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Il 21 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo e mai come in questo momento storico siamo coscienti di abitare uno stesso pianeta, fragile e minacciato da crisi ecologiche, economiche, politiche, guerre e conflitti che obbligano sempre più persone a muoversi attraversando confini e barriere per cercare una vita sostenibile. 

La Mostra-installazione Il Giardino degli (In)visibili, che sarà inaugurata nell’Ala destra del piano terra dell’Edificio A di UniTS lunedì 27 maggio, vuole stimolare una riflessione sui confini e i migranti a partire dai loro oggetti abbandonati alla frontiera. 

L’esposizione raccoglie oggetti di uso quotidiano e vestiti lasciati ai confini tra Croazia, Slovenia e Italia durante il tragitto della “rotta Balcanica”. Questi oggetti, raccolti con gli studenti del DISU e dell’Università del Litorale, sono stati organizzati in un’installazione antropologica itinerante.  

Questi oggetti, che ignoriamo o trattiamo come immondizia, ci proiettano in una questione politica e morale fondamentale dei nostri tempi.

Questo il pensiero dell’antropologo Marc Augè: “Il nostro ideale non dovrebbe essere quello di un mondo senza frontiere, ma di un mondo nel quale le frontiere siano riconosciute, rispettate e attraversabili, cioè un mondo in cui il rispetto delle differenze cominci con il rispetto degli individui, indipendentemente dalla loro origine. Una frontiera non è un muro che vieta il passaggio, ma una soglia che invita al passaggio”.

La mostra-installazione è inserita negli eventi culturali dell’alleanza T4EU (Transform For Europe) per UNITS, finanziato dal DISU (Dipartimento di Studi Umanistici) in collaborazione con Univerza na Primorskem di Koper e con il Graduate institute for International and Development Studies.