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Nel corso dell’assemblea mensile, le rettrici e i rettori delle università italiane hanno ascoltato con attenzione l’intervento di Alessia Conti, Presidente del CNSU. Conti, nel portare la voce dei due milioni di studenti che rappresenta, ha espresso le loro preoccupazioni in merito al conflitto in Medio Oriente.

A seguito del confronto, e in considerazione delle numerose comunicazioni arrivate ai rettori, la CRUI intende ribadire come l’intero sistema universitario sia unito nella richiesta, ormai pervenuta da più parti, di un’immediata cessazione delle ostilità e del rilascio degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre. Il massacro di civili che da quella data è stato perpetrato nella Striscia di Gaza e la contemporanea distruzione di tutte le infrastrutture, non ultime le università, hanno ormai superato ogni limite accettabile. In questo senso, insieme al Presidente Mattarella, le università ribadiscono come sia urgente “porre fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile”.

“È essenziale evitare di favorire l’escalation con schieramenti aprioristici – ha sottolineato Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI – La situazione mediorientale è complessa e come tale va analizzata. Il vero coraggio è quello di non cedere a logiche di parte e schierarsi invece per la pace.”

L’art.11 della Costituzione sancisce che: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” D’altra parte, è nella natura stessa dell’università essere un luogo libero e pacifico, dove il confronto anche aspro di tesi avverse utilizza l’argomentazione razionale, mai la violenza. Ed è quindi compito proprio delle università favorire l’apertura, l’approfondimento, il dibattito e la ricerca di soluzioni per la convivenza civile.

In quest’ottica la CRUI e il sistema universitario si impegnano fin da ora a:

  1. Mantenere alta l’attenzione su tutte le crisi internazionali in corso. Perché, come sostenuto dal Presidente Mattarella, “la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti”
  2. Intensificare il lavoro della commissione mista CRUI-CNR-INFN-INAF appena istituita con l’incarico di proporre linee guida sui principi etici e deontologici che devono orientare l’utilizzo dei risultati della ricerca scientifica per un uso non militare
  3. Favorire l’allargamento del dibattito pubblico e degli spazi di approfondimento interdisciplinare delle crisi internazionali e delle loro radici storiche, economiche, culturali, come già sta avvenendo negli atenei nel corso delle ultime settimane
  4. Proseguire la collaborazione scientifica con le università straniere di ogni Paese. Interrompere gli accordi con le università significa infatti rigettare l’importanza di luoghi di riflessione, pensiero critico e confronto costruttivo. Scienza e cultura sono garanzia di liberi spazi di dialogo anche nella differenza di opinioni e visioni
  5. Promuovere l’adesione delle università al consorzio UNIMED (Mediterranean Universities Union) di cui fanno parte le università palestinesi e a TESI (Technical Education Support for Higher Education Students Initiative) promossa dalla An-Najah National University e che prevede aiuti finanziari e materiali agli studenti della Striscia di Gaza
  6. Chiedere il rafforzamento delle iniziative di Scholars at risk e Students at risk, per finanziare borse di studio finalizzate all’accoglienza di docenti, studenti e studentesse delle università palestinesi distrutte a causa del conflitto 
  7. Proporre l’istituzione di “Educare alla pace”, progetto che permetta alle università di istituire borse di studio per studentesse e studenti palestinesi. Promuovere, presso le istituzioni europee l’attivazione del programma “Erasmus for Palestine”.