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Inaugurato OptImaTo, laboratorio che svela i segreti della materia con i raggi X

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L’Università di Trieste inaugura un nuovo laboratorio all’avanguardia: il laboratorio del gruppo OptImaTo (Optimal Imaging and Tomography), allestito ad Elettra Sincrotrone Trieste e guidato dal fisico di fama internazionale Pierre Thibault, professore ordinario di fisica applicata dell’ateneo.

FOTO E VIDEO DEL LABORATORIO

OptImaTo è dotato di strumenti all'avanguardia che, combinati, rendono il laboratorio unico nel suo genere: un braccio robotizzato manipola i campioni da analizzare su scala micrometrica, mentre la potente sorgente a raggi X ad anodo liquido e il rivelatore photon-counting offrono immagini di massima qualità in tempi brevissimi.

L’unicità del laboratorio risiede proprio nel metodo di utilizzo combinato di questi strumenti: il potenziale per l’acquisizione di nuovi risultati e lo sviluppo di tecniche innovative è quindi straordinario.

“Nel nostro laboratorio stiamo lavorando su metodi di imaging che rivelano caratteristiche della materia invisibili con le tecniche raggi X convenzionali – spiega Pierre Thibault, professore ordinario di fisica applicata presso il Dipartimento di Fiisica dell’Università di Trieste – Le applicazioni saranno strategiche per l’industria, per lo sviluppo di nuovi materiali e per il monitoraggio dei cambiamenti climatici, grazie alla possibilità di studiare nel profondo le alterazioni causate dall’inquinamento ad esempio negli animali marini. Interessanti anche gli studi su delicati reperti fossili ed archeologici che possono essere investigati come mai prima d’ora. I raggi X attraversano la materia e le “foto” che così si ottengono riproducono il loro grado di assorbimento da parte dell’oggetto. Sfruttando le conoscenze sull’interazione dei raggi X con la materia, siamo in grado di produrre  immagini derivanti da fenomeni come la rifrazione o lo scattering dei raggi. In tal modo riusciamo a cogliere non solo più dettagli ma addirittura caratteristiche completamente nuove”.

Nato grazie ad un finanziamento europeo ERC (Horizon 2020) del valore di circa 2.2 milioni di euro ottenuto dal prof. Thibault per lo studio sul tema Scattering-Based X-ray Imaging and Tomography, la nuova struttura di ricerca consente di scattare immagini dell’interno di oggetti.

UniTS e il centro di ricerca internazionale Elettra Sincrotrone Trieste hanno stretto un accordo per consentirne l’insediamento a Trieste, collaborando e contribuendo alla creazione di un team di dottorandi, ospitando la maggior parte delle attività sperimentali e mettendo a disposizione gli spazi.

“Inaugurare oggi il nuovo laboratorio OptImaTo nella sede di Elettra Sincrotrone testimonia non solo l’eccellenza della nostra ricerca e dei docenti che hanno scelto di far parte del nostro ateneo – commenta il rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda – ma anche lo stretto rapporto di collaborazione e fiducia che ci lega con le straordinarie realtà scientifiche del territorio. I ricercatori avranno da oggi un nuovo strumento per avanzare la conoscenza in ambiti strategici per la società”.

Il Presidente di Elettra Sincrotrone Trieste, professor Alfonso Franciosi, ha così commentato: "Tutte le grandi infrastrutture di ricerca internazionali come Elettra Sincrotrone Trieste fioriscono anche grazie alla stretta collaborazione con le Università del territorio, prima fra tutte l'Università di Trieste. Siamo stati quindi felici di collaborare con UniTs nell'allestimento del laboratorio OptimaTo, che grazie alla guida del professor Thibault potrà offrire agli utenti internazionali di Elettra Sincrotrone Trieste un'importante risorsa complementare alle nostre macchine di luce Elettra e FERMI, sorgenti di brillanza insuperabile nell'intervallo dei raggi X".

La tecnica utilizzata

La tecnica adottata e sviluppata dal gruppo, molto efficace e insolita, è l’utilizzo di semplice carta vetrata come marcatore dei raggi X. Quando viene inserita tra la sorgente di raggi X e il campione, infatti, la carta vetrata produce una caratteristica distorsione dell’illuminazione dei raggi X “a macchia di leopardo”. Attraversando il campione, l’illuminazione così “frammentata” a livello spaziale trasporta con sé le informazioni sull’assorbimento, rifrazione e scattering, rivelandone caratteristiche inedite.

I dati raccolti con questa tecnica innovativa e originale necessitano di un’interpretazione con metodi computazionali capaci di capire e ricostruire cosa è successo ai raggi X quando hanno attraversato il campione.

Questo problema, tecnicamente chiamato “problema inverso”, vede il team dell’Università di Trieste eccellere nello sviluppo di metodi computazionali che consentono di decodificare      l’interazione della materia con i raggi X e il disturbo causato, ad esempio, da vibrazioni e rumori che normalmente avvengono durante l’esperimento.

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Allestito a Elettra Sincrotrone il nuovo laboratorio di fisica di UniTS guidato dal fisico di fama internazionale Pierre Thibault
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PhD Top Stories - Ferite difficili e medicina rigenerativa

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Roman Vuerich - Corso di Dottorato in Biomedicina molecolare

Non tutto il grasso vien per nuocere – una nuova terapia di medicina rigenerativa per le ferite difficili 

Promozione della rivascolarizzazione delle ferite ischemiche attraverso la formazione di vasi ibridi tra donatore e ricevente

Le ferite difficili sono lesioni cutanee dolorose che non guariscono e spesso peggiorano nel tempo. Ciò è tipicamente causato dalla coesistenza di patologie croniche sottostanti, come il diabete e le arteriopatie periferiche, che impediscono un'adeguata vascolarizzazione della ferita. Senza un sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti da parte del sangue, la ferita non può guarire correttamente.

Si tratta di una condizione comune nelle persone di età superiore ai 60 anni, almeno tanto quanto l'insufficienza cardiaca, con limitazioni significative nelle attività quotidiane. Inoltre, l'incidenza è in aumento a causa dell'incremento dell'età media della popolazione, dei casi di diabete e delle malattie croniche. Le ricadute economiche a causa delle ferite difficili sono considerevoli, con circa il 3% del budget sanitario globale speso per il loro trattamento. Solo in Italia, il costo del trattamento delle ferite difficili ammonta a oltre 3 miliardi di euro all'anno, poiché spesso richiedono terapie specialistiche e costose. In aggiunta, i pazienti con ferite difficili possono subire una riduzione della capacità lavorativa e richiedere un'assistenza sanitaria continua.

Le terapie attualmente disponibili per le ferite difficili prevedono l'uso di sostituti cutanei per promuovere la guarigione della ferita, ma la loro efficacia è ostacolata dalla scarsa vascolarizzazione che tipicamente è alla base di questa patologia. Per affrontare questo problema e promuovere la rivascolarizzazione della ferita, abbiamo sviluppato una nuova terapia che utilizza la frazione vascolare stromale (in inglese – Stromal Vascular Fraction, SVF). La SVF è una popolazione eterogenea di cellule derivate dal grasso che contiene tutti i mattoncini necessari per la formazione di nuovi vasi sanguigni. Per studiare gli effetti terapeutici di questa nuova terapia, abbiamo sviluppato un modello preclinico di ferita ischemica che simula realisticamente la patologia che si verifica nell'uomo. Abbiamo quindi applicato sulla ferita le cellule della SVF prelevate dal grasso sottocutaneo dei pazienti, ottenuto mediante liposuzione.

Dopo una sola settimana, le cellule della SVF sono state in grado di formare una nuova rete vascolare funzionale, collegata al flusso sanguigno attraverso i vasi preesistenti nella ferita (Figura in alto a destra). Il ripristino del normale apporto di sangue in seguito alla formazione dei nuovi vasi sanguigni ha accelerato significativamente il processo di guarigione rispetto alle terapie convenzionali e ha permesso la chiusura della ferita dopo sole tre settimane. Inoltre, abbiamo dimostrato che le cellule derivate da pazienti diabetici, che sono il bersaglio principale di questa terapia, possono essere espanse in un bioreattore, preservando il potenziale terapeutico della SVF.

Abbiamo così caratterizzato il duplice meccanismo d'azione della nostra terapia. Da un lato, le cellule che compongono i vasi della SVF si sono innestate ed espanse nel letto della ferita, contribuendo direttamente alla formazione di nuovi vasi. Dall’altro lato, una popolazione di progenitori fibro-adipogenici produceva dei fattori di crescita che supportavano ulteriormente l'espansione e la funzione della nuova vascolarizzazione. Questi dati hanno importanti implicazioni cliniche, in quanto rappresentano un passo avanti verso l'adozione riproducibile ed efficace della SVF come cura standard per le ferite difficili.

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Centenario de La coscienza di Zeno: i primi eventi sono a cura di UniTS

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Il primo maggio del 1923 l’editore Cappelli di Bologna pubblica l’ultimo romanzo di Italo Svevo, La coscienza di Zeno. Un secolo dopo a Trieste si vuole ricordare l’apparire e il successivo imporsi di uno dei massimi capolavori della letteratura europea del Novecento con una serie di eventi, compresi nelle attività del Protocollo d’intesa per la celebrazione del Centenario de La coscienza di Zeno, che sarà firmato venerdì 26 maggio, alle ore 10.30, nel salotto azzurro del Palazzo municipale, da Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia "Il Rossetti" e Fondazione Teatro Stabile Lirico Giuseppe Verdi. L’accordo mira a realizzare un variegato programma di proposte ed è stato elaborato dai soggetti che maggiormente si occupano, a Trieste, della promozione della letteratura e della lettura in tutti i suoi aspetti, già protagonisti di interventi multidisciplinari a tema realizzati in collaborazione. L’Università, in particolare, contribuirà al progetto complessivo organizzando convegni, eventi espositivi, incontri, conferenze, presentazioni, concerti e iniziative a favore di alunni e studenti.

La celebrazione del Centenario prevede numerose attività distribuite nel 2023 che proseguiranno fino al primo semestre 2024 per la parte divulgativa e di documentazione.

In questa cornice il programma parte il prossimo martedì 23 maggio alle 18.30 alla Stazione Rogers (Riva Grumula, 14 - Trieste) con l’incontro A 100 anni da La coscienza di Zeno: studiare Italo Svevo oggi, a cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste. A discutere dell’eredità sveviana e del Fondo Fonda Savio saranno Elvio Guagnini, fondatore dell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale di Trieste, professore emerito di Letteratura italiana dell’Università di Trieste, e Nicoletta Zanni, già docente di Museologia e Critica d’arte nello stesso Ateneo. A moderare Paolo Quazzolo, docente di Storia del teatro ed ex coordinatore scientifico del Sistema Museale dell’Università di Trieste. 
Il Fondo Fonda Savio fa parte dell’Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale ed è custodito all’interno del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste. Frutto di un’importante donazione della figlia di Svevo, Letizia Fonda Savio, il Fondo conserva una collezione di libri, carte geografiche, quadri e disegni, oltre a quanto rimane della biblioteca posseduta da Italo Svevo. L’incontro è realizzato nell’ambito della convenzione tra l’Università di Trieste e l’associazione Stazione E.N. Rogers.

Giovedì 25 maggio alle 11 nella Sala del Museo Sveviano, Enza del Tedesco, docente di Letteratura italiana contemporanea, presenterà il volume La coscienza di Zeno nel commento di Sandro Briosi edito da Carocci (evento riservato alle scuole e all'università). Alla presentazione seguirà la visita al Museo Sveviano guidata dal direttore Riccardo Cepach.

La Festa di letture e musiche in occasione del Centenario de La coscienza di Zeno chiuderà invece la rassegna Rose libri musica e vino organizzata da Units e dalla cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone nel grande roseto del Parco di San Giovanni. L’appuntamento, in programma venerdì 26 maggio dalle ore 20, vedrà come ospite d’eccezione il celebre scrittore e germanista Claudio Magris che ripercorrerà, insieme a Helena Lozano Miralles, docente di Lingua e Traduzione spagnola dell’Università di Trieste, la storia de La coscienza di Zeno. L’attore Valentino Pagliei leggerà dei brani del romanzo che si alterneranno a musiche klezmer e ad alcune delle canzoni più note al tempo di Svevo interpretate dalla MaxMaber Orkestar. Ad introdurre la serata saranno Tiziana Piras, docente di Letteratura italiana dell’Università di Trieste e Riccardo Cepach, responsabile del Museo Sveviano del Comune di Trieste.

Dal 31 maggio al 4 giugno e dal 6 giugno al 10 giugno troviamo un’altra iniziativa dedicata alle celebrazioni sveviane. In cerca di Zeno per le strade di Trieste" è un percorso che condurrà i partecipanti attraverso il centro cittadino per rievocare alcune delle pagine più famose de La coscienza di Zeno. La performance narrativa è a cura dei Letteraturisti, il gruppo di ricerca attivo all’interno del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste che ormai da qualche anno collabora attivamente con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che cura la proposta in collaborazione con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

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UniTS aderisce alla Giornata Mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo

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L'Università di Trieste partecipa alle celebrazioni per la Giornata Mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo, che si svolge ogni anno il 21 maggio, illuminando di blu la facciata dell'Edificio A di Piazzale Europa.
 
La Giornata è stata istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in seguito all'adozione da parte dell'UNESCO della Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale avvenuta nel 2001.

Scopo dell'iniziativa è riconoscere gli straordinari benefici delle culture del mondo, incluso il ricco patrimonio immateriale, e riaffermare l'impegno della comunità internazionale nei confronti del dialogo interculturale per il raggiungimento della pace e dello sviluppo sostenibile, come richiamato anche dall'Agenda 2030 dell'ONU.
 

 

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Alluvione in Emilia Romagna: diamo il nostro contributo!

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L’Università degli Studi di Trieste è vicina alle vittime dell’alluvione in Emilia Romagna e alle loro famiglie.

Certi di interpretare il diffuso senso di solidarietà presente anche nella nostra comunità, segnaliamo la raccolta fondi attivata dalla Regione Emilia Romagna a favore delle vittime di questa terribile calamità.

Questi i siti a cui è possibile collegarsi per effettuare le donazioni PROTEZIONE CIVILE EMILIA ROMAGNA e CROCE ROSSA

Diamo tutti il nostro contributo!

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Centenario "La coscienza di Zeno": firmato il protocollo

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E' stato firmato nel Salotto Azzurro del Comune di Trieste il Protocollo per le celebrazioni del centenario della pubblicazione della Coscienza di Zeno, capolavoro della letteratura europea del Novecento che pone Trieste - coprotagonista del romanzo interamente ambientato in città - alla ribalta della letteratura mondiale assieme al geniale, ironico, sperimentale e, fino ad allora misconosciuto, talento letterario Ettore Schmitz, alias Italo Svevo.

Il protocollo è stato siglato dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dal Prorettore dell’Università degli Studi di Trieste Valter Sergo, dal Presidente del Teatro Stabile Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti” Francesco Mario Granbassi e da Giuliano Polo, Sovrintendente della Fondazione Teatro stabile Lirico Giuseppe Verdi Trieste.

Si tratta di un documento di intesa programmatico che ha l’obiettivo di ottimizzare le risorse, coordinare le azioni di promozione e valorizzazione di Trieste città della letteratura e calendarizzare l’offerta culturale legata alla ricorrenza sveviana, valorizzandone così la pluralità e le peculiarità apportate da ciascuno dei firmatari.

A dare ufficialmente il “la” alle celebrazioni di questo importante ricorrenza è stato il Museo sveviano di Trieste il 19 dicembre 2022 durante l’annuale appuntamento con “Buon Compleanno Svevo” con la mostra La quintessenza di Zeno. 100 anni di un classico moderno,  aperta al pubblico e il cui percorso espositivo ripercorre la genesi, la fortuna, le fonti, le teorie e le tematiche di questo romanzo che, da iniziale fiasco letterario, ha saputo trasformarsi in un classico della letteratura mondiale, attingendo alle collezioni del museo letterario nato dalla generosa donazione di Letizia Svevo Fonda Savio, figlia dello scrittore.

Il calendario delle celebrazioni prevede numerose altre attività promosse dal Comune di Trieste in seno al protocollo e distribuite a partire dalla seconda metà del 2023, tra cui il convegno internazionale dal titolo I mondi di Zeno - la cui call è stata diffusa proprio in questi giorni. Il Museo Sveviano è stato contattato da numerosi docenti appartenenti alle principali università italiane (Massimiliano Tortora della Sapienza di Roma, Fabio Vittorini dell'Università di Bologna, Silvia Contarini dell'Università di Bologna e Sergia Adamo dell'Università di Trieste), tra i massimi studiosi sveviani contemporanei che uniranno le forze in questo importante incontro di studi, i cui atti saranno pubblicati nel 2024.

Il convegno si svolgerà a dicembre in concomitanza con l’evento clou di questo anno sveviano, l’inaugurazione del nuovo Museo LETS – LetteraturaTrieste che ospiterà, accanto agli spazi dedicati a James Joyce e Umberto Saba ed alla grande galleria dedicata agli altri scrittori legati a Trieste, anche il nuovo allestimento del Museo Sveviano. L’inaugurazione sarà un’occasione di festa per la città, che si illuminerà lungo le vie che da Piazza dell’Unità d’Italia portano a Piazza Hortis con le parole di Svevo, Joyce e Saba a fare da luminarie e letture/concerto offerti lungo il percorso.

Accanto agli eventi di parola dedicati ad un pubblico di specialisti ed alla comunità scientifica - tra cui un secondo convegno internazionale a cura dell’Università di Trieste incentrato sulla  riscrittura, le traduzioni e la ricezione della Coscienza - sono molte anche le proposte di carattere divulgativo, affidate soprattutto al medium emotivamente più coinvolgente e spettacolare, il teatro. 

Ispirata al romanzo di Italo Svevo, scritta e diretta da Gioia Battista da un'idea di Riccardo Cepach curatore del Museo sveviano è l’azione teatrale Le voci della Coscienza messa in scena in prima assoluta per Buon compleanno Svevo 2022 e di cui sono previste quattro repliche. Dal botta e risposta epistolare tra l’autore e l’editor Attilio Frescura, cui l’editore Cappelli nel 1923 aveva affidato il compito di dare qualche ritocco al romanzo, è tratto il dialogo a tre tra l'autore Italo Svevo, il personaggio protagonista Zeno ed il narratario della Coscienza, l'infido dottor. S.  Il battibecco fra le diverse istanze narrative del romanzo e la continua sovrapposizione di punti di vista ricostruiscono con grande efficacia - ed ironia -  la macchina narrativa del capolavoro sveviano, rendendo umanissima e vera la voce del pur sempre inattendibile Zeno Cosini.

A portare Italo Svevo sul palcoscenico sarà invece il Teatro Stabile Stabile del Friuli Venezia Giulia Il Rossetti che inaugurerà la stagione 2023-2024 con una nuova, grande produzione sveviana per la regia di Paolo Valerio e che riprenderà a partire da ottobre 2023, anche “Svevo” di e con Mauro Covacich in cui lo scrittore triestino indaga proprio nella vita e nella scrittura di Svevo, analizzando approfonditamente il suo capolavoro. 

Le celebrazioni triestine dedicate a Svevo comprendono naturalmente conferenze e presentazioni  di libri - tra cui si segnala la ripresa della rassegna UniTS & LETS in collaborazione tra Museo LETS-Letteratura Trieste e Università di Trieste – e percorsi didattico-laboratoriali per studenti. Non mancheranno speciali itinerari sveviani anche in versione digitale, grazie a Va’ dove ti porta la Coscienza  - una mappa speciale che consentirà di ripercorrere le vie di Trieste avendo come guida  la narrativa sveviana e come punti di interesse i luoghi co-protagonisti dei suoi racconti e romanzi - ed altre attività di animazione e promozione di Trieste città letteraria, pensate per i turisti e per un pubblico più ampio di triestini appassionati lettori. Dal 31 maggio al 4 giugno e dal 6 giugno al 10 giugno si potrà infatti già andare In cerca di Zeno per le strade di Trieste seguendo un percorso che condurrà i partecipanti attraverso il centro cittadino per rievocare alcune delle pagine più famose della Coscienza. La performance narrativa è a cura dei Letteraturisti, il gruppo di ricerca attivo all’interno del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste che da qualche anno collabora attivamente con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che cura la proposta in collaborazione con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

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Navi Elettriche, Units coordina il progetto EU V-access

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È Giorgio Sulligoi, ordinario di Sistemi elettrici per l’energia, il coordinatore del progetto V-access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems) finanziato dalla Commissione Ue con 5 milioni di Euro.

Obiettivo di V-access è aumentare l’efficienza energetica a bordo delle navi elettriche attraverso tecniche innovative di stoccaggio.

Spiega il prof. Sulligoi: “Stiamo aprendo la strada ai net zero vessel, navi senza alcun impatto netto sul clima dovuto alle emissioni di carbonio. Le aziende italiane possono avere molto spazio nel settore, se si muovono per prime”.

Nel corso della durata prevista del progetto, tre anni, il gruppo di ricerca composto da 14 partner internazionali metterà a punto una tecnica che collegherà le batterie di bordo con un sistema di accumulo composto da un magnete e un cavo superconduttivo con un gruppo di supercondensatori. Il tutto sarà integrato da un’innovativa rete elettrica, a corrente continua, per controllare in modo flessibile i flussi di energia tra le diverse tecnologie di accumulo.

Le prime prove su una vera nave sono previste nel 2017. Il target è arrivare alla commercializzazione entro il 2030.

Partecipano al progetto, tra gli altri, Fincantieri, Rina, Rse (Ricerca sul sistema energetico), Università di Genova, Birmingham e il Politecnico di Milano.

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Concorso Nazionale Donna e Lavoro 2023: primo premio a Francesca Cosmi e Alessandra Nicolosi per il Progetto BESTest

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Il primo premio del "CONCORSO NAZIONALE DONNA E LAVORO 2023" è stato consegnato venerdì 24 novembre scorso a Padova alla prof.ssa Francesca Cosmi, professoressa di Ingegneria presso l’Università degli Studi di Trieste, e alla dott.ssa Alessandra Nicolosi, ex studentessa UniTs e amministratore delegato di M2Test, per il Progetto BESTest.

Il Progetto nasce nel Dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste per identificare le persone a rischio frattura a causa della fragilità ossea (osteoporosi) e su cui si fonda il BES TEST®, Bone Elastic Structure Test: un nuovo test basato sui raggi X, veloce e accurato.

Si tratta di un esame diagnostico con un approccio assolutamente innovativo ed unico al mondo che misura la qualità della struttura interna dell’osso, un metodo completamente diverso da quello della densitometria (MOC) che invece consiste in una valutazione radiografica di quanto calcio contenga lo scheletro.

Il BES TEST® si basa su un software analogo a quelli che gli ingegneri utilizzano per testare la resistenza di parti in acciaio e, nello specifico, sulla simulazione dell’applicazione di forze su quella che può essere considerata una biopsia virtuale dell’architettura ossea del paziente, ottenuta da immagini radiografiche.

Il sistema analizza la radiografia che viene eseguita alla mano tramite un comodo dispositivo portatile e determina così lo stato dell’architettura dell’osso. L’osteoporosi infatti causa non solo una riduzione della densità, ma anche un'alterazione delle “intelaiature” interne che reggono i carichi a cui le sottoponiamo: è il danno a queste strutture che spiega molte fratture.

BES TEST® è una metodologia utilizzabile da qualunque medico e impiega una dose bassissima di raggi X, con costi e rischi inferiori

Francesca Cosmi è una scienziata che studia la struttura delle ossa. Nata nel 1960 a Udine, è professoressa di Ingegneria presso l’Università degli Studi di Trieste, inventrice del BES TEST® e co-fondatrice di M2TEST, la startup medicale volta a far conoscere e diffondere il servizio di analisi BES TEST®.

Laureata in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, dove ha conseguito anche il dottorato, Francesca Cosmi ha svolto attività di ricerca presso il centro NASA di Pasadena (California); l’Università di Berkeley, il MITI Tsukuba (Giappone) e l’UFRJ (Brasile). È autore di brevetti statunitensi e italiani e di oltre 150 pubblicazioni scientifiche. Il progetto da cui è nato il BES TEST® ha vinto diversi premi. Dal gennaio 2019 a 2021 Francesca Cosmi è stata Senior Visiting Scientist presso il CRO National Cancer Institute di Aviano (PN), allo scopo di approfondire le opportunità offerte da BES TEST® nell’identificazione e monitoraggio delle osteoporosi secondarie, ad esempio dovute alle terapie con blocco ormonale.

La dott.ssa Stefania Zovato, dell'Istituto Oncologico Veneto IOV IRCCS, ha consegnato il premio alle due vincitrici e ha manifestato grande interesse a uno studio del progetto all’interno della sua struttura.

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E' stato consegnato venerdì 24 novembre a Padova
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Disponibili i nuovi gadget del Centenario

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Dall’1 al 15 dicembre 2023 potrai comprare tutti gli articoli dello store con il 20% di sconto! ---> vai allo STORE 

Un'occasione unica per provare i nuovi capi e gadget della collezione centenario!
Felpe, magliette, tazze e borracce confezionati con materiali di alta qualità e a marchio UniTS.
È un ottimo momento per pensare a un regalo di Natale originale e inedito!
La spedizione è gratuita per ordini superiori a 100€: fare ordini collettivi è un eccellente modo di risparmiare.
 

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Promozione valida dall’1 al 15 dicembre 2023
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FameLab International: Francesco Giacomarra dell'Università di Trieste ha vinto il premio del pubblico

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FameLab International: Premio del pubblico al concorrente da Trieste

Francesco Giacomarra si aggiudica il premio del pubblico alla finale internazionale del talent della comunicazione scientifica. Dottorando presso l’Università di Trieste, Giacomarra aveva superato la prima selezione locale a Trieste.

Trieste arriva ai vertici del talent show internazionale della comunicazione scientifica: nella finale di FameLab International Francesco Giacomarra, dottorando in Applied Data Science and Artificial Intelligence dell’Università di Trieste, si aggiudica il premio del pubblico.

Giacomarra è stato uno dei finalisti della selezione di FameLab Trieste, svoltasi nel mese di marzo, e poi il vincitore di FameLab Italia 2023, che si è tenuta in settembre 2023 a Perugia, nell’ambito di SHARPER - Notte europea dei ricercatori.

Fra i partecipanti alla finale internazionale del 24 novembre, che si è svolta online, c'erano i rappresentanti della Malesia, Germania, Repubblica di Corea, Repubblica Ceca, Australia, Tailaindia, Svizzera e Sud Africa.

Tracciando un parallelo fra intelligenza artificiale e democrazia, la presentazione di Giacomarra ha sottolineato i vantaggi che offrono i modelli di intelligenza artificiale e le potenzialità dell' ”apprendimento d'insieme”.

Ideato nel 2005 dal Cheltenham Science Festival, FameLab si svolge in tutto il mondo e dal 2012 coinvolge anche l’Italia grazie alla collaborazione di Psiquadro che coordina l’edizione nazionale. A Trieste la gara locale è organizzata da Immaginario Scientifico insieme a Università di Trieste, Università di Udine, SISSA e Comune di Trieste.

Nell'ottica di diffondere il più possibile la scienza, i suoi sviluppi e i suoi protagonisti, FameLab rappresenta un'occasione sia per i partecipanti, che possono affinare le proprie capacità di comunicazione ed empatia, sia per i cittadini, che hanno modo di comprendere e di lasciarsi affascinare dalle tante sfaccettature della scienza.

«Il percorso di FameLab è stato per me un’esperienza incredibile – racconta Francesco Giacomarra – visto il mio percorso e anche il tema della presentazione che ho portato alla finale internazionale, ricevere un riconoscimento “collettivo” come quello del premio del pubblico è stata per me una gioia doppia, e forse la conclusione migliore che potessi sperare. Sono sempre stato molto appassionato al teatro e alla scienza ma prima di FameLab non pensavo che esistesse un modo per me per coniugare questi miei interessi. Ora invece spero di poter fare della divulgazione scientifica, un giorno, un lavoro a tempo pieno”.

FameLab si terrà anche nel 2024, tutte le informazioni saranno disponibili su www.famelab-italy.it

 

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Giacomarra aveva già vinto FameLab Italia 2023
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