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Nuovo sistema di diagnostica per immagini con agenti di contrasto fluorurati: studio su PNAS

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Pubblicato sulla rivista scientifica PNAS lo studio Self-assembling dendrimer nanosystems for specific fluorine MRI and effective theranostic treatment of tumors: tra i ricercatori anche Sabrina Pricl, professore associato di Ingegneria chimica, direttrice scientifica del laboratorio di biologia molecolare e nanotecnologie dell’Università degli Studi di Trieste e responsabile, per l’ateneo, della collaborazione internazionale COST Cancer Nanomedicine – from the bench to the bedside. Coautore dello studio Erik Laurini, professore associato UniTS.

Per la prima volta, il gruppo di ricerca ha analizzato e sviluppato un nuovo sistema di diagnostica per immagini basato sull’utilizzo di agenti di contrasto fluorurati. Il sistema, volto a identificare sin dalle fasi iniziali, e così trattare abbattendo i tempi, le malattie oncologiche anche nelle forme più invasive e aggressive, supera la tradizionale risonanza magnetica nucleare basata sull’uso di idrogeno. Dal momento che l’acqua, e quindi l’idrogeno, costituisce oltre il 70% del peso corporeo, spesso la risonanza magnetica classica presenta limiti nell’identificazione delle differenze tra i tessuti malati e quelli circostanti, specialmente per tumori molto piccoli. L’uso di agenti di contrasto a base di fluoro, non presente naturalmente nei tessuti del corpo umano, appare molto promettente: proprio per l’assenza di fluoro nella maggior parte dei sistemi biologici, ha infatti il potenziale per fornire immagini più chiare, specifiche e risolute se comparate con quelle delle tecniche tradizionali.

L’utilizzo della risonanza magnetica al fluoro è stato sinora limitato dalla mancanza di agenti di imaging sicuri, spesso contraddistinti da limitazioni come il basso rapporto segnale/rumore, il basso contenuto di fluoro, l’instabilità o l’insolubilità in acqua: i ricercatori, per la prima volta, sono stati in grado di creare agenti di contrasto a base di fluoro efficaci, efficienti e non tossici.

Tra i tratti distintivi delle molecole disegnate dai ricercatori (nanosistemi di dendrimeri autoassemblati) vi è la capacità di svolgere molteplici funzioni. In dettaglio, appartengono alla categoria della teragnostica, poiché in grado di svolgere contestualmente funzione di diagnosi e terapia: una volta individuato il tumore, le molecole possono essere utilizzate per monitorarne l’andamento e rilasciare in situ il farmaco di opportuna terapia.

“L’interesse per l’uso della risonanza magnetica al fluoro con agenti di imaging fluorurati è in aumento. Simili nanosistemi di dendrimeri teragnostici rappresentano il futuro nel campo della medicina personalizzata: riuscire a registrare e monitorare il progresso o la regressione di un tumore e contestualmente continuare a trattare la malattia è un traguardo in termini di outcome terapeutico e di sopportazione delle terapie, che risultano così meno invasive, tossiche o dannose, nel pieno rispetto dei pazienti” spiega la prof.ssa Pricl.

L’Università di Trieste ha preso parte alle fasi di design e progettazione molecolare, performance computing, analisi e sperimentazione.

Tra i finanziatori anche AIRC, Cinema e ICSC – Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data and Quantum Computing.

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Tra gli autori dello studio Sabrina Pricl ed Erik Laurini del Dipartimento di Ingegneria e Architettura UniTS
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iNEST: quasi 5,5 milioni di euro per trasferimento tecnologico a beneficio delle imprese

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Sono stati presentati oggi all’Università di Trieste i nuovi finanziamenti a cascata da quasi 5,5 milioni di euro, promossi dal programma iNEST, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU sui fondi PNRR.

Destinatari di questa iniziativa sono Micro, Piccole, Medie e Grandi Imprese

Ancora una volta, dopo la prima tornata dello scorso agosto 2023, i bandi emanati dai 9 Spoke dell’ecosistema iNEST e destinati al territorio del Nord-Est e al Mezzogiorno, sono finalizzati a stimolare iniziative di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico e sviluppare procedure innovative o ad aumentarne la maturità per una piena fruibilità da parte di imprese.

Le proposte progettuali dovranno pervenire entro le 24 del prossimo 8 luglio 2024. Le tematiche degli Spoke 8 e 9, presenti sul territorio triestino, sono attinenti a Maritime, marine and inland water technologies: towards the Digital Twin of the Upper Adriatic, e Models, Methods, Computing Technologies for Digital Twin rappresentate, rispettivamente, dall’Università di Trieste e dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati-SISSA. 

I due Spoke prevedono entrambi, anche in questa seconda tranche, una dotazione finanziaria di 1.732.090 euro per i bandi rivolti al Triveneto e di 979.141 euro per i bandi del Mezzogiorno. Nell’arco del biennio 2023-24 saranno stanziati complessivamente da ciascuno Spoke 5.422.462 euro per le imprese.

I bandi rappresentano una grande opportunità in particolare per sviluppare tecnologia e materiali di cui potranno beneficiare le aziende hi tech e della digital economy, ma anche i settori della componentistica e dei sensori per realizzare modelli 3D digitali o applicazioni di realtà aumentata per cui si necessita di monitoraggio, raccolta, conservazione e analisi di dati.

“Il sistema universitario regionale – afferma Pierluigi Barbieri, docente di UniTS e coordinatore dello Spoke 8 - sta lavorando in sinergia per creare opportunità di collaborazione tra pubblico e privato, in grado di garantire e migliorare attrattività e competitività del nostro del nostro territorio.

Il progetto segue un’idea di innovazione, rivolta alla modernizzazione e alla crescita del sistema produttivo, basata sulla ricerca, che trova grandi risorse nel partenariato delle nove università del Triveneto e che a Trieste dispone di enti di eccellenza da coinvolgere. 

Ci sono, quindi, tutte le condizioni – conclude Barbieri - per cui il potenziale del progetto iNest possa tradursi in reale attivatore di benessere economico e di miglioramento della qualità della vita”.

 “Il nostro principale obiettivo è mettere a sistema competenze e associazioni di categoria. Una grande opportunità per dare una spinta importante e valorizzare i progetti delle imprese. L’appello è che più imprese possibili prestino attenzione a questa occasione”, sostiene Renè Buttò, responsabile dell’ufficio Valorizzazione e Innovazione di SISSA.

Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche Franco Scolari, direttore del Polo Tecnologico Alto Adriatico, che ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il ruolo del Polo, impegnato a tradurre le competenze di ricerca in risultati per le imprese, e Stefano Querin (OGS), rappresentante di Spoke 8.

I bandi a cascata sono consultabili sul sito iNEST

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Seconda tranche di bandi del programma finanziato da Next Generation EU sui fondi PNRR.
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XXVI Conferenza SIU – Società Italiana degli Urbanisti: premio alla dottoranda del DIA Camilla Venturini

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Camilla Venturini, dottoranda in Ingegneria Civile-Ambientale e Architettura, Università degli Studi di Trieste –Università degli Studi di Udine, ha ricevuto uno dei premi ‘Best paper Under 40’ nel corso della XXVI Conferenza SIU – Società Italiana degli Urbanisti appena conclusa a Napoli, con il contributo “Verso un laboratorio di ecologie territoriali: il Carso triestino”.

Camilla Venturini sta attualmente svolgendo una tesi in Urbanistica su ‘FOODSCAPING. Ripensare i territori attraverso il sistema del cibo’ (tutor le prof.sse Sara Basso, Units, e Alessandra Marin, Unife) il cui scopo è individuare come gli strumenti urbanistici possano contribuire a rigenerare i territori locali a partire dagli spazi del cibo, valorizzandone i caratteri identitari e mediando i conflitti. La tesi prende in esame il contesto regionale del Friuli-Venezia Giulia,soffermandosi su alcuni casi studio, tra cui quello della città di Trieste.

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Premio ‘Best paper under 40’
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Grotte preistoriche del FVG: pubblicato il libro a cura di UniTS

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Il volume "Grotte preistoriche del Friuli Venezia Giulia" mappa, descrive e inserisce in un contesto scientifico rigoroso ma divulgativo le cavità da cui provengono manufatti e resti faunistici esposti nei musei del nostro territorio. 

I lettori della pubblicazione, scaricabile gratuitamente, troveranno anche alcuni itinerari di facile accesso per un’immersione totale in uno dei tesori più affascinanti e misteriosi del nostro patrimonio naturalistico.

Il libro è l'atto finale di una collaborazione tra Direzione centrale difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Servizio geologico e  il Centro Interdipartimentale per la Scienza e la Tecnologia applicate ai beni culturali SCICC di UniTS per l’implementazione del Catasto speleologico regionale (CSR) con i dati sulle grotte di interesse archeologico relativi al progetto C.R.I.G.A. (Catasto Ragionato Informatico delle Grotte Archeologiche), sviluppato in passato per le grotte del Carso da UniTS. 

Nella realizzazione del progetto e nella redazione del volume, coordinato da UniTS, è stata fondamentale la collaborazione con i Musei scientifici e archeologici di Trieste e Udine, i Gruppi e le Associazioni speleologiche, oltre a studiosi di ambiti scientifici diversi, che hanno permesso di ampliare la banca dati a tutto il territorio Regionale.

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Roditori "coraggiosi" fondamentali per l'ecosistema: parte studio UniTS

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Anche negli animali, così come negli esseri umani, ciascun individuo ha una propria personalità. La personalità dei piccoli mammiferi – ovverosia l’audacia, la curiosità e l’aggressività di un individuo – influisce su tutte le fasi della dispersione dei semi, come dimostrato da numerosi studi condotti da Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, prima professore associato in Wildlife Habitat Conservation alla University of Maine.

“Quando un roditore trova una ghianda caduta ai piedi della pianta madre, troppo pesante per essere trasportata dal vento, la porta con sé in uno dei suoi nascondigli segreti. In una stagione un roditore come un topo può accumulare centinaia di ghiande in giro per i boschi, che consumerà poi lentamente nel corso dei mesi invernali. Può però  succedere che il topo venga predato – ad esempio da un gufo – o che il topo dimentichi dove ha nascosto la ghianda. Quando questo accade il topo ha involontariamente giovato alla quercia, disperdendone il frutto, che così può germinare. Ogni anno una quercia produce centinaia di ghiande confidando nel fatto che alcune vengano nascoste da piccoli mammiferi e non ritrovate” spiega Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia all’Università degli studi di Trieste.

La relazione tra roditori e piante è molto ambivalente: in alcune circostanze i topi sono antagonisti, poiché predano le ghiande, in altre circostanze entrambi – topi e alberi – traggono vantaggio e allora la relazione viene definita mutualistica. Studi passati hanno mostrato come alcuni individui, quelli più audaci o curiosi, abbiano maggiori probabilità di disperdere semi, ciò significa che questi individui sono particolarmente importanti per il funzionamento di un ecosistema. Comprendere quali sono le caratteristiche di questi individui fondamentali per gli ecosistemi e come conservarli è di primaria importanza per l’adattamento delle specie ai cambiamenti globali.

È questo l’obiettivo – studiare la relazione tra la personalità individuale dei piccoli mammiferi e la dispersione dei semi – del progetto di ricerca “Predicting the range-shifts of woody plant species by incorporating the critical role of small mammal scatter-hoarders”, finanziato da un PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) – PNRR condotto per la prima volta in Europa da un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Trieste, sotto la guida del professor Alessio Mortelliti e in collaborazione con la Sapienza Università di Roma e il Parco delle Prealpi Giulie, al via nella Val Alba.

L’ipotesi nasce da numerosi studi che il gruppo di ricerca del professor Alessio Mortelliti ha condotto nel corso dell’ultimo decennio nel Maine (USA). In particolare, i ricercatori hanno scoperto che gli individui coraggiosi sono quelli che percorrono maggiori distanze con i semi e che li nascondono in siti ottimali per la germinazione. All’interno di una specie e di un ecosistema esisterebbero, quindi, individui particolarmente importanti per la dispersione dei semi e, di conseguenza, anche per l’adattamento di una pianta ai cambiamenti climatici. Saranno questi individui, infatti, che permetteranno a piante come querce e faggi di adattarsi ai cambiamenti climatici migrando in latitudine ed altitudine.

I ricercatori condurranno due esperimenti sul campo, aiutati anche da studiosi dell’Università del Maine, in visita in Italia ad inizio giugno. In una prima fase misureranno la personalità dei roditori e li esporranno a semi nuovi – tali poiché appartenenti ad una specie legnosa non ancora presente negli ecosistemi oggetto di indagine, ma che potrebbe arrivare in futuro proprio come risposta ai cambiamenti climatici. L’ipotesi è che gli individui più audaci saranno quelli che interagiranno di più con questi semi sconosciuti. Seguendo i semi – tracciati con una polvere fluorescente – e misurando i tassi di germinazione, i ricercatori assoceranno ogni singolo roditore al destino delle semenze: oltre a valutare se alcuni tratti della personalità aumentino la probabilità di dispersione, i ricercatori identificheranno anche i tratti dei semi (es. massa, forma) che incrementano la probabilità che questi vengano predati o dispersi. Infine, conducendo una serie di simulazioni, valuteranno i potenziali effetti della personalità sulla composizione delle comunità forestali e sulle capacità di adattamento delle specie ai cambiamenti globali.

Il progetto porterà anche alla creazione di una guida su come sfruttare il ruolo dei roditori per migliorare la migrazione assistita – ossia lo spostamento assistito dall’uomo di piante verso habitat climaticamente più adatti – e una check-list dei tratti e delle specie vegetali con alta probabilità di successo nell’espansione.

Alessio Mortelliti vanta un’esperienza ventennale nello studio dell’ecologia e del comportamento dei mammiferi e di come queste conoscenze possano facilitare la loro conservazione. In passato, ha effettuato numerosi progetti di campo in Italia, Austria, Stati Uniti, Indonesia, Kenya, Tunisia e Mauritania.

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Per la prima volta in Europa, al via in FVG un progetto di ricerca ideato in USA dal prof. Mortelliti
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Al via DATIS, progetto Interreg per un turismo inclusivo

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Un turismo inclusivo e accessibile per incontrare le esigenze di persone con disabilità e di anziani con limitazioni dovute all'età e a problemi di salute: è questa la finalità del nuovo progetto "DATIS: Frontiere digitali per il turismo inclusivo", che vede coinvolto il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di UniTS.

Il kick-off meeting del progetto di durata biennale, finanziato con oltre un milione di euro dal Programma Interreg Italia-Slovenia 2021-27, si è svolto il 28 maggio scorso a Lubiana, presso la casa editrice Beletrina.

Le azioni previste puntano a migliorare l'accessibilità digitale e l'inclusione sociale nel turismo della regione transfrontaliera attraverso un approccio innovativo, multidisciplinare e partecipativo, attraverso anche la definizione di linee guida e di strategie condivise.

È prevista, inoltre, l'organizzazione di workshop formativi per operatori turistici, la realizzazione di un portale web sull'accessibilità dei servizi turistici e l'attivazione di due azioni pilota presso i musei del San Michele sul Carso e del patrimonio industriale di Aidussina per testare soluzioni innovative per utenti con diversi tipi di disabilita.

Il progetto è guidato da Beletrina, organizzazione slovena leader nel campo dell'editoria e dell'innovazione digitale e vede come partner, oltre al DiSPeS, l'Agenzia regionale PromoTurismoFVG, il Consorzio di cooperative sociali Il Mosaico, il Tourist board di Nova Gorica e della Valle del Vipava e l'Unione ciechi e parzialmente non vedenti della Slovenia. A questi si associano il Comune di Sagrado e di Aidussina.

Il DiSPeS, sotto la direzione scientifica del prof. Moreno Zago, docente di Analisi e progettazione turistica e di Relazioni transfrontaliere e sviluppo locale, contribuirà alla somministrazione di questionari quantitativi e qualitativi sulle esperienze di viaggio, all'individuazione delle best practices, all'analisi delle potenzialità del settore turistico.

Si occuperà inoltre dell'elaborazione di linee guida e di un manuale multilingue sull'accessibilità digitale per gli operatori turistici e istituzionali e delle attività di comunicazione e disseminazione dei risultati.

Il progetto punta a raggiungere un bacino di utenza ampio e a sensibilizzare istituzioni e operatori circa l'importanza dell'accessibilità digitale e dell'inclusione sociale.

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Il DiSPeS, con la direzione scientifica del prof. Moreno Zago, partecipa al partenariato
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Due riconoscimenti internazionali per Federico Rosei

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Federico Rosei, professore ordinario di Chimica Industriale al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste, ha ricevuto due importanti riconoscimenti internazionali.

Rosei è stato nominato Fellow della prestigiosa Materials Research Society "per la leadership nella sintesi e nella caratterizzazione dei nanomateriali, in particolare dei materiali multifunzionali e della loro integrazione nei dispositivi optoelettronici e per gli sforzi internazionali sostenuti nel servizio, nel mentoring e nella divulgazione", secondo quanto riportato nella motivazione ufficiale.

Il docente di UniTS è stato, inoltre, insignito del The 2024 Fellowship Awards della Canadian Association of Physicists (CAP) "in riconoscimento dei suoi notevoli risultati nel campo della fisica dei materiali, in particolare dei materiali multiferroici e dei punti quantici, unitamente a un'eccezionale attività di tutoraggio dei tirocinanti e per la sua leadership internazionale che promuove l'eccellenza della fisica canadese su scala globale".
 

 

 

 

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Il docente del DSCF è diventato Fellow della Materials Research Society e ha ricevuto il CAP Fellowship Awards 2024
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A UniTS studiati algoritmi informatici per combattere la malaria

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Fetenech Meskele Ganebo, Preside della Scuola di Informatica dell'Università Wolaita Sodo in Etiopia, è stata ospite di UniTS per tre mesi nell'ambito di una borsa di studio TWAS-SISSA-Lincei Research Cooperation Visits Programme

A UniTS, Ganebo ha lavorato in particolare con Sylvio Barbon Junior, responsabile del Machine Learning Lab del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA), sfruttando la potenza degli approcci di apprendimento automatico per sviluppare algoritmi capaci di prevedere la diffusione della malaria

Secondo il Rapporto Mondiale OMS sulla Malaria 2023, nel 2022 sono stati stimati 249 milioni di casi in 85 Paesi endemici, con 608.000 decessi. E l'Etiopia, come riporta l'OMS, è uno dei tre Paesi africani che ne hanno sofferto maggiormente, insieme a Nigeria e Uganda.

Nella regione ad alta trasmissione di malaria di Wolaita, un'area rurale densamente popolata nel sud dell'Etiopia, i dati sulla diffusione della malattia sono ancora raccolti manualmente. Il primo compito di Ganebo e del team triestino è stato quindi quello di digitalizzare i dati disponibili.

"I tre mesi di permanenza a UniTS sono stati sufficienti per ottenere buoni risultati", ha detto Ganebo "La collaborazione con il prof. Barbon Junior è promettente. Abbiamo l’ambizioso piano di automatizzare la raccolta dei dati sanitari nella città di Wolita Sodo e, in una fase successiva, in tutta l'Etiopia". 

L'automazione aumenterebbe efficienza, accuratezza e ampiezza dei dati utili, garantendo una migliore assistenza ai pazienti.

Una volta perfezionati, gli algoritmi serviranno a studiare l'effetto combinato di fattori di rischio come temperatura, altitudine, vettori della malaria e stato di salute della popolazione per fornire a operatori sanitari e responsabili politici strumenti predittivi più efficaci.

La tecnica servirà a creare in Etiopia un protocollo di sorveglianza regionale per supportare i sistemi sanitari nella gestione del controllo delle zanzare e nell'allocazione delle risorse.

Ganebo è anche vincitrice del Premio Spiga di Grano, conferito dall'associazione culturale Cinzia Vitale Onlus.

Il programma di visite di cooperazione alla ricerca TWAS-SISSA-Lincei sostiene i ricercatori all'inizio della carriera nei Paesi meno sviluppati identificati dalle Nazioni Unite su progetti che contribuiscono agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Offre opportunità di formazione e collaborazione presso le istituzioni scientifiche del Sistema di innovazione scientifica del Friuli-Venezia Giulia (Sis FVG) in Italia. È sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri italiano (MAECI) e dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

 

Nella foto: Prof. Eric Medvet, Prof.ssa Fetenech Meskele Ganebo e Prof. Sylvio Barbon Junior 

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Fetenech Meskele Ganebo, Preside della Scuola di Informatica dell'Università Wolaita Sodo - Etiopia è stata ospite al DIA
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Il progetto **Innovamare** è stato dichiarato "campione blu" dell'Unione Europea!

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A Lussemburgo, nell'ambito del vertice di consulenza e debito di rischio BEI (BEI Venture Debt & Advisory Summit), si è tenuta la presentazione dei vincitori del bando pubblico EU Blue Champions, tra cui il DIH Innovamare.

Commenta così Guido Bortoluzzi, coordinatore del progetto per UniTS: “Innovamare è stato un progetto di grandissimo successo che ha portato a delle ricadute concrete sul territorio, anzi nello spazio marino, che unisce l’Italia e la Croazia. La creazione di un Digital Innovation Hub localizzato a Sebenico in Croazia è solo l’elemento più evidente di un risultato più grande che consiste nella creazione di un gruppo di lavoro transnazionale che si sta rapidamente allargando oltre i confini Italo-Croati nella direzione dell’intera area balcanica e non solo. Siamo orgogliosi di aver portato un pezzo di UniTS in questo progetto e di dare il nostro piccolo contributo al suo consolidamento nel prossimo futuro.“

EU Blue Champions è un'iniziativa della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti (BEI) che seleziona 20 aziende, progetti e iniziative innovativi che la Commissione europea e la BEI ritengono possano contribuire al meglio allo sviluppo dell'economia blu nell'Unione. I progetti selezionati riceveranno i servizi di consulenza della BEI per la definizione dei modelli di finanziamento dei progetti, lo sviluppo di modelli aziendali e la creazione di partenariati a livello europeo. Ogni progetto dovrà dimostrare di poter contribuire fortemente alla missione dell'UE Renew our oceans and waters (Rinnovare i nostri oceani e le nostre acque) e raggiungere tre obiettivi: 

  • il ripristino degli ecosistemi marini e d'acqua dolce;
  • l'eliminazione dell'inquinamento;
  • la decarbonizzazione dell'economia blu.

Gli elementi chiave del progetto Innovamare comprendono lo sviluppo e la costruzione di infrastrutture, in particolare il Centro di competenza per le tecnologie marine di Sebenico e il Parco tecnologico per le tecnologie marine dell'Università di Zara. 

Per le infrastrutture citate sono previsti l'acquisto di attrezzature tecnologiche innovative, la creazione di sedi adibite ai vari test, lo sviluppo e la prototipazione di tecnologie marine. Una parte fondamentale del progetto comprende, inoltre, la sensibilizzazione sugli impatti dell'economia blu e sulla necessità di una trasformazione digitale e verde (che sarà realizzata in collaborazione con l'E1 Blue Acceleration Festival), le dimostrazioni di pulizia con tecnologie subacquee innovative e il ripristino dell'ecosistema marino con i sommozzatori nell'ambito del programma E1 Blue Impact e l'impiego di 20 ricercatori.

Il Digital Innovation HUB Innovamare mira a diventare un luogo centrale per il trasferimento tecnologico, rafforzando la cooperazione e unendo le parti interessate a livello transfrontaliero e transnazionale (provenienti dal settore pubblico e privato, nonché dalla ricerca scientifica per lo sviluppo, la sperimentazione e la convalida di tecnologie marine) alla missione per la sostenibilità del Mare Adriatico. I principali fondatori e membri del DIH sono 6 grandi organizzazioni scientifiche e di ricerca, 7 tra istituzioni di supporto e autorità locali e regionali e 4 aziende provenienti da Italia e Croazia. All'interno del suo ecosistema, il DIH è costantemente impegnato a garantire finanziamenti, generare entrate per ulteriori investimenti e sviluppare soluzioni tecnologiche per la trasformazione digitale e verde dell’economia blu.

Il Digital Innovation Hub Innovamare ha presentato il progetto nell'ambito del bando pubblico EU Blue Champions. Il successo ottenuto è solo una conferma che tutto ciò che viene fatto all'interno del DIH ha un futuro e gode del supporto delle istituzioni, che ci aiuteranno a raggiungere la nostra missione, ovvero un’economia blu sostenibile.

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Nasce a Sebenico il Digital Innovation Hub
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Sfide ambientali del futuro: nasce “gECO Podcast” su Open Spotify

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Sciacallo a chi?”, è questo il titolo del primo episodio del nuovo podcast “gECO”, l’iniziativa sviluppata all’interno del corso di laurea magistrale in Ecologia e Sostenebilità dei Cambiamenti Globali dell’Università degli Studi di Trieste e realizzata interamente dagli studenti, con la supervisione scientifica dei docenti del Dipartimento di Scienze della Vita e del corso di studi. Un podcast realizzato da giovani ecologi e pensato per avvicinare i più giovani e gli adulti alla natura e alla scoperta dell’ambiente che ci circonda. Con ospite Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia Animale, la prima puntata è disponibile gratuitamente sulla piattaforma di streaming online Spotify e affronta il tema del ritorno dei grandi carnivori in Italia e del rapporto spesso conflittuale tra questi e l’uomo.

gECO nasce dalla volontà, sentita prima di tutto dagli studenti, di approfondire i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, cercando al contempo di divulgare una corretta informazione per supportare azioni che, partendo dal singolo, possano trasformarsi in esempi virtuosi dell’intera società. Ecco perchè nel corso dei vari episodi, gECO ospiterà anche rubriche tematiche e presenterà semplici pillole di sostenibilità, proponendo al pubblico di ascoltatori suggerimenti utili per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e agire coscientemente per garantire un futuro più sostenibile alle nuove generazioni.

Questa iniziativa rappresenta una delle attività formative integrative che il corso di laurea magistrale in Ecologia e Sostenibilità dei Cambiamenti Globali propone ai propri studenti, e che intende promuovere l’acquisizione di soft skills e di capacità comunicative utili a facilitarne ulteriormente l’introduzione nel mondo del lavoro. 

gECO Podcast avrà una cadenza quindicinale e la durata degli episodi sarà di circa 30 minuti. Tutti gli episodi saranno disponibili su OPEN SPOTIFY 

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RICHIESTE INFO

gECO: podcast scritto e prodotto dagli studenti di Ecologia e Sostenibilità dei Cambiamenti Globali dell’Università degli Studi di Trieste. Speaker del podcast: Gaia Butini e Lorenzo Ferdinando Campaner. In redazione: Federica Montenero, Giulia Cecco, Gaia Foltran, Davide Stocco, Irene Cecchia, Matilde Capitani, Guido Romagnoli, Maddalena D’Antiga, Allegra Polato, Martina Gasparut, Natalie Vargiu, Anna Vincenti, Gaia Butini, Paolo Meroi e Lorenzo Ferdinando Campaner. Supervisione del suono e post-produzione: Paolo Meroi. Sigla di Maddalena D’Antiga. Grafica e copertina di Martina Gasparut. Docenti del comitato scientifico per la verifica e supporto ai contenuti: Alessio Mortelliti, Chiara Manfrin, Giovanni Carrosio, Matteo Carzedda, Fabio Del Missier, Fabio Candotto Carniel e Francesco Petruzzellis. Responsabile accademico di progetto Giovanni Bacaro

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Il primo episodio "Sciacallo a chi?" è già disponibile
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