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Conflitto in Medio Oriente: UniTS ricorda l'art. 28 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani

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Articolo 28 della Dichiarazione universale dei diritti umani:

Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati nella Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

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Nature: studio UniTS apre nuove frontiere nel campo della Fisica della materia

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Uno studio condotto dall’Università degli studi di Trieste e pubblicato su Nature dimostra la possibilità di trasformare un sistema da metallo a isolante, inserendo il materiale quantistico in cavità ottiche.

Inserire materiali quantistici in cavità ottiche offre una possibilità unica per il controllo delle proprietà collettive della materia: è quanto scoperto dallo studio pubblicato oggi su Nature, condotto dall’Università degli studi di Trieste e dall’Università di Erlangen e dai laboratori di Elettra Sincrotrone Trieste, in collaborazione con l’Helmholtz-Zentrum di Dresda, il CNR-IOM e lo Jožef Stefan Institute di Lubiana.

La scoperta apre opportunità ancora del tutto inesplorate per il controllo della termodinamica e delle proprietà di trasporto dei materiali quantistici – in questo caso specifico, il disolfuro di tantalio. Lo studio ha dimostrato che l’inserimento di materiali in cavità ottiche (due specchi perfettamente allineati) che porta ad una modifica dell’ambiente elettromagnetico che li circonda può essere usato per controllare le proprietà dei materiali. Il gruppo di ricercatori ha dimostrato, infatti, che è possibile ottenere una transizione reversibile tra la fase isolante e la fase metallica regolando meccanicamente la posizione degli specchi che circondano il materiale.

“La possibilità di decidere della capacità conduttiva di un materiale, con un controllo touchless, potrebbe avere importanti ricadute nella sensoristica di precisione e nell’ambito della computazione quantistica, fornendo potenzialmente un’architettura per leggere e controllare lo stato di un materiale con la luce – spiega Daniele Fausti, professore associato di fisica della materia presso il dipartimento di fisica all’Università degli studi di Trieste e chair di fisica dello stato solido all’università di Erlangen. Abbiamo sviluppato delle ipotesi di ricerca per cui potrebbe essere possibile, attraverso la fisica delle cavità ottiche, controllare altre proprietà dei materiali come ad esempio la superconduttività. Ci sono addirittura delle ipotesi di ricerca per cui inserire materiali in cavità ottiche potrebbe essere il modo per renderli superconduttori a temperature sempre più vicine alla temperatura ambiente. Siamo davvero curiosi di indagare a fondo questa strada nei prossimi anni.”

Di grande interesse sia per la ricerca fisica fondamentale che per le applicazioni pratiche in settori quali l’elettronica, lo stoccaggio dell’energia e l’informatica quantistica, i materiali quantistici sono materiali speciali, all’interno dei quali l’interazione tra elettroni, vibrazioni ed eccitazioni magnetiche dà origine a proprietà anomale. Tra questi materiali, è possibile classificare: i superconduttori, che conducono elettricità senza dissipazioni; gli isolanti topologici, che possono essere contemporaneamente isolanti all’interno e conduttori in superficie; i materiali spin liquid, nei quali non si osserva un ordine magnetico fino a temperatura nulla. Questo lavoro dimostra che anche le caratteristiche del campo elettromagnetico che circonda il materiale possono avere un impatto importante sulle proprietà di questi materiali quantistici.

Il sistema quantistico studiato dai ricercatori è caratterizzato da una proprietà chiamata charge density wave. Mentre in un materiale convenzionale gli elettroni si distribuiscono uniformemente nello spazio, in un sistema charge density wave, gli elettroni si organizzano in aree eterogenee, alcune con densità di carica maggiore, altre con densità minore, determinando così un trasporto di corrente inconsueto. In particolare, nel sistema scelto per questo esperimento (1T-TaS2) la proprietà charge density wave comporta che a basse temperature il sistema sia isolante – poiché le modulazioni di densità di carica sono fisse nello spazio per interazione con il reticolo cristallino –, mentre al di sopra di una certa temperatura sia metallico.

“Se già sapevano che al di sotto di una certa temperatura il materiale diventa isolante, quel che abbiamo scoperto e dimostrato è la possibilità di modificare lo stato attraverso un movimento di specchi non in contatto con il materiale. Lo scenario che emerge dal nostro lavoro è analogo a quello dell’effetto Purcell che, scoperto nella prima metà del secolo scorso, viene considerato uno degli esperimenti fondanti della meccanica quantistica. Purcell e colleghi si erano resi conto nei primi anni ‘40 che mettendo atomi in cavità ottiche (tra due specchi) è possibile controllare a quale velocità questi dissipano energia per emissione di fotoni. I nostri esperimenti ci indicano che un meccanismo simile è rilevante nel nostro campione e che la modifica dello scambio di fotoni tra il materiale ed il mondo esterno, indotta dalla cavità, può influenzare profondamente la termodinamica di materiali di questo tipo”.

 

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Lezioni AIRCampus: al via il 25 ottobre

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UniTS entra a far parte di AIRCampus, il progetto dedicato agli studenti universitari per far conoscere ai ragazzi la realtà di AIRC e diffondere consapevolezza del problema “cancro”.

Nell’anno accademico 2023/24 l’ateneo organizza 8 lezioni su temi collegati all’attività della Fondazione e, allo stesso tempo, interessanti per gli studenti di vari corsi di studio.

Le lezioni sono suddivise in due semestri e saranno ospitate in Corsi di laurea con almeno 40 studenti. Ogni incontro dura circa 2 ore durante le quali prenderanno parola sia l’esperto AIRC (ricercatori, manager, esperti di nonprofit, testimonial), sia il docente UniTS.

Un’opportunità unica per gli studenti che potranno approfondire temi in linea con i piani di studio, ascoltando le testimonianze di professionisti con esempi concreti e un approccio alla materia multidisciplinare.

I corsi di laurea coinvolti in AIRCampus sono: Medicina e Chirurgia; Odontoiatria e Protesi Dentaria; Economia e gestione aziendale; Fisica; Genomica Funzionale; Scienze della Formazione Primaria; Scientific Computing e le Lauree Magistrali in Ingegneria biomedica e Ingegneria dei materiali.

Queste le prime quattro lezioni previste:

25 ottobre ore 15

Aula Venezian | Piazzale Europa 1, Trieste

Fake news scientifiche e libertà di manifestazione del pensiero

Con Michela Vuga, giornalista scientifica, Paolo Giangaspero UNITS, Gabriele Giacomini UNIUD, Magda Fanzutti UNITS

Ospita il docente Mauro Barberis - Studenti: Giurisprudenza/Filosofia del diritto

 

26 ottobre ore 13.30

Aula 1A | Via Alfonso Valerio 12/2, Trieste

Fisiologia e patologia del tumore al seno: da una visione macroscopica ai … microRNA

Con Marilena Iorio, ricercatrice AIRC

Ospita la docente Vanessa Nicolin - Studenti: Medicina e chirurgia e Odontoiatria/Anatomia umana

 

8 novembre ore 9

Aula T_A | Via Valerio 4/1, Trieste

Le sfide per comunicare scienza e salute sui social network: l’esperienza di Fondazione AIRC

Con Asia Moretti, digital content specialist AIRC

Ospita la docente Patrizia De Luca - Studenti: Economia e gestione aziendale/Marketing

 

27 novembre ore 11

Aula da definire

Viroterapia oncolitica come vaccinazione agnostica per il glioblastoma

Con Paolo Malatesta, ricercatore AIRC

Ospitano i docenti Tatiana Da Ros, Sabrina Pricl, Federico Berti, Stephanie Federico – Studenti: Farmacia, CTF, Chimica, Ingegneria biomedica, Ingegneria di processo e dei materiali/Chimica farmaceutica, Chimica bio-organica, Biologia molecolare

Calendario lezioni & eventi - AIRC Campus

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Il futuro della logistica in Italia: importante convegno sulla multimodalità all’Università di Trieste

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Il futuro della logistica in italia: Sostenibilità, efficienza e innovazione al centro dell'agenda del Freight Leaders Council

Importante convegno sulla multimodalità si è svolto il 19 ottobre all’Università di Trieste

Una logistica efficace e sostenibile è fondamentale per migliorare la competitività del sistema produttivo italiano, in cui le esportazioni rappresentano il 30% del PIL. Pertanto, diventa cruciale non solo recuperarne l'efficienza, ma farlo seguendo percorsi di sostenibilità e resilienza.

In questo contesto, il "Quaderno numero 31" dell’associazione Freight Leaders Council (FLC), “Multimodalità: più efficienza, meno costi, maggiore velocità di consegna”, presentato ieri pomeriggio nel corso del convegno che si è tenuto presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche del Linguaggio, dell’ Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, propone un approccio innovativo, basato sul concetto di "seamless freight transport system", che coinvolge tutte le componenti dell'ecosistema logistico, andando oltre il semplice trasporto di merci o il mezzo di trasporto. 

“L’esempio virtuoso del Porto di Trieste, già oggi primo porto ferroviario d’Italia e che mira a raggiungere entro pochi anni una capacità di 25.000 treni/anno, dimostra come l’intermodalità possa rappresentare un modello competitivo che può e deve essere replicato su scala nazionale – ha commentato Massimo Campailla, Professore di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’ Università di Trieste –. Inoltre il luogo comune secondo cui le maggiori resistenze al riequilibrio modale sarebbero da imputare alle imprese autotrasporto potrebbe rivelarsi infondato: la oramai cronica carenza di autisti e le difficili condizioni in cui spesso questi si trovano ad operare lasciano sperare che il trasporto stradale di merci possa trovare conveniente ricercare un punto di equilibrio sinergico con l’intermodalità ferro/gomma.”

Al convegno, aperto dai saluti del Direttore IUSLIT dell’Università di Trieste, Gian Paolo Dolso, hanno partecipato, oltre al prof. Massimo Campailla e a Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council: 

Alessandro Albertini, Presidente ANAMA - Zeno D’Agostino, Presidente ESPO - Sabrina De Filippis, AD Mercitalia Logistics - Armando de Girolamo, Presidente Assoferr - Alberto Milotti, Vice-Presidente Europlatform - Umberto Ruggerone, Presidente Assologistica - Nicola Zaccheo, Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).

Lo studio evidenzia che il trasporto su strada rappresenta l'87,8% del totale del trasporto merci terrestre in Italia, ma ciò comporta un significativo impatto ambientale. Per ridurre le emissioni di CO2 e affrontare questa sfida, sono necessari cambiamenti sostanziali. Le politiche europee di shift modale, promuovendo il trasferimento delle merci su ferrovia e mare, possono contribuire significativamente a questa trasformazione. Tuttavia, è essenziale riflettere sulla tempistica e l'efficacia delle politiche europee per la decarbonizzazione del settore, concentrandosi su azioni concrete come l'aumento della capacità delle infrastrutture esistenti e la promozione dell'intermodalità. Inoltre, migliorare l'integrazione tra le diverse modalità di trasporto, utilizzando strumenti informatici e di intelligenza artificiale, può contribuire al riequilibrio modale e alla riduzione delle emissioni di CO2. La sostenibilità ambientale è una priorità, promossa in Italia da incentivi come Marebonus e Ferrobonus, ma è necessario un approccio più focalizzato e migliorato per massimizzare i risultati positivi.

È possibile scaricare il Quaderno 31 all’indirizzo https://www.freightleaders.org/i-quaderni/

L’innovazione, la sostenibilità e l’efficienza nella logistica sono stati anche i temi al centro della visita, organizzata per i soci del Freight Leaders Council (FLC), al Porto di Trieste, all’Innovation Hub di BAT e all’Interporto di Trieste: questo svolge un ruolo chiave nella promozione della multimodalità e della sostenibilità della logistica nazionale e internazionale e funge da gateway per i flussi commerciali tra l'Europa centrale, l'Europa orientale e il Mediterraneo. La visita ha permesso di apprezzare da vicino le infrastrutture e le soluzioni logistiche innovative offerte dalla struttura.

Il convegno è stato organizzato da Freight Leaders Council e Università degli studi di Trieste, con la partecipazione di Trieste Trasporti SpA.

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Roman Vuerich, dottorando UniTS, vince premio Fondazione Eni

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Roman Vuerich, dottorando in biomedicina molecolare a UniTS, ha vinto un prestigioso premio di ricerca per l'innovazione nel campo delle malattie infettive.

Il Comitato per la Salute della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), istituto di ricerca internazionale leader nello studio dello sviluppo sostenibile e della governance globale, ha premiato il lavoro di Roman sulla salvaguardia della salute in relazione alle attività industriali nel settore energetico.

"La mia candidatura comprendeva diversi temi incentrati sulla sostenibilità ambientale, la salute, la prevenzione delle malattie e l'energia" spiega Roman, che è affiliato all'ICGEB e all'Università di Trieste, "mi sono candidato con il tema Next-generation air purification with K-air Laser: una tecnologia laser innovativa per la gestione delle malattie infettive emergenti e la salvaguardia dalle future pandemie".

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Premio Adolfo Parmaliana 2023 a Matteo Bisetto per la miglior tesi di dottorato

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Il Direttivo del Gruppo Interdivisionale di Catalisi (GIC) della Società Chimica Italiana (SCI) ha assegnato al dottor Matteo Bisetto il Premio Adolfo Parmaliana 2023 per la migliore tesi di dottorato (cicli XXXIV e XXXV) sulla tematica "Catalisi per lo sviluppo sostenibile". Il dr. Bisetto ha conseguito il dottorato di ricerca in Nanotecnologie sotto la supervisione dei professori Paolo Fornasiero e Tiziano Montini del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste.

La tesi è incentrata sullo sviluppo di catalizzatori nanostrutturati a base di nanoparticelle di ossido di rame, studiandone gli effetti della forma sulla riduzione elettrochimica dell’anidride carbonica. Di grande importanza è stata la collaborazione internazionale con il gruppo del professor A. Naldoni del RCPTM di Olomouc (Repubblica Ceca), dove Bisetto ha svolto un periodo di ricerca durante il dottorato.

Il Premio Adolfo Parmaliana sarà consegnato mercoledì 8 novembre 2023 durante l’evento “Catalisi: ieri, oggi e domani” a Venezia, dove Matteo Bisetto presenterà le parti più significative del suo lavoro di tesi.

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Tesi sulla tematica "Catalisi per lo sviluppo sostenibile"
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Robotica marina: i risultati del progetto MARBLE

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Il progetto “MARBLE – Maritime Robotics in Blue Economy” finanziato dall’Interreg Adrion e iniziato a gennaio 2023, si è concluso ponendo solide basi per la nascita del primo Joint Master sulla robotica marina nel settore della Blue Economy.

Coordinato dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste, MARBLE ha tra i suoi partner anche l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS. Il progetto ha permesso di realizzare uno scambio di best practices e mobilità tra i partner.

Da segnalare in particolare due workshop internazionali e multidisciplinari che hanno visto la partecipazione di più di 100 studenti appartenenti a 6 Paesi diversi. Il primo è la “Marble – Training week” svoltasi a maggio a Trieste e “Marble Hackaton” in Bosnia Erzegovina.  La squadra composta dai due studenti triestini del Master di II livello in Robotica, Davide Vidmar e Ionut Alexandru Pascariu, è risultata finalista.

L’ambiziosa sfida proposta dai ragazzi riguardava la realizzazione di un classificatore binario attraverso l’utilizzo di tecniche di computer vision e AI, al fine di individuare la presenza di larve di ostriche all'interno di un campione d'acqua e ricavarne al contempo il numero di esemplari. L’acquisizione di tali dati permette di valutare la miglior posizione per il posizionamento di alcune strutture sottomarine in grado di ospitare le larve nella loro fase di metamorfosi da plancton a conchiglie.

Il progetto sarà presentato nell’ambito delle iniziative collegate al progetto PNRR ecosistema dell’innovazione INEST.

I risultati del loro ambizioso progetto sono stati presentati al workshop finale di MARBLE “Breaking the Surface (BtS)”, appena concluso a Kumbor (Montenegro).

I partner del progetto, che vede come lead partner la Facoltà di Ingegneria Elettrica e Informatica dell'Università di Zagabria, si sono riuniti a Kumbor per discutere dei risultati e dei futuri sviluppi di MARBLE.

La città di Trieste è stata rappresentata dall’Università degli Studi di Trieste con la partecipazione della prof.ssa Maria Cristina Pedicchio, dall'OGS, grazie all'intervento di Miro Gagic sulle proprietà oceanografiche e circolazione nel Mar Adriatico e dal Maritime Technology Cluster FVG. Presenti anche gli altri partner: Digital innovation hub (DIH) Agrifood Croatia, National Technical University di Atene, l'Università del Montenegro e la Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Sarajevo.

 

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Il San Giusto d'oro 2023 a UniTS

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Il San Giusto d’oro 2023 va all’Università degli studi di Trieste. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg che organizza il premio – nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 57.a edizione – con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste.

“In questi tempi bui tragicamente segnati da quella che Papa Francesco ha chiamato ‘la terza guerra mondiale a pezzi’ - spiega Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg -, siamo sempre più convinti che l’unica speranza di futuro, di progresso, di pacifica convivenza fra i popoli possa venire dalla conoscenza, dalla cultura, dallo studio. Per questo il sindacato regionale dei giornalisti ha deciso di assegnare il premio all’ateneo triestino, nell’anno accademico del suo centenario, che cadrà nel 2024. Il forte aumento degli iscritti di quest’anno, la crescita di studenti stranieri, l’ampliamento costante dell’offerta didattica e i bilanci sani sono il segno di una realtà sana e in costante sviluppo”.

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Studiosi in zone di conflitto: UniTS protagonista con la Rete SAR

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L’Università di Trieste ha ospitato nei giorni scorsi la riunione del Direttivo e l’Assemblea Generale della Rete SAR Italia. La Rete internazionale Scholars at Risk (SAR), che riunisce Università di tutto il mondo, ha lo scopo di tutelare i diritti fondamentali di studenti e studiosi “a rischio”, di garantirne la partecipazione alla vita universitaria, di promuovere la libertà accademica e di proteggerli in Paesi dove la loro attività è severamente compromessa.

L'Università di Trieste ha contribuito fortemente alla creazione della sezione italiana di SAR ed ha curato i contenuti e la stesura finale del Vademecum sull’Accoglienza, strumento rivolto alle Università italiane per fornire le indicazioni di base legate all’arrivo degli studiosi a rischio, sia in termini di opportunità internazionali, di procedure amministrative per ottenere visti, permessi di soggiorno e assicurazioni, sia per l’attività di mentoring, strategica per l’integrazione degli studiosi nelle comunità accademiche.

Il passaggio di consegne dal precedente Direttivo, rimasto in carica 4 anni e del quale l’Università di Trieste è stata componente attivo, si è svolto nella sede del Dipartimento di Studi Umanistici di UniTS. L’ultimo atto del Direttivo uscente è stato l’attivazione di un ciclo di quattro seminari rivolto a tutte le Università italiane che si svolgerà tra novembre e dicembre di quest’anno. Si tratta di un percorso di formazione online per diffondere nella comunità universitaria del nostro Paese la conoscenza delle attività e delle strategie di SAR a partire dal Vademecum sull’Accoglienza. Saranno inoltre fornite indicazioni di carattere normativo, organizzativo e di mentoring e sarà promossa l’applicazione delle metodologie e delle procedure più adatte per l’attuazione concreta dell’accoglienza. Agli incontri sui temi che riguardano “La libertà accademica e la protezione di studiosi/e a rischio”, “Mobilità e Procedure di visto in situazioni emergenziali”, “Transizione e Riconoscimento dei titoli di studio” e di “Mentoring e Inclusione” si sono iscritte oltre 500 persone da 40 atenei e dal CNR.

L’Università di Trieste, con referenti la Prof.ssa Roberta Altin e la dott.ssa Carla Savastano, ha avuto un ruolo centrale nella costruzione dei contenuti del percorso, nell’individuazione dei relatori, nella stesura del programma in stretta collaborazione con le Università di Verona e Trento.

Alcuni dati.

Le recenti crisi in Afghanistan e Ucraina hanno portato a un significativo aumento della presenza di studiosi a rischio nelle Università italiane. Tra gennaio 2021 e dicembre 2022 (ultimi dati disponibili) sono state attivate circa 92 posizioni temporanee in 16 Università italiane, in favore di studiosi provenienti da 9 Paesi.

I dati 2021/2022 sugli studiosi a rischio indicano che tramite la rete SAR sono stati ospitati negli Atenei italiani 54 ucraini, 15 afghani, 10 russi, 5 turchi, 3 yemeniti, 2 siriani, 1 etiope, 1 bielorusso, 1 iraniano.

Grazie alla sua partecipazione alla rete SAR, nel periodo 2021/22 l’Università di Trieste ha ospitato una studiosa turca, che ha potuto continuare la sua attività di ricerca sulle migrazioni transnazionali e sugli studi sulle aree di confine conducendo un lavoro di indagine anche nel nostro territorio di confine attraversato dalla rotta balcanica.

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Missione spaziale Euclid: ecco le prime 5 foto a colori del cosmo

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La missione spaziale Euclid di ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha rivelato le sue prime immagini a colori del cosmo. Mai prima d'ora un telescopio è stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una porzione di cielo così ampia e di guardare così lontano nell'Universo. Le cinque immagini illustrano il pieno potenziale di Euclid e dimostrano che il telescopio è pronto a creare la più estesa mappa 3D dell'Universo mai realizzata.

Ciò che rende speciale la visione di Euclid del cosmo è la sua capacità di creare immagini visibili e a infrarossi straordinariamente nitide su un'enorme porzione di cielo in un solo “scatto”.

L’Università degli Studi di Trieste ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici che sono il cuore della missione Euclid: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP).

“Le spettacolari immagini inviate dimostrano le altissime prestazioni degli strumenti di Euclid", commenta Anna Gregorio di UniTS, coordinatore degli strumenti. "Euclid è attualmente in fase di calibrazione, necessaria per ottimizzare tutti i parametri della missione e renderla pronta ai sei anni di osservazioni previsti”. 

Euclid ha un compito difficile: indagare su come la materia e l'energia oscura abbiano reso il nostro Universo come appare oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità "oscure": non sappiamo ancora cosa siano di preciso perché la loro presenza causa solo cambiamenti molto sottili nell'aspetto e nei movimenti delle cose visibili.

Per rivelare la loro influenza sull'Universo visibile, nei prossimi sei anni Euclid osserverà le forme, le distanze e i moti di miliardi di galassie fino a 10 miliardi di anni luce. In questo modo creerà la più grande mappa cosmica in 3D mai realizzata.

Euclid è una delle missioni più ambiziose mai realizzate da ESA e vede coinvolte numerose realtà scientifiche locali, italiane e internazionali. L’Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Trieste (INAF-OATs), la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e l’Università degli Studi di Trieste sono fortemente coinvolti nella missione: sono infatti protagonisti sia per lo sviluppo degli algoritmi di analisi, sia nell’interpretazione dei dati, oltre ad avere la responsabilità delle operazioni degli strumenti a bordo del satellite.

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UniTS ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP)
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