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Riconoscere e gestire i rischi alimentari: sette casi realistici per una formazione interdisciplinare a Gorizia

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Una sagra di paese, un pranzo in famiglia, un ristorante giapponese, una festa all’oratorio, il chiosco di un’adunata degli alpini, un ritrovo tra tifoserie, un agriturismo. In quanti modi possiamo incorrere, senza saperlo, in un’infezione alimentare?

A partire da questi sette scenari realistici si è sviluppato un laboratorio didattico che ha coinvolto una sessantina di studenti e studentesse dei corsi di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico, Assistenza Sanitaria e Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università di Trieste, quest'ultimi due attivati con l'Università di Udine. L’attività si è svolta presso il Polo universitario di Gorizia e ha proposto un approccio interdisciplinare alla gestione delle tossinfezioni alimentari.

Infezioni spesso sottovalutate, le tossinfezioni sono causate dall’ingestione di alimenti contaminati da virus, batteri o parassiti e possono provocare sintomi anche gravi. Tra le possibili cause ci sono la conservazione impropria degli alimenti, manipolazioni scorrette, le contaminazioni ambientali, ma anche la crescita della ristorazione collettiva e dei flussi globali di cibo.

L’attività formativa ha previsto una prima fase preparatoria tramite la visione di tre video introduttivi, uno per ciascuna area professionale, seguiti da approfondimenti guidati dai tutor dei corsi, dalla costituzione dei gruppi di lavoro e dall’assegnazione dei casi. Ogni scenario era corredato da materiali didattici e fotografie, con integrazioni rilasciate gradualmente per simulare l’evoluzione di un’indagine su casi sospetti.

Nel pomeriggio si sono svolte esercitazioni pratiche che hanno previsto, tra le altre attività, l’uso di microscopi per la lettura di vetrini, piastre per la semina colturale, strumenti per la rilevazione di contaminazioni simulate, preparazione di campioni da confezioni reali di carne macinata e simulazioni telefoniche per la raccolta di dati epidemiologici. Ogni studente ha avuto modo di osservare e comprendere il lavoro di ciascuno dei tre profili di professionisti sanitari, per cogliere meglio l’interconnessione tra le competenze.

Il laboratorio ha evidenziato la complementarità del tecnico di laboratorio biomedico, responsabile dell’analisi dei campioni biologici, dell’assistente sanitario, impegnato nella prevenzione e promozione della salute pubblica, e del tecnico della prevenzione, attivo nei controlli sui luoghi di produzione, trasformazione e somministrazione degli alimenti.

Grazie alla varietà delle attività proposte e all’integrazione delle competenze, la giornata formativa ha permesso di consolidare le conoscenze teoriche, valorizzare il lavoro di squadra e sperimentare in modo concreto le responsabilità condivise nella tutela della salute collettiva.

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L'iniziativa ha coinvolto una sessantina di studenti di tre corsi di laurea della professioni sanitarie
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UniTS inaugura il nuovo Laboratorio Isotopi Stabili “Antonio Longinelli”

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L’Università degli Studi di Trieste ha inaugurato il nuovo Laboratorio Isotopi Stabili “Antonio Longinelli”, dedicato all’analisi degli isotopi stabili e alle loro applicazioni in ambito ambientale, geologico e interdisciplinare. Situato al piano seminterrato della Palazzina “O” del Campus di San Giovanni, in Via Weiss 6, il laboratorio fa capo al Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze (MIGe) ed è coordinato dal prof. Stefano Covelli, con il dott. Daniele Karlicek come tecnico di riferimento.

La nuova infrastruttura scientifica è dotata di uno Spettrometro di Massa (IR MS) di ultima generazione, strumento che consente l’analisi degli isotopi stabili di idrogeno, carbonio, azoto e ossigeno in campioni solidi, liquidi e gassosi. L’acquisto della strumentazione è stato possibile grazie al Bando straordinario per il finanziamento dell’acquisto di attrezzature scientifiche da 4 milioni di Euro, finanziato dall’ateneo  nel 2022. Alla proposta hanno contribuito docenti dei Dipartimenti MIGe, DSV e DSCF, riuniti in una collaborazione interdisciplinare.  

Gli isotopi stabili – atomi dello stesso elemento che si differenziano per il numero di neutroni e quindi per la massa – sono strumenti preziosi per studiare una vasta gamma di fenomeni naturali. Nell’ambito delle Scienze della Terra, ad esempio, gli isotopi stabili dell’ossigeno e del carbonio vengono utilizzati per ricostruire le temperature e i cambiamenti climatici del passato, analizzando rocce, sedimenti e ghiacci. Quelli dell’idrogeno e dell’ossigeno, invece, aiutano a studiare l’origine e il percorso delle acque sotterranee e superficiali, fornendo indicazioni preziose sui cicli dell’acqua e sulle interazioni tra acqua e suolo. Gli isotopi possono essere impiegati anche per individuare le fonti di inquinamento e monitorare i processi di degradazione delle sostanze inquinanti. Nell’ambito delle Scienze Ambientali, l’analisi degli isotopi del carbonio e dell’azoto permette di comprendere meglio il funzionamento degli ecosistemi, le fonti di nutrienti e i meccanismi di crescita delle piante. In archeologia, lo studio degli isotopi nei resti umani e animali consente di ottenere informazioni su dieta, spostamenti e contesti culturali antichi. Infine, gli isotopi si rivelano utilissimi anche per verificare l’origine e l’autenticità di prodotti agroalimentari come vino e olio extravergine di oliva, contribuendo a identificare eventuali frodi, sofisticazioni o adulterazioni.

Il laboratorio è intitolato alla memoria del prof. Antonio Longinelli, pioniere della geochimica isotopica italiana e professore ordinario all’Università di Trieste dal 1983 al 1998. Figura di riferimento nel panorama scientifico internazionale, Longinelli fondò laboratori di geochimica isotopica a Pisa, Palermo, Trieste e Parma. La sua vasta produzione scientifica ha spaziato dalla paleoclimatologia all’idrogeologia, dall’oceanografia all’ambiente e alla biomedicina. Membro dell’Accademia Europea e dell’Accademia dei Lincei, viene oggi ricordato non solo per il valore dei suoi studi, ma anche per la sua carismatica umanità e per l’impatto duraturo sulla comunità scientifica. 

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La nuova infrastruttura sarà dotata di uno Spettrometro di Massa (IR MS) di ultima generazione, acquisito grazie al Bando straordinario per il rinnovo delle attrezzature scientifiche dell’ateneo
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Nuovo farmaco contro il Parkinson: firmato accordo UniTS - Performance Medical Technology (Pmt)

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E’ stato firmato nel Palazzo della Regione l'accordo di collaborazione tra l'azienda statunitense Performance Medical Technology (Pmt) e l'Università di Trieste, che coinvolge anche la Direzione centrale Salute dell'Amministrazione regionale

“L’accordo prevede il coinvolgimento di tre Dipartimenti dell’Università di Trieste (Scienze della Vita; Scienze Chimiche e Farmaceutiche; Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute) per condurre ricerche, analisi e studi clinici pilota per la creazione di un nuovo farmaco contro il Parkinson – ha spiegato il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda – le attività scientifiche condotte nell’ateneo, in collaborazione con l’azienda PMT (Performance Medical Technologies) costituiranno la base per la domanda NDA (new drug approval) per poterlo commercializzare. Siamo all’inizio di una sfida scientifica stimolante e di grande impatto sociale che condurremo con le competenze e le strutture di eccellenza di cui disponiamo”.

Il documento apre la strada al percorso di insediamento in regione dell'impresa PMT, con sede a Charlottesville (Virginia), specializzata nello sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per le malattie neurodegenerative (in particolare il morbo di Parkinson in fase iniziale), e darà avvio a una serie di attività congiunte nel campo della ricerca medica. 

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Nel progetto è coinvolta anche la Direzione centrale Salute della Regione FVG
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Presentata la Banca Dati Nomismata: oltre 210mila dati numismatici da oggi accessibili a tutti

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Un viaggio tra secoli di storia bizantina prende forma in digitale: l’Università di Trieste ha presentato ufficialmente la Banca Dati Nomismata, progetto di ricerca d’eccellenza che rappresenta un significativo passo avanti nelle Digital Humanities

Il database, che attualmente raccoglie più di 210mila dati relativi a circa 5mila siti, rappresenta la prima grande operazione sistematica di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine coniate tra il 498 e il 1453, all’interno e all’esterno dei confini dell’Impero.

Nato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Dipartimento di Studi Umanistici, dell’Ufficio Relazioni Internazionali UniTS e del PRIN 2022, il progetto è frutto della collaborazione di numerosi studiosi e ricercatori di fama internazionale: tra questi Cécile Morrisson, Vivien Prigent, Gheorghia Alexopoulou, Vujadin Ivanišević, Ermanno Arslan, Stefan Krmnicek, Alessia Rovelli, Erika Trbojević, Stoyan Mihaylov, Nikolaus Schindel, Luca Zavagno, Andrea Gariboldi, Giulio Carraro, Cristiano Rossetti e Kateryna Sorochan.

Fondamentale anche il contributo informatico di Giorgio Donato, Jordan Piščanc e Davide Franch, così come l’ideazione comunicativa curata da Pamela Theodotou e Giulia Basso.

Durante l’incontro è stata inoltre annunciata una nuova e prestigiosa donazione: Giorgio Conetti, Professore Emerito dell’Università dell’Insubria e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste (1984-1992), ha donato all’Ateneo la sua collezione di monete della Serbia medievale, dell’Impero Latino e degli stati balcanici dell’Ottocento, arricchendo così ulteriormente il patrimonio numismatico disponibile per la ricerca e la divulgazione.

Alla Banca Dati si affiancherà  anche una sezione dedicata allo studio dei sigilli bizantini provenienti da scavi archeologici, in collaborazione con il Centro di ricerca sull’arte bizantina e post-bizantina dell’Accademia di Atene, rappresentato da Olga Karagiorgou.

La banca dati, incardinata nel Sistema Museale di Ateneo (SMATS), sarà accessibile online all’indirizzo www.smats.units.it, che ne garantirà la conservazione, la gestione, l’aggiornamento continuo e la valorizzazione attraverso future implementazioni, anche grazie all’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale.

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Un progetto internazionale di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine e una preziosa donazione numismatica arricchiscono il Sistema Museale dell’Università di Trieste
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Porte Aperte Magistrali: oltre 1500 partecipanti

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Sono stati oltre 1.500 gli iscritti complessivi a Porte Aperte Magistrali che hanno assistito alle presentazioni dell’offerta formativa di secondo livello di UniTS.

Tre le nuove Lauree Magistrali che saranno proposte dall’ateneo il prossimo anno accademico:
•    Scienze riabilitative delle professioni sanitarie 
•    Psicologia sociale e cognitiva applicata 
•    Political science – integration and governance, nella sede di Gorizia

L’evento di orientamento ha preso avvio con l’incontro “L'Università degli Studi di Trieste e l'importanza di una scelta, la possibilità di essere protagonisti di un cambiamento, una formazione solida e interdisciplinare in una città unica” a cura del docente universitario Andrea Segrè e del conduttore radiofonico Massimo Cirri.

Maggiori informazioni sulle Lauree Magistrali UniTS
 

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Presentate tre nuove Lauree Magistrali per l’anno accademico 2025 - 26
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Il 12 aprile è la Giornata internazionale dei viaggi dell'uomo nello spazio

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Il 12 aprile cade la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio: la data è quella in cui, nel 1961, il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin diventò il primo essere umano a superare i confini dell'atmosfera terrestre e volare nello spazio. La Corsa allo spazio era già cominciata quattro anni prima con il lancio di Sputnik 1, il primo satellite artificiale a orbitare attorno alla Terra, ma fu con il primo uomo nello spazio che nacque la cosiddetta “quarta dimensione della geopolitica”, in cui le rivalità della Guerra fredda si estesero anche in direzione verticale. Se la conquista umana dello spazio avvenne in un'epoca di forti tensioni geopolitiche, oggi la presenza di donne e uomini nello spazio vorrebbe essere teatro di pace e collaborazione, come testimoniato da grandi progetti come la Stazione Spaziale Internazionale. E questo è lo spirito della Giornata.

L’attualità registra nuove tendenze, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei satelliti.
Il prof. Fabio Spitaleri, docente di Diritto dell’Unione Europea e di diritto internazionale, ci dà il suo contributo.

“È in corso una vera e propria rivoluzione nell’uso delle risorse spaziali. In passato, lo spazio è stato oggetto, dapprima, di competizione politica e tecnologica tra le grandi potenze e, poi, anche di collaborazione per la realizzazione di progetti comuni in campo scientifico e industriale. Negli ultimi anni, si è aperta una fase nuova: accanto alle agenzie governative sempre più attivi sono gruppi di privati che, attraverso la creazione di costellazioni di satelliti, sono in grado di predisporre reti internet accessibili da qualunque punto della superficie terrestre. È necessario regolamentare a livello internazionale queste nuove iniziative, per preservare l’uso pacifico dello spazio, orientare e sostenere gli investimenti, salvaguardare la ricerca scientifica, garantire parità di accesso a risorse (come le orbite spaziali basse), che sono limitate”.

 

Approfondimenti

Comitato per l'uso pacifico dello spazio (COPUOS) 

Disegno di legge “Disposizioni in materia di economia dello spazio" 

 

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La nuova frontiera sono le costellazioni di satelliti e la competizione per la loro collocazione
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Servizi idrici e rifiuti: UniTS e UniUD partner di AUSIR e dei gestori dei servizi del FVG

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L’Università di Trieste ha sottoscritto, insieme all’Università di Udine, una nuova Convenzione Quadro con AUSIR – Autorità Unica per i Servizi Idrici e Rifiuti del Friuli Venezia Giulia e i principali gestori dei servizi idrici e ambientali del territorio regionale. Accanto ad AUSIR, hanno aderito: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso – Kraški vodovod, CAFC, HydroGEA, Irisacqua, Livenza Tagliamento Acque, A&T 2000, Ambiente Servizi, GEA – Gestioni Ecologiche e Ambientali, Isontina Ambiente, MTF e NET.

Il documento, siglato quest’oggi da tutti partner nella Sala Predonzani del Palazzo della Regione alla presenza del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, rinnova e amplia la precedente intesa siglata nel 2019, consolidando la volontà condivisa di collaborare sui temi della sostenibilità e dell’innovazione applicata alla gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti. 

La nuova Convenzione mira a promuovere progetti di ricerca applicata, iniziative congiunte di alta formazione, la partecipazione a bandi competitivi, oltre alla valorizzazione di dati, esperienze e infrastrutture tecniche condivise.

L’Università di Trieste partecipa con un forte impegno interdisciplinare, rappresentata dal prof. Paolo Bevilacqua (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e dal prof. Fabio Barbone (Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute), referenti scientifici per l’Ateneo. L’accordo sostiene tra l’altro l’attività dei master interateneo già avviati con la collaborazione dei gestori pubblici, tra cui quello in “Tecnologia e Management del Ciclo Idrico Integrato” e quello in “Economia Circolare e ciclo integrato dei Rifiuti”. “

“La Convenzione – ha spiegato Roberto Di Lenarda, Rettore dell’Università di Trieste - rappresenta un’opportunità concreta per attivare nuove ricerche multidisciplinari capaci di affrontare, in chiave innovativa, le sfide della gestione sostenibile delle risorse idriche e ambientali. Gli ambiti di collaborazione spaziano dallo studio dei sistemi acquiferi e delle infrastrutture di rete alla gestione dei reflui e dei fanghi, dall’analisi economica e normativa dei servizi pubblici alla valorizzazione dei rifiuti in ottica di economia circolare. Centrale è anche l’impegno nella comunicazione e nella formazione, considerate leve strategiche per promuovere consapevolezza e cambiamento sia a livello tecnico che sociale”.

 

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Firmato un accordo per rafforzare la collaborazione su ricerca, innovazione e formazione nei settori dell’acqua e dell’economia circolare
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Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale

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Un evento di fusione glaciale senza precedenti, risalente al Periodo Caldo Medievale, ha lasciato tracce sorprendenti su un ghiacciaio della Terra Vittoria settentrionale, in Antartide. A rivelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Communications Earth and Environment con il titolo A warming pulse in the Antarctic continent changed the landscape during the Middle Ages, che ricostruisce per la prima volta gli effetti di un repentino riscaldamento climatico avvenuto tra 900 e 989 anni fa, in grado di modificare profondamente il paesaggio antartico.

Lo studio, coordinato da Emanuele Forte (Università di Trieste) e da Mauro Guglielmin (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici), insieme a Maurizio Azzaro (Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR-ISP, Nicoletta Cannone e Alessandro Longhi (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici) e Ilaria Santin (ETH di Zurigo), documenta un fenomeno mai osservato prima: un’intensa erosione fluviale e il trasporto di sedimenti sulla superficie del ghiacciaio, originati da un deflusso d’acqua di fusione che arrivò a scavare un canale lungo almeno 4 chilometri. 

Lo studio, infatti, mostra come l’acqua abbia generato un’impronta indelebile sul ghiacciaio, lasciando una discontinuità nella stratigrafia e accumulando sedimenti in un deposito gradato, chiara indicazione di un progressivo rallentamento del flusso d’acqua. A differenza degli attuali fenomeni di fusione osservati nell'Antartide orientale e sulla banchisa di Nansen, l'evento medievale rappresenta un caso eccezionale, avvenuto durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale perché lo stesso ghiacciaio attualmente è permanentemente innevato e non presenta alcun segno di fusione superficiale, sottolineando ulteriormente l'unicità e l'importanza di quanto rilevato.

Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla stabilità dei ghiacciai antartici e mette in luce come anche brevi episodi di riscaldamento climatico, non sempre rintracciabili attraverso i tradizionali metodi di analisi paleoclimatica, possano provocare profonde e durature trasformazioni del paesaggio glaciale. I risultati evidenziano la sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici improvvisi e suggeriscono il potenziale impatto di fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico anche nel prossimo futuro.

Lo studio è stato svolto nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e attuato dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi.

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Uno studio internazionale, coordinato da UniTS e Università dell’Insubria con il contributo di CNR-ISP e ETH Zurigo, ha rivelato per la prima volta un evento climatico estremo risalente al Periodo Caldo Medioevale
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L'Università di Trieste sarà guidata per la prima volta da una Rettrice

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L’Università di Trieste sarà guidata per la prima volta nella sua storia da una Rettrice: alla chiusura dei termini, sono state presentate ufficialmente le candidature di Ilaria Garofolo e Donata Vianelli. Sarà una delle due docenti a ricoprire il ruolo della massima carica accademica per i prossimi sei anni.

Le elezioni si svolgeranno - per la prima volta in modalità telematica – con un primo turno in programma martedì 6 maggio e, nel caso che nessuna delle due candidate raggiunga il quorum della maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, con un turno di ballottaggio martedì 13 maggio.

A esprimersi è chiamato un corpo elettorale di circa 1.500 membri della comunità accademica, espressione di tutte le sue componenti, così composto: i docenti di ruolo e i ricercatori, il personale tecnico-amministrativo - a tempo indeterminato e determinato - con voto ponderato (20% degli aventi diritto al voto dei professori di ruolo e ricercatori), i rappresentanti degli studenti eletti nel Senato Accademico, nel Consiglio di Amministrazione, nel Comitato per lo sport universitario, nel Comitato degli studenti presso l’ARDIS e nei dieci Consigli di Dipartimento, i rappresentanti degli assegnisti di ricerca eletti nel Senato Accademico e nei dieci Consigli di Dipartimento.

La nuova Rettrice entrerà in carica il prossimo 1° agosto 2025 per concludere il mandato il 31 luglio 2031.

 

LE CANDIDATE 

Ilaria Garofolo è Professoressa Ordinaria di Architettura Tecnica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura che ha diretto dal 2017 al 2019. Già Direttrice del Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana (2002-2005), è stata delegata del Rettore per le Necessità didattiche speciali e la Disabilità dal 2015 al 2017 e Collaboratore del Rettore per l’Area Edilizia ed Energia dal 2019 a tutto il 2024.

Donata Vianelli è Professoressa Ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese e, dal 2021, Direttrice del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche e componente del Senato accademico. È stata delegata del Rettore per l’Orientamento e il Job Placement dal 2013 al 2019.

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Ufficializzate le candidature di Ilaria Garofolo e Donata Vianelli. Il primo turno delle elezioni si svolgerà il 6 maggio.
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Rendere l'idrogeno verde più efficiente: progetto UniTS finanziato dalla Regione FVG

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Rendere l’idrogeno verde una fonte di energia più efficiente, sicura e accessibile: è questo l’obiettivo del progetto E4H2 – Efficiency for Hydrogen, promosso dall’Università di Trieste in collaborazione con l'Università di Udine,  che rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito dell’Avviso regionale dedicato al sostegno, alla creazione e all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca nel settore dell’idrogeno rinnovabile.

Il progetto UniTS, grazie a un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell'Amministrazione regionale, prevede la creazione di una rete di quattro laboratori distribuiti sul territorio regionale, ciascuno dedicato a un punto strategico della filiera dell’idrogeno: dalla produzione allo stoccaggio, fino all’utilizzo finale. 

I ricercatori lavoreranno per migliorare l’efficienza e la durata degli elettrolizzatori, dispositivi che permettono di ottenere idrogeno “verde” separando l’acqua nei suoi elementi, idrogeno e ossigeno, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili. Saranno testati nuovi sistemi di accumulo, tra cui serbatoi criogenici, contenitori speciali capaci di conservare l’idrogeno allo stato liquido a temperature estremamente basse (fino a -252°C), e soluzioni ad alta pressione, progettate per ridurre le dispersioni di energia durante lo stoccaggio e il trasporto.

Ampio spazio sarà dedicato anche allo sviluppo di celle a combustibile più performanti e resistenti nel tempo, che trasformano l’idrogeno in elettricità senza emissioni inquinanti, e allo studio di protocolli operativi in grado di aumentare l’efficienza dell’intero processo. Un altro obiettivo chiave sarà la sicurezza: la rete permetterà infatti di analizzare criticità e proporre soluzioni per un impiego dell’idrogeno sempre più affidabile.

"L’infrastruttura - spiega Rodolfo Taccani, docente di Macchine dell'Università di Trieste e referente scientifico del progetto - consentirà di testare dispositivi a diversi livelli, dai singoli componenti a impianti pilota, affiancando la ricerca sperimentale a modelli avanzati di simulazione, anche basati su intelligenza artificiale. I dati raccolti saranno utilizzati per migliorare la manutenzione, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità degli impianti.

E4H2 rappresenta così un importante tassello nella costruzione di una filiera regionale dell’idrogeno verde, capace di inserirsi nella più ampia cornice transfrontaliera della North Adriatic Hydrogen Valley e di connettere università, centri di ricerca e imprese, a sostegno della transizione energetica e della decarbonizzazione".

Nella cornice complessiva dei finanziamenti regionali alle infrastrutture di ricerca sull'idrogeno rinnovabile, l'Università di Trieste partecipa in qualità di partner anche ad altri tre progetti: i gruppi di lavoro coinvolti sono guidati dallo stesso Rodolfo Taccani (Dipartimento di Ingegneria e Architettura), da Alessandro Baraldi (Dipartimento di Fisica) e da Lorenzo Bonini (Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze) per un ammontare complessivo di 3,5 milioni di euro sugli 11 complessivamente stanziati dall'amministrazione regionale, che fanno dell'Ateneo giuliano l'ente di ricerca del Friuli Venezia Giulia maggiormente impegnato in questo ambito della transizione energetica.

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Importante sostegno economico per il progetto di ricerca coordinato da Rodolfo Taccani (DIA). UniTS ente di ricerca del FVG più finanziato dai bandi regionali per la ricerca sull'idrogeno
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