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Ad ASUGI la certificazione "Platino" di Accreditation Canada

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Accreditation Canada, organizzazione indipendente e senza fini di lucro che dal 1958 accredita servizi sanitari in tutto il mondo, ha concesso all'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina il premio "Platino".

L’accreditamento all’eccellenza di ASUGI ha visto anche un importante coinvolgimento della parte accademicaper la prima volta in Italia è stata infatti rilasciata la “Certificazione per i Centri Accademici e di Ricerca” che coinvolge sia l’Università degli Studi di Trieste, sia la Struttura “Ricerca e Innovazione Clinico Assistenziale” dell’Azienda sanitaria locale. 

L’accreditamento all’eccellenza è un percorso volontario nel quale un Ente esterno valuta un’organizzazione sanitaria per determinare se corrisponda a standard finalizzati a mantenere e migliorare la qualità dell’assistenza.

Il percorso per l’accreditamento all’eccellenza è stato avviato nel giugno 2021: dopo la formazione iniziale, sono stati costituiti più di 30 team che si sono occupati dei diversi standard, esaminando l’esistente e avviando i percorsi di miglioramento per riuscire a raggiungere gli standard previsti sia per le attività ospedaliere che per quelle territoriali.

 

 

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Addio al grande naturalista Livio Poldini

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È scomparso all’età di 93 anni il Prof. Livio Poldini, già professore ordinario di Ecologia vegetale e dal 2004 professore emerito del Dipartimento di Scienze della Vita.

Livio Poldini ha dedicato tutta la sua vita alla botanica e alla scienza della vegetazione, lavorando fino agli ultimi giorni con grande lucidità, passione e tenacia alla stesura del suo ultimo libro.

Per generazioni di studenti, ricercatori e appassionati il Prof. Poldini è stato una figura di riferimento nel campo della floristica e della vegetazione, dal grande carisma e indiscusso spessore culturale.

Laureatosi a Padova nel 1959, già curatore botanico presso il Museo civico di Storia naturale di Trieste (1958-1960), venne chiamato nel 1968 come assistente di Botanica dal prof. Sandro Pignatti, allora Direttore del nuovo Istituto di Botanica, dopo un periodo in cui era stato libero docente, diventando quindi professore ordinario nel 1976.

La sua attività scientifica, concretizzata in più di 300 pubblicazioni (tra cui diverse importanti monografie), era concentrata su floristica, fitogeografia e fitosociologia della regione nord-Adriatica, con interessi estesi alla fitochimica, alla cartografia vegetazionale e alla gestione ambientale. Da naturalista a tutto tondo, portò un contributo fondamentale nella definizione della rete dei parchi e delle riserve naturali del Friuli Venezia Giulia e dei loro strumenti valutativi e gestionali, e quindi nella gestione a livello locale del progetto “Natura 2000 – BioItaly”, di cui fu uno dei promotori a livello nazionale.

Socio della Società Botanica Italiana, della Società di Scienza della Vegetazione, della Società est-alpino-dinarica di Fitosociologia e di molteplici altre società scientifiche, era membro corrispondente dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Lubiana (Slovenia), revisore regionale per Hegi “Illustrierte Flora von Mitteleuropa”, referente regionale per il progetto “Atlas Florae Europaeae” (Helsinki), nonché componente dei Comitati redazionali di diverse riviste italiane e internazionali.

Instancabile escursionista, con un gruppo di appassionati si prefisse di esplorare ogni montagna, valle e angolo della nostra regione, descrivendo (da solo o in collaborazione con colleghi) un importante numero di nuove specie e mappando la distribuzione di migliaia di piante. A rimarcare il suo importante contributo alla conoscenza della flora e vegetazione di questo angolo del mondo, gli sono state dedicate due specie, Pinguicula poldinii J.Steiger & Casper e Ranunculus poldinii Dunkel.

Grande maestro per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e collaborare con lui, con Poldini scompare una figura sempre più rara, quella del naturalista, di cui questo mondo ha invece sempre più bisogno.

 

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Assegnata a UniTS la Rosa d'Argento di Confcommercio

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L'Università di Trieste ha ricevuto la Rosa d'Argento 2024, riconoscimento che la Confcommercio provinciale assegna a quanti, grazie al loro impegno professionale e ai risultati raggiunti, hanno contribuito alla crescita del prestigio del capoluogo giuliano.

Il premio, giunto alla 42esima edizione, è stato consegnato al rettore Roberto Di Lenarda nel corso dell'evento "Buon Anno Trieste", che si è svolto al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Politeama Rossetti”.

Confcommercio ha motivato l'attribuzione del riconoscimento sottolineando il percorso storico dell'Ateneo giuliano, l'importanza della sua crescita nel corso di questo secolo di vita per lo sviluppo del territorio, i livelli di eccellenza raggiunti e la sua reputazione internazionale:

«Nonostante l’aspirazione della città di disporre di un proprio ateneo risalga al XVIII secolo, in concomitanza con lo sviluppo portuale ed emporiale del territorio, è solo con il regio decreto dell’8 agosto 1924 che a Trieste nacque l’”Università degli Studi Economici e Commerciali”, di cui il primo Rettore fu l’insigne giurista Alberto Asquini.

Con il passare degli anni, l’ateneo, dove hanno insegnato docenti illustri e appreso studenti destinati a divenire figure importanti in vari ambiti professionali e settori della conoscenza, ha sviluppato costantemente la propria offerta formativa che oggi conta oltre 120, fra corsi di laurea, laurea magistrale, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, master di 1° e 2° livello, corsi di perfezionamento corsi di perfezionamento e alta formazione.

Una realtà quella del nostro Ateneo che investe anche nello sviluppo del polo universitario di Gorizia e che è riconosciuto come una delle migliori università italiane: è infatti stabilmente ai vertici delle classifiche nazionali, oltre ad essere tra i pochi atenei italiani presenti anche nei ranking internazionali.Il sistema di valutazione del Ministero dell’Università e della Ricerca l'ha collocato nella Fascia A, quella di eccellenza, grazie a qualità dell’offerta formativa, attenzione per la crescita anche personale degli studenti e vocazione internazionale.

Un ateneo divenuto il baricentro della ricerca scientifica e tecnologica del territorio e che contribuisce incessantemente alla nascita e crescita di numerosi soggetti ed enti componenti il Sistema Trieste. Un’università, da ultimo, capace pure di attrarre studenti e ricercatori da ogni dove che hanno contribuito a rafforzare apertura alla diversità, all’inclusione e alla dinamicità della città tutta. Ed è alla luce di tutto ciò che desideriamo assegnare all’Università di Trieste, di cui ricorre peraltro il Centenario, la “Rosa d’Argento». 

Tra i premi assegnati nel corso della serata una Rosa di Cristallo è stata assegnata anche ad Anna Gregorio, docente di Astrofisica dell'Università di Trieste, per la sua fama internazionale di studiosa che ha collaborato alla definizione di numerose applicazioni e strumentazioni di altissimo livello, dai telescopi ai nano satelliti, inseriti anche nell’ambito di missioni spaziali. È stato, inoltre, sottolineato come i suoi studi abbiano consentito l’attuazione di progettualità innovative utili anche al mondo produttivo più avanzato.

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All'Ateneo giuliano la 42esima edizione del premio attribuito a quanti hanno contribuito alla crescita del prestigio di Trieste. Ad Anna Gregorio assegnata una Rosa di Cristallo
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UniTS ricorda il ricercatore Guglielmo Zingone

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È scomparso improvvisamente il dott. Guglielmo Zingone, ricercatore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste.

Laurea in Farmacia, dal 1991 aveva svolto il ruolo di collaboratore tecnico presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche incaricato, in particolare, del Laboratorio Galenico. Da novembre 2000 aveva poi assunto il ruolo di ricercatore universitario alla Facoltà di Farmacia rivolgendo la sua attività di ricerca agli studi preformulativi e alla caratterizzazione dello stato solido.

Primo docente di Cosmetica dell’ateneo giuliano, per più di vent’anni Guglielmo Zingone ha tenuto corsi per gli studenti di CTF, Farmacia, Tecniche Erboristiche dell’Università di Trieste, Tecniche della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro e per il corso di perfezionamento in Fitoterapia.

Membro di diverse Commissioni del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche, Guglielmo Zingone ha contribuito costantemente non soltanto alla crescita del Dipartimento stesso ma anche alla cura della Didattica di Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche.

Instancabile relatore di tesi, ha laureato un numero davvero considerevole di studenti di Farmacia, Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e Tecniche Erboristiche, supervisionando oltre a innumerevoli elaborati compilativi, svariate tesi sperimentali svolte in Dipartimento o in aziende Cosmetiche, Farmaceutiche o nell’ambito di progetti Erasmus. È stato anche supervisore di due tesi di dottorato in Scienze Chimiche.

La sua improvvisa scomparsa coglie impreparati e profondamente commossi i colleghi, amici e i tanti studenti, lasciando un vuoto scientifico, didattico e ancora di più umano per l'amabilità, la generosità e il garbo che lo caratterizzavano.

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EUT partecipa alla fiera “books UP! I libri delle University Press”

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Nell’ambito del Macerata Humanities Festival che si terrà dal 27 al 30 settembre 2023, si svolgerà la fiera dedicata all’editoria universitaria “books UP! I libri delle University Press”, presso la Sala Sbriccoli del Casb (Piazza Oberdan, 4 – Macerata), il 27 e il 28 settembre 2023. Tra i protagonisti ci sarà anche EUT Edizioni Università di Trieste, con le collane, i periodici e le ultime novità editoriali.

Talk, incontri con gli autori, mostre: davvero molti gli appuntamenti tra cui scegliere. Il programma prevede anche un focus sul volume "Il potere del pifferaio magico. Dalle fake news al populismo digitale: la risposta della scienza", a cura di Gianna Fregonara (Upi), a partire dal quale il 28 settembre, ore 10-12, in Sala Sbriccoli, CASB, avrà luogo la Tavola rotonda:

"Informazione e fake news: la ricerca della verità e la critica delle fonti", moderata dalla dott.ssa Gianna Fregonara.

Sul catalogo del sito EUT si può prendere visione delle novità pubblicate, acquistabili sul sito della nostra casa editrice, ma anche scaricabili gratuitamente in formato pdf sull’Archivio digitale di Ateneo OpenstarTs.

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Edizioni Università di Trieste a Macerata
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Ue conferma North Adriatic Hydrogen Valley progetto “faro”. Il ruolo UniTS

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La proposta progettuale Horizon Europe “North Adriatic Hydrogen Valley”, presentata a settembre 2022 (HORIZON-JTI-CLEANH2-2022-06-01 - Hydrogen Valley large scale) è stata ammessa alla fase di preparazione del Grant Agreement che stabilirà nei prossimi mesi l’esatta destinazione e distribuzione del finanziamento.

La notizia è stata resa pubblica dalla Commissaria europea per l’Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani Mariya Gabriel  LEGGI 

Il ruolo dell’Università degli Studi di Trieste

UniTS è stata fra gli enti promotori della “North Adriatic Hydrogen Valley” già dal 2021 e attualmente è referente degli enti di ricerca del FVG coinvolti nel progetto.

In particolare, nel progetto Horizon Europe appena approvato dall’UE, l’ateneo si occuperà dello sviluppo di strumenti e modelli matematici a supporto della progettazione e della gestione degli impianti oltre che dell'attivazione di percorsi formativi dedicati alle nuove figure professionali richieste dall'utilizzo delle nuove tecnologie.

Il valore delle attività dell’Università degli Studi di Trieste nell’ambito del progetto “North Adriatic Hydrogen Valley” è di 800.000€, con un cofinanziamento al 50%.

“L’UE, con la decisione di finanziare con fondi Horizon Europe le Hydrogen Valley, ha impresso una fondamentale accelerazione alla realizzazione del progetto che riguarda anche il nostro territorio. Progetto per cui il nostro Ateneo si è adoperato fortemente favorendo l'interconnessione tra Regione Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, le aziende e la sinergia fra gli enti di ricerca del territorio in modo da amplificarne le potenzialità”, commenta il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda.

“La nostra è una zona in cui, grazie alla realizzazione della North Adriatic Hydrogen Valley, sarà possibile sviluppare forti economie di scala e sfruttare le risorse del ricco ecosistema della comunità scientifica del territorio al fine di abbassare il costo dell’idrogeno– ha commentato Rodolfo Taccani, Delegato del Rettore per il Trasferimento Tecnologico e i Rapporti con le imprese di UniTS - Queste valli rappresentano oggi delle zone di sperimentazione e l’obiettivo è quello di realizzarne un numero sempre maggiore in modo da collegarle ed estendere le regioni nelle quali si abbandonerà progressivamente l’utilizzo di fonti fossili a favore dell’energia rinnovabile. Energia raccolta, per quanto possibile, localmente limitando la dipendenza da Paesi lontani”. 

 

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L’ateneo svilupperà modelli matematici a supporto della progettazione e della gestione degli impianti e formerà figure professionali richieste dall'utilizzo delle nuove tecnologie
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Tecniche della Prevenzione primo partner italiano nella rete europea CONRIS per formare i futuri esperti di risk analysis

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Il Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, attivato presso l’Università degli Studi di Trieste, è stato ammesso come primo partner italiano nella rete europea CONRIS.

CONRIS (Cooperation Network for Risk, Safety e Security Studies) è una rete di università con corsi di laurea accreditati per la formazione di esperti nel campo della valutazione e gestione dei rischi, della sicurezza e della prevenzione. La rete CONRIS promuove la collaborazione tra corsi di laurea per favorire a livello europeo la crescita della cultura della sicurezza, attraverso la cooperazione nel settore della ricerca scientifica e tecnica sulle tematiche della risk analysis.

Il CdS in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro è un corso di laurea istituito nel 2003 con sede a Gorizia e forma professionisti esperti nel campo della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della tutela ambientale, della sicurezza alimentare e della prevenzione collettiva e sanità pubblica.

Il corso di studio di durata triennale offre un percorso formativo ad elevata valenza interdisciplinare, strutturato in insegnamenti specifici, tirocini pratici professionalizzanti, laboratori e seminari specialistici, diretti ad assicurare una visione unitaria e garantire solide conoscenze di base e competenze pratiche nell’ambito dei processi preventivi e di risk analysis nei diversi contesti di vita e del lavoro.

Le tematiche della sicurezza e della prevenzione sono estremamente attuali sia in campo ambientale, sia nei contesti lavorativi, sia nelle produzioni alimentari e molto spesso la gestione del rischio richiede un approccio integrato che sappia unire competenze multidisciplinari di tipo tecnico-scientifiche, giuridiche e sanitarie e una visione globale rispetto ai possibili impatti connessi ai fattori di rischio.

L’ingresso nella rete CONRIS rappresenta un riconoscimento della qualità didattica del Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione e costituisce un’importante opportunità per migliorare la preparazione dei futuri esperti della sicurezza, consentendo l’attivazione di programmi di scambio curricolare e di tirocinio Erasmus con gli altri partner della rete.

In un mondo globalizzato le tematiche della valutazione, gestione e comunicazione dei rischi non hanno confini e richiedono il contributo di professionisti capaci di intervenire in scenari complessi, interconnessi ed articolati.

In questa prospettiva, la possibilità di costruire percorsi formativi in un contesto europeo, sviluppando esperienze di studio, di tirocinio o ricerca presso altri atenei accreditati CONRIS rappresenta una straordinaria opportunità di crescita formativa e professionale per i futuri tecnici della prevenzione, che saranno chiamati ad affrontare le grandi sfide della sicurezza del futuro.

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Cooperation Network for Risk, Safety e Security Studies
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UniTS mai così a Sud: il record della nave “Laura Bassi” in Antartide raccontato da Ester Colizza

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Il 31 gennaio 2023 la nave rompighiaccio “Laura Bassi” ha raggiunto la latitudine di 78 gradi sud. Mai nessuna nave era arrivata così a meridione. La mancanza di ghiaccio dovuta al cambiamento climatico ha reso possibile questo record.

La ricercatrice del Dipartimento di Matematica e Geoscienze UniTS e direttrice del Museo Nazionale dell’Antartide-sezione di Trieste Ester Colizza, a bordo per effettuare ricerche scientifiche, ci ha inviato la cronaca dei primi giorni della spedizione.

“Anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare alla spedizione antartica italiana nel Mare di Ross. Si tratta della XXXVIII spedizione organizzata dal PNRA (Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide) ed è la mia ottava spedizione. Sono partita dall’Italia il 27 dicembre 2022 ed arrivata a Christchurch (Nuova Zelanda) il 29 dicembre 2022. Dopo qualche giorno di isolamento fiduciario, con altri 31 ricercatori e tecnici arrivati da tutta Italia e due ricercatori colombiani mi sono imbarcata sulla nave rompighiaccio Laura Bassi per partecipare al primo leg (campagna oceanografica) dei due previsti per questa spedizione. Il 6 gennaio 2023 la rompighiaccio ha mollato gli ormeggi dal porto di Littelton e ha posto la prua in direzione sud superando il 9 gennaio il 60° parallelo, che convenzionalmente segna l’entrata in territorio Antartico.

Il mare mosso e molto mosso che ha accompagnato tutta l’attraversata ha mollato la presa l’11 gennaio  quando abbiamo superato la cintura di ghiaccio marino che borda l’Antartide in questo periodo e siamo entrati nel Mare di Ross, meta delle nostre ricerche.

Abbiamo subito iniziato a lavorare. A bordo, in questo primo leg, ci sono 8 progetti di ricerca finanziati dal PNRA che si occupano di studiare diversi aspetti del mondo antartico: atmosfera, caratteristiche fisiche del corpo d’acqua e le forme di vita subacquee, cartografia e morfobatimetria dei fondali marini e, attraverso la raccolta di materiale sedimentario, quello che sta sotto i fondali marini. Il 17 gennaio siamo arrivati di fronte alla base italiana Mario Zucchelli (MZS) dove è sceso personale di ricerca e sono stati scaricati materiali destinati alla base. Abbiamo poi proseguito fino alla Baia delle Balene dove sono iniziate ricerche per studiare i parametri fisici dell’acqua marina e le specie ittiche che si sono adattate a vivere alle estreme condizioni antartiche. La mancanza di sea ice (ghiaccio marino) davanti alla Ross Ice Shelf, piattaforma di ghiaccio galleggiante che delimita la baia verso terra, ha permesso alla nave di arrivare alla latitudine di 78°44.208 S, il punto più meridionale raggiunto nel Mare di Ross da una nave.

Io sono coinvolta direttamente in uno di questi progetti, il progetto GRETA (cooling over the Victoria Land: resolving the Ross Sea response to continental climate change during the last two millennia - responsabile scientifico T.Tesi dell’ISP-CNR) che ha come scopo quello di misurare la variazione dell’estensione del ghiaccio marino e la temperatura del mare negli ultimi 2000 anni attraverso lo studio di sedimenti marini raccolti in particolari aree costiere del Mare di Ross occidentale. Durante questo primo leg ho collaborato anche con un altro progetto che ha recuperato campioni di sedimento per studiare l’avanzamento e il ritiro dei ghiacci avvenuti nel tempo nella baia di Terranova, di fronte alla base italiana.

Nei prossimi giorni arriveremo nella base italiana dove saranno sbarcati i ricercatori del primo leg che hanno concluso l’attività del loro progetto e ne imbarchiamo altri che lavoreranno nel leg del mese di febbraio. Io rimango a bordo perché coinvolta in uno di questi altri progetti.

Il materiale sedimentario raccolto sarà poi portato in Italia, stoccato presso il Sorting Center del Museo Nazionale dell’Antartide sezione di Trieste, successivamente analizzato e studiato.

L’arrivo a Littelton è previsto per il 7 marzo: il giorno dopo si riparte per l’Italia.”

La rotta fatta dalla nave durante tutta la 38° spedizione può essere seguita sul sito MYWAY at home attivato da ENEA, responsabile logistico della campagna.

La cronaca della spedizione è curata dal giornalista Stefano Valentino, che partecipa alla campagna oceanografica.  

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La ricercatrice del DMG è a bordo della nave rompighiaccio che ha raggiunto la latitudine di 78 gradi sud
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Costruito in laboratorio il primo "abaco quantistico"

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Un nuovo studio riporta la prima realizzazione sperimentale di un potenziale quantistico con energie date da sequenze di numeri primi e apre la strada a un nuovo approccio per indagare problemi matematici legati alla teoria dei numeri grazie alla fisica quantistica.

Siete curiosi di sapere se un numero intero molto grande è primo o meno? Oppure se è un ‘lucky number’? Un nuovo studio della SISSA, svolto in collaborazione con l’Università di Trieste e con l’Università di Saint Andrews, propone un innovativo metodo che potrebbe aiutare a rispondere a quesiti di questo genere grazie alla fisica, una specie di ‘abaco quantistico’. Combinando lavoro teorico e sperimentale, gli studiosi sono riusciti a riprodurre con tecniche laser olografiche un potenziale quantistico con livelli energetici corrispondenti ai primi 15 numeri primi e ai primi 10 ‘lucky numbers’. Questo risultato, pubblicato su PNAS Nexus, apre la strada alla realizzazione di potenziali aventi comeenergie quantistiche arbitrarie sequenze finite di interi e alla possibilità di affrontare quesiti matematici legati alla teoria dei numeri con esperimenti di meccanica quantistica.

“Ogni sistema fisico è caratterizzato da un proprio insieme di livellienergetici che altro non sono che la sua carta d’identità” spiega Giuseppe Mussardo, fisico teorico della SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. “In questo lavoro abbiamo invertito il ragionamento: prendendo una sequenza aritmetica, per esempio quella dei numeri primi, è possibile ottenere un sistema quantistico che abbia come livelli energetici esattamente questi numeri?” La risposta è affermativa, come mostra lo studio pubblicato su PNAS Nexus. I ricercatori hanno fatto uso di un sistema di equazioni differenziali che permette di calcolare il potenziale che appare nell’equazione di Schrödinger di un sistema quantistico, i cui stati di energia corrispondono a una sequenza finita di numeri interi, estratti da una serie specifica, come ad esempio nel caso dei numeri primi o dei ‘lucky numbers’, loro cugini prossimi. Utilizzando quindi sofisticate tecniche sperimentali olografiche sono stati in grado di creare delle trappole di luce con profili di intensità corrispondenti al potenziale definito teoricamente. “Per ora abbiamo calcolato e creato in laboratorio il potenziale quantistico basato sui primi 15 numeri primi e i primi 10 ‘lucky numbers’”, continua Giuseppe Mussardo, “ma si potrebbe applicare, in linea di principio, ad altre sequenze numeriche, anche infinitamente lunghe, purché in questo caso i numeri non crescano troppo velocemente. Più precisamente la sequenza infinita deve crescere meno di N al quadrato”.

La parte sperimentale del lavoro ha richiesto l’impiego di tecniche olografiche complesse ed è stata eseguita dal gruppo di Donatella Cassettari dell’Università di Saint Andrews. “La realizzazione di questi potenziali quantistici costituisce un test stringente delle tecniche olografiche che sono state recentemente sviluppate dal mio gruppo”, commenta la ricercatrice. “Questo studio dimostra che complicati profili di intensità possono essere realizzati con una buona accuratezza. Ci sono molte direzioni interessanti che posso essere intraprese basandosi su questi risultati, per esempio potenziali con un numero maggiore di livelli energetici. In futuro sarà interessante testare il limite di queste tecniche”.

“Il nostro lavoro mostra l’attuabilità di questo metodo e apre la strada all’esplorazione di genuine questioni matematiche e di manipolazioni aritmetiche mediante esperimenti di meccanica quantistica, una specie di ‘abaco quantistico’”, osserva Andrea Trombettoni, fisico dell’Università di Trieste. “Il metodo utilizzato e le sue possibili generalizzazioni possono inoltre condurre a nuove applicazioni nel campo delle tecnologie quantistiche, oggi al centro di grande lavoro e interesse. Rappresenta infatti un possibile ingrediente di base per una nuova classe di dispositivi, in cui ideare e testare nuovi algoritmi rilevanti per letecnologie quantistiche, e in particolare per la computazione quantistica”, conclude il ricercatore.

Full paper: https://bit.ly/3ZLFKFu

 

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Un nuovo studio riporta la prima realizzazione sperimentale di un potenziale quantistico con energie date da sequenze di numeri primi
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World Cancer Day: le iniziative UniTS

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Il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day, promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Le malattie oncologiche hanno un grande nemico: la ricerca, i cui progressi offrono di anno in anno sistemi di diagnosi e terapie più efficaci e tollerate dai pazienti.

UniTS fa parte dei tanti enti che contribuiscono alla lotta contro il cancro. Quest’anno, il 16 febbraio dalle 14.30 nell’Aula Magna dell’Edificio H3, si svolgerà l’incontro aperto a tutti “UniTS contro il cancro” che affronterà il tema in modo divulgativo dal punto di vista di Ricerca, Prevenzione, Psicologia e Cure palliative. L’evento, accessibile anche in streaming avrà come relatori medici e docenti universitari che spiegheranno “cosa, quando, come e perché” un malato oncologico può fare pre e post diagnosi. Con un occhio di riguardo alla prevenzione e al sentimento di fiducia e speranza che deve accompagnare tutto il percorso di cura.

L’evento ha il patrocinio di ASUGI e LILT.

PROGRAMMA DEFINITIVO DISPONIBILE A BREVE SU UNITS.IT

Per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone, infine, nelle giornate del 4 e 5 febbraio 2023 l’ateneo si tingerà di blu e arancione, colori ufficiali di World Cancer Day

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