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Units piange Claudio Amadio, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni

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L’Università di Trieste e il Dipartimento di Ingegneria e Architettura piangono la prematura e improvvisa scomparsa del collega Claudio Amadio, già Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni e in quiescenza dal 30 dicembre scorso.

Una grave perdita umana e professionale che coglie di sprovvista la comunità scientifica dell’Ateneo triestino, e non solo. L’umanità, la competenza, la passione per l’insegnamento e la dedizione che ha sempre trasmesso ai suoi studenti, resteranno vivo ricordo in varie generazioni di Ingegneri Civili formatisi all’Università di Trieste. Allo stesso tempo, le capacità, la lealtà intellettuale e la serietà del suo costante impegno resteranno nella memoria di tutti i colleghi che hanno avuto la fortuna e l’onore di poterlo conoscere.

Claudio Amadio, laureatosi all’Università di Trieste, ha iniziato la carriera accademica in qualità di ricercatore nell’allora Dipartimento di Ingegneria Civile, poi Professore Associato e quindi Ordinario. In tale ruolo ha tenuto numerosi insegnamenti del settore scientifico disciplinare di Tecnica delle costruzioni, compresi quello di Costruzioni in Acciaio, Progetto di strutture, Costruzioni in Zona Sismica.

La sua attività scientifica, particolarmente ricca e sempre ampia negli anni, ha riguardato ricerche teoriche, numeriche e sperimentali svolte su temi di base e applicativi relativi alle strutture in acciaio, composte acciaio-calcestruzzo, legno, vetro, sia per nuove costruzioni che per interventi sull’esistente.

Amadio è stato coautore di oltre 250 lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali e atti di convegno internazionali. Responsabile scientifico di numerosi progetti e unità di ricerca locali, tra cui due PRIN e numerosi task RELUIS, in collaborazione con numerosi Atenei e realtà industriali. Negli anni, ha tenuto numerosi corsi di formazione professionale presso gli Ordini degli Ingegneri delle Provincie di Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone, Treviso, Venezia.

Di particolare rilievo la sua partecipazione a gruppi di lavoro e di studio e a commissioni, nazionali e internazionali, riguardanti vari aspetti strutturali. Tra questi spiccano il Gruppo di studio che ha predisposto la norma CNR-DT 210/2013 “Istruzioni per il progetto, l’esecuzione e il controllo delle strutture di vetro”; il Gruppo di lavoro dell’UNI sulle strutture in vetro, la sottocommissione CEN GLASS 11 per la stesura del nuovo Eurocodice sulle strutture in vetro, e molti altri. Docente afferente al Dottorato di Ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile prima, e Ingegneria Civile e Architettura (Dottorato Inter-Ateneo tra le Università di Trieste e Udine) a partire dal 2016.

Claudio Amadio è stato inoltre direttore del Master Universitario di II° livello in “Progettazione Antisismica delle Costruzioni” (MUPAC), tenutosi presso il Polo Universitario di Gorizia dal 2007 al 2011. Negli anni, è stato Coordinatore del Corso di Studi per la Laurea Triennale e Magistrale in Ingegneria Civile presso l’Ateneo triestino. Relatore di oltre 100 laureandi e numerosi Dottori di Ricerca, ha sempre mantenuto viva la passione per la ricerca. Di particolare interesse le tematiche inerenti la formulazione di elementi finiti per lo studio delle strutture; la dinamica lineare e non lineare, formulazioni variazionali; il comportamento di murature; l’analisi di collegamenti semi-rigidi composti e analisi di telai composti semicontinui in zona sismica; la progettazione di travi composte acciaio calcestruzzo, pannelli sandwich; travi composte legno-calcestruzzo e unioni legno-legno; le strutture speciali in acciaio, vetro o vetro-acciaio; l’ottimizzazione strutturale e l’analisi sismica di svariate tipologie e sistemi strutturali.

Lascia un gran vuoto tra i colleghi che hanno avuto modo di incontrarlo in vari contesti di didattica e ricerca e di confrontarsi fino all'ultimo su progetti in corso, ma anche negli studenti che ha sempre continuato a motivare con la passione e la dedizione di sempre.

 

 

 

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Caffè corretto Scienza: Gli aspetti medici della funzione cardiaca e le variazioni indotte dalle emozioni

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"Caffè corretto Scienza. La curiosità rende liberi" prosegue con il quinto e ultimo incontro del suo palinsesto “dal vivo”, dal titolo "Fidati del tuo cuore - Gli aspetti medici della funzione cardiaca e le variazioni indotte dalle emozioni". L’appuntamento, libero e gratuito, si svolgerà presso la Sala del Ridotto del Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone venerdì 17 febbraio 2023 dalle ore 18 alle ore 20 (Via Roma 3, Pordenone). L’evento è patrocinato dal Comune di Pordenone.

La rassegna, ideata dall’Università di Trieste e finanziata da Regione FVG, prevede un ciclo di cinque incontri con il pubblico in altrettanti comuni del Friuli Venezia Giulia (calendario completo su www.units.it/caffe-corretto-scienza).

L’incontro prevede un dialogo tra il prof. Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore e il prof. Gianfranco Sinagra, docente di cardiologia dell’Università di Trieste, sulla correlazione tra gli aspetti emotivi e medici della funzione cardiaca. La variabilità della frequenza cardiaca, ovvero la misura del tempo che trascorre tra due battiti successivi, non è costante. C’è una forte relazione con le emozioni: ad esempio, quando sperimentiamo stress e rabbia, frustrazione, dispiacere o ansia, il ritmo cardiaco diventa infatti caotico e disordinato. Il cuore è storicamente considerato come l’organo che genera i nostri sentimenti, mentre oggi sappiamo che è “vittima” di impulsi che originano nel sistema nervoso. Come definire un’emozione da un punto di vista psichiatrico e cardiologico? Esistono davvero degli stati d’animo che possono interrompere la funzione cardiaca? Un dialogo per provare a decodificare il legame tra cuore e cervello.

Moderatore della serata sarà il giornalista Marco Stabile, con la partecipazione di Katia Rupel, ricercatrice dell’Università di Trieste. Il format del dialogo verrà arricchito da alcuni video-contributi registrati in collaborazione con gli studenti di medicina dell’Università di Trieste, contenenti domande per i relatori e interpretazioni personali del tema della serata.

L’incontro verrà introdotto da Daniela Pavan, direttrice della Cardiologia di Pordenone, e dal responsabile scientifico dell’iniziativa Matteo Biasotto, docente dell’Università di Trieste. La serata si avvale della collaborazione di Bonawentura/Teatro Miela di Trieste.

Un dialogo sulla ricerca scientifica e sulla comunicazione e divulgazione della stessa, per rafforzare fiducia e consapevolezza nei cittadini.

I relatori:

Gianfranco Sinagra è nato e si è laureato in medicina a Palermo, per poi specializzarsi in Cardiologia all’Università degli Studi di Trieste. Dirige la struttura complessa di cardiologia, il dipartimento cardiovascolare e la scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste. È molto attivo nel campo della ricerca cardiologica, nell’ambito della quale ha pubblicato numerosi articoli su riviste di rilevanza internazionale.

Vittorino Andreoli è nato a e si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Padova. È specialista in Psichiatria e in Neurologia. Ha svolto attività di ricerca presso l'Istituto di Farmacologia dell'Università di Milano, presso la Cambridge University e il Cornell Medical College di New York. Ha svolto attività clinica come psichiatra, è docente universitario, fondatore e membro di importanti società scientifiche del settore, tra cui la New York Academy of Sciences. È autore di numerosi saggi e grande esperto del cervello e della mente umani.

Marco Stabile è giornalista professionista dal 2009. Conduttore del TG di Telequattro e di programmi come “Bagolando” e “Il caffè dello sport”. Ha condotto due edizioni del talk show di divulgazione scientifica “Caffè corretto Scienza”. Attualmente è coordinatore della redazione di Telequattro. Ha collaborato con numerose testate quali: ANSA, LA7, Telechiara e Tele8.

Il progetto “Caffè corretto Scienza”

Caffè corretto Scienza è un progetto di divulgazione scientifica ideato dall’Università di Trieste e finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Giunto alla terza edizione, è un ampliamento dei Caffè scientifici e letterari che l’Università di Trieste da anni organizza nei caffè storici: conversazioni informali tra studiosi ed esperti, in cui si affrontano argomenti di forte attualità con un approccio multidisciplinare e partecipativo.

Responsabile scientifico dell’iniziativa è il docente dell’Università di Trieste Matteo Biasotto, (Dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e della salute) in collaborazione con Angelo Bassi (Dipartimento di Fisica), scienziato di riferimento a livello internazionale nel campo dei fondamenti della meccanica quantistica.

Caffè corretto Scienza si avvale del partenariato del Comune di Pordenone, Comune di Sacile, International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), Immaginario Scientifico, Bonawentura/Teatro Miela e Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS.

È un progetto di Trieste Città della Conoscenza, la rete che unisce le realtà della ricerca triestina e promuove il dialogo fra scienza e cittadinanza.

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Quinto ed ultimo incontro il 17 febbraio a Pordenone con Vittorino Andreoli e Gianfranco Sinagra
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Ferite difficili e medicina rigenerativa: UniTS e ICGEB insieme con una nuova terapia

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Una nuova terapia avanzata per la risoluzione efficace delle ferite difficili è stata pubblicata sulla rivista del gruppo Nature npj Regenerative Medicine. In questo studio è stato dimostrato come alcune cellule del grasso, che prendono il nome di frazione stromale vascolare (Stromal Vascular Fraction o SVF), sono in grado di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni a livello della ferita, con importante accelerazione dei tempi di guarigione.

Le ferite difficili sono lesioni cutanee estremamente dolorose che non guariscono, anzi peggiorano con il tempo. Ciò è causato dalla coesistenza di patologie croniche sottostanti, in primis diabete e arteriopatie periferiche, che non consentono una adeguata vascolarizzazione della ferita, necessaria per garantire un sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti, e quindi la guarigione.

Si tratta di una condizione frequente nelle persone che hanno più di 60 anni, almeno tanto quanto lo scompenso cardiaco, con importanti limitazioni nelle attività quotidiane.

Le ricadute economiche sono importanti. Circa il 3% del budget sanitario globale viene speso per la cura delle ferite difficili, che richiedono terapie specialistiche e costose: in Italia oltre 3 miliardi di euro all’anno. A questo si aggiunge la riduzione delle capacità lavorative del malato e la necessità di assistenza sanitaria, a volte costante.

Questa ricerca, guidata da Serena Zacchigna, responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) e docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Trieste, è stata resa possibile dal progetto PREFER - sviluppo di un PRodotto biocompatibile per la tErapia delle FERite difficili, finanziato dal Programma Operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 del Friuli-Venezia Giulia. Oltre a ICGEB e UNITS, hanno partecipato due aziende regionali, Zeta Research e Vivabiocell, capofila del progetto.

“Le terapie attualmente disponibili si basano sull’applicazione di sostituti cutanei per promuovere la cicatrizzazione delle ferite - spiega Zacchigna - Tuttavia la loro efficacia è limitata dalla vascolarizzazione inadeguata che solitamente sta alla base di questa malattia”. Come funziona questa nuova terapia? “Abbiamo prelevato le cellule derivate dal tessuto adiposo dei pazienti per applicarle sul letto della ferita. A distanza di qualche giorno abbiamo osservato la formazione di una nuova rete vascolare, funzionale e connessa con i vasi pre-esistenti”.

“Il ripristino di un adeguato afflusso di sangue a livello della ferita è fondamentale per supportare la guarigione della lesione cutanea”, continua Giovanni Papa, docente UNITS e Direttore della Unità di Chirurgia Plastica dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), che ha fornito le cellule e consentito la validazione dell’efficacia.

La collaborazione tra accademia e impresa ha permesso di ottenere questo primo traguardo verso una migliore cura e qualità di vita per le persone con ferite difficili. Fondamentale in questo percorso è stata la partecipazione di VivaBioCell, azienda leader nella produzione di bioreattori per terapie cellulari, che ha apportato la propria esperienza industriale e la capacità di trasformare i risultati della ricerca in soluzioni implementabili in una realtà clinica.

“Il lavoro congiunto tra noi ricercatori accademici, i clinici ospedalieri e il reparto ricerca e sviluppo industriale è stato essenziale per definire degli obiettivi concreti, compatibili con le esigenze del processo di scalabilità industriale – afferma Roman Vuerich, primo autore del lavoro e studente di dottorato presso UNITS e ICGEB - Questo progetto è stato un esempio di come la sinergia tra accademia e impresa possa portare a soluzioni concrete per le sfide della salute pubblica.”

“Siamo confidenti che questa collaborazione possa continuare in futuro per portare un prodotto di terapia avanzata ai pazienti e che funga da faro per promuovere altri progetti di collaborazione tra centri di ricerca, ospedali e industria. Solo grazie a finanziamenti che sostengano la sinergia tra queste realtà potremo far sì che i risultati della ricerca arrivino ai malati e che questo possa accadere anche in Italia” concludono Zacchigna e Papa.

 

  

 

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Novità editoriali di EUT

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Sono accessibili le novità editoriali di EUT Edizioni Università di Trieste pubblicate nel mese di gennaio 2023!

Nell’allegato si può prendere visione delle novità del catalogo pubblicate nel mese scorso, tutte acquistabili sul sito della casa editrice EUT Edizioni Università di Trieste, ma anche scaricabili gratuitamente in formato pdf sull’Archivio digitale di Ateneo OpenstarTs.

La casa editrice dell’Università degli Studi di Trieste, nata nel novembre 2005 da un’esperienza più che decennale di editoria universitaria, ha come principale obiettivo selezionare, valorizzare e diffondere i risultati dell’attività didattica e di ricerca dell’Ateneo in tutte le sue articolazioni disciplinari.

Le pubblicazioni EUT sono destinate a un pubblico vasto, non necessariamente specialistico o di livello accademico.

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Le Edizioni Università di Trieste presentano le pubblicazioni di gennaio
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Spegnete la luce! UniTS aderisce a "M'illumino di meno"

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Oggi 16 febbraio è la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili "M'Illumino di meno"

Per UniTS è l’occasione per celebrare i primi risultati della campagna lanciata nell’autunno 2022 che ha visto protagonista la sua comunità di studenti, docenti e personale tecnico – amministrativo.

L’adozione di misure di contenimento energetico degli ultimi mesi, preceduta dai grandi investimenti di relamping, efficientamento energetico e installazione di pannelli fotovoltaici ha consentito un risparmio di energia elettrica del 14% rispetto al 2019.

Un ottimo risultato che rafforza l’impegno di UniTS anche nell’ideazione di strategie di mobilità sostenibile per la sua comunità e la sensibilizzazione verso l’utilizzo di veicoli elettrici grazie alla sua stazione di ricarica fotovoltaica.

Questa sera l’illuminazione LED della facciata sarà ridotta allo stretto necessario a garantire la sicurezza e sarà proiettata la scritta “M’illumino di meno” per ricordare a tutti l’esigenza di …spegnere la luce quando non è necessaria!

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Generali finanzia borse di studio in memoria di Ermanno Pitacco

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Alla memoria del prof. Ermanno Pitacco, studioso e docente di fama internazionale di UniTS scomparso lo scorso autunno, è stata istituita da Generali una borsa di studio nell’ambito del Master in Insurance & Risk Management. E’ stato inoltre approvato il cofinanziamento di una posizione di Ricercatore Junior in collaborazione con il MIB Trieste School of Management e con il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Trieste.  

Pitacco è stato un docente di grande spessore e di ampia fama presso l’Università degli Studi di Trieste, dove è stato Professore Ordinario di Matematica Attuariale e Tecniche Assicurative dal 1981 e tra i fondatori del corso di laurea in Scienze Statistiche ed Attuariali. Matematico ed esperto della tecnica delle assicurazioni, il prof. Pitacco è stato anche ideatore e Direttore Accademico del Master in Insurance & Risk Management di MIB Trieste School of Management.

Protagonista degli Attuari italiani e da sempre attivo nel mondo attuariale, Ermanno Pitacco è stato Presidente del Comitato del Friuli Venezia Giulia dell’Ordine Nazionale degli Attuari e Affiliate Member dell’Institute and Faculty of Actuaries (UK). Nel 1996 è stato insignito dall’Accademia Nazionale dei Lincei del prestigioso premio INA per la Matematica attuariale e nel 2011 ha ricevuto l’altrettanto autorevole Premio internazionale “Bob Alting von Geusau Memorial” riservato agli studi attuariali.

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Studio con OGS e Oxford: poche tracce di idrati naturali del metano nel Mediterraneo

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Gli idrati naturali del metano nel Mediterraneo sono meno diffusi di quanto si potesse pensare. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Geology che spiega come la causa di questo sia dovuta alla presenza dei depositi di sale del Messiniano nel sottosuolo del Bacino e alla peculiare distribuzione del calore, sia nelle acque che nel sottosuolo. Allo studio hanno partecipato la dottoranda UniTS Cristina Corradin e Claudia Bertoni (Department of Earth Sciences, University of Oxford) ora al Dipartimento di Matematica e Geoscienze UniTS.

“La conoscenza della distribuzione del metano in forma idrata nei fondali oceanici è di grande importanza per comprendere l’evoluzione del clima sulla Terra, la pericolosità geologica dei fondali marini e le risorse energetiche di idrocarburi non convenzionali”, spiega Angelo Camerlenghi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, precisando che “come in gran parte degli oceani, anche nel Mediterraneo, dove è noto che ci siano ingenti riserve di gas metano, dovrebbero esistere vaste zone di accumulo di metano idrato, allo stato solido, nelle zone più superficiali dei fondali”.

Gli idrati del metano non sono però mai stati individuati nelle ricerche scientifiche finora condotte e lo studio basato su applicazioni di un modello di simulazione e pubblicato sulla rivista della Società Geologica Americana dimostra che questa risorsa è difficilmente accumulabile nei fondali del Mediterraneo.

“Lo studio, che ha visto la partecipazione di ricercatori dell’OGS, dell’Università degli studi di Trieste e dell’Università di Oxford, ci ha portati però a concludere che il bacino del Mediterraneo, che ospita il più giovane ‘gigante salino’ sulla Terra, non è soggetto alla formazione e alla conservazione di idrati di gas nel sottosuolo, e abbiamo concluso che la loro presenza sia fortemente limitata dalla presenza di alte concentrazioni di sale nel sottosuolo” riporta Camerlenghi.

Oltre al significato strettamente scientifico, lo studio dimostra l’importanza della condivisione pubblica dei dati scientifici generati dagli anni settanta fino a oggi dal grande progetto di collaborazione scientifica internazionale International Ocean Discovery Program (IODP) a cui partecipa anche l’Italia, e delle banche dati oceanografici dell’iniziativa COPERNICUS, che hanno fornito le basi per l’applicazione dei modelli di stabilità degli idrati del metano nel Mediterraneo.

 

 

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Il Vescovo serbo-ortodosso di Pakrac in visita a UniTs

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Il pro-rettore Vicario Valter Sergo e la Direttrice Generale Luciana Rozzini hanno ricevuto la visita del vescovo serbo-ortodosso di Pakrac, nella Slavonia croata, Jovan Culibrk.

L’alto prelato è attualmente impegnato nella ricostituzione dell’importante biblioteca di Pakrac, la seconda per importanza della collezione di antichi testi religiosi serbo-ortodossi. Il vescovo ha donato all’ateneo alcuni testi, tra cui la riproduzione anastatica del più importante incunabolo custodito a Pakrac.

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Inaugurazione Laurea Discipline Storiche e Filosofiche: Lectio Magistralis di Marco Magnifico, Presidente FAI

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Giovedì 2 marzo 2023 alle 16 nell'aula 1_A Conferenze dell'edificio D (Economia) si terrà l'inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 del Corso di laurea in Discipline Storiche e Filosofiche dell'Università di Trieste, con la lectio magistralis di Marco Magnifico, Presidente del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, dedicata al concetto di ambiente.

Di cosa si parla quando parliamo di ambiente? Quanto una definizione solamente parziale di questo concetto è connessa ad una ancora diffusa disattenzione alla crisi ambientale? Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, è convinto che sia necessario modificare l'approccio al tema: per troppo tempo con il termine ambiente si è infatti guardato alla sola dimensione naturale e al contempo la scienza è stata confinata ad ambiti specialistici e tecnici con il risultato di separare l'ambiente dall'uomo e la scienza dalla cultura. Nel suo intervento, dal titolo "Monache e rondini. Per un concetto globale di ambiente", Marco Magnifico illustrerà la visione del FAI secondo cui l’ambiente è sintesi indissolubile tra natura e storia e la cultura un intreccio tra scienze umane e naturali.

All'incontro interverranno il Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Trieste, Roberto Di Lenarda, la Presidente regionale del FAI Friuli Venezia Giulia, Tiziana Sandrinelli ed Elisabetta Vezzosi, Direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Trieste. L'evento sarà introdotto e presieduto da Fulvio Longato, coordinatore del Corso di laurea in Discipline Storiche e Filosofiche. L'appuntamento è aperto a tutti con prenotazione fino ad esaurimento dei posti in sala.

Profilo di Marco Magnifico.

Nato a Como nel 1954, laureato in Lettere con indirizzo Storico Artistico all’Università di Pavia e specializzato in Storia dell’Arte presso l’Università di Firenze, Marco Magnifico ha lavorato in qualità di esperto di dipinti antichi alla casa d’aste inglese Sotheby’s. Nel 1985 è entrato nel FAI, dove ha affiancato i fondatori, Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, imparando dalla prima la capacità di affrontare ogni sfida, anche quelle apparentemente impossibili, e dal secondo uno stile di comunicazione e uno sguardo di sintesi sulla complessità. Nel 2010 è stato nominato Vicepresidente Esecutivo del FAI, divenendo responsabile delle relazioni culturali con il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Ambiente, enti, associazioni private e pubbliche italiane e straniere, dei restauri e della conservazione degli oggetti mobili e delle collezioni di proprietà della Fondazione, oltre che dell’attività editoriale e delle istruttorie per le proposte di acquisizione rivolte al FAI. Dopo 35 anni di esperienza sempre in prima linea, è testimone di buona parte della storia del Fondo per l’Ambiente Italiano, di cui ricopre il ruolo di Presidente dal 15 dicembre 2021. Nel 2009 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica. È membro del CdA de La Società del Quartetto, della Fondazione SAME di Treviglio e dei Musei Reali di Torino. Nel 2017 ha ricevuto l'onoreficenza di Amis de la Vallée d’Aoste.

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PNRR: al via lo Spoke8 di iNEST guidato da UniTS

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Oggi mercoledì 1° marzo, nella sede centrale dell'Università degli Studi di Trieste, sono state avviate le attività dello Spoke 8 “Maritime, marine and inland water technologies: towards the Digital Twin of the Upper Adriatic” di iNEST.

Sostenuto dal PNRR con 110 milioni di euro, iNEST Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem è tra i progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU.

L’ecosistema iNEST è stato costituito per potenziare ed estendere rapidamente i benefici delle tecnologie digitali alle aree di specializzazione chiave del Nordest: i settori industriale-manifatturiero, agricoltura, mare, montagna, edilizia, turismo, cultura, salute e cibo. Ha riunito 24 partner tra cui università, enti pubblici di ricerca, realtà pubbliche e private altamente qualificate, ed è strutturato in un elemento centrale (hub) a Padova, con compiti di gestione e coordinamento, e nove nodi (Spoke) nel Nordest, dove sono localizzate le attività di ricerca che coinvolgono a loro volta vari soggetti affiliati attraverso accordi specifici.

L’Ateneo triestino, a capo dello Spoke 8 dedicato alle tecnologie marittime, marine e delle acque interne, vedrà coinvolti i Dipartimenti di Scienze della Vita, Matematica e Geoscienze, Ingegneria e Architettura, Scienze Chimiche e Farmaceutiche. A questo Spoke contribuiscono anche sette soggetti affiliati: quattro atenei (Università di Trento, Università IUAV di Venezia, Università Ca’ Foscari Venezia, Università degli Studi di Padova), un Ente Pubblico di Ricerca (l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS), un ente di trasferimento tecnologico (Polo Tecnologico Alto Adriatico Andrea Galvani) e un importante partner territoriale (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale).

UniTS permetterà l'interazione tra le varie realtà coinvolte nei settori della bioeconomia, geoscienze, mezzi marittimi e infrastrutture di terra per la mobilità sostenibile, intelligenza artificiale e scienza dei dati, dedicandosi anche agli aspetti organizzativi, economici e giuridici che governano la transizione verso una visione e gestione dell’ambiente marino, marittimo e costiero più integrata e sostenibile.

L’Ateneo triestino, oltre a essere tra i soci fondatori del consorzio e coordinatore dello Spoke 8, è affiliato agli Spoke coordinati, rispettivamente, dall’Università di Trento (Health, Food and Lifestyles), dall'Università Iuav di Venezia (City, Architecture and Sustainable Design), e dalla SISSA (Model, Methods, Computing Technologies for Digital Twin). Non sarà quindi solo coinvolto nello sviluppo della ricerca sulle tecnologie marittime, marine e delle acque interne, ma collaborerà con università, enti pubblici di ricerca, aziende e realtà di innovazione per la realizzazione di attività di ricerca su diversi temi quali l’innovazione tecnologica e sociale per promuovere la salute e il benessere umano e sostenere la transizione digitale e verde dei sistemi sanitari del Triveneto, le strategie di progettazione sostenibile intesa come cura e manutenzione dell'ambiente costruito a tutti i livelli e in tutte le sue sfaccettature e, infine, lo sviluppo di modelli e metodi per la creazione di gemelli virtuali di realtà fisiche come ultimo passo della rivoluzione della digitalizzazione.

Oltre alle attività di ricerca industriale e applicata, tra gli obiettivi orizzontali generali di iNEST figurano la creazione di una rete di laboratori congiunti tra università, enti di ricerca e aziende, lo sviluppo di specifici programmi di formazione, a partire dagli ITS fino a progetti di formazione permanente, la costruzione di un programma per supportare la nascita e lo sviluppo di start-up e spin off e la realizzazione di iniziative per il coinvolgimento della società tutta nei processi di innovazione, con un’ampia azione coordinata a livello macroregionale dall’Ateneo triestino di citizen engagement.

iNEST è stato presentato alla Commissione Europea a Bruxelles come best practice della Missione Europea su Oceani e Mari “Restore our Ocean and Waters by 2030”.

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