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Ex Ospedale Militare, al via la gestione ARDiS: 239 posti letto per studenti UniTS

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Dal 1° settembre 2025 il complesso dell’ex Ospedale Militare di via Fabio Severo è diventato una nuova Casa dello Studente, in base alla convenzione stipulata tra l’Università di Trieste e ARDiS, l’Agenzia regionale per il diritto allo studio.

La struttura, di proprietà demaniale e concessa in uso perpetuo e gratuito a UniTS, sarà gestita da Ardis per cinque anni, rinnovabili. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Università di Trieste e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di ampliare l’offerta abitativa studentesca, dare risposta alla crescente domanda di alloggi - resa più urgente dall’aumento delle immatricolazioni che sta caratterizzando l’Ateneo negli ultimi anni - e rafforzare l’attrattività del sistema universitario regionale.

Il complesso potrà ospitare fino a 239 studenti, distribuiti in 163 stanze di diverse tipologie: 24 singole da 16 mq; 63 singole da 18 mq; 64 doppie; 12 stanze doppie adattate per ospitare studenti con disabilità. Una parte dei posti, non inferiore a 63, sarà riservata agli studenti del Collegio Universitario di Merito “Luciano Fonda”, che potranno usufruire di spazi e attrezzature dedicate ad attività formative, culturali e ricreative.

All’Università resterà la disponibilità della Casa del Comandante, comprensiva della Sala Cappella al terzo piano (esclusa la portineria, affidata ad Ardis), che sarà destinata all’Innovators Community Lab, il percorso di formazione che l’Università di Trieste dedica all’innovazione e all’imprenditorialità, a uffici amministrativi e ad attività di placement e orientamento al lavoro.

L’assegnazione degli alloggi avverrà attraverso bandi pubblici e sarà prioritariamente destinata a studenti capaci e meritevoli, privi o carenti di mezzi economici, in possesso dei requisiti stabiliti dalle Linee guida regionali.

“Per l’Università di Trieste – sostiene la Rettrice Donata Vianelli – la valorizzazione dell’ex Ospedale Militare come Casa dello Studente riveste un’importanza strategica nell’ambito delle politiche per il diritto allo studio e i servizi rivolti agli studenti e alle studentesse. In un contesto urbano caratterizzato da forte pressione abitativa, la disponibilità di alloggi per studenti rappresenta una condizione essenziale per garantire pari opportunità di accesso all’istruzione universitaria e per rafforzare ulteriormente l’attrattività del nostro Ateneo”.

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La nuova Casa dello Studente accoglierà studenti capaci e meritevoli in situazione di fragilità economica. Una risposta alla crescente domanda di alloggi dovuta anche alla crescita delle immatricolazioni all’Università di Trieste
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Digitalizzazione del patrimonio culturale dell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale: progetto finanziato dalla Regione FVG

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Valorizzare e conservare la sezione documentaria del Lascito Antonio Fonda Savio, custodito presso l’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale: è questo l’obiettivo del progetto DIGILAFS – Digitalizzazione del Lascito Antonio Fonda Savio, promosso dal Sistema Bibliotecario di Ateneo e Polo Museale dell’Università degli Studi di Trieste.

DIGILAFS rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito del bando regionale per “Interventi a favore degli operatori culturali volti a promuovere l’uso di soluzioni ICT e realtà aumentata” a valere su fondi PR FESR 2021 – 2027

Il finanziamento ammesso di 63.440 Euro, ad intera copertura delle spese, permetterà la realizzazione delle attività progettuali, partite lo scorso 1° luglio, per i prossimi 24 mesi, nel corso dei quali verrà acquistato uno scanner planetario professionale e saranno avviate le procedure di digitalizzazione dei documenti.

La sezione documentaria del Lascito Antonio Fonda Savio è costituita da documenti personali e materiali eterogenei di particolare rilevanza, fra questi si segnalano un corpus di lettere di Pietro Nobile (414 esemplari), documenti storiografici relativi alle guerre mondiali, documenti di famiglia, dischi, cartoline, fotografie e 313 documenti antichi (pergamene, bolle papali, proclami).

La grande varietà del fondo, l’interesse storico del materiale in esso contenuto e la condizione di estrema fragilità della maggior parte dei documenti a supporto cartaceo, rendono fondamentale procedere con la digitalizzazione e la successiva valorizzazione in rete, al fine di darne evidenza e renderlo fruibile ai potenziali interessati.

Il progetto ha come obiettivo a lungo termine il completamento della digitalizzazione dei beni culturali conservati nell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale e a breve termine la scansione di almeno il 40% della sezione documentaria del Lascito Fonda Savio, per renderlo accessibile al pubblico tramite il portale regionale e il portale del Sistema Museale di Ateneo.

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Servizio Bibliotecario e SmaTs promuovono la conservazione e valorizzazione del Lascito Antonio Fonda Savio
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DIGILAFS

Benessere lavorativo nelle aziende sanitarie: UniTS partecipa al progetto CompAct

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È stato ufficialmente avviato Compassionate Leadership – CompAct, il progetto promosso e finanziato dalla Regione Veneto come strategia di intervento nei confronti del sempre più allarmante aumento delle dimissioni non programmate. Il progetto mira ad adattare il modello della compassionate leadership al contesto sanitario italiano, proponendo una leadership capace di riconoscere il disagio delle persone nei luoghi di lavoro, comprenderne le cause e intervenire per promuovere un’organizzazione del lavoro più sostenibile, basata sul “prendersi cura di chi cura”.

L’Università di Trieste è partner scientifico di riferimento per la fase di adattamento e validazione del modello internazionale al contesto italiano, insieme alle Università di Milano, Padova e Verona. Per UniTS partecipano la prof.ssa Sara Cervai (Psicologia del lavoro e delle organizzazioni) e il prof. Gabriele Blasutig (Sociologia dell’organizzazione), entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali.

Il progetto risponde alle sfide poste dal fenomeno delle grandi dimissioni (great resignation) e dal crescente disagio che interessa il personale sanitario, proponendo un approccio fondato sulla cura reciproca, sulla responsabilità relazionale e sul benessere organizzativo.

Elaborata attraverso i contributi scientifici di Michael West (King Fund UK), la compassionate leadership è un modello già sperimentato con successo in altri Paesi Europei e, in particolare, nel Regno Unito, in grado di migliorare il clima interno, ridurre il burnout e accrescere la soddisfazione di operatori e pazienti, specialmente nei contesti ad alta esposizione emotiva come la sanità. 

«A livello internazionale i risultati sono promettenti, - sostiene la prof.ssa Sara Cervai - dobbiamo comprendere come questo modello possa funzionare nella realtà italiana, in un sistema sanitario pubblico in cui le persone esprimono allarmanti livelli di sofferenza. Siamo consapevoli di quanto i ruoli dirigenziali possano incidere sul benessere dei collaboratori, e intendiamo supportare leader e collaboratori a ritrovare motivazione e benessere nell’esercizio della loro professione, con un approccio scientifico»

CompAct si sviluppa come progetto di ricerca-azione della durata di due anni, con sperimentazione sul campo in due ULSS venete (ULSS 3 Serenissima e ULSS 4 Veneto Orientale), e il coinvolgimento diretto del top e middle management in tre unità operative (area medica, emergenza-urgenza, cure primarie).

In questo quadro, l’Università di Trieste è responsabile dell’adattamento culturale del modello, attraverso la traduzione, la rielaborazione e il confronto con buone pratiche già esistenti, in dialogo con i professionisti coinvolti. Le successive fasi prevedono l’implementazione nelle aziende, la validazione scientifica e la disseminazione dei risultati. «Ci attendono molte sfide, linguistiche e culturali - spiega Cervai - già a partire dal diverso significato che il termine compassionate ha rispetto all’italiano; compassione va inteso come comprensione e sostengo, non come pietà e buonismo».

Gli altri partner accademici cureranno la validazione quantitativa (prof. Paolo Gubitta, Università di Padova) e qualitativa (prof.ssa Elisa Ambrosi, Università di Verona) e la disseminazione (prof. Federico Lega, Università di Milano). Alla Regione Veneto spetterà, oltre al coordinamento del progetto, anche l’implementazione nelle aziende sanitarie coinvolte.

L’incontro di avvio si è svolto a Venezia, nella Scuola Grande di San Marco Evangelista, alla presenza dell’Assessore alla Sanità e del Direttore generale della Sanità della Regione Veneto, dei Direttori generali delle due ULSS aderenti e dei rappresentanti delle università coinvolte.

Il progetto rientra tra le azioni strategiche definite dalla DGR n. 960/2024 della Regione Veneto per contrastare la crisi di retention del personale sanitario pubblico e rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, mondo accademico e sistema sanitario.

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Iniziativa della Regione Veneto per "prendersi cura di chi cura". Cervai e Blasutig (DiSPeS) cureranno l'adattamento del modello di "compassionate leadership" al contesto italiano
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Giornata Mondiale contro l'epatite: l'importanza della prevenzione

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Il 28 luglio, su iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si celebra la Giornata Mondiale contro l’Epatite, con l’obiettivo di aumentare la conoscenza sulle infezioni virali che colpiscono il fegato da parte della popolazione e promuovere strategie efficaci di prevenzione, diagnosi e cura.

La prof.ssa Lory Crocè, docente di Gastroenterologia dell'Università di Trieste e direttrice della SC Clinica Patologie del Fegato dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, in occasione della ricorrenza promuove una giornata di screening gratuito rivolta alla popolazione.

L’iniziativa vuole offrire a tutte le persone interessate la possibilità di accedere gratuitamente a esami semplici ma fondamentali per valutare lo stato di salute del fegato e identificare precocemente eventuali infezioni da virus epatitici. Saranno disponibili sia il test rapido capillare per l’epatite C, rivolto ai soggetti esclusi dallo screening regionale (nati prima del 1969 o dopo il 1989), sia il prelievo ematico per lo screening sierologico rivolto alle persone comprese nella fascia anagrafica sopraindicata. Grazie alla collaborazione con la ditta Echosens, sarà inoltre possibile effettuare un esame Fibroscan, che consente di misurare in modo non invasivo la rigidità del fegato e rilevare segni di fibrosi epatica.

Le epatiti virali croniche rappresentano ancora oggi una minaccia importante per la salute pubblica, in parte perché restano spesso silenti per anni, fino allo sviluppo di complicanze gravi come la cirrosi o il carcinoma epatocellulare. La diffusione dell’epatite C, in particolare, è stata favorita per decenni dall’assenza di terapie efficaci e dalla scarsa consapevolezza del rischio. Oggi però, grazie ai farmaci antivirali ad azione diretta, è possibile guarire oltre il 98% dei pazienti con trattamenti brevi, ben tollerati e di facile somministrazione. L’identificazione precoce dell’infezione è dunque un passaggio cruciale per fermarne la diffusione e ridurre l'evoluzione in malattia e la mortalità.

Anche per quanto riguarda l’epatite B, la ricerca ha prodotto risultati importanti: la vaccinazione obbligatoria introdotta in Italia a partire dal 1992 ha contribuito in modo decisivo alla riduzione dei nuovi casi, mentre le terapie a base di analoghi nucleos(t)idici permettono oggi di bloccare efficacemente la replicazione virale, migliorando la qualità e l’aspettativa di vita delle persone affette da epatopatia cronica.

L’iniziativa promossa dalla Clinica Patologie del Fegato è resa possibile grazie alla collaborazione e al patrocinio dell’Università di Trieste, dell’ASUGI, dell’Associazione Medica Triestina, dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trieste, delle principali società scientifiche italiane in ambito epatologico e gastroenterologico – ASIF, FISMAD e SIGE – nonché della LILT. Fondamentale anche il coinvolgimento delle associazioni di pazienti, tra cui EpaC e AMAF, e il supporto degli operatori della FIF, presenti durante la giornata per attività di educazione sanitaria e informazione.

Le persone interessate possono prenotare la partecipazione chiamando il numero 040 3992953 il martedì e il venerdì dalle 11 alle 12. I posti sono limitati e le richieste saranno accolte in ordine di arrivo.

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Il 28 luglio la SC Clinica Patologie del Fegato di ASUGI, diretta dalla prof.ssa Lory Crocè, promuove uno screening gratuito per la diagnosi precoce delle malattie epatiche
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UniTS ai 50 anni della cooperazione scientifica Italia-Egitto

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Si è svolta all’Istituto Italiano di Cultura del Cairo, la giornata celebrativa per il 50° anniversario dell’accordo bilaterale di cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia ed Egitto, in occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo.

L’Università di Trieste è stata rappresentata dal Prorettore Valter Sergo, che è intervenuto durante la sessione dedicata alle opportunità di cooperazione tra università e mondo industriale.

Nel suo intervento, Sergo ha presentato Trieste come “una città con una delle più alte densità di ricercatori rispetto alla popolazione residente”, sottolineando il ruolo dell’Università come snodo centrale di un sistema scientifico integrato, aperto alla dimensione internazionale e fortemente orientato all’innovazione.

Un ecosistema della conoscenza che offre ottime condizioni per studenti e ricercatori, ma anche un contesto attrattivo per imprese ad alto contenuto tecnologico, interessate a investire in ricerca e sviluppo.

L’evento è stato promosso dall’Ambasciata d’Italia al Cairo in collaborazione con la Science, Technology and Innovation Funding Authority (STDF), l’organismo del Ministero della Ricerca egiziano incaricato dell’attuazione del programma esecutivo triennale previsto dall’accordo.

Accanto alla presentazione dei progetti in corso nel periodo 2024–2026, la giornata ha favorito il confronto tra atenei e imprese di entrambi i Paesi su temi strategici: dall’intelligenza artificiale alle tecnologie per lo spazio, dal patrimonio culturale alla medicina, fino alle sfide globali del clima e del Nexus acqua-energia-cibo.

La partecipazione dell’Università di Trieste si inserisce nel più ampio quadro delle relazioni internazionali dell’Ateneo, che da anni promuove la cooperazione scientifica e accademica con partner del Mediterraneo, dell’Africa e dell’area mediorientale.

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Il prorettore Sergo è intervenuto durante la sessione dedicata alle opportunità di cooperazione tra università e mondo industriale
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Online “Italy in Antarctica”, la mostra sul contributo italiano alla ricerca nel continente bianco

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È online la mostra virtuale “Italy in Antarctica”, realizzata in occasione della 46ª Riunione consultiva del Trattato Antartico (ATCM XLVI) e del 26° Meeting del Comitato per la protezione dell’ambiente (CEP XXVI), ospitati a Milano per l’edizione 2025.

La mostra racconta la presenza scientifica italiana in Antartide, evidenziando le infrastrutture operative, il modello di governance del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) e il ruolo strategico dell’Italia nella cooperazione internazionale sul continente.

Tra i protagonisti del progetto anche il Museo Nazionale dell’Antartide, di cui l’Università di Trieste è una delle sedi espositive assieme agli Atenei di Genova e Siena. Il Museo rappresenta un punto di riferimento nazionale per la valorizzazione e la diffusione della conoscenza scientifica sull’Antartide.

L’iniziativa offre un’importante occasione di divulgazione dei risultati delle ricerche condotte nel continente bianco, con particolare attenzione a:

  • protezione ambientale e gestione delle ASPAs (Antarctic Specially Protected Areas);
  • studi sull’Area Marina Protetta nel Mare di Ross;
  • ricerche sull’ecosistema e sul cambiamento climatico;
  • monitoraggio degli inquinanti;
  • risultati delle perforazioni nei ghiacci antartici.

La mostra è accessibile tramite link diretto oppure inquadrando il QR code in allegato.

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UniTS coinvolta nell’esposizione virtuale attraverso il Museo Nazionale dell’Antartide, di cui è sede insieme agli Atenei di Genova e Siena
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Tumore del fegato: UniTS tra i promotori di un protocollo operativo con FIF, LILT e ASUGI

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L’Università di Trieste rafforza il proprio impegno nella ricerca e nella formazione nell’ambito della lotta al tumore primitivo del fegato, una delle principali cause di mortalità oncologica a livello mondiale. Insieme alla Fondazione Italiana Fegato ONLUS (FIF), alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Associazione Provinciale di Trieste (LILT) e all’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), l’Ateneo triestino si avvia a definire un protocollo operativo per la costituzione di gruppi di lavoro tematici condivisi.

L’intesa è stata annunciata nel corso di un seminario multidisciplinare svoltosi nella sede della FIF a Trieste, parte del progetto dedicato al carcinoma epatocellulare (HCC). L’evento ha visto la partecipazione di ricercatori, clinici e studenti, con l’obiettivo di favorire un approccio integrato alla prevenzione, diagnosi e cura dell’HCC.

La prof.ssa Saveria Lory Crocè, docente di Gastroenterologia all'Università di Trieste e direttrice della SC (UCO) Clinica Patologie del Fegato, è intervenuta per sottolineare l’importanza dell’innovazione tecnologica nella lotta al tumore epatico: “Nell’attuale panorama diagnostico-clinico si ha una lacuna di marker bioumorali e clinici standardizzati per la diagnosi precoce di epatocarcinoma, ove sicuramente un ruolo fondamentale sarà ricoperto da nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale che rappresenta un importante filone di ricerca della nostra Università”.

“Nel corso della giornata” – aggiunge il Direttore scientifico della Fondazione Italiana Fegato, Claudio Tiribelli – “è stata ribadita l’importanza della prevenzione primaria e secondaria, della diagnosi precoce e di una presa in carico multidisciplinare del paziente, nonché la necessità di investire nella formazione e nella divulgazione scientifica per aumentare la consapevolezza pubblica sulle malattie epatiche croniche. L’incontro si è concluso con un messaggio chiaro: solo unendo competenze, risorse e visioni sarà possibile migliorare la prevenzione e la cura del cancro al fegato, a beneficio dei pazienti e della comunità”.

Il protocollo operativo tra UniTS, FIF, LILT e ASUGI costituirà un importante passo avanti verso una collaborazione strutturata, fondata su progetti congiunti di ricerca scientifica, formazione accademica e iniziative di salute pubblica, a servizio del territorio e della comunità scientifica.

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Formazione, ricerca e intelligenza artificiale al centro di un’azione congiunta per contrastare il carcinoma epatocellulare
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Salute, prevenzione e informazione sul territorio: al via progetto del DSM

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Salute, territorio, prevenzione e informazione: saranno queste le parole chiave di Salute tra terra e mare, il progetto di impegno pubblico e sociale del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute (DSM) dell’Università di Trieste, al via sabato 21 giugno.

L’iniziativa, attraverso un programma di attività divulgative, sportive ed esperienziali da svolgere direttamente nei luoghi del vivere quotidiano come la costa, il mare e il Carso, intende valorizzare il legame tra salute, territorio e attività fisica, creando una rete tra istituzioni, società sportive e realtà scientifiche impegnate nella diffusione di buone pratiche di prevenzione.

Il progetto è finanziato dal Bando di Impegno pubblico e sociale - Terza Missione dell’Ateneo che promuove con cadenza annuale iniziative ideate e realizzate dai dipartimenti per contribuire alla crescita culturale, allo sviluppo, al benessere della società e al miglioramento della qualità della vita.

«Oltre alla didattica e alla ricerca – ha dichiarato Luigi Murena, direttore del DSM – l’Università deve fare cultura promuovendo la conoscenza: l'evento di sabato 21 giugno si inserisce in questa logica. Il programma è focalizzato sul tema della sicurezza raccontata e mostrata nelle sue varie sfaccettature. Assieme ai numerosi partner coinvolti abbiamo cercato di costruire un programma interessante e ricco di possibili spunti per tutta la cittadinanza».

L’iniziativa, presentata nella Sala della Giunta comunale, è infatti realizzata in partnership con il Comune di Trieste - Assessorato alle Politiche del Territorio e Assessorato alle Politiche del Patrimonio Immobiliare e dello Sport - e con la collaborazione di ASUGI, ICGEB, IRCCS Burlo Garofolo, Pallanuoto Trieste Samer&Co. Shipping, Trieste Campus, Triestina Nuoto Samer&Co. Shipping e Band of Rescue – FIN Salvamento.

«Con questo primo evento – ha aggiunto Alex Buoite Stella, delegato del DSM per l’impegno pubblico – cerchiamo di andare incontro al cittadino dove trascorre il suo tempo libero. Abbiamo l’obiettivo di raccontare i vantaggi della prevenzione sul territorio e, dall'altro lato, le misure da mettere in campo per gestire e arginare i possibili rischi, in questo caso specifico, dei luoghi di balneazione. Informazione e prevenzione saranno i fili conduttori della giornata».

Sarà quindi uno dei luoghi di ritrovo estivo più frequentati e amati dai triestini di ogni età, la Pineta di Barcola, ad ospitare le attività rivolte alla cittadinanza a partire dalla mattina. Dopo l’apertura del gazebo e i saluti istituzionali sarà possibile partecipare a una sessione di preparazione e riscaldamento fisico con lo staff di Trieste Campus; successivamente si tufferanno in mare i giovani atleti della Triestina Nuoto per una nuotata dimostrativa in acque libere. Seguirà l’esibizione salvataggio da parte delle unità cinofile della Band of Rescue FIN Salvamento. A metà pomeriggio è previsto un allenamento delle giocatrici e dei giocatori della Pallanuoto Trieste; infine, a partire dalle 18, le conclusioni della giornata saranno affidate a un talk aperto al pubblico, dedicato ai benefici e ai rischi legati all'esposizione al sole, all'attività natatoria e al soccorso in acqua, con la partecipazione di docenti, medici ed esperti.

I prossimi appuntamenti del progetto saranno due camminate aperte alla cittadinanza, in programma a settembre 2025 durante la Settimana Europea della Mobilità e a marzo 2026, per scoprire i sentieri e l’enorme varietà del Carso triestino.

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"Salute tra terra e mare" si inaugura il 21 giugno nella pineta di Barcola con un programma ricco di attività divulgative, sportive ed esperienziali
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Medusa aliena nelle acque sotterranee del Timavo

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Il DNA di una medusa d’acqua dolce di origine aliena, precisamente asiatica (Craspedacusta sowerbii), è stato individuato nelle acque sotterranee del fiume Timavo all’interno della grotta Luftloch, recentemente scoperta dalla Società Adriatica di Speleologia.

Si tratta di una rilevante scoperta scientifica risultato della collaborazione tra l’Università degli Studi di Trieste, la Società Adriatica di Speleologia (SAS) e il Civico Museo di Storia Naturale di Trieste.

Il campionamento e le analisi sono stati condotti dal gruppo di ricerca coordinato da Chiara Manfrin del Dipartimento di Scienze della Vita di UniTS, nell’ambito di un progetto finalizzato al monitoraggio della biodiversità negli ambienti ipogei attraverso l’utilizzo del DNA ambientale (eDNA), una tecnica innovativa che consente di rilevare tracce genetiche lasciate dagli organismi nel loro habitat, rendendo possibile l’identificazione anche di specie non facilmente osservabili. 

“Questo metodo ci consente, filtrando l’acqua, di rilevare tracce genetiche lasciate dagli organismi nell’ambiente circostante, permettendo così l’individuazione di specie anche difficilmente osservabili direttamente”, spiega Manfrin. “I risultati hanno evidenziato la presenza del DNA di Craspedacusta sowerbii, una specie aliena non autoctona, originaria della Cina, innocua per l'uomo ma i cui effetti sugli ecosistemi carsici sono allo studio”. 

La scoperta si inserisce nel solco di precedenti osservazioni della medusa effettuate nella parte slovena del Reka-Timavo a partire dal 2016 da parte del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, e pubblicate in una nota scientifica a firma di Nicola Bressi e Andrea Colla. La conferma genetica ottenuta ora rafforza ulteriormente l’ipotesi della presenza della specie nelle acque sotterranee del Carso. 

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La scoperta è frutto di una collaborazione scientifica tra UniTS, Società Adriatica di Speleologia e Civico Museo di Storia Naturale di Trieste
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GOin4SAFETY a Gorizia e Nova Gorica: un'esercitazione transfrontaliera per la resilienza alle emergenze ambientali

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Dal 5 all’8 giugno 2025 il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste sarà coinvolto, insieme a partner italiani e sloveni, in GOin4SAFETY, una grande esercitazione transfrontaliera per la gestione delle emergenze ambientali e la prevenzione dei disastri, che si terrà tra Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba.

L’iniziativa rientra nel progetto IN4SAFETY, finanziato dal Programma Interreg Italia-Slovenia, e si propone di rafforzare la capacità di risposta congiunta di territori vicini ma appartenenti a Stati diversi. L’Ateneo triestino, attraverso il proprio Dipartimento, contribuisce con attività di ricerca, formazione e trasferimento tecnologico, in particolare per la georeferenziazione dei dati ambientali e la definizione dei gruppi target coinvolti.

L’esercitazione GOin4SAFETY vedrà la partecipazione di oltre 500 operatori provenienti da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Slovenia, Croazia e Germania: protezione civile, forze di sicurezza, volontariato organizzato ed enti locali, impegnati in scenari complessi come terremoti, frane, incendi, incidenti con materiali pericolosi e impatti legati al cambiamento climatico.

Il programma prevede anche attività formative rivolte a personale comunale, volontari, studenti e cittadini, oltre a un’esercitazione per posti di comando con simulazione di emergenze su larga scala.

GOin4SAFETY rappresenta un esempio concreto di cooperazione europea a livello locale, e promuove una cultura condivisa della prevenzione, della gestione del rischio e della sicurezza del territorio. Il progetto è coordinato dal Comune di Ajdovščina e coinvolge, tra gli altri, il Geodetic Institute of Slovenia, la Città Metropolitana di Venezia, l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, i Vigili del Fuoco di Nova Gorica e l’Università di Trieste.

Per maggiori informazioni: 
Sito Interreg Italia - Slovenija
Sito dell'Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia

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L'iniziativa è parte del Programma Interreg Italia-Slovenia di cui è partner il Dipartimento di Ingegneria e Architettura
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