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Maurizio Fermeglia
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Il 25 febbraio è mancato prematuramente per un malore che lo ha colto durante un’escursione in Val Rosandra Maurizio Fermeglia, professore ordinario di Principi di ingegneria chimica al Dipartimento di Ingegneria e Architettura, già Rettore del nostro Ateneo.

Maurizio Fermeglia, che avrebbe compiuto 69 anni in ottobre, viene universalmente ricordato come un uomo eccezionalmente eclettico, che ha saputo eccellere e lasciare una traccia importante non solo nell’ambiente accademico, ma in tutti gli ambiti in cui si è cimentato.

Laureatosi in Ingegneria Chimica all’Università di Trieste nel 1979, a cavallo del 1980-81 svolge ricerca presso la Technical University of Denmanrk, Lyngby. Ritorna poi nella nostra Università nel 1983 come ricercatore, diventando poi professore associato nel 1992 e professore ordinario nel 2002.

Oltre alla carica di Rettore dal 2013 al 2019, il professor Fermeglia ha servito in numerosi ruoli dirigenziali all’Università di Trieste, tra cui direttore di Dipartimento e direttore della Scuola di Dottorato in nanotecnologie. Ha ricoperto inoltre vari incarichi in ambito nazionale, tra cui recentemente quello di coordinatore nazionale del gruppo di principi di ingegneria chimica, nonché quello di presidente della commissione di Abilitazione Scientifica Nazionale per il suo gruppo concorsuale.

La sua attività scientifica è stata molto prolifica e varia, testimoniata dagli oltre 250 articoli pubblicati in riviste peer-reviewed internazionali, dalle oltre 200 presentazioni (tra cui decine di invited, plenary e keynote) in contesto internazionale, dalla gestione come principal investigator di numerosi progetti nazionali ed europei. I principali ambiti della sua ricerca hanno riguardato in passato lo studio sperimentale sui diagrammi di fase e sulle proprietà di trasporto, lo studio teorico di aspetti termodinamici dell’ingegneria chimica, l’ingegneria di processo e lo studio dei nanomateriali, ma si è occupato anche di basi di dati e di reti informatiche. Nell’ultimo ventennio ha poi contribuito a sviluppare, con il suo lavoro e la sua visione, il campo della modellazione molecolare multiscala. In anni più recenti si è occupato di Life Cycle Assessment, introducendo l’idea innovativa di integrare e migliorare i dati necessari per tale tecnica utilizzando la modellazione.

Tutta la sua carriera scientifica è stata ispirata e attraversata dalla passione per i temi della sostenibilità, con particolare attenzione alla sostenibilità dei processi e dei sistemi nell’ambito della transizione energetica. In questo contesto, oltre a condurre attività di ricerca in senso stretto, è stato anche consulente per le agenzie delle Nazioni Unite UNIDO e UNEP.

Il professor Fermeglia è stato un appassionato e stimatissimo docente in vari insegnamenti nell’ambito dell’ingegneria chimica, contribuendo a formare diverse generazioni di professionisti e sempre propugnando l’importanza di un approccio interdisciplinare alla formazione per affrontare le sfide future dell’umanità. Ha condotto inoltre una vastissima e apprezzatissima attività di comunicazione e divulgazione scientifica, primariamente nell’ambito della sostenibilità, con decine di interventi, seminari e conferenze dedicate al grande pubblico e sempre caratterizzate da originalità e visione. Nel 2010 fonda la Scuola Estiva sull’Energia, successivamente dedicata al “suo eroe” Giacomo Ciamician, il chimico triestino che già all’inizio del ventesimo secolo teorizzava l’uso del sole per uno sviluppo sostenibile della nostra società.

Soprattutto su queste tematiche, Maurizio Fermeglia è stato molto attivo su vari fronti dell’impegno civico, anche nel suo ruolo di delegato regionale del WWF, spinto dall’idea di utilizzare le proprie competenze accademiche al servizio della comunità.

Il professor Fermeglia è mancato mentre camminava su un sentiero della Val Rosandra. Per lui, triestino di nascita, la “Valle” era la montagna di casa, quella montagna che è stata la sua grande passione al di fuori dell’accademia. Lo spirito e la disciplina associati alla pratica delle attività di montagna spesso permeavano la sua quotidianità accademica. Alpinista e sci-alpinista, accademico del CAI, era stato istruttore di queste discipline e aveva partecipato a varie spedizioni alpinistiche anche extra-europee. Era stato inoltre capostazione della stazione di Trieste del Soccorso Alpino, dimostrando ancora una volta il desiderio di mettere le proprie capacità e conoscenze al servizio del prossimo. Forse è questa la lezione più importante che il professor Fermeglia, nel lasciare su quel sentiero questo grande vuoto nella comunità accademica e non solo, ci ha trasmesso.

La comunità UniTS si stringe con calore attorno alla moglie e ai figli di Maurizio.