Data notizia 28 Aprile 2025 Immagine Image Testo notizia Una sagra di paese, un pranzo in famiglia, un ristorante giapponese, una festa all’oratorio, il chiosco di un’adunata degli alpini, un ritrovo tra tifoserie, un agriturismo. In quanti modi possiamo incorrere, senza saperlo, in un’infezione alimentare?A partire da questi sette scenari realistici si è sviluppato un laboratorio didattico che ha coinvolto una sessantina di studenti e studentesse dei corsi di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico, Assistenza Sanitaria e Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università di Trieste, quest'ultimi due attivati con l'Università di Udine. L’attività si è svolta presso il Polo universitario di Gorizia e ha proposto un approccio interdisciplinare alla gestione delle tossinfezioni alimentari.Infezioni spesso sottovalutate, le tossinfezioni sono causate dall’ingestione di alimenti contaminati da virus, batteri o parassiti e possono provocare sintomi anche gravi. Tra le possibili cause ci sono la conservazione impropria degli alimenti, manipolazioni scorrette, le contaminazioni ambientali, ma anche la crescita della ristorazione collettiva e dei flussi globali di cibo.L’attività formativa ha previsto una prima fase preparatoria tramite la visione di tre video introduttivi, uno per ciascuna area professionale, seguiti da approfondimenti guidati dai tutor dei corsi, dalla costituzione dei gruppi di lavoro e dall’assegnazione dei casi. Ogni scenario era corredato da materiali didattici e fotografie, con integrazioni rilasciate gradualmente per simulare l’evoluzione di un’indagine su casi sospetti.Nel pomeriggio si sono svolte esercitazioni pratiche che hanno previsto, tra le altre attività, l’uso di microscopi per la lettura di vetrini, piastre per la semina colturale, strumenti per la rilevazione di contaminazioni simulate, preparazione di campioni da confezioni reali di carne macinata e simulazioni telefoniche per la raccolta di dati epidemiologici. Ogni studente ha avuto modo di osservare e comprendere il lavoro di ciascuno dei tre profili di professionisti sanitari, per cogliere meglio l’interconnessione tra le competenze.Il laboratorio ha evidenziato la complementarità del tecnico di laboratorio biomedico, responsabile dell’analisi dei campioni biologici, dell’assistente sanitario, impegnato nella prevenzione e promozione della salute pubblica, e del tecnico della prevenzione, attivo nei controlli sui luoghi di produzione, trasformazione e somministrazione degli alimenti.Grazie alla varietà delle attività proposte e all’integrazione delle competenze, la giornata formativa ha permesso di consolidare le conoscenze teoriche, valorizzare il lavoro di squadra e sperimentare in modo concreto le responsabilità condivise nella tutela della salute collettiva.