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WWF Italia ha lanciato un progetto per contrastare l’inquinamento marino causato dalle cassette monouso per il pesce in polistirolo espanso (EPS)

L’Università di Trieste è coinvolta con i Proff. Maurizio Fermeglia e Andrea Mio, in collaborazione con l’associazione Mapping LCA.

I ricercatori hanno realizzato uno studio per la valutazione comparativa degli impatti generati dall’intero ciclo di vita (Life Cycle Assessment - LCA) di una selezione di imballaggi per pesce fresco, tenendo al contempo in considerazione le esigenze del settore della pesca artigianale.

La selezione è stata fatta considerando sia imballaggi già disponibili sul mercato italiano, sia imballaggi innovativi che utilizzano materiali differenti e riciclati.

Oltre all’analisi del ciclo di vita, sono state effettuate valutazioni sulla generazione di rifiuti in ambiente marino da parte degli imballaggi presi in considerazione.

La soluzione alternativa più sostenibile identificata è costituita da due componenti separabili: una cassetta in legno FSC riutilizzabile con una componente interna costituita da un vassoio monouso in polistirolo estruso (XPS) riciclato (50%) e riciclabile a circuito chiuso.

Queste nuove cassette sono in fase di sperimentazione sul territorio nazionale in diverse comunità di pescatori per capire la loro efficacia e praticità lungo tutta la filiera che prevede anche la corretta gestione del fine vita, con il recupero delle cassette e dei vassoi destinati al riciclo.

Tutte le attività hanno lo scopo di individuare una soluzione che impatta meno sull’ambiente e riduce la dispersione di rifiuti in mare.

Scenario generale

Le catene di approvvigionamento dell'industria ittica sono caratterizzate da un’elevata complessità legata al carattere internazionale del comparto. In questo settore, il ruolo degli imballaggi monouso è significativo, tanto che il polistirene espanso (Expanded Polystyrene - EPS) è la forma di imballaggio monouso più comunemente utilizzata per il pesce. Il suo utilizzo porta molti vantaggi (isolamento termico, resistenza meccanica, idoneità al contatto alimentare, costo contenuto), ma anche una serie di svantaggi legati all’origine fossile del materiale e alla frammentazione delle cassette che comporta una dispersione di plastica in natura. L'EPS è uno dei 10 oggetti più comunemente trovati sulle coste e fa parte dei rifiuti marini galleggianti. I tassi di recupero dell'EPS stanno lentamente aumentando, ma sono ancora a un livello relativamente basso (in Italia il riciclo attualmente copre il 7% del materiale che arriva a fine vita).