Nuovo farmaco contro il Parkinson: firmato accordo UniTS - Performance Medical Technology (Pmt) Read more about Nuovo farmaco contro il Parkinson: firmato accordo UniTS - Performance Medical Technology (Pmt) Immagine Progetto senza titolo (8).png Data notizia Tue, 15/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia E’ stato firmato nel Palazzo della Regione l'accordo di collaborazione tra l'azienda statunitense Performance Medical Technology (Pmt) e l'Università di Trieste, che coinvolge anche la Direzione centrale Salute dell'Amministrazione regionale. “L’accordo prevede il coinvolgimento di tre Dipartimenti dell’Università di Trieste (Scienze della Vita; Scienze Chimiche e Farmaceutiche; Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute) per condurre ricerche, analisi e studi clinici pilota per la creazione di un nuovo farmaco contro il Parkinson – ha spiegato il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda – le attività scientifiche condotte nell’ateneo, in collaborazione con l’azienda PMT (Performance Medical Technologies) costituiranno la base per la domanda NDA (new drug approval) per poterlo commercializzare. Siamo all’inizio di una sfida scientifica stimolante e di grande impatto sociale che condurremo con le competenze e le strutture di eccellenza di cui disponiamo”.Il documento apre la strada al percorso di insediamento in regione dell'impresa PMT, con sede a Charlottesville (Virginia), specializzata nello sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per le malattie neurodegenerative (in particolare il morbo di Parkinson in fase iniziale), e darà avvio a una serie di attività congiunte nel campo della ricerca medica. Abstract Nel progetto è coinvolta anche la Direzione centrale Salute della Regione FVG Mostra nel diario Off
Presentata la Banca Dati Nomismata: oltre 210mila dati numismatici da oggi accessibili a tutti Read more about Presentata la Banca Dati Nomismata: oltre 210mila dati numismatici da oggi accessibili a tutti Immagine WhatsApp Image 2025-04-16 at 09.52.46.jpeg Data notizia Wed, 16/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia Un viaggio tra secoli di storia bizantina prende forma in digitale: l’Università di Trieste ha presentato ufficialmente la Banca Dati Nomismata, progetto di ricerca d’eccellenza che rappresenta un significativo passo avanti nelle Digital Humanities. Il database, che attualmente raccoglie più di 210mila dati relativi a circa 5mila siti, rappresenta la prima grande operazione sistematica di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine coniate tra il 498 e il 1453, all’interno e all’esterno dei confini dell’Impero.Nato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Dipartimento di Studi Umanistici, dell’Ufficio Relazioni Internazionali UniTS e del PRIN 2022, il progetto è frutto della collaborazione di numerosi studiosi e ricercatori di fama internazionale: tra questi Cécile Morrisson, Vivien Prigent, Gheorghia Alexopoulou, Vujadin Ivanišević, Ermanno Arslan, Stefan Krmnicek, Alessia Rovelli, Erika Trbojević, Stoyan Mihaylov, Nikolaus Schindel, Luca Zavagno, Andrea Gariboldi, Giulio Carraro, Cristiano Rossetti e Kateryna Sorochan.Fondamentale anche il contributo informatico di Giorgio Donato, Jordan Piščanc e Davide Franch, così come l’ideazione comunicativa curata da Pamela Theodotou e Giulia Basso.Durante l’incontro è stata inoltre annunciata una nuova e prestigiosa donazione: Giorgio Conetti, Professore Emerito dell’Università dell’Insubria e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste (1984-1992), ha donato all’Ateneo la sua collezione di monete della Serbia medievale, dell’Impero Latino e degli stati balcanici dell’Ottocento, arricchendo così ulteriormente il patrimonio numismatico disponibile per la ricerca e la divulgazione.Alla Banca Dati si affiancherà anche una sezione dedicata allo studio dei sigilli bizantini provenienti da scavi archeologici, in collaborazione con il Centro di ricerca sull’arte bizantina e post-bizantina dell’Accademia di Atene, rappresentato da Olga Karagiorgou.La banca dati, incardinata nel Sistema Museale di Ateneo (SMATS), sarà accessibile online all’indirizzo www.smats.units.it, che ne garantirà la conservazione, la gestione, l’aggiornamento continuo e la valorizzazione attraverso future implementazioni, anche grazie all’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale. Abstract Un progetto internazionale di catalogazione dei rinvenimenti di monete bizantine e una preziosa donazione numismatica arricchiscono il Sistema Museale dell’Università di Trieste Mostra nel diario Off
Servizi idrici e rifiuti: UniTS e UniUD partner di AUSIR e dei gestori dei servizi del FVG Read more about Servizi idrici e rifiuti: UniTS e UniUD partner di AUSIR e dei gestori dei servizi del FVG Immagine predonzani.jpg Data notizia Fri, 11/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Società e territorio Destinatari canale Ateneo Servizi Destinatari target Enti e aziende Territorio e società Testo notizia L’Università di Trieste ha sottoscritto, insieme all’Università di Udine, una nuova Convenzione Quadro con AUSIR – Autorità Unica per i Servizi Idrici e Rifiuti del Friuli Venezia Giulia e i principali gestori dei servizi idrici e ambientali del territorio regionale. Accanto ad AUSIR, hanno aderito: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso – Kraški vodovod, CAFC, HydroGEA, Irisacqua, Livenza Tagliamento Acque, A&T 2000, Ambiente Servizi, GEA – Gestioni Ecologiche e Ambientali, Isontina Ambiente, MTF e NET.Il documento, siglato quest’oggi da tutti partner nella Sala Predonzani del Palazzo della Regione alla presenza del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, rinnova e amplia la precedente intesa siglata nel 2019, consolidando la volontà condivisa di collaborare sui temi della sostenibilità e dell’innovazione applicata alla gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti. La nuova Convenzione mira a promuovere progetti di ricerca applicata, iniziative congiunte di alta formazione, la partecipazione a bandi competitivi, oltre alla valorizzazione di dati, esperienze e infrastrutture tecniche condivise.L’Università di Trieste partecipa con un forte impegno interdisciplinare, rappresentata dal prof. Paolo Bevilacqua (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e dal prof. Fabio Barbone (Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute), referenti scientifici per l’Ateneo. L’accordo sostiene tra l’altro l’attività dei master interateneo già avviati con la collaborazione dei gestori pubblici, tra cui quello in “Tecnologia e Management del Ciclo Idrico Integrato” e quello in “Economia Circolare e ciclo integrato dei Rifiuti”. ““La Convenzione – ha spiegato Roberto Di Lenarda, Rettore dell’Università di Trieste - rappresenta un’opportunità concreta per attivare nuove ricerche multidisciplinari capaci di affrontare, in chiave innovativa, le sfide della gestione sostenibile delle risorse idriche e ambientali. Gli ambiti di collaborazione spaziano dallo studio dei sistemi acquiferi e delle infrastrutture di rete alla gestione dei reflui e dei fanghi, dall’analisi economica e normativa dei servizi pubblici alla valorizzazione dei rifiuti in ottica di economia circolare. Centrale è anche l’impegno nella comunicazione e nella formazione, considerate leve strategiche per promuovere consapevolezza e cambiamento sia a livello tecnico che sociale”. Abstract Firmato un accordo per rafforzare la collaborazione su ricerca, innovazione e formazione nei settori dell’acqua e dell’economia circolare Mostra nel diario Off
Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale Read more about Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale Immagine Antartide_team.png Data notizia Mon, 14/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia Un evento di fusione glaciale senza precedenti, risalente al Periodo Caldo Medievale, ha lasciato tracce sorprendenti su un ghiacciaio della Terra Vittoria settentrionale, in Antartide. A rivelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Communications Earth and Environment con il titolo “A warming pulse in the Antarctic continent changed the landscape during the Middle Ages”, che ricostruisce per la prima volta gli effetti di un repentino riscaldamento climatico avvenuto tra 900 e 989 anni fa, in grado di modificare profondamente il paesaggio antartico.Lo studio, coordinato da Emanuele Forte (Università di Trieste) e da Mauro Guglielmin (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici), insieme a Maurizio Azzaro (Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR-ISP, Nicoletta Cannone e Alessandro Longhi (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici) e Ilaria Santin (ETH di Zurigo), documenta un fenomeno mai osservato prima: un’intensa erosione fluviale e il trasporto di sedimenti sulla superficie del ghiacciaio, originati da un deflusso d’acqua di fusione che arrivò a scavare un canale lungo almeno 4 chilometri. Lo studio, infatti, mostra come l’acqua abbia generato un’impronta indelebile sul ghiacciaio, lasciando una discontinuità nella stratigrafia e accumulando sedimenti in un deposito gradato, chiara indicazione di un progressivo rallentamento del flusso d’acqua. A differenza degli attuali fenomeni di fusione osservati nell'Antartide orientale e sulla banchisa di Nansen, l'evento medievale rappresenta un caso eccezionale, avvenuto durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale perché lo stesso ghiacciaio attualmente è permanentemente innevato e non presenta alcun segno di fusione superficiale, sottolineando ulteriormente l'unicità e l'importanza di quanto rilevato.Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla stabilità dei ghiacciai antartici e mette in luce come anche brevi episodi di riscaldamento climatico, non sempre rintracciabili attraverso i tradizionali metodi di analisi paleoclimatica, possano provocare profonde e durature trasformazioni del paesaggio glaciale. I risultati evidenziano la sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici improvvisi e suggeriscono il potenziale impatto di fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico anche nel prossimo futuro.Lo studio è stato svolto nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e attuato dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi. Abstract Uno studio internazionale, coordinato da UniTS e Università dell’Insubria con il contributo di CNR-ISP e ETH Zurigo, ha rivelato per la prima volta un evento climatico estremo risalente al Periodo Caldo Medioevale Mostra nel diario Off
Rendere l'idrogeno verde più efficiente: progetto UniTS finanziato dalla Regione FVG Read more about Rendere l'idrogeno verde più efficiente: progetto UniTS finanziato dalla Regione FVG Immagine Rodolfo Taccani news.jpg Data notizia Wed, 09/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ricerca Testo notizia Rendere l’idrogeno verde una fonte di energia più efficiente, sicura e accessibile: è questo l’obiettivo del progetto E4H2 – Efficiency for Hydrogen, promosso dall’Università di Trieste in collaborazione con l'Università di Udine, che rientra tra i progetti finanziati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito dell’Avviso regionale dedicato al sostegno, alla creazione e all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca nel settore dell’idrogeno rinnovabile.Il progetto UniTS, grazie a un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell'Amministrazione regionale, prevede la creazione di una rete di quattro laboratori distribuiti sul territorio regionale, ciascuno dedicato a un punto strategico della filiera dell’idrogeno: dalla produzione allo stoccaggio, fino all’utilizzo finale. I ricercatori lavoreranno per migliorare l’efficienza e la durata degli elettrolizzatori, dispositivi che permettono di ottenere idrogeno “verde” separando l’acqua nei suoi elementi, idrogeno e ossigeno, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili. Saranno testati nuovi sistemi di accumulo, tra cui serbatoi criogenici, contenitori speciali capaci di conservare l’idrogeno allo stato liquido a temperature estremamente basse (fino a -252°C), e soluzioni ad alta pressione, progettate per ridurre le dispersioni di energia durante lo stoccaggio e il trasporto.Ampio spazio sarà dedicato anche allo sviluppo di celle a combustibile più performanti e resistenti nel tempo, che trasformano l’idrogeno in elettricità senza emissioni inquinanti, e allo studio di protocolli operativi in grado di aumentare l’efficienza dell’intero processo. Un altro obiettivo chiave sarà la sicurezza: la rete permetterà infatti di analizzare criticità e proporre soluzioni per un impiego dell’idrogeno sempre più affidabile."L’infrastruttura - spiega Rodolfo Taccani, docente di Macchine dell'Università di Trieste e referente scientifico del progetto - consentirà di testare dispositivi a diversi livelli, dai singoli componenti a impianti pilota, affiancando la ricerca sperimentale a modelli avanzati di simulazione, anche basati su intelligenza artificiale. I dati raccolti saranno utilizzati per migliorare la manutenzione, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità degli impianti.E4H2 rappresenta così un importante tassello nella costruzione di una filiera regionale dell’idrogeno verde, capace di inserirsi nella più ampia cornice transfrontaliera della North Adriatic Hydrogen Valley e di connettere università, centri di ricerca e imprese, a sostegno della transizione energetica e della decarbonizzazione".Nella cornice complessiva dei finanziamenti regionali alle infrastrutture di ricerca sull'idrogeno rinnovabile, l'Università di Trieste partecipa in qualità di partner anche ad altri tre progetti: i gruppi di lavoro coinvolti sono guidati dallo stesso Rodolfo Taccani (Dipartimento di Ingegneria e Architettura), da Alessandro Baraldi (Dipartimento di Fisica) e da Lorenzo Bonini (Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze) per un ammontare complessivo di 3,5 milioni di euro sugli 11 complessivamente stanziati dall'amministrazione regionale, che fanno dell'Ateneo giuliano l'ente di ricerca del Friuli Venezia Giulia maggiormente impegnato in questo ambito della transizione energetica. Abstract Importante sostegno economico per il progetto di ricerca coordinato da Rodolfo Taccani (DIA). UniTS ente di ricerca del FVG più finanziato dai bandi regionali per la ricerca sull'idrogeno Mostra nel diario Off
Andra Bucci, sopravissuta all'Olocausto, incontra a UniTS i ragazzi delle scuole superiori di Firenze Read more about Andra Bucci, sopravissuta all'Olocausto, incontra a UniTS i ragazzi delle scuole superiori di Firenze Immagine Progetto senza titolo (7).png Data notizia Wed, 09/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia 110 ragazzi delle scuole superiori di Firenze hanno incontrato nell’Aula Magna UniTS Andra Bucci.Andra e la sorella Tatiana furono deportate ad Auschwitz quando avevano solo 4 e 6 anni: per onorare il loro prezioso impegno nel portare testimonianza dell’Olocausto, l’Università di Trieste conferì loro nel 2020 la Laurea Honoris Causa in Diplomazia e Cooperazione Internazionale.L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto "Dall'Italia ad Auschwitz. I luoghi della storia e delle memorie come strumento di formazione", organizzato dalla Regione Toscana in occasione dell'80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.Il viaggio studio ha anche, tra le sue principali finalità, la conoscenza e l'approfondimento della storia di alcuni luoghi di memoria significativi tra cui la Risiera di San Sabba. Abstract L’incontro fa parte di un progetto di Regione Toscana per celebrare l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo Mostra nel diario Off
Nasce Agorai Innovation Hub, UniTS tra i soci fondatori Read more about Nasce Agorai Innovation Hub, UniTS tra i soci fondatori Immagine Progetto senza titolo (6).png Data notizia Tue, 08/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Testo notizia È stato presentato a Trieste ‘Agorai Innovation Hub’, un ecosistema formato da realtà d’eccellenza nato per creare uno dei più importanti centri di ricerca applicata e di base sulla Data Science e l'Intelligenza Artificiale (IA) avanzata in Italia e in Europa, oltre che di formazione all’avanguardia a livello europeo.“L’Università di Trieste, dopo esserne stata promotrice, è tra i soci fondatori di Agorai Innovation Hub: l’Ateneo potrà dare il suo importante contributo tecnico scientifico grazie al proprio ruolo di apripista italiano nella formazione sui temi dell’AI – ha affermato il Rettore Roberto Di Lenarda - la nostra è stata la prima università a offrire il percorso di formazione completo, dalla Laurea Triennale al Dottorato di ricerca, per preparare i futuri professionisti dell’Intelligenza artificiale. Il nostro prossimo obiettivo sarà sviluppare le applicazioni interdisciplinari e transdisciplinari della materia anche in altri Corsi di studio. Grazie al contributo di Generali, all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Intelligenza Artificiale e Data Science sarà attivato anche il nuovo insegnamento in Intelligenza Artificiale Responsabile e Sostenibile, che fornirà agli studenti nuovi strumenti per comprendere e affrontare le implicazioni sociali ed etiche legate all’utilizzo delle tecnologie AI”.LA STRUTTURA DI ‘AGORAI INNOVATION HUB’L’ecosistema prevede la costituzione di una Fondazione, che si occuperà principalmente di ricerca di base, e di una società per azioni denominata ‘Agorai Innovation Hub’, che si dedicherà alla ricerca applicata attraverso l’implementazione di casi studio in vari settori, con lo sviluppo di soluzioni innovative che sfruttino avanzati algoritmi di IA e le potenzialità dei big data. Sulla base di queste soluzioni, l’Hub promuoverà il supporto e lo sviluppo di start-up, l’attrazione di talenti e la promozione di una cultura digitale, valorizzando le eccellenze del territorio in un contesto internazionale. Inoltre, verrà sviluppata l’open academy, un centro per l’erogazione di servizi di formazione e divulgazione in favore dei soci e di terzi, basato sulle competenze e sul network degli enti accademici e delle scuole di formazione aziendali, come la Generali Group Academy di Generali. LA SEDE A PALAZZO CARCIOTTILa sede di ‘Agorai Innovation Hub’ sarà Palazzo Carciotti, simbolo di Trieste e prima sede di Generali, che ritornerà a rappresentare lo spirito innovatore della città. Acquistato da Generali a inizio 2025, Palazzo Carciotti verrà sottoposto ad un importante progetto di ristrutturazione e restauro, a cura di Generali Real Estate.Per dare vita alla visione di ‘Agorai Innovation Hub’, è stato chiamato l’architetto ingegnere e urbanista Carlo Ratti, direttore dell’MIT Senseable City Lab e curatore della Mostra Internazionale di Architettura 2025 a Venezia. Durante i lavori di restauro e valorizzazione, la sede dell’Hub sarà nel contiguo palazzo Berlam. PERCHE’ AGORAI INNOVATION HUBIl termine ‘Agorai’ rappresenta l’incontro tra passato e futuro, unendo il significato dell’agorà, luogo di scambio e crescita collettiva nelle città greche, con l’innovazione come motore del domani. Questo legame si intreccia con la storia di Palazzo Carciotti, crocevia di scambi economici e sociali. UN ECOSISTEMA DI PARTNER D'ECCELLENZA Il progetto vede la partecipazione di attori chiave del panorama italiano e internazionale, suddivisi in tre settori:Privato: oltre al Gruppo Generali, con Assicurazioni Generali, Banca Generali e Generali Italia, partecipano aziende leader come Fincantieri e illycaffè, insieme a Goldman Sachs, research partner per l’area Finance & Capital Markets Union. Deloitte è business partner per il supporto all'implementazione e go to market degli asset e servizi dell’Hub. Google Cloud si unisce al progetto come partner strategico per l’innovazione dell’Hub, mettendo a disposizione tecnologie di IA all'avanguardia, infrastrutture ottimizzate per l’intelligenza artificiale e corsi di formazione sull'utilizzo dei modelli IA più avanzati;Pubblico: la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, importante partner del progetto, supporta attivamente l’iniziativa riconoscendone il valore strategico per il territorio;Accademico, di ricerca e formazione: un network di prestigiose istituzioni universitarie e di ricerca, tra cui le Università degli Studi di Trieste e di Udine, la Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), l'Istituto Italiano di Tecnologia, insieme al MIB Trieste School of Management e l’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP), garantisce un solido fondamento scientifico al progetto."HUMANAIZE THE FUTURE": LA MISSIONE DEL POLO SCIENTIFICOL'obiettivo dell’ecosistema è porre al centro della ricerca scientifica e tecnologica le sfide cruciali per il futuro dell'umanità e del pianeta. Il claim "Humanaize the Future" riassume l'ambizione di coltivare un'intelligenza che non sia solo artificiale, ma portatrice di una vera e propria trasformazione culturale. Le attività dell’ecosistema si articoleranno in tre aree principali:Ricerca di Base: sviluppata dagli enti scientifici, per esplorare le frontiere dell'IA e delle sue applicazioni;Ricerca Applicata: condotta dalle aziende in partnership con Agorai Innovation Hub, per tradurre le scoperte scientifiche in soluzioni concrete e innovative;Open Academy: un'iniziativa accademica per la formazione di talenti, il trasferimento di conoscenze e la creazione di startup.L'etica e la misurazione dell'impatto dello sviluppo tecnologico saranno principi guida fondamentali per tutte le attività dell’ecosistema.AREE DI RICERCA CHIAVE PER RISPONDERE ALLE GRANDI SFIDE DEL FUTUROIl centro di ricerca si concentrerà su quattro aree chiave, che potranno ampliarsi in futuro, attingendo all’expertise dei partner per generare nuovi modelli di business che abbiano un impatto positivo sulla vita delle persone:Salute e BenessereAgricoltura Rigenerativa e AlimentazioneMobilità e TrasportiFinance & Capital Markets Union Abstract Promosso da Generali con l’obiettivo di creare uno dei più importanti centri di ricerca su Data Science e IA Mostra nel diario Off
EPHyC 2025: a Trieste il futuro della ricerca europea sull’idrogeno Read more about EPHyC 2025: a Trieste il futuro della ricerca europea sull’idrogeno Immagine Titolo (2).jpg Data notizia Sat, 05/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Destinatari target Post lauream Enti e aziende Testo notizia Dal 9 all’11 aprile a Trieste si discuterà del futuro della ricerca europea sull’idrogeno, all’interno dell’edizione 2025 di EPHyC, la European PhD Hydrogen Conference che sarà ospitata al Generali Convention Center e al Magazzino 26 del Porto Vecchio.L’evento, organizzato dall’Università di Trieste in collaborazione con Hydrogen Europe Research – la principale organizzazione europea di ricerca sull’idrogeno, che riunisce oltre 150 università e centri di ricerca internazionali – accoglierà dottorandi provenienti da tutta l’Unione Europea impegnati in progetti innovativi legati al combustibile pulito.Oltre 150 giovani ricercatori, afferenti a 85 istituzioni accademiche e centri di ricerca di 21 Paesi europei, si incontreranno a Trieste per tre giorni di confronto scientifico. L’iniziativa si inserisce nel contesto dello sviluppo della North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV), progetto strategico promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Slovenia e dalla Croazia per accelerare la transizione energetica.EPHyC 2025 si distingue per il format innovativo: saranno gli stessi dottorandi a organizzare e coordinare le sessioni scientifiche, presentando i propri studi con l’obiettivo di ricevere feedback, stimolare collaborazioni interdisciplinari e innescare nuove linee di ricerca.I temi della conferenza copriranno le principali sfide del settore, dalla produzione e dallo stoccaggio dell’idrogeno fino agli aspetti economici e normativi. Attesi anche rappresentanti di aziende del settore energetico, interessati sia ai contenuti della conferenza sia ai profili dei giovani ricercatori partecipanti.L’apertura di EPHyC 2025 si terrà mercoledì 9 aprile, alle ore 9, nella Sala Luttazzi del Magazzino 26, con i saluti istituzionali, la presentazione dei partner coinvolti e le keynote lecture di esperti internazionali come Mirela Atanasiu, già Executive Director del Clean Hydrogen Partnership, il partenariato che vede la partecipazione della Commissione Europea. Alle 10.30, presso la sala dei Curatori del Museo del Mare, si svolgerà la presentazione dei progetti finanziati nell’ambito dell’Avviso regionale dedicato al sostegno, alla creazione e all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca nel settore dell’idrogeno rinnovabile per cui l’Amministrazione regionale ha previsto uno stanziamento di 11 milioni di euro.In questa cornice, l’Università di Trieste ribadisce il suo impegno nella ricerca sul combustibile pulito, ambito in cui è attiva da oltre vent’anni con gruppi di lavoro internazionali e progetti europei dedicati allo sviluppo di tecnologie per l’idrogeno. Le attività di ricerca, sia di base che applicata, si svolgono in un contesto multidisciplinare, coinvolgendo ingegneri, chimici, fisici, geologi e giuristi, in collaborazione con partner pubblici e privati. UniTS, in quest’ottica, è stata una delle prime università italiane a aderire alla rete Hydrogen Europe Research.L’impegno dell’Università di Trieste si estende anche alla formazione nel settore della transizione energetica: dallo scorso anno è attivo il corso di laurea magistrale Engineering for the Energy Transition, interamente in inglese, volto a formare professionisti capaci di gestire il passaggio alle energie pulite e rinnovabili nei settori civile e industriale.«L’organizzazione di EPHyC 2025 – afferma il professor Rodolfo Taccani, delegato del Rettore per il trasferimento tecnologico e i rapporti con le imprese – conferma il ruolo di Trieste, del Friuli Venezia Giulia e della North Adriatic Hydrogen Valley come hub internazionale della ricerca e dell’innovazione nel settore dell’energia sostenibile, grazie anche al contributo dell’Università di Trieste. La conferenza rappresenta non solo un’occasione di approfondimento su ricerca e tecnologia, ma assume anche un forte valore simbolico, riunendo alcuni dei migliori giovani scienziati europei impegnati nella ricerca sulla transizione energetica e sull’idrogeno. L’Università di Trieste, attraverso EPHyC, contribuisce a delineare una visione comune per il futuro dell’Unione Europea nel settore dell’energia, in cui la ricerca di base e applicata rivestono un ruolo fondamentale».«EPHyC 2025 incarna perfettamente la missione di Hydrogen Europe Research: sostenere e connettere la comunità scientifica europea per accelerare l’innovazione nel settore dell’idrogeno. Questo evento offre ai giovani ricercatori l’opportunità di presentare il proprio lavoro, creare sinergie e gettare le basi per la prossima generazione di scienziati e innovatori. Siamo orgogliosi di supportare questa iniziativa, che rafforza il legame tra ricerca accademica e industria, contribuendo alla costruzione di un ecosistema europeo sempre più solido e integrato», ha dichiarato Luigi Crema, presidente di Hydrogen Europe Research.L’evento è realizzato anche con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio dell’Associazione Termotecnica Italiana – Sezione Friuli Venezia Giulia, del Maritime Technology Cluster FVG e di Confindustria Friuli Venezia Giulia.Per maggiori informazioni: www.ephycconference.com Abstract Dal 9 all’11 aprile oltre 150 studenti di dottorato di tutta Europa parteciperanno alla conferenza organizzata dall’Università di Trieste e dall’Hydrogen Europe Research Mostra nel diario Off
Studio di materiali che mimano la natura: presentato un laboratorio UniTS unico al mondo Read more about Studio di materiali che mimano la natura: presentato un laboratorio UniTS unico al mondo Immagine Progetto senza titolo (33).png Data notizia Mon, 07/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo Comunicati stampa Ricerca Destinatari canale Ateneo Ricerca Testo notizia Nato nel 2013, il laboratorio di spettroscopia laser a generazione di frequenza somma, SFG – VISpLab, fa parte del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste ed è insediato presso l’Istituto Officina dei Materiali del CNR nel campus di Basovizza di Area Science Park. La struttura è stata presentata oggi come una delle realtà di UniTS che nel corso del tempo hanno consolidato la propria attività diventando un’eccellenza nel panorama scientifico locale e internazionale.“Il Laboratorio impiega, con modalità innovative e uniche al mondo, la spettroscopia ottica non lineare con sorgenti laser, per indagare e comprendere a livello atomico le proprietà fondamentali delle superfici della materia, dove avvengono fenomeni fisici e chimici importantissimi – spiega Erik Vesselli, responsabile del laboratorio e docente di Fisica sperimentale della materia a UnITS - il nostro scopo è sintetizzare e caratterizzare materiali che imitino molecole complesse presenti in natura, come ad esempio gli enzimi”. I materiali biomimetici, ovvero che mimano la Natura, hanno un’importanza fondamentale perché si prestano all’utilizzo in contesti strategici come la sintesi di vettori energetici, il settore del fotovoltaico, i sistemi di accumulo di energia, l’elettronica e la spintronica.Per sviluppare ulteriormente il laboratorio, il team ha recentemente costruito uno strumento, un elettrospray molecolare, che permette di assemblare nuovi materiali bidimensionali, replicando artificialmente in un cristallo le caratteristiche dei sistemi biochimici che possono così essere regolate e controllate per trovare applicazioni mirate e concrete.“Impiegando questo approccio innovativo, siamo recentemente riusciti a creare un materiale, basato su grafene, che imita in due dimensioni le caratteristiche della vitamina B12, una biomolecola unica per la sua particolare funzionalità – continua il prof. Vesselli - si tratta di un risultato rilevante per la comunità scientifica internazionale e di grande potenziale applicativo”.Il laboratorio non lavora in maniera isolata e autonoma, ma è inserito nel contesto di collaborazione scientifica del Sistema Trieste, oltre che nazionale e internazionale. Inizialmente allestito grazie a finanziamenti MUR e parzialmente con il contributo di fondazioni locali ed estere, SFG – VISpLAB è cresciuto nel tempo grazie alla progettualità scientifica e più recentemente con fondi erogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel contesto di un’intensa collaborazione scientifica con CNR – IOM nelle immediate vicinanze di Elettra Sincrotrone Trieste. Abstract SFG – VISpLab è un riferimento internazionale nel settore Link Guarda la video presentazione del Laboratorio Mostra nel diario Off Video notizia
Lavorare studiando: parte il progetto Work & Study Read more about Lavorare studiando: parte il progetto Work & Study Immagine Titolo (1).jpg Data notizia Tue, 01/04/2025 - 12:00 Categoria notizia Ateneo ateneo Comunicati stampa Destinatari canale Ateneo Servizi Destinatari target Studenti iscritti Testo notizia L’Università di Trieste e Adecco presentano Work & Study, un progetto - patrocinato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercenti (F.I.P.E.) - pensato per offrire agli studenti dell’Ateneo giuliano opportunità lavorative compatibili con gli impegni di studio, di frequenza delle lezioni e di sostenimento degli esami.L’iniziativa, che intende facilitare il contatto tra la domanda e l'offerta di lavoro degli esercenti del territorio, prevede la somministrazione da parte dell’agenzia interinale di contratti part-time per un massimo di 15 ore settimanali che saranno concentrate nelle ore serali o nei weekend.Gli studenti dell'Università di Trieste potranno candidarsi, quindi, per accedere a un'esperienza lavorativa compatibile con la carriera universitaria che consentirà loro di ottenere un sostegno economico e di sviluppare nuove competenze.Il progetto, che si svilupperà per tutto il 2025, punta a coinvolgere oltre 200 studenti universitari e più di 60 esercizi commerciali del Comune di Trieste.Le posizioni offerte saranno prevalentemente di addetti alla ristorazione (banconieri e camerieri di sala), receptionist, hostess e steward per eventi, ma lo sviluppo del progetto prevede un successivo ampliamento dei settori commerciali di impiego.Nell’ambito del progetto, Adecco organizzerà un ciclo di appuntamenti informativi per presentare le opportunità sul territorio e rispondere alle domande degli studenti interessati. Il primo incontro si terrà in modalità digitale il 2 aprile alle 17, su Microsoft Teams, e sarà seguito da ulteriori appuntamenti in presenza.Proprio al termine della presentazione, sul sito di Adecco sarà aperto il form per la presentazione delle candidature. Gli studenti saranno seguiti da Adecco in tutto il processo di selezione.“Essere accanto ai giovani, favorendo il loro ingresso nel mondo del lavoro, è da sempre uno dei nostri obiettivi”, spiega Michele Kovacic, People Advisor di Adecco Italia. “Con questo progetto ci proponiamo di creare un ponte che consenta loro di avvicinarsi al lavoro sviluppando competenze utili anche nelle successive esperienze professionali. La proposta di Work & Study si muove nella direzione della tutela e della sicurezza: i profili professionali saranno inquadrati con contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato, in modalità part time e verranno erogati una formazione sulla sicurezza generale nei luoghi di lavoro e un attestato sui protocolli della sicurezza alimentare HACCP”."Gli studenti dell’Università di Trieste – sostiene il Prof Lucio Torelli, delegato del Rettore all'orientamento in entrata e in uscita, job Placement di UniTS – hanno esperienze di lavoro occasionale in misura superiore alla media italiana. Con questo progetto il Career Service di Ateneo intende offrire un’opportunità ai tanti studenti in cerca di un impiego che garantisca piena conciliazione con lo studio, mentre gli esercenti potranno avvalersi di giovani dinamici, capaci di lavorare in team e con eccellenti competenze linguistiche. Secondo i dati AlmaLaurea i nostri laureati sono molto apprezzati dal mercato del lavoro: si impiegano in tempi più brevi rispetto alla media italiana e con stipendi superiori. Con questa iniziativa puntiamo ad arricchire ulteriormente la preparazione dei nostri studenti all’ingresso nel mondo del lavoro”.Gli annunci delle opportunità di lavoro sul territorio di Trieste saranno periodicamente comunicati ai partecipanti tramite i canali ufficiali dell’Ateneo.Gli studenti interessati a partecipare al primo incontro digitale e conoscere il progetto possono registrarsi sulla pagina web del Career Service alla sezione eventi. Abstract Grazie alla collaborazione con Adecco e FIPE, gli studenti UniTS potranno lavorare part time nel rispetto degli impegni universitari. Candidature aperte dal 2 aprile Mostra nel diario Off