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Ranking THE 2025: UniTS conferma la sua posizione

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L'Università di Trieste si posiziona nuovamente nella fascia tra le 501 e le 600 migliori università al mondo secondo il prestigioso ranking THE 2025 stilato da Times Higher Education.

La classifica valuta le università sulla base di cinque indicatori principali, ciascuno dei quali con un peso specifico differente: qualità dell’insegnamento (29,5%), ambiente di ricerca (29%), qualità della ricerca (30%), trasferimento della conoscenza all’industria (4%) e prospettiva internazionale (7,5%).

Rispetto all'anno precedente, l’Università di Trieste ha registrato un incremento nei punteggi relativi alla qualità dell’insegnamento e all’ambiente di ricerca, due aree chiave che insieme rappresentano il 60% della valutazione complessiva. In particolare, il punteggio relativo alla qualità dell’insegnamento è aumentato da 31,9 a 33, mentre quello dell’ambiente di ricerca è passato da 25,1 a 26,4.

Questo risultato testimonia la solidità dell’ateneo nel panorama universitario globale, collocandolo nel 28% delle migliori università internazionali recensite da THE, che prende in considerazione solo 2.092 atenei tra gli oltre 20.000 presenti a livello globale.

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Crescono le valutazioni della qualità dell'insegnamento e dell'ambiente di ricerca
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Le capacità musicali hanno radice biologica: studio su Biology Letters

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I ricercatori del Dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, hanno scoperto che la preferenza delle specie animali, umane e non umane, per i suoni consonanti sarebbe in parte determinata fisiologicamente. L’ipotesi all’origine dello studio, condotto su centotrenta pulcini implumi, è che gli elementi costitutivi delle capacità musicali – di umani e animali – abbiano una radice biologica, condivisa tra specie anche filogeneticamente distanti, e non dipendano già solo dalla cultura e dall’esperienza musicale.

“Ricerche precedenti dell’Università degli Studi di Trieste già avevano condotto alla scoperta della preferenza dei pulcini, come di altre specie, per i cosiddetti intervalli musicali consonanti. Questi ultimi, infatti, sono quelli che più assomigliano al suono prodotto dagli esseri viventi, mentre quelli dissonanti richiamano la minor armonia dei suoni ambientali” spiega Andrea Ravignani, professore ordinario di psicologia generale al Dipartimento di Neuroscienze umane della Sapienza Università di Roma. “Allora non se ne conoscevano le ragioni; oggi, invece, sappiamo – grazie a studi condotti insieme, Università degli Studi di Trieste e Sapienza Università di Roma – che gli intervalli consonanti vengono prodotti in segnali sociali di tipo acustico”.

La ricerca è stata condotta su centotrenta pulcini implumi; una volta schiusi, i pulcini – che non necessitano di alcuna cura parentale, né per sviluppare il repertorio vocale né per deambulare – sono stati allevati per quattro giorni, a coppie, in gabbie rettangolari a temperatura ambiente controllata. 

Per ogni pulcino sono stati registrati in arene insonorizzate i seguenti richiami: di contatto emesso dal pulcino quando prova disagio perché, ad esempio, separato dalla chioccia, di covata emesso in situazioni piacevoli e di cibo emesso quando il pulcino identifica una fonte di cibo redditizia. Questi richiami fanno parte di un complesso codice vocale che i pulcini sviluppano dalla schiusa all’età adulta per comunicare i loro bisogni agli altri conspecifici e per esprimere la natura positiva o negativa di una situazione che stanno vivendo. 

I ricercatori hanno stimolato la produzione di ciascun tipo di richiamo da parte dei pulcini ricreando gradualmente la situazione naturale associata a ciascuno di essi. In particolare, hanno registrato: i richiami di contatto, lasciando soli i pulcini nell’arena vuota dopo averli separati dal compagno di allevamento e dall’oggetto per l’imprinting; i richiami di covata, inserendo un oggetto per l’imprinting al centro dell’arena dopo l’isolamento iniziale; i richiami di cibo, posizionando un piatto di cibo al centro dell’arena dopo aver rimosso l’oggetto per l’imprinting.

Analizzati i picchi minimi e massimi delle frequenze fondamentali e calcolatone il rapporto, lo studio ha rivelato una prevalenza di consonanza perfetta in tutti i tipi di richiamo, a conferma dell’idea che i suoni consonanti siano intrinsecamente presenti nella comunicazione animale. Le sole dissonanze registrate sono state rinvenute in situazioni di particolare distress, quali ad esempio contesti d’isolamento.

“Questa ricerca potrebbe aprire ad applicazioni promettenti: un pulcino che emette un suono con una certa frequenza verosimilmente sta indicando un certo tipo di situazione e oggi sappiamo che i richiami più armonici sono quelli emessi nelle situazioni più piacevoli” spiega Cinzia Chiandetti, professore associato di psicobiologia al Dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste. “A seconda della dominanza di consonanze o dissonanze, potremo arrivare a comprendere lo status emotivo dell’animale associato al contesto in cui si trova: non siamo poi così lontani dal poter immaginare dispositivi in grado di registrare i richiami e restituire il livello di comfort o stress dell’animale che ci troviamo di fronte, anche dei polli che, come direbbe lo scrittore Andrew Lawler, sono gli uccelli che hanno alimentato la civiltà” conclude l’esperta.

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Studio completo pubblicato su Biology Letters

Chicks produce consonant, sometimes jazzy, sounds

Gianmarco Maldarelli1,2, Andrea Dissegna1, Andrea Ravignani3,4,5 and Cinzia Chiandetti1

1Department of Life Sciences, University of Trieste, Trieste, Italy

2Department of Biopsychology, Institute of Cognitive Neuroscience, Faculty of Psychology, Ruhr-Universitat

Bochum, Bochum, Germany

3Comparative Bioacoustics Group, Max Planck Institute for Psycholinguistics, Nijmegen, The Netherlands

4Center for Music in the Brain, Aarhus University, Aarhus, Denmark

5Department of Human Neurosciences, Sapienza University of Rome, Rome, Italy

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Coordinato da UniTS, coinvolge anche La Sapienza di Roma
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Nuovi indizi sui buchi neri nell'universo: una scoperta che coinvolge UniTS

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Recenti osservazioni realizzate con l’ausilio dell’Hubble Space Telescope hanno rivelato un numero sorprendentemente elevato di buchi neri nell’universo primordiale. Questa ricerca, guidata dal professor Matthew Hayes dell'Università di Stoccolma e pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, ha coinvolto anche il dottorando di ricerca Vieri Cammelli dell’Università di Trieste.

L'Hubble Space Telescope (HST) è un telescopio spaziale lanciato nel 1990 da NASA ed ESA, che continua a fornire immagini straordinarie del cosmo. Una delle sue osservazioni più iconiche, nonché una delle più profonde mai raccolte nello spettro della luce visibile, è stata l'Hubble Ultra Deep Field (HUDF), un’immagine dell’universo che mostra galassie formatesi non molto tempo dopo il Big Bang.

A distanza di 12 anni, il team di ricercatori ha nuovamente osservato questa stessa area dell’universo per identificare i cosiddetti nuclei galattici attivi, segnali della presenza di buchi neri in accrescimento. Utilizzando le variazioni di luminosità delle galassie sono stati scoperti numerosi buchi neri ospitati al loro interno, molti dei quali formati durante le prime fasi di vita dell'universo.

La scoperta si allinea con i risultati ottenuti dal James Webb Space Telescope (JWST), un nuovo strumento che continua a spingere i limiti delle osservazioni astronomiche. JWST, lanciato nel 2021, è in grado di osservare oggetti ancora più lontani e fornire nuove informazioni sulla nascita e la crescita dei buchi neri.

Vieri Cammelli, dottorando all'Università di Trieste e cofinanziato dall’Università Chalmers di Göteborg, ha avuto un ruolo fondamentale nell’analisi dei dati: la sua ricerca, che sarà parte integrante della sua tesi di dottorato, rappresenta un contributo significativo alla comprensione di come i buchi neri supermassicci si siano formati nelle prime fasi dell’evoluzione cosmica.

Per approfondire i risultati della ricerca, è possibile leggere Glimmers in the Cosmic Dawn: A Census of the Youngest Supermassive Black Holes by Photometric Variability su The Astrophysical Journal Letters.

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Il dottorando Vieri Cammelli si è occupato dell'analisi dei dati
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Pubblicati i volumi dedicati al Centenario 1924-2024 dell'Università di Trieste

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In occasione delle celebrazioni per i cento anni dell'Università di Trieste, sono stati pubblicati quattro volumi che raccontano la storia dell’Ateneo e valorizzano le sue collezioni artistiche.

Realizzati da EUT, l'university press di Ateneo, questi testi offrono un approfondito percorso di riscoperta storica e archivistica del ricco patrimonio architettonico, artistico e documentale dell'Università.

I volumi, disponibili in formato digitale e in accesso aperto sull’Archivio Istituzionale OpenstarTs, sono:

1924-2024 - Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste attraverso immagini e documenti, di Tullia Catalan e Lorenzo Ielen, ripercorre la storia dell’Ateneo attraverso fotografie e documenti storici.
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Guida alla Pinacoteca dell'Università degli Studi di Trieste, di Massimo De Grassi, offre una panoramica delle opere d’arte conservate nell’Ateneo.
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L'Edificio Centrale dell'Università di Trieste. Storia e architettura 1938-1950, a cura di Valentina Fernetti, dedicato all’evoluzione architettonica dell'edificio principale dell'Università.
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“Ricorda e Splendi”. Catalogo delle opere d’arte dell’Università degli Studi di Trieste, di Massimo De Grassi, un catalogo completo delle opere d'arte custodite dall’Ateneo.
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Scaricabili gratuitamente su OpenstarTs
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Sport, cultura, innovazione, società: UniTS torna alla Barcolana

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Uno stand di cento metri quadri, azzurro come le maglie degli atleti che hanno fatto la storia dello sport italiano, sarà la “succursale” dell’Università di Trieste nella prestigiosa cornice di piazza Unità d'Italia, in occasione della 56esima edizione della Barcolana.

Dal 5 al 13 ottobre, l’Ateneo giuliano, nell’ambito delle celebrazioni legate al Centenario dalla fondazione, parteciperà nuovamente a quello che è diventato uno dei più grandi eventi sportivi del mondo e aprirà “Casa UniTS” nel Villaggio Barcolana per incontrare il mondo dello sport e la cittadinanza attraverso una serie di eventi, talk e presentazioni che tratteranno in modo originale e leggero alcuni temi chiave del mondo universitario.

In particolare, all’interno di un appuntamento quotidiano aperto al pubblico, ricercatori, alumni, studenti, atleti, giornalisti e dirigenti sportivi discuteranno di innovazione scientifica e tecnologica, di fenomeni che influenzano la società, di sostenibilità, di inclusione sociale, di cultura e delle sfide del futuro. 

Tra gli ospiti, atleti come la medaglia d’oro paralimpica Matteo Parenzan, Jana Germani, Francesca Genzo, Stefania Buttignon, Ilaria Corazza e Giorgia Marchi, l’ex allenatore di Marcell Jacobs a Tokyo Paolo Camossi, i giornalisti Paolo Condò, Sergio Tavčar e Giovanni Marzini, la gloria del basket triestino Daniele Cavaliero e la campionessa di nuoto Novella Calligaris. Quest’ultima, sabato 12 ottobre, racconterà, nella veste di presidente dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, le emozioni in grado di suscitare la mostra fotografica itinerante “Tutte le sfumature dell’azzurro”, in quei giorni visitabile a Trieste presso la Sala Fittke.

Lo stand sarà inaugurato sabato 5 ottobre con la presentazione di Aura, l'auto da corsa elettrica dell’UniTS Racing Team, risultato di un progetto di eccellenza tecnologica e innovazione nel campo della mobilità sostenibile, a cui lavorano una sessantina di studenti dell’Ateneo per partecipare alle competizioni della Formula SAE.

Aura sarà esposta davanti allo stand UniTS per tutto il periodo di apertura del Villaggio Barcolana e sarà accompagnata da Bai-Flying Lina, la prima barca al mondo della classe moth dotata di terrazze composte da un sandwich di core e fibra di lino, un gioiello di tecnologia e sostenibilità progettato dagli studenti dell’Audace Sailing Team.

Tra i momenti salienti, giovedì 10 ottobre è in programma la 100UniTS Barcolana Dragon Boat Race “Rowing For the Future”, organizzata dal CUS Trieste: due caratteristiche canoe con testa di dragone, messe a disposizionedal CUS Venezia, saranno guidate da equipaggi di studenti UniTS.
L’esibizione non agonistica vedrà le due imbarcazioni scendere in acqua all’ingresso del Canal Grande per raggiungere l’antica diga. L’iniziativa vedrà la partecipazione di studenti provenienti da culture e Paesi diversi per promuovere pace, convivenza e inclusione sociale attraverso lo sport.

Le attività dell’Università di Trieste alla Barcolana vedono i contributi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di Io Sono Friuli Venezia Giulia e la partnership tecnica di Illy caffè.

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Dal 5 al 13 ottobre l’Ateneo incontrerà il mondo dello sport nello stand di piazza Unità. Il programma vedrà coinvolti ricercatori, studenti, atleti e giornalisti
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Inaugurate al Parco di San Giovanni le mostre di Elisa Vladilo e Antonio Sofianopulo

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Il progetto Relazioni d’arte, inaugurato a giugno 2024 con le mostre di Serse e Manuela Sedmach, si completa con i due punti espositivi dedicati agli artisti Elisa Vladilo e Antonio Sofianopulo allestiti in due diverse sedi UniTS nel Comprensorio del Parco di San Giovanni in via Weiss 6.

Le due mostre, curate da Lorenzo Michelli, sono il punto conclusivo di un accordo di collaborazione siglato in occasione del Centenario dell’Università degli Studi di Trieste con ERPAC – Ente Regionale Patrimonio Culturale Regione Friuli Venezia Giulia, che ha dato vita a una serie di iniziative espositive il cui culmine è rappresentato da Relazioni d’Arte. 

Elisa Vladilo si è messa in relazione con la struttura del Teatrino di San Giovanni, reinterpretandolo nelle sue componenti storiche, identitarie e architettoniche per offrirne una rilettura contemporanea di segno positivo. L’installazione Funny Reflections trova posto nella facciata dell’edificio, in particolare nelle parti di vetro delle finestre e delle porte che vengono reinterpretate grazie a colori caldi e in tinta piatta.

“Immaginando che tali vetri colorati possano idealmente proiettare la luce
ovviamente dello stesso colore sull’asfalto antistante, ecco che si può creare un
ulteriore gioco immaginario, dove si creano a terra rettangoli sghembi e tondi
ovoidali che riportano appunto l’esistente sulla facciata – spiega la stessa Vladilo - Tutto questo si inserisce nel consueto percorso che da anni porto avanti, di Arte Pubblica, in particolare di Ambient Painting, dove il colore si relaziona con lo spazio in un dialogo che valorizza e rianima i luoghi”.

Antonio Sofianopulo, invece, espone una pittura apparentemente leggera e sarcastica in cui elementi del naturale appaiono in contrappunti estremamente articolati.

La raccolta di suoi dipinti RiConoscenza” è esposta nel Museo di mineralogia e petrografia dell’Università degli Studi di Trieste, nella Palazzina “O” del Comprensorio di San Giovanni.

 “I tratti salienti della poetica narrativa dei dipinti di Sofianopulo sono discrezione, gentilezza, tatto, sottigliezza, prontezza, eleganza, diplomazia, ironia. L’Ironia sottintesa è valore ovvio, visto che gli abbinamenti sulle tele possono non solo nascondere una critica e far generare un sorriso, ma invitano a pensare a un artigiano/intagliatore che esegue la sua opera con una serie infinita di piccoli tocchi in modo da renderla pregna di dettagli indecifrabili e non riconoscibili di primo acchito”, si legge ne L’etica dell’immagine di Roberto Vidali.

I quattro punti espositivi inaugurati tra giugno e ottobre hanno consentito di rigenerare tali spazi grazie agli artisti che, attraverso le loro opere, hanno espanso temi e suggestioni legate all’istituzione universitaria.

Relazioni d’Arte è un’iniziativa organizzata in occasione del Centenario dell’Università degli Studi di Trieste in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ERPAC FVG, ARDIS e SMATS – Sistema Museale di Ateneo.

 

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Visitabili gratuitamente fino al 15 dicembre
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EU TalentOn 2024: il dottorando Simone Kresevic vince la categoria "Prevenzione e Cura del Cancro"

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Simone Kresevic, dottorando del gruppo di Ingegneria Biomedica al Dipartimento di Ingegneria e Architettura, ha ottenuto due prestigiosi riconoscimenti all’EU TalentOn 2024, svoltosi a Katowice (Polonia). Il suo progetto "Breath for Life" non solo ha conquistato il primo posto nella categoria "Prevenzione e Cura del Cancro" ma si è ulteriormente distinto aggiudicandosi il Gran Premio finale tra tutte le categorie del concorso.

Il progetto propone un dispositivo innovativo per la diagnosi precoce del cancro tramite un sistema basato su sensoristica innovativa e analisi basata su Intelligenza Artificiale. Il progetto si è distinto in termini di creatività scientifica, fattibilità e impatto pratico. 

L'EU TalentOn è una competizione promossa dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon Europe che coinvolge giovani ricercatori tra i 21 e i 35 anni da tutta Europa. Su oltre 1200 candidature, sono stati selezionati 108 partecipanti, divisi in team interdisciplinari per sviluppare soluzioni innovative legate alle cinque Missioni Europee: adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione e cura del cancro, ripristino degli oceani e delle acque, città intelligenti a emissioni zero e gestione sostenibile del suolo. 

Nel nostro ateneo è stato selezionato anche il dottorando in Ingegneria Biomedica Francesco Bassi.

https://eutalenton2024.eu/

https://research-and-innovation.ec.europa.eu/news/all-research-and-innovation-news/discover-winners-eu-contest-young-scientists-and-eu-talenton-2024-09-13_en

 

Foto - Simone Kresevic insieme alle due colleghe del team durante la preparazione del progetto 

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Selezionato anche il dottorando in Ingegneria Biomedica Francesco Bassi
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Al via il progetto “Occhio al sole!"

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«Il Friuli-Venezia Giulia viene spesso definito “l’Australia d’Italia” per l’alto tasso di melanomi legati a fattori ambientali» esordisce così la professoressa Iris Zalaudek, docente ordinaria e direttrice della Clinica Dermatologica dell'Università di Trieste, nell'ambito della presentazione del progetto “Occhio al Sole! Buone pratiche per stare bene all’aria aperta”.

L'iniziativa, promossa da Fondosviluppo FVG e realizzata in collaborazione con l’Immaginario Scientifico, con il patrocinio dell’Università di Trieste e dell’Università di Udine,si rivolge a più di 10.000 studenti delle classi seconde delle scuole secondarie di primo grado della regione, e mira a sensibilizzare i giovani sull’importanza della prevenzione delle malattie della pelle. 

Attraverso una serie di laboratori interattivi, i ragazzi impareranno come proteggersi dai raggi UV e acquisiranno consapevolezza sui rischi connessi all’esposizione solare. In concreto, l’approccio educativo si articola in quattro moduli che, partendo dalle cellule, permetteranno agli studenti di esplorare il corpo umano, con un focus particolare sulla pelle. Tra le attività proposte, uno degli esperimenti pratici offrirà una dimostrazione visiva dell'impatto dei raggi UV, evidenziando l'importanza dell'uso di creme solari per una corretta protezione.

A differenza di altri programmi preventivi, “Occhio al Sole!” non si basa su divieti o regole rigide, ma punta a stimolare la conoscenza applicata, promuovendo un cambiamento consapevole nelle abitudini quotidiane dei giovani che potranno adottare comportamenti più sani e responsabili.

Grazie a questo progetto, l'Università di Trieste rinnova il suo impegno nella diffusione di una cultura della prevenzione, educando le nuove generazioni a prendersi cura della propria salute fin dalla giovane età. 

Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, visitare i seguenti link:

Soggetti a rischio: Melanoma in breve

I rischi del sole: AIRC - I rischi del sole

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Il progetto di prevenzione del melanoma coinvolgerà 10.000 ragazzi con il sostegno UniTS
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“Oltre il bianco con la cromoterapia”: UniTS pubblica la raccolta “Le avventure di Peter Canin”

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Si è tenuta, all’interno degli spazi della Struttura Complessa (UCO) Clinica di Chirurgia Maxillofacciale e Odontostomatologia dell’Ospedale Maggiore di Trieste, la presentazione del progetto “Oltre il bianco con la cromoterapia”, realizzata grazie alla collaborazione tra l'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), l'Università di Trieste e il Servizio Integrazione Inserimento Lavorativo (SIIL) del Comune di Trieste.

A conclusione del percorso formativo regionale “Tecniche di illustrazione digitale”, quattro ragazzi con disturbi dello spettro autistico selezionati per il loro talento creativo, hanno avuto l'opportunità di partecipare a tirocini di inclusione sociale, finanziati dal Comune di Trieste, che si sono svolti tra febbraio 2023 e gennaio 2024. 

Durante questo periodo i quattro ragazzi hanno lavorato decorando gli spazi interni della Clinica con una serie di dipinti dal titolo “Le avventure di Peter Canin”, ispirati al celebre personaggio di J. M. Barrie, Peter Pan, e reinterpretati in una storia a fumetti che tratta il tema della prevenzione e della cura del sorriso.

L’Università di Trieste ha sostenuto l’iniziativa realizzando e pubblicando un volume che raccoglie tutte le tavole realizzate dai ragazzi. La pubblicazione, intitolata “Le avventure di Peter Canin”, rappresenta un importante contributo alla promozione dell'inclusione sociale e del talento dei giovani coinvolti.

La versione digitale è scaricabile gratuitamente al link: Le avventure di Peter Canin (EUT Edizioni Università di Trieste)

Il progetto non solo ha permesso di abbellire gli spazi interni della Clinica, ma ha avuto un impatto profondo nella vita dei giovani partecipanti, contribuendo alla loro crescita personale e professionale. Le decorazioni murali e il volume realizzato sono ora un patrimonio apprezzato da pazienti, personale sanitario e dalla comunità, offrendo un messaggio forte sull’importanza dell’inclusione e della creatività. 

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Il volume è scaricabile gratuitamente
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Conferito il Premio Wolfgang Metzger a Tiziano Agostini

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Tiziano Agostini, docente di Psicologia generale al Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste, ha ricevuto il prestigioso Premio Wolfgang Metzger nel corso della cerimonia d’inaugurazione della 23rd Scientific Conference of the Society for Gestalt Theory and its Applications (GTA), tenutasi all’Università di Milano Bicocca. Il riconoscimento gli è stato conferito per il libro “Showing Time: Continuous Pictorial Narrative and the Adam and Eve Story - In Memory of Alberto Argenton”, di cui è coautore.

Il premio, intitolato allo psicologo tedesco Wolfgang Metzger, viene assegnato a coloro che hanno contribuito in maniera significativa alla ricerca e all’applicazione della Teoria della Gestalt. La Gestalt è un approccio interdisciplinare che vede l'essere umano come un sistema aperto, in costante interazione con il suo ambiente. Si focalizza su come percepiamo l'insieme di un'esperienza o fenomeno, piuttosto che sulle sue singole parti, evidenziando l'importanza delle strutture percettive globali. In poche parole, ciò che percepiamo non è una somma di elementi, ma semplicemente una sintesi della realtà

Per il professor Agostini questo premio rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche un importante risultato per il dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste. È la seconda volta che il Premio Metzger viene assegnato a un docente dell’ateneo triestino: il primo a riceverlo fu Gaetano Kanizsa, fondatore del Laboratorio di Psicologia Sperimentale di Trieste, insieme a Riccardo Luccio nel 1987.

Con la premiazione di Tiziano Agostini l’Università di Trieste conferma il suo ruolo di spicco nel panorama accademico internazionale, proseguendo la tradizione di eccellenza nella ricerca sulla psicologia della percezione e dell’esperienza.

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Il predecessore fu Gaetano Kanizsa nel 1987
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