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Matricole meritevoli 2023-24: ecco i premiati

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Nel corso della cerimonia di inaugurazione del 101° anno accademico, il Rettore Roberto Di Lenarda e il Presidente di Fondazione CRTrieste Massimo Paniccia hanno premiato le matricole meritevoli 2023-24.

Ciascuna di loro ha ricevuto un contributo di 1.500 Euro, sostenuto da Fondazione CRTrieste.

"Conferire un riconoscimento alle migliori matricole significa valorizzare il merito, incentivare l’eccellenza e promuovere un ambiente accademico che stimoli l’impegno e la crescita personale", ha affermato nell’occasione Massimo Paniccia.

Questi i ragazzi premiati con i relativi Corsi di Laurea e Dipartimento:

Simone Barbon (Ingegneria civile e ambientale - DIA), Reka Cikalese (Comunicazione interlinguistica applicata – IUSLIT), Erasmo Ferrara (Economia internazionale e mercati finanziari – DEAMS), Giulia Fignon (Intelligenza artificiale e data analytics – MIGe), Jacopo Qualizza (Scienze politiche e dell’amministrazione – DiSPeS), Antonio Santini (Discipline storiche e filosofiche – DiSU), Noemi Sartor (Fisioterapia – DSM), Luna Sorgente Scemama (Scienze e tecniche Psicologiche – DSV), Giulio Ticli (Fisica – DF), Maria Toso (Chimica e tecnologie farmaceutiche – DSCF).

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La consegna dei premi si è svolta durante la cerimonia di inaugurazione del 101° anno accademico
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UniTS inaugura il suo 101° anno accademico

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Rivivi la cerimonia sul canale YouTube di Ateneo

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Sei anni intensi in cui l’intera comunità dell’Università di Trieste ha lavorato per rendere l’ateneo più solido, efficiente e attrattivo. Allo scadere del suo mandato, il Rettore Roberto Di Lenarda consegna UniTS al suo 101° anno di vita durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024-25.  

Oltre a sottolineare gli snodi fondamentali del suo rettorato, il prof. Di Lenarda ha voluto ribadire la sua posizione su due temi di stretta attualità: il via libera alla riforma che sposta alla fine del primo semestre il test d’ingresso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria, e la crescita delle università telematiche.

“La significativa e, a mio parere, patologica crescita degli atenei online, sostenuta anche dal punto di vista legislativo, rappresenta una sfida in termini di competitività e di modelli educativi alternativi ma anche di etica della formazione, delegata a fondi di investimento spesso stranieri che hanno come unico scopo il guadagno – ha sottolineato il Rettore - il problema non è lo strumento didattico in sé, quanto le modalità di erogazione, le finalità e gli obiettivi”.

Altrettando forte la presa di posizione sulla legge delega presentata come abolizione dei test per Medicina.

“Premesso che le leggi vanno sempre rispettate, non posso esimermi dal denunciare la più profonda contrarietà alla modifica delle modalità di accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, e in Odontoiatria e protesi dentaria – ha continuato - si tratta di un provvedimento pericoloso, inattuabile, causa di ricadute negative su molti altri corsi di laurea e che parte da premesse scorrette: non mancano, infatti, medici ma attrattività del Sistema Sanitario Regionale. Il numero programmato rimarrà anche con questa riforma e non è concepibile pensare di costruire una graduatoria nazionale sulla base dei voti acquisiti negli esami del primo semestre”.  

 In occasione della cerimonia di inaugurazione, le autorità invitate a parlare hanno voluto lasciare un messaggio di augurio all’Ateneo.

“Il legame tra Generali e l'Università di Trieste è storico e alimentato da importanti collaborazioni – ha affermato Andrea Sironi, Presidente di Assicurazioni Generali - la condivisione della conoscenza e la costruzione di nuove competenze rappresentano un fondamentale cardine di sviluppo per la persona e un asset sempre più prezioso per la comunità, testimoniando la vitalità del tessuto sociale in cui prendono forma. In un contesto globale estremamente complesso e competitivo, la costruzione di progetti comuni tra aziende ed istituti di formazione può costruire un importante elemento di vantaggio per affrontare e vincere le importanti sfide del nostro tempo. L'inaugurazione dell'anno accademico, che conclude le celebrazioni per il Centenario dell'Università di Trieste, è un momento molto importante non solo perché celebra l'istituto universitario e il valore dell'alto percorso di formazione dell'individuo, ma anche perché costituisce un momento di dialogo con le istituzioni cittadine, gli attori privati e la comunità”.

“L’Amministrazione regionale continuerà ad investire nel sapere, nella ricerca e nella formazione, consapevole che lo sviluppo della nostra comunità passa attraverso la conoscenza e l’innovazione - ha continuato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - nel triennio 2022-2024, il finanziamento complessivo destinato al sistema universitario regionale ha superato gli 80 milioni di euro. Risorse significative per sostenere la didattica, la ricerca, l’innovazione tecnologica, il diritto allo studio, l’innovazione tecnologica, l’ammodernamento delle infrastrutture e la capacità di attrarre talenti. Regione e Università di Trieste sono unite in un’alleanza strategica che darà ancora risultati importanti in settori oggi sempre cruciali come la comunicazione quantistica, l’idrogeno verde, le scienze della vita, l’economia del mare, i distretti del commercio e il sistema sanitario”.

“La qualità di vita di un luogo è determinata da tanti elementi che si compongono in modo complesso: la presenza di aziende e quindi opportunità di lavoro, lo scambio del sapere, momenti culturali e di arricchimento personale, processi di innovazione e propensione del sistema all’innovazione – ha sottolineato la vicesindaco di Trieste Serena Tonel - la nostra Amministrazione comunale lavora quotidianamente per mantenere ed elevare sempre di più questa qualità di vita, a beneficio non solo dei cittadini ma anche delle migliaia di studenti universitari che la città la frequentano e la vivono. Penso al sistema dei trasporti pubblici, all’offerta culturale, alla possibilità di avviare, insediare e consolidare iniziative economiche e la vita professionale dopo gli studi. Stiamo lavorando, insieme alle altre istituzioni sul territorio, con l’Università ma anche con la Regione FVG, ad una sinergia sempre maggiore tra ricerca e applicazione tecnologica, e di questo voglio ringraziare il Presidente Fedriga per gli investimenti pubblici che sta garantendo e le politiche messe in campo, per aumentare l’attrattività del territorio per aziende e lavoratori altamente qualificati. Tutto ciò costituisce un sistema che vogliamo sempre più integrato e vincente. Questo Ateneo ha saputo guardare con orgoglio al passato e con determinazione al futuro, ampliando la propria offerta formativa e accogliendo un numero sempre crescente di studenti, investendo nella qualità della didattica e della ricerca. La città di Trieste e la sua Amministrazione è orgogliosa dell'Università, di un’istituzione che ha saputo distinguersi nel panorama dell’alta formazione e della ricerca scientifica in Italia e nel mondo”.

Questi i passaggi fondamentali del discorso del Rettore, Roberto Di Lenarda.

Il Bilancio di sei anni di Rettorato (2019-2025)

“Il punto di partenza fondamentale di questa governance è stato il miglioramento delle performance didattiche e dell’offerta formativa – ha spiegato il prof. Di Lenarda - grazie all’attivazione di più di 20 nuovi corsi di studio, oggi l’Università di Trieste è uno degli atenei italiani in crescita più rapida in termini di iscrizioni, anche internazionali”.

Gli immatricolati sono cresciuti di più del 30% rispetto al 2019/20 (dato sei volte maggiore rispetto alla crescita media delle università pubbliche italiane). La percentuale di iscritti da fuori Regione e dall’estero, pari al 40% nei corsi di primo e secondo livello e al 60% in quelli di terzo livello, conferma un’attrattività che rende concreto l’obiettivo di raggiungere a breve i 20.000 studenti. La Commissione di Valutazione della Ricerca di Ateneo, poi, nella sua ultima relazione ha evidenziato, rispetto a 5 anni fa, un aumento del 40% del peso medio degli output per ricercatore. 

La responsabilità sociale e i tempi storici

Il Rettore ha ricordato il periodo della pandemia da Covid-19, durante la quale UniTS si è distinta per la forte opposizione ad approcci antiscientifici, per aver mantenuto una non scontata didattica in presenza soprattutto per gli studenti dei primi anni e per l’impegno a supporto della salute pubblica. 

“Solo pochi mesi dopo, il 13 luglio 2020 – ha aggiunto - abbiamo sottoscritto la preintesa per la restituzione alla comunità slovena del Narodni Dom. Il 28 marzo 2022, la partecipazione del Presidente Mattarella all’inaugurazione dell’anno accademico è stato un momento epocale non solo per l’Università e la città di Trieste ma, più in generale, per le relazioni Italia - Slovenia. Alla nostra Università è stato riconosciuto il ruolo di promotore di questo processo, punto di raccordo e di alta mediazione”. 

Nell’aprile 2024, la cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa al Presidente Mattarella e al già Presidente sloveno Borut Pahor ha suggellato nel modo più alto questo percorso.

Azioni fondamentali e investimenti strategici

Sulla comunità UniTS si è investito moltissimo, sia con nuovi reclutamenti che con progressioni di carriera: i docenti sono aumentati di 75 unità in cinque anni e nei prossimi mesi sono programmate altre 56 prese di servizio. Analogo investimento è stato fatto sul personale tecnico amministrativo, cresciuto di 95 professionisti, a cui se ne aggiungeranno altri 55 nel 2025.  

“Siamo molto orgogliosi, inoltre, di aver lanciato il piano straordinario di reclutamento di docenti ordinari di genere femminile che permetterà di assumere, entro l’anno, 10 nuove professoresse del grado più alto, una per dipartimento”, ha aggiunto il prof. Di Lenarda.

Da ricordare anche il piano da 6 milioni di euro per l'aggiornamento e il potenziamento della strumentazione scientifica e gli interventi per rendere gli spazi dell’ateneo più moderni e accoglienti.

Le prospettive per il futuro: crescita, innovazione e sostenibilità

“Un progetto che ci vedrà, spero, protagonisti è la riqualificazione di Porto Vecchio, grande opportunità di rilancio per Trieste in termini di attrattività internazionale – ha continuato il Rettore - aspetto cui contribuirà in modo decisivo anche il nuovo Campus di Cattinara, un investimento di oltre 50 milioni di euro da parte della Regione Friuli Venezia Giulia che porterà la nostra Università a nuove vette in ambito sanitario e scientifico”. 

A chiusura del suo intervento, il prof. Di Lenarda ha voluto ringraziare, oltre tutta la comunità UniTS e i suoi più stretti collaboratori, anche il Comune di Trieste e la Regione FVG che, sotto la guida del Presidente Massimiliano Fedriga e con l’impegno dell'Assessore all’Università Alessia Rosolen, hanno sempre supportato l’Ateneo con tempestività, generosità e visione strategica. Un grazie particolare anche alla Fondazione CRTrieste che ha sostenuto il costo dei premi alle dieci matricole più meritevoli, conferiti in occasione della cerimonia di inaugurazione.

Sono intervenuti alla cerimonia anche la Presidente del Consiglio degli Studenti Anna Colussi e la rappresentante del Personale Tecnico Amministrativo Francesca Tardio. 

La Prolusione è stata tenuta da Andrea Nardini, Ordinario di Fisiologia Vegetale del Dipartimento di Scienze della Vita, sul tema “Alcune lezioni dagli alberi sui rischi del cambiamento climatico”. 

Il coro e orchestra di Units ha eseguito l’inno dell’Università di Trieste “Sorprendi la sorte” e il “Gaudeamus igitur”.

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Il bilancio del Rettore, Roberto Di Lenarda
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Progetto STUDIO DUE - GONGO 2025: Gorizia e Nova Gorica caso – studio nazionale di architettura

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È stato ufficialmente presentato STUDIO DUE - GONGO 2025, un progetto didattico interateneo che coinvolge studenti e docenti di UniTS, Politecnico di Milano, Federico II di Napoli e Università di Salerno

Sabato 15 marzo 2025, il Conference Center della sede di Gorizia di UniTS in via Alviano ospiterà oltre 200 studenti e una quindicina di docenti e assistenti per una giornata di studi dedicata alla progettazione architettonica e alla trasformazione urbanistica delle aree transfrontaliere di Gorizia e Nova Gorica. L’evento, aperto a tutti gli interessati, va ad arricchire il palinsesto di appuntamenti pensati dall’ateneo per GO! 2025 - Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura.

Lanciato nel 2023 dai docenti del Corso di Laurea in Architettura di UniTS Thomas Bisiani e Adriano Venudo, Elvio Manganaro del Politecnico di Milano e Alberto Calderoni dell'Università Federico II di Napoli, il progetto si è ampliato coinvolgendo anche altri Laboratori di Composizione 2 del Politecnico di Milano con Giacomo Ortalli, Aleksa Korolija e Luca Cardani, e l'Università di Salerno con Felice De Silva.

Il prof. Adriano Venudo ha spiegato l'obiettivo del progetto: “Gorizia, insieme a Nova Gorica e al confine, ha delle caratteristiche specifiche che la rendono unica. Questa giornata di studio e di confronto ci consentirà di conoscere la visione di chi proviene da fuori. Realizzeremo anche una pubblicazione per raccogliere gli esiti”.

“Si tratta di un progetto che intreccia la materia urbana con l’università, in cui crediamo molto. I nostri corsi universitari sono un’eccellenza straordinaria, che intendiamo valorizzare al massimo”, ha dichiarato il vicesindaco di Gorizia, Chiara Gatta

L'assessore comunale a GO! 2025, Patrizia Artico, ha aggiunto: “Il nostro confine, per la sua storia e le sue peculiarità, è motivo di fortissimo interesse anche dal punto di vista urbanistico. Il fatto che vengano a studiarlo da prestigiose università ne è la conferma”.

Dopo aver lavorato sul centro storico di Napoli nel primo anno del progetto, gli studenti ora si concentreranno sulla stazione Transalpina di Nova Gorica e sulle aree urbane transfrontaliere tra Italia e Slovenia. 

Nel corso della giornata, il prof. Paolo Nicoloso dell'Università di Trieste terrà una lezione dal titolo “Gorizia. 1900-1950”, seguita dall’intervento dell’architetto Nejc Koradin su “Nova Gorica. Nascita di una città”. Successivamente, i partecipanti prenderanno parte a una passeggiata esplorativa alla scoperta dei luoghi oggetto di studio.

Programma STUDIO DUE - GONGO 2025

UniTS x GO! 2025

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Il 15 marzo oltre 200 studenti e docenti di UniTS, Politecnico di Milano, Federico II di Napoli e Università di Salerno si confronteranno sulla trasformazione urbanistica del confine italo-sloveno
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Nasce ASTREO, il nuovo team studentesco di UniTS dedicato all’aerospazio

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Una realtà giovane, dinamica e intraprendente, ma già capace di dimostrare un'ottima organizzazione: è ASTREO, il nuovo team UniTS che unisce studenti accomunati dalla passione per l’aerospazio. La loro missione? Lavorare insieme e mettersi in gioco con colleghi di altre università italiane e internazionali per studiare soluzioni all'avanguardia per il settore.  

Si tratta del terzo team studentesco attivo all’interno dell’Ateneo, che si affianca ad Audace Sailing Team e a UniTS Racing Team. 

Costituito al Dipartimento di Ingegneria e Architettura, ASTREO conta quasi 30 membri provenienti da cinque diversi Dipartimenti UniTS.  Responsabile scientifico del progetto è Stefano Seriani, docente di Robotica ed esperto nello sviluppo di satelliti, con esperienza in collaborazioni con ESA (European Space Agency) e NASA.  

Il team conta su una struttura organizzativa chiara ed efficiente a cui si affianca una suddivisione operativa in specifici ambiti chiave: Design, Elettronica, Prestazioni Scientifiche, Divulgazione, Finanza & Legale e Software.  

Tra i primi progetti in agenda, la realizzazione di un detector di detriti spaziali in orbita bassa terrestre, una risposta alle preoccupazioni evidenziate dai report annuali ESA che segnalano l’aumento del traffico spaziale e il crescente rischio di collisioni tra satelliti e detriti. Per garantire sostenibilità nelle loro ricerche e per rendere la sperimentazione più accessibile, il team si propone di utilizzare tecnologie innovative e modulari, puntando sull'adozione dello standard CubeSat, piccoli satelliti utilizzati per scopi scientifici e sperimentali, e sull'impiego della stampa 3D per la prototipazione. 

Dal 3 al 7 marzo 2025, inoltre, il team ha avuto l’opportunità di confrontarsi per la prima volta in un contesto internazionale partecipando a un workshop organizzato da ESA dopo essersi aggiudicato un bando di selezione. Durante il workshop, i partecipanti hanno lavorato alla progettazione di un CubeSat sulla base dei requisiti definiti dagli esperti ESA. 

 

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Si tratta del terzo team attivo all’Università di Trieste
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Sindrome di Rett: l’Università di Trieste coordinerà la prima sperimentazione al mondo della Mirtazapina

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L’Agenzia italiana del farmaco - AIFA, ricevuto il parere positivo del comitato etico nazionale per gli studi pediatrici, ha dato il disco verde alla prima sperimentazione clinica a livello mondiale del farmaco Mirtazapina nella Sindrome di Rett, denominata MirtaRett.

La sperimentazione, coordinata dall’Università degli Studi di Trieste, si svolgerà nei principali ospedali italiani di riferimento per le pazienti affette dalla Sindrome di Rett ed è interamente sostenuta da sovvenzioni senza scopo di lucro, in particolare dal progetto no profit “Angelini for future” di Angelini Pharma SpA, assieme alle Fondazione Canali Onlus, Ico Falck Onlus e Amadei e Setti Onlus. Il management della sperimentazione è gestito dal Consorzio per Valutazioni Biologiche e Farmacologiche (CVBF), un’organizzazione non profit che fornisce servizi per la ricerca clinica in Italia. 

Per l’inizio effettivo della sperimentazione ci vorranno circa 2 mesi duranti i quali UniTS, centro coordinatore, assieme ai 4 centri clinici di Milano, Genova, Siena e Messina, metteranno a punto la macchina organizzativa per il reclutamento e poi il trattamento delle pazienti.

Si tratta esclusivamente di pazienti donne, in quanto la sindrome di Rett è una malattia genetica che colpisce 1:10.000 bambine e costituisce la seconda causa al mondo di disabilità intellettiva negli individui di sesso femminile (Petriti et al. Systematic Reviews, 2023)

La sperimentazione coinvolgerà in totale 54 pazienti di età compresa tra 5 e 40 anni, suddivisi in tre gruppi di 18 di diverse fasce d’età (5-10, 11-17 e 18-40 anni).

La sindrome di Rett è una malattia di origine genetica subdola che prende origine da mutazioni causali e non prevedibili del gene MECP2 nelle cellule riproduttive (spermatozoi o ovociti) di genitori del tutto sani. Si manifesta nel secondo anno di vita quando le bambine iniziano a parlare e a camminare, portando a una rapida regressione della parola e all’incapacità di compiere movimenti volontari con le mani. Negli anni successivi, le bambine sviluppano crisi epilettiche e difficoltà respiratorie che rappresentano la principale causa di decesso anche se molte pazienti possono raggiungere l’età adulta, seppur con gravi debilitazioni fisiche e mentali. 

Esperimenti di ripristino del gene mutato condotti in modelli animali hanno dimostrato che la malattia può essere completamente reversibile ma ad oggi non esiste ancora una cura definitiva. 

Il progetto è iniziato nel 2009, grazie a finanziamenti di Telethon, Fondazione San Paolo, Fondazione Casali, Beneficentia Stiftung e delle associazioni dei genitori AIRETT Onlus e ProRett Ricerca Onlus. In 15 anni di studi svolti nel laboratorio diretto dal prof. Enrico Tongiorgi al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste sono state raccolte numerose evidenze sperimentali dell’efficacia di Mirtazapina nel recupero di alcuni sintomi. Ulteriori prove in favore del farmaco sono state poi raccolte grazie a un’indagine retrospettiva in collaborazione con il Centro di riferimento Rett dell’Ospedale Le Scotte di Siena dove il farmaco era stato somministrato come cura standard per ansia, comportamenti ripetitivi e disturbi del sonno per un periodo da 1 a 5 anni in 40 pazienti Rett adulte. Oltre agli effetti benefici su ansia e sonno, propri del farmaco, lo studio ha riscontrato anche un effetto protettivo sulla progressione della sindrome di Rett con miglioramenti in alcuni sintomi tipici tra cui autolesionismo, irritabilità, difficoltà motorie e perdita di capacità di comunicazione. 

Al momento ancora nessuno ha potuto sperimentare gli effetti di questo farmaco nelle bambine affette da sindrome di Rett - ha dichiarato il prof. Tongiorgi - Riteniamo dunque necessario procedere con una sperimentazione clinica rigorosa come quella proposta nel progetto MirtaRett. Ci siamo prefissi di mantenere questo progetto interamente in Italia, coinvolgendo i principali centri clinici di riferimento. La sperimentazione verificherà l’efficacia del farmaco sui sintomi generali e in particolare sulle abilità motorie, come l’uso della mano, sulle capacità di comunicare e sui disturbi psichici. Monitoreremo inoltre la qualità del sonno e i parametri vitali della respirazione e del cuore, grazie ad una nuova T-shirt intelligente di fabbricazione italiana che è stata da noi testata permettendoci di fare delle scoperte importanti sui difetti di respirazione in queste bambine.” 

Lo studio prevede anche il monitoraggio del grado di stress dei caregivers e la rilevazione di biomarcatori presenti nel sangue, come i fattori neurotrofici, utili per valutare gli effetti del farmaco sulla ripresa dello sviluppo e la plasticità del sistema nervoso.

Ogni sperimentazione clinica ha dei costi elevati, ma grazie alla natura no profit del progetto, è stato possibile ridurli notevolmente e, grazie alla generosità dei donatori, si potrà anche dotare gli ospedali di Messina, Milano e Siena della strumentazione per condurre l’actigrafia e si potranno acquistare 54 smart T-shirt.

Centri e ricercatori coinvolti nella sperimentazione

Coordinatore- Prof. Enrico TONGIORGI, Dipartimento Scienze della Vita, Università di Trieste.

Partner 1 – Prof.ssa Maria Paola CANEVINI, dott.ssa Ilaria VIGANÓ, ASST Ospedale Santi Paolo Carlo - Via di Rudinì 8; Milano; e Prof.ssa Aglaia VIGNOLI (MD) Università Statale di Milano, Milano.

Partner 2 – Prof. Lino NOBILI, dott.ssa Giulia PRATO – Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e scienze materno-infantili (DINOGMI), Università di Genova, Genova.  - Unità di Neuropsichiatria Infantile, IRCCS, Istituto Giannina Gaslini, Genova.

Partner 3 – Dott. Salvatore GROSSO, Dott. Claudio DE FELICE – Centro di Ricerca e Sperimentazione Sindrome di Rett – Unità Pediatrica/Neuropediatrica, DAI Materno Infantile – Policlinico “S. M. alle Scotte”, Siena.

Partner 4 – Prof.ssa Gabriella DI ROSA, dott. Antonio NICOTERA - Dipartimento di Patologia Umana dell'Adulto e dell'Età Evolutiva "Gaetano Barresi", Policlinico Universitario "G. Martino, Università di Messina, Messina.

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Il 28 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Malattie Rare
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“Premio Fermeglia”: la prima edizione va a due studentesse di Architettura

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Sono Giulia Piacente e Giulia Toscano, laureate in Architettura a UniTS, le vincitrici della prima edizione del “Premio Fermeglia” per la migliore tesi di Laurea Magistrale sui temi di energia, trasporti e ambiente.

Il premio di 1000 euro è stato consegnato dalla prof.ssa Sabrina Pricl in rappresentanza della famiglia di Maurizio Fermeglia, già Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, prematuramente scomparso nel 2024. 

La tesi “Da Waterscape e Nautopia: scenari di riscaldamento globale e storie di architettura, spazi e habitat radicali”, relatore il prof. Thomas Bisiani, offre uno scenario immaginifico e futuribile di città sull’acqua.

Partendo da una riflessione sul riscaldamento globale e sul conseguente innalzamento delle acque, le due studentesse hanno concepito Nautopia, un villaggio galleggiante per 2000 persone, semisommerso, capace di immergersi in caso di maltempo e circondato da un atollo artificiale per attenuare l'impatto delle onde. 

Nel piano subacqueo, un’apposita griglia di distribuzione permette gli spostamenti orizzontali, è modulabile per limitare o ampliare gli spazi ed è dotata di un sistema di collegamento tra mercato, edificio del commercio e centro culturale. Il piano in superficie è lasciato libero per consentire la navigazione.

Il passaggio tra un piano e l’altro è possibile grazie a pedane elevatrici che consentono gli spostamenti verticali e la fornitura di energia, acqua e il funzionamento dei sistemi di scarico.

Nautopia è autosufficiente dal punto di vista alimentare, idrico, energetico e di smaltimento dei rifiuti in ottica “zero waste” per rispondere ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030.

Hanno partecipato alla cerimonia il Rettore Roberto Di Lenarda e Alessandro Massi Pavan, Coordinatore del Centro Interdipartimentale “Giacomo Ciamician”, Centro che è stato impegnato nella selezione del progetto di tesi vincitore.

 

Nella Foto il momento del conferimento del premio

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A un anno dalla scomparsa del prof. Maurizio Fermeglia conferito il premio in sua memoria
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Fibre che mimano i tessuti del corpo per ripararlo: pubblicato studio UniTS su Andvanced Science

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Creare materiali che si comportano come tessuti viventi è un obiettivo più vicino grazie ad uno studio Università di TriesteKeio University (Giappone) appena pubblicato su Advanced Science.

Il team di ricerca internazionale che ha concepito il paper è composto da Pierangelo Gobbo, docente di Chimica Organica al Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche di UniTS, dal prof. Taisuke Banno e dal dottorando Tomoya Kojima della Keio University.  

Gli scienziati hanno sviluppato un metodo innovativo per assemblare fibre di “prototessuto” a partire da vescicole microscopiche, dimostrando come sia possibile sintetizzare, partendo da zero, materiali che mimano il comportamento dei tessuti del corpo umano. Il processo sfrutta l’adesione tra due tipi di vescicole caricate elettricamente in modo opposto, che vengono unite grazie a “ponti salini”, una sorta di colla naturale. 

Le applicazioni possibili sono molteplici e promettono di rivoluzionare diversi ambiti: dalla biostampa 3D alla progettazione di tessuti ingegnerizzati, fino allo sviluppo della soft robotics per la realizzazione di dispositivi flessibili e adattabili ispirati a organismi viventi. 

In ambito clinico, ad esempio, sarà possibile innestare in vivo questo tipo di tessuti sintetici per supportare quelli viventi malati. In particolare, alcuni dei prototipi sviluppati sono in grado di rilevare la presenza di glucosio e produrre una molecola fluorescente di “segnalazione”. 

In futuro, queste fibre potrebbero essere progettate per produrre insulina in risposta all’aumento del glucosio, con interessanti applicazioni nella cura del diabete. Le fibre, inoltre, potrebbero essere ingegnerizzate per rispondere non solo a stimoli chimici ma anche fisici, come temperatura o luce e, combinandole in fasci, ottenere nuovi materiali biomimetici “smart” per la riparazione dei tessuti muscolari.

Lo studio è stato finanziato dalla Japan Society for the Promotion of Science, dal Consiglio Europeo della Ricerca (Starting Grant PROTOMAT) e dal programma Next Generation EU (progetto PRIN PNRR 3D-L-INKED)

 

Nella foto: prof. Pierangelo Gobbo, UniTS

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La ricerca è stata concepita e realizzata da Pierangelo Gobbo nei laboratori dell’Università di Trieste e finalizzata alla Keio University
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Inaugurato il collegamento quantistico su fibra ottica tra UniTS e UniUD

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Le Università di Trieste e quella di Udine sono da oggi unite da un collegamento quantistico che corre su fibra ottica.

Embrione di un’infrastruttura che crescerà rapidamente e che ambisce a diventare un modello per l’Italia e l’Europa, il collegamento è frutto di uno studio durato cinque anni ed è uno degli obiettivi del progetto Quantum FVG finanziato da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di cui UniTS è coordinatrice.

Il primo obiettivo è stato l’inaugurazione nel 2024 del Laboratorio QCI, finalizzato allo studio di soluzioni quantistiche per lo scambio di informazioni in massima sicurezza, ospitato dal CNR del Campus Basovizza di Area Science Park

“Chi guida lo sviluppo tecnologico, di cui l’ambito quantistico rappresenta una componente essenziale, ha il potere di influenzare profondamente i processi economici e di favorire la costruzione di una società più sicura ed equa – ha affermato il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda – il nostro ateneo, attraverso il progetto Quantum FVG e le sue evoluzioni future, ambisce a essere protagonista di questa trasformazione eccellendo nella didattica, ricerca e sviluppo tecnologico in questo filone strategico”. 

«La fisica quantistica – ha detto il Rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton – rappresenta oggi un’importante frontiera della conoscenza e le università della regione, con l’attivazione del collegamento quantistico tra Udine e Trieste, contribuiscono significativamente al progresso della ricerca in questo settore. L'esperienza sul campo maturata dai nostri tecnici e ricercatori fin dagli albori della rete Internet ha consentito di realizzare oggi un sistema basato su sofisticate tecnologie innovative che ci pone all’avanguardia a livello nazionale».

“La Regione, con la legge di stabilità 2025, ha finanziato un progetto denominato EQUIP-FVG (Extended Quantum Infrastructure Project per il Friuli Venezia Giulia) per la realizzazione di una infrastruttura permanente in fibra ottica per la comunicazione sicura tramite tecnologia quantistica con utilizzi nell’ambito della logistica marittima, portuale e retroportuale. Questa sperimentazione, che rappresenta uno dei tasselli di una strategia più ampia in termini di cybersicurezza e competitività tecnologica, verrà estesa in futuro anche ad altre infrastrutture critiche e a livello transfrontaliero, portando importanti vantaggi in termini di sicurezza dell’intera piattaforma logistica regionale e confermando il Friuli Venezia Giulia all’avanguardia rispetto a temi che oggi assumono rilevanza strategica per il sistema Paese” – ha aggiunto Alessia Rosolen, Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia.

“Questo importante risultato è stato possibile soprattutto grazie agli investimenti della Regione che ha realizzato sul proprio territorio la Rete pubblica regionale (Rpr) – ha sottolineato l’Assessore regionale ai Sistemi informativi Sebastiano Callari - si tratta di una rete in fibra ottica che, con 1.600 km di dorsale e oltre 500 km di rete di accesso nelle città e nelle zone industriali, connette più di 1.300 sedi pubbliche. La nostra Amministrazione da anni sta lavorando al miglioramento e al potenziamento delle autostrade digitali che grazie alla comunicazione quantistica saranno in grado di supportare applicazioni critiche e intrinsecamente sicure tra i diversi nodi della rete regionale, a cominciare proprio dalle università”.

Il collegamento quantistico tra i due atenei assicura sicurezza (consente di generare chiavi crittografiche in maniera ultra sicura per lo scambio criptato di documenti) e stabilità (il collegamento non è una semplice dimostrazione della tecnologia, ma una connessione stabile e persistente nel tempo orientata alla futura implementazione di un servizio operativo).

UniTS e UniUD lavoreranno insieme per migliorarne le prestazioni e integrarlo nel contesto di un’infrastruttura classica come Internet. 

Per realizzare il collegamento è stato necessario sia acquisire gli apparati di comunicazione quantistica, sia ottenere la fibra ottica che collega i due atenei. L'acquisto degli apparati è stato reso possibile grazie al progetto Quantum FVG, sostenuto dall’Assessorato al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia di Regione FVG, mentre la fibra ottica è stata fornita grazie al supporto dell’Assessorato al Patrimonio, Demanio, Servizi Generali e Sistemi Informativi.

Un ruolo fondamentale è stato svolto da LightNet, che si occuperà anche della gestione tecnica dell’infrastruttura. 

La realizzazione del collegamento quantistico si inserisce in un contesto più ampio.

Regione FVG, tramite il progetto QuFree, ha stanziato ulteriori fondi per studiare la comunicazione quantistica in aria (l’equivalente dei ponti radio) anziché tramite fibra ottica, con l’obiettivo di mettere in sicurezza le comunicazioni tra destinatari non collegabili via fibra, come ad esempio le navi.

E’ in fase di preparazione, infine, un progetto europeo per estendere il collegamento verso est, includendo la Slovenia.

Nella foto: Un momento della presentazione del collegamento a UniTS

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Realizzato nell’ambito del progetto “Quantum FVG” finanziato dalla Regione, è il primo step di un’infrastruttura che vuole diventare modello per l’Italia e l’Europa
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Rischio mercurio nella Laguna di Marano e Grado: studio UniTS – ASUGI

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È stato appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Science of the Total Environment uno studio per rilevare i livelli di mercurio nei capelli di pescatori e lavoratori dell’indotto della pesca della laguna di Marano e Grado, una delle più grandi d’Europa.

L’indagine è stata condotta da Luca Cegolon, della Struttura Complessa di Igiene e Medicina Preventiva - UniTS, in collaborazione con Giuseppe Mastrangelo, Università di Padova, dal gruppo di ricerca MercuRILab di UniTS, diretto da Stefano Covelli, e dall'Unità Clinica Operativa di Medicina del Lavoro - UniTS, diretta da Francesca Larese Filon.

La laguna di Marano e Grado era stata individuata come Sito di Interesse Nazionale (SIN) a causa di una contaminazione plurisecolare da mercurio sotto forma di cinabro riversato dal fiume Isonzo, drenante il distretto minerario di Idria in Slovenia (secondo deposito naturale più grande al mondo dopo Almaden in Spagna), e in forma inorganica da scarichi industriali incontrollati.

Nel settore orientale della laguna, in corrispondenza della foce dell’Isonzo, studi precedenti avevano rilevato concentrazioni di mercurio nei sedimenti fino a 11 mg/kg, che si riducevano progressivamente a 5 mg/kg nel settore centrale e 0.7 mg/kg nel settore occidentale.

Mentre la contaminazione del settore orientale della laguna era prevalentemente attribuibile a mercurio di origine minerale proveniente dall’Isonzo, nei pressi della foce del fiume Aussa-Corno il mercurio rilevato presentava una componente significativa in forma inorganica, di origine industriale.

L’indagine dell’Università di Trieste, condotta nei primi mesi del 2024 a Marano Lagunare, ha confrontato la concentrazione di mercurio nei capelli di 73 pescatori (32 di mare aperto, 30 di laguna e 11 misti) e 83 residenti locali lavoratori dell’indotto della pesca, con 93 residenti nel Bellunese (prevalentemente agricoltori o malgari). L’indagine si è concentrata su pescatori e lavoratori della pesca perché hanno inevitabilmente maggiore accesso e disponibilità al consumo di pesce rispetto alla popolazione generale. Residenti di un’area montuosa sono stati scelti come categoria di confronto per il motivo opposto.

Il livello mediano di mercurio rilevato nei pescatori (2.56 mg/kg) e nei lavoratori dell’indotto della pesca (2.31 mg/kg) era significativamente superiore a quello degli agricoltori delle Dolomiti (0.58 mg/kg) e aumentava con il consumo di pesce locale, in particolare quello fresco, e in categorie come pescatori, venditori ittici o ristoratori.

Sebbene questi valori siano leggermente superiori al limite (2 mg/kg) raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tali concentrazioni sono ancora ben inferiori a 11.5 mg/kg, il limite sotto cui non sono stati osservati finora effetti avversi sulla salute umana. La situazione attuale, quindi, si può considerare di relativo equilibrio e non pone controindicazioni al consumo di pesce della laguna che, comunque, veicola anche il selenio, elemento chimico con azione antagonista al mercurio.

È raccomandabile tuttavia che donne in gravidanza e bambini in fase di crescita limitino il consumo di pesce fresco a non più di un pasto a settimana.

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L’indagine ha coinvolto pescatori e lavoratori del settore
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Attivo il nuovo Ambulatorio Multidisciplinare per la gestione del dolore cronico oro-facciale

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E’ attivo il nuovo ambulatorio multidisciplinare per la gestione del dolore cronico oro-facciale di diversa natura. 

L’innovativo servizio, frutto della collaborazione tra la ricerca di eccellenza svolta al Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute di UniTS e ASUGI, ha l’obiettivo di offrire un approccio integrato e altamente specializzato ai pazienti che soffrono di questa condizione debilitante.

Il nuovo ambulatorio coinvolge la Struttura Complessa (SC) Clinica di Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia, diretta dal Prof. Roberto Di Lenarda, e la Struttura Complessa SC (UCO) Clinica Psichiatrica, diretta dal Prof. Umberto Albert

Il dolore cronico oro-facciale rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica di rilievo, in particolare per la crescente richiesta da parte dell’utenza di una presa in carico efficace e coordinata. Questa forma di dolore, infatti, impatta fortemente sulla qualità di vita e sulla quotidianità di chi ne soffre. Per rispondere efficacemente a questa complessità, il nuovo ambulatorio si avvale di un team multidisciplinare di specialisti, tra cui odontoiatri con esperienza nell’ambito della medicina orale, e psichiatri, che lavorano in sinergia per garantire ai pazienti un percorso di cura personalizzato e completo.

Il servizio è attivo nella Clinica di Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia (Ospedale Maggiore, Ambulatorio di Medicina e Patologia Orale, I piano, scala G, stanza n. 6) e accessibile su prenotazione tramite i canali istituzionali dell’Azienda Sanitaria. 

Per maggiori informazioni, i cittadini possono contattare il numero 040 3992102.

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Nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Universitario clinico di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute UniTS e ASUGI
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