Data notizia 30 Luglio 2025 Immagine Image Testo notizia Venerdì 1º agosto si svolgerà nella Casa Circondariale di Gorizia l’incontro finale del primo ciclo di seminari “A scuola di cittadinanza, un percorso condiviso”, nell’ambito del Progetto di impegno pubblico e sociale - Terza missione dell'Università degli Studi di Trieste, ideato e coordinato dalla prof.ssa Elisabetta De Giorgi del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Destinatari del progetto sono i detenuti della Casa Circondariale di Gorizia. Obiettivo del progetto è affrontare insieme il tema della legalità e cercare di capire perché il rispetto delle regole sia tanto importante, poiché vivere all’interno di una comunità comporta avere diritti, che spesso ignoriamo, e doveri, che a volte percepiamo solo come obblighi. Nell’ambito di questo primo ciclo di seminari, grazie alla presenza di relatrici e relatori provenienti dal mondo accademico, sono stati affrontati diversi temi: le regole nel loro complesso, chi le fa e perché ci sono, con la prof.ssa Elisabetta De Giorgi; democrazia, partecipazione e diritto di voto, con il prof. Mattia Zulianello; eguaglianza e diritti sociali, con la prof.ssa Chiara Bergonzini; diritto del lavoro e al lavoro, con la prof.ssa Roberta Nunin. Punto di partenza di ogni incontro è stato il binomio diritti/doveri, per riscontrare, nelle esperienze concrete dei partecipanti, la rilevanza delle norme giuridiche nella vita quotidiana. Il riscontro ricevuto da parte dei partecipanti è stato estremamente positivo. A dimostrazione dell’interesse suscitato dai temi proposti e dalla possibilità di poterne discutere insieme ad esperte ed esperti, la presenza è rimasta costante nel tempo nonostante la concomitanza, a volte, con altri corsi di natura più pratica, che nella Casa Circondariale di Gorizia, un modello virtuoso di gestione e trattamento dei detenuti, non mancano.È proprio con una menzione speciale alla Casa Circondariale di Gorizia che si chiude questa prima fase della collaborazione dell’Università di Trieste con un istituto di pena. È infatti grazie all’Amministrazione penitenziaria, e soprattutto alla Direttrice della Casa Circondariale, dott.ssa Caterina Leva, e alla dott.ssa Margherita Venturoli, responsabile del settore educativo, che è stato possibile cominciare questo progetto prezioso che continuerà in autunno con un altro ciclo di seminari i cui temi saranno decisi proprio insieme ai detenuti. Un riconoscimento particolare va, infine, a Massimo Bressan, volontario infaticabile presso la Casa Circondariale, il cui supporto è stato fondamentale lungo tutto il percorso.In un periodo tanto drammatico per la situazione delle carceri italiane, è significativo ricordare le parole del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’incontro al Quirinale con il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e una rappresentanza della polizia penitenziaria: «I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati; in palestra di addestramento al crimine; né in luoghi senza speranza, ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato. Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività, oltre a essere l’obiettivo di un impegno notoriamente, dichiaratamente costituzionale». Anche l’università può e deve avere un ruolo nel raggiungimento di questo obiettivo.