Data notizia 20 June, 2023 Immagine Image Testo notizia Ideato e coordinato dal Cluster regionale COMET, l’Osservatorio della Metalmeccanica FVG è unico nel suo genere perché riunisce il know-how di Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine e Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. In particolare, UniTS ha condotto assieme a UniUD l’attività di Instant Poll, sviluppando domande e metodologia, rielaborando e commentando le risposte delle imprese coinvolte. I RISULTATI L’attrattività delle imprese della metalmeccanica friulana A cura di Proff. Marina Chiarvesio e Raffaella Tabacco | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche di UniUd Prof. Guido Bortoluzzi | Dipartimento di Economia di UniTs La stabilità del comparto metalmeccanico friulano rilevata dall’analisi eseguita da Area Science Park viene confermata dall’instant poll condotto dai Dipartimenti di Economia di UniTS e UniUd, che ha affrontato i temi del turnover del personale e dell’attrattività delle aziende metalmeccaniche friulane. È stato rilevato che l’emergenza turnover varia in misura significativa al variare delle dimensioni delle aziende, e che le aziende più sensibili al tema, così come le più coinvolte, sono quelle di maggiori dimensioni. La necessità di lavorare su elementi di attrazione per i talenti è trasversale a tutto il campione e tra le iniziative più recenti messe in atto ci sono soprattutto strumenti di welfare, con incentivazione economica, attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata con la flessibilità di orario e creazione di contesti di lavoro confortevoli e stimolanti. Le aziende del territorio hanno ben compreso il valore dell’investimento sulle persone, la formazione e il coinvolgimento, fattori che sostengono l’appartenenza, la soddisfazione personale e quindi la fedeltà all’azienda. La comunicazione in chiave employer branding e il rapporto con il sistema della formazione sono ambiti di azione che supportano gli interventi orientati ai dipendenti. Il tema della sostenibilità non appare al momento centrale al fine dell’attrazione di nuovo personale, benché il suo ruolo come fonte di vantaggio competitivo sia comunque indiscutibile. Spiega Marina Chiarvesio di UniUd: “Le imprese intervistate al momento, mediamente non percepiscono in modo grave l’emergenza turnover, tuttavia è ben chiara l’esigenza di investire in una pluralità di direzioni per trattenere chi è già in azienda e reclutare nuove risorse, per sostenere la competitività anche in questa fase post pandemica. Welfare, work-life balance, engagement del personale sono gli strumenti più utilizzati sul fronte interno, assieme ad una maggiore attenzione per la comunicazione e le relazioni esterne, in particolare con il territorio. Vengono segnalate anche esperienze originali che affiancano gli strumenti più consolidati e diffusi, ma non per questo scontati. E rispetto al mondo femminile, su ammissione delle stesse imprese, la meccanica rimane un mondo poco attrattivo.” Aggiunge Guido Bortoluzzi di UniTs: “I dati raccolti appaiono “in media” confortanti. Ma è proprio questo il problema: le medie ci raccontano spesso mezze verità, come nella nota filastrocca dei polli di Trilussa. Quello che notiamo nelle pieghe dei dati oltre che dalle interviste svolte con i protagonisti del settore è una sensibilità ed un impegno maggiore da parte delle grandi imprese al tema dell’attrazione e della retention dei talenti. E poiché le dinamiche demografiche non sono certamente favorevoli nei prossimi decenni, questo significa che, a parità di altre condizioni legate ai flussi migratori, c’è un grande nodo destinato ad arrivare al pettine: la numerosità dei futuri talenti. E questo nodo impatterà sia le grandi imprese, che già oggi percepiscono una crescente competizione sui talenti con altre grandi imprese, sia le PMI che soffrono e soffriranno sempre più del “ratto dei talenti” da parte di imprese meglio attrezzate ad offrire ai talenti un ambiente di crescita professionale stimolante ed un migliore bilanciamento del rapporto tra vita privata e lavoro”. Metalmeccanica e Occupazione A cura di Andrea Bincoletto, Enrico Longato, Leyla Vesnic| Area Science Park, conil contributo dell’Osservatorio Regionale sul Mercato e le Politiche del Lavoro Il ruolo primario della metalmeccanica nel flussi occupazionali Nel settore manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, il comparto della metalmeccanica svolge un ruolo primario in termini numerici e per l’apporto di personale nei flussi occupazionali, dove si registra una forte vivacità per assunzioni e per capacità, rispetto alla manifattura, di mantenere la crescita del saldo occupazionale. Nel comparto metalmeccanico gli avviamenti sono stati 24.273 nel 2022 (saldo: 1.127), contro i 19.816 (saldo: 263) del resto della manifattura regionale. Nel settore si rileva una certa stabilità del mercato del lavoro: l’indicatore di stabilità, cioè il totale dei contratti avviati sul totale dei soggetti che hanno avviato almeno un contratto, registra che, in media, nel 2022, ciascun soggetto ha avviato 1,09 contratti, conto l’1,12 della manifattura regionale. I protagonisti sono i giovani e le persone di nazionalità extra EU I giovani under 24 e le persone di nazionalità extra comunitaria rappresentano la principale risorsa per l’espansione dell’organico delle imprese. Per il periodo 2018-2022, i soggetti di età inferiore ai 24 anni entrati nel mondo del lavoro sono il 23,7%, nonché la seconda fascia d’età per numero di assunzioni dopo quella 25-34. Il personale non comunitario, invece, per la prima volta nel 2022, presenta un saldo occupazionale annuale (562) maggiore rispetto al personale italiano (494). Per le donne c’è ancora del lavoro da fare Generalmente percepito come un settore a prevalenza maschile, il comparto metalmeccanico presenta il suo tallone d’Achille nella parità di genere, sia da un punto di vista delle assunzioni di personale femminile, che nel 2022 sono il 24% del totale, sia per quanto riguarda l’equiparazione delle qualifiche, mentre la stabilità dei contratti manifesta un segnale positivo. Il legame tra innovazione e occupazione A contribuire in maniera significativa alla maggiore stabilità contrattuale raggiunta negli ultimi anni sono le imprese che presentano almeno un segnale oggettivo di innovazione. Esse infatti nonostante siano solo il 21% delle aziende che hanno presentato comunicazioni obbligatorie nel 2022, hanno avviato il 45% dei contratti a tempo indeterminato. Analisi della composizione del board delle imprese dell’Elettromeccanica del FVG A cura di Romina Galleri e Anna Maria Moressa | Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Età dei componenti dei board: il passaggio generazionale è alle porte Emerge una situazione positiva per il comparto friulano che mostra una quota di imprese con board totalmente over 65, seppur alta, inferiore rispetto alla media italiana di settore (10,6% vs 13,9%). All’aumentare della dimensione aziendale diminuisce la quota di imprese con board completamente over 65, fino ad azzerarsi per le grandi imprese. Invece, la quota di imprese che hanno almeno un under 40 nel board è lievemente inferiore alla media nazionale: 16,6% vs 17,3%; anche in questo caso si mettono in luce le imprese di grandi dimensioni, che hanno una quota notevolmente più alta di board con almeno un under 40 (23,1%). Il fatto che la quota di imprese con almeno un under 40 nel board sia superiore alla quota di imprese con tutto il board over 65 per tutte le dimensioni aziendali può essere letto come un fattore positivo, a significare che una nuova generazione è già operativa. Nelle grandi imprese, porte aperte alle donne I due terzi delle imprese friulane del campione, ma anche di quelle italiane, non hanno nessuna donna nel board, mentre le aziende che hanno un board composto dal 50% o più di donne sono il 16,6% in FVG e il 17,6% in Italia. Risulta inoltre che, rispetto alla media italiana, la nostra regione è meglio posizionata per presenza di almeno una donna nel board nelle imprese di grandi dimensioni (54% vs 45%). Innovazione e sostenibilità nelle imprese guidate da giovani I dati dimostrano come la diversa composizione del board possa influire su competitività, capacità di innovazione, sostenibilità e potenzialità di crescita delle imprese. Infatti le imprese con almeno un under 40 inserito nel board sono cresciute di più in termini di variazione del fatturato tra il 2019 e il 2021 in Italia, ma ancor più nel comparto Elettromeccanico regionale in cui la crescita media è di 15,1%, contro il 6,5% delle imprese con un board composto completamente da over 65. I giovani sono più orientati all’innovazione, ai temi ambientali e a guidare le imprese nella transizione ecologica: il 25,5% delle imprese dell'Elettromeccanica del FVG con almeno un under 40 nel board ha certificati ambientali, una quota che si ferma al 7,8% per le imprese che invece hanno tutto il board over 65. Le prime registrano inoltre una quota del 10,8% in possesso di almeno un brevetto, contro il 4% osservato nelle imprese con tutto il board over 65.