella velocitá di apprendimento e nella flessibilitá cognitiva. Ma quali meccanismi molecolari sottendono questi deficit?

Finora gli studi hanno identificato diversi processi molecolari come, ad esempio, mutazioni del DNA, ridotta sintesi di RNA e proteine cerebrali, perdita di solubilitá delle stesse e modifiche epigenetiche. Tali fenomeni accadono in contemporanea e, ad oggi, non era chiaro se e quale tra essi sia la prima causa dell’invecchiamento cerebrale e quali invece un effetto successivo.

Secondo uno studio condotto da un team internazionale coordinato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa con il Laboratorio Bio@SNS, dall’Istituto Leibniz per lo studio dell’invecchiamento e dalla Stanford University, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, un fenomeno di stallo nella sintesi delle proteine potrebbe essere la prima causa dell’invecchiamento cerebrale

A questo importante lavoro ha contribuito anche il Laboratorio della Omeostasi Sinaptica di UniTS, specializzato nello studio dei meccanismi di regolazione cerebrale durante l’invecchiamento. Il team guidato da Eugenio Fornasiero ha fornito supporto per un’analisi dettagliata del turnover proteico nel cervello.

L’intuizione alla base dello studio è stata ottenuta grazie all’osservazione del processo di invecchiamento cerebrale nel Nothobranchius furzeri (Killifish turchese), un piccolo pesce dell’Africa orientale noto per la sua brevissima durata di vita in cattività (non raggiunge un anno) che il professore di Fisiologia Alessandro Cellerino, tra i coordinator dello studio, ebbe l’intuizione di introdurre come nuovo modello per lo studio dell’invecchiamento 25 anni fa alla Scuola Normale. La brevissima vita di questi pesciolini e il fatto che l’organizzazione generale del loro cervello sia la stessa di tutti i vertebrati consente di accorciare moltissimo tempi e costi degli studi sull’invecchiamento, senza perdere di rilevanza per l’uomo.

 «Abbiamo osservato che con il progredire dell’etá i ribosomi non scorrono piú liberamente ma “stallano” ovvero si bloccano in posizioni precise lungo gli RNA, generando proteine incomplete – spiega ancora Cellerino - Queste proteine “missed in translation” hanno una bassa solubilità e tendono quindi a precipitare all’interno della cellula. La scoperta sorprendente é che non tutti gli RNA sono soggetti a questo fenomeno nello stesso modo: le proteine colpite sono quelle che costituiscono i ribosomi stessi, che quindi diminuiscono di numero generando un circolo vizioso».

Lo stallo dei ribosomi, quindi, potrebbe essere il meccanismo che collega le diverse modifiche molecolari legate all’invecchiamento cerebrale. 

Il prossimo passo sarà utilizzare il Killifish per testare sperimentalmente se il trattamento con sostanze capaci di ridurre lo stallo dei ribosomi sia sufficiente a rallentare il decadimento cognitivo. Se ciò fosse confermato si aprirebbero nuove strade in ambito medico.

Pubblicato su Science, il lavoro s'intitola “Altered translation elongation contributes to key hallmarks of aging in the killifish brain”.

Abstract
Su Science uno studio internazionale che ha coinvolto anche Eugenio Fornasiero di UniTS
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