Uno spazio di decompressione sensoriale UniTS all'Immaginario scientifico Read more about Uno spazio di decompressione sensoriale UniTS all'Immaginario scientifico Immagine Progetto senza titolo (13).png Data notizia Tue, 10/09/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Impegno pubblico e sociale Destinatari target Enti e aziende Territorio e società Testo notizia Uno spazio silenzioso, tranquillo, protetto: all'Immaginario Scientifico di Trieste è disponibile una nuova zona museale dedicata alla decompressione sensoriale all'interno del percorso espositivo.Questo innovativo spazio è frutto della collaborazione fra Immaginario Scientifico e Università di Trieste, con il contributo di Fondosviluppo FVG. È una zona di rifugio per chi, durante la visita in un ambiente così dinamico e socializzante come il museo della scienza, possa necessitare di una pausa per riequilibrare i propri sensi.L’iniziativa nasce dall'esigenza di rendere il museo sempre più inclusivo per tutti i visitatori, in particolare per le persone con atipicità sensoriali, come coloro nello spettro autistico, anziani, o persone con disturbi neurodegenerativi. Lo spazio di decompressione comprende una particolare seduta, rivestita in materiale fonoassorbente, conosciuta come "Alone-Together Seat". Questo innovativo elemento d'arredo, progettato nell'ambito del progetto di ricerca europeo La casa sensibile Senshome, guidato dalla prof.ssa Giuseppina Scavuzzo del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste, è pensato per favorire il benessere sensoriale di persone con autismo o altre disabilità sensoriali e cognitive. Originariamente progettata per ambienti residenziali, la seduta è stata adattata per il contesto museale e può ospitare fino a due persone, offrendo così uno spazio tranquillo anche per altre esigenze, come per esempio l'allattamento o per situazioni in cui si prova un sovraccarico sensoriale.“Abbiamo discusso a lungo sul nome del nostro progetto. Abbiamo provato con “rifugio sensoriale” o “sensory shelter” - spiega Giuseppina Scavuzzo - la verità è che non esisteva ancora niente di simile. Si è ragionato su delle stanze per la decompressione sensoriale che non sono la stessa cosa. Per questo l’iniziativa può essere considerata, nel suo genere, una novità”.A completare l'area rifugio vi è un elemento di separazione dal resto del museo, rivestito di materiale fonoassorbente, e due pannelli informativi, anch'essi in materiale fonoassorbente, forniti gratuitamente da Eternoivica s.r.l. di Padova. I pannelli informativi offrono spiegazioni su temi come la percezione del suono, il sovraccarico sensoriale e le atipicità sensoriali, il funzionamento dei materiali fonoassorbenti e fonoisolanti.Il nuovo spazio non è dunque solo un luogo di pausa e rifugio, ma anche uno strumento di divulgazione scientifica. Racconta al pubblico le ricerche multidisciplinari condotte dall'Università di Trieste, con particolare attenzione all'importanza delle neurodiversità e delle atipicità sensoriali. Consolidando la presenza dell'Università già presente all'Immaginario Scientifico, Unidiversitas, lo spazio appena inaugurato testimonia l'impegno anche dell'Ateneo di promuovere accessibilità e inclusione. “Questo progetto dimostra sensibilità non solo verso la ricerca ma anche verso i bisogni della comunità - aggiunge Caterina Falbo, collaboratrice del Rettore per la Terza missione e divulgazione scientifica UniTS - un posto che può essere utile a tutti noi, dato che chiunque può vivere un momento di fragilità”.Hanno partecipato all'inaugurazione dello spazio Serena Mizzan, presidente e direttrice dell’Immaginario Scientifico, Caterina Falbo, collaboratrice del Rettore per la Terza missione e divulgazione scientifica dell’Università di Trieste, Giuseppina Scavuzzo, professoressa associata in Composizione architettonica e urbana nello stesso Ateneo ed Elena Bulfone, presidente della Fondazione ProgettoAutismo FVG Onlus. A portare un saluto per il Comune di Trieste la vice sindaca Serena Tonel e l’assessore alle Politiche sociali Massimo Toniolli, oltre a Giuseppe Graffi Brunoro, presidente di FondoSviluppo FVG che sostiene l’iniziativa. Abstract E' il risultato del progetto di ricerca "La casa sensibile Senshome" Mostra nel diario Off
Scavi archeologici UniTS ad Aquileia: rinvenuta statua di Dioniso Read more about Scavi archeologici UniTS ad Aquileia: rinvenuta statua di Dioniso Immagine Statua Dioniso (1).jpg Data notizia Mon, 09/09/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Impegno pubblico e sociale Destinatari target Territorio e società Testo notizia La campagna di scavi condotta dall’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici UniTS nell’area della “Casa dei putti danzanti” (presso l’odierna via Gemina), affidata in concessione di scavo dal Ministero della Cultura - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, ha portato ad alcune importanti scoperte tra cui il rinvenimento di una statua di marmo raffigurante Dioniso.Il “quartiere” oggetto di indagine, a nord ovest del foro, si connotava per la centralità rispetto al cuore politico e commerciale di Aquileia e alla rete di comunicazioni d’acqua e di terra interne ed esterne all’abitato. All’interno si estendeva una vasta e lussuosa residenza tardo antica, nota come Casa dei putti danzanti, che fin dal primo impianto (metà del IV secolo d.C.) aveva occupato l’intero quartiere.Grazie alle indagini dell’Università di Trieste è stato possibile riscoprire una serie di ambienti, un tempo decorati da mosaici, che per caratteristiche e dimensioni sono identificabili con alcuni di quelli individuati negli anni Trenta del secolo scorso dall’archeologo Giovanni Brusin e in seguito reinterrati. Ne derivano importanti dati per la ricerca scientifica.La prima novità è di carattere topografico: l’équipe ha georeferenziato tali resti e ha verificato l’effettiva corrispondenza tra questi e dati d’archivio (piante, foto, disegni…).La seconda riguarda la cronologia proposta per alcuni pavimenti a mosaico datati fino ad oggi, in assenza di dati di contesto, sull’analisi stilistico tipologica. Nuove proposte di datazione possono essere ora avanzate su basi stratigrafiche e sull’associazione con i materiali rinvenuti.Un ulteriore fondamentale risultato è stato quello di poter “collegare” i resti individuati negli anni Trenta con quelli della Casa dei putti danzanti, della quale, con molta probabilità, costituivano un settore di rappresentanza.Di grande importanza anche l’intervento effettuato all’interno di un ambiente scoperto, forse destinato a giardino, dove, grazie all’assenza di pavimenti musivi, è stato possibile scendere in profondità e intercettare, a più di un metro dal piano di calpestio e sotto un riporto in argilla, un piano in cocciopesto la cui cronologia è ancora in fase di definizione, ma verosimilmente anteriore alla metà del I secolo d.C. Proprio dallo scavo in questa zona, è stato possibile recuperare una pregevole statuetta in marmo raffigurante Dioniso, rara testimonianza dell’arredo scultoreo di questa Casa tardo antica.La diffusione dei significativi dati scoperti negli anni in questo sito è possibile anche grazie alle aperture straordinarie dei cantieri di scavo, organizzate dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, svoltesi quest’anno il 13, 14 e 15 giugno, e delle prossime Giornate Europee del Patrimonio (28 e 29 settembre). Questi appuntamenti, come tutte le altre iniziative di archeologia pubblica sostenute dall’Università di Trieste nel cantiere di scavo di Aquileia, costituiscono un’opportunità di condivisione del patrimonio archeologico e contribuiscono al rafforzamento del valore lasciato dalle tracce del passato come bene comune. Abstract La campagna di scavi è condotta dall’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici Mostra nel diario Off
UniTS e Genomics England sviluppano TINC, un algoritmo per migliorare diagnosi e trattamenti dei tumori del sangue Read more about UniTS e Genomics England sviluppano TINC, un algoritmo per migliorare diagnosi e trattamenti dei tumori del sangue Immagine Caravagna nuovo sito.jpg Data notizia Thu, 18/01/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia I ricercatori di Genomics England, dell'Università di Trieste e del Great Ormond Street Hospital for Children dell’NHS Foundation Trust hanno sviluppato un nuovo algoritmo per rendere più accurata l'analisi del sequenziamento completo del genoma, effettuato con tecniche di Whole Genome Sequencing (WGS) in pazienti con tumori del sangue.L’algoritmo sviluppato ha l’obiettivo di interpretare più precisamente i dati del sequenziamento nei casi in cui i campioni di cellule idealmente sane, prelevati dai pazienti, risultino invece contaminati da cellule malate.Nei pazienti malati di cancro, il sequenziamento completo del genoma può essere utilizzato per identificare mutazioni che possono influenzare il successivo sviluppo del tumore e quindi la prognosi della malattia. Per identificarle tali mutazioni è necessario confrontare il DNA delle cellule tumorali con quello di un tessuto sano dello stesso paziente. A questo scopo vengono prelevati almeno due campioni diversi, uno direttamente dal tumore e uno attraverso un prelievo di sangue che in principio dovrebbe contenere solo cellule sane.Una volta effettuato il sequenziamento del DNA contenuto nei due campioni, le sequenze ottenute sono analizzate tramite procedure bioinformatiche. Si tratta di processi automatizzati che tuttavia, in caso di pazienti malati di cancro, possono incontrare problemi se il campione di cellule sane è contaminato da cellule tumorali. La contaminazione può infatti influenzare negativamente l’accuratezza dei risultati generati da questa procedura. Il rischio è particolarmente rilevante nel caso di tumori del sangue, dato che le cellule tumorali si trovano proprio nel flusso sanguigno ed è dunque pressoché impossibile separarle da quelle sane in un prelievo.Per risolvere questo problema, il gruppo di ricercatori ha sviluppato un nuovo strumento informatico, un algoritmo chiamato TINC – Tumour In Normal Contamination assessment, con cui stimare il livello di contaminazione tumorale nei campioni normali. Lo strumento si basa su algoritmi utilizzati per comprendere l'evoluzione del tumore ed i risultati ottenuti sono stati pubblicati oggi su Nature Communications.L‘algoritmo TINC aiuta a stabilire la percentuale di cellule tumorali presenti nel campione normale, in modo che, in presenza di un elevato livello di contaminazione, si possa attivare un flusso di analisi alternativo a quello standard, in grado di fornire a scienziati e medici dati più precisi sul genoma tumorale. Il fine è arrivare a una diagnosi più accurata che permetta di scegliere le terapie più adatte da somministrare a ciascun paziente.Il nuovo algoritmo è immediatamente entrato a far parte degli strumenti di lavoro con cui Genomics England, società britannica di proprietà del Ministero della Salute e dell'Assistenza Sociale del Regno Unito, quotidianamente fornisce le analisi di Whole Genome Sequencing agli ospedali e ai centri clinici de Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito.I ricercatori hanno testato TINC utilizzando i dati di sequenziamento raccolti nell’ambito del progetto su larga scala “100.000 genomi”, che nel 2013 ha portato alla fondazione di Genomics England. Hanno quindi confrontato i dati elaborati dall’algoritmo con quelli ottenuti attraverso le tecnologie standard utilizzate per il test di malattia residua nei tumori del sangue. Si tratta di test in cui si verifica il numero di cellule tumorali rimaste nel sangue di un paziente dopo il trattamento.“I Progetti che su larga scala utilizzano le tecnologie di sequenziamento per studiare le malattie oncologiche hanno un potenziale rivoluzionario”, sostiene Giulio Caravagna (nella foto), professore di Informatica dell’Università di Trieste e responsabile del Laboratorio Cancer Data Science, sostenuto dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. “Tuttavia – prosegue Caravagna – l‘uso di tecnologie innovative come Whole Genome Sequencing richiede strumenti di analisi altrettanto innovativi. Il nostro laboratorio è fortemente specializzato nella costruzione di tali strumenti. Lo sviluppo di TINC nasce nell’ambito di una prestigiosa collaborazione internazionale tra l'Università degli Studi di Trieste e Genomics England e la sua implementazione in un contesto clinico su tutto il territorio inglese rappresenta un traguardo eccezionale che conferma il valore della ricerca in scienza dei dati del nostro ateneo”.“L'implementazione dell'algoritmo TINC nella pipeline di Genomics England – spiega Alona Sosinsky, direttore scientifico del settore oncologico dell’azienda pubblica britannica – ci ha permesso di migliorare l'accuratezza dei test genomici per i pazienti con tumori del sangue. Questo progetto è un esempio di successo in cui dati generati da un progetto di sequenziamento su larga scala vengono interpretati usando tecniche di analisi avanzate, al fine di ottenere strumenti maggiormente precisi da cui prendere decisioni cliniche per la cura dei pazienti”."Grazie al Servizio di Medicina Genomica, ora utilizziamo il sequenziamento dell'intero genoma di routine per la diagnostica in ambito clinico - afferma Jack Bartram, specialista in ematologia pediatrica del Great Ormond Street Hospital for Children, struttura gestita dal NHS Foundation Trust -. L'implementazione dell'algoritmo TINC ci consente, come clinici, una maggiore fiducia nell'analisi dei dati genomici, che in ultima analisi vengono utilizzati ogni giorno per migliorare le terapie rivolte ai nostri pazienti".***************************Studio pubblicato su Nature Communications, 18 gennaio 2024 ‘Clinical application of tumour in normal contamination assessment from whole genome sequencing’Jonathan Mitchell1,8, Salvatore Milite2,3,8, Jack Bartram4, Susan Walker1, Nadezda Volkova1, Olena Yavorska1, Magdalena Zarowiecki1, Jane Chalker5, Rebecca Thomas4, Luca Vago6, Alona Sosinsky1,9 & Giulio Caravagna3,7,91Genomics England, London, UK.2Computational Biology Research Centre, Human Technopole, Milan, Italy.3Cancer Data Science Laboratory, Department of Mathematics, Informatics and Geosciences, University of Trieste, Trieste, Italy.4Department of Haematology, Great Ormond Street Hospital for Children, London, UK.5Specialist Integrated Haematological Malignancy Diagnostic Service - Acquired Genomics, Great Ormond Street Hospital for Children, London, UK.6Research Unit of Immunogenetics, Leukemia Genomics and Immunobiology, IRCCS Hospital San Raffaele, Milan, Italy.7Centre for Evolution and Cancer, The Institute of Cancer Research, London, UK.8These authors contributed equally: Jonathan Mitchell, Salvatore Milite.9These authors jointly supervised this work: Alona Sosinsky, Giulio Caravagna. Abstract Pubblicato su Nature Communications uno studio con il rilevante contributo di Giulio Caravagna (MIGe) e del Laboratorio Cancer Data Science, che è supportato da Fondazione AIRC Mostra nel diario Off
Test Medicina e Odontoiatria: attivato il corso di preparazione gratuito UniTS Read more about Test Medicina e Odontoiatria: attivato il corso di preparazione gratuito UniTS Immagine FotoBG (1).png Data notizia Fri, 19/04/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia L’Università di Trieste organizza un corso di preparazione gratuito per supportare i ragazzi che si cimenteranno nelle prove di ammissione ai Corsi di Laurea in Medicina e chirurgia e in Odontoiatria e protesi dentaria.L’iniziativa, promossa dal Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute, prevede 350 posti disponibili. Le iscrizioni si apriranno lunedì 22 aprile alle ore 15 fino a esaurimento posti e saranno effettuate attraverso il form di registrazione raggiungibile tramite il sito web e i canali social di UniTS.Il corso si svolgerà martedì 7 e venerdì 10 maggio, dalle 14 alle 19 nell’edificio H3 (VEDI L'ORARIO DELLE LEZIONI), all’interno del Campus di Piazzale Europa e si articolerà in una serie di lezioni dei docenti dell’Ateneo giuliano dedicate alle materie oggetto della prova di ammissione: Biologia e biochimica, Chimica, Fisica, Matematica e ragionamento logico. È previsto anche un incontro tra i giovani candidati alla prova e gli studenti tutor dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, che saranno disponibili a condividere consigli e suggerimenti.La prova di ammissione, della durata di cento minuti, consisterà nella soluzione di sessanta quesiti a risposta multipla: ogni risposta esatta varrà 1,5 punti, ogni errore -0,4 e ogni omissione 0. Il punteggio massimo conseguibile sarà 90.Tra le novità che quest’anno caratterizzano la prova di ammissione ai corsi delle professioni mediche si segnala il ritorno allo svolgimento su supporto cartaceo e non telematico, ma anche la possibilità per i candidati di sostenerla in due “appelli”, in programma il 28 maggio e il 30 luglio contemporaneamente su tutto il territorio nazionale - e di potersi iscrivere alla graduatoria con il punteggio migliore.Il Ministero dell’Università e della Ricerca, dopo le polemiche e i ricorsi dello scorso anno, sta affrontando il tema dell’accesso ai corsi di Laurea di Medicina e di Odontoiatria e sono attesi ulteriori cambiamenti a partire dal 2025-26. Il rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda ha partecipato, in rappresentanza della Conferenza dei Rettori, ai lavori della Commissione incaricata di sottoporre alcune proposte al MUR: “Abbiamo suggerito l’attivazione strutturale in tutti gli atenei di corsi omogenei e gratuiti di preparazione al test, quindi il breve percorso formativo che proponiamo quest’anno a UniTS può rappresentare un’anticipazione rispetto agli scenari futuri”.Tra le altre proposte formulate dai rettori anche l’inserimento nella futura prova di domande psicoattitudinali, per valorizzare la predisposizione allo svolgimento delle professioni mediche.Il rettore Di Lenarda conferma inoltre la posizione della Conferenza dei Rettori in difesa del “numero programmato”, indispensabile per fornire una preparazione adeguata ai futuri medici e odontoiatri, senza inseguire irrazionali pulsioni demagogiche: non sono, infatti, i medici a mancare ma gli infermieri e soprattutto è il nostro sistema sanitario a non essere attrattivo. “L’Università di Trieste ha programmato anche quest’anno 200 posti disponibili a Medicina e chirurgia e 40 a Odontoiatria e protesi dentaria, numero massimo, nelle attuali condizioni logistiche, per garantire un livello formativo adeguato ai nostri standard. L’impegno per garantire una formazione di eccellenza ai futuri professionisti dei settori medici e sanitari è confermato dal fatto che saremo uno dei primissimi atenei italiani ad attivare la laurea abilitante in Odontoiatria, per la quale è necessario soddisfare criteri qualitativi molto sfidanti”, spiega Di Lenarda. “Stiamo, inoltre, lavorando – conclude il rettore - per dotare questi corsi di laurea di strumenti didattici tecnologicamente sempre innovativi e di spazi adeguati: abbiamo allestito un Centro di simulazione medica e addestramento avanzato che è un’eccellenza europea, dotato di un robot umanoide all’avanguardia che, attraverso un sistema di Intelligenza Artificiale, ricostruisce l’interazione col paziente in modo altamente verosimile; inoltre, grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, prosegue l’iter per la costruzione di un Campus didattico moderno e di livello europeo, integrato all’interno del futuro Polo Ospedale di Cattinara-Burlo Garofolo”. Abstract 350 posti disponibili, iscrizioni da lunedì 22 aprile: lezioni il 7 e il 10 maggio Documenti allegati Document Locandina e programma delle lezioni Mostra nel diario Off
8 agosto 2024: UniTS compie 100 anni! Read more about 8 agosto 2024: UniTS compie 100 anni! Immagine Centenario.jpg Data notizia Thu, 08/08/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Destinatari target Territorio e società Testo notizia L’Università di Trieste ha compiuto 100 anni!L’8 agosto 1924, con il Regio decreto n. 1338, fu fondata la “Regia Università degli Studi Economici e Commerciali di Trieste” che avrebbe poi dato vita all’Ateneo multidisciplinare di oggi.Lo storico compleanno è stato festeggiato dalla comunità UniTS nella sede centrale di Piazzale Europa con uno spettacolo – evento condotto con brio dall’attore Davide Calabrese.Come un nuovo Benjamin Button, l’Ateneo promette agli studenti, alla città di Trieste, alla comunità scientifica e al personale che lo mantiene vivo e vitale di …ringiovanire, continuando a investire in innovazione e ricerca.Il simbolo di questa spinta al futuro è la Capsula del tempo, un contenitore sigillato ermeticamente che contiene degli oggetti simbolici del passato, del presente e del futuro di UniTS. La scatola metallica, che è stata interrata nel cortile interno del Campus di Piazzale Europa, sarà riaperta tra cinquant’anni dagli “eredi” dell’Ateneo che ne scopriranno finalmente il contenuto. Nelle vicinanze sono stati anche piantati un ulivo, simbolo di pace e prosperità, e una rosa del Roseto del Parco di San Giovanni.Un altro seme per il futuro, stavolta recuperato dal passato, è la Campana delle Lauree che veniva suonata in occasione del conferimento del titolo: una tradizione interrotta da trent’anni che è stata rinnovata dal Rettore Roberto Di Lenarda con un nuovo “squillo” grazie all’opera di restauro dello strumento in occasione del Centenario. Emozionante infine il racconto del Libro d’onore, l’antico volume che contiene firme e messaggi delle grandi personalità che nel tempo hanno visitato l’Università di Trieste. Tra i tanti ricordiamo Giuseppe Ungaretti, il Dalai Lama, Rita Levi Montalcini, Liliana Segre, Papa Giovanni Paolo II, i Presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Sergio Mattarella, tornato anche lo scorso 12 aprile a firmare il nuovo Libro d’Onore assieme al già presidente sloveno Borut Pahor, fino all’ultima firma apposta da Papa Francesco.“Abbiamo voluto dedicare al nostro Ateneo un momento di festa che unisse passato, presente e futuro e raccontasse la storia di un ateneo che, attraverso tante prove, si è evoluto ed è diventato migliore e più competitivo – spiega il Rettore, Roberto Di Lenarda – in questa giornata così speciale voglio ringraziare chi lavora e studia con noi, oltre le Istituzioni, gli Enti di Ricerca e il territorio che ci ospita per la grande fiducia e il sostegno che ci hanno sempre assicurato”.Al termine della celebrazione è stata annunciata anche la riapertura al pubblico della mostra allestita al Castello di San Giusto “1924-2024. Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti”, visitabile fino a domenica 10 novembre 2024 negli orari di apertura del Castello. La mostra è realizzata da UniTS in coorganizzazione con il Comune di Trieste e il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. *** Sul canale Youtube UniTS https://www.youtube.com/playlist?list=PLLTBTziWWLo3yJjGUTSgw-SHwLZMQd6vR è possibile vedere: #100UniTS: l'anno del Centenario in due minutiSintesi delle principali attività realizzate dall'Università degli Studi di Trieste in occasione delle celebrazioni del Centenario (anno accademico 2023 - 2024)Buon compleanno UniTS!Gli auguri per i 100 anni dell'Università degli Studi di Trieste da parte di alcuni rappresentanti del mondo universitario e di tante persone che, a vario titolo, ci hanno sostenuto nel percorso celebrativo e nella costruzione del futuro di UniTS.UniTS in una parolaQual è la parola che meglio rappresenta il valore dell'Università degli Studi di Trieste? L'Ateneo l'ha chiesto ad alcuni rappresentanti del mondo universitario e a quanti hanno contribuito e contribuiranno per il passato, il presente e il futuro di UniTS. Abstract Rivivi l'evento sul sito del Centenario Link Video, info e foto sull'8.8.24 Mostra nel diario Off Fotogallery
I geofisici UniTS svelano aspetti del "dark side of the Moon" Read more about I geofisici UniTS svelano aspetti del "dark side of the Moon" Immagine Cattura Luna.JPG Data notizia Wed, 04/09/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Territorio e società Testo notizia A cinquantacinque anni dallo sbarco dell’Apollo 11, la Luna continua a svelarsi nel suo lato oscuro agli scienziati ancora oggi impegnati nello studio del satellite naturale della Terra: per la prima volta, una ricerca internazionale ha identificato più di venti strutture legate a crateri ora sepolti e diverse stratificazioni inclinate nella regolite, lo strato di materiale composto da polvere, roccia e detriti, che si trova sulla superficie della Luna ed è il risultato di millenni di impatti di meteoriti e di processi erosivi.A coordinare il team di ricercatori è il gruppo di Geofisica Applicata del professore Michele Pipan del Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste.Gli scienziati hanno interpretato le strutture geologiche a una profondità di oltre trenta metri dalla superficie lunare, analizzando i dati radar raccolti dalla missione cinese Chang’E-4 dal 2019, attraverso il primo rover atterrato sulla faccia nascosta della Luna, e integrandoli con misure da sensori remoti.L’indagine ha interessato una parte del cratere Van Kármán, situato all’interno del South Pole-Aitken Basin, una zona inesplorata del satellite con un diametro di oltre 180 km ora al centro di nuove rivelazioni geologiche. Per la prima volta, nelle fasi di raccolta ed elaborazione dei dati, i ricercatori hanno utilizzato algoritmi di deep learning basati sull’intelligenza artificiale, che hanno permesso di esaminare i dati radar in modo molto più preciso e oggettivo rispetto al passato, scoprendo caratteristiche ed evoluzione del lato nascosto della superficie lunare e rivelando una complessità nella geometria della regolite sino ad oggi sconosciuta. La regolite della zona osservata, infatti, non ha uno spessore costante, contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza, ma variabile tra i cinque e i quindici metri.“Questi risultati dimostrano l’importanza delle analisi multidisciplinari, che non solo forniscono informazioni cruciali dal punto di vista scientifico, ma costituiscono anche l’imprescindibile punto di partenza per la valutazione di potenziali risorse del sottosuolo lunare e per la pianificazione di future missioni e basi lunari permanenti”, spiega Michele Pipan, professore di Geofisica Applicata all’Università di Trieste.La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Icarus, ha coinvolto scienziati dell’Università di Trieste, dell’INAF – Istituto nazionale di astrofisica di Roma, della Purdue University (USA), dell’Accademia cinese delle Scienze e dell’Università di Zhejiang (Cina).Nel gennaio 2024, lo stesso gruppo di ricerca ha corretto e validato i dati radar raccolti dalla missione, disponibili sul sito del Lunar and Planetary data release system del National Astronomical Observatory of China, e li ha resi disponibili alla comunità internazionale attraverso la pubblicazione sulla rivista Scientific DataAttualmente, il gruppo di ricerca dell’Università di Trieste che ha guidato questo studio è coinvolto in un progetto selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per l’invio sulla Luna di un magnetometro e di un sistema radar per indagini geofisiche del sottosuolo lunare.***************************Studio completo pubblicato su IcarusDeep learning driven interpretation of Chang’E – 4 Lunar Penetrating RadarG. Roncoroni a, E. Forte a, I. Santin a, A. ˇCernok a, A. Rajˇsi´c b, A. Frigeri c, W. Zhao d, G. Fang e,f,g, M. Pipan aa Department of Mathematics, Informatics and Geosciences, University of Trieste, Italyb Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences, Purdue University, West Lafayette, IN, USAc Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Rome, Italyd Key Laboratory of Geoscience Big Data and Deep Resource of Zhejiang Province, School of Earth Sciences, Zhejiang University, Hangzhou 310058, Chinae Aerospace Information Research Institute, Chinese Academy of Sciences, Beijing 100190, Chinaf Key Laboratory of Electromagnetic Radiation and Sensing Technology, Chinese Academy of Sciences, Beijing 100190, Chinag School of Electronic, Electrical and Communication Engineering, University of Chinese Academy of Sciences, Beijing 100049, China Abstract Il gruppo di ricerca del prof. Pipan ha coordinato uno studio internazionale che ha analizzato i dati della missione lunare cinese Chang’E-4 Mostra nel diario Off Fotogallery
Mare Sopra entra nel vivo Read more about Mare Sopra entra nel vivo Immagine WhatsApp Image 2024-08-19 at 16.24.32.jpeg Data notizia Mon, 19/08/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Impegno pubblico e sociale Destinatari target Territorio e società Testo notizia Entra nel vivo il progetto di divulgazione scientifica Mare Sopra ideato dall’Università di Trieste per sensibilizzare la cittadinanza sull’aumento del livello del mare causato dal riscaldamento globale. Il Friuli Venezia Giulia, con i suoi quasi 100 chilometri di costa, è particolarmente vulnerabile ai rischi causati dall’erosione costiera e dalle inondazioni che potrebbero minacciare le comunità locali e le infrastrutture. L'aumento del livello del mare in regione potrebbe compromettere non solo l’ambiente ma anche molte delle attività che gravitano sulle zone costiere, come la pesca e il turismo.Per comprendere meglio le condizioni delle coste del Friuli Venezia Giulia in questi giorni i ricercatori coinvolti nel progetto Mare Sopra hanno iniziato a monitorare il litorale triestino con un particolare mezzo, una sorta di kayak-pedalò-catamarano attrezzato con moderne tecnologie. Oltre alle misurazioni che verranno effettuate, tramite queste uscite in mare verrà raccolto un vasto patrimonio di immagini e riprese, anche subacquee e realizzate con i droni. Tutti gli aggiornamenti e i video delle prossime attività saranno disponibili sulla playlist dedicata a Mare Sopra disponibile sul canale YouTube dell’Università di Trieste. Al termine dell’estate il progetto proseguirà con ulteriori attività di sensibilizzazione sulle spiagge, indirizzate alle scolaresche e alla cittadinanza. Di particolare interesse sarà anche la realizzazione di video aerei sferici a 360° gradi acquisiti da un drone. Le immagini che verranno selezionate a partire da queste immersioni subacquee diventeranno un virtual tour ad altissima risoluzione.A conclusione di tutte queste attività le principali località costiere verranno contrassegnate con due linee: la linea gialla segnerà dove arriverà il mare nel 2050, quella rossa il suo livello nel 2100.Mare sopra è un progetto interdisciplinare ideato dal professor Stefano Furlani (Units), realizzato con la collaborazione di diversi partner e il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Coinvolge geomorfologi, sociologi e biologi di tre dipartimenti universitari (Matematica, Informatica e Geoscienze; Scienze Politiche e Sociali; Scienze della Vita), ma anche la cittadinanza, le scuole e le associazioni. Abstract Parte il monitoraggio del litorale triestino Mostra nel diario Off
Convertire i gas serra in combustili green: la "dream reaction" da sogno a prospettiva scientifica Read more about Convertire i gas serra in combustili green: la "dream reaction" da sogno a prospettiva scientifica Immagine Progetto senza titolo (96).jpg Data notizia Mon, 05/08/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Post lauream Enti e aziende Territorio e società Testo notizia Raggiungere la “dream reaction”, la reazione - a lungo cercata - che permette di convertire i gas serra in combustili green, non è più solo un sogno, ma una prospettiva scientifica incoraggiata dai risultati di uno studio che ha riunito i principali enti di ricerca e gli Atenei del Friuli Venezia Giulia.Il Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto Officina dei materiali di Trieste (Cnr-IOM), l’Università di Udine, l’Università di Trieste, Elettra Sincrotrone e Area Science Park hanno messo in atto una sinergia che ha costituito un gruppo di ricerca ampio e interdisciplinare: la collaborazione al progetto ha consentito la messa a punto di una tecnologia per la preparazione di catalizzatori innovativi in grado di promuovere la trasformazione del metano, un potente gas serra che incide negativamente sul bilancio energetico del pianeta favorendo il riscaldamento globale. La metodologia individuata ha riguardato, in particolare, la possibilità di convertire direttamente il metano in metanolo, un prezioso alleato nel processo di transizione energetica, attraverso un nuovo materiale a basso costo a base di Cerio e Rame, le cui proprietà catalitiche sono state esplorate grazie alle tecniche all’avanguardia disponibili presso i poli universitari e centri di ricerca della regione. “È stata investigata la possibilità di sintetizzare dei materiali innovativi a basso costo, evitando l’utilizzo di solventi aggiuntivi e passaggi dispendiosi in fase di preparazione: questa tecnologia sfrutta semplicemente la forza meccanica che va a modificare la struttura del materiale di partenza e lo rende più efficiente nel trasformare il metano in altre molecole”, spiegano Silvia Mauri, ricercatrice di Cnr-Istituto Officina dei Materiali e Rudy Calligaro, ricercatore dell’Università di Udine, entrambi autori del lavoro. “Il risultato è stato duplice: da un lato aver identificato un materiale promettente per il processo di catalisi, dall’altro aver implementato le nostre conoscenze sui meccanismi che stanno alla base dell’efficacia di questi materiali. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo di tecniche avanzate che utilizzano la luce di sincrotrone, unitamente alla potenza di calcolo oggi disponibile. In questo modo, sarà da ora in poi più semplice e veloce migliorare ulteriormente il design e l’utilizzo di questi catalizzatori”. Lo studio ha, quindi, implicazioni importanti nel supportare il processo della transizione energetica imposta dalle conseguenze del riscaldamento globale: “Il metano è una risorsa preziosa e la sua valorizzazione rappresenta una sfida importante nella catalisi eterogenea: per questo la comunità scientifica di tutto il mondo sta concentrando i suoi sforzi nella ricerca di nuovi materiali che ne facilitino i processi di trasformazione in prodotti che possano essere utilizzati in modo più sostenibile”, aggiunge Luca Braglia di Area Science Park. “Questo studio fondamentale, identifica una nuova classe di catalizzatori preparati in modo economicamente e ambientalmente più sostenibile. Conferma, inoltre, come l’utilizzo simultaneo di più tecniche avanzate e competenze interdisciplinari sia necessario per identificare e sviluppare di nuovi materiali e tecnologie a supporto della transizione ecologica”. Del gruppo di lavoro ha fatto parte anche Carlo Federico Pauletti, dottorando di ricerca in Fisica dell’Università di Trieste: “Ho contribuito al progetto realizzando al computer un modello che rappresentasse il catalizzatore sintetizzato e caratterizzato dai gruppi di ricerca del prof. Alessandro Trovarelli (UniUD) e del dott. Piero Torelli (Cnr-IOM), per poi studiarne il comportamento tramite delle simulazioni numeriche. Quanto è emerso dal nostro studio è, in accordo con i risultati sperimentali, una promettente attività per quanto riguarda la conversione diretta di metano in metanolo, dovuta alle particolari caratteristiche nano-strutturali del materiale, osservate anche negli esperimenti. L'ampia varietà di tecniche, sia sperimentali che teoriche, utilizzate nello studio di questo sistema costituisce, secondo il dottorando UniTS, un notevole valore aggiunto: "Ha migliorato notevolmente la nostra comprensione di questa reazione e del materiale utilizzato e la grande molteplicità di approcci ha reso molto stimolante il lavoro, grazie al confronto continuo con i ricercatori di tutti gli enti coinvolti", commenta Pauletti.La ricerca, che conferma il ruolo di primo piano assunto dall’Italia nell’affrontare la sfida cruciale della transizione verde e dei nuovi materiali, dimostra come la cooperazione tra le eccellenze scientifiche regionali porti risultati di grande impatto. I risultati di questa collaborazione sono stati descritti sulla rivista scientifica statunitense “Small”, edita da Wiley, che le ha dedicato anche la copertina. Abstract Importanti risultati pubblicati in uno studio in collaborazione tra enti di ricerca del FVG. Nel team anche un dottorando in Fisica di UniTS Mostra nel diario Off
Ricercatori UniTS scoprono in Antartide un nuovo crostaceo Read more about Ricercatori UniTS scoprono in Antartide un nuovo crostaceo Immagine Progetto senza titolo (90).jpg Data notizia Wed, 24/07/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Territorio e società Testo notizia Un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dall’Università degli Studi di Trieste ha scoperto una nuova specie di gamberetto antartico – la Orchomenella rinamontiae –, un crostaceo appartenente all’ordine degli anfipodi, individuato in prossimità della Stazione Antartica Italiana Mario Zucchelli da Piero Giulianini, zoologo e professore presso il dipartimento di scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, durante la XXXIII spedizione antartica italiana nella Baia di Terra Nova.L’evento apre nuove strade per la ricerca e rappresenta un significativo passo avanti per una comprensione più approfondita della vita e della biodiversità marina nelle regioni più remote e inospitali del pianeta: la conoscenza delle comunità marine antartiche e delle specie che le compongono, infatti, è di fondamentale importanza per monitorare, attraverso i mutamenti che le vedono coinvolte, i cambiamenti globali dovuti alle attività umane.“Lo scopo iniziale della ricerca era quello di verificare le risposte di una specie di gamberetto antartico al riscaldamento dei mari. Tuttavia, dalle analisi morfologiche e genetiche è emerso che alcuni dei campioni appartenevano a una specie mai descritta prima” spiega Piero Giulianini, zoologo e docente presso il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste. “La nuova specie appartiene ad un gruppo dominante ed endemico nelle acque antartiche, gamberetti spazzini che svolgono un ruolo chiave nelle comunità marine, consumando e disperdendo cibo di tutte le dimensioni. Come fosse una cartina al tornasole, il monitoraggio dell'abbondanza e della diversità di questi gamberetti permetterà di capire gli impatti antropici in atto su questi delicati ecosistemi: l’impatto causato dall’uomo sull’ambiente, infatti, influisce negativamente sulle comunità marine, ostacolandone diversità e complessità. Non solo, nei nostri laboratori condurremo analisi per studiare come la nuova specie individuata risponda al riscaldamento degli oceani” conclude il professore.Per l’analisi morfologica i ricercatori si sono avvalsi di una tecnica innovativa e avanzata di imaging, la microtomografia a raggi X, che ha permesso di ottenere immagini tridimensionali ad alta risoluzione della nuova specie, offrendo il vantaggio di esaminare digitalmente il campione senza introdurre artefatti e distorsioni dovuti alla manipolazione.La scoperta non solo arricchisce il catalogo delle specie marine antartiche, ma sottolinea anche l’importanza di combinare analisi fisiche e genetiche per la classificazione delle specie, attraverso strumenti tecnologicamente avanzati come la microtomografia, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui si studiano e classificano i campioni biologici. Con il continuo miglioramento della risoluzione delle immagini e la riduzione dei costi delle attrezzature, la microtomografia potrebbe presto diventare una tecnica standard nelle ricerche sulla biodiversità, accelerando notevolmente il processo di scoperta, descrizione e classificazione delle specie.Il nome scelto per descrivere il nuovo gamberetto, Orchomenella rinamontiae, è un omaggio del gruppo di ricerca alla zoologa Rina Monti, che nel 1907 divenne la prima donna italiana a ottenere una cattedra all’Università di Sassari, e celebra il suo contributo pionieristico alla zoologia in ambito accademico.Lo studio ha visto la partecipazione dei gruppi di ricerca di zoologia applicata e di genomica applicata dell’Università degli Studi di Trieste (Piero Giulianini, Samuele Greco, Elisa D'Agostino, Marco Gerdol, Alberto Pallavicini, Chiara Manfrin) con il contributo di due esperti nel campo della classificazione dei gamberetti antartici: Claude de Broyer del Royal Belgian Institute of Natural Sciences e Ed Hendrycks del Canadian Museum of Nature. Un fisico e una zoologa dell’Università della Calabria (Sandro Donato e Anita Giglio) hanno partecipato all’analisi dei dati della microtomografia a raggi X eseguita al Sincrotrone Elettra di Trieste.***************************Studio completo pubblicato su Zoological Journal of the Linnean Society ‘A new Antarctic species of Orchomenella G.O. Sars, 1890 (Amphipoda: Lysianassoidea: Tryphosidae): is phase-contrast micro-tomography a mature technique for digital holotypes?’Piero G. Giulianini1, Claude De Broyer2, Ed A. Hendrycks3, Samuele Greco1, Elisa D’Agostino1, Sandro Donato4,5,6, Anita Giglio7, Marco Gerdol1, Alberto Pallavicini1, Chiara Manfrin11Department of Life Sciences, University of Trieste, Trieste, Italy2Royal Belgian Institute of Natural Sciences, Bruxelles, Belgium3Canadian Museum of Nature, Research and Collections, Ottawa, Canada4Department of Physics, University of Calabria, Cosenza, Italy5Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Division of Frascati, Frascati, Rome, Italy6Elettra-Sincrotrone Trieste SCpA, in AREA Science Park, Basovizza, Trieste, Italy7Department of Biology, Ecology and Earth Science, University of Calabria, Cosenza, Italy Abstract Lo studio internazionale ha utilizzato una tecnica di imaging innovativa. IL monitoraggio della nuova specie rivelerà l'impatto antropico sulla biodiversità e sugli ecosistemi marini Mostra nel diario Off Video notizia
Una serata in musica per raccontare i cento anni di UniTS Read more about Una serata in musica per raccontare i cento anni di UniTS Immagine UniTs_Concerto-centenario-Trieste-Estate_20240807_1024x768 (1).jpg Data notizia Tue, 23/07/2024 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Destinatari target Territorio e società Testo notizia Le celebrazioni del Centenario dell’Università di Trieste - che il prossimo 8 agosto compirà il suo primo secolo di vita - si arricchiscono con uno straordinario evento culturale: un concerto di musica classica organizzato dall’Ateneo giuliano in collaborazione con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi.L’appuntamento si svolgerà martedì 23 luglio 2024, alle ore 21, in Piazza Verdi, nell’ambito della rassegna Trieste Estate 2024.Il concerto sarà un viaggio musicale attraverso alcune delle tappe più significative del ‘900 italiano, con brani che riflettono momenti cruciali nella storia dell’Università e della città di Trieste.Il programma musicale inizierà con "Tramonto" per mezzosoprano, solista e archi di Ottorino Respighi, una composizione giovanile che trasporta il pubblico nell’atmosfera malinconica e ricca di suggestioni poetiche ispirata a una poesia di Percy Bysshe Shelley. Il brano, che risale al periodo antecedente la Prima guerra mondiale, delinea il tramonto di un’epoca di benessere e di vivacità culturale favorevoli all’insediamento di un’istituzione universitaria.Si proseguirà con il "Concerto per archi op. 40b" di Alfredo Casella, un’opera coeva alla fondazione dell’Università nel 1924, che ripropone il tema nazionale nella forma contestualmente problematica della musica strumentale.La serata continuerà con "Festlicher Morgen", tratto dalla Suite veneziana di Ermanno Wolf-Ferrari, un brano del 1936 che ci riporta al tempo, turbato da densissime ombre, in cui fu posata la prima pietra di quello che oggi è l’edificio centrale dell’Università di Trieste.Luciano Berio, con le sue "Folk Songs", ci condurrà poi negli anni Sessanta attraverso una reinterpretazione colta e innovativa delle canzoni popolari con l’intento di raccontare il periodo di espansione dell’Ateneo, a cui non accedono più soltanto i figli delle élite, ma che diventa luogo in cui si creano le condizioni per la mobilità sociale dei giovani della classe media e anche di quelli con più umili origini.A chiudere il programma saranno i "3 unvollendete Portraits" di Fabio Nieder, compositore triestino di fama internazionale, che con quest’opera del 2014 riflette sull’incompiutezza come tratto caratteristico della cultura e scienza aperte all’innovazione. Una riflessione che vuole essere l’eredità del Centenario per il futuro dell’Università di Trieste, che si pone l’obiettivo di continuare a “realizzare il futuro della conoscenza”.La presentazione dei brani sarà a cura di Riccardo Martinelli, docente di Filosofie della musica di UniTS, che offrirà al pubblico una chiave di lettura per comprendere meglio le opere eseguite. L'orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi sarà diretta dal maestro Giulio Prandi. La serata vedrà inoltre la partecipazione straordinaria del mezzosoprano Manuela Custer.“Questo evento – spiega il Rettore Roberto Di Lenarda - fa parte delle numerose iniziative che abbiamo organizzato per celebrare il Centenario dell’Università di Trieste con l’obiettivo di creare nuove occasioni di incontro tra l’Ateneo e la città, anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle istituzioni culturali. L’arte, la musica e la cultura in generale ci consentono di raccontare a un pubblico più ampio e in modo originale e creativo la nostra storia e la nostra missione, permettendoci di connettere il passato con le prospettive future. Il concerto, inoltre, ci proietta verso l’appuntamento dell’8 agosto 2024 quando celebreremo in modo simbolico la data di fondazione di UniTS nel campus di Piazzale Europa”.“Siamo molto felici – afferma Giuliano Polo, Sovrintendente del Teatro Verdi - di proseguire ed intensificare il nostro rapporto a più livelli con l'Università di Trieste e siamo onorati di contribuire in maniera significativa a celebrare il Centenario dell’Università di Trieste con un concerto eseguito dalla nostra Orchestra e un programma musicale studiato nello specifico per emozionare con la storia e cultura”.Il concerto del Centenario è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di Promoturismo Io Sono FVG, con il sostegno, nel contesto più ampio della manifestazione “Trieste Estate 2024”, del Comune di Trieste e di Discover Trieste Convention and Visitors Bureau. Abstract Questa sera il concerto del Centenario con un programma di musica classica a cura del Teatro Lirico Giuseppe Verdi Mostra nel diario Off