Transizione energetica: un nuovo tassello verso la distribuzione dell'idrogeno tramite biomasse Read more about Transizione energetica: un nuovo tassello verso la distribuzione dell'idrogeno tramite biomasse Data notizia Tue, 07/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Lo studio di un team internazionale a cui ha collaborato un gruppo di ricerca dell’Università di Trieste, pubblicato sulla rivista scientifica Joule – Cell Press, ha rilevato un processo innovativo di trasformazione di biomasse in vettori organici liquidi di idrogeno L’identificazione di nuovi materiali per la distribuzione di idrogeno è strategica per lo sviluppo di una metodologia di trasporto economica, sostenibile e sicura Lo studio di un team internazionale a cui hanno partecipato ricercatori dell’Università di Trieste, pubblicato sulla rivista scientifica Joule – Cell Press, ha fatto emergere un processo altamente innovativo di trasformazione di biomasse in vettori organici liquidi di idrogeno, strategici per la sua diffusione. In particolare, ha dimostrato come produrre materiali fotocatalitici in grado di utilizzare efficacemente la luce solare per trasformare biomasse, in un processo complesso, in vettori organici liquidi di idrogeno quali l’acido formico e l’aldeide formica, ovvero molecole che possono essere poi facilmente trasformate in idrogeno. La ricerca, sostenuta da finanziamenti pubblici italiani e cinesi con il supporto del sincrotrone francese SOLEIL, è frutto di una collaborazione internazionale tra i gruppi di ricerca di Feng Wang (Dalian Institute of Chemical Physics, Chinese Academy of Sciences), di Paolo Fornasiero e Tiziano Montini (Università di Trieste, Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali INSTM, e Istituto ICCOM-CNR), Emiliano Fonda (Synchrotron SOLEIL). La diffusione dell’idrogeno, prodotto da fonti rinnovabili da utilizzare come vettore energetico pulito e nei processi produttivi, rappresenta un tassello importante per la creazione di comunità energetiche rinnovabili ed integrate all’interno delle nascenti Hydrogen Valley. La creazione di infrastrutture per il trasporto specifico di idrogeno gassoso richiede tempi e costi rilevanti. La possibilità di utilizzare gasdotti esistenti per un parziale trasporto dell’idrogeno, almeno in miscele gassose con il metano, dovrà superare test di sicurezza connessi con l’elevata capacità di fuga dell’idrogeno, molecola gassosa molto piccola e leggera. Pertanto, grande attenzione viene oggi dedicata ai cosiddetti vettori organici liquidi di idrogeno. Questi sono molecole organiche liquide, facilmente trasportabili con le attuali infrastrutture e che possono rilasciare in maniera semplice idrogeno al bisogno sotto azione di uno stimolo termico o luminoso, in presenza di un opportuno catalizzatore. “Le biomasse (circa 120 miliardi di tonnellate di materia secca per anno), inclusi i residui agricoli e gli scarti forestali - afferma Feng Wang, professore al Dalian Institute of Chemical Physics - rappresentano una grande opportunità per una transizione energetica in quanto possono essere trasformate anche in idrogeno, a patto di possedere tecnologie di trasformazione sufficientemente efficaci. Mentre i processi termici sono rapidi ma energivori, quelli biotecnologici possono essere lenti e occupare volumi importanti. I processi fotocatalitici che sfruttano la luce fino ad oggi si sono dimostrati ancora poco efficienti e non risultano sempre sostenibili”. “È essenziale identificare nuovi materiali fotocatalitici - dichiara Paolo Fornasiero, professore ordinario di chimica generale e inorganica presso l’Università di Trieste - per un processo complesso in grado di usare la luce del sole per trasformare dei derivati della biomassa, come zuccheri, glicerolo o polioli, in vettori liquidi di idrogeno. In questa maniera si potranno ridurre gli iniziali costi e le relative problematiche nella distribuzione dell’idrogeno allo stato gassoso.”. “Lo stadio fondamentale del processo messo a punto nel nostro studio - spiega Tiziano Montini, professore associato di chimica generale e inorganica presso l’Università di Trieste - è stata la comprensione della struttura dei materiali fotocatalitici impiegati, e l’ottimizzazione delle loro prestazioni fotocatalitiche ottimizzando temperatura e atmosfera di reazione. Per far ciò è stato anche necessario l’utilizzo di sofisticate tecniche di caratterizzazione spettroscopiche che hanno coinvolto il Dr. Emiliano Fonda, responsabile linea SAMBA del sincrotrone SOLEIL e già laureato all’Università di Trieste". Qui lo studio su Joule Abstract Studio pubblicato sulla rivista scientifica Joule – Cell Press Mostra nel diario Off Fotogallery
“Spirit of Salam Award 2023” a Federico Rosei Read more about “Spirit of Salam Award 2023” a Federico Rosei Immagine salamspirit_rosei_premio_2023_img.jpg Data notizia Wed, 08/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Federico Rosei, professore ordinario di Chimica Industriale presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste, è stato insignito del premio “Spirit of Salam Award” per l'anno 2023. Il prestigioso premio “Spirit of Salam Award” è stato conferito dall'International Centre for Theoretical Physics - ICTP, e viene annunciato ogni anno in occasione del compleanno di Abdus Salam. Il premio è destinato a coloro che, come Salam stesso, hanno lavorato instancabilmente per promuovere lo sviluppo della scienza e della tecnologia nelle zone svantaggiate del mondo. Il prof. Federico Rosei si è recentemente trasferito dall'Institut National Recherche Scientifique (Montréal, Canada) al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università degli studi di Trieste. Gli altri due premiati per l'anno 2023 sono il prof. Tino Nyawelo, dell'University of Utah (Salt Lake City, USA) e al prof. Hugo Celso Perez Rojas del Instituto de Cybernetics Mathematics and Physics (ICIMAF), Department of Theoretical Physics, Cuba. Spirit of Salam Award 2023: https://www.ictp.it/news/2023/1/spirit-salam-awardees-announced-0 L'elenco dei Premiati degli anni precedenti: https://www.ictp.it/prize/spirit-abdus-salam-award Abstract Premio conferito dall'International Centre for Theoretical Physics Mostra nel diario Off
Diplomatici francesi in visita a UniTS Read more about Diplomatici francesi in visita a UniTS Immagine ambasciatore_francese_ii_1.jpg Data notizia Thu, 09/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Oggi in visita al nostro ateneo Philippe Voiry, Ambassadeur pour les commissions intergouvernementales, la coopération et les questions frontalières, François Revardeaux, Consul général de France à Milan, Agnès Blasselle, Conseillère politique à l'ambassade de France à Rome e Riccardo Illy, Consul honoraire de France à Trieste. Accolti dal prorettore Valter Sergo, gli alti diplomatici hanno discusso delle attività e dei progetti dell’Università degli Studi di Trieste nell’ambito della cooperazione internazionale nel particolare contesto transfrontaliero. Mostra nel diario Off
UniTS celebra il Giorno del Ricordo Read more about UniTS celebra il Giorno del Ricordo Immagine 9d4c46b0-92b0-4cba-9fd8-e4d9e6325554.png Data notizia Fri, 10/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia L'Università di Trieste celebra anche quest'anno il Giorno del Ricordo, per rinnovare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate nel secondo dopoguerra. La conoscenza dei tragici fatti, delle violenze e delle persecuzioni avvenute lungo la frontiera adriatica sono oggi oggetto di studi che stanno conoscendo interesse e sviluppo profondamente connessi in una logica di comparazione, anche prendendo in considerazione il periodo post bellico e i suoi delicati equilibri internazionali. La scuola di studi storici dell'Università di Trieste, da decenni attiva su questo fronte della ricerca, è un punto di riferimento della comunità scientifica e si impegna continuativamente nello studio rigoroso e nella divulgazione di queste complesse e drammatiche vicende storiche per diffondere conoscenza e comprensione, evitando semplificazioni e scorciatoie, da cui possano scaturire pericolose strumentalizzazioni. Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di UniTS, nei mesi scorsi, ha organizzato la presentazione delle Linee Guide per la didattica della Frontiera Adriatica emanate dal Ministero dell'Istruzione per contribuire all'aggiornamento dei docenti della secondaria e per rispondere al vivo interesse del mondo della scuola nei confronti della storia di queste regioni nel corso del Novecento. In occasione del Giorno del Ricordo, la sera del 10 febbraio l'Università di Trieste illuminerà la facciata dell'edificio A con i colori della bandiera italiana. Abstract L'Ateneo giuliano è da decenni attivo sul fronte della ricerca storica legata alle vicende della Frontiera Adriatica in cui è punto di riferimento internazionale. Mostra nel diario Off
Rischio mareggiate: firmato accordo triennale con la Protezione Civile Read more about Rischio mareggiate: firmato accordo triennale con la Protezione Civile Immagine grado_img.jpg Data notizia Fri, 10/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia E’ stato firmato a Grado l’accordo di collaborazione triennale tra il Dipartimento di matematica e geoscienze dell'Università degli studi di Trieste e la Protezione civile di Regione FVG per prevedere e arginare le criticità di aree costiere e perilagunari. L’impegno di spesa a favore dell'Università di Trieste è di 360mila euro e prevede un'analisi storica delle mareggiate e degli eventi di acqua alta che hanno interessato la costa del Fvg negli ultimi decenni, in particolare le inondazioni, con l'obiettivo di definire l'estensione dei territori interessati dall'avanzamento dell'acqua del mare. L’accordo prevede anche la predisposizione di mappe di vulnerabilità costiera e rischio - mareggiata lungo i litorali sabbiosi della regione e la definizione delle soglie di inondazione per la quale saranno applicati modelli matematici legati ai valori dell'altezza delle onde e al "periodo" delle onde: tramite simulazioni, l'indagine vuole individuare gli effetti della risalita del moto ondoso. Lo studio sarà svolto in stretta sinergia con la Protezione civile per riprodurre gli scenari di maggiore impatto da mettere in raffronto con l'osservazione degli eventi che accadono nella realtà. Sarà infine attualizzato uno studio già realizzato sugli argini della Bassa pianura tra le foci del Tagliamento e del Timavo, con particolare riferimento all'arco lagunare, con rilievi Gps di precisione lungo gli argini interni, fino a Marina Nova. Presenti alla firma dell’accordo il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, il vicepresidente della Regione con delega alla Protezione Civile Riccardo Riccardi, il prorettore UniTS Valter Sergo, l’ordinario di geologia UniTS Giorgio Fontolan, il sindaco di Grado Claudio Kovatsch e il direttore centrale della Protezione Civile FVG Amedeo Aristei. Abstract Accordo di collaborazione per prevedere e arginare le criticità di aree costiere e perilagunari Mostra nel diario Off
Guarda il nuovo video UniTS! Read more about Guarda il nuovo video UniTS! Immagine onu_donne.jpg Data notizia Sat, 11/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia L'11 febbraio si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. UniTS si è domandata perché ci sono meno donne in questo settore. Maria Chiara Passolunghi, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Trieste, ci spiega che il motivo ha radici storiche ma che le cose possono e devono cambiare! GUARDA IL VIDEO Abstract Intervento di Maria Chiara Passolunghi in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza Mostra nel diario Off
Studenti e studentesse del Friuli Venezia Giulia impegnati ad analizzare i dati del CERN Read more about Studenti e studentesse del Friuli Venezia Giulia impegnati ad analizzare i dati del CERN Immagine infn_img.jpg Data notizia Mon, 13/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Sono circa 130 le studentesse e gli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia e del vicino Veneto che quest'anno partecipano alle International Masterclasses di fisica delle particelle, organizzate dalla Sezione di Trieste e dal Gruppo Collegato di Udine dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare in stretta collaborazione con l'Università degli Studi di Udine e l’Università degli Studi di Trieste. Grazie alle International Masterclasses, le ragazze e i ragazzi potranno fare esperienza diretta di come funziona la ricerca scientifica dei grandi laboratori, analizzando i dati provenienti da veri esperimenti. Saranno accompagnati da ricercatori e ricercatrici in un viaggio alla scoperta delle proprietà delle particelle elementari ed esploreranno direttamente i segreti dell'acceleratore LHC (Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra, dove, all’interno di un tunnel di 27 km a 100 metri sottoterra, le particelle si scontrano quasi alla velocità della luce. Si parte lunedì 13 febbraio con la masterclass organizzata dalla Sezione INFN di Trieste e l'Università degli Studi di Trieste sull’esperimento CMS a cui seguiranno un altro appuntamento a Trieste il 24 febbraio e la masterclass sull’esperimento ATLAS organizzata dal Gruppo Collegato di Udine e dall’Università degli Studi di Udine il 21 marzo. Le giornate delle masterclass prevedono attività nelle aule universitarie divise tra seminari sugli argomenti fondamentali della fisica delle particelle ed esercitazioni al computer su uno degli esperimenti dell’acceleratore LHC. Gli studenti analizzeranno i dati prodotti nelle collisioni di LHC per simulare negli esercizi l’epocale scoperta del bosone di Higgs, avvenuta nel 2012 grazie agli esperimenti ATLAS e CMS, ma anche quella dei bosoni W e Z (proprio quelli che nel 1984 valsero il Premio Nobel a Carlo Rubbia). Alla fine di ogni giornata, proprio come in una vera collaborazione di ricerca internazionale, i giovani partecipanti alle masterclass in Italia e negli altri paesi del mondo si ritrovano in videocollegamento con il CERN per discutere tutti insieme i risultati emersi dalle esercitazioni. L’iniziativa, giunta alla 19° edizione, fa parte delle International Masterclasses organizzate da IPPOG (International Particle Physics Outreach Group) e, in Italia, dall'INFN. Le International Masterclasses si svolgono contemporaneamente in 60 diversi paesi, coinvolgono oltre 200 tra i più prestigiosi enti di ricerca e università del mondo e più di 13.000 studenti delle scuole secondarie di II grado. Per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare quest'anno sono presenti le Sezioni di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Lecce, Milano Bicocca, Milano, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Salerno, Torino, Trieste, Trento e Udine, e i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF). Contatti: TRIESTE (13 e 24 febbraio – esperimento CMS) Masterclass in presenza Dove: Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste Orario: 9-18 Pagina web: https://agenda.infn.it/event/34127/ E-mail: scuole@ts.infn.it UDINE (21 marzo – esperimento ATLAS) Masterclass in presenza Dove: Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura dell'Università di Udine Orario: 9-17 Pagina web: https://atlasud.uniud.it/ Informazioni sulle Masterclass: · Masterclass italiane: http://masterclass.infn.it/ · Masterclass internazionali: http://physicsmasterclasses.org/neu/ Per informazioni sulle Masterclass nazionali: Ufficio Comunicazione INFN – Cecilia Collà Ruvolo, cecilia.collaruvolo@lnf.infn.it Abstract Tre appuntamenti organizzati dall’INFN per scoprire i segreti della fisica delle alte energie: il 13 e il 24 febbraio all’Università degli Studi di Trieste e il 21 marzo all’Università Mostra nel diario Off
Units piange Claudio Amadio, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni Read more about Units piange Claudio Amadio, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni Immagine amadio.jpg Data notizia Tue, 14/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia L’Università di Trieste e il Dipartimento di Ingegneria e Architettura piangono la prematura e improvvisa scomparsa del collega Claudio Amadio, già Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni e in quiescenza dal 30 dicembre scorso. Una grave perdita umana e professionale che coglie di sprovvista la comunità scientifica dell’Ateneo triestino, e non solo. L’umanità, la competenza, la passione per l’insegnamento e la dedizione che ha sempre trasmesso ai suoi studenti, resteranno vivo ricordo in varie generazioni di Ingegneri Civili formatisi all’Università di Trieste. Allo stesso tempo, le capacità, la lealtà intellettuale e la serietà del suo costante impegno resteranno nella memoria di tutti i colleghi che hanno avuto la fortuna e l’onore di poterlo conoscere. Claudio Amadio, laureatosi all’Università di Trieste, ha iniziato la carriera accademica in qualità di ricercatore nell’allora Dipartimento di Ingegneria Civile, poi Professore Associato e quindi Ordinario. In tale ruolo ha tenuto numerosi insegnamenti del settore scientifico disciplinare di Tecnica delle costruzioni, compresi quello di Costruzioni in Acciaio, Progetto di strutture, Costruzioni in Zona Sismica. La sua attività scientifica, particolarmente ricca e sempre ampia negli anni, ha riguardato ricerche teoriche, numeriche e sperimentali svolte su temi di base e applicativi relativi alle strutture in acciaio, composte acciaio-calcestruzzo, legno, vetro, sia per nuove costruzioni che per interventi sull’esistente. Amadio è stato coautore di oltre 250 lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali e atti di convegno internazionali. Responsabile scientifico di numerosi progetti e unità di ricerca locali, tra cui due PRIN e numerosi task RELUIS, in collaborazione con numerosi Atenei e realtà industriali. Negli anni, ha tenuto numerosi corsi di formazione professionale presso gli Ordini degli Ingegneri delle Provincie di Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone, Treviso, Venezia. Di particolare rilievo la sua partecipazione a gruppi di lavoro e di studio e a commissioni, nazionali e internazionali, riguardanti vari aspetti strutturali. Tra questi spiccano il Gruppo di studio che ha predisposto la norma CNR-DT 210/2013 “Istruzioni per il progetto, l’esecuzione e il controllo delle strutture di vetro”; il Gruppo di lavoro dell’UNI sulle strutture in vetro, la sottocommissione CEN GLASS 11 per la stesura del nuovo Eurocodice sulle strutture in vetro, e molti altri. Docente afferente al Dottorato di Ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile prima, e Ingegneria Civile e Architettura (Dottorato Inter-Ateneo tra le Università di Trieste e Udine) a partire dal 2016. Claudio Amadio è stato inoltre direttore del Master Universitario di II° livello in “Progettazione Antisismica delle Costruzioni” (MUPAC), tenutosi presso il Polo Universitario di Gorizia dal 2007 al 2011. Negli anni, è stato Coordinatore del Corso di Studi per la Laurea Triennale e Magistrale in Ingegneria Civile presso l’Ateneo triestino. Relatore di oltre 100 laureandi e numerosi Dottori di Ricerca, ha sempre mantenuto viva la passione per la ricerca. Di particolare interesse le tematiche inerenti la formulazione di elementi finiti per lo studio delle strutture; la dinamica lineare e non lineare, formulazioni variazionali; il comportamento di murature; l’analisi di collegamenti semi-rigidi composti e analisi di telai composti semicontinui in zona sismica; la progettazione di travi composte acciaio calcestruzzo, pannelli sandwich; travi composte legno-calcestruzzo e unioni legno-legno; le strutture speciali in acciaio, vetro o vetro-acciaio; l’ottimizzazione strutturale e l’analisi sismica di svariate tipologie e sistemi strutturali. Lascia un gran vuoto tra i colleghi che hanno avuto modo di incontrarlo in vari contesti di didattica e ricerca e di confrontarsi fino all'ultimo su progetti in corso, ma anche negli studenti che ha sempre continuato a motivare con la passione e la dedizione di sempre. Mostra nel diario Off
Caffè corretto Scienza: Gli aspetti medici della funzione cardiaca e le variazioni indotte dalle emozioni Read more about Caffè corretto Scienza: Gli aspetti medici della funzione cardiaca e le variazioni indotte dalle emozioni Immagine caffe_corretto_scienza_img_1.png Data notizia Tue, 14/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia "Caffè corretto Scienza. La curiosità rende liberi" prosegue con il quinto e ultimo incontro del suo palinsesto “dal vivo”, dal titolo "Fidati del tuo cuore - Gli aspetti medici della funzione cardiaca e le variazioni indotte dalle emozioni". L’appuntamento, libero e gratuito, si svolgerà presso la Sala del Ridotto del Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone venerdì 17 febbraio 2023 dalle ore 18 alle ore 20 (Via Roma 3, Pordenone). L’evento è patrocinato dal Comune di Pordenone. La rassegna, ideata dall’Università di Trieste e finanziata da Regione FVG, prevede un ciclo di cinque incontri con il pubblico in altrettanti comuni del Friuli Venezia Giulia (calendario completo su www.units.it/caffe-corretto-scienza). L’incontro prevede un dialogo tra il prof. Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore e il prof. Gianfranco Sinagra, docente di cardiologia dell’Università di Trieste, sulla correlazione tra gli aspetti emotivi e medici della funzione cardiaca. La variabilità della frequenza cardiaca, ovvero la misura del tempo che trascorre tra due battiti successivi, non è costante. C’è una forte relazione con le emozioni: ad esempio, quando sperimentiamo stress e rabbia, frustrazione, dispiacere o ansia, il ritmo cardiaco diventa infatti caotico e disordinato. Il cuore è storicamente considerato come l’organo che genera i nostri sentimenti, mentre oggi sappiamo che è “vittima” di impulsi che originano nel sistema nervoso. Come definire un’emozione da un punto di vista psichiatrico e cardiologico? Esistono davvero degli stati d’animo che possono interrompere la funzione cardiaca? Un dialogo per provare a decodificare il legame tra cuore e cervello. Moderatore della serata sarà il giornalista Marco Stabile, con la partecipazione di Katia Rupel, ricercatrice dell’Università di Trieste. Il format del dialogo verrà arricchito da alcuni video-contributi registrati in collaborazione con gli studenti di medicina dell’Università di Trieste, contenenti domande per i relatori e interpretazioni personali del tema della serata. L’incontro verrà introdotto da Daniela Pavan, direttrice della Cardiologia di Pordenone, e dal responsabile scientifico dell’iniziativa Matteo Biasotto, docente dell’Università di Trieste. La serata si avvale della collaborazione di Bonawentura/Teatro Miela di Trieste. Un dialogo sulla ricerca scientifica e sulla comunicazione e divulgazione della stessa, per rafforzare fiducia e consapevolezza nei cittadini. I relatori: Gianfranco Sinagra è nato e si è laureato in medicina a Palermo, per poi specializzarsi in Cardiologia all’Università degli Studi di Trieste. Dirige la struttura complessa di cardiologia, il dipartimento cardiovascolare e la scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste. È molto attivo nel campo della ricerca cardiologica, nell’ambito della quale ha pubblicato numerosi articoli su riviste di rilevanza internazionale. Vittorino Andreoli è nato a e si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Padova. È specialista in Psichiatria e in Neurologia. Ha svolto attività di ricerca presso l'Istituto di Farmacologia dell'Università di Milano, presso la Cambridge University e il Cornell Medical College di New York. Ha svolto attività clinica come psichiatra, è docente universitario, fondatore e membro di importanti società scientifiche del settore, tra cui la New York Academy of Sciences. È autore di numerosi saggi e grande esperto del cervello e della mente umani. Marco Stabile è giornalista professionista dal 2009. Conduttore del TG di Telequattro e di programmi come “Bagolando” e “Il caffè dello sport”. Ha condotto due edizioni del talk show di divulgazione scientifica “Caffè corretto Scienza”. Attualmente è coordinatore della redazione di Telequattro. Ha collaborato con numerose testate quali: ANSA, LA7, Telechiara e Tele8. Il progetto “Caffè corretto Scienza” Caffè corretto Scienza è un progetto di divulgazione scientifica ideato dall’Università di Trieste e finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Giunto alla terza edizione, è un ampliamento dei Caffè scientifici e letterari che l’Università di Trieste da anni organizza nei caffè storici: conversazioni informali tra studiosi ed esperti, in cui si affrontano argomenti di forte attualità con un approccio multidisciplinare e partecipativo. Responsabile scientifico dell’iniziativa è il docente dell’Università di Trieste Matteo Biasotto, (Dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e della salute) in collaborazione con Angelo Bassi (Dipartimento di Fisica), scienziato di riferimento a livello internazionale nel campo dei fondamenti della meccanica quantistica. Caffè corretto Scienza si avvale del partenariato del Comune di Pordenone, Comune di Sacile, International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), Immaginario Scientifico, Bonawentura/Teatro Miela e Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS. È un progetto di Trieste Città della Conoscenza, la rete che unisce le realtà della ricerca triestina e promuove il dialogo fra scienza e cittadinanza. Abstract Quinto ed ultimo incontro il 17 febbraio a Pordenone con Vittorino Andreoli e Gianfranco Sinagra Documenti allegati Document Locandina Mostra nel diario Off
Ferite difficili e medicina rigenerativa: UniTS e ICGEB insieme con una nuova terapia Read more about Ferite difficili e medicina rigenerativa: UniTS e ICGEB insieme con una nuova terapia Immagine svf_9344.full_size_1.jpg Data notizia Wed, 15/02/2023 - 12:00 Categoria notizia ateneo Testo notizia Una nuova terapia avanzata per la risoluzione efficace delle ferite difficili è stata pubblicata sulla rivista del gruppo Nature npj Regenerative Medicine. In questo studio è stato dimostrato come alcune cellule del grasso, che prendono il nome di frazione stromale vascolare (Stromal Vascular Fraction o SVF), sono in grado di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni a livello della ferita, con importante accelerazione dei tempi di guarigione. Le ferite difficili sono lesioni cutanee estremamente dolorose che non guariscono, anzi peggiorano con il tempo. Ciò è causato dalla coesistenza di patologie croniche sottostanti, in primis diabete e arteriopatie periferiche, che non consentono una adeguata vascolarizzazione della ferita, necessaria per garantire un sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti, e quindi la guarigione. Si tratta di una condizione frequente nelle persone che hanno più di 60 anni, almeno tanto quanto lo scompenso cardiaco, con importanti limitazioni nelle attività quotidiane. Le ricadute economiche sono importanti. Circa il 3% del budget sanitario globale viene speso per la cura delle ferite difficili, che richiedono terapie specialistiche e costose: in Italia oltre 3 miliardi di euro all’anno. A questo si aggiunge la riduzione delle capacità lavorative del malato e la necessità di assistenza sanitaria, a volte costante. Questa ricerca, guidata da Serena Zacchigna, responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) e docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Trieste, è stata resa possibile dal progetto PREFER - sviluppo di un PRodotto biocompatibile per la tErapia delle FERite difficili, finanziato dal Programma Operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 del Friuli-Venezia Giulia. Oltre a ICGEB e UNITS, hanno partecipato due aziende regionali, Zeta Research e Vivabiocell, capofila del progetto. “Le terapie attualmente disponibili si basano sull’applicazione di sostituti cutanei per promuovere la cicatrizzazione delle ferite - spiega Zacchigna - Tuttavia la loro efficacia è limitata dalla vascolarizzazione inadeguata che solitamente sta alla base di questa malattia”. Come funziona questa nuova terapia? “Abbiamo prelevato le cellule derivate dal tessuto adiposo dei pazienti per applicarle sul letto della ferita. A distanza di qualche giorno abbiamo osservato la formazione di una nuova rete vascolare, funzionale e connessa con i vasi pre-esistenti”. “Il ripristino di un adeguato afflusso di sangue a livello della ferita è fondamentale per supportare la guarigione della lesione cutanea”, continua Giovanni Papa, docente UNITS e Direttore della Unità di Chirurgia Plastica dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), che ha fornito le cellule e consentito la validazione dell’efficacia. La collaborazione tra accademia e impresa ha permesso di ottenere questo primo traguardo verso una migliore cura e qualità di vita per le persone con ferite difficili. Fondamentale in questo percorso è stata la partecipazione di VivaBioCell, azienda leader nella produzione di bioreattori per terapie cellulari, che ha apportato la propria esperienza industriale e la capacità di trasformare i risultati della ricerca in soluzioni implementabili in una realtà clinica. “Il lavoro congiunto tra noi ricercatori accademici, i clinici ospedalieri e il reparto ricerca e sviluppo industriale è stato essenziale per definire degli obiettivi concreti, compatibili con le esigenze del processo di scalabilità industriale – afferma Roman Vuerich, primo autore del lavoro e studente di dottorato presso UNITS e ICGEB - Questo progetto è stato un esempio di come la sinergia tra accademia e impresa possa portare a soluzioni concrete per le sfide della salute pubblica.” “Siamo confidenti che questa collaborazione possa continuare in futuro per portare un prodotto di terapia avanzata ai pazienti e che funga da faro per promuovere altri progetti di collaborazione tra centri di ricerca, ospedali e industria. Solo grazie a finanziamenti che sostengano la sinergia tra queste realtà potremo far sì che i risultati della ricerca arrivino ai malati e che questo possa accadere anche in Italia” concludono Zacchigna e Papa. Mostra nel diario Off