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Collezioni storiche e cambiamenti climatici: UniTS coinvolta in una ricerca innovativa nella laguna di Venezia

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Il Dipartimento di Scienze della Vita (DSV) dell’Università di Trieste è partner di un progetto che utilizza tecnologie all’avanguardia per ricostruire l’evoluzione ambientale della laguna di Venezia attraverso l’analisi di macroalghe storiche e contemporanee. 

Coordinata dal professor Stefano Loppi dell’Università di Siena, l’iniziativa applica per la prima volta in Italia una nuova strumentazione a raggi X ad alta precisione, recentemente acquisita con fondi PNRR dall’Ateneo senese, che consente di rilevare il contenuto di metalli nei campioni senza danneggiarli.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Trieste è formato dai professori Annalisa Falace (Botanica ambientale e applicata) e Stefano Martellos (Botanica sistematica), con la collaborazione delle dottorande Alessandra Metalli e Linda Seggi (corso di dottorato in Ambiente e Vita). 

L’attività del team UniTS si concentra su tre fronti: la raccolta in campo delle macroalghe attualmente presenti nella laguna, svolta nel mese di giugno, la messa a disposizione di competenze specialistiche nella tassonomia e biologia delle alghe e la valorizzazione scientifica delle collezioni museali, in particolare quelle storiche.

Oggetto di studio saranno infatti oltre 200 campioni d’alga risalenti agli anni ’30, custoditi nell’algario Vatova-Schiffner del Museo di Storia Naturale di Venezia sotto la cura della dottoressa Raffaella Trabucco, che verranno confrontati con esemplari attuali raccolti dal gruppo di ricerca triestino.

“È la prima volta in Italia che questa tecnologia viene applicata a campioni d’erbario di macroalghe”, sottolinea il professor Stefano Martellos. “Le analisi sono completamente non invasive e consentono di preservare collezioni museali uniche e irripetibili, ampliandone le potenzialità di ricerca”.

“Le macroalghe sono ottimi bioindicatori – aggiunge Martellos – e analizzarne la composizione chimica su un arco temporale di quasi un secolo ci permette di ricostruire con precisione l’impatto dell’attività umana sull’ecosistema lagunare, fornendo dati preziosi per una gestione ambientale più consapevole”.

“Le potenzialità sono enormi – commenta il professor Loppi, coordinatore del progetto –. Possiamo riscrivere la storia ambientale dei nostri territori, rendendo accessibile un patrimonio scientifico finora poco esplorato”.

Il progetto si concluderà entro l’anno e i risultati saranno presentati in due importanti appuntamenti scientifici internazionali: la XI International Plant Science Conference e la 3rd Conference of the International Association for Biomonitoring of Environmental Pollution.

 

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Falace e Martellos (DSV) partecipano a uno studio interdisciplinare che, grazie a una tecnologia innovativa, analizza le macroalghe per ricostruire un secolo di cambiamenti ambientali
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Giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

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L’8 agosto l’Università di Trieste, nel celebrare la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo istituita in memoria dei 136 lavoratori italiani periti nel 1956 in Belgio nella miniera di carbone di Marcinelle, ricorda queste vittime assieme ai tanti altri emigrati italiani deceduti sul lavoro.

Questa ricorrenza richiama ad una riflessione sulla centralità che al lavoro ha voluto assegnare la nostra Costituzione, sin dall’articolo 1, riconoscendone il ruolo di fondamento della nostra Repubblica e richiedendo che a tutti i lavoratori e le lavoratrici debbano sempre essere assicurati, in ogni contesto, il rispetto della dignità e la tutela della sicurezza.

“Proprio il sacrificio dei nostri emigranti di ieri ci invita, se non vogliamo che la memoria sia solo un esercizio retorico, a non chiudere gli occhi davanti alle tante situazioni di sfruttamento e violazioni dei diritti di cui sono vittime i migranti di oggi – commenta Roberta Nunin, Prorettrice UniTS al Personale, Relazioni sindacali e Pari opportunità -  sempre valido appare, infatti, il monito dello scrittore elvetico Max Frisch che, a metà degli anni Sessanta del Novecento, guardando alla condizione degli immigrati italiani in Svizzera, scriveva “Cercavamo braccia, sono arrivati uomini”, evidenziando così il paradosso di sistemi socioeconomici che, se da un lato non possono rinunciare alla manodopera immigrata, dall’altro cercano di sottrarsi al dovere di progettare i necessari processi di accoglienza e integrazione. Una prospettiva purtroppo ancora attuale e che chiede, proprio per onorare la memoria di tanti nostri connazionali periti cercando una vita migliore lontano dal proprio Paese, di continuare, come comunità scientifica, a dedicare attenzione ai fenomeni migratori, agli obiettivi di coesione sociale e agli strumenti per perseguirli”.

 

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UniTS celebra l’8 agosto
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RESOLVE: un nuovo approccio per svelare le origini delle mutazioni nel cancro grazie alla sinergia Informatica - Medicina

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Affinare la nostra comprensione sui meccanismi evolutivi dei diversi tipi di cancro per raggiungere diagnosi e terapie sempre più mirate. E’ l’obiettivo del nuovo metodo RESOLVE, basato sullo studio delle “firme mutazionali”, cioè schemi ricorrenti di mutazioni nel DNA che raccontano la storia dei danni subiti dalle cellule tumorali e aiutano a identificarne origine e meccanismi di sviluppo.

Lo studio presenta un nuovo strumento computazionale per analizzare i meccanismi mutazionali alla base del cancro. Applicando questo metodo a circa 20.000 genomi tumorali adulti e pediatrici, i ricercatori sono riusciti a identificare in modo accurato un numero ristretto di firme mutazionali dominanti, associate sia a meccanismi biologici noti (come invecchiamento, esposizione al fumo o difetti nella riparazione del DNA) sia a prognosi cliniche differenti.

“Il problema di identificare i processi che generano mutazioni nel DNA è fondamentale per capire cosa danneggia il genoma e può accelerare la trasformazione tumorale. Gli strumenti che creiamo nei nostri laboratori sono in grado di estrarre questi segnali grazie alle tecniche di machine learning. Questa area di ricerca ci vede coinvolti direttamente con diversi progetti, come questo in collaborazione con Milano-Bicocca ed altri che coordiniamo nel nostro gruppo”, afferma Giulio Caravagna, docente di Informatica di UniTS coinvolto nello studio.

L'analisi delle firme mutazionali è una pratica consolidata nella genomica del cancro ma presenta diverse sfide. Rispetto ai metodi esistenti, RESOLVE (Robust EStimation Of mutationaL signatures Via rEgularization) permette una rilevazione più precisa delle firme mutazionali, una stima più affidabile della loro rilevanza nei singoli pazienti e la possibilità di distinguere i tumori in sottotipi molecolari, con ricadute promettenti per la medicina personalizzata.

Questo metodo innovativo, illustrato nell’articolo “Comprehensive analysis of mutational processes across 20 000 adult and pediatric tumors ” pubblicato sulla rivista Nucleic Acids Research, è stato sviluppato da un gruppo multidisciplinare dell’Università di Milano-Bicocca, coordinato da Daniele Ramazzotti (Dipartimento di Medicina e Chirurgia e Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori). Al progetto hanno partecipato anche i ricercatori del Dipartimento di Informatica Marco Antoniotti e Alex Graudenzi, del Dipartimento di Medicina Rocco Piazza e Luca Mologni, e Giulio Caravagna dell’Università di Trieste. Il team comprende inoltre Matteo Villa, Federica Malighetti, Luca De Sano, Alberto Maria Villa, Nicoletta Cordani e Andrea Aroldi.

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Giulio Caravagna di UniTS coinvolto nello studio pubblicato su Nucleic Acids Research
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Tommaso Vianello è d'oro! Il quattro di coppia misto trionfa alle Universiadi

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In Piazzale Europa brilla l’oro di Tommaso Vianello!

Nell’ultima giornata di gare dei FISU World University Games, disputati nella regione tedesca del Reno-Ruhr, Tommaso Vianello, studente dell’Università di Trieste, è salito sul gradino più alto del podio nel canottaggio.

Iscritto al corso di laurea magistrale in Strategia, consulenza e logistica aziendale (DEAMS), Vianello ha conquistato la medaglia d’oro nella specialità del quattro di coppia misto, gareggiando insieme a Martina Fanfani e Alice Ramella (Università di Genova) e a Lorenzo Baldo (Università di Padova).

L’imbarcazione azzurra ha guidato la gara fin dalla partenza, imponendo un ritmo che nessun avversario è riuscito a contenere. Con il tempo di 6:38.39, il quartetto ha tagliato il traguardo con quasi due secondi di vantaggio sulla Germania (6:40.12) e oltre otto sulla Lituania (6:46.41): un distacco netto, segno di una superiorità tecnica e atletica indiscutibile.

Il successo ottenuto da Tommaso Vianello e dai suoi compagni si inserisce nello straordinario bilancio della delegazione italiana, che ha concluso questa edizione dei Giochi con 43 medaglie complessive (14 ori, 10 argenti, 19 bronzi), quinta nella classifica generale mondiale dietro a Giappone, Cina, Stati Uniti e Corea del Sud, e prima tra le nazioni europee.

Tutta la comunità accademica si unisce nel celebrare con orgoglio lo straordinario risultato di Tommaso Vianello, sottolineando l’impegno e la dedizione necessari per conciliare studio universitario e attività sportiva di alto livello.

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Lo studente del DEAMS ha trascinato l'imbarcazione azzurra in testa fin dai primi metri di gara
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Il quattro di coppia misto vincitore della medaglia d'oro

Bronzo per il Setterosa universitario: tre studentesse UniTS sul podio alle Universiadi

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Prime meravigliose medaglie per gli studenti-atleti dell'Università di Trieste ai FISU World University Games di Rhine-Ruhr 2025!

La Nazionale di pallanuoto femminile, al termine di un torneo giocato ad altissimo livello, ha conquistato la medaglia di bronzo e sul podio sono salite anche tre studentesse UniTS.

Giorgia Klatowski (Giurisprudenza), Emma De March (Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura) e Guya Zizza (Scienze e Tecniche Psicologiche), colonne del Setterosa universitario e della Pallanuoto Trieste, hanno coronato il sogno di vincere una medaglia che ripaga un percorso di grande impegno e dedizione.

A Duisburg, nella finale per il terzo posto vinta nettamente 10‑5 contro la Nuova Zelanda, le Azzurre allenate da Maurizio Mirarchi hanno mostrato determinazione e qualità, riscattando sconfitta in semifinale contro gli Stati Uniti, giunta soltanto ai rigori, al termine di una partita estremamente equilibrata. 

Nella finale per il bronzo Giorgia Klatowski è stata autrice di una tripletta e anche Emma De March ha siglato una rete.

Per il Setterosa universitario è il terzo podio consecutivo alle Universiadi, mentre in Piazzale Europa si festeggia uno straordinario risultato nel segno della dual career: un modello che l’Ateneo promuove con convinzione, sostenendo studentesse e studenti capaci di eccellere nella carriera sportiva come in quella universitaria.

Nella foto in home, da sinistra, Giorgia Klatowski, Emma De March e Guya Zizza.

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Giorgia Klatowski, Emma De March e Guya Zizza si sono imposte nella finale per il 3° posto a Duisburg
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Benessere lavorativo nelle aziende sanitarie: UniTS partecipa al progetto CompAct

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È stato ufficialmente avviato Compassionate Leadership – CompAct, il progetto promosso e finanziato dalla Regione Veneto come strategia di intervento nei confronti del sempre più allarmante aumento delle dimissioni non programmate. Il progetto mira ad adattare il modello della compassionate leadership al contesto sanitario italiano, proponendo una leadership capace di riconoscere il disagio delle persone nei luoghi di lavoro, comprenderne le cause e intervenire per promuovere un’organizzazione del lavoro più sostenibile, basata sul “prendersi cura di chi cura”.

L’Università di Trieste è partner scientifico di riferimento per la fase di adattamento e validazione del modello internazionale al contesto italiano, insieme alle Università di Milano, Padova e Verona. Per UniTS partecipano la prof.ssa Sara Cervai (Psicologia del lavoro e delle organizzazioni) e il prof. Gabriele Blasutig (Sociologia dell’organizzazione), entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali.

Il progetto risponde alle sfide poste dal fenomeno delle grandi dimissioni (great resignation) e dal crescente disagio che interessa il personale sanitario, proponendo un approccio fondato sulla cura reciproca, sulla responsabilità relazionale e sul benessere organizzativo.

Elaborata attraverso i contributi scientifici di Michael West (King Fund UK), la compassionate leadership è un modello già sperimentato con successo in altri Paesi Europei e, in particolare, nel Regno Unito, in grado di migliorare il clima interno, ridurre il burnout e accrescere la soddisfazione di operatori e pazienti, specialmente nei contesti ad alta esposizione emotiva come la sanità. 

«A livello internazionale i risultati sono promettenti, - sostiene la prof.ssa Sara Cervai - dobbiamo comprendere come questo modello possa funzionare nella realtà italiana, in un sistema sanitario pubblico in cui le persone esprimono allarmanti livelli di sofferenza. Siamo consapevoli di quanto i ruoli dirigenziali possano incidere sul benessere dei collaboratori, e intendiamo supportare leader e collaboratori a ritrovare motivazione e benessere nell’esercizio della loro professione, con un approccio scientifico»

CompAct si sviluppa come progetto di ricerca-azione della durata di due anni, con sperimentazione sul campo in due ULSS venete (ULSS 3 Serenissima e ULSS 4 Veneto Orientale), e il coinvolgimento diretto del top e middle management in tre unità operative (area medica, emergenza-urgenza, cure primarie).

In questo quadro, l’Università di Trieste è responsabile dell’adattamento culturale del modello, attraverso la traduzione, la rielaborazione e il confronto con buone pratiche già esistenti, in dialogo con i professionisti coinvolti. Le successive fasi prevedono l’implementazione nelle aziende, la validazione scientifica e la disseminazione dei risultati. «Ci attendono molte sfide, linguistiche e culturali - spiega Cervai - già a partire dal diverso significato che il termine compassionate ha rispetto all’italiano; compassione va inteso come comprensione e sostengo, non come pietà e buonismo».

Gli altri partner accademici cureranno la validazione quantitativa (prof. Paolo Gubitta, Università di Padova) e qualitativa (prof.ssa Elisa Ambrosi, Università di Verona) e la disseminazione (prof. Federico Lega, Università di Milano). Alla Regione Veneto spetterà, oltre al coordinamento del progetto, anche l’implementazione nelle aziende sanitarie coinvolte.

L’incontro di avvio si è svolto a Venezia, nella Scuola Grande di San Marco Evangelista, alla presenza dell’Assessore alla Sanità e del Direttore generale della Sanità della Regione Veneto, dei Direttori generali delle due ULSS aderenti e dei rappresentanti delle università coinvolte.

Il progetto rientra tra le azioni strategiche definite dalla DGR n. 960/2024 della Regione Veneto per contrastare la crisi di retention del personale sanitario pubblico e rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, mondo accademico e sistema sanitario.

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Iniziativa della Regione Veneto per "prendersi cura di chi cura". Cervai e Blasutig (DiSPeS) cureranno l'adattamento del modello di "compassionate leadership" al contesto italiano
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Economia blu e innovazione: UniTS nel progetto Interreg Leap to Blue

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Favorire l’innovazione, la transizione digitale e green e la cooperazione tra piccole e medie imprese italiane e croate attive nei settori dell’economia blu: è questo l’obiettivo del progetto LEAP TO BLUE – Unleash the potential for joint transition in the blue economy, finanziato dal Programma Interreg Italia-Croazia 2021–2027 e avviato ufficialmente con il kick-off meeting che si è svolto presso l’Università di Zara.

L’Università di Trieste è partner scientifico del progetto attraverso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche (DEAMS), con un team coordinato dalla prof.ssa Rubina Romanello e composto da docenti, assegnisti di ricerca e personale tecnico-amministrativo: Guido Bortoluzzi, Alberto Dreassi, Chiara Marinelli, Antonio Eusebio Fiori e Piero Gabrielli. Il progetto, che ha come capofila l’Università di Zara e una durata prevista di tre anni, dispone di un budget complessivo di oltre sei milioni di euro e prevede per UniTS un finanziamento di quasi un milione.

LEAP TO BLUE affronta sfide condivise dalle regioni costiere di Italia e Croazia, connesse all’adozione di tecnologie avanzate, allo sviluppo di competenze digitali e ambientali, all’accesso ai mercati internazionali e alla riduzione dei divari territoriali. Le difficoltà che molte PMI incontrano nel percorso verso la transizione verde e digitale, insieme agli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, impongono risposte integrate e una visione transfrontaliera.

Il progetto intende coinvolgere oltre 150 piccole e medie imprese, sostenendole nell’adozione di pratiche sostenibili e innovative, nella creazione di nuova occupazione e nell’espansione verso nuovi mercati. Per raggiungere questi obiettivi, LEAP TO BLUE promuoverà attività di formazione e accompagnamento, faciliterà la nascita di collaborazioni tra imprese attraverso eventi di networking e attiverà uno schema di voucher articolato in due bandi, per consentire alle PMI di accedere a servizi specialistici dedicati all’innovazione, alla crescita e all’internazionalizzazione.

L’Università di Trieste partecipa attivamente a tutte le fasi del progetto e avrà un ruolo specifico in due Work Package chiave. Nell’ambito del WP2 – Cross-Border Partnerships and Service Launch for Blue Economy Transformation, UniTS prenderà parte ai workshop destinati a promuovere le opportunità offerte dal progetto a fornitori di servizi e PMI italiane e croate, ospitando uno degli incontri previsti direttamente a Trieste. Nel WP3 – Sustainability model for upskilling and reskilling to enable competitive and sustainable cross-border blue economy, contribuirà invece alla definizione del sistema di monitoraggio sullo sviluppo delle competenze e del capitale umano, elemento strategico per garantire una crescita sostenibile e durevole dell’economia blu nel contesto adriatico.

Durante la conferenza stampa inaugurale a Zara, la prof.ssa Romanello ha dichiarato che l’Università di Trieste è particolarmente soddisfatta di essere parte attiva di un’iniziativa che punta a rafforzare l’ecosistema dell’economia blu nel bacino adriatico, attraverso la collaborazione tra realtà accademiche, imprese e istituzioni. Il progetto – ha sottolineato – rappresenta un’occasione concreta per accompagnare le PMI verso modelli più sostenibili e digitali, creando nuove sinergie su entrambe le sponde dell’Adriatico.

LEAP TO BLUE coinvolge sei partner principali: oltre all’Università di Trieste e all’Università di Zara, partecipano la Croatian Chamber of Economy, la Faculty of Electrical Engineering and Computing dell’Università di Zagabria, ARTI Puglia e Unioncamere Veneto. L’iniziativa è sostenuta anche da numerose istituzioni italiane e croate, tra cui HAMAG-BICRO, il Ministero croato della Scienza, Educazione e Gioventù, Unioncamere Italia e ART-ER Emilia-Romagna.

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Un team di ricerca del DEAMS coordinato da Rubina Romanello nella cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia. 150 PMI sostenute nei percorsi di transizione digitale, green e sostenibile
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Inizia il mandato della Magnifica Rettrice Donata Vianelli

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Oggi, 1° agosto 2025, inizia il mandato della Magnifica Rettrice Donata Vianelli, prima donna alla guida dell'Università di Trieste.

Professoressa ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese, Vianelli è la sedicesima a ricoprire l'incarico di massima autorità accademica dell'Università di Trieste dalla sua fondazione.

Succede a Roberto Di Lenarda, con cui oggi si è svolto un passaggio di consegne all’insegna della piena collaborazione e della continuità istituzionale.

Donata Vianelli ha diretto in precedenza il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche e, dal 2013 al 2019 è stata Delegata del Rettore per l’Orientamento e il Job Placement, rappresentando UniTS anche in Almalaurea, nell’Osservatorio Università-Imprese e nel Gruppo Ranking della CRUI. 

Laureata con lode all’Università di Trieste, Vianelli ha conseguito il dottorato in Economia Aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. I suoi interessi di ricerca spaziano dall’internazionalizzazione delle imprese alla strategia aziendale, dalla sostenibilità alla gestione della supply chain, con oltre 130 pubblicazioni e numerose collaborazioni in Europa, Stati Uniti e Cina.

Vianelli sarà coadiuvata da Mauro Tretiach, professore ordinario di Botanica generale e già direttore del Dipartimento di scienze della Vita, che ricoprirà l'incarico di prorettore vicario per i prossimi sei anni al posto del prof. Valter Sergo.

Il suo mandato si concluderà il 31 luglio 2031.

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Già direttrice del DEAMS, è la prima donna al vertice dell'Università di Trieste
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Invecchiamento del cervello? Dipende dal rallentamento nella sintesi delle proteine cerebrali

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L’invecchiamento cerebrale si manifesta principalmente nella diminuzione delle capacità mnemoniche, nella riduzione nella velocitá di apprendimento e nella flessibilitá cognitiva. Ma quali meccanismi molecolari sottendono questi deficit?

Finora gli studi hanno identificato diversi processi molecolari come, ad esempio, mutazioni del DNA, ridotta sintesi di RNA e proteine cerebrali, perdita di solubilitá delle stesse e modifiche epigenetiche. Tali fenomeni accadono in contemporanea e, ad oggi, non era chiaro se e quale tra essi sia la prima causa dell’invecchiamento cerebrale e quali invece un effetto successivo.

Secondo uno studio condotto da un team internazionale coordinato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa con il Laboratorio Bio@SNS, dall’Istituto Leibniz per lo studio dell’invecchiamento e dalla Stanford University, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, un fenomeno di stallo nella sintesi delle proteine potrebbe essere la prima causa dell’invecchiamento cerebrale

A questo importante lavoro ha contribuito anche il Laboratorio della Omeostasi Sinaptica di UniTS, specializzato nello studio dei meccanismi di regolazione cerebrale durante l’invecchiamento. Il team guidato da Eugenio Fornasiero ha fornito supporto per un’analisi dettagliata del turnover proteico nel cervello.

L’intuizione alla base dello studio è stata ottenuta grazie all’osservazione del processo di invecchiamento cerebrale nel Nothobranchius furzeri (Killifish turchese), un piccolo pesce dell’Africa orientale noto per la sua brevissima durata di vita in cattività (non raggiunge un anno) che il professore di Fisiologia Alessandro Cellerino, tra i coordinator dello studio, ebbe l’intuizione di introdurre come nuovo modello per lo studio dell’invecchiamento 25 anni fa alla Scuola Normale. La brevissima vita di questi pesciolini e il fatto che l’organizzazione generale del loro cervello sia la stessa di tutti i vertebrati consente di accorciare moltissimo tempi e costi degli studi sull’invecchiamento, senza perdere di rilevanza per l’uomo.

 «Abbiamo osservato che con il progredire dell’etá i ribosomi non scorrono piú liberamente ma “stallano” ovvero si bloccano in posizioni precise lungo gli RNA, generando proteine incomplete – spiega ancora Cellerino - Queste proteine “missed in translation” hanno una bassa solubilità e tendono quindi a precipitare all’interno della cellula. La scoperta sorprendente é che non tutti gli RNA sono soggetti a questo fenomeno nello stesso modo: le proteine colpite sono quelle che costituiscono i ribosomi stessi, che quindi diminuiscono di numero generando un circolo vizioso».

Lo stallo dei ribosomi, quindi, potrebbe essere il meccanismo che collega le diverse modifiche molecolari legate all’invecchiamento cerebrale. 

Il prossimo passo sarà utilizzare il Killifish per testare sperimentalmente se il trattamento con sostanze capaci di ridurre lo stallo dei ribosomi sia sufficiente a rallentare il decadimento cognitivo. Se ciò fosse confermato si aprirebbero nuove strade in ambito medico.

Pubblicato su Science, il lavoro s'intitola “Altered translation elongation contributes to key hallmarks of aging in the killifish brain”.

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Su Science uno studio internazionale che ha coinvolto anche Eugenio Fornasiero di UniTS
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Corsi di Laurea Magistrale a UniTS: le novità per l’anno accademico 2025/2026

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L’Università di Trieste arricchisce l’offerta formativa con tre nuovi corsi di laurea magistrale attivi a partire dall’anno accademico 2025/2026. I nuovi percorsi sono pensati per rispondere alle sfide attuali, con una proposta didattica aggiornata, aperta all’internazionalizzazione e orientata a offrire solide prospettive professionali.

I nuovi corsi attivati sono:

Psicologia Sociale e Cognitiva Applicata (Applied Social and Cognitive Psychology)

Lingua di erogazione: italiano e inglese
Sede: Trieste

Iscrizioni

Il corso di laurea magistrale in Psicologia Sociale e Cognitiva Applicata (PSCA) forma professionisti in grado di promuovere il benessere mentale e affrontare le dinamiche del comportamento umano in contesti non clinici. Il percorso integra conoscenze e strumenti della psicologia sociale e cognitiva, con un approccio pratico rivolto ai bisogni della società contemporanea.

Il piano di studi prevede un nucleo comune di quattro insegnamenti obbligatori e offre agli studenti la possibilità di personalizzare il percorso scegliendo due tra i seguenti ambiti applicativi:

  • Comunità e Benessere
  • Lavoro e Organizzazioni
  • Ergonomia e Tecnologie
  • Persone, Animali, Ambienti e Società

Ogni ambito si compone di insegnamenti specifici, due dei quali erogati in lingua inglese. Il corso consente di sviluppare competenze avanzate nella progettazione e nella realizzazione di interventi psicologici in contesti organizzativi, tecnologici e sociali, promuovendo il benessere individuale e collettivo, l’inclusione, la sostenibilità e l’innovazione.

I laureati acquisiscono la preparazione necessaria per accedere all’esame di abilitazione alla professione di psicologo. Le competenze sviluppate permettono di operare come liberi professionisti, consulenti o dipendenti all’interno di enti pubblici, aziende private e organizzazioni del terzo settore. Gli sbocchi professionali includono, tra gli altri, la selezione del personale, la gestione delle dinamiche di gruppo, l’ergonomia cognitiva, la progettazione sociale, la comunicazione digitale, il benessere sportivo e ambientale.

Il corso in PSCA propone un impianto fortemente rinnovato, con maggiore flessibilità nella definizione del percorso e un’integrazione inedita tra le dimensioni sociale e cognitiva della psicologia. A livello nazionale non esistono attualmente corsi equivalenti per struttura e impostazione, rendendo questa proposta formativa un unicum nel panorama accademico italiano.

Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie

Lingua di erogazione: italiano
Sede: Trieste

Iscrizioni

Il corso di laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie offre una formazione avanzata ai professionisti della riabilitazione, con l’obiettivo di sviluppare competenze nei campi dell’assistenza, della gestione, della didattica e della ricerca. Il corso è rivolto ai laureati triennali delle professioni sanitarie, tra cui fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, podologi, ortottisti, educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica.

Il percorso consente di accedere a ruoli dirigenziali nelle strutture sanitarie, alla direzione delle attività didattiche professionalizzanti nei corsi triennali, all’insegnamento nei corsi di laurea sanitari e alla partecipazione a progetti di ricerca in ambito pubblico e privato. Il titolo consente inoltre l’accesso a dottorati di ricerca e master di II livello.

Già attivo in passato, il corso è stato riprogettato con un forte orientamento alla didattica innovativa e alla ricerca applicata. Il piano formativo, pur mantenendo un’impostazione trasversale tra management, didattica e ricerca, prevede attività opzionali, seminari e tirocini mirati per ciascuno degli otto profili professionali previsti.

Tra le novità, contenuti all’avanguardia come l’active learning, la teleriabilitazione, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e la robotica in ambito sanitario, oltre a modelli di sostenibilità dei sistemi sanitari e fondamenti di neuroscienze cliniche.

Joint Master's Programme in Political Science – Integration & Governance (PoSIG)

Lingua di erogazione: inglese
Sede di riferimento: Gorizia

Il Joint Master's Programme in Political Science – Integration & Governance (PoSIG) è un programma biennale internazionale, erogato interamente in inglese, che coinvolge università di otto Paesi europei. Gli studenti hanno la possibilità di studiare in almeno due diverse sedi tra Austria, Albania, Armenia, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Italia, Macedonia del Nord e Kosovo, ricevendo un joint degree riconosciuto da tutte le università partecipanti.

Il percorso prevede moduli in:

  • Politica comparata
  • Integrazione europea
  • Relazioni internazionali
  • Amministrazione e politiche pubbliche
  • Teoria politica

PoSIG si rivolge a studenti con una laurea triennale in Scienze politiche o Relazioni internazionali, fortemente motivati a intraprendere un’esperienza di mobilità internazionale durante l’intero biennio.

Il corso combina una solida preparazione teorica con un forte orientamento alla ricerca sui processi decisionali e le politiche pubbliche, con particolare attenzione ai temi della governance e dell’integrazione in contesti nazionali e internazionali.

Il programma prevede anche tirocini presso organizzazioni partner internazionali come il Regional Cooperation Council (RCC), la Central European Initiative (CEI), l’Institute of the Regions of Europe (IRE), l’UNODC e l’ufficio regionale per la cooperazione giovanile (RYCO).

PoSIG promuove un modello europeo di formazione alla politica multilaterale e rappresenta un’offerta unica per chi intende formarsi come esperto di integrazione e governance in contesti internazionali. 

DATI OCCUPAZIONALI, TIROCINI E MOBILITA’ DEI LAUREATI MAGISTRALI UNITS

La solidità e l’efficacia dei percorsi magistrali proposti da UniTS trovano conferma anche nell’ultimo report AlmaLaurea, che evidenzia esiti occupazionali superiori alla media nazionale. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati magistrali UniTS è pari all’86,9% (contro il 78,6% a livello nazionale), con una retribuzione media netta mensile di 1.607 euro (1.488 euro in Italia). A cinque anni dalla laurea, l’occupazione raggiunge il 93,0%, con uno stipendio medio di 1.988 euro, superiore sia alla media regionale (1.923 euro) che a quella nazionale (1.847 euro).

Anche gli indicatori relativi alla qualità della formazione restituiscono un quadro molto positivo: il 75,8% dei laureati magistrali biennali ha svolto un tirocinio curricolare, percentuale che arriva all’87,6% includendo anche le esperienze del triennio. Ottimi infine i dati sulla mobilità internazionale, con una partecipazione pari al 13% durante la magistrale e al 18,7% se si considerano anche i soggiorni effettuati nel percorso triennale.

Scopri tutte le Lauree Magistrali UniTS!

SERVIZI DI ORIENTAMENTO

UniTS accompagna con attenzione nella scelta consapevole del proprio percorso accademico: l’Ufficio Orientamento offre consulenze personalizzate, attività informative e iniziative dedicate, sia in presenza che in modalità online, per supportare studentesse e studenti in ogni fase del processo decisionale.

Contatti: 040 3473 787 – orientamento@units.it

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Psicologia applicata, professioni sanitarie e scienze politiche: i nuovi percorsi uniscono innovazione didattica, mobilità europea e sbocchi professionali in ambiti strategici
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