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Inquinamento acustico sottomarino: parte BluEcho

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Parte il progetto di ricerca BluEcho: si occuperà dell'inquinamento acustico sottomarino e valuterà il livello di rumore generato da navi e parchi eolici in diversi bacini marini (Mare Adriatico, Mare del Nord, Mar Baltico). Il progetto si basa sulle linee guida per la definizione dei valori soglia dell’UE relativi al rumore continuo prodotto dall’uomo in acqua e intende ampliare il lavoro svolto da precedenti progetti europei (JOMOPANS, AQUO, SONIC, JONAS, QUIETSEAS). Adottando un approccio multidisciplinare, BluEcho si concentra sull'interazione tra sorgente, mezzo e ricevitore piuttosto che su soluzioni unidirezionali. 

Verrà sviluppato un nuovo approccio specifico per la modellazione numerica delle eliche e delle turbine eoliche e delle mappe acustiche su larga scala. In primo luogo, la metodologia sviluppata sarà utilizzata per valutare accuratamente lo stato attuale di salute del mare. In seguito i ricercatori si concentreranno sulla predizione di nuovi scenari in cui saranno adottate misure di mitigazione. Sarà valutata anche l'efficacia e la fattibilità economica delle misure di mitigazione (tra cui la procedura di slow down o re-routing in aree a rischio o i cosiddetti quiet periods) e sarà proposta l'implementazione di nuove aree protette. La valutazione costi-benefici sarà effettuata tenendo conto delle esigenze delle parti interessate, sia nel traffico navale che nei parchi eolici. 

Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Trieste (Dipartimenti DIA e DEAMS), coinvolge anche l’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale; Chalmers University of Technology - Goteborg, Svezia; Institute of Marine Research - Bergen, Norvegia; Alfred - Wegener Insitute - Bremerhaven, Germania.

 

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Il progetto è coordinato da UniTS
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Delegazione della Somalia a UniTS

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Una delegazione composta da rappresentanti delle principali realtà accademiche, politiche e culturali somale è stata accolta dal Prorettore vicario UniTS Valter Sergo, dalla Delegata del Rettore per la Cooperazione allo sviluppo Ilaria Micheli e da Giuseppe Borruso, docente del Dipartimento DEAMS. 

L'incontro nasce con l'obiettivo di migliorare i rapporti tra i due Paesi, anche alla luce di una forte presenza somala in Friuli Venezia Giulia fin dagli anni ’70.

L'Università di Trieste vanta una lunga collaborazione con l'Università Nazionale Somala - UNS, grazie alla partecipazione attiva, in cordata con altri Atenei italiani, a un programma bilaterale Italia - Somalia nella cui cornice AICS (agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) ha finora finanziato 5 progetti (UNS 1-5) destinati al rafforzamento istituzionale e accademico dell'Università Nazionale Somala.

L'Università di Trieste è stata coinvolta, in particolare, nei progetti UNS2 e UNS3, i più significativi della serie, dal punto di vista del trasferimento di conoscenze e della formazione alla ricerca.

Nel corso di queste due fasi, tra il 2018 e il 2022, il DEAMS ha ospitato per tre mesi parte della delegazione presente nel corso della visita a UniTS, ovvero il prof. Hassan Osman Ga'al, attuale Rettore di UNS (allora direttore della facoltà somala di Economia) e dato a quattro studenti somali, due dei quali sono oggi ricercatori attivi presso UNS, la possibilità di frequentare e concludere il Corso di Laurea Magistrale in Economia dei Settori Produttivi e dei Mercati Internazionali.

Attualmente è in corso il progetto UNS5 coordinato dal Politecnico di Milano, che vede sempre UNITS tra i partner attivi.

Nel corso della visita la delegazione ha anche incontrato docenti e ricercatori del DEAMS già coinvolti nel progetto UNS e interessati al tema della cooperazione con l'università somala. 

Questi i nomi dei componenti della delegazione:

1. Ahmed Faghi Elmi, Presidente della Comunità somala

2. Abdullahi Omar Abshir, Vicepresidente del Parlamento della Repubblica Federale Somala

3. Nura Mustaf Mukhtar Guudow, Viceministro dell’Educazione, della Cultura e dell’Istruzione Superiore della Repubblica Federale Somala

4. Hassan Osman Gacal, Rettore Università Nazionale Somala

5. Ibrahim Gure Mohamed, Direttore del Dipartimento della Diaspora Somala del Ministero degli Affari Esteri

6. Ismail Yusuf Osman, Presidente dell’Accademia di Scienze, Cultura e Arte Somala

7. Khalid Mao Abdulkadir, Docente dell’Università Nazionale Somala

8. Salim Alio Ibro, Deputato somalo

9. Aues Scek, Membro del consiglio di amministrazione della Banca centrale della Somalia

10. Edna Moallim Abdulkadir, Associazione AMEB Mother & Child Care

11. Bashir Osman Ahmed, Comunità somala

12. Dahir Ali, Comunità somala

13. Bashir Abdulle, Comunità somala

14. Lorenzo Dugulin, Comunità somala

15. Ahmed Mohamed, giornalista somalo

16. Mohamed Roberto degli Espositi, giornalista somala

 Presente anche il giornalista RAI Paolo di Giannantonio

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Presenti rappresentanti delle principali realtà accademiche, politiche e culturali somale
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Il Dipartimento di Fisica UniTS alla Columbia University di New York

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Il workshop "Scienza e tecnologia quantistica: dove siamo, dove siamo diretti" e l’evento pubblico "Vivere in un mondo quantistico" sono organizzati il 18 e 19 aprile all’Accademia italiana della Columbia University di New York dal Dipartimento di Fisica UniTS.

Organizzati in occasione del Centenario dell’Università di Trieste, gli eventi testimoniano l’eccellenza raggiunta dall’ateneo giuliano nello studio di uno dei settori della scienza attualmente più strategici.

Curati dai proff. Angelo Bassi, Fabio Benatti, Alberto Morgante (Former Fellow e attuale membro del Comitato Esecutivo dell'Accademia Italiana, Columbia University), Francesco Scazza e Andrea Trombettoni, i due eventi propongono gli interventi di alcuni dei maggiori esperti di tematiche quantistiche.

In particolare, il workshop aperto alla comunità accademica presenterà lo stato dell'arte e le direzioni future della ricerca nel campo della scienza e delle tecnologie quantistiche 

La tavola rotonda aperta a tutti, invece, esplorerà le implicazioni scientifiche, filosofiche e sociali della fisica e delle tecnologie quantistiche proponendo le riflessioni di Katiuscia Cassemiro, Chief Editor of PRX Quantum - American Physical Society (APS Physics), Anna Grassellino, Director of the SQMS (Superconducting Quantum Materials and Systems) Center at Fermilab, Philip Kim, Professor of Physics and of Applied Physics, Harvard University e Robert Konik, Chair of the Condensed Matter Physics and Materials Science Division, Brookhaven National Laboratory. Modera Robert Henderson, giornalista del The Wall Street Journal.

Sponsor dei due incontri, oltre all’Università di Trieste, anche The Italian Academy for Advanced Studies in America, National Institute of Nuclear Physics (INFN), National Research Council (CNR).

L'Accademia d'Italia della Columbia University è un centro di ricerca di primo piano a livello mondiale nel campo delle scienze umane e scientifiche, fondato nel 1991 sulla base di un accordo tra Columbia University e la Repubblica Italiana. Il suo impegno principale è promuovere studi interdisciplinari innovativi. Presidente onorario è il Presidente della Repubblica Italiana. 

 

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Workshop e tavola rotonda con alcuni dei maggiori esperti mondiali
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BeSENSHome: Sensori applicati ad ambienti sensibili. Spazi inclusivi dove è normale essere speciali

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Giunto a conclusione il progetto Interreg Italia-Austria SENSHOME, l’Università degli Studi di Trieste ha ottenuto un nuovo finanziamento dall’Unione Europea per proseguire gli studi iniziati, rafforzare le capacità di ricerca e innovazione e sviluppare l’introduzione di tecnologie avanzate, di know-how e di buone pratiche sul tema dell’architettura per persone con disabilità cognitive.

E’ questo infatti l’obiettivo specifico del nuovo progetto Interreg Italia-Austria BeSENSHome: Sensori applicati ad ambienti sensibili. Spazi inclusivi dove è normale essere speciali.

Nell’ambito del progetto BeSENSHome verranno appositamente implementati sistemi innovativi avanzati e reti di sensori smart atti a garantire il comfort ambientale all'interno di residenze, centri diurni, luoghi di lavoro e strutture che ospitano persone con disabilità neurocognitive. Per raggiungere questo obiettivo innovativo, è necessario che tali sistemi consentano una accurata personalizzazione basata sui bisogni degli occupanti, definendo una strategia che ponga gli individui al centro e il controllo dell'ambiente costruito. Grazie all'intelligenza artificiale accoppiata alla rete di sensori, l'ambiente sarà in grado di apprendere le preferenze o i requisiti dell'occupante, identificandone le condizioni di stress, regolando le condizioni ambientali e avvertendo eventuali assistenti nel caso sia necessario il loro intervento, prima che si presentino eventuali condizioni potenzialmente pericolose. L’inserimento di tale rete di sensori negli arredi di diversi ambienti sarà curato architettonicamente nei minimi dettagli per garantirne l’integrazione ottimale in contesti esistenti. Per raggiungere questi obiettivi e rendere il sistema il più possibile utile e facile da usare, nel corso del progetto sarà adottato un approccio di ricerca e di progettazione partecipativo.

Le potenzialità del sistema sviluppato saranno quindi messe alla prova, applicando le tecnologie in modo discreto e non visibile in ambienti in cui le persone neurodivergenti e i loro familiari/caregiver necessitano di un supporto rispetto a tutti i tipi di problemi che si trovino ad affrontare nella vita quotidiana.

Questo supporto sarà potenziato dallo studio di soluzioni architettoniche per gli spazi: la scelta adeguata dei materiali per gli arredi e i rivestimenti, l'ingresso della luce e i dispositivi di oscuramento della luce faciliteranno la vista, la tattilità e il comfort all'interno dei vari ambienti. Gli spazi scelti saranno indagati anche dal punto di vista acustico, visivo e termoigrometrico sia per ottimizzare il funzionamento dei sensori ambientali sia per studiarne l'adeguato posizionamento al fine di garantire la privacy, aumentare l'autonomia abitativa, riadattare gli ambienti di vita quotidiana per renderli più inclusivi e sicuri.

Responsabile scientifico UNITS è Giuseppina Scavuzzo, Professoressa associata in Composizione architettonica e urbana, Coordinatrice del Corso di Studi in Architettura del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste.

Tra i partner di progetto: Libera Università di Bolzano (lead partner), Università degli Studi di Trieste, Kärnten University of Applied Sciences, Eureka system s.r.l., Fondazione Progettoautismo FVG onlus, MCI Management Center Innsbruck GmbH.

 BeSENSHome   

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Conferita Laurea ad honorem a Sergio Mattarella e Borut Pahor

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L’Università di Trieste ha conferito oggi la Laurea Magistrale honoris causa in Giurisprudenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Borut Pahor, già Presidente della Repubblica di Slovenia, due personalità che stanno contribuendo a scrivere la storia della frontiera adriatica.

A motivare il doppio conferimento è, infatti, la politica di riconciliazione perseguita dai due Presidenti che ha reso l’area del confine orientale, segnata dalle ferite della storia del Novecento, un esempio di collaborazione tra popoli legati dalla comune appartenenza all’Unione Europea.

Questa la motivazione: “Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli. Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche”.

Il testo della motivazione è stato letto in italiano dal prof. Gian Paolo Dolso, Direttore di IUSLIT, il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione di UniTS che ha proposto il doppio conferimento della Laurea ad Honorem. La versione in sloveno è stata invece affidata alla professoressa Tereza Pertot.

I professori Davide Rossi e Fabio Spitaleri hanno dato lettura delle due laudationes.

“Compito del nostro Ateneo è costruire ponti e non muri, contribuire concretamente alla crescita sociale, culturale ed etica dei nostri giovani”, spiega Roberto Di Lenarda, rettore dell’Università di Trieste. “In un momento storico come quello attuale, segnato da scenari di guerra, l’Università apre le sue porte, include, protegge e sostiene soprattutto i più deboli, ma deve essere rispettata nella sua autonomia di collaborazione per produrre scienza e sviluppare cultura, umana e sociale”.

“La scienza si produce facendo ricerca, in cooperazione anche competitiva con le altre Università e gli Enti di ricerca con cui progredire insieme e supportare le menti e le anime più avanzate anche in società che soffrono”, prosegue il rettore, invitando a gestire con equilibrio e razionalità il clima di tensione che agita le Università italiane.

La cerimonia si è svolta in Aula Magna, alla presenza del Magnifico rettore, della comunità accademica, delle autorità civili, militari, diplomatiche, religiose e degli studenti.

Inserita nel più ampio contesto dell’allargamento dell’Unione europea ai Balcani occidentali e dell’azione politica e diplomatica condotta dai due Capi di Stato e dai loro predecessori Giorgio Napolitano e Danilo Turk, la celebrazione odierna conferma il ruolo dell’Università di Trieste come luogo di confronto e dialogo e costituisce una nuova occasione di incontro tra i due Presidenti, a dimostrazione della solidità di un rapporto proseguito anche dopo la conclusione del mandato di Pahor.

Negli anni sono state numerose, infatti, le iniziative che hanno visto protagonisti Mattarella e Pahor, quali la cerimonia “L’Europa luogo di superamento dei conflitti” nel centenario dell’unione di Gorizia all’Italia il 26 ottobre 2016 e l’incontro del 21 ottobre 2021 volto a celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica “Capitale europea della Cultura 2025”, un riconoscimento destinato ad accrescere il senso di unione delle due città, fino a trent’anni fa divise da un filo spinato.

Da ricordare come momento fondamentale della nuova stagione di relazioni tra Italia e Slovenia, modello di collaborazione per il continente europeo, anche il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020, con l’omaggio dei Presidenti ai luoghi simbolo delle tragedie dei totalitarismi.

Non è la prima volta che l’Università di Trieste conferisce ad un Presidente della Repubblica una laurea ad honorem: si ricordano Luigi Einaudi il 4 novembre 1954, in occasione del ritorno di Trieste sotto la sovranità italiana, e Antonio Segni nel 1963, alla soglia dell’istituzione e dell’avvio della Regione a statuto speciale.

La cerimonia è stata arricchita dall’esecuzione degli inni italiano, sloveno ed europeo a cura del Coro e Orchestra dell’Università degli Studi di Trieste, diretto da Riccardo Cossi. Hanno affiancato il Coro dell’ateneo alcuni componenti del Coro Vikra.

Al termine della cerimonia è stato anche eseguito l’inno del Centenario dell’ateneo “Sorprendi la sorte”, con testo di Marcela Serli.

 Lectio Magistralis del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella    

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Bando Telethon-Cariplo: assegnato finanziamento al progetto di Eugenio Fornasiero sui disturbi del neurosviluppo

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A Eugenio Fornasiero del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Trieste, sono stati assegnati dal Bando Telethon-Cariplo 248 mila euro per finanziare un progetto di ricerca sui disturbi del neurosviluppo.

L’iniziativa, che le due Fondazioni si impegnano a portare avanti anche in futuro, è dedicata a chiarire quegli aspetti ancora oscuri del genoma umano potenzialmente responsabili di malattie rare.

Giunto alla terza edizione, il bando di Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon ha portato alla selezione di 14 nuovi progetti di ricerca,per un totale di 3,2 milioni di euro e di 22 gruppi di ricerca coinvolti.

In Friuli-Venezia Giulia sono stati assegnati 248 mila euro per finanziare un progetto dell’Università degli Studi di Trieste

Sale così complessivamente a quasi 14 milioni di euro l’investimento congiunto da parte delle due Fondazioni, che ha portato al finanziamento di 59 progetti di ricerca che hanno coinvolto 90 centri di ricerca italiani

Questa iniziativa, ispirata a un programma dei National Institutes of Health (NIH) americani, mira proprio a illuminare la porzione più oscura del genoma umano”, invitando i ricercatori a studiare aspetti genetici e meccanismi molecolari ancora in gran parte sconosciuti o scarsamente compresi, ma che rappresentano un potenziale per lo sviluppo di nuove terapie per le malattie rare. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli T-dark, per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci. Nonostante il genoma umano sia stato sequenziato completamente, di molti geni e delle proteine da loro codificate sappiamo infatti ancora poco. Basti pensare che delle 4500 proteine umane ritenute dei possibili bersagli farmacologici, soltanto 700 sono attualmente nel mirino di farmaci approvati: significa cioè che tra tutte le altre, oltre l’80 per cento, potrebbero esserci proteine adatte a essere oggetto di studio per mettere a punto nuove terapie, ma per motivi diversi non vengono studiate.

Eugenio Fornasiero del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Trieste coordinerà uno studio sui disturbi del neurosviluppo. In particolare, il progetto si concentra su un gene specifico chiamato CCDC32, classificato come TDark del quale abbiamo una conoscenza molto limitata. La perdita di funzione di CCDC32 è la causa diretta di una rara e non specifica disabilità intellettiva sindromica, spesso accompagnata da anomalie fisiche. Approfondendo la sua funzione, verranno fornite le basi fondamentali per comprendere non solo questo specifico gene, ma anche i meccanismi più generali alla base delle disabilità intellettive rare e delle malformazioni fisiche associate.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei centri di ricerca coinvolti, la maggior parte  – 14 su 22 – si trova in Lombardia; gli altri sono dislocati in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte e Toscana. Tra le patologie oggetto di studio ci sono alcune forme di distrofia muscolare come quella di Duchenne e la facio-scapolo omerale, malattie del sangue quali l’emocromatosi, la teleangiectasia emorragica e la talassemia, ma anche disturbi del neurosviluppo e tumori rari. Tra le patologie oggetto di studio ci sono alcune forme di distrofia muscolare come quella di Duchenne e la facio-scapolo omerale, malattie del sangue quali l’emocromatosi, la teleangiectasia emorragica e la talassemia, ma anche disturbi del neurosviluppo e tumori rari.

Le proposte di progetto presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati sono state complessivamente 77. Di queste, 69 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). Per la valutazione dei progetti è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta, a garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione.

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Per chiarire aspetti ancora oscuri del genoma umano responsabili di malattie rare
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Pallacanestro Trieste: la partita del 14 aprile celebrerà il Centenario UniTS!

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La partita della Pallacanestro Trieste di domenica 14 aprile alle ore 18 contro l’Urania Milano celebrerà il Centenario di UniTS : i led a bordocampo e il wall del Palatrieste si tingeranno dei colori e delle immagini scelte per celebrare questo storico compleanno.

Anche il parquet sarà personalizzato per ricordare a tutti gli appassionati di basket che sport e studio vanno a braccetto. Un binomio che sarà sottolineato anche dalla consegna al rettore Roberto Di Lenarda di una maglia da gioco speciale da parte del General Manager di Pallacanestro Trieste, Michael Arcieri. 

“Quest'anno celebriamo un anniversario che ha un grande significato per l'Università e per l'intera città di Trieste – commenta Michael Arcieri - La nostra partnership è un tributo ai valori condivisi di istruzione e sport, siamo fieri di contribuire a questa celebrazione così importante. Siamo lieti di annunciare che la partita contro l'Urania Milano al PalaTrieste sarà una vera e propria vetrina di questa partnership”. 

“Crediamo che la passione per lo sport praticato o anche solo seguito sia un segno di vitalità ed entusiasmo che, nel caso dei nostri studenti, aiuta ad affrontare le sfide dello studio, del lavoro e della vita – aggiunge Roberto Di Lenarda – siamo felici di tingere il palazzetto dove gioca la pallacanestro Trieste con i colori del nostro Centenario e invitare tutti gli sportivi a partecipare anche alle nostre iniziative dedicate a questo storico anniversario”.

 

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Il match con l'Urania Milano si tinge dei colori scelti per i 100 anni dell'ateneo
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Giornata Mondiale Endometriosi: UniTS vuole sensibilizzare sul tema

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Il 28 marzo ricorre la Giornata Mondiale dell'Endometriosi, istituita nel 2014 per porre l'attenzione su una malattia che, in alcuni casi, può essere fortemente invalidante per le donne che ne soffrono. 

Nel mondo sono circa 190 milioni le donne e le adolescenti (tra il 2 e il 10% della popolazione femminile generale) colpite da endometriosi durante l'età riproduttiva, anche se alcune possono soffrirne oltre la menopausa. 
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne fertili: la patologia interessa circa il 30-50% delle donne con difficoltà a concepire. Le diagnosi conclamate sono almeno 3 milioni.

Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce di età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche.

La Clinica Ostetrica e Ginecologica del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute conduce numerose ricerche sulla malattia in collaborazione con diverse strutture dell’Università di Trieste, dell’IRCCS Burlo Garofolo e altri enti di ricerca italiani ed esteri. 

Recentemente è stato pubblicato uno studio su un’importante rivista scientifica in cui è stata dimostrata la presenza nel tessuto endometriosico di molti metalli di derivazione ambientale che potrebbero contribuire allo sviluppo della malattia.

Studio di Pascolo, L.; Pachetti, M.; Camillo, A.; Cernogoraz, A.; Rizzardi, C.; Mikus, K.V.; Zanconati, F.; Salome, M.; Suarez, V.T.; Romano, F.; Zito G., Gianoncelli A., Ricci G.

Detention and mapping of iron and toxic environmental elements in human ovarian endometriosis: A suggested combined role. Science of the Total Environment 2023, 864, 161028. 

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Pubblicato uno studio UniTS - Burlo Garofolo
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Salvaguardia fauna forestale: firmato progetto UNITS con il Parco naturale delle Prealpi Giulie

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Arriva dal Maine (USA) il sistema di monitoraggio che, sperimentato per la prima volta in Italia e in Europa, permette di identificare la cosiddetta “specie ombrello per il monitoraggio”, ovvero quella specie la cui individuazione permette di monitorare simultaneamente altre specie, rendendo particolarmente agevole ed efficace l’attività di osservazione e controllo. Il concetto di specie ombrello è noto da tempo nella biologia della conservazione, ma viene qui riadattato per le finalità del monitoraggio. Ideatore del protocollo è Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, prima professore associato in Wildlife Habitat Conservation alla University of Maine.

Sotto il suo coordinamento, l’Università di Trieste e il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie – già impegnate in uno studio sul comportamento dei micromammiferi – collaboreranno in qualità di partner nel progetto Monitoraggio Ottimale dei Mammiferi, vinto sul bando del National Biodiversity Future Center – uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, finanziato da NextGenerationEU, Ministero dell’Università e della Ricerca e PNRR.

Al via ad aprile 2024 con conclusione prevista a dicembre 2025, il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare un sistema di monitoraggio dei mammiferi all’interno del parco e zone limitrofe – un’area di 100km2 situata nel Friuli-Venezia Giulia al confine con la Slovenia, dalla straordinaria biodiversità e riconosciuta nel 2009 come area protetta transfrontaliera dalla Federazione europea Europarc. 

Nello specifico, sono due gli obiettivi altamente innovativi nel panorama nazionale e internazionale. Il primo è quello di individuare il protocollo con il miglior rapporto costi-benefici per un determinato scopo gestionale e dato un certo budget, un protocollo che sia adattabile a seconda della disponibilità economica, spesso mutevole nel tempo, e al variare delle finalità dell’ente. Il secondo obiettivo è quello di identificare le cosiddette specie ombrello. 

Spiega Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia presso il dipartimento di Scienze della vita all’Università di Trieste: “Individuare delle specie ombrello significa identificare delle specie su cui concentrare gli sforzi, ma al contempo avere la garanzia che altre specie verranno coperte dal monitoraggio. Questo approccio rappresenta pertanto un ottimo strumento per minimizzare il costo del monitoraggio e al contempo massimizzare il numero di specie coperte dal monitoraggio stesso. Per fare un esempio, il monitoraggio del gatto selvatico mediante fototrappole permette di monitorare simultaneamente altre specie, quali ad esempio martora, capriolo e volpe.”

I dati, raccolti in due campagne sul campo mediante trappolamenti, utilizzo di tubi nido e fototrappole (la prima durante la primavera-estate 2024, la seconda nella primavera-estate 2025), saranno utilizzati per lo sviluppo di protocolli e analisi statistiche in grado di rilevare trend significativi di declino delle specie ombrello. Alle attività di campionamento – altro tratto distintivo del progetto – parteciperanno alcuni citizen scientists, ossia alunni delle scuole primarie e secondarie locali, nell’ambito delle attività di educazione ambientale promosse annualmente dal Parco, accompagnati e supportati dagli studenti del corso in Ecologia dei cambiamenti globali dell’Università di Trieste.

Non solo, affinché sia sostenibile nel medio-lungo termine e perseguibile in relativa autonomia, il progetto prevede diverse attività di formazione del personale del Parco sulle tecniche di campo, l’acquisizione e la gestione dei dati, l’identificazione delle specie. Il protocollo è, inoltre, strutturato per garantire ripetibilità in altre aree protette caratterizzate da tipologie forestali simili, e per esportare i risultati relativi alle specie ombrello in contesti diversi.

“Quello tra l’Università di Trieste e il Parco naturale della Prealpi Giulie è un passaggio di testimone, un trasferimento di know-how: il protocollo è da intendersi come un vero e proprio investimento per l’ente. È una ricerca applicata, un modello che diventa pratica professionale sul campo. – continua Alessio Mortelliti – Fondamentale anche il coinvolgimento delle scuole e della comunità locale, affinché si sentano parte di questo grande ecosistema e siano sempre più informate, sensibilizzate e responsabilizzate.”

Soddisfazione per il finanziamento ottenuto è stata espressa dalla Presidente del Parco Annalisa Di Lenardo che sottolinea come “il progetto è qualificante per l’area per il suo livello di innovatività e per la capacità di mettere in rete un istituto di ricerca, un ente gestore di un’area protetta e la comunità locale. I dati raccolti andranno ad incrementare le conoscenze a disposizione di amministrazioni e cittadini al fine di accrescere la consapevolezza sull’importanza della tutela della biodiversità e della sua corretta gestione”.

Alessio Mortelliti vanta un’esperienza ventennale nello sviluppo di protocolli di monitoraggio, è co-autore di alcuni dei protocolli di monitoraggio Ispra, ha sviluppato protocolli di monitoraggio per lo stato del Maine (USA), per l’Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio (ex ARP), per la Riserva Naturale Selva del Lamone e per il monitoraggio del Babirusa (Sus celebensis) in Indonesia. In passato, ha effettuato numerosi corsi specificamente focalizzati sulle tecniche di campo ed analisi dei dati di monitoraggio in numerosi paesi, inclusi Italia, Austria, Stati Uniti, Indonesia, Tunisia e Mauritania.

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Sviluppato un innovativo sistema di monitoraggio dei mammiferi
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Secondo premio di ricerca per Aleksova al Congresso della Società Europea di Cardiologia

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Aneta Aleksova, professoressa associata di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare di UniTS, ha ricevuto il secondo premio di ricerca al Congresso “Acute Cardiovascular Care 2024” della Società Europea di Cardiologia (ACVC-ESC), che ha riunito ad Atene i professionisti delle terapie intensive cardiologiche.

Il lavoro inedito, dal titolo “Incremented Amyloid-beta values predict mortality during long-termfollow-up in patients with acute myocardial infarction, both STEMI and NSTEMI”, è stato scelto tra i migliori quattro in assoluto e presentato all’interno dell’Award session del Congresso, collocandosi al secondo posto e meritando la menzione di lavoro di maggior originalità scientifica.

Lo studio sul valore predittivo del peptide beta amiloide circa la mortalità dei pazienti con infarto miocardico acuto è stato nella maggior parte svolto dal gruppo del Laboratorio di Cardiologia Molecolare (dott.ssa Alessandra Lucia Fluca e dott.ssa Milijana Janjusevic), coordinato dalla stessa Aneta Aleksova, all’interno della Struttura Complessa di Cardiologia dell’ASUGI, diretta dal Prof. Gianfranco Sinagra. 

Il prestigioso premio rappresenta un riconoscimento dell’attività di ricerca frutto di una collaborazione nazionale ed internazionale: in particolare, va sottolineato il significativo contributo dei docenti del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute (DSM) dell’Università di Trieste – tra cui il Prof. Gianfranco Sinagra (Malattie dell’Apparato Cardiovascolare), il Prof. Stefano D’Errico (Medicina Legale) e la Prof.ssa Giulia Barbati (Statistica Medica) – e del Prof. Antonio Paolo Beltrami dell’Università di Udine. 

Nello studio, inoltre, sono stati coinvolti esperti internazionali in campo cardiovascolare, quali la Prof.ssa Maria Marketou dell’Università di Creta, Heraklion (Grecia) e la dott.ssa Donna Zwas dell’Hadassah University Medical Center di Gerusalemme (Israele).

Aleksova ha ricevuto, inoltre, un ulteriore riconoscimento collocando altri tre lavori di ricerca, presentati come poster moderati, tra i migliori 14 del Congresso, che è stato aperto ai contributi scientifici provenienti da tutto il mondo.

L’Università di Trieste, grazie ai riconoscimenti ottenuti dalla cardiologa e docente del DSM, è stata l’unico Ateneo italiano a essere rappresentato tra i vincitori dei premi di ricerca e dei migliori poster moderati.

 

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La docente del DSM ha consentito a UniTS di essere l’unico Ateneo italiano premiato al Congresso internazionale “Acute Cardiovascular Care”
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