L’impresa come attrice globale: laurea honoris causa in Diplomazia e Cooperazione Internazionale a Simone Bemporad Read more about L’impresa come attrice globale: laurea honoris causa in Diplomazia e Cooperazione Internazionale a Simone Bemporad Immagine Titolo (13).jpg Data notizia Fri, 30/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia L’Università di Trieste ha conferito oggi la Laurea Magistrale ad honorem in Diplomazia e Cooperazione Internazionale a Simone Bemporad, direttore delle relazioni esterne e comunicazione del Gruppo Generali.Il riconoscimento, promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Ateneo triestino, è stato attribuito «per il significativo e innovativo contributo dato allo sviluppo della diplomazia culturale e alla diffusione di modelli imprenditoriali orientati alla trasparenza, alla sostenibilità e allo sviluppo sociale».Dopo i saluti introduttivi del Rettore Roberto Di Lenarda e la lettura della motivazione da parte del Direttore di Dipartimento Georg Meyr, il professor Diego Abenante, coordinatore del Corso di laurea in Diplomazia e Cooperazione Internazionale, ha esposto la laudatio academica.Nel suo intervento, Abenante ha evidenziato come Bemporad rappresenti una «figura di rilievo nel panorama nazionale e internazionale della comunicazione strategica, delle relazioni istituzionali e della diplomazia d’impresa», capace di «connettere interessi privati e responsabilità pubblica» lungo una traiettoria che ha accompagnato la trasformazione delle imprese in soggetti attivi dello scenario politico globale.Dopo una prima esperienza come giornalista, Bemporad ha operato nei Ministeri del Tesoro e dell’Industria prima di assumere ruoli di responsabilità nelle relazioni esterne di importanti realtà pubbliche e private italiane, tra cui IRI, Enel, Leonardo e, attualmente, Generali. Accanto all’attività manageriale, ha sviluppato, inoltre, una rilevante produzione editoriale e una collaborazione costante con enti e organizzazioni internazionali.Il percorso professionale di Simone Bemporad è stato contraddistinto da progetti di grande impatto sociale, come la nascita della fondazione “The Human Safety Net”, ora attiva in 26 Paesi per sostenere famiglie vulnerabili e rifugiati, o la collaborazione con lo United Nations Development Programme per proteggere comunità fragili dagli effetti della crisi climatica. Progetti che dimostrano come Bemporad abbia saputo coniugare obiettivi aziendali e responsabilità sociale, delineando un nuovo paradigma di impact diplomacy, che pone al centro la persona, la comunità e l’ambiente.Dopo il conferimento ufficiale della Laurea ad honorem e la tradizionale vestizione con toga e tocco, Bemporad ha pronunciato una lectio magistralis intitolata Corporate Diplomacy: l’impatto delle aziende sulle relazioni politiche e sul bene comune, proponendo una riflessione articolata sul ruolo crescente dell’impresa nelle dinamiche internazionali.«Considerare separate le traiettorie dell’interesse dell’impresa privata da quelle dell’interesse pubblico è una visione già superata dalla realtà», ha affermato. Le imprese, ha spiegato, «possono diventare protagoniste della diplomazia internazionale, agendo come ponti tra culture, economie e istituzioni». In questo quadro, la diplomazia aziendale si caratterizza anche per una forte dimensione valoriale, traducendosi nella promozione di modelli di sviluppo sostenibile e inclusivo, anche attraverso il coinvolgimento diretto di dipendenti e partner.Particolarmente intensa la parte conclusiva dell’intervento, rivolta alle nuove generazioni e quindi agli studenti. Citando l’economista Arthur Brooks, Bemporad ha ricordato che il senso del proprio lavoro si trova nell’equilibrio tra “guadagnarsi il proprio successo” ed “essere utili agli altri”. Ai giovani ha suggerito di costruire una rete di relazioni solida e autentica, e di coltivare fiducia, competenza e dialogo come fondamenti per affrontare il mondo del lavoro.«In un contesto segnato da sfide globali sempre più complesse - ha commentato il rettore Roberto Di Lenarda - il ruolo della diplomazia – scientifica, culturale, economica – si rivela essenziale per promuovere sviluppo, pace e coesione sociale. Il conferimento della laurea honoris causa a Simone Bemporad riconosce l’impegno di un professionista che ha saputo interpretare la comunicazione e le relazioni internazionali d’impresa come strumenti di responsabilità e dialogo tra istituzioni, territori e persone. Un segnale importante anche per le nostre studentesse e i nostri studenti, chiamati a diventare protagonisti consapevoli di una società aperta e interconnessa». Abstract Conferito il riconoscimento al direttore comunicazione e relazioni esterne del Gruppo Generali per il contributo alla diplomazia culturale e allo sviluppo di modelli imprenditoriali responsabili Mostra nel diario Off
Gaza: il messaggio di solidarietà UniTS alle vittime del conflitto Read more about Gaza: il messaggio di solidarietà UniTS alle vittime del conflitto Immagine WhatsApp Image 2025-05-30 at 12.32.28.jpeg Data notizia Fri, 30/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Testo notizia Il sanguinoso e brutale attacco terroristico del 7 ottobre 2023 ha messo in moto una spirale di tragici eventi di cui ancora non si scorge l’epilogo; l’enorme crisi umanitaria che affligge Gaza si manifesta con inesorabile crudezza segnando in modo indelebile la popolazione civile. Un peso particolarmente intollerabile grava sulle giovani generazioni, vera e propria speranza del nostro futuro comune, esposte a traumi e privazioni senza pari.Radicata nei suoi principi fondanti – quali la libertà di pensiero intesa come faro della conoscenza, l'interazione tra culture quale antidoto all'intolleranza, e il ruolo della ricerca quale strumento di progresso e collegamento tra i popoli – l’Università degli Studi di Trieste vuole esprimere profonda solidarietà a tutte le vittime innocenti di questo prolungato conflitto.Con convinzione, l’Università di Trieste conferma, inoltre, l'impegno costante a promuovere attivamente ogni via di pacifica risoluzione delle ostilità, nel segno del reciproco rispetto e della dignità umana, nonché a offrire sostegno alle vittime attraverso le competenze e la rete della comunità accademica. Mostra nel diario Off
Studio UniTS su Nature: creato un nuovo catalizzatore per la produzione più efficiente e sostenibile del propilene Read more about Studio UniTS su Nature: creato un nuovo catalizzatore per la produzione più efficiente e sostenibile del propilene Immagine Progetto senza titolo (44).png Data notizia Fri, 30/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia Un gruppo di ricerca internazionale ha progettato un nuovo catalizzatore per la produzione di propilene a basso costo, più efficiente e sostenibile, senza necessità di ricorrere alla lavorazione del petrolio grezzo e utilizzando minori quantità di platino, metallo prezioso, molto raro e costoso. Il propilene, essenziale nella produzione di vari prodotti come materie plastiche, fibre, componenti automobilistici e dispositivi elettronici, è considerato una materia prima fondamentale nell’industria. La sua produzione annua ha superato i 160 milioni di tonnellate nel 2023 con una previsione di oltre 200 milioni di tonnellate nel 2030.Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature e avrà importanti effetti sul settore industriale. Tra i ricercatori anche Paolo Fornasiero, professore presso il Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’Università degli Studi di Trieste, associato all’Istituto di Chimica dei Composti Organometallici (ICCOM-CNR) di Firenze e membro del Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM).La ricerca condotta dal professor Fornasiero e colleghi propone una soluzione concreta per efficientare e migliorare quella che oggi viene considerata una valida alternativa alla produzione di propilene da petrolio grezzo: il processo di “deidrogenazione” (PDH) del propano (componente del gas naturale) che, scindendo i legami tra carbonio e idrogeno, forma propilene liberando idrogeno. Innescata a temperature molto elevate, la deidrogenazione utilizza catalizzatori al platino, metallo facilmente suscettibile ad aggregazione e deterioramento se usato ripetutamente (fenomeno della “sinterizzazione”). Non solo, le alte temperature utilizzate per innescare la reazione comportano – insieme alla produzione di propilene – anche la formazione di depositi di carbonio solido e altri prodotti indesiderati che compromettono il catalizzatore.Il processo risulta, dunque, ancora poco efficiente per colmare il divario tra domanda e offerta di propilene.Paolo Fornasiero, professore dell’Università degli Studi di Trieste, associato all’istituto ICCOM-CNR di Firenze e membro del consorzio INSTM, commenta: “Nella prospettiva di un’economia sempre più sostenibile, meno inquinante ed energivora, il nostro studio suggerisce la possibilità di ridurre notevolmente l’utilizzo del platino, mantenendo o addirittura migliorando le prestazioni, evitando al contempo i processi di disattivazione e rigenerazione del catalizzatore attualmente necessari negli impianti industriali a causa della rapida degradazione degli stessi.”I catalizzatori ottenuti dai ricercatori, incapsulando cluster di platino in opportune zeoliti (minerali dotati di struttura cristallina e microporosa), possono, infatti, mantenere un’elevata attività e selettività per oltre sei mesi nelle condizioni industriali, laddove attualmente i tempi di attività si arrestano a poche settimane.Insieme a un generale efficientamento dei processi, i ricercatori si aspettano vantaggi economici e ambientali importanti, come la riduzione dei costi di gestione e manutenzione dei catalizzatori industriali, la drastica riduzione dei cicli di riattivazione/sostituzione dei catalizzatori, la diminuzione degli scarti e dell’utilizzo di platino.Il gruppo di ricerca internazionale coinvolge, insieme al professor Paolo Fornasiero, i professori Haibo Zhu e Xiaojun Bao e loro collaboratori della Università di Fuzhou (Cina), il professor Jean-Marie Basset presso la King Abdullah University of Science and Technology (Arabia Saudita), con contributi dal Qingyuan Innovation Laboratory (Cina) e dal Dalian Institute of Chemical Physics (Cina).La pubblicazione segue di pochi giorni una pubblicazione, sulla stessa tematica, dello stesso gruppo di ricerca apparsa sulla prestigiosa rivista Science il 01 maggio 2025. Abstract Lo studio di un gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte Paolo Fornasiero del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche UniTS, avrà importanti effetti sul settore industriale Mostra nel diario Off
Public Engagement: APEnet presenta il Manifesto del mondo della ricerca Read more about Public Engagement: APEnet presenta il Manifesto del mondo della ricerca Immagine Titolo (8).jpg Data notizia Tue, 27/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Società e territorio Destinatari canale Ateneo Impegno pubblico e sociale Destinatari target Territorio e società Testo notizia Anche l’Università di Trieste ha partecipato alla presentazione del nuovo Manifesto per il valore pubblico della conoscenza a cura di APEnet, la Rete Italiana degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement.Il Manifesto, frutto del lavoro collettivo e aperto dei 57 soci, tra Università, Enti di Ricerca, Politecnici e Scuole Superiori distribuiti su tutto il territorio italiano, traduce in modo aggiornato l’identità dell’Associazione e indica per la prima volta una direzione condivisa: integrare il Public Engagement nei piani strategici degli atenei e delle istituzioni di ricerca, riconoscerne il valore nei percorsi di carriera e nei sistemi di valutazione della ricerca, promuovere la cultura della partecipazione e della collaborazione tra tutti i portatori di interesse, sostenere la formazione continua, l’open science e il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni. Il documento traccia la fondamentale azione di rafforzamento delle alleanze tra ricerca e società civile per superare la distanza tra scienza e cittadinanza.Ispirato alle più recenti raccomandazioni europee sul ruolo sociale della ricerca, il Manifesto conferma l’urgenza di rafforzare il valore pubblico del sapere, promuovendo processi di ascolto, dialogo, collaborazione e co-creazione come elementi chiave per generare impatto culturale, sociale ed economico.“Il Manifesto di APEnet - spiega Giulia Carluccio, Presidente uscente di APEnet e Prorettrice dell’Università di Torino - è un tassello fondamentale per accelerare un cambio di paradigma all’interno delle istituzioni di ricerca del nostro Paese. Università ed Enti di Ricerca si impegnano a produrre e valorizzare conoscenze in ascolto, dialogo e collaborazione per contribuire alle sfide attuali e future insieme alla società.” Contestualmente alla presentazione del Manifesto del Public Engagement, APEnet, ha eletto il nuovo direttivo che guiderà l'associazione per il prossimo triennio.L'organo sarà composto da Irene Baldriga (Università di Roma La Sapienza), Pier Andrea Serra (Università di Sassari), Giorgio Chiarelli (INFN), Elisa Ascani (Università di Firenze), Elisabetta Bani (Università di Bergamo), Andrea Attanasio (Università della Calabria), Valentina Lomi (Università di Modena e Reggio Emilia), Alessandro Zennaro (Università di Torino) e Monica Guerra (Università di Milano Bicocca). All'interno del direttivo Pier Andrea Serra è stato nominato Presidente e si avvarrà della collaborazione di due vicepresidenti: Irene Baldriga ed Elisabetta Bani.Che cos'è APEnetAPEnet è La “Rete italiana degli Atenei ed Enti di Ricerca per il Public Engagement – APEnet”. Attiva dal 2018 si è costituita in Associazione nel 2022 per consolidare e rendere visibile il ruolo del Public Engagement in Italia.Il Public Engagement è un insieme di valori e azioni istituzionali di Università ed Enti di Ricerca con l’obiettivo di generare crescita sociale, culturale ed economica, in collaborazione con tutti gli attori sociali. Un processo dinamico di interazione che porta al progressivo superamento della distanza tra ricerca e società per alimentare nuove sfide, che tengano conto delle identità territoriali e sappiano riconoscere l’apporto dei differenti protagonisti che in essi operano amplificandone l’impatto.APEnet è uno spazio di confronto, studio e progettazione di strumenti e di azioni, di condivisione e potenziamento delle conoscenze e delle competenze necessarie per promuovere l’importante cambiamento culturale che vede oggi le Università e gli Enti di Ricerca protagonisti per una “crescita inclusiva” del Paese attraverso l’ascolto, il dialogo e la collaborazione con la società. Manifesto APEnet per il PE Abstract Anche UniTS tra i 57 Atenei ed enti di ricerca coinvolti. L'obiettivo è rafforzare il valore pubblico del sapere per generare impatto culturale, sociale ed economico Mostra nel diario Off
Assistenza domiciliare: studio UniTS stima i benefici del Long Term Care pubblico Read more about Assistenza domiciliare: studio UniTS stima i benefici del Long Term Care pubblico Immagine Titolo (7).jpg Data notizia Tue, 27/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Territorio e società Testo notizia Garantire le risorse pubbliche per fornire assistenza domiciliare agli anziani con autosufficienza limitata potrebbe rivelarsi non solo una misura di welfare, ma una strategia efficace per migliorare la salute mentale dell’anziano, contenere i costi per le cure psichiatriche e alleggerire il carico sulle famiglie.È quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista Health Economics, condotto da Ludovico Carrino, docente di Economia politica all’Università di Trieste, in collaborazione con Erica Reinhard del King’s College di Londra e di Mauricio Avendano dell’Università di Losanna.Lo studio, uno dei primi della comunità scientifica a indagare con metodo empirico l’impatto socio-economico dell’assistenza pubblica domiciliare sugli anziani, ha analizzato dati provenienti da quattro paesi europei (Belgio, Francia, Germania e Spagna), evidenziando come il Long Term Care (LTC) supportato dai programmi di sanità pubblica possa avere molteplici effetti positivi. I risultati dimostrano, infatti, che l’accesso a servizi di cura a domicilio riduce il rischio di depressione clinica di 13 punti percentuali – rispetto a una media del 28% nella popolazione osservata – e abbassa il rischio di solitudine del 6,7%, aumentando allo stesso tempo la percezione di una qualità di vita superiore alla media (+14%).Ludovico Carrino, docente di Economia politica all’Università degli Studi di Trieste, commenta: “Oltre ai benefici per la salute degli individui, lo studio evidenzia il potenziale impatto economico di queste misure. La depressione in età avanzata ha, infatti, un costo sanitario elevato: studi condotti negli ultimi decenni rivelano che nel Regno Unito si verifica un costo extra annuo di 3.225 dollari per ogni persona tra i 65 e i 74 anni, mentre in Germania la spesa per gli over 75 è pari a 2.840 dollari annui. Ridurre l’incidenza di disturbi mentali attraverso un sistema di assistenza domiciliare efficiente significa, quindi, non solo migliorare la qualità della vita degli anziani, ma anche diminuire il ricorso a farmaci, cure psichiatriche e ricoveri, con effetti positivi sulla sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali”.Un altro aspetto emerso dalla ricerca riguarda il ruolo dei caregiver familiari. L’assistenza informale, fornita da figli o parenti, rappresenta spesso la risorsa prevalente, con un forte impatto sulla vita lavorativa e personale di chi presta aiuto. Garantire un accesso più ampio ai servizi domiciliari potrebbe liberare i caregiver da un ruolo assistenziale spesso totalizzante, rimettendo risorse umane a disposizione del mercato del lavoro con potenziali ricadute positive per il sistema produttivo e per il reddito disponibile delle famiglie.In Italia, dove lo sviluppo del Long Term Care pubblico sconta un certo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, i risultati dello studio pubblicato su Health Economics possono offrire spunti concreti per orientare le politiche pubbliche e aggiornare le strategie di welfare.“Gli interventi legislativi degli ultimi anni hanno aperto una riflessione sulla necessità di rafforzare i finanziamenti e ampliare l’accesso ai servizi domiciliari, sollevando l’attenzione su un tema di grande interesse in un Paese in cui l’invecchiamento della popolazione inevitabilmente determinerà l’aumento degli individui bisognosi di cure” conclude Ludovico Carrino.***************************Studio completo pubblicato su Health EconomicsThere Is No Place Like Home: The Impact of Public Home‐Based Care on the Mental Health and Well‐Being of Older People Abstract La ricerca di Ludovico Carrino (DEAMS), pubblicata su Health Economics, individua effetti positivi per la salute mentale degli anziani e una riduzione dei costi per la sanità pubblica Mostra nel diario Off
Inaugurato il rinnovato Orto Botanico di UniTS Read more about Inaugurato il rinnovato Orto Botanico di UniTS Immagine Progetto senza titolo (43).png Data notizia Wed, 28/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia L’Orto Botanico dell’Università di Trieste, in Via Licio Giorgieri, con una superficie di 2.400 m2 custodisce circa 400 specie provenienti da Europa, Americhe, Africa, Asia e Australia, tra cui endemismi del Carso, del Friuli Venezia Giulia e dell’area mediterranea, con una piccola sezione dedicata alle pteridofite. L'Orto vanta un bisecolare esemplare monumentale di Roverella (Quercus pubescens), unico albero rispettato durante i disboscamenti del periodo bellico. Parte integrante dell'Orto Botanico, ma al di fuori del suo recinto e senza limiti d'orario, è il Sentiero Naturalistico del Monte Valerio, con diversi punti d'interesse valorizzati da cartelli esplicativi su flora e fauna.Un Orto Botanico, l’Hortus vivus degli antichi, è un’istituzione che mantiene piante vive, documentate ed etichettate, disposte e ordinate secondo criteri scientifici, aperta al pubblico con scopi di ricerca, educazione, esposizione, ricreazione e conservazione. Al momento della sua creazione nel 1963, a cura del Prof. Sandro Pignatti, l’Orto dell’Istituto di Botanica dell’Università di Trieste fu concepito come una collezione dedicata in prevalenza alla flora Carsica e regionale con diversi esemplari a distribuzione illirica. Tagli di bilancio, mancanza di personale e differenti orientamenti dell’attività di ricerca hanno comportato un grave declino riducendo l’Orto a spazio verdeggiante tra gli edifici del Campus UniTS. Nonostante lo stato di abbandono, l’Orto rimase lo spazio privilegiato della ricerca e della didattica con la costruzione di una nuova serra e dotandosi, primo in Europa, di chiavi interattive per l’identificazione delle piante, strumenti impiegati dagli studenti del corso di Botanica Sistematica. A partire dal 2022, grazie all’impulso del prof. Andrea Nardini, Ordinario di Fisiologia vegetale, e del prof. Mauro Tretiach, allora Direttore del Dipartimento di Scienze della Vita, l’Orto riprese forma con l’acquisizione di numerose essenze esotiche e la definizione di ampi spazi dedicati all’attività di ricerca.La presenza sul territorio di altre due istituzioni come il Giardino Botanico Carsiana, dedicato alla flora del Carso, e il Civico Orto Botanico di Trieste, con cultivar e piante esotiche, ha imposto una ridefinizione della missione del piccolo Orto universitario che non poteva essere solo uno spazio di esposizione ma doveva rafforzare la sua funzione di spazio della Didattica. Un Orto inteso come estensione dell’aula o del laboratorio, spazio di osservazione delle forme e dei tratti funzionali delle piante quindi luogo di conoscenza diretta e di approfondimento di nozioni e informazioni assunte durante i corsi.L’Orto Botanico Universitario continua ad essere uno spazio ricreativo per gli studenti ma anche luogo di incontri e riunioni compatibilmente con le esigenze di conservazione delle piante.Sono intervenuti all’inaugurazione Andrea Moro, curatore delle Collezioni Botaniche, e Marinella Perosa, autrice del volume "Botanica&Erbario" (Quaderni Visionari, edizioni Effigi). Abstract Con una superficie di 2.400 m2, custodisce 400 specie provenienti da Europa, Americhe, Africa, Asia e Australia Mostra nel diario On Periodo di permanenza in Magazine Fri, 30/05/2025 - 12:00 - Mon, 30/06/2025 - 12:00
Il “Nobel” delle attività subacquee va a Stefano Furlani Read more about Il “Nobel” delle attività subacquee va a Stefano Furlani Immagine Progetto senza titolo (12).png Data notizia Mon, 26/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Destinatari canale Ateneo Testo notizia Stefano Furlani, docente di Geografia fisica e Geomorfologia a UniTS, ha ricevuto il “Nobel” delle attività subacquee: il Tridente d’Oro.Conferito dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, il premio è il massimo riconoscimento mondiale del settore. Il prof. Furlani ha ritirato il Tridente d’Oro “per aver fornito un contributo fondamentale alla ricerca scientifica internazionale coniugando geomorfologia e mappatura degli ambienti costieri rocciosi, dal livello del mare verso i fondali marini, con nuovi modelli di esplorazione integrata, come il Programma di rilevamento GEOSWIM, in abbinamento alle applicazioni tecnologiche e la promozione delle attività di valorizzazione delle coste rocciose e lo studio del loro contributo nel contesto delle variazioni del livello del mare.”Dalla prima edizione del 1960 sono stati insigniti del premio oltre 200 personaggi celebri come Jacques-Yves Cousteau, Folco Quilici, Jacques Piccard, Enzo Maiorca ma anche scienziati, ricercatori, pionieri, giornalisti e docenti meno noti al pubblico ma espressione dell’eccellenza nel loro settore a livello internazionale. Abstract Il Tridente d’Oro gli è stato conferito dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee Mostra nel diario Off
Il Premio per la ricerca su identità di genere e orientamento sessuale va alla ricercatrice UniTS Giovanna Gilleri Read more about Il Premio per la ricerca su identità di genere e orientamento sessuale va alla ricercatrice UniTS Giovanna Gilleri Immagine Progetto senza titolo (42).png Data notizia Fri, 23/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia Il Comitato unico di Garanzia dell'Università di Padova ha assegnato alla ricercatrice UniTS Giovanna Gilleri il Premio per la ricerca su identità di genere e orientamento sessuale per il suo lavoro intitolato "Women, and All of Us: Article 5(a) CEDAW as a Protection for All Gendered Individuals".CEDAW è l’acronimo della Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1979.La commissione ha assegnato il riconoscimento a Giovanna Gilleri per la sua innovativa interpretazione dell'articolo 5(a) della Convenzione CEDAW, che estendendo la tutela a tutte le identità di genere dimostra, attraverso un'analisi giuridica dettagliata e dialogo con il pensiero femminista e queer, come la lotta agli stereotipi di genere possa promuovere una visione inclusiva del diritto antidiscriminatorio. Abstract Il riconoscimento viene conferito dal CUG dell’Università di Padova Mostra nel diario Off
Visita di Accreditamento Periodico UNITS: chiusura della fase “Visita Istituzionale" Read more about Visita di Accreditamento Periodico UNITS: chiusura della fase “Visita Istituzionale" Immagine Progetto senza titolo (11).png Data notizia Mon, 26/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia Venerdì 23 maggio 2025 si è conclusa la fase della Visita Istituzionale in Sede per l’Accreditamento Periodico del nostro Ateneo da parte della Commissione di Esperti Valutatori (CEV) dell’ANVUR.L’incontro conclusivo si è svolto nell’Aula Magna dell’Edificio A ed ha visto un’ampia partecipazione di tutta la Comunità Accademica.Durante la presentazione sono stati comunicati i principali elementi qualificanti e le aree di potenziamento rilevati dall’analisi documentale ed emersi durante le audizioni.La Relazione preliminare, come previsto dalle procedure di accreditamento ANVUR, verrà inviata all’Ateneo entro novanta giorni. Abstract La Commissione di Esperti Valutatori (CEV) dell’ANVUR invierà la Relazione preliminare entro 90 giorni Mostra nel diario Off
EUT partecipa a èStoria 2025 con tre appuntamenti tra città, confini e memoria Read more about EUT partecipa a èStoria 2025 con tre appuntamenti tra città, confini e memoria Immagine e'Storia_2025.jpg Data notizia Tue, 27/05/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Destinatari canale Ateneo Impegno pubblico e sociale Destinatari target Futuri studenti Studenti iscritti Post lauream Territorio e società Testo notizia Dal 29 maggio al 1° giugno EUT – Edizioni Università di Trieste prenderà parte a èStoria – XXI Festival Internazionale della Storia, che si terrà tra Gorizia e Nova Gorica, Capitali europee della Cultura 2025.Il tema dell’edizione 2025 sarà “Città”, intese come spazi simbolici, storici e culturali. L’obiettivo è offrire una riflessione sul ruolo delle città nella storia dell’umanità, intrecciando il passato e il presente di Gorizia con quelli di cento altre città, da Uruk a Gaza, da Atene a New York. EUT sarà protagonista di tre appuntamenti pubblici:Giovedì 29 maggio | ore 11.30 – 12.30Sala Dora Bassi – GoriziaIl corpo della città. Telo mesta. Studi e ricerche in forma di sguardi per Gorizia – Nova Gorica Capitale europea della CulturaPresentazione del volume Il corpo della città / Telo mesta (EUT, 2024), a cura di Thomas Bisiani e Adriano Venudo. Il lavoro, nato all’interno del RRR Lab dell’Università di Trieste in collaborazione con EUT, propone – attraverso lo sguardo fotografico del Collettivo COLGO – una lettura urbana e culturale di Gorizia e Nova Gorica. Un talk sulla città come luogo e come status e sulla condizione dell’essere cittadino.Intervengono: Thomas Bisiani, Alessio Bortot, Giovanni Fraziano, Sonia Prestamburgo, Adriano Venudo.L'ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti. Sabato 31 maggio | ore 15.00 – 16.00Ridotto F. Macedonio – Teatro Verdi, GoriziaL’affaire Prezioso. Aprile 1915. La missione segreta del direttore politico de “Il Piccolo”, di Marina SilvestriLa giornalista e autrice Marina Silvestri presenta il volume L’affaire Prezioso. Aprile 1915. La missione segreta del direttore politico de “Il Piccolo” (EUT, 2024). È un mite aprile triestino quello del 1915, quando si svolgono dei delicati colloqui tra Roberto Prezioso, direttore de “Il Piccolo”, e Leopold von Chlumecký, sua controparte asburgica. I due, muovendosi tra ambiguità e complesse dinamiche politiche, cercano di sostenere ciascuno la causa del proprio governo, mentre la neutralità dell’Italia si fa sempre più fragile e si avvicina l’ombra della guerra.Conversano: Marina Silvestri, Federico VidicCoordina: Georg MeyrL'ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti. Domenica 1° giugno | ore 18.30 – 19.30Aula Magna – Polo Universitario Santa Chiara, GoriziaIl lavoro frontaliero nell’area alto-adriaticaNel corso del talk si affronteranno i temi dell’integrazione e della mobilità del lavoro in Europa, con uno sguardo particolare alle vicende storiche che hanno coinvolto l’area alto-adriatica. In questo contesto, la professoressa Maria Dolores Ferrara presenterà il suo recente volume Lavorare oltre confine (EUT, 2024).Intervengono: Maria Dolores Ferrara, Luigi Menghini, Fabio Spitaleri, Davide RossiL'ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni aggiornate sul programma: www.estoria.it Abstract Dal 29 maggio al 1° giugno EUT sarà presente al Festival internazionale della storia di Gorizia e Nova Gorica con presentazioni editoriali e talk pubblici Mostra nel diario Off