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Andreina Contessa alla guida del polo museale fiorentino Accademia-Bargello

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Andreina Contessa, già direttrice del Museo Storico e del Parco del Castello di Miramare e consigliera di amministrazione dell’Università di Trieste dal novembre 2022, è stata nominata direttrice del nuovo polo museale che riunisce la Galleria dell’Accademia e i Musei del Bargello a Firenze.

Curatrice museale, storica dell’arte, esperta di catalogazione digitale e sostenibilità nei musei, Contessa è stata protagonista della profonda trasformazione e valorizzazione del celebre sito culturale triestino, che ha visto raddoppiare il numero dei visitatori. Dal 2020 ha inoltre guidato la Direzione regionale Musei Friuli Venezia Giulia.

Nel nuovo prestigioso incarico, che comprende anche le Cappelle Medicee, Orsanmichele, Palazzo Davanzati e Casa Martelli, Contessa sarà responsabile della conservazione di capolavori assoluti del patrimonio artistico italiano, dal David di Michelangelo alle opere di Donatello, Giotto, Cellini e Ghiberti.

Il Magnifico Rettore Roberto Di Lenarda e il Direttore Generale Luciana Rozzini, a nome di tutta la comunità accademica, si congratulano con la dott.ssa Andreina Contessa per la prestigiosa nomina, che rappresenta un importante riconoscimento del suo profilo scientifico e professionale e motivo di orgoglio per l’Ateneo, che ne apprezza da tempo il contributo come componente del Consiglio di Amministrazione.

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La consigliera di amministrazione UniTS nominata direttrice di uno dei più importanti complessi museali italiani
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UniTS ospita la Summer School internazionale su sostenibilità e digitalizzazione nella Blue Economy

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L'Università di Trieste ospita la seconda edizione della Summer School internazionale "Sustainability and Digitalization in the Blue Economy", promossa dall'Ateneo giuliano nell’ambito dei progetti iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem (finanziato dal PNRR – NextGenerationEU) e Interreg Italia–Croazia MareSkill

L’iniziativa vede coinvolti i Dipartimenti di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti” (DEAMS), di Ingegneria e Architettura (DIA) e di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGe) ed è svolta con il supporto di OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

La Summer School, che si svolge interamente in lingua inglese, accoglie 28 partecipanti tra studenti e studentesse magistrali e di dottorato provenienti da Iran, Croazia, Serbia, Pakistan, Ghana, Nepal, Bangladesh, Indonesia, Marocco, Moldavia e Italia. L’iniziativa offre una formazione multidisciplinare sui temi della sostenibilità e della digitalizzazione applicate alla Blue Economy, con particolare attenzione ai sistemi portuali, alla cantieristica, al trasporto marittimo e alla gestione delle risorse marine.

Il programma prevede lezioni frontali, laboratori, attività di gruppo e una serie di visite aziendali e tecniche al Porto di Trieste, al cantiere nautico Groupe Beneteau Italia e al cantiere navale di Fincantieri SpA a Monfalcone, al sistema idrico di San Giovanni di Duino e all’impianto di depurazione gestito da AcegasApsAmga.

Le visite offrono ai partecipanti l’opportunità di conoscere le tecnologie, i processi e le strategie sostenibili adottate da centri industriali e infrastrutturali della Blue Economy che rappresentano eccellenze internazionali.

Le sessioni didattiche coinvolgono docenti ed esperti dell’Università di Trieste e dell’OGS sui temi dell’evoluzione digitale nella progettazione navale, l’intermodalità nei porti, la decarbonizzazione nel trasporto marittimo, i Digital Twin marini e l’intelligenza artificiale applicata alla Blue Economy. La settimana si concluderà con un workshop progettuale, durante il quale i partecipanti presenteranno idee innovative ispirate ai contenuti affrontati.

L'iniziativa rappresenta quindi un esempio concreto di cooperazione internazionale, rafforzamento dei network, multidisciplinarietà e connessione tra mondo accademico, industria e istituzioni, alla base del progetto iNEST.

La Summer School INEST è finanziata dal Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR) Missione 4 Componente 2 Investimento 1.5. Creazione e rafforzamento di "Ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità” progetto “iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem”, Attività trasversali CC4 Cross-Cutting Activity CC4 “Education & Lifelong Learning” - CUP J43C22000320006 – Finanziato dall’Unione Europea, NextGenerationEU.

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Iniziativa all'interno dei progetti iNEST e MareSkill che vede coinvolti DEAMS, DIA e MIGe. Partecipano studenti di magistrale e di dottorato provenienti da Europa, Asia e Africa
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Firmata convenzione di quattro anni con l’Associazione culturale “Mattador”

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L’Università di Trieste ha firmato una Convenzione Quadro di quattro anni con l'Associazione “Mattador” per acquisire, conservare e valorizzare i prodotti culturali nati dai suoi primi 15 anni di attività in ambito audiovisivo e creativo

Ideatrice del "Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador dedicato a Matteo Caenazzo" rivolto a giovani sceneggiatori, registi, concept designer tra i 16 e i 30 anni d'età, italiani e stranieri, questa realtà triestina ha acquisito negli anni fama e prestigio internazionali. 

L'Università di Trieste, attraverso il Sistema Museale d'Ateneo (smaTs) acquisirà gradualmente le sceneggiature, i cortometraggi, i video di back stage e i libri pubblicati curandone il restauro, la conservazione, la digitalizzazione e la valorizzazione. Sarà costituito un fondo multimediale dedicato, il Fondo “Matteo Caenazzo e Premio Mattador”, che sarà la base per la promozione di attività culturali, di Impegno Pubblico e Sociale e Terza Missione per coinvolgere il mondo giovanile e l'università nel settore audiovisivo e creativo.

L'Associazione Culturale Mattador ha premiato nel corso della sua attività oltre 130 giovani autori, di cui l’80% ha trovato impiego nel settore cinematografico, ha erogato oltre 80 borse di studio e organizzato 15 Premi d’Artista.

L’iniziativa è dedicata a Matteo Caenazzo, giovane artista triestino dal talento eclettico, diplomato in decorazione pittorica al Liceo artistico della sua città e laureato ad honorem in cinema all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che si esprimeva attraverso la pittura, la fotografia, il video e la scrittura, per poi approdare alla sceneggiatura. Un sogno artistico e professionale interrotto bruscamente dalla sua scomparsa prematura a soli 23 anni. 

Stimolando la creatività, la ricerca e la divulgazione nel settore audiovisivo l'Università di Trieste offrirà il suo contributo affinché nuovi talenti giovanili possano fiorire sulle orme della poetica e delle passioni di Matteo.

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UniTS costituirà il Fondo “Matteo Caenazzo e Premio Mattador” per coinvolgere i giovani nel settore audiovisivo e creativo
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Matteo Parenzan trionfa nel Para Showcase di Las Vegas

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Matteo Parenzan, studente UniTS e campione paralimpico di ping pong, aggiunge un’altra perla al suo straordinario percorso sportivo, vincendo il Para Showcase di Las Vegas, torneo a invito che ha riunito i migliori otto atleti al mondo nella classe 6 di tennistavolo paralimpico. 

Un successo pieno, senza sbavature, costruito con cinque vittorie in altrettanti incontri, coronato da una finale perfetta contro lo statunitense Ian Seidenfeld, sconfitto 3-0.

Il trionfo nella luccicante Orleans Arena ha confermato il talento, ma soprattutto la solidità mentale del giovane campione triestino, che ha gestito il torneo e in particolare la finale con grande lucidità. «È stata dura mentalmente – ha raccontato – ma sono riuscito a restare concentrato e a disinnescare il gioco del mio avversario. Questo successo, anche se non assegna punti per la classifica, mi dà fiducia perché mi sono confrontato con tutti i giocatori più forti e tutti avevano grandi motivazioni».

A 22 anni, Parenzan ha già vinto tutto e sarà chiamato a confermarsi: dopo essere stato campione del mondo a Granada nel 2022, campione europeo a Sheffield nel 2023 e oro paralimpico a Parigi 2024, oggi difende un ruolo da protagonista assoluto della scena internazionale. Ma è nella determinazione quotidiana e nella volontà di migliorarsi che continua a costruire il proprio percorso.

Studente di Scienze Politiche e dell’Amministrazione all’Università di Trieste, Matteo incarna un modello della dual career studente-atleta di cui essere orgogliosi: dedicando la stessa cura, concentrazione e passione sia alle competizioni sportive che al percorso universitario. A Las Vegas, come a Parigi, come in piazzale Europa.

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Lo studente di UniTS, campione paralimpico di ping pong, conquista un torneo vetrina che lo ha visto nuovamente superare i migliori atleti della sua disciplina
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Sarà azzurro UniTS ai World University Games

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Piazzale Europa si tinge di azzurro: saranno sette gli studenti-atleti dell'Università di Trieste che rappresenteranno l’Italia ai prossimi FISU World University Games, in programma dal 16 al 27 luglio nella regione tedesca del Reno-Ruhr. 

La massima competizione internazionale dedicata allo sport universitario, erede delle storiche Universiadi, vedrà una delle delegazioni azzurre più numerose di sempre con 219 atleti in arrivo da 57 università, per competere in 15 discipline.

UniTS contribuirà con Ilaria Corazza (Scienze politiche e dell’Amministrazione), già vincitrice di un oro e un argento a Chengdu nel 2023, che sarà in gara nel canottaggio singolo, mentre Tommaso Vianello (Strategia, consulenza e logistica aziendale) scenderà in acqua nel 4 di coppia misto. Il Setterosa punterà sulle reti delle orchette della Pallanuoto Trieste Giorgia Klatowski (Giurisprudenza), Emma De March (Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura) e Guya Zizza (Scienze e Tecniche Psicologiche). Nel tiro con l’arco specialità compound, saliranno in pedana Elisa Bazzichetto (Scienze e Tecniche Biologiche) ed Antonio Brunello (Ingegneria Navale).

Le gare si svolgeranno in sei città, tra cui Bochum, Duisburg ed Essen, con l’Italia decisa a confermare il proprio ruolo da protagonista nello sport universitario mondiale, dopo il quarto posto nel medagliere della precedente edizione.

La partecipazione ai World University Games rappresenta per tanti studenti un'esperienza il coronamento di un percorso che unisce impegno accademico e ambizione sportiva, sullo sfondo di una vera e propria Olimpiade universitaria

L'Università di Trieste, che sostiene con grande convinzione la dual career dei suoi studenti-atleti, mettendo in campo forme di supporto che permettano la conciliazione tra le esigenze dell’agonismo con quelle della formazione universitaria, si prepara a vivere con grande partecipazione l'avventura dei "magnifici 7" agli imminenti World University Games.

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Sette studenti-atleti saranno in gara alle Universiadi in programma in Germania dal 16 al 27 luglio
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Il carbonio nero e il microbioma marino: uno studio UniTS su Environmental Science and Pollution Research

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Un nuovo studio internazionale, coordinato da Francesca Malfatti, professoressa di Microbiologia al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, rivela come il black carbon – noto anche come “carbonio nero” – possa influenzare in modo significativo le comunità microbiche dell’ambiente marino, con implicazioni importanti per il ciclo globale del carbonio e per il funzionamento degli ecosistemi oceanici. La ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Pollution Research, si è avvalsa della collaborazione di un team che ha compreso ricercatori della Sezione di Oceanografia dell’OGS, di Elettra e di diversi enti di ricerca francesi e austriaci.

Il black carbon, al centro dello studio, è un residuo derivante dalla combustione incompleta di combustibili fossili, legna, biomasse o biocarburanti. Rappresenta una frazione importante del particolato atmosferico e può raggiungere l’oceano tramite pioggia, vento o deflusso dei fiumi. Per la sua capacità di assorbire calore, contribuisce anche al riscaldamento globale.

Attraverso esperimenti svolti nel Mar Ligure e nel Mare Adriatico, i ricercatori hanno simulato concentrazioni elevate di carbonio nero (24 mg per litro) per osservare come le comunità microbiche marine reagissero alla sua presenza. I risultati mostrano che il black carbon può stimolare la crescita di microrganismi procarioti eterotrofi, che si nutrono della materia organica presente in acqua, e aumentare la produzione di carbonio organico, rendendolo disponibile per altri organismi marini.

Tuttavia, gli stessi esperimenti hanno evidenziato una diminuzione dell’attività enzimatica, quella che normalmente favorisce la degradazione della materia organica, e una ridotta presenza di virus. Questo lascia pensare che il carbonio nero modifichi l’equilibrio microbico, creando micro-nicchie ambientali in cui proliferano microrganismi con funzioni metaboliche specifiche.

Questi risultati aiutano a comprendere meglio il funzionamento della cosiddetta “pompa microbica del carbonio” (Microbial Carbon Pump, MCP), un meccanismo che trasforma la materia organica in forme più stabili, capaci di restare negli oceani per lunghi periodi e contribuire così all’immagazzinamento del carbonio. Studiare il ruolo del black carbon, specie quello di origine antropica, è dunque essenziale per migliorare i modelli sul cambiamento climatico e sviluppare strategie efficaci di mitigazione.

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Francesca Malfatti (DSV) ha coordinato un team internazionale di cui fanno parte anche OGS ed Elettra
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UniTS ai 50 anni della cooperazione scientifica Italia-Egitto

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Si è svolta all’Istituto Italiano di Cultura del Cairo, la giornata celebrativa per il 50° anniversario dell’accordo bilaterale di cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia ed Egitto, in occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo.

L’Università di Trieste è stata rappresentata dal Prorettore Valter Sergo, che è intervenuto durante la sessione dedicata alle opportunità di cooperazione tra università e mondo industriale.

Nel suo intervento, Sergo ha presentato Trieste come “una città con una delle più alte densità di ricercatori rispetto alla popolazione residente”, sottolineando il ruolo dell’Università come snodo centrale di un sistema scientifico integrato, aperto alla dimensione internazionale e fortemente orientato all’innovazione.

Un ecosistema della conoscenza che offre ottime condizioni per studenti e ricercatori, ma anche un contesto attrattivo per imprese ad alto contenuto tecnologico, interessate a investire in ricerca e sviluppo.

L’evento è stato promosso dall’Ambasciata d’Italia al Cairo in collaborazione con la Science, Technology and Innovation Funding Authority (STDF), l’organismo del Ministero della Ricerca egiziano incaricato dell’attuazione del programma esecutivo triennale previsto dall’accordo.

Accanto alla presentazione dei progetti in corso nel periodo 2024–2026, la giornata ha favorito il confronto tra atenei e imprese di entrambi i Paesi su temi strategici: dall’intelligenza artificiale alle tecnologie per lo spazio, dal patrimonio culturale alla medicina, fino alle sfide globali del clima e del Nexus acqua-energia-cibo.

La partecipazione dell’Università di Trieste si inserisce nel più ampio quadro delle relazioni internazionali dell’Ateneo, che da anni promuove la cooperazione scientifica e accademica con partner del Mediterraneo, dell’Africa e dell’area mediorientale.

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Il prorettore Sergo è intervenuto durante la sessione dedicata alle opportunità di cooperazione tra università e mondo industriale
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Parco di San Giovanni: procede spedita la riqualificazione dei padiglioni F1 e F2

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All’interno del Parco di San Giovanni sta prendendo forma un intervento strategico di recupero architettonico e funzionale che restituirà nuova vita agli edifici F1 e F2. L’Università di Trieste è impegnata in un’importante opera di rigenerazione urbana, nel pieno rispetto della memoria storica del comprensorio dell’ex Ospedale Psichiatrico, con l’intenzione di valorizzarne la dimensione culturale e una nuova vocazione scientifica.

I lavori, consegnati nel 2021, sono iniziati nel 2022, dopo una prima variante strutturale resa necessaria dalle condizioni di degrado in cui versavano gli immobili. Ulteriori varianti al progetto si sono rese necessarie nel corso del tempo, anche a seguito del ritrovamento e della bonifica di materiali contenenti amianto in punti dell'edificio non visibili al momento del progetto. 

Gli edifici F1 e F2: tra storia e innovazione        
Originariamente costruiti nei primi anni del Novecento come padiglioni dell'ex Ospedale Psichiatrico Provinciale, gli edifici F1 e F2 sono testimoni di un passato legato alla storia sanitaria di Trieste. Il F1, noto come "Padiglione Uomini Tranquilli", ospitava pazienti maschi in condizioni di stabilità, mentre il F2 era destinato alle cucine del complesso ospedaliero. Dopo la dismissione dell'ospedale psichiatrico e un lungo periodo di abbandono, questi spazi sono stati acquisiti dall'Università di Trieste per ospitare attività didattiche, di ricerca e servizi a supporto della comunità accademica, ma che anche intendono restituire alla città un pezzo importante della storia del Novecento triestino.

F1: uno spazio per la ricerca e l'innovazione     
L’edificio F1, con una superficie di circa 2.100 m², sarà destinato a ospitare attività universitarie di alta formazione, ricerca e collaborazione interistituzionale. Attualmente il padiglione è in attesa dell'allacciamento idrico antincendio, nonché del parere della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli-Venezia Giulia per le opere relative alle aree esterne. Dopodiché, in tempi brevi, l’Ateneo procederà all'allestimento degli interni e al trasferimento degli uffici.

I lavori, sostanzialmente terminati, consentono già di ammirare, tra l’altro, la ricostruzione della tettoia sopra l’ingresso principale e il recupero delle decorazioni pittoriche con motivi floreali presenti nella facciata che ne esaltano lo stile eclettico.

Tra i suoi spazi troveranno posto studi per i docenti e laboratori innovativi in ambito psicologico, oltre a un’ampia aula studio su due piani che comprende la suggestiva "veranda" affacciata sul verde del Parco. Questo intervento mira a creare un ambiente stimolante per studenti e ricercatori, favorendo l’interazione e il rapporto con il mondo esterno. 

F2: un centro di servizi e di inclusività    
Con una superficie di circa 1.980 m², l’edificio F2 è in fase di rifunzionalizzazione per ospitare principalmente attività didattiche, spazi di aggregazione e iniziative rivolte alla comunità universitaria, ma non solo. È previsto l’allestimento di una moderna Aula Magna e di altre quattro aule capienti.

In questa fase dei lavori, è in corso, in collaborazione con Acegas la realizzazione della cabina elettrica di trasformazione in Media Tensione, anche in questo caso in attesa del parere della Soprintendenza che definisca la colorazione della facciata, dei serramenti e di alcuni dettagli di carattere artistico, quali ad esempio il fregio sotto la linda del tetto. La chiusura dei lavori è prevista indicativamente entro la primavera del 2026.

Un investimento per il futuro        
L’impegno economico complessivo sostenuto dall’Università di Trieste per la realizzazione degli interventi supera i dieci milioni di euro, di cui sette sono finanziati grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. L’ avanzamento dei lavori, finora fortemente influenzato dalle tempistiche della Soprintendenza, vede l’Ateneo intervenire puntualmente per dare seguito alle indicazioni dell’Ente.

Il Parco di San Giovanni: una risorsa per la città e l'Università          
La riqualificazione degli edifici F1 e F2 rappresenta un passo fondamentale per il rilancio del Parco di San Giovanni, che si sta trasformando in un polo di cultura, ricerca e benessere per tutta la comunità. L'Università di Trieste sta rinnovando un patrimonio storico, conservando la memoria del passato e proiettandosi verso il futuro con interventi che rispondono alle esigenze di accessibilità, innovazione e apertura al territorio.

I prossimi passaggi prevedono il recupero del padiglione F3, di cui è già stata deliberata l’integrale copertura economica dei lavori di recupero, e del Gregoretti 2, di cui a brevissimo sarà pubblicata la gara per la progettazione definitiva.

Questi progetti rientrano nell’ambito della strategia di valorizzazione del Parco come luogo di connessione tra università, cultura e città, in una logica di benessere dei lavoratori, responsabilità sociale e di attrattività del nostro ateneo.

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L'intervento da oltre 10 milioni di euro viaggia verso la conclusione. I prossimi passaggi prevedono il recupero degli edifici F3 e Gregoretti 2
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Riqualificazione edifici F1 e F2

Il futuro della scienza in piazza: il Graduation Day UniTS conquista Trieste

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Una gremita piazza Verdi ha ospitato ieri sera il Graduation Day dell’Università di Trieste, svoltosi per la prima volta nel cuore della città. La cerimonia accademica che ha celebrato i nuovi 170 dottori di ricerca di UniTS si è trasformata in un evento pubblico, aperto alla cittadinanza, tra divulgazione scientifica, musica e momenti istituzionali

Inserita nel calendario ufficiale di Triestestate, la serata ha segnato anche l’ultimo evento pubblico del rettore Roberto Di Lenarda, che ha scelto di concludere il proprio mandato accanto ai giovani ricercatori e ai concittadini.

«Abbiamo voluto portare il Graduation Day nel centro città – ha dichiarato Di Lenarda – per sottolineare ancora una volta il forte legame tra l'Università e Trieste che abbiamo consolidato anche grazie alle celebrazioni del Centenario. Sono felice e onorato di concludere il servizio che ho reso alla comunità accademica insieme ai giovani che rappresentano l'eccellenza del nostro sistema di formazione e assieme ai concittadini che sono i fruitori ultimi del nostro lavoro di ricerca. Termino il mio rettorato con il messaggio che la conoscenza va implementata, condivisa, raccontata e soprattutto sostenuta, perché solo investendo nella formazione dei giovani e nella ricerca assicureremo al nostro Paese un futuro di prosperità».

Protagonista della lectio magistralis è stato Rosario Rizzuto, già rettore dell’Università di Padova e oggi presidente del Centro Nazionale per la Terapia Genica e i Farmaci con Tecnologia a RNA, una delle infrastrutture strategiche del PNRR promossa dal MUR. Il suo intervento, dal titolo “RNA e terapia genica: nuove tecnologie per la medicina personalizzata”, ha offerto uno sguardo sulle sfide e le potenzialità della rivoluzione biotecnologica che sta trasformando la medicina contemporanea. Al centro della sua riflessione, la necessità di accelerare il trasferimento dei risultati della ricerca scientifica verso l’applicazione clinica, attraverso lo sviluppo di nuove piattaforme capaci di generare farmaci innovativi basati su RNA e trattamenti di terapia genica. Una prospettiva che richiederà forti investimenti nella ricerca, nella collaborazione interdisciplinare e nell’innovazione industriale, per rendere la medicina personalizzata sempre più avanzata, sostenibile e accessibile.

La cerimonia ha valorizzato la dimensione internazionale e la vitalità dei corsi di dottorato dell’Ateneo. I 170 nuovi dottori di ricerca proclamati rappresentano il numero più alto nella storia dell’Università di Trieste, con un incremento del +28% rispetto all’anno precedente. Le loro provenienze, che abbracciano Europa, Asia, Africa e America, includono anche ricercatori originari di Paesi segnati da gravi crisi internazionali: un segnale che testimonia il ruolo della scienza come risorsa per la costruzione di spazi di dialogo e di pace.

Nel corso del mandato rettorale di Roberto Di Lenarda, i dottorati di ricerca dell’Ateneo hanno registrato una crescita sensibile che ha riguardato il numero delle borse, il totale degli iscritti e l’attrattività dell’offerta: «Tra il 2019 e il 2024 – comunica il prof. Alessandro Baraldi, collaboratore per l’Area Ricerca Scientifica e Dottorati di Ricerca - i posti a bando sono passati da 138 a 185 (+34%), il totale degli iscritti ai corsi di dottorato è cresciuto da 348 a 549 unità, segnando un incremento del +57,8%, mentre i candidati alle prove di ammissione, da 667 a 1.268, sono aumentati del +90,5%».

Una crescita che è stata accompagnata dall’efficacia delle prospettive occupazionali: a un anno dal titolo, l’85% dei dottori di ricerca UniTS risulta occupato, con il 26% inserito nel settore privato e il 15% impegnato nell’innovazione industriale. E se il 17% ha avviato la propria carriera all’estero, il 68,2% costituisce capitale umano che lavora e contribuisce alla crescita economica e sociale del Nord-est.

Condotta dalla giornalista Marinella Chirico, la serata ha alternato interventi istituzionali – con i saluti della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste e della Fondazione CRTrieste – momenti divulgativi e intermezzi musicali con la band Ben & the Soul Sisters, composta da Joy Jenkins, Michela Grilli e Sara Roversi, accompagnate al piano da Marco Ballaben. A concludere, il tradizionale lancio del tocco, simbolo della fine del percorso accademico e del conseguimento del titolo di dottore di ricerca.

Il Graduation Day è stato organizzato con il contributo della Fondazione CRTrieste e ha fatto parte della rassegna estiva Triestestate, promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche dell’Educazione e della Famiglia, dell’Assessorato alle Politiche del Territorio, di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention & Visitors Bureau.

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Celebrati ieri sera i 170 nuovi dottori di ricerca, numero più alto di sempre, per la prima volta in un evento pubblico aperto ai cittadini. Ultimo evento pubblico del rettore Di Lenarda, lectio magistralis di Rosario Rizzuto
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Federico Rosei nominato Socio dell’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia

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Federico Rosei, docente di Chimica Industriale al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste, è stato nominato Socio ordinario dell’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia (ITATEC), istituzione che riunisce figure di eccellenza nei settori dell’ingegneria, della tecnologia e delle scienze applicate.

Fondata nel 2022 con il sostegno dell’Accademia Nazionale dei Lincei e attualmente in fase di riconoscimento ufficiale, l’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia si propone di promuovere la cultura tecnico-scientifica a livello nazionale e internazionale. 

ITATEC conta attualmente 122 soci, tra fondatori, ordinari (nominati in base ad alti meriti scientifici), junior (ricercatori under 40) e consiglieri (provenienti da aziende, enti e istituzioni attive nei settori di riferimento). Tra i suoi obiettivi principali rientrano lo scambio di conoscenze tra università, enti di ricerca e industria, l’elaborazione di posizioni condivise su temi strategici, la consulenza a decisori pubblici e privati e la rappresentanza della comunità tecnico-scientifica italiana a livello europeo.

L’Accademia, infatti, ambisce a rappresentare ufficialmente l’Italia nel Consiglio Europeo delle Accademie delle Scienze Applicate, delle Tecnologie e dell’Ingegneria (Euro-CASE), organizzazione che riunisce le accademie nazionali di 23 Paesi europei e che fornisce consulenza scientifica e tecnologica di alto livello a istituzioni europee, governi, imprese e organizzazioni.

Il prof. Rosei aggiunge l’associazione ad ITATEC alle prestigiose membership in accademie e società scientifiche internazionali, come la Royal Flemish Academy of Belgium for Science e la Materials Research Society e ai riconoscimenti conferiti dalla Canadian Association of Physicists, dalla American Vacuum Society e dall’ International Conference on Nanoenergy and Nanosystems.

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L’accademia riunisce l’eccellenza tecnico-scientifica italiana e favorisce il dialogo tra ricerca, industria e istituzioni, in raccordo con la rete europea Euro-CASE
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