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Salvaguardia fauna forestale: firmato progetto UNITS con il Parco naturale delle Prealpi Giulie

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Arriva dal Maine (USA) il sistema di monitoraggio che, sperimentato per la prima volta in Italia e in Europa, permette di identificare la cosiddetta “specie ombrello per il monitoraggio”, ovvero quella specie la cui individuazione permette di monitorare simultaneamente altre specie, rendendo particolarmente agevole ed efficace l’attività di osservazione e controllo. Il concetto di specie ombrello è noto da tempo nella biologia della conservazione, ma viene qui riadattato per le finalità del monitoraggio. Ideatore del protocollo è Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, prima professore associato in Wildlife Habitat Conservation alla University of Maine.

Sotto il suo coordinamento, l’Università di Trieste e il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie – già impegnate in uno studio sul comportamento dei micromammiferi – collaboreranno in qualità di partner nel progetto Monitoraggio Ottimale dei Mammiferi, vinto sul bando del National Biodiversity Future Center – uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, finanziato da NextGenerationEU, Ministero dell’Università e della Ricerca e PNRR.

Al via ad aprile 2024 con conclusione prevista a dicembre 2025, il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare un sistema di monitoraggio dei mammiferi all’interno del parco e zone limitrofe – un’area di 100km2 situata nel Friuli-Venezia Giulia al confine con la Slovenia, dalla straordinaria biodiversità e riconosciuta nel 2009 come area protetta transfrontaliera dalla Federazione europea Europarc. 

Nello specifico, sono due gli obiettivi altamente innovativi nel panorama nazionale e internazionale. Il primo è quello di individuare il protocollo con il miglior rapporto costi-benefici per un determinato scopo gestionale e dato un certo budget, un protocollo che sia adattabile a seconda della disponibilità economica, spesso mutevole nel tempo, e al variare delle finalità dell’ente. Il secondo obiettivo è quello di identificare le cosiddette specie ombrello. 

Spiega Alessio Mortelliti, professore associato di Ecologia presso il dipartimento di Scienze della vita all’Università di Trieste: “Individuare delle specie ombrello significa identificare delle specie su cui concentrare gli sforzi, ma al contempo avere la garanzia che altre specie verranno coperte dal monitoraggio. Questo approccio rappresenta pertanto un ottimo strumento per minimizzare il costo del monitoraggio e al contempo massimizzare il numero di specie coperte dal monitoraggio stesso. Per fare un esempio, il monitoraggio del gatto selvatico mediante fototrappole permette di monitorare simultaneamente altre specie, quali ad esempio martora, capriolo e volpe.”

I dati, raccolti in due campagne sul campo mediante trappolamenti, utilizzo di tubi nido e fototrappole (la prima durante la primavera-estate 2024, la seconda nella primavera-estate 2025), saranno utilizzati per lo sviluppo di protocolli e analisi statistiche in grado di rilevare trend significativi di declino delle specie ombrello. Alle attività di campionamento – altro tratto distintivo del progetto – parteciperanno alcuni citizen scientists, ossia alunni delle scuole primarie e secondarie locali, nell’ambito delle attività di educazione ambientale promosse annualmente dal Parco, accompagnati e supportati dagli studenti del corso in Ecologia dei cambiamenti globali dell’Università di Trieste.

Non solo, affinché sia sostenibile nel medio-lungo termine e perseguibile in relativa autonomia, il progetto prevede diverse attività di formazione del personale del Parco sulle tecniche di campo, l’acquisizione e la gestione dei dati, l’identificazione delle specie. Il protocollo è, inoltre, strutturato per garantire ripetibilità in altre aree protette caratterizzate da tipologie forestali simili, e per esportare i risultati relativi alle specie ombrello in contesti diversi.

“Quello tra l’Università di Trieste e il Parco naturale della Prealpi Giulie è un passaggio di testimone, un trasferimento di know-how: il protocollo è da intendersi come un vero e proprio investimento per l’ente. È una ricerca applicata, un modello che diventa pratica professionale sul campo. – continua Alessio Mortelliti – Fondamentale anche il coinvolgimento delle scuole e della comunità locale, affinché si sentano parte di questo grande ecosistema e siano sempre più informate, sensibilizzate e responsabilizzate.”

Soddisfazione per il finanziamento ottenuto è stata espressa dalla Presidente del Parco Annalisa Di Lenardo che sottolinea come “il progetto è qualificante per l’area per il suo livello di innovatività e per la capacità di mettere in rete un istituto di ricerca, un ente gestore di un’area protetta e la comunità locale. I dati raccolti andranno ad incrementare le conoscenze a disposizione di amministrazioni e cittadini al fine di accrescere la consapevolezza sull’importanza della tutela della biodiversità e della sua corretta gestione”.

Alessio Mortelliti vanta un’esperienza ventennale nello sviluppo di protocolli di monitoraggio, è co-autore di alcuni dei protocolli di monitoraggio Ispra, ha sviluppato protocolli di monitoraggio per lo stato del Maine (USA), per l’Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio (ex ARP), per la Riserva Naturale Selva del Lamone e per il monitoraggio del Babirusa (Sus celebensis) in Indonesia. In passato, ha effettuato numerosi corsi specificamente focalizzati sulle tecniche di campo ed analisi dei dati di monitoraggio in numerosi paesi, inclusi Italia, Austria, Stati Uniti, Indonesia, Tunisia e Mauritania.

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Sviluppato un innovativo sistema di monitoraggio dei mammiferi
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Presentata la #100UniTS Corsa dei Castelli

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E’ stata presentata nella Sala Cammarata di UniTS la #100UniTS Corsa dei Castelli, manifestazione podistica di 10 km su strada omologata FIDAL, organizzata da Asd Promorun per domenica 20 ottobre 2024. Promorun mette a segno un nuovo importantissimo sodalizio con l’Università degli Studi di Trieste che quest’anno celebra un secolo di ricerca, eccellenza, creatività e ingegno umano a cui si aggiunge un evento sportivo. 

UniTS caratterizzerà fortemente la Corsa dei Castelli 2024: medaglie e magliette di gara riporteranno il logo scelto per il suo Centenario e tocchi del colore ufficiale delle sue celebrazioni: un vivace rosso ciliegia.

Attraverso la realizzazione di manifestazioni che, da anni e con continuità, rappresentano un fiore all’occhiello in termini di qualità tecnica, attenzione per l’ambiente, per il sociale e per le ricadute economiche, Promorun conferma di meritare la fiducia delle istituzioni alle quali, con grande orgoglio, si aggiunge lo storico Ateneo del capoluogo giuliano, suggellando a doppio filo il legame con e per il territorio. 

IL CENTENARIO - “Nel palinsesto di eventi che l’Università dedica a Trieste e ai suoi visitatori non poteva mancare una grande manifestazione sportiva – sottolinea il rettore Roberto Di Lenardail 20 ottobre la comunità UniTS scenderà in pista con cittadini e sportivi di alto livello per celebrare, tutti insieme, i suoi primi cento anni. Invito tutti a visitare il sito 100anni.units.it per scoprire questo e altri appuntamenti imperdibili”.

LE GARE – Trieste in un colpo d’occhio, partenza dal Castello di Miramare e arrivo a quello di San Giusto, patrono della città, lungo un percorso che la mostra nella sua ricchezza architettonica, paesaggistica e culturale. Primi 8 km velocissimi con il piede sull’acceleratore prima di giungere al cospetto della sbalorditiva Piazza Unità ed entrare in città dove inizierà l’ultimo chilometro, definito “Il Muro”, e raggiungere il Castello di San Giusto. Sport per tutti con la Non Competitiva Ten, evento parallelo ma per il quale non è necessario il tesseramento e la presentazione di un certificato medico agonistico, e la Family Run 8 km con arrivo in Piazza Unità per la quale gli organizzatori hanno già messo in cantiere il rinnovo del progetto solidale nei confronti della Fondazione Burlo Garofolo. Attesi tantissimi studenti e personale di UniTS che festeggiano con una giornata di sport e benessere il centenario dell’Ateneo. Dopo il successo della prima edizione viene riproposta la International Road Race Running Match u.23 10k alla quale prenderanno parte gli atleti U23 di Federazioni estere arricchendo il parterre internazionale. 

LA STORIA – Sin dalla prima edizione, l’evento ha avuto un’impronta tecnica di altissima qualità grazie alla presenza di grandissimi nomi di calibro internazionale come quello di Ezekiel Kemboi, Sammy Kipngetich, Hagos Gebrhiwet, Birhanu Balew e Muktar Edris. Negli anni, Promorun ha allargato la sua attenzione agli amatori, ideando e realizzando prima la Family Run e poi la Non Competitiva Ten, due successi ai quali si affiancano l’organizzazione di una raccolta fondi in favore di enti sanitari locali e progetti collaterali che coinvolgono il mondo della scuola. La tradizione di Promorun di rinnovare l’evento ogni anno non è stata disattesa, nel 2023 è iniziato il cammino della 1st International Road Race Running Match U.23 10k, che ha visto la partecipazione di nazionali europee. 

SPORT E TURISMO – Sport e turismo, questo è il binomio vincente del presente e del futuro. ASD Promorun ha a cuore l’impegno di promuovere il territorio, concettualmente esteso a tutta la regione ancora poco conosciuta a causa della sua posizione geografica, ai confini dello Stivale. Promorun vuole trasformare l’evento in un’occasione per svelare le bellezze paesaggistiche dell’Adriatico e dei promontori montuosi del Carso, la tanta storia di questa città coinvolta in estenuanti e numerose battaglie, l’espressione artistica, qui frutto della fusione delle influenze culturali di vari popoli e la tradizione eno-gastronomica regionale. 

ISCRIZIONI – Le iscrizioni sono aperte sul sito https://join.endu.net/home ,  Prossimo cambio tariffa il 30 maggio. Le iscrizioni alla Family Run 8 km sono aperte sul sito. Promo speciale: due adulti che accompagnano un minore di 16 anni alla quota di € 9.00. Promo società con minimo 10 partecipanti. Bambini e ragazzi fino a 18 anni partecipano gratuitamente. 

Info: segreteria@promorun.it; info@promorun.it

Sono intervenuti alla conferenza stampa Roberto Di Lenarda, Rettore dell'Università degli Studi di Trieste, Fabio Scoccimarro, Assessore Regionale alla difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Pierpaolo Roberti, Assessore Regionale alle Autonomie Locali, Funzione Pubblica, Sicurezza e Immigrazione, Caterina de Gavardo, Assessore alle Politiche della Sicurezza Cittadina, Erika Dessabo, Coordinatore Regionale Friuli-Venezia Giulia di Sport e Salute, Ernesto Mari, Delegato CONI provincia di Trieste (in rappresentanza di Giorgio Brandolin, Presidente CONI Regionale), Silvia Gianardi, Presidente di Asd Promorun, Michele Gamba, Ex atleta azzurro e Direttore Tecnico di gara. 

 

Nella foto: Michele Gamba, Roberto Di Lenarda e Silvia Gianardi

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Le iscrizioni sono già aperte!
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Cento anni di storia in mostra: l'Università di Trieste si racconta con opere d'arte, immagini d'epoca e un film ritrovato

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L’Università degli studi di Trieste e il Comune di Trieste inaugurano oggi al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto una mostra multi-documentale che rievoca i momenti e i personaggi salienti del secolo universitario di Trieste. La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 marzo al 1º settembre 2024.

 CATALOGO MOSTRA  

In occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Ateneo, l’Università degli Studi di Trieste e il Comune di Trieste inaugurano al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto la mostra “1924 – 2024. Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti”. Proposta e coordinata dallo SMATS - Sistema Museale di Ateneo, l’esposizione è realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Con questa mostra – dichiara l’assessore comunale Giorgio Rossiprosegue la nuova stagione espositiva del Bastione Fiorito, curata dal conservatore del Castello di San Giusto. Una stagione espositiva iniziata lo scorso settembre e volta ad esplorare in vari modi la storia e le eccellenze di Trieste. La rassegna che si inaugura oggi, celebrando il Centenario dell’Ateneo triestino, suggella sul colle capitolino la fruttuosa collaborazione tra l’Università di Trieste e il Comune di Trieste”.

I visitatori dell’esposizione avranno la chiara percezione del patrimonio storico, architettonico e culturale di cui siamo fieri custodi – afferma il rettore Roberto Di Lenarda – Molti avranno la possibilità di riconoscersi e viaggiare attraverso scorci del passato e scoprire aneddoti e aspetti forse ancora poco conosciuti del nostro ateneo”.

“Con la mostra l’Università intende collocarsi nel cuore della vicenda culturale ed economica della città, per rafforzarne il legame fino a far diventare Trieste città universitaria, aprendosi così al vorticoso cambiamento dei linguaggi, della ricerca, delle interconnessioni tra formazione e mondo del lavoro di cui siamo tutti protagonisti e partecipi” - spiega Tullia Catalan, curatrice dell’esposizione e professoressa associata di storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste.

Il coordinamento generale della mostra è stato seguito da Anna Krekic, conservatore del Castello di San Giusto, e Laura Sartori, coordinatrice attività Centenario.

In un racconto tra storia, architettura e arte, il percorso espositivo – allestito da Lorenzo Michelli – si sviluppa su quattro sezioni distinte, in un bilanciamento tra fonti storiche e rimandi estetici.

La prima sezione storica, a cura di Tullia Catalan e Lorenzo Ielen, ripercorre la storia dei cento anni dell’Ateneo triestino attraverso una selezione di immagini, documenti e video tratti dall’Archivio Storico dell’Università e da numerosi archivi pubblici e privati, locali e regionali.

Coinvolto in una prima fase nelle delicate vicissitudini derivanti dai conflitti su un confine conteso e poi interessato dalle trasformazioni culturali e sociologiche degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, l’Ateneo ha trovato una sua collocazione nell’apertura internazionale, specialmente nell’ambito della ricerca e delle discipline tecnico-scientifiche, oggi eccellenza dell’offerta formativa dell’Università.

La seconda sezione architettonica, a cura di Paolo Nicoloso e Marko Pogacnik, è incentrata sulla progettazione nel 1938 del corpo centrale dell’ateneo, edificio con spiccati rimandi simbolici. Illustrata attraverso i disegni tecnici dell’epoca e alcune immagini, la sezione restituisce tutta la complessità e la ricchezza delle soluzioni studiate dai progettisti. Il programma iconografico iniziale, epurato dei riferimenti al regime fascista nel dopoguerra, vanta oggi la celebre Minerva, diventata negli anni il simbolo più riconoscibile dell’ateneo, costruita nel 1956 dallo scultore Marcello Mascherini, e due giganteschi rilievi sulle testate degli avancorpi.

La terza sezione, a cura di Massimiliano Spanu e Daniele Terzoli, dedicata all’audiovisivo, espande ulteriormente i contenuti attraverso la proiezione di preziosi documentari e un filmato. Spicca per importanza e bellezza il film ritrovato – e così restituito alla storia del cinema italiano – Pagine d’Università, un Ferraniacolor (procedimento di cinematografia a colori sviluppato in Italia dalla Ferrania) del 1956 a firma di Anna Gruber, attrice e regista, sceneggiatrice e scrittrice triestina di fama internazionale, commissionato dal Centro Universitario Cinematografico. La pellicola è stata ritrovata nella Biblioteca Civica A. Hortis - Archivio Diplomatico e Fondi Archivistici.

Gli altri filmati visibili nella mostra sono tratti dall’Archivio Storico Istituto Luce e da La Cineteca del Friuli – Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia. Le ricerche archivistiche sono state effettuate con la collaborazione del centro ricerche La Cappella Underground.

La quarta e ultima sezione, a cura di Massimo Degrassi e Lorenzo Michelli, dedicata alla storia dell’arte, include una selezione di opere – oggi conservate nella Pinacoteca del Rettorato – presentate nel 1953 all’interno dell’Esposizione Nazionale di pittura italiana contemporanea allestita presso l’Ateneo tergestino. La parte finale del percorso espositivo propone, infine, una selezione delle opere donate all’Ateneo da trentacinque, tra artisti e collezionisti, in occasione di questo Centenario, già in parte illustrate nella manifestazione “A Trieste mi piaceva arrivare”, lo scorso 20 dicembre 2023.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 marzo al 1º settembre 2024. Dall’inaugurazione e fino al 31 marzo sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00; dal 1º aprile al 1º settembre tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00.

La visita della mostra è inclusa nel biglietto di ingresso al Castello di San Giusto (intero 6 euro; ridotto 4 euro).

Info: Castello di San Giusto   

 

 

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Mostra multi-documentale al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto
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Laurea Magistrale ad honorem in Ingegneria Civile ad Andrea Zampa

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L’Università degli Studi di Trieste ha conferito oggi la Laurea Magistrale ad honorem in Ingegneria Civile ad Andrea Zampa.

Il riconoscimento è stato attribuito “per il rilevante contributo fornito dalla ricerca sperimentale e nello sviluppo di strategie moderne basate sull’impiego di materiali compositi mirate alla riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni esistenti in muratura”.

"Il prestigioso riconoscimento dell’Università di Trieste va a me, ma riguarda soprattutto una realtà imprenditoriale che ha fatto e continua a fare un grande lavoro con l’ateneo – afferma Andrea Zampa - Un impegno che trasforma il pensiero e la ricerca in brevetti, prodotti, metodi, sistemi che impattano sulla normativa e sul mercato, creando valore aggiunto e ricchezza per tutto il sistema Paese".

Andrea Zampa è socio fondatore, Presidente e Direttore Tecnico di Fibre Net SpA e Fibre Net Holding, un gruppo che si occupa di progettazione, sviluppo e produzione di prodotti e sistemi in materiali compositi fibro rinforzati, utilizzati nei settori dell’edilizia, dell’energia, dei trasporti e dell'industria. Grazie alla sua esperienza maturata nel campo dei materiali compositi, nei primi anni 2000 ha pensato e ingegnerizzato un innovativo prodotto in Fiber Reinforced Polymer (FRP) che oggi trova largo utilizzo per il rinforzo strutturale e il miglioramento sismico di edifici e infrastrutture. Nel corso della sua carriera professionale ha collaborato a numerose attività di ricerca e sviluppo con università, laboratori e istituti in tutto il mondo con l’obiettivo di progettare nuovi prodotti applicando tecnologie e soluzioni all’avanguardia. Oggi Zampa è membro del consiglio di amministrazione di associazioni professionali e tavoli di lavoro del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e RILEM (International Union of Laboratories and Experts in Construction Materials, Systems and Structures).

Questo il titolo della Lectio magistralis di Andrea Zampa: “Un’esperienza di ricerca industriale per il miglioramento strutturale delle costruzioni: dall’idea alla normativa di prodotto”.

Presenti alla cerimonia Valter Sergo, Pro Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Trieste, Paolo Gallina, Direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, che ha letto la motivazione, Massimiliano Gei, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, che ha tenuto la laudatio.

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Riconoscimento assegnato all'industriale friulano per l'impegno nello sviluppo di materiali innovativi per il consolidamento strutturale di edifici e il rinforzo di pavimentazioni stradali
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VILLAGGIO GO2025!

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Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Ingegneria e Architettura

CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA

Laboratorio di Progettazione integrata dell'architettura e del costruito RRR - Lab

Mostra degli esiti del workshop sui progetti per il VillaggioGo2025! per Gorizia – Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025 

a cura di: Luigi Di Dato, Alessio Bortot, Thomas Bisiani, Sonia Prestamburgo, Adriano Venudo

Orari e sede della mostra: 19 gennaio 2024 - 16 febbraio 2024

Aula 401, 4° piano, secondo orari di apertura della sede

Polo Universitario di Gorizia, via Alviano 18, 34170 Gorizia

Si è tenuto la scorsa settimana il workshop “VILLAGGIO GO2025!” all’interno del Laboratorio di Progettazione Integrata – RRR Lab del Corso di Studi in Architettura dell’Università degli Studi di Trieste che ha avuto come esiti un masterplan e dei progetti per Gorizia - Nova Gorica Capitale della Cultura Europea 2025.

Gli studenti, guidati da docenti e esperti di fama nazionale e internazionale, hanno lavorato su quattro prefigurazioni possibili, all’interno del sistema urbano transfrontaliero Gorizia e Nova-Gorica, di quello che sarà il “villaggio urbano” che ospiterà gli eventi, le attività e più in generale tutti i visitatori per l’evento Capitale della Cultura Europea. Si tratta di quattro prefigurazioni urbane sviluppate in forma di masterplan, localizzate in un grande plastico delle due città, che oltre a proporre soluzioni architettoniche per 21 siti specifici suddivisi su tre tematiche (accoglienza, intrattenimento e spettacoli), ed esposte in altrettanti pannelli illustrativi che ne dettagliano le soluzioni architettoniche e funzionali, propongono una nuova visione urbana in chiave sistemica anche per il dopo.

I progetti si interrogano quindi oltre che sul presente, ovvero sulla preparazione di una “città-evento”, anche sul post-evento e su come e cosa rimarrà e su quali effetti generà sul futuro di Gorizia e Nova-Gorica. Gli esiti, alla scala urbana e architettonica, con le implicazioni infrastrutturali, paesaggistiche e soprattutto di riuso e valorizzazione del patrimonio esistente sono stati discussi in una sessione pubblica dedicata al dibattito tecnico e alla riflessione teorica con i docenti del Laboratorio di UNITS che ha sede a Gorizia (Thomas Bisiani, Alessio Bortot, Luigi Di Dato, Sonia Prestamburgo e Adriano Venudo), con dei docenti del Politecnico di Milano (Elvio Manganaro), dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (Alberto Calderoni) e con i rappresentanti di vari enti locali direttamente impegnati nell’organizzazione dell’evento Capitale della Cultura 2025 (Comune di Gorizia, Ordine degli Ingegneri di Gorizia, Ordine degli Architetti di Gorizia e GECT).

Queste esplorazioni progettuali sono esposte in una mostra che si potrà visitare fino al 16 febbraio 2024, presso l’aula 401 del Polo Universitario di Gorizia di via Alviano 18


Per informazioni:

avenudo@units.it 

tbisiani@units.it

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Mostra degli esiti del workshop sui progetti per il VillaggioGo2025! per Gorizia – Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025
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Fisica Quantistica: UniTS inaugura due nuovi laboratori

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Inaugurati due nuovi laboratori di fisica quantistica dell’Università degli Studi di Trieste: il laboratorio ArQuS - Artificial Quantum Systems (VIDEO), in cui saranno studiati sistemi quantistici artificiali tramite il controllo di singoli atomi, e il laboratorio di comunicazione quantistica QCI - Quantum Communication and Information (VIDEO), in cui sarà sviluppata la ricerca e lo sviluppo tecnologico di nuove soluzioni per le comunicazioni quantistiche su fibra ottica e in spazio libero.

I laboratori si trovano negli spazi del CNR in Area Science Park, campus di Basovizza, e sono diretti da Francesco Scazza, professore associato di fisica della materia del dipartimento di Fisica di UniTS e da Alessandro Zavatta, senior research scientist dell’Istituto Nazionale di Ottica del CNR (INO-CNR).

Si arricchiscono così di laboratori dedicati alla ricerca di frontiera anche il nuovo curriculum magistrale in Scienze e Tecnologie Quantistiche, il curriculum in Fisica della Materia e il corso di Laurea triennale in Fisica. L’Università di Trieste vanta una riconosciuta tradizione nell’ambito della meccanica quantistica, sostenuta dalla sinergia con importanti enti di ricerca internazionali.

Il Friuli Venezia Giulia, e in particolare Trieste con la sua università, è protagonista nel campo delle comunicazioni quantistiche grazie ai progetti finanziati dalla Regione e coordinati dall’ateneo giuliano “Quantum FVG” e “QuFree”. Il primo mira a sviluppare una rete regionale in fibra ottica per la trasmissione sicura dei dati tramite tecnologia quantistica, con annesso il laboratorio QCI. Il secondo, invece, è un ambizioso programma di ricerca sulla comunicazione quantistica in aria e si propone di aprire la strada a collegamenti sicuri via satellite.

 

Laboratorio ArQuS - Atomi freddi per le scienze e le tecnologie quantistiche

Il laboratorio ArQuS (Artificial Quantum Systems), unico in Italia nel suo genere, nasce per realizzare sistemi quantistici artificiali tramite il preciso controllo di singoli atomi di itterbio. Attraverso fasci laser e campi magnetici gli atomi, per natura identici fra loro e molto delicati (al punto che la loro natura quantistica ondulatoria può venire distrutta da qualsiasi disturbo esterno) possono essere rallentati nel loro movimento e così essere osservati minuziosamente, offrendo una preziosa “lente d’ingrandimento” per lo studio di processi e fenomeni altrimenti inaccessibili. Ciò è reso possibile da un apparato sperimentale all’avanguardia all’interno del quale gli atomi vengono isolati dall’ambiente esterno e raffreddati ad una temperatura di solo un milionesimo di grado sopra lo zero assoluto, catturandoli in vere e proprie trappole basate sulla luce laser. La radiazione laser, anch’essa un’onda, se opportunamente sincronizzata con l’oscillazione interna dell’atomo, può essere infatti utilizzata per controllare le particelle in maniera estremamente precisa senza distruggerne la natura quantistica, ma anzi sfruttandola per nuove applicazioni tecnologiche.

Spiega Francesco Scazza, responsabile del laboratorio: “I sistemi quantistici di atomi freddi realizzati nel laboratorio ArQuS possono essere utilizzati come prototipi per lo studio dell’interazione di un numero elevato di particelle quantistiche, realizzando i cosiddetti simulatori quantistici. Il preciso controllo sui singoli atomi può, inoltre, essere sfruttato per generare stati della materia fortemente correlati, come gli stati entangled a molte particelle, risorsa essenziale per i computer quantistici e gli orologi atomici del futuro”.

 

Laboratorio QCI - Reti quantistiche per la massima sicurezza di sistemi di informazione

Il laboratorio QCI nasce al servizio della ricerca e dello sviluppo tecnologico di nuove soluzioni per le comunicazioni quantistiche su fibra ottica anche con l’obiettivo di formare gli studenti di fisica e di ingegneria dell’Università di Trieste e di collaborare con i principali enti di ricerca e formazione del settore.

Il campo dell’informazione quantistica, una nuova disciplina nata dalla contaminazione tra scienza dell’informazione e meccanica quantistica, è infatti un ambito promettente che negli ultimi anni ha celebrato progressi importanti.

Grazie alle strumentazioni presenti nel laboratorio, che consentono di generare chiavi crittografiche quantistiche e di sperimentare comunicazioni ultrasicure, i ricercatori mirano a gettare le basi per realizzare vere e proprie reti quantistiche per la manipolazione e la trasmissione dei dati capaci di garantire la massima sicurezza.

Angelo Bassi, professore ordinario di fisica teorica, modelli e metodi matematici a UniTS e coordinatore dei progetti che hanno portato alla realizzazione del laboratorio, sottolinea: “Mentre nelle reti informatiche tradizionali i dati possono essere intercettati, in una rete quantistica ciò è impossibile: l’eventuale intrusione sarebbe immediatamente individuata: è una certezza garantita dagli stessi principi della meccanica quantistica. I sistemi di comunicazione quantistica hanno potenzialità immense e scenari di applicazione strategici in contesti politici e commerciali”.

Spiega Alessandro Zavatta, responsabile del laboratorio: “Le comunicazioni quantistiche rappresentano un approccio avanzato e altamente sicuro per la trasmissione di informazioni, sfruttando le peculiari caratteristiche della fisica quantistica. Nel nostro laboratorio, grazie all'utilizzo di strumentazione ottica all'avanguardia, controlliamo e manipoliamo con straordinaria precisione singoli fotoni, gli elementi costitutivi della luce.

Questa abilità nel gestire la luce fino al livello di singolo fotone ci consente di implementare schemi di comunicazione sicuri e inviolabili. Nel laboratorio QCI stiamo attualmente sviluppando sistemi innovativi per la distribuzione quantistica delle chiavi crittografiche e per le comunicazioni quantistiche dirette, sia in fibra ottica che in spazio libero. È incoraggiante notare che il nostro impegno non si limita solo a contrastare le attuali minacce, ma si estende anche alla prevenzione di potenziali rischi derivanti dalle tecnologie future, come il progresso dei computer quantistici. Proseguendo su questa strada contribuiremo in modo significativo a garantire la sicurezza delle comunicazioni anche di fronte a scenari sempre più complessi.”  

 

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Allestiti negli spazi del CNR in Area Science Park, campus di Basovizza (TS), due laboratori di UniTS dedicati all’informazione quantistica e alla creazione di sistemi quantistici artificiali di atomi ultra-freddi
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Presentazione nuovi Laboratori di Fisica Quantistica