Data notizia 24 Marzo 2025 Immagine Image Testo notizia Un’anteprima straordinaria di ciò che ci riserva l’Universo profondo. La missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha svelato i primi dati scientifici ottenuti dalle osservazioni dei campi profondi, regioni di cielo estremamente lontane.Il progetto vede coinvolti diversi docenti UniTS del Dipartimento di Fisica (Stefano Borgani, Matteo Costanzi, Marisa Girardi, Anna Gregorio, Pierluigi Monaco, Alexandro Saro), nonché postdoc e dottorandi (Lucie Baumont, Yousry Elkhashab, Roberto Ingrao, Marius Lepinzan) con responsabilita` che vanno dalla coordinazione dell'Instrument Operation Team alla partecipazione all'Euclid Consortium Publication Group - Science, passando per un importante coinvolgimento negli Science Working Groups di Galaxy Clustering e Clusters of Galaxies e nello Science Ground Segment. Tali attività, svolte anche in stretta collaborazione con ricercatori di INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste e della SISSA, fanno di Trieste uno dei punti focali del Consorzio Euclid. Il telescopio spaziale, in questa fase, ha coperto una vasta area del cielo in tre mosaici di immagini. I risultati ottenuti dalle osservazioni forniscono uno spunto unico per comprendere meglio la struttura su larga scala dell’Universo e la formazione delle galassie nel tempo.In un lasso temporale paragonabile a una sola settimana di osservazioni, il telescopio è riuscito a rilevare più di 26 milioni di galassie, molte delle quali si trovano a distanze impressionanti, fino a 10,5 miliardi di anni luce dalla Terra. Tra queste, sono più di 380.000 le galassie che sono già state classificate dal telescopio, basandosi sulla visione dettagliata della loro morfologia grazie all’utilizzo combinato di intelligenza artificiale e citizen science, che ha permesso di analizzare enormi quantità di dati in modo rapido ed efficiente. Un simile approccio ha permesso anche l’individuazione di 500 oggetti candidati come lenti gravitazionali.I dati rilasciati includono anche numerosi ammassi di galassie, nuclei galattici attivi e fenomeni transitori che sono fattori chiave per capire le forze invisibili che modellano il cosmo.Queste prime immagini mostrano chiaramente come galassie di diverse forme e dimensioni si intrecciano raggruppandosi in filamenti giganteschi che formano una “rete cosmica”, ossia la vasta struttura che collega le galassie e gli ammassi galattici attraverso fili di materia visibile e invisibile, fornendo indizi fondamentali su come l’Universo si è evoluto nel tempo.