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Intervista ad Arianna Scalfi, Erasmus Student e Traineeship

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Arianna Scalfi, giovane laureata in neuroscienze all’Università di Trieste, ci racconta il suo viaggio formativo. Partita da una piccola valle del Trentino, ha partecipato a programmi di mobilità internazionale in Finlandia e Danimarca, fino ad arrivare al Madagascar, dove ora svolge il servizio civile.

Cosa ti ha spinto a studiare neuroscienze a Trieste?

Ho scelto il master in neuroscience perché mi ha sempre affascinato il funzionamento della mente umana e l'impatto che ha sulle nostre vite quotidiane. Tra le varie università la scelta è ricaduta su Trieste soprattutto perché, nella proposta formativa, il programma offriva frequenti incontri con ex studenti già inseriti in contesti aziendali, permettendomi così di avere un primo contatto con il mondo lavorativo e non limitandomi esclusivamente alla pura ricerca. Un altro motivo è stato il fatto che il corso fosse interamente in inglese, il che mi ha consentito di migliorare le competenze linguistiche necessarie per essere competitiva in ambito scientifico, dove l’inglese è la lingua predominante.

Passiamo a parlare della tua esperienza Erasmus. 

Ho iniziato a interessarmi all’Erasmus grazie al professor Tongiorgi, coordinatore del nostro corso di laurea, che ci ha illustrato le opportunità offerte dal progetto in modo molto coinvolgente. Ho quindi aderito ad un programma semestrale a Helsinki, attratta dalla qualità della vita e dalla reputazione dei paesi scandinavi in ambito di ricerca. L’Università di Helsinki, in particolare, offriva un corso pratico di elettrofisiologia sul tema Brain Slice Electrophysiology, materia che avevo in parte già affrontato al primo anno di magistrale a Trieste e che intendevo approfondire nella mia tesi di laurea. Dal punto di vista accademico, l’esperienza in Finlandia mi ha colpita per l’approccio informale e collaborativo che si vive all’interno dell’Università: i frequenti lavori di gruppo hanno reso l’apprendimento estremamente coinvolgente, mentre il confronto con i professori avveniva in modo più diretto rispetto all’Italia, quasi come se si trattasse di una conversazione tra colleghi.

Dopo Helsinki, hai svolto un Traineeship Erasmus in Danimarca. Si potrebbe dire che hai un forte legame con le temperature glaciali! Raccontaci di questa esperienza.

La Bora di Trieste non mi è bastata! Scherzi a parte, ho scelto di svolgere il tirocinio ad Aarhus perché, oltre ad essere la seconda città più grande della Danimarca, sapevo che c’erano molti gruppi di ricerca in neuroscienze. Qui ho trovato una professoressa estremamente disponibile ad accogliermi e supportarmi nell’elaborazione della mia tesi sull’elettrofisiologia. Ho trovato, poi, un ambiente di lavoro molto equilibrato, che riponeva una particolare attenzione al bilanciamento tra vita privata e lavoro. Mi è stata data fin da subito molta autonomia e fiducia, fatto che mi ha permesso di lavorare insieme alla professoressa con grande affinità riuscendo a portare anche dei risultati concreti. Nello specifico, abbiamo condotto uno studio per comprendere se un farmaco antiepilettico può influenzare la plasticità sinaptica, modificando i circuiti cerebrali responsabili di funzioni come la memoria. 

Attualmente stai svolgendo il servizio civile in Madagascar. Come è maturata in te questa scelta?

Collaborare con le ONG mi ha sempre affascinato. Penso che sia un settore ancora poco esplorato, dove la figura dello scienziato può tornare molto utile. Attualmente, pur non essendo un'informatica, sono impegnata nella creazione e sviluppo di un database ospedaliero, un'esperienza che mi sta aiutando a diventare più flessibile, ampliando la mia visione professionale e facendomi comprendere l'importanza di adattarsi a contesti diversi.

Un’ultima domanda: dove ti vedi tra qualche anno?

Sono ancora in fase di definizione del mio percorso professionale, ma so che voglio rimanere nel campo della scienza. Anche se non ho ancora individuato un ambito specifico, mi sento attratta dalla biomedicina e dal funzionamento del cervello umano. Inoltre, sto scoprendo un interesse per la salute pubblica, e mi piacerebbe quindi intraprendere un percorso che unisca ricerca e applicazioni pratiche. 

 

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