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Missione spaziale Euclid: ecco le prime 5 foto a colori del cosmo

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La missione spaziale Euclid di ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha rivelato le sue prime immagini a colori del cosmo. Mai prima d'ora un telescopio è stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una porzione di cielo così ampia e di guardare così lontano nell'Universo. Le cinque immagini illustrano il pieno potenziale di Euclid e dimostrano che il telescopio è pronto a creare la più estesa mappa 3D dell'Universo mai realizzata.

Ciò che rende speciale la visione di Euclid del cosmo è la sua capacità di creare immagini visibili e a infrarossi straordinariamente nitide su un'enorme porzione di cielo in un solo “scatto”.

L’Università degli Studi di Trieste ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici che sono il cuore della missione Euclid: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP).

“Le spettacolari immagini inviate dimostrano le altissime prestazioni degli strumenti di Euclid", commenta Anna Gregorio di UniTS, coordinatore degli strumenti. "Euclid è attualmente in fase di calibrazione, necessaria per ottimizzare tutti i parametri della missione e renderla pronta ai sei anni di osservazioni previsti”. 

Euclid ha un compito difficile: indagare su come la materia e l'energia oscura abbiano reso il nostro Universo come appare oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità "oscure": non sappiamo ancora cosa siano di preciso perché la loro presenza causa solo cambiamenti molto sottili nell'aspetto e nei movimenti delle cose visibili.

Per rivelare la loro influenza sull'Universo visibile, nei prossimi sei anni Euclid osserverà le forme, le distanze e i moti di miliardi di galassie fino a 10 miliardi di anni luce. In questo modo creerà la più grande mappa cosmica in 3D mai realizzata.

Euclid è una delle missioni più ambiziose mai realizzate da ESA e vede coinvolte numerose realtà scientifiche locali, italiane e internazionali. L’Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Trieste (INAF-OATs), la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e l’Università degli Studi di Trieste sono fortemente coinvolti nella missione: sono infatti protagonisti sia per lo sviluppo degli algoritmi di analisi, sia nell’interpretazione dei dati, oltre ad avere la responsabilità delle operazioni degli strumenti a bordo del satellite.

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UniTS ha la responsabilità delle operazioni che coinvolgono i due strumenti scientifici: il VISible Instrument (VIS) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (NISP)
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Paleoclima: studio UniTS conferma le Alpi "hot spot" dei cambiamenti climatici

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Paleoclima: uno studio dell’Università di Trieste sull’ultima glaciazione conferma le Alpi hot-spot dei cambiamenti climatici

Uno studio condotto dall’Università degli studi di Trieste e pubblicato sulla rivista Climate of the Past apre nuove prospettive sull’uso dei modelli climatici

Il riscaldamento globale sulle Alpi procede a velocità quasi doppia rispetto alla media globale: un processo dalle conseguenze molto impattanti che trova un precedente in senso opposto nell’ultima glaciazione.

Lo studio condotto dall’Università degli studi di Trieste appena pubblicato sulla rivista internazionale Climate of the Past” dal titolo “Atmosphere–cryosphere interactions during the last phase of the Last Glacial Maximum in the European Alps” ha stimato come tra 26mila e 21mila anni fa il clima delle Alpi abbia registrato valori di raffreddamento quasi doppi rispetto alla scala globale. L’equazione utilizzata per ricostruire il paleoclima – ossia, il clima di periodi geologici e storici precedenti lo sviluppo degli strumenti di misura delle componenti climatiche e del tempo atmosferico – in questa zona funziona anche in direzione opposta e offre utili indicazioni rispetto al futuro.

Condotto da Costanza Del Gobbo, titolare del corso "Global and Regional Climate Change" all’Università degli studi di Trieste e assegnista di ricerca all’Istituto di Scienze Polari del CNR, lo studio ha richiesto 4 anni di lavoro, è stato finanziato dall’International Centre for Theoretical Physics ed è stato supervisionato dal Premio Nobel Filippo Giorgi (ICTP), da Renato R. Colucci, ricercatore all’ISP-CNR e docente di Glaciologia all’Università degli studi di Trieste e da Giovanni Monegato, ricercatore all'Istituto di Geoscienze del CNR.  

Durante l'Ultimo Massimo Glaciale (LGM) avvenuto sulle Alpi tra 26mila e 21mila anni fa, i ghiacciai si spinsero nelle pianure pedemontane e sono ancora oggi identificabili grazie alle grandi morene frontali ben conservate, ad esempio quelle del Tagliamento a Nord di Udine, del Garda a nord di Verona o nel comprensorio Ivrea-Verbano in Piemonte.  

I ghiacciai sono fortemente controllati dalla temperatura e dalle precipitazioni e quindi sono eccellenti indicatori del cambiamento climatico. In questo lavoro è stato utilizzato un modello climatico regionale (RCM) sviluppato dall’ICTP innestato nel modello paleoclimatico del Max Planck Institute (Germania), che ha permesso di studiare alcuni dei processi fisici che hanno sostenuto i ghiacciai alpini 21mila anni fa.  

In particolare, il lavoro ha potuto ricostruire la linea di equilibrio glaciale (ELA) durante l'LGM, confrontandola con quella dei livelli preindustriali, ossia all’inizio del 1800.  

I risultati di questo lavoro sono riusciti, per la prima volta, a trovare ottima coerenza con le evidenze geomorfologiche e geologiche sul terreno, dove invece i modelli precedenti avevano grossi errori in diversi settori alpini a causa di errate stime legate alle precipitazioni.   

I risultati mostrano come il clima delle Alpi fosse mediamente 6.8°C più freddo rispetto ai livelli preindustriali (quindi circa 9°C più freddo rispetto ad oggi) e in particolare nei settori orientali. Le precipitazioni annuali erano più scarse di circa il 15%.

La stagione a subire le variazioni più significative fu l’estate con una diminuzione di 7.3°C rispetto ai livelli preindustriali, ossia quasi 10°C in meno rispetto alle estati attuali. Queste condizioni permettevano ricorrenti nevicate attorno ai 1000 metri di quota in piena estate, e a volte anche a quote inferiori, mentre le pianure del Nord Italia erano coperte di neve da novembre a maggio.

La distribuzione delle precipitazioni era molto diversa rispetto ad oggi, con l’estate come stagione più piovosa (in particolare sul settore alpino settentrionale), mentre l’inverno era verosimilmente molto freddo e secco a causa dell’influenza di una vasta area di alta pressione estesa dalla Scandinavia, dove aveva sede una calotta glaciale simile a quella della Groenlandia attuale, alla Siberia. Solo sul settore meridionale delle Alpi le precipitazioni erano frequenti anche nel corso dell’inverno, prevalentemente a carattere nevoso fino in pianura. 

Questo studio ha aperto nuove prospettive sull'uso dei modelli climatici regionali per lo studio dei climi passati, in quanto tali modelli possono offrire un dettaglio spaziale che ci permette di capire meglio gli indicatori climatici rilevati sul campo soprattutto in aree, come quella Alpina, caratterizzate da morfologie molto complesse.

 

Nell'mmagine in alto a destra, i Ghiacciai dell'Engadina in Svizzera che richiamano il paesaggio che avevano tutte le Alpi al picco dell'ultimo massimo glaciale quando le lingue glaciali più avanzate si spingevano fino sulle aree pedemontane di pianura (Foto Renato R. Colucci).

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Studio pubblicato sulla rivista "Climate of the Past"
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UniTS a Palermo per Destinazione Public Engagement #5

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L’Università di Trieste ha partecipato il 9 e 10 novembre ai lavori di “Destinazione Public Engagement #5”, l’evento annuale dell’Associazione Rete degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement – APEnet che si è svolto presso l'ateneo di Palermo.

La due giorni è stata dedicata all’analisi, al monitoraggio, alla valorizzazione e all’implementazione di progetti e attività per il coinvolgimento della società nel mondo della ricerca.

UniTS figura tra i soci fondatori di APEnet e collabora attivamente ai gruppi di lavoro coordinati dall’Associazione che periodicamente si riunisce per ridefinire e attualizzare il vasto tema del Public Engagement, alla ricerca di nuove strategie per produrre benessere collettivo attraverso didattica e ricerca.

L'evento, organizzato da APEnet in collaborazione con l’Università di Palermo, ha rappresentato l'occasione per condividere esperienze e buone pratiche attivate su tutto il territorio nazionale. La rapida evoluzione del modello e degli approcci del Public Engagement, i contesti organizzativi e di diffusione, gli strumenti di monitoraggio e i percorsi di formazione sono alcuni dei temi discussi nella tappa siciliana, a partire da quanto già avviato da APEnet in questi anni e con lo sguardo rivolto al futuro.

Sulla scia delle esperienze maturate nel contesto internazionale, anche in Italia il mondo della ricerca si sta configurando sempre più come incubatore di progetti di co-creazione e diffusione dei risultati. In questo contesto il ruolo di APEnet è quello di una rete capace di misurarsi con l’eterogeneità delle iniziative di Public Engagement, delineandone la definizione e i contorni, per misurare i benefici di questa attività per la società e per il mondo della ricerca.

Nata nel 2018, la Rete APEnet si è da subito proposta come spazio di confronto, studio e progettazione in collaborazione con i diversi attori nazionali e internazionali del sistema ricerca e delle istituzioni scientifiche in Italia.

Nell’Aprile del 2022 si è trasformata in Associazione grazie al contributo di 41 Soci fondatori tra Università, Politecnici, Scuole Superiori ed Enti di Ricerca con l’obiettivo di consolidare il ruolo che Atenei ed Enti di Ricerca rivestono nel definire e dare forma concreta al Public Engagement come insieme di valori e azioni istituzionali diretti a generare crescita sociale, culturale ed economica. La rete oggi è costituita da 49 Soci.

La registrazione dell'evento è disponibile sul canale youtube dell’associazione APEnet.

 

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L’Università di Trieste all'evento annuale dell’Associazione “Rete degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement – APEnet” dedicato al legame tra scienza, ricerca e società
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Inaugurato il Baby Pit Stop UNICEF nella sede UniTs di Androna Campo Marzio

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Nella sede di Androna Campo Marzio dell’Università di Trieste è stato inaugurato Baby Pit Stop UNICEF, il primo spazio di ateneo attento alle esigenze degli ospiti più piccoli e dei loro genitori.

UniTs ha voluto così aderire al progetto UNICEF che promuove l’allattamento in spazi pubblici. Nel concretizzare l’iniziativa, l’Ateneo ha trovato un prezioso supporto nel Soroptimist International, che sostiene  il progetto UNICEF “Baby Pit Stop”

Attraverso l’allestimento di un angolo dedicato, l’Università di Trieste vuole contribuire alla conciliazione dei tempi di vita e di studio della comunità studentesca e universitaria e offrire un servizio utile a tutti colori che frequentano i suoi spazi in occasione di conferenze, mostre, seminari e sessioni di laurea. 

L’iniziativa nasce da una proposta di Gina Chianese, docente di Pedagogia al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo e di Ilaria Garofolo, Collaboratore del Rettore per l’area Edilizia ed Energia. Il Soroptimist ha contribuito con la fornitura degli arredi. 

L’Università di Trieste allestirà spazi analoghi anche in altre sedi per estendere l’opportunità ad un pubblico più vasto e continuare la collaborazione con UNICEF.

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Con il prezioso supporto nel Soroptimist International
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UniTS aderisce alla Giornata Mondiale del Diabete

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L’Università di Trieste partecipa alla Giornata Mondiale del Diabete, che si celebra il 14 novembre nell’anniversario della nascita di Frederick Banting, lo scienziato al quale viene attribuita la scoperta dell’insulina con l’aiuto di Charles Best.

Il tema della giornata mondiale 2023 è “Accedere alle cure per il diabete”: la campagna si focalizza sulla prevenzione del diabete di tipo 2 con lo slogan “Know your risk, know your response”.

Con una prevalenza in continua crescita, il diabete viene identificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) quale priorità globale per tutti i sistemi sanitari. Secondo gli ultimi dati dell'International Diabetes Federation (IDF), più di mezzo miliardo di persone convive con il diabete nel mondo.

In Italia sono quasi 5 milioni, invece, le persone affette da questa patologia e circa un milione non sa di soffrirne; 4 milioni sono coloro che presentano un alto rischio di sviluppare il diabete; 75mila sono i decessi ogni anno causati direttamente dalla malattia o come comorbidità.

La Giornata Mondiale del Diabete rappresenta un importante momento di sensibilizzazione nei confronti di questa patologia, dei suoi fattori di rischio e di come prevenirla.

UniTS intende manifestare il suo impegno nella ricerca, nella formazione e nella pratica clinica volta a migliorare i percorsi di accesso alle cure per tutti i pazienti, in modo che gli sviluppi scientifici e tecnologici siano sempre accessibili a tutti i cittadini. 

«Oggi, grazie alla ricerca scientifica – sostiene Riccardo Candido, professore associato di Endocrinologia all’Università di Trieste - disponiamo di un numero sempre maggiore di farmaci non solo iniettivi ma anche orali e tecnologie che ci permetteranno di migliorare la cura e la gestione della malattia con l'obiettivo primario di prevenire le complicanze, migliorare la qualità di vita delle persone con diabete e ridurre i costi».

Il professor Candido, che è anche responsabile della S.S. di Diabetologia di ASUGI, proprio in questi giorni è stato eletto Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD): «È per me un onore rappresentare l’Università di Trieste nel panorama della diabetologia italiana. Nel corso del biennio di presidenza intendo investire sulla crescita societaria e su quattro direttrici fondamentali: condivisione, cronicità, continuità e comunicazione.

Sarà fondamentale sviluppare – afferma il docente del DSM - nuove sinergie con i diversi attori che gravitano attorno al mondo delle malattie croniche come diabete, obesità, malattie cardiovascolari e renali: le Istituzioni, la politica, i media e le associazioni di pazienti, per essere promotori del cambiamento e dell’efficientamento del modello organizzativo del diabete sul territorio».

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, per testimoniare il suo impegno al fianco di ricercatori, medici e pazienti, UniTS illuminerà di blu la facciata dell'edificio A di Piazzale Europa nella serata di martedì 14 novembre.

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Riccardo Candido, docente di Endocrinologia e Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi, commenta le prospettive di ricerca e assistenziali nei confronti della patologia
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Inaugurata la mostra #SBLAD - Shine Bright Like A Diamond

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La mostra #SBLAD – Shine Bright Like A Diamond, Residenze d’artista è visitabile a ingresso libero (giorni feriali, orario 9-18) dal 15 novembre 2023 e per tutto il 2024 nell’edificio principale dell’Università degli Studi di Trieste in Piazzale Europa 1.

Dieci opere di artisti della scena contemporanea sono installate nelle “stanze d’artista” allestite sui diversi livelli degli scaloni dell’edificio centrale, luogo simbolico e di grande impatto visivo e comunicativo. Un’iniziativa unica nel panorama universitario italiano organizzata per celebrare il Centenario di UniTS.

Il titolo, citazione di una famosa canzone, è un gioco di parole che volutamente rimanda a Ricorda e splendi, il catalogo generale dell’intero corpus di opere artistiche dell’Ateneo che sarà arricchito con le nuove realizzazioni.

Diverse le tecniche utilizzate, in particolare l’installazione, ma anche il disegno, il sound design, la scultura, la fotografia e la pittura.

Obiettivo dell’iniziativa è raccontare attraverso lo sguardo dell’artista la ricchezza e la complessità di ogni disciplina accademica, l’unicità e la poliedricità dell’essere umano.

Per contaminare la propria personale poetica, gli artisti in residenza hanno avuto modo di vivere a stretto contatto con gli studenti, i docenti e i ricercatori dell’Università: ciascuno di loro è stato infatti ospitato da uno dei dieci Dipartimenti da cui ha tratto ispirazione per realizzare un’opera artistica originale.

Gli artisti protagonisti dell’esposizione sono Umberto Chiodi, Antonio Della Marina e Alessandra Zucchi, Giulia Iacolutti, Nicola Martini, Ryts Monet, Ruben Montini, Michele Seffino, Michele Spanghero, Aryan Ozmaei, Alba Zari. Curatrice Eva Comuzzi, storica dell’arte contemporanea e docente, specializzata nelle produzioni delle giovani generazioni di artisti.

La presenza degli artisti nel nostro ateneo ha piantato semi creativi che sono certo germoglieranno per lungo tempo sia nei nostri dipartimenti che negli ambienti artistici coinvolti - ha sottolineato il rettore Roberto Di Lenardacon questa mostra, lasciando totale libertà creativa agli artisti, vogliamo solleticare la capacità critica e stimolare riflessioni anche forti sull’attualità e sul legame tra arte e scienza. La visita a questa mostra sarà una tappa molto attrattiva per chi arriva a Trieste e vuole scoprire una realtà vivace e in continua evoluzione”.

La mostra #SBLAD è il prodotto di un processo che si è sviluppato e nutrito nel corso delle giornate che gli artisti hanno trascorso a UniTS – ha spiegato la curatrice Eva Comuzzila loro personale ricerca artistica è stata deviata, modificata e arricchita dagli stimoli nati dalla contaminazione tra il mondo universitario e gli stessi artisti anche grazie alla possibilità di interagire con macchinari scientifici e metodologie di lavoro e punti di vista inediti. La collaborazione avviata non si concluderà qui ma si svilupperà in nuovi progetti di ricerca”.

Il progetto #SBLAD – Shine Bright Like A Diamond è stato realizzato da Università degli Studi di Trieste – Sistema Museale di Ateneo (smaTs) con la collaborazione di ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale e ARDiS – Agenzia Regionale per il diritto allo studio Friuli-Venezia Giulia.

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La CRUI condanna ogni forma di guerra

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Un minuto di silenzio per le vittime di tutti i conflitti all’inizio delle riunioni degli organi accademici

I rettori della CRUI, nell’assemblea del 19 ottobre scorso, hanno condiviso le iniziative che le singole Università hanno deciso di avviare in occasione dello scoppio del conflitto in Medio Oriente. Le Università aderenti alla CRUI, a fronte dell'attuale tragica recrudescenza degli scontri sentono il dovere di rivolgere un caloroso messaggio di rassicurazione e vicinanza agli studenti provenienti dalle zone di guerra presenti nelle Università italiane nonché viva e trepidante solidarietà agli studenti, ai colleghi docenti e al personale tecnico e amministrativo, tutti, coinvolti nelle aree di crisi.

Le Università sottolineano inoltre come esse siano, per la loro stessa natura, luogo di incontro e dialogo fra le culture nonché di sviluppo di pensiero critico e razionale, strumenti ai quali guardare per ogni costruzione di pace. Nel teatro mediorientale ed in tutti i luoghi, purtroppo numerosi, in cui si vive il dramma della guerra.

Al fine di dare sostanza a questa idea la CRUI e le Università, che il 27 ottobre scorso hanno esposto sui propri siti la bandiera della pace a lutto, per tutto il mese di novembre osserveranno un minuto di silenzio per le vittime di tutti i conflitti all’inizio delle riunioni degli organi accademici.

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Un minuto di silenzio per le vittime di tutti i conflitti all’inizio delle riunioni degli organi accademici
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Presentato il progetto "Abitare HUB" in Stazione Rogers

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Si è svolta in Stazione Rogers, martedì 14 novembre scorso, la conferenza stampa di presentazione del progetto  "Abitare HUB", con l'architetto Giovanni Fraziano, e preview con l'attrice Sara Alzetta.

ABITARE HUB, nel solco del dialogo tra discipline da tempo tracciato da Stazione Rogers, è una rassegna articolata in 7 stanze (Hall, Living, Kitchen, Bath, Library, Bedroom, Study) corrispondenti a 7 ambiti tematici quali Salute, Architettura, Ambiente, Benessere psicofisico, Intelligenza Artificiale e Cosmo, che, costituenti l’HUB, ospitano sette eventi di alto profilo scientifico/tecnologico. Oltre a Stazione Rogers, luogo di accoglienza e motore di tutti gli eventi, la dislocazione di questi include ICTP e SISSA a Trieste, le aree archeologiche di Aquileia; il Polo Universitario dell’Ateneo triestino a Gorizia, il Center Noordung di Vitanje in Slovenia, il Polo Alto Adriatico di Pordenone in phygital. L’interazione con i luoghi trova compendio in una serie di “promenades architecturales” guidate da studiosi ed esperti, animata da artisti, attori e musici.

Il progetto è promosso e organizzato da associazione Stazione E.N. Rogers, con la direzione scientifica di Giovanni Fraziano, ed è realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

LE STANZE:

1. Hall, Stanza del Tempo: FORMAZIONE Ingresso: tra dentro e fuori, vecchie e nuove convenzioni, nuove umanità, ingegni e visioni, Performance Da Rogers a Rogers. Una “visita guidata” a Stazione Rogers lungo le tappe del suo passato ancora attivo e di un futuro possibile. Replica alla SISSA, Trieste.

2. Living, stanza dell’architettura: ABITARE Soggiorno: spazio confortevole e di conforto, privato e sociale. Dialoghi sulla casa e sull’abitare. Dalle letture delle "Sentenze sulla casa" di John Heiduk alla conversazione su Adof Loos, al tavolo tematico: La casa e la terra, la terra come casa. Spunti per un dialogo aperto tra architetti, geologi, geografi e filosofi per una nuova filosofia dell’abitare. Trieste.

3. Kitchen, stanza dell’arte: ALIMENTO: chimica, estetica e arte culinaria. Performance culinaria a Stazione Rogers e nella Domus ad Aquileia. Arte e cucina, cucina come arte: gli alimenti e la chimica dei sapori. Il gusto estetico della consumazione e la vertigine della presentazione degli alimenti. Stazione Rogers Trieste e Aquileia.

4. Bath, Stanza del Corpo: Tavolo tematico SALUTE Corporalità e Astrazione: il corpo, la sua osservazione/rappresentazione la sua conoscenza intima e appartata, al centro di una stanza dove il corpo è quello che ognuno è. Stazione Rogers, Trieste

5. Bedroom, Stanza dei sogni e dei sentimenti: Tavolo tematico BENESSERE PSICOFISICO: Il letto come luogo di esplorazione del corpo della medicina, e di confinamento della psiche soffe-rente della psichiatria. Quando l’io viene alla mente: i sentimenti, il sentire, il percepire, oltre il dato sensibile. Gorizia

6. Library, Stanza del cosmo e dell’invisibile: Tavolo tematico COSMO: A partire dalle descrizioni del visionario K. Ciolkovskij, scrittore di fantascienza e di Vernadskij, primo ambientalista dell’umanità, un progetto olistico di considerazione dello spazio cosmico culturale. Una teorizzazione ante-litteram del multiverso. Vitanje, Slovenia;

Orizzonti quantici: gli universi misconosciuti dello spazio quantico, ICTP, Grignano, Trieste

7. Study, Stanza del futuro: Tavolo tematico DIGITALE Pensiero, Ricerca, Filosofia, AI. Dal post umano al sogno ciborg. A confronto su temi che viaggiano veloci nell’immaterialità del digitale. Due giornate: Dialoghi Ai e Maratona AI. Stazione Rogers, Trieste in collegamento con Pordenone e Milano.

“Promenades Architecturales”

Le passeggiate di didattica architettonica fanno da compendio alla rassegna, al fine di valorizzare i diversi luoghi nei quali saranno ospitati i 7 eventi di ABITARE HUB, attraverso letture architettoniche e paesaggistiche riferite alla storia dei luoghi e del territorio, all’interpretazione delle progettualità e degli attori che ne hanno determinato la trasformazione. Figure come Edo Ravnikar, Voithe Ravnikar, Antonio Lasciac, Max Fabiani, Antonio Guacci, Roberto Costa per citarne alcune.

 

PROSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA - Novembre - Dicembre 2023:

 

Venerdì 17 Novembre, Stazione Rogers, ore 18:

LIVING stanza dell’architettura: SENTENZE SULLA CASA

Giovanni Fraziano, con letture da John Hejduk di Adriano Giraldi e Margherita De Michiel

Mercoledì 6 Dicembre, Stazione Rogers, ore 18:

HALL stanza del tempo: METAFISICA DI UNA POMPA DI BENZINA

Sara Alzetta, Mario Sillani Djerrahian, Emanuele Laterza

Venerdì 15 Dicembre, Stazione Rogers, dalle ore 19 alle 22:

KITCHEN, stanza dell’arte: ARTE E CUCINA, LA CUCINA COME ARTE

Graziella Bloccari, Laura Forcessini, Maria Masau Dan

 

Progetto in partenariato con:

Università degli Studi di Trieste

SISSA Scuola Internazionale Studi Avanzati, Trieste

ICTP International Center for Theoretical Physics, Trieste

Polo Tecnologico Alto Adriatico, Pordenone

Center of Space Technologies Herman Potocnik Noordung, Vitanje, Slovenia

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Con la direzione scientifica di Giovanni Fraziano
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Antartide: UniTs in missione scientifica

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Antartide: una missione scientifica nei ghiacci antartici per comprendere il nostro futuro sulla Terra 

Un team di ricercatori e tecnici di perforazione il 16 novembre 2023 partirà da Christchurch (NZ) alla volta dell’Antartide per dare il via al progetto internazionale denominato SWAIS2C ("Sensitivity of the West Antarctic Ice Sheet to Two Degrees of Warming"; in italiano: "Sensibilità della Calotta Antartica Occidentale al Riscaldamento di Due gradi"), che è mirato a determinare se la piattaforma di ghiaccio di Ross e la Calotta Antartica Occidentale, cosiddetta WAIS, si fonderanno in seguito al previsto aumento della temperatura media globale e pari a +2°C, rispetto a quella dell'era preindustriale.

Per raggiungere questo obiettivo verranno effettuate perforazioni fino a circa 200 m al di sotto del fondale marino per recuperare delle carote di sedimenti che conservano tracce dei cambiamenti ambientali in cui si sono formate, con la speranza che possano fornire informazioni sulla storia dell’Antartide Occidentale e sul futuro del nostro pianeta. Le operazioni sul campo in Antartide inizieranno a novembre 2023 presso il ghiacciaio Kamb e proseguiranno per tutto il 2024. 

Per l'Italia, l'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) svolge un ruolo significativo e di leadership nel progetto SWAIS2C, operando come "Contributing Party". Nel progetto partecipano anche ricercatori di diverse università ed enti di ricerca italiani, tra cui OGSUniversità degli Studi di Trieste (Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze - prof.ssa Ester Colizza).

L'unità UNITS parteciperà all'apertura delle carote, e alla loro descrizione, che sarà fatta all'Università di Otago (Dunedin - Nuova Zelanda), e sui campioni assegnati eseguirà le analisi granulometriche per ottenere informazioni sull'intensità delle correnti di fondo nel passato, e collaborerà con altri partner italiani e stranieri per definire le facies sedimentarie.

Sito web del progetto SWAIS2C  

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)  

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Team di ricercatori partirà il 16 novembre da Christchurch (NZ) per il progetto internazionale SWAIS2C
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Rinnovato il Conference Center del polo di Gorizia

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Il Conference Center del polo universitario UniTS di Gorizia è stato profondamente rinnovato, al termine di una complessiva rifunzionalizzazione che ha consentito l’aggiornamento tecnologico della sala conferenze e la riqualificazione di spazi da destinare alla didattica e ai servizi agli studenti.

La sala da 250 posti del Conference Center può ora contare su strumentazioni di ultima generazione che la rendono adatta a ospitare eventi e convegni di rilevanza nazionale.

È stato installato un nuovo proiettore da 10.000 ANSI Lumen che trasmette immagini su un maxischermo a scomparsa da oltre 4 metri di larghezza, posizionato sopra l’ampio tavolo dei relatori. Quanto proiettato viene replicato su un monitor da 65 pollici, posizionato su un supporto a terra reclinato, consente ai relatori di visualizzare quanto proiettato.

L’impianto audio prevede una coppia di casse installate ai lati del maxischermo che, grazie anche all’ottima acustica della sala, garantisce una diffusione uniforme del suono. Per l’amplificazione della voce sono presenti 4 microfoni da tavolo, 2 radiomicrofoni portatili “a gelato” e 2 radiomicrofoni ad archetto.

Il tavolo dei relatori, che può ospitare fino a otto persone, dispone dell’impianto per collegamenti in videoconferenza e di una tavoletta grafica da poter utilizzare come lavagna digitale.

Sono presenti in sala due telecamere 4K per la ripresa frontale del tavolo dei relatori e della platea con dei preset di ripresa preimpostati. Tutti i dispositivi dell’aula sono stati posizionati in un rack nella sala regia posta al primo piano, dove sono collocati anche computer che può fungere da ulteriore sorgente di proiezione e un joystick per il controllo delle riprese delle due telecamere.

Sono state predisposte delle connessioni per consentire a un service esterno di gestire l’impianto audio e video di sala, comandabile anche attraverso un pannello di controllo touch che può essere posizionato sia sul tavolo dei che nella sala regia stessa.

L’approdo nel polo goriziano dei corsi di laurea di Assistenza sanitaria e di Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro ha determinato nuove esigenze, pertanto nell'area del Conference Center è stata allestita un’aula da 60 posti, 2 laboratori didattici e 5 spazi studio. È stata, inoltre, sanificata e recuperata un’area seminterrata dove saranno collocati i nuovi volumi della biblioteca ed è stato effettuato, infine, un intervento di risistemazione del verde esterno all’edificio.

L’investimento complessivo effettuato dall’Università di Trieste per il rinnovamento del Conference Center toccherà i 210 mila euro, di cui quasi 100 mila per i nuovi apparati tecnologici della sala conferenze. A questi si sommano 30 mila euro per la risistemazione degli spazi e l’adeguamento degli impianti e circa 80 mila in scaffalature per la sistemazione dei libri.

 

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Intervento da oltre 200mila euro per la dotazione tecnologica della sala conferenze, un'aula da 60 posti, 2 laboratori, 5 spazi studio e un deposito per i libri della biblioteca
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