Data notizia 19 Luglio 2024 Immagine Image Testo notizia È liberamente consultabile l’edizione 2024 di “Segnali dal clima in FVG”, la pubblicazione divulgativa realizzata dal Gruppo di lavoro tecnico-scientifico Clima FVG istituito dall’Amministrazione Regionale nel 2022 e coordinato da Arpa FVG. Questo lavoro, disponibile online sul sito web dell’Agenzia, si propone di far conoscere alla popolazione regionale - e a tutti i soggetti pubblici e privati interessati - i cambiamenti climatici, i loro effetti e le azioni che si possono intraprendere per affrontarli nella nostra regione. Al contempo, la pubblicazione consente anche di collegare la dimensione locale con quella globale, attraverso alcuni articoli che allargano lo sguardo a ciò che accade su scala più ampia."Segnali dal clima" non è quindi un report sullo stato del clima in Friuli Venezia Giulia, bensì una descrizione dello stato delle cose, di quanto sia importante prenderne coscienza ed agire, di come la società, la pubblica amministrazione e il mondo scientifico si stiano già attivando.Il “magazine” raccoglie più di 40 articoli di 67 autori che operano presso gli enti del Gruppo Clima FVG: Regione, ARPA FVG, Università di Trieste, Università di Udine, ICTP, OGS e CNR con i due istituti di Scienze Marine e Scienze Polari.Il 2023 è stato il terzo anno più caldo mai registrato in regione: atmosfera e mare hanno raggiunto temperature per molti mesi superiori alla media ed eventi estremi di notevole intensità hanno colpito diverse aree della regione. Da qui comincia quest’anno il racconto dei segnali di cambiamento climatico che rileviamo nel nostro territorio e che si traducono in effetti diversificati sui diversi sistemi naturali e settori produttivi, chiamandoci ad “agire per il clima”. Esperti dei diversi campi – climatologi, geologi, oceanografi, biologi, agronomi, economisti, ingegneri, architetti, professionisti dell’ambiente, della pubblica amministrazione e della salute – della nostra Regione accompagnano il lettore in un percorso di conoscenza che parte dalle nostre montagne e si snoda seguendo idealmente il fluire delle acque attraverso la pianura, per arrivare alla laguna e al mare. Tornando sulla terraferma gli articoli esplorano gli effetti dei cambiamenti climatici su piante e animali, sia negli ecosistemi allo stato naturale che nel settore agricolo. Anche questo numero si conclude con alcuni esempi di azioni intraprese dagli enti pubblici, in primis la Regione FVG, per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.Questa edizione ospita anche un ricordo di Maurizio Fermeglia, già rettore di UniTS scomparso lo scorso febbraio, e uno dei suoi ultimi contributi divulgativi. Sei complessivamente gli articoli firmati dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria e Architettura e del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste. La montagna e i cambiamenti climatici: un equilibrio fragile in un ambiente vulnerabile (pag.43)Maurizio Fermeglia (DIA) con prefazione di Sabrina Pricl (DIA)Gli effetti dei cambiamenti climatici sono particolarmente evidenti in montagna, un ambiente molto vulnerabile dove anche “piccoli” aumenti di temperatura hanno effetti amplificati e possono compromettere i delicati equilibri che ruotano intorno ai 0 °C. Le conseguenze sono rilevanti, dalla fusione dei ghiacciai e del permafrost agli impatti sugli ecosistemi e sulle attività montane. Importanti cambiamenti sono già oggi percepiti dai frequentatori della montagna: escursionisti, alpinisti, sciatori e scialpinisti.Le acque dolci: cambiare prospettiva per affrontare il clima che cambia (pag. 89)Elisabetta Pizzul, Marco Bertoli (DSV)Gli ecosistemi delle acque dolci sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti dell’ambiente e del clima. Un cambiamento nel nostro modo di percepirli e di gestirli è necessario non solo per preservarli, ma anche per consentire a essi di svolgere quelle funzioni che rappresentano soluzioni naturali efficaci per affrontare anche i cambiamenti climatici.Trasformazione dei paesaggi della bonifica e nuovi deserti friulani in un quadro dei cambiamenti dei modelli agricoli e climatici (pag.105)Thomas Bisiani, Adriano Venudo (DIA)Le bonifiche della pianura friulano-isontina hanno modellato il paesaggio, creando un reticolo idrografico che oggi svolge rilevanti funzioni ecologiche. Questo patrimonio ambientale, storico e culturale è oggi messo a rischio da nuovi modelli agricoli e da modalità di efficientamento dell’irrigazione adottate per fronteggiare i cambiamenti climatici. È necessario trovare un equilibrio tra le esigenze di agricoltura, ambiente e paesaggio per arginare una vera e propria “desertificazione” del territorio.Topi coraggiosi: il ruolo dei piccoli mammiferi nell’adattamento di querce e faggi ai cambiamenti climatici (pag 153)Alessio Mortelliti (DSV)Fino al 90% delle piante in un ecosistema possono dipendere dagli animali per la dispersione dei loro semi, come avviene per le querce e i faggi, alberi ecologicamente ed economicamente importanti in Friuli Venezia Giulia. I piccoli mammiferi, quali topi e arvicole, svolgono questa vitale funzione con modalità complesse e affascinanti e alcune ricerche mostrano come alcuni individui siano particolarmente importanti in questo processo.Cambiamento climatico e benessere: le temperature estive negli spazi abitativi (pag. 195)Marco Manzan, Atlas Ramezani (DIA)Temperature elevate, specialmente se associate a elevata umidità, possono risultare pericolose per le persone, specialmente le più fragili. Per poter agire a loro tutela, in un’ottica di equità climatica, è importante valutare questo fenomeno all’interno delle abitazioni, specialmente quelle sprovviste di impianti di climatizzazione. Uno studio di UniTS ha analizzato le condizioni interne di benessere e stress in un edificio plurifamiliare, considerando il clima attuale e futuro e anche l’effetto di ventilatori elettrici. Edilizia e cambiamento climatico: progettare strutture più resistenti agli eventi estremi (pag. 203)Chiara Bedon (DIA)Con il riscaldamento globale aumenta, in generale, la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi. Molti componenti e sistemi costruttivi, progettati per resistere agli eventi atmosferici convenzionali, risultano carenti per fenomeni estremi, come quelli registrati di recente in FVG. Sarà necessaria una nuova attenzione per adeguare i sistemi edilizi e in particolare le loro componenti più vulnerabili, per renderli più resistenti agli eventi meteo più intensi.