Data notizia 11 Marzo 2025 Immagine Image Testo notizia Nel corso degli ultimi quindici anni, la scienza e la ricerca si stanno affermando all'interno del complesso ambito delle relazioni internazionali come attori fondamentali per il dialogo e la cooperazione globale. Anche se ci sembra difficile intendere gli scienziati e ricercatori come nuovi ambasciatori, la diplomazia scientifica è uno strumento sempre più prezioso, capace di costruire prospettive di crescita per i Paesi in via di sviluppo e di creare le condizioni per affrontare le grandi sfide del nostro tempo che richiedono collaborazione tra Paesi.Questa innovativa interazione tra politica estera e ricerca scientifica include, infatti, attività come la promozione della cooperazione scientifica internazionale, l’attrazione di ricercatori nelle università e nei centri di ricerca, la costruzione di infrastrutture scientifiche condivise e la consulenza tecnica per l’elaborazione di politiche pubbliche.L’Università di Trieste ha consolidato negli ultimi anni il proprio impegno nel campo della diplomazia scientifica, sviluppando un percorso strutturato che ha coinvolto accademici, diplomatici e rappresentanti di reti e iniziative di cooperazione internazionale. Un passaggio significativo di questo percorso è stato il tavolo tecnico organizzato lo scorso 7 marzo dall'Ateneo giuliano, che ha visto la partecipazione del dott. Giuseppe Pastorelli, Vice Direttore Generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)."La scienza unisce: guarda alla risoluzione di problemi e conferisce reputazione internazionale, ma soprattutto rafforza le relazioni tra Paesi e permette la condivisione e l’avanzamento delle conoscenze”, ha spiegato Pastorelli nel corso del suo intervento all'Università di Trieste. Per l’alto dirigente della Farnesina Trieste è un caso esemplare di diplomazia scientifica: “È sede del principale sistema scientifico internazionale presente in Italia e, quindi è un pilastro fondamentale della nostra diplomazia della crescita. Il Polo di Trieste rappresenta per il Sud del mondo una via d'accesso all'innovazione e alla ricerca d’avanguardia e consente all'Italia di fornire un contributo allo sviluppo e una rete influente nelle relazioni con in Sud globale”.L’incontro - svoltosi alla presenza del Prorettore Valter Sergo e coordinato dalla prof.ssa Ilaria Micheli, Delegata del Rettore per la cooperazione allo sviluppo, e dal prof. Simone Arnaldi - ha rappresentato una tappa di un percorso avviato dall'Ateneo giuliano nel maggio 2024, con un primo workshop dedicato alla diplomazia scientifica. A questo evento hanno partecipato accademici, diplomatici e referenti di progetti legati allo sviluppo sostenibile, al supporto dei refugee scholars, alla formazione, al trasferimento della conoscenza e alla cooperazione internazionale. A partire da questo primo confronto è stata elaborata la prima versione di un background document, successivamente condivisa con la comunità accademica per raccogliere integrazioni e osservazioni. Il percorso è proseguito con un ulteriore momento di confronto, il 16 settembre 2024, con un Tavolo tecnico con il prof. Pierre-Bruno Ruffini, economista francese e co-presidente della European Union Science Diplomacy Alliance. In questa occasione, il documento è stato consolidato e nuovamente discusso prima di essere sottoposto alla governance dell’Ateneo nella sua versione definitiva.Il Tavolo tecnico del 7 marzo ha quindi tirato le somme del percorso di sviluppo delle attività di diplomazia scientifica avvenute all'interno del sessennio di governance dell’Ateneo che va concludendosi. L’incontro ha consentito di presentare il lavoro svolto dall'Università di Trieste in questi mesi, che traccia delle linee guida per futuri accordi di ricerca in contesti internazionali, e ha permesso un costruttivo e formativo confronto con le istituzioni nazionali e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.