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UniTS lancia la sfida per un turismo senza barriere

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Nella settimana in cui si celebra la Giornata Internazionale delle persone con Disabilità (3 dicembre) UniTS diffonde i risultati dell’Hackathon “Inclusive Tourism for Everyone”, promosso nell’ambito del progetto europeo SITE – Shaping Inclusive Tourist Experiences finanziato dal Programma Interreg Italia–Croazia 2021–2027.

Il progetto SITE è coordinato da Lorenzo Castelli, associato in Ricerca Operativa al Dipartimento di Ingegneria e Architettura (DIA) dell’Università di Trieste, in collaborazione con il gruppo di ricerca Trieste Inclusion and Accessibility Lab (TrIAL), referente Ilaria Garofolo, ordinaria di Architettura Tecnica allo stesso Dipartimento.

Scopo di SITE è aumentare l'attrattività delle destinazioni dell'area del programma durante tutto l'anno, diffondendo una cultura transfrontaliera dell’Universal Design nell’ecosistema turistico, così da ridurre le barriere architettoniche, sensoriali e comunicative che limitano l’accesso alle persone con disabilità e ad altri gruppi con esigenze specifiche, come famiglie e anziani.

L’Hackathon, moderato da Caterina Vidulli, fondatrice di Central Marketing Intelligence e Communication Manager del progetto SITE, è stato organizzato da UniTS Trieste insieme ai partner italiani e croati del progetto, con la compartecipazione del Comune di Trieste, Promoturismo FVG, CRIBA FVG, INU – Istituto Nazionale Urbanistica e dell’associazione Start-Up Turismo. 

Sono stati coinvolti 34 studenti universitari provenienti da Italia, Croazia e Slovenia, attivi in percorsi formativi eterogenei: architettura, urbanistica, lingue, management del turismo, scienze sociali e informatica. Tra i mentor che hanno supportato e guidato i lavori ci sono stati esperti in accessibilità ambientale, linguaggio facile, marketing del turismo, sociologi, referenti della associazione Oltre Quella Sedia.

Nel corso delle due giornate, ai partecipanti è stato chiesto di sviluppare idee e soluzioni innovative capaci di integrare i principi dell’Universal Design, con l’obiettivo di progettare esperienze turistiche realmente accoglienti, fruibili e piacevoli per tutti: persone con disabilità, famiglie, anziani e visitatori con competenze linguistiche limitate. I gruppi multidisciplinari hanno collaborato in un clima di forte creatività e problem-solving, mettendo in dialogo competenze tecniche, progettuali e sociali.

Un momento particolarmente significativo è stata la visita guidata lungo un itinerario cittadino, condotta da PromoTurismo FVG con la partecipazione di CRIBA FVG e della associazione Oltre Quella Sedia. L’esperienza ha permesso ai team di osservare direttamente il contesto urbano triestino e di individuare alcune delle principali criticità sperimentate dai turisti negli spostamenti in città. «La visita ha offerto ai partecipanti uno sguardo concreto sulle difficoltà che molti visitatori incontrano quotidianamente. È da qui che può nascere un turismo davvero attento e inclusivo», afferma Paola Pascoli, referente di CRIBA FVG.

I progetti vincitori

1° posto – “PathMate”

Il progetto PathMate — dall’unione di “path” (percorso, viaggio) e “mate” (amico, compagno) — propone un’app che accompagna l’utente adattandosi alle sue esigenze e rafforzando la sua autonomia. PathMate semplifica la pianificazione degli spostamenti, offre una navigazione chiara e multicanale e fornisce informazioni utili su caratteristiche dei percorsi e accessi, come pendenza e tipologia di superficie. Team: Iftekhar Anwar (Computer Science, Politecnico di Torino), Arsenii Prostakov (Lingue, Univ. Federico II Napoli), Anastasija Ristova (Urbanistica, Univ. di Lubiana), Lucija Oštarić (Management del Turismo, Fiume), Alessia Gaia Russo (Design della Comunicazione, Politecnico di Milano).

2° posto – “APO – All Paths Open”. 

Un sistema di partecipazione che collega turisti con disabilità o esigenze specifiche ai residenti che condividono la stessa condizione, con l’obiettivo di costruire una comunità sicura, informata, sensibile e coinvolta. Team: Patricia Ivančić (Scienze sociali, Univ. di Fiume), Eleonora Lazarova (Urbanistica, Univ. di Lubiana), Jana Krivošić (Management del Turismo, Fiume), Alessandra Airaudo (Digital Marketing, Unicusano).

3° posto – “TourAble”

Un’app pensata per rendere il turismo realmente accessibile grazie a un design inclusivo, intuitivo e adattivo. TourAble incoraggia la consapevolezza dei cittadini sui temi dell’accessibilità e offre percorsi senza barriere, attività per famiglie e informazioni dedicate a persone con disabilità visive e cognitive. Team: Daniyar Yegeubay (Computer Science, Federico II Napoli), Ester Calenda Casarin (Lingue, Ca’ Foscari), Pia Ržen (Architettura, Univ. di Lubiana), Korina Zorić (Management del Turismo, Fiume), Marianna Capriotti (Management del Turismo, Univ. di Perugia).

«Partecipare all’Hackathon Inclusive Tourism for Everyone del progetto SITE – Interreg ITA CRO 2021-27 è stato un momento prezioso, sia dal punto di vista professionale che umano. Vedere così tanti giovani del mondo del turismo lavorare con competenza, curiosità e senso di responsabilità verso un futuro più accessibile è stato profondamente motivante», dichiara Annalisa Noacco di Willeasy, tra i membri della giuria. «Come Willeasy abbiamo accolto con entusiasmo l’invito dell’Associazione Startup Turismo, che ringrazio sinceramente per aver valorizzato il ruolo dell’accessibilità all’interno del percorso. In questa occasione ho avuto l’onore di rappresentare l’Associazione, in qualità di associata e delegata alle tematiche del turismo accessibile, contribuendo a portare la voce di chi ogni giorno lavora per un settore più inclusivo. Consegnare i premi ai team vincitori è stato un gesto simbolico ma significativo: il dialogo tra chi oggi opera per rendere il mondo più inclusivo e chi domani potrà trasformare questa visione in nuovi standard è la vera forza di un settore che sta evolvendo. L’impegno e la sensibilità dimostrati dai partecipanti confermano che innovazione e attenzione alle persone non sono binari paralleli, ma la stessa direzione. È questa l’energia che serve per costruire un turismo capace di accogliere, comprendere e includere davvero tutti».

La giuria era composta inoltre dalle docenti Ilaria Garofolo (DIA, Università di Trieste) e Jelena Durkin Badurina (FTHM, Università di Fiume); Roberta Gigli, referente del Forum Of Adriatic And Ionian Cities; Erika Kosic, referente della Regione Friuli Venezia Giulia in qualità di Segreteriato Congiunto del programma Italia-Slovenia.

Gli altri progetti

Gli altri progetti presentati hanno proposto soluzioni diversificate ma unite da un’unica visione inclusiva: dalla creazione di moduli temporanei universalmente accessibili, confortevoli, gratuiti e dotati di schermi informativi (progetto “Your Pod Stop”), allo sviluppo di un protocollo di certificazione per servizi attenti alle diversità (progetto “Inclusive Tourism”). Sono stati inoltre presentati un’app pensata per mettere in contatto turisti e residenti con esigenze simili (progetto “Help”) e una piattaforma di viaggio inclusiva che, grazie a contenuti verificati tramite intelligenza artificiale e dati reali dai social media, genera mappe personalizzate (progetto “AllWays”).

Oltre ai premi in denaro destinati ai tre migliori progetti (4.000 € al primo, 2.000 € al secondo e 1.000 € al terzo classificato), finanziati dall’associazione Start-Up Turismo, i vincitori avranno accesso a sessioni di mentorship con l’associazione e con i partner del progetto SITE, e saranno invitati alla conferenza internazionale conclusiva del progetto, che si terrà a Opatija (Croazia).

L’Hackathon si è concluso con la consapevolezza condivisa che progettare un turismo più inclusivo significa contribuire allo sviluppo di comunità più aperte, accoglienti e sostenibili.

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Nell’ambito del progetto europeo SITE – Shaping Inclusive Tourist Experiences, premiate le migliori idee per un turismo più accessibile
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Applicazioni elettriche navali: conclusi a Trieste i test dei superconduttori e supercondensatori del progetto V-access

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Si è chiusa a Trieste la due giorni dell’evento “ELECTRIC SHIP SUPER STORAGE EVENT” del progetto V-ACCESS, focalizzato sull’elettrificazione bordo nave tramite utilizzo di tecnologie innovative, come superconduttori e supercondensatori per l’accumulo di energia. All’evento hanno partecipato tutte le aziende e gli enti di ricerca universitari partner del progetto.

Il progetto V-ACCESS, coordinato dall’Università di Trieste, è dedicato allo sviluppo di un sistema ibrido di accumulo energetico (HESS) di nuova generazione, che combina la tecnologia SMES – Superconducting Magnetic Energy Storage – a base di MgB2 – Diboruro di Magnesio – con i Supercondensatori.

La combinazione di queste due tecnologie, a supporto delle batterie, consente una forte innovazione in termini sia prestazionali che di affidabilità per l'accumulo di energia e il rilascio di forti impulsi energetici.

Le caratteristiche di unicità della soluzione proposta rappresentano il punto di forza di una tecnologia che troverà applicazione non solo nello shipping e nell’elettrificazione delle navi ma anche in settori industriali energivori. Inoltre, l’innovazione dei sistemi di storage svolgerà un ruolo fondamentale nei sistemi di alimentazione e sarà essenziale anche per bilanciare la produzione e il consumo di energia nelle reti elettriche, in risposta alla crescente integrazione di fonti rinnovabili e alle esigenze del green deal.

Il vantaggio della soluzione studiata dal progetto V-Access, che è finanziato con fondi europei per un valore di 5.000.000 € ed è ottimizzato per integrarsi con i sistemi a batteria a bordo delle imbarcazioni, risiede nella gestione ibrida di un accumulatore SMES superconduttivo in MgB2 progettato e costruito da ASG Superconductors e dei Supercondensatori progettati e realizzati da Skeleton nell’ambito di un progetto che vede coinvolti anche Fincantieri, VARD, RINA, RSE, SINTEF, Università di Trieste, Genova e Birmingham e Politecnico di Milano. 

La tecnologia SMES dei superconduttori è ideale per l'accumulo di energia a breve termine e ad alta potenza, perfetta quindi per la modulazione di potenza e la stabilizzazione istantanea della tensione. I supercondensatori, invece, sono dispositivi di accumulo elettrostatico che offrono una rapidissima erogazione e assorbimento di potenza (alta densità di potenza) e una vita utile estremamente lunga (milioni di cicli). L’interazione “ibrida” in sinergia di queste tecnologie con le batterie tradizionali, oltre ad allungarne il ciclo di utilizzo, consente una innovativa gestione dei carichi e quindi la riduzione delle emissioni di CO2.

I test del sistema superconduttivo SMES di ASG Superconductors e dei supercondensatori di Skeleton si sono svolti presso l'ETEF (Electric TEst Facility), il dimostratore tecnologico per applicazioni di sistemi elettrici per l’energia in ambito marino, realizzato dal partenariato di  Università degli Studi di Trieste, Wärtsilä e Fincantieri nell’ambito dei programmi di ricerca scientifica e tecnologica nazionali del Segretariato Generale della Difesa.

Giorgio Sulligoi di UniTS ha dichiarato “ETEF è il fiore all'occhiello delle facility sperimentali triestine, un hub dove ricercatori accademici e industriali lavorano insieme per definire il futuro delle navi elettriche” e poi ha concluso “la sinergia tra aziende e mondo universitario del progetto V - Access ha già reso tangibili i passi avanti verso una tecnologia di elettrificazione ibrida che sarà utile e necessaria non solo in ambito shipping ma in tutte le applicazioni che richiedono grandi e  rapidi impulsi di energia”.

Pietro Tricoli dell’Università di Birmingham e coordinatore tecnologico del progetto, ha aggiunto “il dimostratore di prova di supercondensatore e SMES superconduttivo è stato testato in un ambiente operativo altamente realistico, si punta ad un Livello di Maturità Tecnologica (TRL) pari a 5, passo prodromico alle future evoluzioni legate a progetti di sviluppo e installazione di questa tecnologia a bordo nave. “

Gianluca Bertossi, Managing Director di Wärtsilä Italia ha dichiarato: “il dimostratore tecnologico ETEF rappresenta un’importante infrastruttura di ricerca e di de-risking tecnologico per i sistemi elettrici di bordo delle future unità navali, e consente di perseguire obiettivi analoghi anche per applicazioni terrestri che condividano requisiti simili di Power Quality, Quality of Service e affidabilità. In Europa non esiste un sistema con prestazioni comparabili in termini di potenza installata, caratteristiche tecnologiche, performance e capacità di prova.”

Marco Nassi, Amministratore Delegato di ASG ha concluso: “è stato sfidante lavorare al progetto V-ACCESS insieme ai rilevanti partner che ringraziamo per aver operato in modo unitario al fine di portare il nostro SMES al successo in fase di test presso una facility di grande valore come ETEF. Riteniamo che lo storage superconduttivo sia una proposta ad alto contenuto tecnologico ideale per dare risposta alle esigenze di innovazione e resilienza delle reti”. 

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Il progetto internazionale è coordinato da UniTS
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PhD Welcome & Innovation Awards: al via il 41° ciclo di Dottorato

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Sono 161 i dottorandi iscritti al 41° ciclo della Scuola di Dottorato UniTS, un trend in crescita anche grazie agli studenti dall’estero che raggiungono il 20% del totale. Quasi in parità la proporzione donne/uomini, con all’aumento costante del numero delle studentesse che scelgono questo percorso.

Sono i numeri diffusi durante l’evento di benvenuto dei nuovi dottorandi UniTS.

Dopo il benvenuto della rettrice Donata Vianelli, dell’assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione FVG Alessia Rosolen e di Ketty Segatti, direttore centrale per l’alta formazione regionale, si è tenuta anche la seconda edizione di PHD Innovation Award che, grazie al finanziamento della Fondazione CRTrieste, premia i cinque Dottori di Ricerca che hanno prodotto la migliore tesi nel 2025.

Pensato per celebrare il merito, l’innovazione e la creatività dei giovani scienziati, il riconoscimento di 3000 Euro ciascuno è andato quest’anno a 5 giovani valutati tra 70 candidati da una commissione di esperti provenienti dai tre grandi settori ERC (European Research Council): Physical Sciences and Engineering, Life Sciences e Social Sciences and Humanities.

I vincitori raccontano così la loro tesi:

Alice Biasin (Corso di Dottorato in Chimica): “Integrando farmacologia sperimentale e ingegneria chimica e dei materiali, ho studiato l’efficacia di farmaci innovativi contro la fibrosi epatica, patologia ancora priva di terapie. Un ulteriore elemento distintivo della ricerca risiede nello sviluppo di modelli in vitro avanzati a base di idrogel con proprietà viscoelastiche che riproducono quelle del fegato sano e fibrotico. I risultati ottenuti dimostrano che gli inibitori delle ubiquitinasi riducono significativamente la fibrosi in vitro”.

Giorgia Nadizar (Corso di Dottorato in Applied Data Science and Artificial Intelligence): “Ho studiato come processi tipici degli organismi naturali, come la plasticità neurale e lo sviluppo morfologico, possano tradursi in nuovi meccanismi per aumentare la flessibilità e le prestazioni dei robot. Parallelamente, ho progettato controllori trasparenti e facilmente comprensibili, in grado di eguagliare le prestazioni dei modelli più complessi. Infine, ho integrato per la prima volta queste due direzioni, mostrando che è possibile ottenere robot al tempo stesso biologicamente plausibili, adattabili e interpretabili”.

Francesco Piazza (Corso di Dottorato in nanotecnologie): La mia tesi introduce biomateriali in agarosio con proprietà meccaniche controllabili per studiare come le cellule rispondono ai segnali meccanici. Il risultato più innovativo è l’identificazione della viscoplasticità come nuovo parametro chiave che regola l’adesione cellulare. Questo approccio propone un nuovo paradigma nel campo della meccanobiologia e apre nuove direzioni per la progettazione di biomateriali e modelli in vitro.

Mattia Pozzebon (Corso di Dottorato in Storia delle Società, delle Istituzioni e del Pensiero. Dal Medioevo all’Età contemporanea): “Attraverso lo studio di scenari che spaziano dal presente fino al futuro più lontano, e grazie alla combinazione di analisi etica, immaginazione filosofica e confronto con altre discipline, l’obiettivo della tesi è stato quello di valutare eticamente se l’impiego di tecniche di editing genetico sugli animali possa contribuire a ridurre la loro sofferenza e a migliorare la qualità della loro vita.

Loris Luciano Viteritti (Corso di Dottorato in Fisica): “La mia tesi esplora nuovi metodi per comprendere materiali quantistici particolarmente complessi, nei quali le interazioni tra le particelle danno origine a stati di materia “esotici”, come i liquidi di spin quantistici. Per superare i limiti dei metodi tradizionali è stato sviluppato un innovativo approccio che utilizza reti neurali artificiali per rappresentare e studiare questi sistemi. Grazie a una nuova tecnica di ottimizzazione, la ricerca permette di analizzare modelli estremamente difficili, ottenendo risultati più accurati rispetto alle metodologie convenzionali.

Moderati da Francesco Longo, Delegato ai Dottorati di ricerca, hanno partecipato alla cerimonia Francesco Peroni, Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione Fondazione CRTrieste, Maria Pia Abbracchio, Università degli Studi di Milano, Gianfranco Pacchioni, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Bernardo Balboni, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. 

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Premiate grazie a Fondazione CRTrieste le 5 migliori tesi di Dottorato 2025
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Paolo Fornasiero eletto membro dell’Accademia Europea delle Scienze e delle Arti

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Paolo Fornasiero, docente di Chimica Generale ed Inorganica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche e Prorettore alla ricerca dell’Università di Trieste, è stato eletto membro dell’Accademia Europea delle Scienze e delle Arti, per la classe Scienze Tecniche e Ambientali.

L’elezione del prof. Fornasiero rappresenta un riconoscimento del suo contributo pionieristico nel settore dei nanomateriali per la catalisi ambientale e l’energia, così come della sua leadership internazionale nella ricerca, nell’innovazione e nella formazione dei giovani.

L'Accademia Europea delle Scienze e delle Arti è un'associazione europea non governativa impegnata a promuovere il progresso scientifico e sociale. L'Accademia riunisce 1900 eminenti studiosi e professionisti, tra cui 38 premi Nobel, provenienti da tutta Europa. Sono suddivisi in 7 classi: Scienze Umanistiche, Medicina, Arti, Scienze Naturali, Scienze Sociali, Diritto ed Economia, Scienze Tecniche e Ambientali e Religioni del Mondo. I membri dell'Accademia vengono eletti per i loro straordinari risultati nei campi della scienza, delle arti e della governance. 

Il prof. Fornasiero risulta tra i pochi scienziati contemporaneamente eletti nell’Academia Europaea, nell’European Academy of Sciences e nella European Academy of Sciences and Arts.

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Il riconoscimento arriva per il suo contributo pionieristico nel settore dei nanomateriali per la catalisi ambientale e l’energia
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UniTS, la ricerca corre in laboratorio e in pista

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All’Università di Trieste la ricerca “corre” ogni giorno, nei laboratori e lungo i percorsi delle iniziative solidali: grazie al lavoro delle ricercatrici e dei ricercatori, al sostegno delle grandi fondazioni e alla partecipazione della comunità accademica a manifestazioni come la staffetta 24x1 ora di Telethon.

In questo quadro si inserisce il finanziamento ottenuto da Elisa Lazzari, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita (DSV), nell’ambito del bando congiunto Fondazione Telethon–Fondazione Cariplo, giunto alla quarta edizione e dedicato a chiarire gli aspetti ancora oscuri del genoma umano potenzialmente responsabili di malattie rare.

A livello nazionale il bando ha selezionato 26 nuovi progetti di ricerca, per un totale di circa 3,6 milioni di euro e con il coinvolgimento di 35 gruppi di ricerca in 12 regioni italiane. Quest’anno in Friuli Venezia Giulia l’unico progetto finanziato, per un investimento complessivo di circa 50.000 euro, è quello della ricercatrice UniTS intitolato “Studio del ruolo di RSPRY1 nella formazione dell’osso per capire i meccanismi patogenici della displasia spondilo-epimetafisaria di tipo Faden-Alkuraya”.

Il progetto di ricerca di Elisa Lazzari

Il progetto si focalizza sulla displasia spondiloepimetafisaria di tipo Faden-Alkuraya, una malattia caratterizzata da difetti nello sviluppo delle ossa, disabilità intellettiva e ritardo nello sviluppo, causata da mutazioni nel gene RSPRY1, la cui funzione è al momento sconosciuta.

Osservando la struttura predetta della proteina RSPRY1 e la posizione di alcune delle mutazioni identificate nei pazienti, il gruppo di ricerca di Elisa Lazzari ha ipotizzato che questa proteina possa funzionare, nelle cellule, come una E3 ubiquitina ligasi, una classe di enzimi che regolano i livelli di altre proteine e che alterazioni di questa attività possano essere alla base della malattia.

Grazie al finanziamento ricevuto sarà possibile mettere alla prova questa ipotesi, iniziando a caratterizzare la funzione biochimica della proteina RSPRY1. Verranno inoltre sviluppati modelli cellulari che esprimono le forme mutate della proteina e, misurando diversi parametri, sarà verificato l’impatto delle mutazioni sul differenziamento del tessuto osseo.

“Al termine del progetto – spiega Elisa Lazzari - ci si attende di aver ottenuto una sostanziale conoscenza della funzione di RSPRY1 all’interno delle cellule. Questi risultati costituiranno la base per futuri studi che approfondiranno tali processi, con l’obiettivo di definire in modo definitivo il meccanismo di azione di RSPRY1 e capire come la sua alterazione interferisca con lo sviluppo del tessuto osseo. Le informazioni raccolte rappresenteranno il punto di partenza per lo sviluppo di nuove terapie”.

La 24x1 ora di Udine: un’onda arancione per Telethon

L’ impegno a favore della ricerca ha attraversato nel weekend il tracciato urbano della tradizionale staffetta 24x1 ora di Telethon a Udine, dove UniTS ha espresso la sua testimonianza con una partecipazione da record.

L’Ateneo triestino ha mobilitato quasi 400 persone e messo in pista 15 squadre, guidate dalla rettrice Donata Vianelli, che ha corso la prima frazione. L’onda arancione che ha animato la manifestazione ha visto una straordinaria partecipazione di tutta la comunità dell’Università di Trieste, con la presenza di sette direttori di dipartimento, insieme a numerosi docenti, ricercatori, tecnici-amministrativi e studenti.

Protagonista speciale è stato Andrea Fontanive, studente di Fisica e ultramaratoneta, che ha percorso frazione dopo frazione tutte le 24 ore della staffetta. Un ruolo centrale nella partecipazione di UniTS lo ha avuto la Run Society, gruppo studentesco ormai punto fermo dell’adesione dell’Università di Trieste alla staffetta Telethon.

Dai laboratori universitari al percorso cittadino di Telethon, la ricerca UniTS non si ferma mai, con l’obiettivo di creare nuove prospettive di cura per le malattie genetiche rare.

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Adesione record di tutta la comunità universitaria alla manifestazione Telethon che ha finanziato – unico in FVG - il progetto di Elisa Lazzari (DSV)
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UniTS alla Staffetta Telethon 2025

Tre progetti UniTS finanziati dal Fondo Italiano per la Scienza per oltre 5 milioni di euro

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Tre progetti UniTS hanno ottenuto finanziamenti per oltre 5 milioni di euro da parte del Fondo Italiano per la Scienza: un ottimo traguardo che consolida il ruolo dell’Ateneo nella ricerca innovativa e di qualità. 

Due sono i progetti presentati come Advanced Grants dal Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche, rispettivamente da Paolo Fornasiero, ordinario di chimica generale e inorganica e prorettore alla ricerca e da Federico Rosei, ordinario di chimica industriale. Il terzo progetto, finanziato nella linea Starting Grant, è stato invece presentato da Matteo Marinelli del Dipartimento di Fisica. 

Ha sottolineato la rettrice Donata Vianelli: “Questi risultati confermano la qualità dei reclutamenti presso la nostra Università e l’impegno dei ricercatori nell’attrarre fondi che porteranno innovazione nelle nostre strutture di ricerca e consentiranno di condurre ricerca di qualità a livello internazionale.”

Il Fondo Italiano per la Scienza (FIS) finanzia progetti di ricerca di elevato contenuto scientifico condotti da ricercatori emergenti (Starting Grant), da ricercatori in carriera (Consolidator Grant) e da ricercatori affermati (Advanced Grant) nell’ambito dei settori ERC (European Research Council). 

L’obiettivo principale è promuovere lo sviluppo della ricerca fondamentale secondo le modalità consolidate a livello europeo sul modello dell’European Research Council (ERC).

È un programma che nella sua terza edizione ha una dotazione finanziaria di 475 milioni di euro ed ha attribuito finanziamenti importanti, tra 1 a 2.4 milioni di euro, a progetti presentati dalle Università e Istituzioni Universitarie italiane statali e non statali, dalle Scuole Superiori a ordinamento speciale, Enti pubblici di ricerca, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pubblici e privati e soggetti giuridici con finalità di ricerca. In questi giorni sono stati finanziati circa 325 progetti. 

Questi in dettaglio i progetti UniTS vincitori:

Il progetto del prof. Fornasiero, “PhotoElectrocatalytic smart Systems for CHEmicals and FUels production”, riceverà un finanziamento di 2.3 milioni per affrontare uno studio innovativo volto allo sviluppo di un sistema catalitico tandem in cui la conversione fotocatalitica dei derivati ​​di biomasse in prodotti industrialmente utili è accoppiata ad un processo elettrocatalitico sintonizzabile a comando verso l'evoluzione di H2 o l'idrogenazione di molecole organiche insature.

Il progetto del prof. Rosei, “Study of model photocatalysts to optimize water splitting”, riceverà un finanziamento pari a 1.9 milioni di euro per studiare sistemi modello che consentano di capire i meccanismi di scissione fotocatalitica dell’acqua.

Il progetto del prof. Marinelli, “Tweezer-based quantum Repeater InterConnection”, riceverà un importo di 1.1 milioni di euro per sviluppare una nuova piattaforma sperimentale dedicata alle reti quantistiche di prossima generazione. Il progetto punta alla realizzazione di un’architettura modulare basata su atomi di itterbio intrappolati in optical tweezers interfacciati con un risonatore ottico per la creazione di stati di entanglement tra atomo e fotone, elemento chiave per il futuro internet quantistico. 

 

Foto: da sinistra, i proff. Fornasiero, Marinelli e Rosei

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Due Advanced Grants al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche e uno Starting Grant a quello di Fisica
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Laboratorio ArQuS: prima osservazione italiana di singoli atomi "intrappolati"

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Per la prima volta in Italia, i ricercatori del Laboratorio ArQuS dell’Università di Trieste e del CNR-INO (Istituto Nazionale di Ottica, Consiglio Nazionale delle Ricerche) sono riusciti a intrappolare e fotografare singoli atomi di itterbio, estendendo le tecniche di imaging a nuovi regimi: osservando la luce emessa con un microscopio, i ricercatori sono riusciti a distinguere chiaramente ogni singolo atomo e a contarne con precisione il numero contenuto in una singola trappola, una capacità mancante nelle tecniche esistenti, dove le misure erano finora limitate a distinguere solo tra zero e un atomo. 

I risultati, pubblicati sulle due prestigiose riviste internazionali Quantum Science and Technology e Physical Review Letters,offrono importanti prospettive per lo sviluppo di scienze e tecnologie basate su bit quantistici (o qubit), come computer quantistici e orologi atomici: la capacità di osservare ogni singolo atomo con grandissima precisione è, infatti, un elemento fondamentale per la realizzazione di un sistema di qubit atomici. 

Francesco Scazza, professore associato di Fisica della materia all’Università di Trieste e responsabile del Laboratorio ArQuS, spiega: “Per fotografare sorgenti di luce molto fioche, come corpi celesti o, appunto, singoli atomi, si utilizzano solitamente lunghe esposizioni al fine di collezionare un segnale abbastanza grande (cioè un gran numero di fotoni) e poter distinguere gli oggetti fotografati dal background. Nel nostro lavoro abbiamo utilizzato un approccio alternativo, analogo all’utilizzo del flash di una macchina fotografica: illuminando gli atomi con molta luce per un brevissimo lasso di tempo è possibile ottenere un segnale sufficiente da distinguere ciascun atomo molto chiaramente, riducendo la durata della rivelazione senza comprometterne le performance”.

Nella tecnica ideata dal Laboratorio ArQuS, gli atomi, raffreddati quasi allo zero assoluto (-273 °C) da una luce laser e poi catturati in cosiddette “pinzette ottiche” (optical tweezers), sono illuminati con un secondo laser, del quale assorbono e riemettono parte della luce grazie al fenomeno della fluorescenza. 

Omar Abdel Karim, ricercatore del Laboratorio ArQuSspiega: “Una delle principali sfide nell’osservazione di singoli atomi consiste nel non perdere gli atomi durante l’acquisizione dell’immagine. A causa dell’assorbimento e della ri-emissione della luce, gli atomi infatti acquisiscono energia e possono scappare dalla trappola. Nei nostri esperimenti siamo riusciti a compensare questo effetto riuscendo a far coesistere una grande precisione nell’individuazione degli atomi e un minimo disturbo al sistema”.

Una delle soluzioni dimostrate si basa su un delicato bilanciamento tra la luce di fluorescenza e quella di raffreddamento per garantire che gli atomi rimangano intrappolati, permettendo di distinguere chiaramente la loro presenza e di riutilizzarli per esperimenti successivi. Un altro approccio consiste nel ridurre il tempo di esposizione al minimo possibile, permettendo di ottenere la più elevata velocità di esecuzione finora dimostrata per atomi in optical tweezers

Alessandro Muzi Falconi, ricercatore del Laboratorio ArQuS e dottorando in Fisica dell’Università di Trieste, commenta: “Negli ultimi anni, uno degli obiettivi del settore è sviluppare tecniche di imaging in grado di osservare gli atomi sempre più velocemente e possibilmente senza perderli durante l’immagine. Grazie a una tecnica basata su brevi e intensi impulsi di fluorescenza, siamo riusciti a osservare gli atomi, senza indurre perdite, in pochi milionesimi di secondo, circa mille volte più velocemente dei tipici tempi di acquisizione. La nostra tecnica si basa sul fatto che gli atomi acquisiscono energia durante l’immagine, ma non abbastanza da scappare dalle trappole ottiche. Inoltre, tramite veloci impulsi di raffreddamento possiamo rimuovere l’energia in eccesso dopo l’immagine, e ripetere l’osservazione degli stessi atomi per decine di immagini in successione”.

Un altro importante risultato del gruppo di ricerca è la prima osservazione di singoli atomi dell’elemento itterbio-173, un particolare isotopo (atomo di un elemento che ha differente numero di massa e perciò differente massa atomica) caratterizzato da ben sei stati interni nel suo livello fondamentale, che permetterebbe di sviluppare circuiti quantistici basati su qudit e non più solo qubit, conservando e scambiando informazioni più efficientemente. 

Il Laboratorio ArQuS è nato nel 2022 da una collaborazione tra l’Università di Trieste e il Cnr e grazie a un finanziamento ERC Starting Grant di 1.4 milioni di euro concesso dalla Commissione Europea.

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Studio completo pubblicato su Quantum Science and Technology

Studio completo pubblicato su Physical Review Letters

 

 

Abstract
La tecnica di imaging veloce, ideata con CNR-INO, permette di distinguere ogni singolo atomo senza perderlo e apre prospettive per lo sviluppo di computer quantistici e orologi atomici
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Delegazione dei sei Chinese Academy of Sciences (CAS) – TWAS Centres of Excellence in visita a UniTS

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Una delegazione di rappresentanti dei sei Chinese Academy of Sciences (CAS) – TWAS Centres of Excellence ha fatto visita a UniTS, accolta dalla rettrice Donata Vianelli, dalla delegata per le Relazioni internazionali Elisabetta De Giorgi, dal prorettore alla Ricerca Paolo Fornasiero, dal direttore del Dipartimento MIGE Stefano Parolai e da Stefano Di Bella del Dipartimento di Scienze Mediche. La delegazione era accompagnata dal Prof. Knobel, Direttore Esecutivo TWAS.

I CAS-TWAS CoEs rappresentano un’importante opportunità per i ricercatori per sviluppare le loro linee di studio nei laboratori di eccellenza situati a Pechino.

Oltre a discutere di futuri obiettivi e possibili ampliamenti dei loro progetti in corso, la delegazione ha potuto conoscere la realtà e le opportunità offerte dall’Università di Trieste e dalla rete SiS FVG.

Questi i 16 membri della delegazione in visita a Trieste:

Dongyao Wang, Deputy Director Division of International Organization Programs, Bureau of International Cooperation, Chinese Academy of Sciences; Zhaohui Lin, Professor&Director CAS-TWAS Centre of Excellence for Climate and Environmental Sciences (ICCES), Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences; Xiaodong Zeng, Professor&Deputy Director, TWAS Young Affiliate Alumni, CAS-TWAS Centre of Excellence for Climate and Environmental Sciences (ICCES), Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences; Chenglai Wu, Professor TWAS Young Affiliate, CAS-TWAS Centre of Excellence for Climate and Environmental Sciences (ICCES), Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences; Bo Hao, Program Officer for International Cooperation, CAS-TWAS Centre of Excellence for Climate and Environmental Sciences (ICCES), Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences; Chunshan Li, Professor&Director, TWAS Young Affiliate Alumni, The CAS-TWAS Centre of Excellence for Green Technology (CEGT), Institute of Process Engineering, Chinese Academy of Sciences; Yang Zhou, Program Officer for International Cooperation, The CAS-TWAS Centre of Excellence for Green Technology (CEGT), Institute of Process Engineering, Chinese Academy of Sciences; Yanping Zhang, Professor&Director CAS-TWAS Centre of Excellence for Biotechnology (CoEBio), Institute of Microbiology, Chinese Academy of Sciences; Liu He, Program Officer for International Cooperation, CAS-TWAS Centre of Excellence for Biotechnology (CoEBio), Institute of Microbiology, Chinese Academy of Sciences; Likui Wang, Associate Professor CAS-TWAS Centre of Excellence for Emerging Infectious Disease (CEEID), Institute of Microbiology, Chinese Academy of Science; Wang Liang, Associate Professor CAS-TWAS Centre of Excellence for Emerging Infectious Disease (CEEID), Institute of Microbiology, Chinese Academy of Sciences; Qihui Wang, Professor CAS-TWAS Centre of Excellence for Emerging Infectious Disease (CEEID), Deputy Directo Institute of Microbiology, Chinese Academy of Sciences; Fang Chen, Professor&Director Co-Chair of TWAS Young Affiliates Network, CAS-TWAS Centre of Excellence for Space Technology for Disaster Mitigation (SDIM), Aerospace Information Research Institute, Chinese Academy of Sciences; Lei Wang, Professor CAS-TWAS Centre of Excellence for Space Technology for Disaster Mitigation (SDIM), Aerospace Information Research Institute, Chinese Academy of Sciences; Baiwen Ma, Professor&Director CAS-TWAS Center of Excellence for Water and Environment (CEWE), Research Center for Eco-Environmental Sciences, Chinese Academy of Sciences; Jiaoqi Huyan, Program Officer CAS-TWAS Center of Excellence for Water and Environment (CEWE), Research Center for Eco-Environmental Sciences, Chinese Academy of Sciences.

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Francesca Matteucci premiata dall’Accademia Nazionale delle Scienze

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Francesca Matteucci, professoressa emerita di Fisica Stellare dell'Università di Trieste, ha ricevuto la prestigiosa Medaglia Matteucci 2025, conferita dall'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL.

Il riconoscimento, uno dei più antichi e autorevoli nel campo della fisica, è stato assegnato alla prof.ssa Matteucci per i suoi "fondamentali contributi alla chimica delle galassie". La sua ricerca, sviluppata nell’arco di oltre quarant’anni, ha portato all’elaborazione e al raffinamento di una efficace sintesi teorica, spiegando come l’universo si arricchisca di elementi chimici complessi attraverso le varie generazioni di stelle che si susseguono durante la vita delle galassie. La sua attività di ricerca è riconosciuta come “fondamentale per capire la formazione, l’evoluzione, e la dinamica delle galassie e dell’universo intero”. L’Accademica ha inoltre lodato il suo ruolo di docente, sottolineando che "Francesca Matteucci ha costruito una scuola che ha formato una generazione di esperti ricercatori".

La Medaglia Matteucci, istituita nel 1870, vanta un prestigio ineguagliabile, essendo stata a lungo considerata il massimo riconoscimento internazionale per la Fisica. Tra i vincitori della Medaglia, nel corso della storia, trenta studiosi sono stati insigniti anche del Premio Nobel. Alcuni dei premiati sono scienziati che hanno avuto grande influenza nella contemporaneità, come Thomas Edison, Guglielmo Marconi, Albert Einstein, Marie e Pierre Curie, Erwin Schrödinger e Abdus Salam. La prof.ssa Matteucci è inoltre la quarta donna a ricevere questo onore, dopo Marie Curie, Irène Joliot-Curie e Helen Quinn.

La cerimonia di conferimento si è svolta ieri in occasione dell’Assemblea autunnale dei Soci, presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL (Scuderie Vecchie di Villa Torlonia) a Roma. La prof.ssa Matteucci ha celebrato il premio con una Lectio Magistralis dal titolo: "L'origine degli elementi chimici nell'universo".

Allieva di Cesare Chiosi dell’Università di Padova, è succeduta a Margherita Hack sulla cattedra di Fisica stellare dell’Università di Trieste, Francesca Matteucci è stata professoressa ordinaria dal novembre 2000 all'ottobre 2023 presso l’Ateneo triestino, dove ha ricoperto dal 2003 al 2006 ha diretto il Dipartimento di Astronomia. 

È Socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal 2018 e dal 2022 è Segretaria della Classe di Scienze, Matematiche, Fisiche e Naturali nel Consiglio di Presidenza dei Lincei. È, inoltre, Socia Corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti dal 2013. Quest’anno ha ricevuto il prestigioso titolo di Fellow of the Royal Astronomical Society (UK).

Ha svolto un ruolo chiave nella governance scientifica in qualità di Presidente del Consiglio Scientifico dell’INAF (2011-2015) e come membro del Consiglio Tecnico Scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). La sua reputazione scientifica a livello internazionale è riconosciuta attraverso la pubblicazione di oltre 600 articoli specialistici, con più di 23.000 citazioni e un h-index di 81. L'Università di Stanford l'ha inserita nel suo ranking dei "Top Scientist" a livello mondiale nel 2022. 

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La professoressa emerita del Dipartimento di Fisica ha ricevuto la prestigiosa Medaglia Matteucci, attribuita in passato a 30 premi Nobel e a nomi come Thomas Edison, Guglielmo Marconi, Albert Einstein, Marie e Pierre Curie e Abdus Salam
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Targa d'Argento per la "Chini Memorial Lecture 2025" a Paolo Fornasiero

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La Targa d'Argento per la "Chini Memorial Lecture 2025" è stata assegnata a Paolo Fornasiero, docente del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche e Pro-Rettore alla Ricerca di UniTS, per il “fondamentale contributo allo studio delle relazioni fra struttura e proprietà di materiali inorganici e delle loro ricadute in campo energetico e nella catalisi eterogenea”.

Il premio è stato consegnato a Pisa in occasione del XXIII Congresso nazionale della Divisione di Chimica industriale della Società Chimica Italiana. 

Tra i ricercatori premiati in passato si contano Premi Nobel come Jean-Marie Lehn (Université Louis Pasteur, Strasbourg, Francia), Ernst Otto Fischer (Technische Universität München, Garching, Germania) e Geoffrey Wilkinson (Imperial College of Science and Technology, London, UK).

Al congresso Paolo Fornasiero ha presentato una plenary lecture dal titolo "The criticality of metal particle size speciation in sustainable catalysis".

 

Foto - Paolo Fornasiero (a destra) riceve il premio da Alessandro Trovarelli, Coordinatore del Gruppo Interdivisionale di Catalisi della Società Chimica Italiana

 

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Il premio è stato consegnato al XXIII Congresso nazionale della Divisione di Chimica industriale della Società Chimica Italiana
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