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Ha preso ufficialmente il via X-BRAIN.net, progetto Interreg Italia-Slovenia della durata di 2 anni, che vede capofila l’Università di Trieste con il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute (DSM).

Il progetto, la cui intitolazione completa è “Network per la cooperazione transfrontaliera finalizzata alla riabilitazione del paziente post-ictus con tecnologie innovative”, è coordinato dal prof. Gianni Biolo, docente di Medicina Interna di UniTS e direttore della SC Clinica Medica di ASUGI, coadiuvato dal dott. Filippo Di Girolamo (DSM), e conta sulla partecipazione di tre partner progettuali: il Centro di Ricerche di Capodistria - ZRS (prof. Rado Pišot), il Reparto di Neurologia dell’Ospedale Generale di Isola (dott. Radivoj Nardin e dott. Bojan Roic) e la SC Clinica Neurologica dell’Ospedale di Cattinara di ASUGI (prof. Paolo Manganotti).

Sono inoltre partner associati del progetto il Ministero della Salute Sloveno e la Direzione Centrale Salute, Politiche Sociali e Disabilità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, a sottolineare l’importanza della cooperazione nelle zone di confine tra le istituzioni di un territorio bilingue.

X-BRAIN.net affronta una priorità sanitaria comune nelle aree transfrontaliere coinvolte nel progetto: la riabilitazione dall’ictus cerebrale. Dopo la fase acuta di pertinenza esclusivamente neurologica segue una la fase riabilitativa di durata variabile, che coinvolge competenze multidisciplinari finalizzate al recupero motorio e cognitivo.  Attualmente, la gestione della fase riabilitativa post-ictus coinvolge circa il 15% della capacità ricettiva delle strutture sanitarie territoriali. L’inizio precoce di un programma efficace di riabilitazione post-ictus è fondamentale sia per aumentare le possibilità di piena ripresa del paziente, sia per allentare la pressione sulle strutture sanitarie.

«X-BRAIN.net – spiega il prof. Gianni Biolo, principal investigator dello studio - mira ad implementare, migliorare e condividere i protocolli riabilitativi motori e neurocognitivi bilingui sviluppati in un precedente progetto di Cooperazione territoriale Europea tra Italia e Slovenia e a creare una nuova soluzione per i servizi di riabilitazione nell'area transfrontaliera. Verranno introdotti protocolli innovativi e nuove tecnologie negli ospedali dell'area interessata».

Nello specifico, il programma prevede uno studio di allettamento sperimentale in soggetti sani della stessa fascia d'età in cui l'ictus si verifica più frequentemente. In questo studio verranno identificate le conseguenze negative motorie, metaboliche e neurocognitive secondarie all’inattività fisica, permettendo lo sviluppo delle più efficaci e mirate terapie fisiche, nutrizionali e di brain-training per rendere reversibili tali alterazioni.    

«I risultati – prosegue Biolo - saranno utilizzati per sviluppare e allestire nei reparti neurologici degli ospedali di Trieste e Isola le cosiddette active rooms, dotate di tecnologie d’avanguardia per la riabilitazione precoce motoria e neurocognitiva dei pazienti colpiti da ictus immediatamente dopo la stabilizzazione clinica».

I partner dei due Paesi lavoreranno insieme per ottimizzare e rendere omogenea l’assistenza sanitaria in aree bilingui attraverso azioni che prevedono uno studio sperimentale preliminare e la successiva implementazione dei risultati sui pazienti delle due aree geografiche interessate.

Il Kick-off meeting, che sancisce l’avvio del progetto, si è svolto presso l’Ospedale di Cattinara di Trieste. In tale occasione sono stati definiti obiettivi, ruoli e responsabilità dei Partner.

L’Università di Trieste, oltre a coordinare l’intero progetto, si occuperà in particolare degli studi di allettamento sperimentale e di definire i migliori interventi terapeutici per prevenire le conseguenze negative motorie e metaboliche. I risultati dello studio, oltre ad interessare direttamente i pazienti con ictus cerebrale in fase riabilitativa, forniranno indicazioni alla popolazione generale per prevenire gli effetti negativi fisici, metabolici e cognitivi dovuti ad uno stile di vita eccessivamente sedentario.